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ALCHIMIEONLINE
Le mille e una nota – Giugno 2011
Calligrafia – Musica
Da una lettera di Salim Dada a Brigitte Deutsch*
--Il solo legame diretto tra la musica e la calligrafia, e che può sembrare dai primi pensieri, sarebbe
evidentemente il suono che provoca il scivolare del Calam imbevuto d’inchiostro sul foglio. Il suono dello
scricchiolio delle fibre bagnate della canna del Calam sul Al Waraq ; queste fibre vegetali intrecciate e fuse
dalla gomma arabica detta Carta. É il suono che dà la vita al tratto e fa rinascere al gesto della scrittura una
terza dimensione, quella del tempo. Per i miei gusti, vedere lo scorrere dell’inchiostro sulla carta, guidato
dall’ Al-Calam e stilizzato dal calligrafo Al-Khattat, fa tutto l’incanto e la forza della calligrafia araba.
Questa dimensione del tempo mi appassiona, m’invita ad indovinare il seguito del tratto ed accende in me
l’impazienza dell’attesa,Lei mi rende partigiano della ribellione del movimento e del tracciato sulla neutralità
pacifica del foglio Lei mi fa assistere al magnifico spettacolo della differenziazione delle sfumature
dell’inchiostro, della loro genesi prima che si fissino e si asciughino come incisone su uno spazio
bidimensionale. É una dimensione che m’immerge profondamente nel cuore della creazione:
Un punto..Una lettera...Una parola, due...Una frase, una linea...Degli ornamenti, degli arabeschi...Fino alla
composizione di un’opera d’arte.
Non è veramente il processo perfetto della creazione umana?..L’unità nella varietà e la varietà nell’unità,
come diceva Dürer?!..
Trovo anche questo nel cambio di sfumature, di timbri e di tonalità secondo il tipo ed il carattere di
calligrafia. Credo che diventi più chiaro, più tenuto e più espressivo nell’ A- Thoulouth, lì dove il tratto è più
ampio e spesso, ed esige un gesto ben curato e molto lento. Nel Diwani, diventa più acuto e più fischiante, là
dove le lettere prendono le dimensioni sproporzionate ed i legami dell’inizio parola si caratterizzano da
grandi movimenti ondulati in un disequilibrio perfettamente equilibrato.
Questo suono varia anche secondo il tipo di Calam, il diametro e la lunghezza della sua canna, ma anche
secondo la natura, la tessitura e il metodo della fabbricazione della carta. Questo ascolto del suono del Calam
sul Al-Waraq, questo momento sospeso dal gesto,Non è il silenzio, l’apnea, il passaggio degli orologi dalle
Bermuda. Un momento dove tutto si mischia, tutto si confonde e tutto si fonde;
Chi domina qua? … Chi guida qua? … Al – Calam o il calligrafo? L’inchiostro o la carta?
Racconto,Narratore, Contenuto,Contenitore,Contatto,Contrasto,
Tutti questi contatti, tutti questi silenzi, tutti questi confronti si risolvono solo attraverso una cosa:
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L’OPERA
Opera nata tra due punti temporanei, Del silenzio! certamente … Però qual’é la differenza tra l’inizio e la
fine? Un silenzio che nasconde la conversazione...Un deserto che nasconde l’oasi...Una morte che nasconde
una vita...Un bruco che nasconde una farfalla..Non c’è silenzio in tutto questo?No, é esattamente il contrario,
Si tratta appunto di un vero linguaggio, di una profonda conversazione e di una grande presa di coscienza e
di significato. In fin dei conti e paradossalmente, la musica non è che l’organizzazione ed il confronto dei
suoni, in uno spazio temporaneo tra due momenti di silenzio!É così che amo definire la
musica!!Dall’antichità la musica è stata la prova di una moltitudine d’identità. Lei è l’arte sonora per
eccellenza, però è anche un’arte gestuale della danza, narrativa del racconto, teatrale della conversazione,
delle voci e degli strumentisti, pittorico dei colori armonici ed il tocco degli strumenti. Ed é solo dopo una
decina di anni, che la musica ha raggiunto le arti grafiche. Cominciando dai metodi degli arabi di trascrivere
le melodie attraverso le lettere dell’alfabeto, poi i Neumi dei gregoriani, fino al modello perfetto ed
universale della scrittura che è il “Solfeggio”. Oggi si assiste a nuove trascrizioni, fantasiose e provocatorie
però ugualmente pratiche. La scrittura ha dato un grande contribuito nell’evoluzione della musica, ha
suggerito altri orizzonti di sviluppo ed altre associazioni, relazioni tipicamente visive. Dalla scrittura sono
nati il contrappunto, l’armonia e la composizione musicale. E da allora, si comincia a parlare della verticalità
e dell’orizzontalità della musica, delle tecniche di scrittura, della paleografia e della filologia musicale, delle
note, dei legami, degli accordi a grappolo, delle imitazioni della scrittura a specchio.
Tutti questi aspetti della musica sono puramente grafici e visivi, sviluppati al seno di questa, sono sfociati in
una semiografia molto particolare ed unica nella storia dell’arte.
La trascrizione della musica ha il merito di essere la sola scrittura, dove la lettura dà la nascita alle
organizzazioni sonore, alle melodie, alle armonie ed alle distribuzioni orchestrali. Comporre e scrivere una
partitura d’orchestra è grosso modo raccontare una storia, scrivere dei dialoghi, narrare delle situazioni,
descrivere degli ambienti scenografici, focalizzare le luci e mettere in scena dei personaggi (temi conduttori,
strumenti): dirigere i loro spostamenti, le loro azioni ed i loro movimenti, allo scopo di equilibrare le loro
conflittualità.
Una partitura d’orchestra contiene tutte le indicazioni dell’esecuzione della musica, per ogni secondo!
Identificazioni scritte in segni, cifre, simboli, linee grafiche e sono semplicemente un codice di suoni emessi,
una direzione delle attitudini dei musicisti e una suggestione degli ambienti e dei climi che reggono l’opera.
Ecco ancora una volta un gesto silenzioso, un movimento fisso sulla carta e una scrittura che daranno alla
fine tutta l’azione, l’emozione e il rilievo che fanno una vita. Insinuando la Sinestesia, vedo la musica nel
punto più alto fino ad arrivare a confondere la nota con il suono, due elementi identici e contraddittori, l’uno
è visibile e mentale Fino e l’altro è multi –sensoriale ed affettivo.
Due elementi che si possono descrivere con i colori, profumi, con le parole e con le sensazioni. Con un tale
linguaggio, così diffuso, penetrante, comunicativo, ispiratore e suggestivo; la musica non sarebbe:
Un LINGUAGGIO UNIVERSALE?
Tradotto del francese all'italiano da Carla Maria Perotto
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