STUDIO SUL SIMPOSIO DI PLATONE
di Platone
drammaturgia Federico Bellini
regia Andrea De Rosa
assistente alla regia Thea Dellavalle
con Nicola Borghesi, Giulia Briata, Eleonora Giovanardi, Leonardo Lidi, Annagaia
Marchioro, Matthieu Pastore, Martina Polla, Filippo Quezel, Massimo Scola, Annamaria
Troisi direttore tecnico Robert John Resteghini
tecnico Vincenzo De Angelis
fonico Maurizio Matteo d’Errico
foto di scena Futura Tittaferrante
immagine del manifesto ©Flore-Ael Surun/Tendance Floue/LUZphoto
Emilia Romagna Teatro Fondazione
si ringraziano Michela Lucenti, Pasquale Mari, Hubert Westkemper, Andrea Ropes
maestro shibari
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Andrea De Rosa, regista napoletano formatosi a fianco di Mario Martone, inizia la sua
collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione nel 2007 firmando la regia di
Molly Sweeney di Brian Friel, interpretato da Umberto Orsini, Valentina Sperlì e
Leonardo Capuano. Torna a Modena quest’anno per dirigere un lungo laboratorio con i
giovani attori del Cantiere delle Arti, da cui nascerà una nuova produzione, il Simposio
di Platone.
ll Simposio, forse il dialogo più conosciuto di Platone, racconta di un convivio
organizzato dal poeta Agatone per festeggiare la sua vittoria alla gara poetica delle
Grandi Dionisie.
Al banchetto prendono parte alcuni amici del poeta - tra i quali Fedro, Aristofane e
Socrate - che sono espressione delle varie forme artistico-culturali dell’Atene del V
sec.a.C: personaggi quindi, ma al tempo stesso maschere che esprimono correnti di
pensiero dell'epoca. Ognuno di loro pronuncia un elogio in onore del dio Eros; si
susseguono così una serie monologhi che culminano nel discorso di Socrate.
Il tema del Simposio è quindi l’Amore, inteso come divinità e come passione, passione
indagata nella sua accezione assoluta, eterosessuale ed omosessuale: ne traspare una
visione profonda ed elaborata, ricca di sfaccettature e significati.
Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361 Ho immaginato il Simposio di Platone, il più teatrale tra i suoi dialoghi, come un rito
auto-cannibalico, un’orgia. Durante questo indimenticabile banchetto in cui ciascuno
dei convitati, aiutato dal vino, è invitato a discorrere di cosa sia Eros (amore), avviene
qualcosa di simile a quanto avviene nelle Baccanti di Euripide: nell’oscura notte
dell’ebbrezza dionisiaca che cancella i contorni razionali delle cose, nessuno riconosce
più l’altro di fronte a sé, e per questo può arrivare persino a cancellarlo, divorarlo,
ucciderlo.
‘... il senso nascosto dell’orgia rituale era questo: la fusione di tutte le cose, la
soppressione di tutti i limiti, la sospensione di ogni «forma», di ogni distanza e
discriminazione’.
L’esperienza più autentica di Eros, del resto, quando siamo veramente posseduti dal
demone, ci conduce proprio a questo felice smarrimento: non sappiamo più dove
siamo; non sappiamo dove finiamo noi, dove comincia il corpo dell’altro; non
avvertiamo più una separazione tra noi e ciò che sta fuori di noi; i corpi degli amanti,
come si dice, diventano tutt’uno; come in una odierna dark-room, la percezione di
questo nuovo, potentissimo essere ci toglie di dosso, per un tempo limitato, il peso di
noi stessi, della nostra singolarità, della nostra limitatezza.
La potenza creatrice e insieme distruttiva di Eros è il tema di cui si discorre durante
questo Simposio, al termine del quale nessuno dei convitati, tranne Socrate, è più se
stesso.
Andrea De Rosa
Perché il Simposio? La natura teatrale dei dialoghi platonici, soprattutto nel Simposio,
è certamente una sfida interessante. Come pensa di affrontarla?
Il Simposio è forse una delle opere di Platone che meglio si presta alla
teatralizzazione. Basti pensare al fatto che la discussione su Eros avviene nella casa di
un drammaturgo, Agatone; non è un dato secondario, come non è casuale che
l’encomio ad Eros più celebre, almeno quello che oggi ricordiamo meglio, sia affidato
ad Aristofane. Il legame che il testo ha con il teatro è quindi molto stretto, anche per
quanto riguarda la sua struttura narrativa, come testimonia , ad esempio, l’arrivo
improvviso di Alcibiade, ubriaco, che è un vero e proprio colpo di scena, l’evento che
scardina il racconto. Soprattutto, affrontare il Simposio ti costringe ad interrogarti
sull’argomento che i personaggi stessi mettono al centro della propria indagine,
ovvero Eros, un concetto ancora oggi non semplice da definire. Quasi certamente ci
allontaneremo, nell’affrontarlo, dalla definizione usuale di “amore platonico”, che
tende a sminuire o allontanare la potenza, vitale e distruttiva, di Eros.
Lavorare con attori in formazione su un testo centrale della tradizione filosofica
dell’Occidente…che cosa significa per lei e per gli attori?
Lavorare con dei giovani attori è un’occasione straordinaria; sei costretto ad azzerare
tutto quanto hai pensato e creduto non soltanto rispetto al Simposio, ma ad Eros
stesso, anche per una questione generazionale. Ovviamente potranno perdersi alcuni
Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Stabile Pubblico Regionale, Sede Legale: Teatro Storchi, Largo Garibaldi 15, 41124 Modena. Sede Organizzativa: Via Ganaceto, 129 ‐ 41121, Modena Centralino: Tel. 059 2136011, Biglietteria:. 059 2136021, e‐mail: [email protected] C.F. e P.IVA 01989060361 contenuti del testo di riferimento, ma dovrebbe essere garantita maggiormente
l’onestà dell’indagine. In ogni caso, di fronte ad una delle opere capitali del pensiero,
non si può fare altro che mettersi in ascolto, cercando di portare il proprio contributo
alla comprensione e alla realizzazione teatrale dell’opera.
Cosa accade quando il teatro, attraverso gli attori, incarna la parola di filosofo, quando
la filosofia si fa parola viva?
La parola filosofica non è sempre e soltanto un’astrazione. Quando la si incarna, in
questo caso con la recitazione, appare chiaro che il rapporto con il corpo di chi parla è
inscindibile. Nel caso della rappresentazione del Simposio, ponendo Eros come
oggetto di discussione, è il corpo stesso dell’attore ad essere messo in gioco. Se si
parla di amore, o di sesso, non ci si può nascondere, soprattutto se, seguendo
Platone, il fine del discorso è la ricerca della verità o, nel nostro caso, la ricerca di
un’interpretazione condivisa del testo.
Da un’intervista a Andrea De Rosa
Andrea De Rosa
Laureato in filosofia nel 1994, ha avviato la sua attività di regista dirigendo vari
cortometraggi tra i quali Appunti per una fenomenologia della visione, premiato al
Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino.
Nel 2004 ha realizzato la sua prima regia d'opera con Idomeneo, re di Creta di
Wolfgang Amadeus Mozart e da allora alterna costantemente il lavoro tra teatro di
prosa e opera lirica. In questo campo sono molti i titoli del Novecento: Curlew river di
Benjamin Britten, Satyricon di Bruno Maderna, un trittico di opere per il Teatro Sao
Carlos di Lisbona composto da Sancta Susanna di Paul Hindemith, Erwartung di Arnold
Schoemberg, e Il dissoluto assolto di Azio Corghi, su libretto di José Saramago. Tra i
titoli del melodramma ottocentesco ci sono Macbeth di Giuseppe Verdi, L'elisir d'amore
e Maria Stuarda di Gaetano Donizetti. Sempre dello stesso autore, nel dicembre 2006
ha curato la regia di Don Pasquale, diretto da Riccardo Muti con il quale è poi tornato
a collaborare nel maggio 2008 per la messa in scena di un'opera di Giovanni Paisiello,
Il matrimonio inaspettato, per il Festival di Pentecoste di Salisburgo.
Nel campo della prosa le sue prime produzioni sono caratterizzate da un grande
interesse per i personaggi tragici: da Encomio di Elena tratto dall'omonimo testo del
filosofo sofista Gorgia da Lentini, a Le Troiane di Euripide, a Il decimo anno da
Euripide ed Eschilo, fino a Elettra di Hugo von Hofmannsthal. Le scorse stagioni
l'hanno visto impegnato nell'allestimento di: Maria Stuart di Friedrich Schiller, Molly
Sweeney di Brian Friel, La Tempesta di William Shakespeare e Manfred di G.G.Byron,
nell'edizione teatrale completa, con le musiche di scena di Robert Schumann dirette
da Gian Andrea Noseda.
Dal dicembre 2008 al maggio 2011 è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli per il
quale, oltre alla Tempesta, ha messo in scena Tutto ciò che è grande è nella
tempesta, sull'opera di Martin Heidegger.
Nel maggio 2012 ha diretto Macbeth di Shakespeare al Teatro Carignano di Torino.
Per il Teatro dell'Opera di Roma invece, a luglio dello stesso anno, ha curato la regia
di Norma di Vincenzo Bellini, per la stagione estiva alle Terme di Caracalla.
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