L`argomento della prima Lettura Filo

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*HUMILITAS & HUMANITAS*
Letture Filosofiche in Ambrosiana
Loredana Fabbri riassume qui lo svolgimento della prima Lettura Filosofica in Ambrosiana, venerdì 30 ottobre
2015, alle ore 18.00, nella Sala XXIII.
I nove incontri a cadenza mensile hanno un tema comune:
“Cose Parole Metafisica. Riflessioni sul linguaggio in Ambrosiana”
Gli incontri si protrarranno fino a giugno 2016.
L’
argomento della prima Lettura Filosofica spaziava dalle “Riflessioni sul
Cratilo”, di Alberto Jori alle “Citazioni
sull’emergenza della filosofia nella progettazione delle nuove tecnologie” di Giorgio De Michelis. Il Professor Alessandro Ghisalberti ha dato
il benvenuto ai presenti in sala ed ha moderato l’incontro, che è iniziato con la lettura fatta dal Professor Fabio Trazza del lavoro di Jori, delle Università
di Tubinga e di Ferrara, sulla filosofia del linguaggio
esposta da Platone nell’opera “Cratilo”. Jori si pone,
analizzando ciò che scrive il filosofo ateniese che proprio con tale opera fonda la filosofia del linguaggio
dell’Occidente, alcune importanti domande, ma soprattutto se il linguaggio sia una via per giungere al
vero oppure una fonte di errore, che poi è il punto
centrale su cui verte il “Cratilo”. Si chiede anche chi
sia il produttore di nomi e chi siano i suoi utilizzatori:
“Parla (Platone) infatti non di un uomo o di singoli
uomini, oppure anche di collettività, che dovrebbero
statuire in modo convenzionale, ma al tempo stesso
appropriato, i singoli nomi, bensì di un divino “Legislatore del linguaggio” (Nomothetes o Onomatheres),
ossia del Dio il quale fonda il linguaggio. E come lo
deve fare? Guardando gli esemplari eterni delle Idee
e, al tempo stesso, all’impiego futuruo da parte del
dialettico, quando questi s’impegnerà nell’esercizio
dell’arte di interrogare e rispondere”. Jori, quindi,
sostiene che Platone effettua una svolta che dall’antropocentrismo sfocia nel teocentrismo. Non più l’uomo, ma è Dio che fonda il linguaggio.
opo questa interessante lettura, prende la
parola il Professor Giorgio De Michelis,
ordinario nel Settore scientifico di Informatica del dipartimento di informatica,
sistemistica e comunicazione dell’Università degli
Studi di Milano – Bicocca, il quale inizia facendo riferimento a Carl Adam Petri (The Role of the computer. Convergence of opinions on its potential) e ad
D
alcune citazioni di Wittgenstein, Vinograd e Flores,
Jean Luc Nancy, per poi parlare del ruolo del computer nella vita dell’uomo. Illustra il cammino fatto
da questo strumento dalla nascita ai nostri giorni, non
tralasciando di comparare la comunicazione di una
volta tramite le lettere e quella istantanea di oggi con
le “mail”, sostenendo che il nostro stare nel mondo,
il nostro vivere nel mondo è costituito dalla comunicazione. Afferma che stare insieme agli altri è condizione della nostra individualità, perché gli altri sono
il fondamento della nostra ricchezza individuale e
l’unico modo per stare con la gente è parlare. I social
network sono un mezzo incredibile, continua De Michelis — spesso interrotto dagli applausi dei presenti
in sala — mettono insieme milioni di persone. Hanno,
però, un problema molto delicato, sono luoghi senza distanze temporali, le persone sono insieme nello
stesso istante, ma ciò toglie il momento di riflessione.
Facciamo conversazione su Facebook, ma questo non
lascia il tempo per il pensiero, in quanto tutto è immediato e, appunto, non lascia il tempo di riflettere su
quello che viene detto. In questo caso, come nel caso
di altri social network, abbiamo un grande impoverimento delle relazioni a livello mondiale: la realtà virtuale riproduce la realtà del mondo, ma questa realtà
non ci dice niente di nuovo, noi viviamo già in questa
stessa realtà. Da qui un grande depauperamento non
solo delle relazioni sociali, ma anche dei contenuti
culturali, poiché non si hanno più quelle discussioni
ed opinioni di una volta che facevano riflettere ed arrivare a conclusioni personalizzate. Le conversazioni
attraverso i social network sono molto formali e superficiali: non portano certamente ad una “crescita”
intellettuale della persona.
Il pubblico, che ha assistito con interesse a questa
lectio svolta con grande carisma, ha posto varie domande, a cui De Michelis ha dato esaustive risposte,
concludendo l’incontro.
Loredana Fabbri
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