LA STATISTICA DEL 1811 Sulla Statistica del regno di Napoli, ordinata nel 1811 dal governo murattiano, richiamò pe r pr imo l ’attenzione ne l 1942 V incenzo R icchioni, os servando c on meraviglia co me p er o ltre u n s ecolo g li s torici n on n e av essero t enuto co nto 1. L’indagine, ch e a s uo avviso si r icollegava a q uelle co ndotte in Francia d urante il Consolato e s uccessivamente estese in I talia a i te rritori e ntrati n ell’orbita napoleonica, fu d a lui i llustrata n ella g enesi e n ella esecuzione 2. S ull’esempio di altri Stati europei, anche nella Napoli di Ferdinando IV si era pensato a rilevamenti statistici n el 1 783 e n el 1792, s enza c he i pr oponimenti f ossero t radotti i n f atti; quindi i l G alanti er a s tato incaricato d i v isitare l e province, p er co noscere direttamente i bisogni delle popolazioni e suggerire idonei interventi. Precedente immediato della Statistica del 1811 fu un questionario inviato nelle province nel 1807 dalla Regal Società d’Incoraggiamento, per incarico del ministro dell’Interno M iot. A lla r ichiesta g overnativa d i s tudiare il r egime d elle a cque fu dato pi ù l argo s viluppo da una commissione de signata da lla S ocietà ( Cagnazzi, Melograni, R amondini, D avanzati, O norati), c he e laborò un questionario di 14 articoli con 15 6 dom ande 3. L e r isposte, però, d ovettero es sere m olto p oche e l’iniziativa n on eb be s uccesso, s ia p erché mancò l o s timolo d ella S ocietà d’Incoraggiamento, en trata in cr isi p er l ’istituzione d ella Società R eale d i scienze, filologia ed ar te, s ia perché n ello s tesso t empo l e au torità l ocali er ano i mpegnate nella risposta a vari questionari inviati direttamente dal ministero dell’Interno. Il p rogetto di una s tatistica di pi ù a mpio r espiro f u r ipreso ne l 1810 , qua ndo Luca De Samuele Cagnazzi fu chiamato dal Ministro Zurlo a reggere il 1° e 2° burò della IV divisione del dicastero dell’Interno, comprendenti Agricoltura, Commercio e Statistica, a r iconoscimento dei suoi ideali di libertà, dei precedenti antiborbonici e, s oprattutto, d ella p articolare co mpetenza: er a, i nfatti, t itolare d ella cat tedra d i Statistica nell’ateneo fiorentino, nonché di quella di Economia politica a partire dal 1806 ne ll’Università d i N apoli, ed av eva ap pena d ato al le s tampe u na p regevole Arte Statistica. Nelle in tenzioni d el g overno, la Statistica doveva costituire un’ indagine analitica, a rticolo per a rticolo, problema pe r pr oblema, z ona pe r z ona, s u tutto i l Mezzogiorno continentale, indagine che avrebbe dovuto concludersi in un’opera di sintesi, mai portata a termine. Seguendo questi principi metodologici, proprio dalla sua Arte Statistica il Cagnazzi esemplò i questionari che non furono diretti, come in Francia, a f unzionari periferici, ma – spiega il R icchioni – «a quanti professionisti, 1 2 3 V. RICCHIONI, La Statistica del reame di Napoli del 1811: relazioni sulla Puglia, Trani, Vecchi e C., 1942, p. 7. Ibidem, cap. I, I precedenti della Statistica del 1811; cap. II, L’organizzazione dell’indagine. I 14 articoli s ono: qualità del s uolo, forma d el s uolo, meteore da co noscersi, ac que s orgenti, fiumi, torrenti, mancanza di acque sorgive, produzioni (riguardanti piante spontanee, caccia e pesca), pastorizia, agricoltura (con 44 domande), manifatture, commercio, educazione e salute pubblica. Ibidem, p. 18 sgg. 45 sindaci, s ocietà d ’agricoltura, er ano r ichiesti d i co llaborare co l r edattore provinciale» 4. A c ostui to ccava il c ompito di r ifondere tu tte le in formazioni giuntegli, senza intervenire con opinioni personali se non nei casi di evidenti errori dei c orrispondenti. L a Statistica fu a rticolata in c inque s ezioni, l a p rima attinente allo stato fisico, la s econda e l a t erza al la p opolazione ( struttura e m ovimento, rispettivamente sussistenza e conservazione) la quarta a caccia, pesca ed economia rurale, la quinta alle manifatture. Giova a que sto p unto, per u na migliore c omprensione de ll’importanza c he ha avuto u n’indagine d el genere n el M ezzogiorno, accen nare al d ibattito sulla genesi della r ilevazione m urattiana. C assese, i n p olemica co n R icchioni, h a v alorizzato i precedenti “i ndigeni” d ella Statistica, da l ui c ollegata a l pe nsiero di A ntonio Genovesi, «nel c ui m agistero – scrive lo s tudioso s alernitano – sembra ch e v ada rintracciata l ’idea m adre d ella n ostra in chiesta» 5. Per d imostrare il s uo a ssunto i l Cassese cita un brano genovesiano sulla necessità dello studio «dell’ambiente in cui si v ive, n el s uo a spetto f isico e n ella s toria» e s ulla o pportunità di is tituire «una scuola di a gricoltura, un’ accademia n umerosa e co mposta d i membri d i t utte l e nostre pr ovince, c oll’obbligo di s crivere l a s toria na turale di c iascun l uogo, d i notarvi la terra, l’acqua, l’aria, i v enti, le piogge, le piante, gli animali, le arti e la industria: ciò che è p erfetto e ciò che ancora manca: dove si erra, dove si fa bene e come» 6. M a i l pr ogetto de l G enovesi, pe r r iconoscimento de llo s tesso C assese, rimane u n’idea s taccata d alla r ealtà, an zi i n co ntraddizione co n q uesta: es so, p er essere realizzato, presuppone una diversa realtà, un diverso ambiente storico, che lo renda ef fettuabile co me s ua p ropria ed immediata es pressione. O ccorse, i n al tri termini, il r innovamento d ella s truttura s ociale d el M ezzogiorno s otto la s pinta rivoluzionaria d el D ecennio, p erché s i acq uistasse co scienza d ella n ecessità d el vecchio p rogetto del Genovesi ch e, ad attato al le n uove ci rcostanze, s embrò, ed i n gran parte fu, opera originale dei nuovi tempi. Attraverso gli scolari del Genovesi il progetto del maestro divenne la Statistica del 1811. Sull’importanza della collaborazione data ai Napoleonidi dalla classe dirigente meridionale, preparata dall’insegnamento genovesiano e d al grande moto culturale, che f ece di N apoli un o de i c entri i taliani de ll’Illuminismo, non s i può c he e ssere d’accordo 7; non ugualmente co nvincente è l a co rrelazione tra l e an ticipazioni proposte d al Genovesi e l e i niziative co ncretizzate n el Decennio, i n t utto u n al tro contesto p olitico e cu lturale. I n tal s enso b asta o sservare l a fermezza co n cu i l o stesso Cagnazzi nel 1808 rivendica a se stesso il merito di essere stato il p rimo ad 4 V. RICCHIONI, Op. cit., p. 49. L. CASSESE, La Statistica del regno di Napoli del 1811. Relazioni sulla provincia di Salerno, Salerno 1955, p. 5 6 Ibidem, pp. 7-8. 7 Sul determinante c ontributo della c lasse dirigente napoletana a lle riforme del D ecennio c fr. B. CROCE, Storia del regno di Napoli, I V e diz., B ari 1 953, p. 251 s gg.; P. VILLANI, Mezzogiorno tra riforme e rivoluzione, Bari 1962, p. 54 sgg.; G. GALASSO, Il Mezzogiorno nella storia d’Italia, Firenze 1977. 5 46 esporre u n p iano d i t eorie n ecessarie al la formazione d i u na co mpleta s tatistica e darne l e r egole, p rendendo l e distanze d al G alanti, m assima espressione d elle indagini settecentesche. La distanza è radicale, perché radicalmente diverse rispetto al s uo predecessore s ono l e s celte m etodologiche d el C agnazzi e i s uoi m odelli scientifici. Laddove il Galanti procedeva, secondo la metodologia di Busching, per accostamenti e g eneralizzazioni, a d iscapito d ella p recisione d el d ato r ilevato, il Cagnazzi ad ottò, s ulla s cia d el magistero d i Achenwall, u n metodo et nografico, fondato s ull’accertamento e l a q uantificazione d ei d ati, ch e ap paiono s empre p iù l’elemento essenziale della statistica. Il n etto d istacco s cientifico e metodologico d el C agnazzi d alla g enerazione precedente s i manifesta an che n ella t ecnica d ella r ilevazione. L e i ndagini settecentesche h anno av uto co me massima es pressione l ’opera d el s olo Galanti: i l Cagnazzi ne t rova pr oprio i n questo i l lim ite p rincipale. Per lu i è , in vece, indispensabile il concorso di molti. Sull’importanza ch e d eve as sumere l a s tatistica, sull’opportunità d i co llegarla con la storia, sulla necessità di non confonderla con l’economia politica, che ne è il risultato, sul f atto c he la s tatistica non p uò e ssere l ’opera di un u omo s olo, ma i l prodotto di un i ntero “ collegio permanente”, i nfine s ull’influenza c he l a s tatistica eserciterà sul progresso delle scienze, si diffonde nel 1811 l’introduzione al primo volume de gli Atti dell’Istituto d’Incoraggiamento, dimostrazione d i co me l e i dee sostenute dal Cagnazzi siano state accettate dalla classe dirigente. Dunque, i l C agnazzi, n el f ormulare l e n uove t eorie e l a l oro p ratica applicazione, non r iconosce de biti v erso l ’Illuminismo na poletano e no n ha c erto presente i l G enovesi n el co ncepire e n ell’organizzare l a Statistica, per l a q uale i l precedente è l a r ecente e sperienza f rancese. D a q uesta i l C agnazzi s a r estare indipendente. I questionari da lui redatti sono ricalcati sulla sua Arte Statistica; più semplici e più snelli di quelli francesi, sono compilati in modo da essere accessibili al v asto v entaglio d i co llaboratori ch e s i v uole s ollecitare e d a f avorire l’acquisizione di risposte chiare e p recise. Nei propositi del Cagnazzi e d ello Zurlo la Statistica aveva l ’ambizioso s copo di t racciare un qua dro c ompleto e d approfondito de lle c ondizioni de l M ezzogiorno, c he permettesse ai g overnanti d i agire con cognizione di causa per il bene del paese; che poi – e ciò varrà anche per il C atasto p rovvisorio – il m odo i n c ui s i r ealizzarono i p rogetti, g li in toppi nell’organizzazione p ratica d ell’indagine, i r isultati e ffettivi r aggiunti, evidenzieranno c ome e q uanto g li in teressi p articolari d i s oggetti p olitici e d economici v ecchi e nuovi ( unitamente a d a ltri fattori, a nche g eografici) a bbiano giocato n el f ar “ misurare” q uantitativamente e q ualitativamente il te rritorio i n maniera funzionale a q uegli s tessi i nteressi, n onostante l a p resenza mediatrice d i uno stato esprimente una forte volontà politica di oggettiva conoscenza del proprio spazio di sovranità, nulla toglie alle buone intenzioni dei promotori dell’indagine e all’innovatrice metodologia di ricerca scientifica introdotta dal Cagnazzi. 47