SUGGERIMENTI PER LA COLTIVAZIONE DELLE NINFEE RUSTICHE La ninfea regna sovrana in tutti gli stagni del mondo. È la prima pianta che tutti desiderano quando hanno a disposizione uno specchio d’acqua, sia per la facilità di coltivazione, sia per la bellezza della sua fioritura, che si prolunga per tutta l’estate. Le foglie e i fiori si formano da un grosso rizoma munito di robuste radici con cui si fissa al fondo. Le spesse foglie galleggianti sono ricoperte da un rivestimento ceroso che le rende lucide e idrorepellenti. Portate da lunghi piccioli, si sviluppano arrotolate su sé stesse come una pergamena, finché emergono, dispiegandosi in tutta la loro larghezza. Generalmente le foglie giovani sono rossicce e da adulte diventano completamente verdi; le ninfee di colore giallo e cangiante hanno foglie adulte verdi con caratteristiche venature color porpora. Le foglie delle ninfee devono coprire circa un terzo della superficie del laghetto per ridurre la quantità di luce solare che colpisce direttamente l’acqua, creando in tal modo condizioni sfavorevoli allo sviluppo algale. I fiori hanno più corone di petali, con una varietà cromatica rappresentata dalla “Carta dei colori “ della Società Orticola Inglese (RHS), costituita da un anello di tinte che vanno dal bianco al giallo, all’arancione al rosso, al rosa e di nuovo al bianco, con tutte le sfumature e le tonalità intermedie possibili. Le piante cominciano a fiorire verso la fine di maggio e continuano fino alla fine di settembre. Il fiore della ninfea, quasi sempre profumato, dura 3 giorni, poi si piega sullo stelo e affonda, chiuso, nell’acqua, mentre nuovi boccioli si preparano per emergere alla superficie. In base alla grandezza del fiore, le ninfee rustiche si suddividono in molto grandi, grandi, di media grandezza, piccole e nane e il criterio principale che deve guidare nella scelta è la profondità di piantumazione disponibile, cioè la distanza tra la superficie dell’acqua e la superficie del terriccio in cui la ninfea viene messa a dimora, che deve essere: • per le ninfee molto grandi: fino a 1,5 mt e più; • per le ninfee grandi: 40 - 100 cm; • per le ninfee di media grandezza: 20 - 60 cm; • per le ninfee piccole: 20 - 40 cm; • per le ninfee nane: 10 - 15 cm. Le ninfee piantate direttamente sul fondo dei bacini raggiungono dimensioni maggiori rispetto a quelle dello stesso tipo piantate nei contenitori, ma possono ibridarsi tra loro e diventano più difficoltose le periodiche operazioni di divisione. Ogni 3 anni, infatti, come unica manutenzione necessaria ad evitare una fioritura scarsa e rimpicciolita, le ninfee vanno divise, tagliando il rizoma in più porzioni, ciascuna dotata di germoglio superiore e di sottostante apparato radicale (le parti di rizoma che ne sono prive vanno eliminate); ogni porzione così ottenuta verrà invasata singolarmente. Tutte le varietà richiedono un substrato fertile: lo spessore del terriccio va da un minimo di 20-30 cm al massimo indefinito di uno stagno naturale; le ninfee nane si accontentano di 10 cm. Ogni anno arricchitelo con 3 tavolette di fertilizzante per assicurare alla pianta un adeguato nutrimento. Il rizoma va piantato obliquamente, con un’inclinazione di circa 30°, e immerso nel terriccio fino al colletto. È molto importante che la corona del rizoma non sia seppellita, ma affiori liberamente: interrare troppo un rizoma è una delle cause più frequenti di insuccesso. Infine, per evitare che il terriccio renda torbida l’acqua del laghetto, ricopritelo con un leggero strato di sabbia. Le ninfee amano le acque calme e la luce solare (crescono anche in posizione parzialmente ombreggiata le varietà CHARLENE STRAWN, GLORIOSA, LUSTROUS. MARLIACEA CARNEA, M.me WILFRON GONNERE, MARLIACEA, CHROMATELLA, ODORATA LUCIANA, ODORATA SULPHUREA, PERRY’S BABY RED, PYGMAEA HELVOLA, COLORADO, JAMES BRYDON, LAYDEKERI FULGENS, Wm. FALCONER). Nessuna ninfea rustica apre i suoi petali di notte: è il sole sulla superficie dell’acqua a farle aprire la mattina ed è il sole oltre l’orizzonte che le fa chiudere all’imbrunire. Ed è per questo che nei giorni di cattivo tempo non si aprono, salvo rare eccezioni. La crescita maggiore delle ninfee avviene nei mesi caldi dell’estate; in autunno, con la diminuzione della temperatura, la crescita rallenta fino a fermarsi del tutto alla fine di ottobre. Poi le ninfee perdono completamente la vegetazione e iniziano il lungo riposo vegetativo. Le ninfee rustiche non temono gli inverni più rigidi: anche se la superficie dell’acqua gela, gli strati sottostanti fanno da camera termica e permettono ai rizomi di sopravvivere, pronti a vegetare nuovamente in primavera. BOG GARDEN: Se lo spazio a disposizione è sufficientemente grande, potete realizzare un “bog garden” dove coltivare piante che non sono strettamente acquatiche, ma amano un terreno costantemente umido. Il segreto del successo di un “bog garden” è che, sebbene sembri collegato al laghetto, in realtà ne è separato e l’acqua del laghetto non entra nella zona umida e viceversa, per evitare l’intorbidamento e l’eccesso di nutrienti che favorirebbe l’insorgenza delle alghe. Il “bog garden” va progettato attentamente, considerando che: • va collocato nel punto più basso del giardino, o in prossimità di esso; • è ideale una posizione soleggiata, preferibilmente rivolta a sud; • è consigliabile che sia lontano da alberi ad alto fusto e con foglie decidue, che getterebbero ombra, impedirebbero la caduta della pioggia e lo riempirebbero di foglie in autunno. La realizzazione del “bog garden” è molto semplice e si svolge in 7 fasi: 1. Eseguite uno scavo a forma di truogolo profondo 45 cm, utilizzando gli ultimi 15 cm per realizzare un canale a V. Tagliate accuratamente le zolle d’erba e tenetele da parte. 2. Intorno alla buca scavate un solco perimetrale in cui interrerete il margine esterno del rivestimento. 3. Private lo scavo di tutti gli oggetti appuntiti, copritelo con del tessuto-nontessuto ed infine rivestitelo con del telo in PVC atossico. 4. Per il drenaggio, praticate dei fori nel telo al di sopra del canale a V e riempite quest’ultimo di ghiaia: in tal modo il rivestimento tratterrà l’acqua all’altezza della V e la farà tracimare al di sopra, evitando che le piante si impregnino troppo. 5. L’irrigazione del “bog garden” può essere realizzata in due modi: utilizzando degli irrigatori a pioggia (del tipo usato per innaffiare i giardini), oppure semplicemente con un tubo per l’acqua. In questo secondo caso, collocate nel canale a V un robusto tubo di gomma in cui praticherete dei fori ad intervalli di circa 30 cm. Disponetelo con i fori rivolti verso il basso per evitare che si otturino. Un’estremità del tubo dovrà essere sigillata ed interrata, mentre l’estremità opposta dovrà fuoriuscire dallo scavo. 6. Coprite di terra il solco e disponetevi sopra le zolle d’erba che avete tenuto da parte. 7. Riempite lo scavo con terra da giardino adeguatamente concimata (3 tavolette di fertilizzante ogni 5 piante da terreno umido, da rinnovare ogni anno). A questo punto, per ottenere l’umidità costante che è prerogativa del “bog garden”, basterà collegare l’estremità emergente del tubo alla canna dell’acqua ad intervalli di 5 giorni. Ora potete mettere a dimora le piante, mettendo a nord quelle più alte (Hibiscus, Iris, ecc.), in modo che non facciano ombra sulle altre più piccole. Ricordate inoltre che poche macchie di una certa consistenza e formate da un numero limitato di piante sono da preferire a innumerevoli gruppetti di piante diverse. CALENDARIO DEI LAVORI: La cura del laghetto è facile e gratificante e comporta lavori di routine, da eseguire periodicamente, e lavori stagionali. I primi consistono nel rimuovere le foglie che cadono nello specchio d’acqua, il materiale vegetale deteriorato e i pesci morti, e nel controllare che il livello dell’acqua del laghetto sia costante. Ci sono poi gli interventi stagionali: INVERNO: • prima che la temperatura precipiti sotto lo zero, installate un dispositivo antighiaccio; • spazzate via appena possibile i depositi di neve che si accumulano sulla superficie gelata del laghetto, in modo da non ostacolare il passaggio della luce, fondamentale per il metabolismo delle piante sommerse ancora attive. PRIMAVERA: • cambiate circa 1/3 dell’acqua del laghetto. Solo ogni tre anni svuotatelo completamente, rimuovete i detriti dal fondo e pulite le pareti con una scopa morbida, senza usare detergenti; • rimettete in funzione pompa, filtro e faretti. Appena cessa il pericolo di gelate, togliete il dispositivo antighiaccio, svuotatelo, pulitelo e mettetelo da parte per il prossimo utilizzo; • aggiungete nuove piante ossigenanti e dividete le piante troppo sviluppate. ESTATE: • irrorate periodicamente la vegetazione per eliminare eventuali parassiti: in tal modo essi cadranno nell’acqua e diventeranno preda dei pesci; • quando fa molto caldo, con l’aggiunta di nuova acqua, mantenete la temperatura dell’acqua del laghetto al di sotto di 25°C e assicuratevi che vi siano piante ossigenanti a sufficienza. AUTUNNO: • potate le piante palustri per impedire agli insetti nocivi di svernare sui loro steli; • togliete pompa, filtro e faretti e dopo averli svuotati e puliti, conservateli in un luogo asciutto; • raccogliete le gemme invernali e conservatele fino a primavera in un vasetto di vetro riempito con acqua del laghetto, al fresco, ma al riparo dal gelo; • portate al caldo le piante acquatiche esotiche, come la Pistia stratiotes e l’Eichhornia crassipes. Proteggete con una pacciamatura di foglie la base delle piante che temono il gelo e coprite la pacciamatura con una rete di plastica a maglia fine per evitare che il vento la faccia volare via; • mettete sul fondo del laghetto dei pezzi di tubo di 10 cm di diametro, dentro i quali i pesci possono sottrarsi ai predatori, ora che la copertura delle ninfee e delle piante galleggianti è scomparsa; • mettete una rete a maglia fine sulla superficie dell’acqua per fermare le foglie che cadono.