Cap. 7 Il coordinamento internazionale della politica economica File

Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Lezioni di Politica Economica Internazionale
Anno Accademico 2015-2016
Prof. Umberto Triulzi
Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Il Coordinamento internazionale della politica
economica
Cap. 7
2
Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
Outline della lezione
1 La trasmissione internazionale delle politiche economiche
2. Le ragioni del coordinamento
3. I vantaggi del coordinamento
4. Politiche commerciali e negoziati internazionali
3
1. La trasmissione internazionale delle
politiche economiche
• Gli effetti delle politiche economiche non si esauriscono all’interno dei
singoli paesi ma, in un mondo e in mercati globalizzati, si ripercuotono,
sia negativamente che positivamente, anche sulle economie dei paesi
terzi attraverso i flussi di intercambio commerciale ed i movimenti di
capitale.
• Il tema del coordinamento internazionale nasce appunto dall’esigenza
di creare condizioni di “cooperazione” nelle politiche economiche più
che politiche di beggar-thy-neighbour.
• Per evidenziare questi effetti si ricorre in genere al modello MundellFleming abbandonando l’ipotesi del paese piccolo ma assumendo 2 paesi
grandi. Resta valida l’ipotesi della perfetta sostituibilità dei titoli e della
elevata mobilità dei capitali.
• Abbiamo due politiche, monetaria e fiscale, che possono operare in due
diversi regimi di cambio, il sistema a cambi fissi ed il sistema a cambi
flessibili.
4
La trasmissione internazionale delle politiche
economiche
In regime di cambi fissi, i canali di trasmissione dell’interdipendenza
economica fra due paesi “grandi” (A e B) sono essenzialmente due:
- le “partite correnti”: variazioni del reddito in un paese fanno variare
anche la sua domanda di importazioni da parte dell’altro paese;
- il “tasso di interesse mondiale”: variazioni del tasso di interesse
mondiale generate dalle politiche economiche interne ai due paesi
provocano effetti rilevanti sui flussi internazionali di capitale.
In regime di cambi fissi, gli effetti delle politiche nazionali adottate
dal paese A, sia se si considerano misure di carattere fiscale, sia di
carattere monetario, sono sempre positivi sull’economia del paese B
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La trasmissione internazionale delle politiche
economiche
In regime di cambi flessibili ed in presenza di trasmissione
internazionale degli effetti delle politiche economiche l’adozione di
misure di carattere fiscale da parte di un paese determina
incrementi del livello del reddito in entrambi i paesi.
L’adozione di misure di carattere monetario da parte del paese A
determina, al contrario, effetti positivi solo sul livello di reddito
interno ma negativi sul reddito del paese B.
Si verifica in questo caso il tipico effetto di trasmissione all’estero
degli effetti negativi di una politica economica che porta benefici
esclusivamente al paese che l’ha adottata (c.d. politica beggar–thy–
neighbor).
6
La trasmissione internazionale delle politiche
economiche
Si ricorda che nel caso del modello (Mundell-Flaming) ad un solo
paese la politica monetaria espansiva in cambi fissi comporta (a
causa dal deficit esterno) una distruzione della base monetaria
addizionale con un conseguente ritorno nella sua posizione iniziale.
La politica monetaria è inefficace per l’obiettivo interno.
La politica monetaria espansiva in cambi flessibili (a causa del
deprezzamento del tasso di cambio) torna ad essere efficace per
l’obiettivo interno.
La politica fiscale, al contrario, è più efficace per la realizzazione
dell’equilibrio interno in cambi fissi che non in cambi flessibili.
7
2. Le ragioni del coordinamento
“Il coordinamento internazionale della politica economica implica
una significativa modifica delle politiche nazionali in
considerazione dell’interdipendenza economica internazionale”
(Wallich, 1984).
Attualità del tema:
 Esiste una diffusa percezione riguardo la maggiore
interdipendenza dei sistemi economici a livello internazionale grazie
alla presenza di un intenso interscambio internazionale di beni,
servizi e capitali ( globalizzazione)
 Eventuali shock macroeconomici e cambiamenti di politica
economica che si verificano nei paesi economicamente più influenti
determinano effetti rilevanti nei confronti del resto del mondo (crisi
macroeconomche)
8
8
Politica monetaria espansiva in cambi fissi:
caso a 2 paesi
ia
ib
ISa
ia1
ia3
ia2
.
Ea
..
LMa
LMa2
LMa1
Ea’’
Ea
Ya1 Ya3Ya2
Paese A
ib2
ib1
ib3
ISb
.
.
ISb1
LMb
Eb’
Eb
’
Ya
Yb1 Yb2
.
LMb1
Eb’’
Yb3 Yb
Paese B
9
Politica fiscale espansiva in cambi fissi:
caso a 2 paesi
ia
ia2
ia3
ia1
ISa1
. .
.
Ea
ISa
ib
LMa
’
Ea
LMa
’’
ib3
ib2
ib1
Ea
Ya1
Ya2
Paese A
Ya3
1
Ya
ISb1
ISb
..
.
Eb’’
LMb1
LMb
Eb’
Eb
*
Yb1 Yb3Yb2
Yb
Paese B
10
Politica monetaria espansiva in cambi flessibili:
caso a 2 paesi
ia
ISa
ISa
ia1
ia3
ia2
1
ib
LMa
.
Ea
.
.
LMa
1
ib2
ib1
ib3
Ea’’
Ea’
Ya1
Ya2 Ya3
Paese A
Ya
ISb1
ISb
.
.
LMb
Eb’
ISb2
.
Eb’’
Eb
Yb3 Yb1 Yb2
Yb
Paese B
11
Politica fiscale espansiva in cambi flessibili:
caso a 2 paesi
ia
ISa1
ISa
ia2 ISa
ia3
ia1
2
.
Ea
LMa
.
.
Ea’
Ea’’
ib
ISb
ISb
ib3
ib2
ib1
2
IS
b
1
LMb
.
..
Eb’’
Eb’
Eb
0
Ya1 Ya3Ya2
Paese A
Ya
Yb1Yb2 Yb3
Yb
Paese B
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Le ragioni del coordinamento
Politica economica mira a perseguire non solo gli
obiettivi (interni ed esterni) nazionali, ma anche quelli
del resto del mondo.
Le motivazioni:
- per evitare risultati sub ottimali, frutto di azioni
non coordinate in risposta alla crescente
interdipendenza internazionale
- per perseguire obiettivi superiori di interesse
collettivo (beni pubblici globali)
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Le ragioni del coordinamento
“Il coordinamento internazionale è quella situazione in cui ogni
paese manovra gli strumenti di politica economica dei quali
dispone al fine di conseguire non soltanto gli obiettivi suoi
propri, ma anche quelli del resto del mondo” (R. Cooper, 1968)
Crescente interesse negli ultimi 30 anni per il coordinamento
internazionale della politica economica (molte ricerche
accademiche, riunioni ministeriali e dei principali organismi
internazionali dedicate all’argomento)
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Le ragioni del coordinamento
Esempi rilevanti dell’esigenza di coordinamento internazionale
 Sistema monetario int.le e UEM
 Sistema multilaterale degli Scambi (GATT/OMC)
 Millenium Development Goals (MDGs)
 Iniziativa HIPC
 Politiche ambientali e Protocollo di Kyoto
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Aspetti teorici ed evidenze empiriche
Applicazione della teoria dei giochi per dare una rappresentazione della
realtà economica in termini cooperativi (non competitivi)
Principali Aspetti analizzati: politiche da coordinare; tipi di
coordinamento; tipologie di modelli empirici; guadagni del
coordinamento
I vantaggi della cooperazione in termini di “dilemma del prigioniero”
Resto del mondo
Espande
Non espande
Italia
Espande
3, 3*
1, 4*
Non espande
4, 1*
2, 2*
Ordine di preferenza: 4,3,2,1
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Le ragioni del coordinamento
Il dilemma del prigioniero
Entrambi (i paesi, gli agenti economici ecc.) si
attendono un guadagno maggiore da soluzioni non
cooperative (nell’esempio riportato non espandendo
e beneficiando dell’espansione dell’altro) ma
cadono nella situazione peggiore rispetto a quella
che si otterrebbe nel caso in cui paesi scegliessero
di cooperare
Maggiori guadagni richiedono, dunque, soluzioni
cooperative.
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3. I vantaggi del coordinamento internazionale
Riduce le esternalità negative(es. politiche beggar my
neighbour )
 Permette di beneficiare di esternalità positive (economie
esterne) o anche
 di ottenere benefici a livello globale (Global Public Goods)

Tuttavia:
 l’atteggiamento favorevole al coordinamento non è spontaneo
 elevata presenza di differenze tra i paesi (disponibilità risorse,
strategie politiche diverse)
 mancanza di fiducia reciproca o di credibilità negli impegni
presi
 problema dell’effettiva corrispondenza costi-benefici del
coordinamento
 difficoltà di prevedere i vantaggi attesi dalla cooperazione
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Politiche commerciali e negoziati internazionali
Le ipotesi:
• 2 paesi che possono scegliere soltanto tra libero scambio e
protezionismo
• ciascun paese sceglie in condizioni di incertezza sulla scelta
dell’altro paese (dilemma del prigioniero)
• ciascun paese ritiene di guadagnare dall’apertura del mercato altrui
più di quanto abbia da perdere dall’apertura del proprio (i benefici
dello scambio)
Conclusioni: il protezionismo è la strategia dominante in entrambi i
paesi (guerra commerciale), a meno che non si trovi una procedura
credibile per raggiungere un accordo internazionale di libero
scambio che sia effettivamente vincolante per entrambe le parti,
eliminando il problema dell’incertezza.
Nonostante le semplificazioni, questo modello sembra ben adatto a
spiegare il processo di liberalizzazione che si è realizzato grazie al
GATT/WTO.
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Politiche commerciali e negoziati
internazionali
Il problema della guerra commerciale
come un dilemma del prigioniero
EU
Stati Uniti
Libero scambio
Protezionismo
10
20
Libero scambio
10
-10
-5
-10
Protezionismo
20
-5
20
Politiche commerciali e negoziati
internazionali
Il coordinamento tra più paesi può aver luogo attraverso:
 concertazioni ad hoc
 accordi di cooperazione istituzionalizzati
Chi definisce gli indirizzi e le azioni di politica economica internazionale,
ossia la gestione del governo globale dell’economia dal punto di vista
monetario, finanziario e commerciale (la c.d. Global Governance)?
Le Istituzioni Internazionali: insieme di regole e strutture organizzative in
grado di agevolare il coordinamento delle decisioni fra Stati in materia di
politica economica
Vanno distinte in:
• organizzazioni “formali” (es. ONU e le sue Agenzie Specializzate; le c.d.
“Istituzioni di Bretton Woods”: IFIs (FMI e BM) + OMC)
• organizzazioni “informali” (es. il G-7/G-8, “società civile globale”, ecc.).
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I vantaggi del coordinamento internazionale (1)
• Tra i contributi più importanti su questo tema troviamo quelli di Cooper (1968)
che per primo analizzò i vantaggi del coordinamento internazionale. La crescente
interdipendenza internazionale impone ai responsabili delle politiche nazionali di
cercare di coordinare le proprie azioni e di limitare i danni di politiche non
coordinate .
• Gli elementi che giustificano la necessità di ricorrere al coordinamento sono:
- l’elevata interdipendenza strutturale
- la presenza di canali di trasmissione degli effetti delle politiche
economiche
- i benefici del coordinamento
- l’incertezza nel processo di coordinamento (non è un processo
spontaneo)
- la credibilità degli impegni presi (incentivo a cambiare strategia)
- il quadro di riferimento internazionale (esistenza di accordi
formalizzati del tipo OMC, WB)
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I vantaggi del coordinamento internazionale (2)
• Tra I modelli più utilizzati per valutare le strategie tra i vari attori coinvolti
troviamo quelli di “teoria dei giochi”. L’esempio più noto è la situazione
rappresentata dal dilemma del prigioniero (entrambi colpevoli devono decidere
se confessare o meno)
•
Le evidenze empiriche hanno dato risultati diversi (la cooperazione non
produce sempre risultati positivi per entrambi i paesi)
•
Nell’esempio che analizzeremo abbiamo due paesi A e B che possono adottare
una politica monetaria molto restrittiva o poco restrittiva per raggiungere i propri
obiettivi in termini di inflazione e crescita economica e dunque devono decidere
cosa fare tenendo conto delle scelte di politica economica dell’altro.
• Nell’esempio riportato (matrice dei guadagni) i valori relativi al tasso di
inflazione (π) e alla disoccupazione (U) indicano le scelte effettuate dai 2 Paesi
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EFFETTI AZIONI NON COORDINATE
(DILEMMA DEL PRIGIONIERO) (1)
B
Poco restrittiva
Poco restrittiva
A
Molto restrittiva
Molto Restrittiva
∆πa=+1,5%;
∆πb=-2%
∆πa=-1%
∆πb=-1%
∆Ua=+1%
∆Ub=+1% ∆Ua=+0,5%
∆Ub=+1,5%
∆πa=-2%
∆πb=+1,5% ∆πa=+1%
∆πb=+1%
∆Ua=+1,5% ∆Ub=0,5% ∆Ua=+2%; ∆Ub=+2%
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EFFETTI AZIONI NON COORDINATE
(DILEMMA DEL PRIGIONIERO) (2)
• Politiche poco restrittive in entrambi i paesi conducono ad una leggera riduzione
dell’inflazione π (-1%) e ad una moderata crescita della disoccupazione. u (+1%) in
entrambi i paesi.
• Se il paese A decide di adottare una politica economica molto restrittiva e il Paese
B una politica economica poco restrittiva, il Paese A grazie all’apprezzamento del
tasso di cambio ottiene risultati migliori (forte riduzione π –2%, e moderata crescita
u +1,5% ); il paese B subisce un deprezzamento del tasso di cambio ed un aumento
dell’inflazione (+1,5%) ed più contenuto aumento della disoccupazione (+0,5%).
• Se però ambedue agiscono senza considerare la scelta dell’altro (applicano
politiche monetarie molto restrittive) si raggiungerebbe la situazione peggiore
possibile.
• In conclusione, i due paesi, per evitare situazioni peggiori, devono trovare un
accordo per coordinare le loro politiche perché solo in questo modo ottengono un
risultato migliore.
• Il coordinamento evita comportamenti che tendono a far ricadere sugli altri le
conseguenze delle proprie scelte (non solo di politica economica)
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Introduzione alla teoria dei “giochi”
 Giochi cooperativi: si possono stipulare accordi vincolanti
di reciproco vantaggio (possibili se guadagni sono a somma
variabile, Es. “Dilemma del prigioniero”)
 Giochi non cooperativi: non sono possibili accordi in
quanto la cooperazione non può portare a guadagni
maggiori rispetto alla non cooperazione (i guadagni sono a
somma costante. Es. modelli di “ottimo paretiano” in cui la
somma dei benefici possibili è data dalla situazione di
ottimo). E’ possibile tuttavia che alcuni giocatori si
coalizzino per aumentare la loro quota di benefici totali a
spese degli altri
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La “Teoria dei giochi” nella politica economica
 I guadagni possibili sono identificati dall’utilità che i policymaker
ottengono da “obiettivi flessibili” (concezione moderna dei vincoli della
politica economica)
 Si ipotizza che i paesi possono utilizzare solo uno strumento di politica
economica (il numero degli strumenti < al numero degli obiettivi). In
questo caso i policymaker, non potendo raggiungere gli obiettivi
prefissati, devono affrontare un obiettivo di “ottimo vincolato”, cioè
esprimere una funzione di preferenza (o una funzione di perdita) nel
rispetto dei vincoli derivanti tra obiettivi desiderati e obiettivi
compatibili.

Si ipotizza, pertanto, che i benefici non siano a “somma costante” come
implicitamente assunto dall’approccio di ottimo paretiano, ma a “somma
variabile” aprendo la strada all’analisi di “equilibri di cooperazione”.

Si considera, infine, l’interdipendenza economica fra paesi partner
(ad
27
es. tramite l’ipotesi di cambi fissi)
Un modello di teoria dei giochi statici appliacato al Commercio
Internazionale (1)
• Ipotesi del modello:
- un numero finito di giocatori
- un numero finito di strategie
- ogni giocatore ha “informazioni complete”
- ogni giocatore conosce l’insieme delle strategie possibili
• I giochi cooperativi sono possibili in questi modelli solo se la struttura dei
guadagni sia a “somma variabile” come nel caso del dilemma del prigioniero (e
non a “somma costante” come nei modelli di ottimo paretiano), dove la
situazione ottimale può essere raggiunta solo attraverso un accordo di
cooperazione.
• Ipotizziamo due paesi, cambi fissi, un solo strumento di politica economica (la
politica monetaria), i guadagni dei paesi dipendono dalle funzioni di utilità dei
due paesi a loro volta dipendenti dal livello di Y e dal livello di R (riserve
estere), ogni paese preferisce un livello di R (utilità massima) durante il gioco
determinato da una BP in avanzo, le funzioni di utilità sono identiche per i due
28
paesi.
Un modello di teoria dei giochi statici appliacato al C.I. (2)
• Rappresentiamo ora il comportamento strategico tra i due paesi:
- sugli assi riportiamo le politiche monetarie dei due paesi, Ta e Tb
- ogni punto nel diagramma rappresenta una combinazione delle
politiche dei due paesi
- l’utilità massima è raggiunta in P*a e P*b
- di qui è possibile tracciare una mappa delle curve di indifferenza con al
centro tali punti
- la retta BP rappresenta la combinazione delle politiche monetarie che
mantengono la BP in equilibrio in entrambi i paesi. A sinistra di BP il paese A è in
avanzo (il paese B in deficit), a destra il contrario, A in disavanzo e B in surplus
- entrambi i punti P* si trovano, per la preferenza accordata all’avanzo di
BP, all’interno dell’insieme delle curve di indifferenza (P*a e P*b)
• Se i paesi scelgono di non cooperare, fissano i loro obiettivi al livello T 1a e T1b
trovandosi nel punto X, cioè molto distanti dai punti di ottimo. E’ assai improbabile
tuttavia che adottino queste politiche.
29
I vantaggi del coordinamento
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Un modello di teoria dei giochi statici appliacato al C.I. (3)
• I paesi cercheranno di scegliere la strategia migliore:
- queste politiche possono essere rappresentate dalle curve Ra e Rb ,
dette anche “curve di reazione”, che sono date dai punti di tangenza tra l’insieme
delle curve di indifferenza del paese A e quelle del paese B
- queste curve rappresentano la migliore risposta di ciascun paese alle
politica monetaria dell’altro
- l’intersezione delle due curve di reazione determina il nuovo equilibrio,
chiamato “equilibrio di Nash” (punto N). Questo equilibrio è il migliore risultato
ottenibile data la situazione di ciascun paese, in assenza di coordinamento
• Se i paesi decidono di cooperare, possono raggiungere un equilibrio di tipo
paretiano (il migliore possibile), migliore anche rispetto a quello di Nash
• Questi punti di ottimo si trovano sulla “curva dei contratti” che è il luogo
formato da tutti i punti di tangenza tra i due insiemi di curve di indifferenza, cioè
la curva P*a P*b. Se decidono di cooperare un punto di equilibrio possibile su
questa curva è, ad esempio, il punto E. La collocazione su questa curva dipenderà
dal peso di ciascun paese nella contrattazione.
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionale
Il Modello Hamada (1985)
Ta e Tb rappresentano le politiche
monetarie di A e B
Ra e Rb sono le curve di reazione
P*a e P*b sono i “bliss point” di A e B
A partire dai P* è possibile tracciare una
mappa
di
curve
d’indifferenza
caratterizzate gradualmente da livelli inf.
di utilità (Loss function)
La retta BP (A 45°) rappresenta la
combinazione di pm che garantiscono eq.
esterno
A sinistra di BP, Bpa>0 (pm di A è
relativamente restrittiva); viceversa a
destra di BP, BPb>0 (pm di B è
relativamente restrittiva)
Poiché entrambi preferiscono BP>0 i
rispettivi P* sono a sinistra di BP per A
ed a destra di BP per B
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionale
Le “strategie”
Trattandosi di un gioco statico, la strategia
coincide con una sola “mossa”
 In caso di opzione di non coordinamento,
ogni paese sceglie la “mossa” di pm che max
funzione benessere sociale (P*), data la pm
dell’altro (nell’es. T1a e T1b)
Si ritrovano così in eq. in X (lontano da P*)
In presenza di informazioni complete, è
difficile che essi adottino tale strategia (in caso
di gioco non statico Ta e Tb non sarebbero le
strategie dominanti)
 Il comportamento effettivo dei paesi può
essere studiato meglio costruendo delle “curve
di reazione” (Ra e Rb)
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionale
Le “curve di reazione”
Ra e Rb descrivono la migliore risposta di
ciascun paese in corrispondenza a diverse
opzioni di politiche monetarie
Sono rappresentate graficamente dal luogo
geometrico dei punti di tg fra l’insieme
delle curve di indifferenza del paese con
valori successivi della pm dell’altro
Il punto N di intersezione delle 2 curve R è
definito “equilibrio di Nash”: garantisce
il risultato migliore per ogni paese data la
strategia dell’altro in assenza di
coordinamento
I paesi possono tuttavia anche coordinare
le loro pm individuando sul grafico punti
di ottimo paretiano rispetto ad N
(rappresentati dalla curva dei contratti )
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionale
L’ottimo paretiano
Le curve dei contratti rappresentano il luogo
geometrico di tutti i punti di tg fra i due
insiemi di curve di indifferenza che
congiunge i punti P* (curva P*P*)
L’ ottimo paretiano rappresenta la situazione
in cui non è possibile migliorare la situazione
di un paese senza ridurre necessariamente
quella dell’altro
L’ottimo
paretiano
rappresenta
una
situazione migliore rispetto all’eq. non
cooperativo di Nash (vedi dilemma del
prigioniero), N si trova sotto la curva P*P*
IMP: Il risultato dell’equilibrio di Nash è
l’adozione di una pm più recessiva in
entrambi i paesi (rispetto all’eq. di
cooperazione)
Per raggiungere E serve però un “accordo di
collaborazione”
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