COMUNICATO STAMPA
Nell’ambito delle attività didattiche del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli - Federico II
(vico Monte della Pietà, 1), si terrà il Seminario Storia degli studi, Antropologia visuale e ricerca
meridionalistica. Verterà sulla produzione documentaristica del regista-antropologo Luigi Di Gianni e sulla
presentazione del DVD Uomini e spiriti che raccoglie parte della sua produzione filmica. Il Seminario è
organizzato dal Dipartimento di Scienze Sociali e dal Centro Interdipartimentale Audiovisuale per lo
Studio della Cultura Popolare.
Il Seminario si terrà giovedì 6 novembre 2014, h 10.00/18.00, nell’aula II,1 del Dipartimento di Scienze Sociali
dell’Università di Napoli Federico II (vico Monte della Pietà, 1) e vedrà la partecipazione di Luigi M. Lombardi
Satriani, Francesco Faeta, Antonello Ricci, Patrizia Resta, Alberto Baldi, Enzo Alliegro, Domenico Sabino, Rosa
Verdone e dello stesso Luigi Di Gianni. Introducono e presiedono i docenti dell’Università degli Studî di Napoli
Federico II: Gianfranca Ranisio e Lello Mazzacane. Il Seminario sarà suddiviso in due sessioni: Uomini e spiriti:
l’immagine filmica e la memoria; Lo sguardo antropologico e le rappresentazioni rituali. Nel corso del
workshop saranno proiettati alcuni documentari di Luigi Di Gianni.
La prima sessione del Seminario sarà dedicata alla riedizione dei documentari di Luigi Di Gianni e fornirà
l’occasione per riflettere sull’importante funzione che la documentazione audiovisuale svolge nella ricerca
antropologica. Partendo da una riflessione sui documentari e sulla personalità di Luigi Di Gianni, s’intende
recuperare le ‘ragioni’ di questa produzione che testimonia sia lo scambio intellettuale con antropologi, quali
Ernesto de Martino, Diego Carpitella, Annabella Rossi, sia la volontà del regista di fissare una propria
impostazione autoriale. I suoi documentari, a partire da Magia Lucana del 1958, per i quali s’è avvalso della
consulenza scientifica di Ernesto de Martino, sono preziose testimonianze non solo di una realtà meridionale in
cui le disuguaglianze sociali e culturali erano molto forti, ma anche della soggettività dell’autore nel delineare in
modo artistico la tragicità della condizione umana, soggiogata dalla forza degli eventi. Sarà anche un momento
per ragionare sul panorama attuale dell’antropologia visuale e sui principali temi teorici e metodologici in essa
sviluppati. Il visuale è una delle dimensioni fondamentali in cui le culture trovano espressione: ogni cultura è
infatti visibile in una molteplicità di segni inscritti sui corpi e sul paesaggio culturale. Lo stile dei gesti e dei
movimenti del corpo, la cinesica, la prossemica, la danza, il rito, il teatro costituiscono altrettanti veicoli visuali
dell’espressione culturale. L’antropologia visuale rappresenta una significativa prospettiva di studio nel quadro
delle discipline antropologiche.
La seconda sessione del Seminario sarà dedicata a produzioni audiovisuali recenti, prodotte dagli antropologi
o autoprodotte dalle comunità di ricerca, che riguardano non più solamente i rituali, i culti e le rappresentazioni
delle comunità locali ma anche quelli degli ‘altri’, dei migranti che vivono nel nostro Paese e si
autorappresentano per la comunità d’origine. Del resto, per dirla con Clifford Geertz, per cultura s’intende quella
complessa rete di significati condivisa dai membri di una società. Tali significati o temi culturali vengono espressi
attraverso diversi codici comunicativi, fondati su differenti modalità sensoriali e sulle loro combinazioni.

1
 Luigi Di Gianni nasce a Napoli. Si laurea in Filosofia e si diploma in regia presso il Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma dove diventa poi docente. È stato anche docente presso
diverse università italiane. Inizia l’attività di documentarista/cineasta nel 1958 con Magia Lucana,
con la consulenza scientifica di Ernesto de Martino, e vince il premio come miglior documentario
alla 19ª edizione del Festival di Venezia del 1958. Negli anni Sessanta l’antropologa e fotografa
Annabella Rossi (Roma 1933 - 84) è consulente e autrice di testi dei suoi documentari.
Si ricordano: La Madonna di Pierno (’65), Il male di San Donato (’65), La Possessione (’71).
Nel 2006 l’Università di Tubinga gli conferisce la laurea honoris causa in Filosofia per meriti nel
campo del cinema d’ispirazione antropologica. La Cineteca di Bologna nel 2013 cura il restauro dei
suoi documentari pubblicandoli nel cofanetto Uomini e spiriti. Tra i titoli presenti nel Dvd, Magia
lucana (’58), Il culto delle pietre (’67) e Nascita di un culto (’68). È definito «il filosofo della
macchina da presa» ed è uno dei massimi registi e documentaristi. Uno straordinario impatto
antropologico segna i suoi film che esplorano l’intreccio tra ritualità magico-religiosa e
cattolicesimo nell’Italia meridionale, la fatica e la dignità del lavoro, la fragilità dell’uomo
soggiogato dalla forza degli eventi. Il suo è un grande cinema: non scalfito dal tempo ma
disseminato di essenze e suggestioni kafkiane.
2