“Le etichette alimentari: strumento per informare, comunicare e ingannare” Legnaro( PD) – 13 novembre 2014 Etichettiamo: le nuove regole di presentazione degli alimenti Roberto La Pira Direttore de Il Fatto Alimentare www.ilfattoalimentare.it Dal 2010 …oltre 1.000.000 visualizzazioni pagine al mese La redazione è composta da: giornalisti, esperti, avvocati… Gli inserzionisti rispettano la nostra indipendenza Siamo indipendenti Inviamo richieste di censura a Antitrust e IAP La pubblicità è il 60% del fatturato 900 articoli l’anno Il mondo delle etichette visto da un giornalista Un punto di vista che può coincidere con il vostro ma che spesso analizza aspetti diversi Esaminiamo i prodotti Facciamo dei confronti Mortadella di pollo Aia e Casa Modena: - Carne di pollo e tacchino - Una ha la CSM l’altra no Confronto tra private label e marca leader Fagioli borlotti Conad e Valfrutta: praticamente uguali Confronto tra private label e marca leader Panettoni Confronto tra private label e marca leader - Bauli con nome FBF produce per: Conad, Lidl, Despar, Carrefour - Maina produce per Coop - Vergani e FBF producono per Conad Confronto tra private label e marca leader Formaggio Emmentaler Ferrari e Coop: nessuna differenza, se non nel prezzo, luogo di produzione, confezionamento, valori nutrizionali sono gli stessi Valutiamo i prezzi - Sottocosto: panettone e colomba al 50% - Mortadella di pollo costa più della mortadella di maiale igp (20-30%) - Latte fresco intero pastorizzato 0,85 €/l (30-40%) Formaggio Emmentaler: Ferrari e Coop (15-20%) Indicazione origine obbligatoria Carne bovina Carne di pollo Pesce fresco Ortofrutta fresca Olio extra vergine d’oliva Uova Miele Latte fresco Passata pomodoro Indicazione origine obbligatoria dal 13/12/2014 Regolamento 1337/2013 indicazione origine per le carni ovicaprine, suine e il pollame (luogo di allevamento e luogo di macellazione), Si sta discutendo di - altri tipi di carne (es, coniglio, equina…) - latte e latte come ingrediente - alimenti non trasformati - prodotti mono ingrediente - ingredienti oltre il 50% dell’alimento. Diciture ambigue sull’origine creano polemiche “Prodotto italiano” “100% italiano” “Made in Italy” “Bandiera italiana” “Prodotto in Italia” … poi si scopre che le materie prime sono in parte o totalmente importate Fonte: Coop Non siamo autosufficienti Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’UE, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura. Dati Coop: dal 1970 gli ettari di superficie coltivabile sono scesi da 18 a 13 milioni, mentre la popolazione è cresciuta del 10%. L’importazione è indispensabile per produrre molti alimenti tipici del made in Italy. La questione pasta Il grano duro italiano copre solo il 65% del fabbisogno; occorre importare frumento da paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica e Ucraina. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa Carne, pesce, zucchero e olio Le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende al 44%, anche per lo zucchero e il pesce fresco riusciamo a coprire solo il 24% e il 40% del consumo interno. Lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia… L’olio extra vergine viene importato da Spagna, poi da Grecia e altri paesi mediterranei L’olio spagnolo rappresenta il 30% della quantità venduta in Italia. Per questo non lascia indifferenti la notizia che una serie di controlli realizzati nel Paese iberico abbia evidenziato il 24% di irregolarità tra 770 campioni totali di olio ispezionati. Quando le immagini ingannano Tonno Palmera: tranci o briciole? Quando le immagini ingannano Succo arancia 100% o succo ACE? Quando le immagini ingannano Nesquik gusto fragola! Quando le immagini ingannano Patatine San Carlo al lime! Quando le immagini ingannano Patatine al pollo ! Quando le immagini ingannano Riso scotti Quando le scritte ingannano Mulino bianco green (biscotti con il 40% in meno di grassi) ma le calorie ? Quando le scritte ingannano Mulino bianco Anonio Banderas Quando le scritte ingannano Efsa boccia oltre 80 % claims salutistici La Commissione europea ha approvato nel maggio 2012 una prima lista di 222 indicazioni sulla salute il cui utilizzo sarà definitivamente ammesso sull’informazione commerciale (etichette e pubblicità) dei prodotti alimentari. Quando le scritte ingannano Sei anni sono serviti per approdare alla fatidica lista degli ‘Health claims’ autorizzati in UE. Gli Stati membri hanno presentato 44.000 diciture gia’ in uso prima dell’entrata in vigore del regolamento (CE) n. 1924/06. Si trattava in molti casi di ripetizioni, ma è stato necessario procedere a una rigorosa pre-selezione. Il n° di lotto e le campagne di richiamo Utilizziamo il lotto e le foto dei prodotti per pubblicizzare le campagne di richiamo e di ritiro promosse dalle aziende alimentari Campagne di richiamo Delicius Allerta sulle alici Delicius con istamina: l’azienda non fornisce chiarimenti e non risponde Campagne di richiamo Conad ritira un lotto di acqua minerale con il proprio marchio per il sapore cattivo avvisa i clienti via mail La pubblicità ingannevole Utilizziamo le etichette per dimostrare che alcune pubblicità sono ingannevoli e mandiamo esposti a IAP e AGCM Ho cominciato 30 anni fa la 1° censura Ferrero La prima di 100 condanne: tutte marche note, da Olio Cuore, a CocaCola, passando per le più famose case cosmetiche. Trovare pubblicità ingannevoli era come sparare sulla croce rossa. Bastava sfogliare un femminile per trovarne una decina. E’ vero che il settore si si è moralizzato un po’, ma il vizietto di ingannare i consumatori è rimasto. Una volta l’olio Cuore era “leggero” e merendina Kinder che “aiuta a crescere”. Le censure o le cattive notizie su Ferrero, Barilla, Coca Cola…..Veronesi non le riprende quasi nessuno. La comunicazione delle sentenze va pubblicizzata sui media KILOCAL Per due anni milioni di italiani hanno visto, ascoltato e letto messaggi di un integratore alimentare spacciato come dimagrante,ma pochi sanno di essere stati ingannati. n Kilocal, preso dopo un pasto abbondante, riduce le calorie e sgonfia la pancia. n Pool Pharma ha pagato una multa di 200 mila euro. n In totale 5 condanne in 6-7 anni KILOCAL n La notizia è stata ripresa da 4-5 siti internet, qualche blog e da un’agenzia stampa. n I direttori delle riviste, dei programmi televisivi e dei quotidiani che in due anni hanno mandato in onda 8.975 spot (332 in Rai, 744 in Mediaset, 1188 a La 7 e 6711 su tv private), 377 annunci radio e oltre 200 pagine su quotidiani e riviste come La Stampa , Il Giornale, Gente, Gioia…. Agcm Barilla: merendine Flauti sane ! Barilla : biscotti essere 40% in meno di grassi, calorie identiche, prezzo doppio! Ferrero : censure in USA, GB e Germania per aspetti nutrizionali Nutella Ferrero: colazione con un frutto e un succo di arancia e 37 g di Nutella 200 kcal in Usa in Italia 15 g ! Ferrero : Gran Soleil aiuta a digerire Coca Cola: mamme date a pasto la bibita ai vostri bambini Agcm Ecologia: acqua minerale + verde + eco ! Tradizione Grom: il gelato come una volta fatto in Piemonte e trasferito a New York! Coca Cola: Simone Rugiati che invita i napoletani a bere in piazza la bibita Caro direttore, l’UE (oltre che il semplice buon senso) ci insegna che le sanzioni, per essere utili, devono essere, tra l'altro, PROPORZIONATE e DISSUASIVE. La realtà è un pochino diversa. Come può definirsi proporzionata una sanzione di poche migliaia di euro comminata a fronte di campagne pubblicitarie che hanno fruttato al furbetto cifre ben più alte. E come può essere efficace un provvedimento che, per quanto severo, viene conosciuto solo da pochi addetti ai lavori, mentre sarebbe ben più dissuasivo, appunto, imporre al colpevole di diffonderne i contenuti con gli stessi mezzi (TV, stampa) che per mesi hanno bombardato i consumatori. Alfredo Clerici Grazie per l’attenzione e seguiteci Agcm Potenziare gli uffici , sentenze pochissime e arrivano dopo 6 mesi o più! Meglio prima ( inviavi richiesta e avevi risposta ). Adesso ( nessuna notizia , sentenze di gruppo: colesterolo,senza zucchero ….) Agcm Moral suasion deve essere pubblica Multe salate? Sì ma serve poco. Pubblicità è comunicazione. O si comunica la censura oppure è una sentenza avulsa dal contesto. Le sentenze pubblicate non le legge nessuno Bisogna pubblicare annuncio con soldi della multa. IAP Risponde personalmente e decide qualche volta rapidamente facendo interrompere la pubblicità ma solo quando la violazione è lampante. Bene per sentenze su messaggi che violano dignità della donna. Ma anche in questo caso se non si da comunicazione ai consumatori risalto è quasi un esercizio di stile senza multe o penalità significative. Aziende alimentari continuate così! Quelle che conoscono codice IAP e Agcm non hanno bisogno consigli. Quelle che sono abituate a fare furberie, marchette sui giornali continueranno perché nessuno interromperà le campagne - perché i giornali non scrivono le vostre furberie - perché le possibilità di essere censurati è scarsa - perché chi non ha etica non cambia dopo una sentenza di censura Aziende alimentari continuate così! - perché quello che conta è il messaggio, lo spot e non la sentenza ( esempio positivo guerra Plasmon Barilla). - perché le multe dell’Agcm sono un problema superabile e le sentenze dell’IAP hanno un valore morale. - perchè è una questione di etica e quando si parla di pubblicità diverse aziende dimenticano spesso il significato di questa parola