Lezione 4. La moneta e le istituzioni monetarie

Lezione 4. La moneta e le istituzioni monetarie
I mercati finanziari migliorano la negoziabilità dei titoli; gli intermediari emettono
passività più liquide dei titoli con i quali concedono credito. Solo una parte delle
attività finanziarie ha un elevato grado di liquidità: moneta.
Strumenti che fungono da “moneta” individuati dalle sue funzioni:
• Mezzo di scambio: gli scambi avvengono con contropartita in denaro. Gli
strumenti che operano come intermediari degli scambi permettono di scindere
il baratto in due operazioni distinte: realizzazione del reddito e spesa.
Permettono di rinviare le scelte, riducendo i costi di transazione; facilitano la
realizzazione degli scambi, stimolando il processo economico.
• Unità di conto: un mezzo di pagamento generalmente accettato favorisce la
sua adozione come misura del valore di beni eterogenei. Si riducono le
informazioni necessarie allo scambio: un unico prezzo monetario per ogni
bene; con n beni si hanno n prezzi monetari, invece di n(n – 1) rapporti di
scambio (baratto). E’ facilitato il calcolo economico.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 1 • Portavalori nel tempo e nello spazio: necessaria fiducia nello strumento. In
passato: metalli preziosi (scarsità impone “fiducia” nella conservazione del
valore nel tempo). Strumenti di pagamento “effimeri” (banconote, assegni,
carte di credito, moneta elettronica): elementi oggettivi (comodità di
rappresentare valori rilevanti su un supporto materiale minimo, cartaceo o
informatico) e soggettivi (fiducia che il loro valore sarà generalmente
riconosciuto negli scambi futuri): moneta fiduciaria.
Le tre funzioni della moneta sono tra loro strettamente intrecciate:
¾ Non sarebbe utilizzata come mezzo di scambio se non fosse portavalori nel
tempo e nello spazio: uno strumento che si deprezza nel tempo e che non ha
valore in ambiti economici diversi non può essere utilizzato come moneta.
¾ Strumento scelto come unità di misura perché è mezzo di scambio; rari i casi
in cui si utilizza una unità di conto diversa dal mezzo monetario.
¾ Uno strumento non può garantire la funzione di portavalori se non è l’unità di
conto; se questo è strumento diverso dal mezzo monetario, il suo valore non
dipenderebbe solo dalle variazioni del prezzo dei beni con i quali si scambia,
ma anche dalle fluttuazione del suo valore in termini dell’unità di conto.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 2 Il soddisfacimento delle tre funzioni spiega i motivi per cui detenere moneta:
•
Transazionale: necessità di disporre di mezzi di pagamento per la spesa.
•
Precauzionale: necessità, in situazioni incerte, di mantenere scorte monetarie
per fronteggiare spese impreviste, o per sfruttare opportunità di acquisto.
•
Speculativo: conviene detenere ricchezza in forma monetaria quando
rendimento superiore alle altre attività patrimoniali (reddito esplicito e
apprezzamento del valore capitale). Se la riduzione attesa del prezzo è
superiore al reddito (rendimento negativo): trasformarle in strumenti monetari
infruttiferi e attendere il momento favorevole per il loro reinvestimento in
attività finanziarie redditizie.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 3 Aggregati monetari e organismi creatori di moneta
Non c’è un unico strumento che assolve le funzioni dei mezzi monetari.
La fiducia spiega perché i mezzi monetari utilizzati sono titoli di credito emessi
da particolari istituzioni pubbliche e private. La generalità dei soggetti è disposto
ad accettare banconote emesse dalla Banca centrale, o assegni a valere su depositi
delle banche, nell’attesa che essi saranno comunemente accettati per regolare le
transazioni future.
Esistono diversi aggregati monetari, secondo la funzione di moneta che assolvono.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 4 Correlazione solo tendenziale tra i tre aggregati e le tre motivazioni a detenere
moneta: strumenti non a vista possono essere liquidati prontamente per essere
utilizzati come mezzo di pagamento; conti di deposito a vista possono essere
detenuti per motivi precauzionali, o speculativi.
Tutti gli strumenti compresi in M3 hanno un elevato grado di conversione in
mezzi di pagamento prontamente utilizzabili: motivi che non sono alla base della
domanda di moneta (e.g., variazione nei rendimenti dei diversi strumenti
monetari) possono indurre a preferire una attività monetaria piuttosto che un’altra
(aumentare un aggregato monetario a scapito di un altro).
Dato che la sostituibilità degli aggregati contenuti in M3 con le attività finanziarie
non liquide (come le azioni) è minore di quella che caratterizza le attività presenti
al suo interno: M3 preferito nella condotta della politica monetaria perché è un
indicatore più attendibile dell’ammontare della liquidità in circolazione.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 5 L’emissione di strumenti monetari è prerogativa di Banca centrale e sistema
bancario (denominati istituzioni finanziarie monetarie dall’Eurosistema):
prerogativa di “produrre” titoli ad alta liquidità.
Raccolgono fondi presso il settore privato cedendo in contropartita un titolo di
debito (di diversa forma contrattuale) che attesta il loro impegno a rimborsarlo
con moneta legale su richiesta o con un breve preavviso:
• la Banca centrale emette moneta legale, o accetta depositi trasformabili in
banconote e monete metalliche su richiesta;
• le banche raccolgono fondi nella forma di depositi e si impegnano a
trasformarli in moneta legale su richiesta del depositante.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 6 Funzione monetaria e funzione creditizia
Stati patrimoniali delle istituzioni finanziarie monetarie:
Banca centrale
Passivo (Liquidità)
(a) moneta legale, assorbita dal Tesoro, dalle famiglie e dal sistema bancario;
(b) depositi del sistema bancario, risultanti dagli obblighi di riserva obbligatoria e
da eventuali eccedenze di mezzi liquidi.
Attivo
(i) titoli pubblici;
(ii) attività liquide sull’estero (riserve ufficiali in valuta estera).
Decisioni di acquisto di titoli pubblici o di valuta estera da parte BC comportano
necessariamente un aumento della moneta legale in circolazione.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 7 Sistema Bancario
Passivo:
(a) Depositi (moneta bancaria).
Attivo:
(i) Crediti;
(ii) Titoli pubblici di diversa scadenza.
Altre voci del bilancio bancario:
- rapporti delle banche con le Autorità monetarie (riserve in moneta legale e
rifinanziamento da parte della Banca centrale).
- conti interbancari (prestiti a breve e brevissimo termine): sono attività per una
banca e passività per un’altra; a livello del sistema bancario hanno saldo
nullo.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 8 La contropartita della moneta è il credito delle istituzioni finanziarie monetarie
Consolidamento dei bilanci degli organismi creatori di moneta (qui considerati
in modo semplificato): esplicitare l’intreccio fra funzione monetaria e funzione
creditizia svolte dalle due istituzioni.
Quantità di moneta =
moneta legale settore privato (credito concesso dalla banca centrale – titoli di
stato e riserve valutarie – al netto della moneta legale detenuta dal sistema
bancario)
+
moneta bancaria settore privato (attivo banche: credito concesso a famiglie,
imprese e pubblica amministrazione + saldo netto tra crediti all’estero e raccolta
dall’estero + riserve bancarie, libere e vincolate, in moneta legale).
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 9 Consolidamento dei due bilanci:
(1) Le attività delle banche in moneta legale si compensano con le passività della
BC detenute dalle banche stesse.
(2) A un passivo costituito da moneta legale e bancaria del settore privato si
contrappongono crediti al settore privato, a quello pubblico e all’estero.
(3) M3 (moneta legale e moneta bancaria detenuta dal settore privato), indicatore
della funzione monetaria, ha come contropartite contabili gli aggregati (prestiti e
impieghi in titoli, pubblici e privati) che riflettono la funzione creditizia dei
medesimi organismi a favore dei settori non-finanziari dell’economia.
Le istituzioni monetarie operano una trasformazione qualitativa: a fronte di
attività rischiose e illiquide (credito bancario) “producono” un’attività liquida e
sicura. Ammontare di moneta presente sul mercato dipende dall’ammontare del
credito (decisioni espresse su tale mercato dalle istituzioni monetarie e dai suoi
settori di contropartita).
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 10 BC e base monetaria
Rapporti interni tra BC e sistema bancario => necessità delle banche di disporre di
mezzi liquidi (emessi dalla BC) per soddisfare due esigenze:
a) necessità quotidiane di tesoreria (soddisfare le richieste di prelievo);
b) rispetto dell’obbligo di riserva obbligatoria (alimentare con moneta legale un
conto vincolato presso la Banca centrale pari ad una frazione κ < 1 (1/κ > 1)
della raccolta (depositi del settore privato, D).
H: base monetaria, moneta legale e attività equivalenti, emessa dalla BC. HB
(quota di H detenuta da banche; riserve bancarie, libere ed obbligatorie) non può
essere sistematicamente inferiore alle necessità di riserva obbligatoria; ma non
conviene tenere troppe riserve in eccesso (moneta legale e depositi non vincolati
presso BC, al netto del rifinanziamento della stessa BC). Se κ max > κ è la frazione
massima della raccolta che le banche sono disposte a detenere in moneta legale
(inclusi i depositi presso BC):
κ D ≤ ΗΒ ≤ κ max D
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 11 .Se κ ≤ κ∗ ≤ κ max è il coefficiente di riserva ritenuto ottimale dal sistema
bancario, attraverso scelte ottimizzanti delle banche, si ha:
M = HP + D Quantità di moneta (i)
H= HP + HB Distribuzione base monetaria (ii)
HB = κ*D
Riserve bancarie (iii)
Dove HP è la quota di H detenuta dalle banche. Sostituendo la (iii) nella (ii)
otteniamo: H = HP + κ*D, da cui: D = (H − ΗP)/κ∗; sostituendo l’ultima
espressione nella (i):
M = HP +
H − H P H (1 − κ *)H P
=
−
κ*
κ*
κ*
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 12 M = HP +
H − H P H (1 − κ *)H P
=
−
κ*
κ*
κ*
Relazione positiva tra M e H (maggiori passività BC, maggiore quantità di
moneta), e relazione negativa tra M e HP (maggiore base monetaria assorbita dal
pubblico, minore quantità di moneta). Le passività della BC costituiscono la base
sulla quale si espande la quantità di moneta, da cui: base monetaria.
Dalla (iii): D = HB/κ*. Sostituendo nella (i), M = HP + D, si ha:
M = HP + HB /κ*.
Dalla (ii), H= HP + HB:
HB = H – HP
Un diverso volume o una diversa distribuzione della base monetaria tra settore
privato e sistema bancario modificano l’intensità dell’intermediazione bancaria e
quindi la quantità di moneta presente nel sistema.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 13 G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 14 La quantità di base monetaria “prodotta” dalla BC è indicata dalla distanza tra le
due rette verticali tratteggiate (aumento H allarga la distanza tra le due rette;
diversa distribuzione tra settore privato e sistema bancario sposta parallelamente
le due rette verticali: a sinistra se aumenta HP; a destra se aumenta HB).
La retta M = HP0 +HB0/ κ∗0, stabilisce il valore di M, pari a M0, che si ottiene
quando la base monetaria del pubblico (circolante) è pari a HP0 e la frazione
ottimale dei depositi tenuta a riserva dal sistema bancario è pari a κ∗.
Per valori invariati della base monetaria complessiva H0 e di quella detenuta dal
settore privato HP0, un aumento del coefficiente di riserva ottimale a
(κ∗)1 > (κ∗)0, modifica la retta M1 = HP0 +HB0/κ∗1 : l’intercetta resta immutata,
ma la sua pendenza è minore di prima; ne consegue M1 < M0.
A parità di base monetaria, un maggiore assorbimento di base monetaria da parte
delle banche riduce la quantità totale di moneta presente nel sistema. L’opposto
accade se le banche riducono il loro assorbimento di base monetaria.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 15 Se κ∗0 costante e la BC mantiene invariata la base monetaria complessiva a H0,
ma aumenta la base monetaria del pubblico a HP2, si riduce la base monetaria a
disposizione delle banche HB2, con spostamento di entrambe le due curve verticali
verso sinistra.
La restrizione della base monetaria delle banche comporta una riduzione della
moneta bancaria parzialmente compensata dall’aumento della moneta legale
detenuta dal pubblico: la quantità di moneta presente sul mercato è data da
M2= HP2 +HB2/κ∗0. La BC per ripristinare M0 dovrà aumentare la base monetaria
al livello H = HP2 + HB3, ovvero M0=HP2+HB3/κ∗0.
Un aumento della base monetaria del pubblico accresce M di un pari ammontare.
Un aumento della base monetaria a disposizione delle banche accresce M di un
valore molto maggiore, dato dal prodotto tra la variazione di HB e il coefficiente
1/κ∗ > 1.
Chi controlla HB controlla M.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 16 Bilancio BC: insieme dei canali di creazione e assorbimento di H:
Canali di creazione:
• canale del Tesoro: accumulo di titoli pubblici da BC tramite operazioni di
mercato aperto (acquisti e vendite di titoli sul mercato; spesso operazioni
temporanee in pronti contro termine): quando acquista (vende) titoli cede in
contropartita moneta legale che aumenta (riduce) H in circolazione;
• accumulo di riserve ufficiali in valuta; gli acquisti di valuta da parte della
Banca centrale sono regolati cedendo in contropartita moneta legale, con
conseguente aumento della base monetaria.
Canali di assorbimento:
• Depositi del Tesoro presso BC: se incassa più di quanto paga, la moneta
legale che affluisce sul suo conto di deposito fa defluire H dal mercato a BC.
• HP: un suo aumento riduce la disponibilità di liquidità del sistema bancario.
Solo alcune poste sono controllabili. Distinguere tra: fattori autonomi di
creazione di H su cui BC non ha influenza diretta (evoluzione di HP, del conto del
Tesoro, della bilancia dei pagamenti); H determinata dalle decisioni della BC
(ODMA, credito netto concesso al settore bancario)
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 17 Moneta e base monetaria delle banche
a) Nuova base monetaria immessa da BC; maggiori riserve bancarie, le banche
incrementano i loro impieghi: la liquidità si trasferisce al settore privato;
aumento dei depositi; liquidità torna alle banche; aumenta la quantità di
moneta bancaria.
Le banche, espandendo l’attivo, espandono anche il passivo: la moneta legale
circola, ma non si distrugge, e (prima o poi, totalmente o parzialmente,
direttamente o indirettamente) viene ridepositata presso le banche.
La liquidità si ricostituisce continuamente. L’aumento di base monetaria ha un
impatto positivo sulla quantità di moneta in circolazione.
b) Se ma banche hanno poca liquidità: ricostituire le riserve vendendo titoli o
non rinnovando prestiti in scadenza; la riduzione dell’attivo comporta una
riduzione del passivo e dunque un impatto negativo sulla quantità di moneta.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 18 Mercato interbancario
Se la disponibilità di base monetaria per la singola banca è insufficiente, può
rifornirsi di liquidità nel mercato interbancario, prendendo a prestito (per periodi
brevi o brevissimi) la liquidità eccedente di altre banche.
Il mercato interbancario favorisce una migliore distribuzione della liquidità
esistente tra gli operatori del mercato monetario, ma non modifica il volume della
liquidità complessiva.
In condizioni generalizzate di scarsa liquidità, un allentamento della scarsità di
riserve può provenire solo da decisioni della Banca centrale.
Moneta legale e moneta bancaria sono ampiamente sostituibili per il settore
privato, ma non per le banche. La quantità di moneta bancaria è condizionata dalla
quantità di moneta legale.
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 19 L’interpretazione del meccanismo monetario dipende da specifici
comportamenti individuali in contesti definiti: capire come i soggetti formulano,
le loro scelte e le loro aspettative.
Qualunque teoria volta a fornire una interpretazione del processo finanziario deve
rispettare due vincoli:
i) per ogni operatore, le attività (reali e finanziarie) devono corrispondere alle sue
passività (reali e finanziarie);
ii) per ogni strumento finanziario, l’ammontare emesso da un soggetto deve
corrispondere all’ammontare detenuto da uno o più altri soggetti.
Per permettere lo studio del processo finanziario e monetario come incontro tra
domande e offerte di strumenti finanziari, la (i) e la (ii) possono essere
reinterpretate come il risultato di:
a) comportamenti che devono rispettare il “vincolo di bilancio”;
b) processi che portano a coerenza le decisioni di chi emette titoli e di chi li
sottoscrive (il “mercato” di ogni titolo deve essere in “equilibrio”).
G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2013‐14; Lezione 4 Pagina 20