Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina I g A. Giardina G. Sabbatucci V. Vidotto allaStoria Espansioni in Editori Laterza A r e s Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina II © 2009, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari Editori Laterza Piazza Umberto I, 54 70121 Bari e-mail: [email protected] http://www.laterza.it Questo prodotto è stato realizzato nel rispetto delle regole stabilite dal Sistema di gestione qualità conforme ai requisiti ISO 9001:2000 valutato da AJA e coperto dal certificato numero AJAEU/09/11317 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina 1 In ottemperanza a quanto stabilito dalla Legge 06-08-2008, n. 113, che prevede l’adozione di «libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet» l’offerta didattica di A. Giardina G. Sabbatucci - V. Vidotto, Guida alla Storia. Nuova edizione si amplia attraverso il database A r e s , ARchivio per l’Educazione Storica, archivio di documenti storici e di testi storiografici. Il database comprende circa 640 testi, dal Trecento a oggi; tutti i brani presenti in Ares sono consultabili on line e disponibili in formato Word. La nostra proposta di integrazione/espansione del manuale prevede, per ciascuna unità, dei Percorsi tematici che permettono di ampliare il manuale con nuove unità didattiche tematiche costruite sui brani presenti nel database. Attraverso le funzioni di ricerca e archiviazione di Ares è possibile per il docente creare nuovi percorsi personalizzati, ampliare o modificare i percorsi forniti. Le Istruzioni per la navigazione in Ares sono disponibili sul sito. Attenzione: i risultati di qualsiasi ricerca compaiono in ordine strettamente alfabetico. Ciascun testo è stato scelto con la consulenza scientifica ed editoriale di Andrea Giardina, Giovanni Sabbatucci e Vittorio Vidotto. Hanno collaborato: • per il periodo 1350-1650: Valerio Bernardi, Maria Angela Binetti, Giampiero Brunelli, Igor Mineo, Silvia Moretti, Andrea Paris; • per il periodo 1650-1900: Emma Ansovini, Tommaso Baris, Francesco Bartolini, Giovanni Belardelli, Federica Favino, Alessio Gagliardi, Giovanni Gay, Giovanni Magistrale, Silvia Moretti, Cecilia Orfei, Francesca Socrate, Irma Staderini, Monica Turi; • per il periodo 1900-oggi: Emma Ansovini, Tommaso Baris, Francesco Bartolini, Giovanni Belardelli, Alessio Gagliardi, Giovanni Gay, Andrea Paris, Irma Staderini, Monica Turi, Vito Nicola Volpe. Ciascun testo è dotato di un apparato didattico costituito da: • una breve scheda biografica dell’autore; • una fonte bibliografica del brano; • una introduzione al brano; • un apparato di note a carattere esplicativo. Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina 2 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina 3 VOLUME 1 Dal 1350 al 1650 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina 4 UNITÀ1 LE RADICI DELL’EUROPA MODERNA Percorsi tematici La società urbana: strutture mentali e vita sociale Questo percorso indaga alcuni aspetti caratterizzanti la mentalità e il quotidiano del Basso Medioevo. L’immagine e l’immaginario urbano medievale costituiscono il tema del saggio di Jacques Le Goff. Sui motivi culturali e sociali che a partire dal XII secolo hanno alimentato le differenze tra il tipo umano del cavaliere, del cittadino e del mercante indaga Aron J. Gurevic. La persistenza di certi tabù e pregiudizi è testimoniata dalla visione della beata Francesca Romana, che immagina di incontrare all’Inferno i macellai, gli impuri per eccellenza. La prostituzione, mestiere illecito perché fonte di moltiplicazione delle occasioni di peccato, continuava a essere condannata dai frati predicatori, come Umberto da Romans, che con i loro discorsi cercavano di redimere le peccatrici, mostrando loro la retta via. Dura era anche la condanna dell’usura e degli usurai espressa sia dal mondo ecclesiastico, nelle pagine dal Concilio di Lione, sia da quello laico, nelle pagine di Paolo da Certaldo. La convivenza con i marginali e con le minoranze etniche divenne tra XIII e XIV secolo sempre più complessa e mal tollerata, come si evince dalle pagine di Bronislaw Geremek e di Anna Foa. Jacques Le Goff L’immaginario urbano nell’Italia medievale Aron J. Gurevic Il cavaliere e il cittadino Aron J. Gurevic Il mercante d Francesca Romana «Delli macellari» 4 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:19 Pagina 5 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Umberto da Romans «Alle donne dal corpo peccaminoso, cioè alle meretrici» d II Concilio di Lione Dell’usura d Paolo da Certaldo «Quella cosa che molto guasta...» Bronislaw Geremek L’emarginazione Anna Foa La costruzione dello stereotipo antisemita La società urbana: sentimenti, credenze e folklore Questo percorso si apre con un saggio di Silvana Vecchio, nel quale sono ben analizzati i ruoli di moglie e di madre, le virtù e i modelli di comportamento che, secondo l’opinione comune dei secoli XII-XV, maggiormente convenivano alle donne. Seguono due documenti: il primo di Giovanni di Pagolo Morelli, che propone alcuni criteri da seguire nella scelta della propria moglie e su come generare figli maschi, sani e robusti; il secondo di Paolo da Certaldo, prodigo di consigli sullo svezzamento dei neonati e sull’educazione dei figli. Jacques Le Goff invece analizza la diffusione, a partire dal XII-XIII secolo, della credenza in un terzo luogo dell’aldilà, inesistente prima di allora, il purgatorio. Per concludere uno sguardo a riti, feste, folklore, insomma alla cultura popolare, ricca, come osserva Jean-Claude Schmitt, di influssi pagani e rurali, ma in grado anche di elaborare proprie forme di evasione dalla realtà quotidiana, come il carnevale e le feste dei folli di cui narra Sebastian Brant. Silvana Vecchio La buona moglie d Giovanni di Pagolo Morelli Come scegliere la moglie e generare figli maschi d Paolo da Certaldo Sui fanciulli Jacques Le Goff Il «terzo luogo» Jean-Claude Schmitt Cultura cittadina e superstizioni d Sebastian Brant «Dei matti quaresimali» Le monarchie nazionali e l’evoluzione delle istituzioni comunali Questo percorso, dedicato alle istituzioni tardomedievali, si apre con un brano sul papato che, come ben spiega Walter Ullmann, dopo lo schiaffo di Anagni e il conflitto con il re di Francia, non riuscirà più ad avere lo stesso ruolo. Segue la bolla Unam Sanctam, un documento contenente la più audace ed estrema giustificazione della teocrazia mai formulata da un pontefice Bonifacio VIII. La Magna Charta Libertatum, concessa da Giovanni Senza Terra all’indomani della sconfitta di Bouvines, disegna 5 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 6 Espansioni in Ares invece un quadro dei ruoli politici del regno inglese. Nel discorso di apertura del Liber Augustalis Federico II espone, nelle sue linee essenziali, l’ideologia dell’autorità imperiale, mentre Saba Malaspina denuncia l’oppressione fiscale esercitata in Sicilia dal governo angioino. Concludono il percorso le pagine di Giuseppe Sergi su miti e realtà dell’esperienza comunale e un brano di Dino Compagni sugli Ordinamenti di Giustizia a Firenze. d d d d d 6 Walter Ullmann Il giubileo del 1300 e la crisi del papato Bonifacio VIII La bolla «Unam Sanctam» Giovanni Senza Terra La «Magna Charta Libertatum» Federico II di Hohenstaufen Il «Liber Augustalis» Saba Malaspina Oppressione fiscale nel dominio angioino Giuseppe Sergi Il Medioevo comunale tra mito e realtà Dino Compagni Gli «Ordinamenti di Giustizia» a Firenze Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 7 UNITÀ2 LE CRISI TARDOMEDIEVALI Percorsi tematici Spopolamenti e recessione Questo percorso integra il FARE STORIA L’Europa di fronte alla crisi del ’300. Se al centro di questo periodo vi sarà l’epidemia di peste, va anche detto che già vi erano stati sintomi che avevano preceduto questo fenomeno: si pensi alle guerre, alle pestilenze e alle carestie come emerge dal brano di Georges Duby e dalla Cronica di Giovanni Villani. Il fenomeno dello spopolamento e della migrazione dalle campagne è qui testimoniato da due documenti di area francese. Georges Duby I mutamenti del XIV secolo d Giovanni Villani Firenze: la grande carestia del 1346-47 d Anonimo di Spopolamenti nel territorio di Bordeaux d Anonimo di Migrazioni nel territorio di Bordeaux La peste e le altre epidemie Il percorso si apre con il celebre brano del Decameron di Giovanni Boccaccio, dove vengono descritte con elevati toni letterari le conseguenze sociali e mediche dell’epidemia. Su come la peste sia arrivata in Europa si sofferma William H. McNeill, mentre la sua diffusione in Italia è ben documentata dal brano di Ovidio Capitani che riporta diverse testimonianze. Il fenomeno della peste si accompagna alla ricomparsa di carestie e di carenze alimen7 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 8 Espansioni in Ares tari in tutta Europa, come evidenzia Massimo Montanari, e da altre infezioni quali il tifo petecchiale e il vaiolo, come dimostra Lorenzo Del Panta. d Giovanni Boccaccio Firenze: la peste del 1348 William H. McNeill Perché il contagio in Europa? d Ovidio Capitani Il cammino della peste in Italia Massimo Montanari Il ritorno della fame in Europa Lorenzo Del Panta Le altre malattie: tifo e vaiolo Povertà, tensioni, rivolte Questo percorso integra il FARE STORIA L’Europa di fronte alla crisi del ’300. Povertà ed emarginazione erano fenomeni assai diffusi nel Medioevo e questa situazione, unitamente alla crisi latente, fomentò numerose ribellioni popolari in Europa. Famosi sono la rivolta inglese del 1381, descritta da Jean Froissart, e il tumulto dei Ciompi a Firenze, su cui si sofferma il racconto di un anonimo cronista. d Jean Froissart La rivolta inglese del 1381 d Anonimo di La fase di luglio del tumulto dei Ciompi 8 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 9 UNITÀ3 EUROPA E ITALIA NEL TARDO MEDIOEVO Percorsi tematici La crisi della Chiesa universale e il consolidamento delle monarchie nazionali La violenta crisi del papato come ente universale sembra sboccare, come suggerisce Giovanni Grado Merlo nel brano di apertura di questo percorso, in una soluzione che afferma la superiorità del Concilio sul papa, e liquida ogni possibilità di ricostruzione di una gerarchia rigidamente fondata sul primato della Curia romana. Più forti invece – come sottolinea Giorgio Falco – si dimostravano le nuove realtà politiche delle monarchie nazionali, che nel Concilio si manifestavano anche a livello organizzativo distinguendo i delegati per nazioni. Nazione e consenso sono momenti significativi anche per la storica francese Françoise Autrand che individua, su questa base, le direzioni lungo le quali i sovrani sviluppano la propria supremazia. Un aspetto chiave di questo processo di rafforzamento delle monarchie, come sottolinea Bernard Guenée, era l’ampliamento delle capacità della monarchia di procurarsi risorse finanziarie mediante l’adozione di strumenti quali le imposte dirette e il ricorso al credito pubblico. Angelo Torre evidenzia invece il duplice ruolo – al contempo di consenso alla politica finanziaria e di limitazione delle prerogative regie – svolto dalle assemblee parlamentari, presenti in tutte le monarchie europee tardomedievali. Sulla necessità che a governare uno Stato sia un sovrano assistito non solo da aristocratici ma anche da esperti di diritto e di finanze insistono sia Philippe de Commynes sia i due «discorsi» recitati dinanzi ai rispettivi parlamenti dai re Riccardo II d’Inghilterra e Pietro IV d’Aragona. 9 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 10 Espansioni in Ares Giovanni G. Merlo Tradizione e rinnovamento nella vicenda della Chiesa tardomedievale Giorgio Falco Il Concilio di Costanza: crisi dell’autorità papale e nascita delle nazioni Françoise Autrand Lo Stato del ’400: nazionale, territoriale, monarchico Bernard Guenée Gli strumenti del governo monarchico: le finanze Angelo Torre Principe e nazione: il ruolo delle assemblee rappresentative Philippe de Commynes Monarchia e sudditi in Francia nel ’400 d Riccardo II Il Discorso di Riccardo II d’Inghilterra d Pietro IV Il Discorso di Pietro IV d’Aragona Dai comuni cittadini agli Stati regionali italiani Questo percorso è dedicato specificamente alle realtà italiane. La formazione degli Stati regionali italiani muove da premesse che, secondo Giorgio Chittolini, affondano nella storia delle città-Stato organizzate in comune. Sul passaggio dai comuni tardomedievali alle signorie e principati regionali insiste anche lo storico Antonio I. Pini, prendendo come esempio di sviluppo di uno Stato accentratore la signoria dei Visconti. A tale proposito, emblematiche sono le testimonianze del fiorentino Giovanni di Pagolo Morelli su Gian Galeazzo Visconti e dell’umanista Pier Candido Decembrio su Filippo Maria Visconti. L’ideale della libertà repubblicana esercitava un profondo fascino sul pensiero umanista, come testimonia Coluccio Salutati nella sua lode della città di Firenze, esaltata come continuatrice dell’antica tradizione romana. Il sofisticato sistema di controllo territoriale costruito dallo Stato fiorentino, analizzato in un altro brano di Giorgio Chittolini, si avvale di strumenti assai complessi come un catasto che nel 1427 registra con molta accuratezza la condizione patrimoniale delle famiglie fiorentine, come ci viene illustrato da Giovanni Cavalcanti. Sulle trasformazioni istituzionali e amministrative della monarchia meridionale insiste invece Mario Del Treppo: in una peculiare collocazione internazionale – la corona d’Aragona – il Regno di Napoli conosce uno sviluppo istituzionale sotto Alfonso il Magnanimo. Gli storici Denys Hay e John Law tornano infine ad analizzare nei particolari lo Stato rinascimentale italiano, evidenziando i limiti che ancora permanevano nella struttura amministrativa. Giorgio Chittolini La crisi del comune e la creazione di più ampi organismi territoriali Antonio I. Pini Dallo Stato cittadino allo Stato regionale d Giovanni di Pagolo Morelli La politica di potenza di Gian Galeazzo Visconti d Pier Candido Decembrio Ritratto di un potente: Filippo Maria Visconti 10 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 11 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Coluccio Salutati Inno alla libertà fiorentina Giorgio Chittolini Il controllo territoriale della città dominante sul contado fiorentino d Giovanni Cavalcanti Uno strumento essenziale della politica fiscale: il catasto di Firenze (1427) Mario Del Treppo Le trasformazioni amministrative della monarchia meridionale Denys Hay - John Law L’amministrazione dello Stato rinascimentale 11 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 12 UNITÀ4 LA CULTURA DEL RINASCIMENTO Percorsi tematici Il dibattito sul Rinascimento La prima interpretazione complessiva della civiltà rinascimentale in Italia fu opera di Jacob Burckhardt, che fissò i temi fondamentali del Rinascimento nella scoperta dell’uomo e della natura e nella riscoperta della cultura classica. La centralità degli studi di Burckhardt nella storiografia moderna è sottolineata dallo storico Wallace K. Ferguson, che ripercorre l’evoluzione del concetto di Rinascimento nel corso della storia moderna. Sulla necessità di definire con esattezza che cosa si intenda per Rinascimento torna, nei suoi decisivi contributi, Federico Chabod, concentrando l’attenzione sul piano della coscienza, della nuova concezione della vita che si andava allora affermando. Anche il termine frequentemente usato di Umanesimo esige un’attenta definizione ed è Eugenio Garin a chiarire il suo contenuto e il suo rapporto con il Rinascimento, di cui è momento introduttivo e parte integrante. Chiudono questo percorso un documento di Flavio Biondo e uno di Lorenzo Valla, che testimoniano la consapevolezza diffusa tra gli intellettuali del XV secolo di un rinnovamento della cultura allora in atto, percepito come l’inizio di una rinascita complessiva della civiltà. Jacob Burckhardt La rinascita spirituale dell’Italia Wallace K. Ferguson Il dibattito sul Rinascimento dopo Burckhardt Federico Chabod Il Rinascimento come «realtà dello spirito» Eugenio Garin Umanesimo e Rinascimento: connessione o antitesi? d Flavio Biondo La «brama di meglio conoscer la storia» 12 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 13 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Lorenzo Valla La lingua latina Il rapporto con l’antico e i sistemi educativi Si afferma comunemente che la cultura classica venne riscoperta nell’età umanistico-rinascimentale, ma Eugenio Garin vi vede un possibile equivoco: la cultura antica non si era mai totalmente eclissata nel Medioevo, la vera novità del Rinascimento è piuttosto nella diversa sensibilità e percezione del tempo con cui ci si accosta ai testi antichi. Tra gli intellettuali impegnati in questa ricerca vi è Poggio Bracciolini, che manifesta in una lettera a Guarino Veronese il suo entusiasmo per il ritrovamento di alcuni testi antichi nel monastero di S. Gallo. Nel brano seguente lo storico Peter Burke traccia un quadro sintetico della cerchia di intellettuali, artisti, scienziati che furono protagonisti del Rinascimento, soffermandosi sui modi e i luoghi in cui avveniva la loro formazione culturale. La necessità di rinnovare i sistemi educativi era fortemente sentita, come testimonia Leon Battista Alberti, che propone un nuovo modello pedagogico che sappia armonizzare nei giovani attività intellettuale e attività fisica. Eugenio Garin Il problema del ritorno al mondo greco-romano d Poggio Bracciolini La «riscoperta» dei testi classici Peter Burke Gli itinerari della formazione: botteghe e Università d Leon Battista Alberti L’educazione letteraria e fisica I protagonisti Nel corso dell’età rinascimentale matura una nuova concezione dell’uomo: una piena espressione di questa nuova concezione si trova nel brano di Giannozzo Manetti, che celebra l’intelligenza e l’operosità umana. Il riconoscimento della dignità dell’artista è al centro della riflessione dello storico della scienza Paolo Rossi, per il quale l’incontro tra arte, tecnica e scienza rappresenta un evento decisivo del pensiero moderno. Leon Battista Alberti appare pienamente consapevole della convergenza tra arte e scienza e vede nell’architettura il luogo privilegiato di incontro tra i due settori. Gli artisti non sono però gli unici protagonisti del Rinascimento: Alberto Tenenti descrive mercanti e banchieri che, in modo meno eclatante ma altrettanto incisivo, cambiano il mondo dell’economia. Lo storico Michael Mallett si sofferma sulla figura del condottiero, affascinante e controverso protagonista delle continue guerre che caratterizzavano la turbolenta vita politica italiana. Infine la storica Margaret L. King illustra i diversi ruoli delle donne rinascimentali, generalmente costrette entro una rigida gerarchia sociale ma che a volte salgono anch’esse alla ribalta della vita culturale e politica. 13 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 14 Espansioni in Ares d Giannozzo Manetti La dignità dell’uomo Paolo Rossi La nuova dignità intellettuale dell’artista d Leon Battista Alberti Elogio delle tecniche Alberto Tenenti Il mercante nel Rinascimento Michael Mallet Luci e ombre del condottiero rinascimentale Margaret L. King I ruoli della donna nel Rinascimento Nuovi modelli politici: realismo e utopismo Apre questo percorso sul pensiero politico rinascimentale un brano di Matteo Palmieri, che esalta la dimensione sociale dell’uomo e vede la sua realizzazione nel contributo alla vita e al benessere della città. L’oscillazione tra realismo e utopismo è un altro tratto caratteristico del pensiero politico dell’epoca. Il brano di Niccolò Machiavelli offre un esempio di realismo, riflettendo sulla necessità di adattare le forme di governo alle strutture sociali di diversi paesi o regioni, che possono variare per livello economico e grado di maturazione politica. Luigi Firpo, infine, descrive l’opposta tendenza all’utopismo, che si sviluppa in un singolare intreccio tra pensiero politico e architettura, partendo dal proposito di razionalizzare la struttura della città e giungendo all’ideale di una società retta dalle leggi della ragione naturale. d Matteo Palmieri Esaltazione dei valori civili d Niccolò Machiavelli La connessione fra struttura sociale e organizzazione politica Luigi Firpo Gli utopisti del Rinascimento e il sogno della città ideale 14 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 15 UNITÀ5 LA NASCITA DEL MONDO MODERNO Percorsi tematici I nuovi mondi e la scoperta dell’altro Questo percorso integra il FARE STORIA I nuovi mondi e la scoperta dell’altro. È aperto da un brano di Fernand Braudel e da un brano dello storico burkinabé Joseph KiZerbo, entrambi esemplificativi della brutale razzia di ricchezze umane e materiali compiuta dagli europei a danno del continente africano. Seguono, per introdurre la discussione sulla presenza degli spagnoli nelle Americhe, tre testi estremamente significativi dal punto di vista economico-giuridico, culturale e religioso. Nel primo Cristoforo Colombo invita i sovrani spagnoli a procedere con urgenza alla cristianizzazione dei nuovi territori, garantendo così alla Corona lo sfruttamento delle ricchezze locali. Nel secondo viene sancito con le bolle promulgate da Alessandro VI il diritto degli spagnoli al possesso dei nuovi territori scoperti. Nel terzo, infine, leggiamo le parole di Hernán Cortés, conquistatore del Messico. I due brani successivi, di Gonzalo F. de Oviedo y Valdés, sono indicativi delle opinioni espresse nel corso del XVI secolo da viaggiatori, osservatori di storia naturale, cronisti e storiografi; in questi testi è possibile riscontrare la difficoltà di descrivere, e quindi divulgare in termini comprensibili ai lettori, fenomeni naturali e costumi sociali sconosciuti e insoliti. Inoltre, viene dato ampio spazio al tema della «bestialità» degli indiani. Segue una pagina scritta alla metà del XVI secolo dal missionario Bartolomé de Las Casas, «difensore» degli indiani. L’antropofagia infine, che suscitò insieme vivace interesse e marcato disgusto negli europei dell’epoca, è argomento di alcuni celebri saggi del filosofo Michel de Montaigne. 15 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA d d d d d d d d 5-03-2009 18:20 Pagina 16 Espansioni in Ares Fernand Braudel Gli europei nel mondo Joseph Ki-Zerbo Il commercio degli schiavi neri Cristoforo Colombo L’Europa scopre l’America Alessandro VI Le bolle «Inter caetera» Hernán Cortés Relazione a Carlo V Gonzalo F. de Oviedo y Valdés Depravazioni sessuali degli indios Gonzalo F. de Oviedo y Valdés Caratteristiche somatiche e antropologiche Bartolomé de Las Casas Il genocidio degli indios Michel de Montaigne Dei cannibali Michel de Montaigne Delle carrozze L’economia europea nel ’500 Questo percorso è dedicato agli sviluppi molteplici e contraddittori dell’economia europea nel corso del XVI secolo. In apertura lo storico tedesco Wilhelm Abel descrive i fenomeni caratteristici dell’espansione agricola europea del XVI secolo (aumento delle superfici coltivate e crescita dei quozienti di resa), mentre Carlo M. Cipolla sottolinea come le scoperte transoceaniche furono all’origine di una grandiosa rivoluzione culturale e di profonde trasformazioni economiche. Per illustrare la situazione inglese del XVI secolo abbiamo scelto un documento redatto nel 1549, che descrive il drammatico momento che il paese stava attraversando, caratterizzato da una forte lacerazione del tessuto sociale. Concludono il percorso le pagine dello storico Fernand Braudel, il quale ci propone un’interessante interpretazione d’insieme sull’evoluzione economico-sociale del mondo moderno. Wilhelm Abel L’espansione agricola del XVI secolo Carlo M. Cipolla Conseguenze delle esplorazioni transoceaniche d Anonimo di Il peggioramento delle condizioni di vita in Inghilterra Fernand Braudel Vita materiale, economia di mercato e capitalismo 16 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 17 UNITÀ6 LA FINE DELL’UNITÀ RELIGIOSA Percorsi tematici Le origini della Riforma protestante La fine dell’unità religiosa non può essere pienamente spiegata senza dare uno sguardo a ciò che accadeva nell’ambito religioso agli inizi del XVI secolo. Sebbene la corte papale appaia sempre più coinvolta negli affari italiani e i pontefici dell’epoca sembrino essere più interessati al lustro artistico che all’impegno religioso della Curia, la religione, come dimostra Lucien Febvre, gioca ancora un ruolo preminente nella vita quotidiana degli europei. L’umanista Erasmo da Rotterdam è autore di una critica feroce nei confronti degli ordini religiosi regolari, attenti più alle pratiche esteriori della vita ecclesiastica che a una religiosità interiore. Una più sistematica contestazione della Chiesa cattolica partirà invece dalla Germania. L’occasione verrà data proprio dal mercato delle indulgenze portato avanti da Alberto di Hohenzollern e da Leone X, cui risponderanno le 95 tesi di Lutero che, come osserva Roland H. Bainton, avevano come scopo quello di correggere alcuni errori e abusi legati a questa pratica. L’opera di Martin Lutero, del quale presentiamo alcune pagine, incoraggiata da alcuni principi tedeschi stanchi delle vessazioni della Curia romana, continuerà e la sua teologia porterà alla definitiva rottura con Roma e all’enunciazione di un pensiero teologico-politico diverso da quello medievale. La Riforma tedesca, dominata da Lutero, conobbe anche altri protagonisti tra cui Thomas Müntzer, uno dei capi della rivolta contadina del 1524, la cui opera è inquadrata dall’analisi di Joseph Lortz ed Erwin Iserloh. Il fallito tentativo di riconciliazione ad Augusta, nelle pagine dalla Confessione augustana, e la rottura di Lutero con Erasmo sulla questione del libero arbi17 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 18 Espansioni in Ares trio porteranno la Riforma tedesca a essere connotata sempre più da caratteri nazionali e a circoscriversi in un ambito piuttosto ristretto, quello dei principi che accetteranno il messaggio luterano. d d d d Lucien Febvre Religione e vita quotidiana Erasmo da Rotterdam La follia degli ordini religiosi Roland H. Bainton Le «95 tesi» e il problema delle indulgenze Martin Lutero «Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca» Martin Lutero La giustificazione per fede Joseph Lortz - Erwin Iserloh Il radicalismo religioso di Thomas Müntzer Filippo Melantone La «Confessione augustana» La Riforma in Svizzera e le correnti radicali Qualche anno dopo la protesta di Lutero, l’idea di una Chiesa che doveva essere riformata oltrepassò i confini della Germania per approdare nei cantoni svizzeri. La città di Zurigo legherà la sua riforma alla figura di Zwingli, il quale riuscirà per la prima volta a imporre un’azione riformata con il consenso di un consiglio cittadino, come ben evidenzia Emidio Campi. A Ginevra invece Giovanni Calvino sistemerà in maniera organica il pensiero riformato nell’opera Istituzione della religione cristiana. Le idee di Calvino sulla predestinazione, analizzate da Alister McGrath, e la sua fermezza nei confronti di una riconciliazione ormai impossibile con il cattolicesimo, portarono il calvinismo a divenire la forma più intransigente e aggressiva di protestantesimo, come leggiamo nella Difesa della Riforma. Per alcuni sociologi come Max Weber, ancora, la dottrina calvinista della predestinazione fu tra i fondamenti della moderna mentalità capitalista. Dopo gli anni ’30 del XVI secolo la Riforma protestante tese sempre più a istituzionalizzarsi e a espellere dal suo interno quelle figure di dissenso che non erano d’accordo con i princìpi della nuova ortodossia riformata. È il caso di gruppi minoritari come gli anabattisti, le cui posizioni sono descritte dallo storico Delio Cantimori, e come gli antitrinitari, su cui leggiamo un brano dello storico Massimo Firpo, che per le loro idee furono espulsi e perseguitati sia nei paesi cattolici sia in quelli protestanti, ma anche di intellettuali come Sébastien Castellion, portavoce della tolleranza religiosa. Emidio Campi L’opera riformatrice di Zwingli d Giovanni Calvino L’«Istituzione della religione cristiana» 18 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 19 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Alister McGrath Calvino e la predestinazione d Giovanni Calvino Difesa della Riforma Max Weber Protestantesimo e capitalismo Delio Cantimori L’anabattismo Massimo Firpo Gli antitrinitari d Sébastien Castellion Il problema della tolleranza religiosa Rinnovamento della Chiesa cattolica e Controriforma Sino ad alcuni decenni fa la storiografia aveva visto la risposta cattolica come piuttosto tradizionale e reazionaria rispetto alle novità apportate dal protestantesimo. In realtà anche nel cattolicesimo vi furono fermenti innovatori che oggi vanno sotto il nome di «riforma cattolica», come afferma lo storico Hubert Jedin. A questi fermenti innovativi appartengono senza dubbio la nascita di nuovi ordini religiosi, tra i quali giganteggia la Compagnia di Gesù che, con la sua organizzazione, analizzata da Pietro Caiazza, e la sua ferrea disciplina, istituita da Ignazio di Loyola, diverrà un modello per la nuova Chiesa post-tridentina. Un tentativo di riforma dell’organizzazione ecclesiastica sarà invece fatto sotto il pontificato di Paolo III con il Consilium de emendanda Ecclesia. Convocato tardivamente e dopo che ormai si erano consumati gli ultimi tentativi di conciliazione con i luterani a Ratisbona, nel 1541, il Concilio di Trento e l’esito dei suoi lavori saranno fondamentali per la dogmatica e la disciplina ecclesiastica della Chiesa cattolica. I suoi decreti dogmatici non concessero nulla al protestantesimo, ma il rinnovamento della disciplina ecclesiastica permise una rivitalizzazione della Chiesa cattolica, almeno da un punto di vista spirituale. Determinanti in questa rinascita saranno le figure dei vescovi, obbligati a risiedere nella propria diocesi, come ben evidenzia Adriano Prosperi. Hubert Jedin Riforma cattolica e Controriforma d Ignazio di Loyola Gli «Esercizi spirituali» Pietro Caiazza La Compagnia di Gesù d Commissione pontificia Il «Consilium de emendanda Ecclesia» d Concilio di Trento Il Concilio di Trento Adriano Prosperi I doveri dei vescovi La religiosità popolare Lo storico Peter Burke si sofferma nelle sue pagine sul significato libe19 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 20 Espansioni in Ares ratorio del Carnevale presso i ceti popolari a fronte del conflitto religioso del XVI secolo, che margineralizzerà le manifestazioni religiose popolari, sino a reprimerle o a controllarle. È quanto emerge soprattutto dall’analisi del fenomeno della stregoneria effettuata dallo storico Carlo Ginzburg, che mostra come la lettura del sabba e di altri riti fosse profondamente diversa nel popolo rispetto a quanto affermato nella trattatistica ufficiale, quale quella del Malleus Maleficarum di Heinrich Institor e Jakob Sprenger, dove appare chiara, invece, la congiunzione tra sesso debole e culto satanico. La religiosità popolare infine sarà convogliata in manifestazioni, controllabili da parte della Chiesa, che andranno a formare il patrimonio della pietà popolare, secondo i meccanismi descritti dallo studioso tedesco Hubert Jedin. Peter Burke Il mondo alla rovescia Carlo Ginzburg Folklore, magia, religione d Heinrich Institor - Jakob Sprenger Perché le donne diventano streghe Hubert Jedin La pietà popolare 20 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 21 UNITÀ7 MONARCHIE E IMPERI NELL’EUROPA DEL ’500 Percorsi tematici L’Impero e le grandi monarchie Le strutture statali europee tra XVI e XVII secolo offrono un quadro complesso e articolato a seconda delle situazioni locali. In questo percorso, concentrandoci sull’Impero asburgico e le grandi monarchie, evidenziamo la specificità delle vie nazionali nel processo di evoluzione verso lo Stato moderno. Gli ideali di rinascita imperiale che aprono il XVI secolo sono testimoniati in prima persona da Carlo V nel suo «testamento politico». Il documento permette di cogliere la personalità e le aspirazioni politiche del grande imperatore, profondamente diverse dalle caratteristiche tipicamente spagnole del regno di suo figlio Filippo II, sintetizzate da Fernand Braudel. Descrivendo la vita quotidiana di Filippo II, il brano di Geoffrey Parker completa il quadro delle differenze tra i due grandi protagonisti del secolo: alla figura dell’imperatore combattente e continuamente in movimento di Carlo V si contrappone un re-funzionario, quotidianamente alle prese con la complessa burocrazia del suo Stato. Nell’Inghilterra della seconda metà del XVI secolo si manifestò un antagonismo crescente tra la Corona e il Parlamento; il ruolo svolto da quest’ultimo viene descritto nel brano di sir Thomas Smith risalente al periodo elisabettiano. Un intenso ritratto della regina Elisabetta viene tracciato dal diplomatico veneziano Giovan Carlo Scaramelli che la incontrò pochi giorni prima della sua morte. Il significato politico, culturale e sociale della pacificazione religiosa in Francia è ben testimoniato dalle parole minacciose con le quali Enrico IV si rivolse al Parlamento di Parigi nel 21 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 22 Espansioni in Ares 1599. Alcuni passaggi del Testamento politico di Richelieu offrono un quadro della situazione francese nella prima metà del ’600 e del pensiero politico del grande statista che riportò il suo paese al vertice della politica europea. Chiude il percorso un brano di Roland Mousnier sulla stratificazione sociale per ordini che, pur riferendosi in particolare alla Francia, introduce un discorso più generale sui rapporti tra società e Stato moderno. d Carlo V Il testamento politico Fernand Braudel Gli imperi del ’500 e lo spazio Geoffrey Parker Filippo II e il «mestiere di sovrano» d Thomas Smith Il Parlamento inglese: autorità e funzioni d Giovan Carlo Scaramelli Un ritratto della regina Elisabetta d Enrico IV Difesa dell’Editto di Nantes d Richelieu L’ordine naturale della società e le funzioni del re Roland Mousnier La stratificazione sociale per ordini Burocrazia, esercito e politica finanziaria Una prospettiva privilegiata per individuare le linee evolutive dello Stato moderno è l’analisi di tre settori chiave – burocrazia, esercito, finanze – e dei complessi rapporti che li legano. Lo sviluppo della moderna burocrazia, con la sua particolare concezione dello Stato, è il tema affrontato da Federico Chabod a partire dall’esempio offerto da Milano durante la dominazione spagnola. Una caratteristica dei sistemi amministrativi del tempo è la venalità delle cariche: due documenti del XVI e XVII secolo sono testimonianza delle prime reazioni provocate dal ricorso sempre più esteso a questo espediente vantaggioso per le finanze statali. Il rapporto tra lo sviluppo dell’assolutismo e l’evoluzione tecnico-organizzativa degli eserciti è invece analizzato dallo storico Victor G. Kiernan. L’importanza della guerra con i suoi risvolti economici e organizzativi è accentuata da Charles Tilly fino al punto da far dipendere da essa il processo di evoluzione dello Stato moderno, mentre la politica finanziaria – terzo settore chiave dello Stato moderno – è al centro dell’analisi dello storico dell’economia Gabriel Ardant. Federico Chabod «Gratia» e «offitio»: due mentalità a confronto d Anonimo di La vendita degli uffici d Pomponne de Bellièvre Contro la «paulette» Victor G. Kiernan Mercenari stranieri e monarchie assolute 22 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 23 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Charles Tilly Come la guerra produsse gli Stati e viceversa Gabriel Ardant L’organizzazione finanziaria nella formazione degli Stati Il dibattito sullo Stato Il progressivo evidenziarsi dei caratteri di novità dello Stato moderno rispetto alla storia precedente ha sollevato un dibattito teorico via via più acceso, che ha il suo ideale iniziatore in Niccolò Machiavelli; nelle pagine del Principe e dei Discorsi emergono i temi che saranno continuamente ripresi dai pensatori politici successivi. Nel corso del XVI secolo il pensiero politico si evolve acquisendo il fondamentale concetto di «sovranità», esplicitamente tematizzato nelle pagine di Jean Bodin. Una immagine complessiva dello Stato moderno e delle fasi del suo sviluppo storico emerge dal brano di Pierangelo Schiera, con cui si chiude questo percorso. d d d d Niccolò Machiavelli «De Principatibus novis qui armis propris et virtute acquiruntur» Niccolò Machiavelli La religione «secondo l’ozio e non secondo la virtù» Jean Bodin Le vere prerogative della sovranità Jean Bodin Della nascita, crescita, perfezione, decadenza e rovina degli Stati Pierangelo Schiera Lo Stato moderno 23 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 24 UNITÀ8 CRISI E RIVOLUZIONI NEL ’600 EUROPEO Percorsi tematici La crisi economica Sull’esistenza di una crisi economica di vaste proporzioni gli storici sono stati concordi. Le divergenze sono nate piuttosto sulle cause, sulla portata e le scansioni cronologiche della crisi, sulle sue relazioni con i fenomeni di natura sociale o politica. Anche chi è sembrato più scettico nei confronti della tesi di un’unica «crisi generale» ha dovuto segnalare il difficile momento dell’economia in vaste aree e in diversi periodi del XVII secolo. Sulla scorta di questa omogeneità di giudizi, è opportuno mostrare, in concreto, alcuni fatti demografici ed economici che avvalorano l’immagine di un secolo difficile. In particolare, dobbiamo ad Aldo De Maddalena una sintetica ed efficace descrizione delle crisi e delle trasformazioni economiche del periodo. Paolo Malanima si occupa della prima crisi che colpì l’economia europea tra la fine del ’500 e l’inizio del ’600, particolarmente sensibile nel settore agricolo, cercando di ricostruirne le cause. Sulla situazione economica dell’Olanda e dell’Inghilterra – i due paesi che negli anni della crisi si contesero il primato economico – e dell’Italia indagano rispettivamente Jonathan I. Israel e Maurice Aymard. Confrontando questi diversi contesti, infatti, è possibile delineare un quadro assai più mosso di quanto la semplice nozione di «crisi generale» possa mostrare. Aldo De Maddalena Crisi e trasformazioni economiche Paolo Malanima L’interruzione della crescita Jonathan I. Israel Olanda e Inghilterra negli anni della «crisi del ’600» 24 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 25 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Maurice Aymard L’economia italiana in declino Un secolo «barocco» L’origine del termine «barocco» è controversa: l’espressione «argomentare in barocco» indicava, nella filosofia scolastica medievale, un discorso molto artificioso; poi, tra ’400 e ’500, comparve l’aggettivo francese baroque (dal portoghese barroco), che designava, negli inventari di gioielli, un tipo di perla dai contorni molto irregolari e, in senso traslato, qualcosa di bizzarro e inconsueto. Qualsiasi ipotesi si voglia accreditare, è certo che, verso la fine del ’600, il termine entra a far parte del linguaggio della società colta proprio in questa seconda accezione figurata. A questa tradizione si sono richiamati gli studiosi di arte e di letteratura, che tra ’800 e ’900 hanno costruito la fortuna del vocabolo, definendo «barocchi» gli stili artistici prevalenti nel XVII secolo. In questo percorso non si intende rileggere, tuttavia, l’intera vicenda del termine. Interessa invece mostrare come, per gli storici, il concetto di «barocco» si sia dimostrato capace di qualificare un’intera epoca. È il caso di José A. Maravall, che vi ha intravisto l’espressione culturale della «crisi generale» del XVII secolo. Anche per Rosario Villari si può usare l’aggettivo «barocco» per descrivere un secolo ricco di tensioni e contraddizioni, ma a patto di non dimenticare i tratti di stabilità delle società europee del ’600. José A. Maravall Il «barocco»: espressione della «crisi del ’600» Rosario Villari Il ’600: secolo di contrasti e di equilibri La crisi politica Sugli aspetti politici della «crisi del ’600» il dibattito è stato molto serrato. La presenza di rivolte e rivoluzioni nei maggiori paesi europei, nello stesso torno di anni, è stata considerata dalla storiografia di ispirazione marxista come il sintomo di un duro scontro fra classi, legato ai grandi mutamenti economici e sociali del XVII secolo. Altri indirizzi storiografici hanno invece fatto notare come, di fronte al crescente processo di accentramento amministrativo e fiscale degli Stati, siano le aristocrazie, i notabili e le masse contadine a opporre una resistenza, per conservare le proprie antiche libertà. L’interpretazione marxista è offerta dal brano di Eric J. Hobsbawm, che si sofferma a lungo sulla dimensione economica della «crisi del ’600», per poi riconoscere come suo unico esito positivo l’evento rivoluzionario inglese. Hugh R. Trevor-Roper e Niels Steensgaard mostrano un punto di vista estremamente critico a riguardo, riconoscendo dietro i sommovimenti di metà ’600 alcuni elementi tipici della vita politica della prima età moderna: il rapporto tra corte sovrana e paese, le resistenze all’accentramento assolutistico, il particolarismo localistico. A Roland Mousnier spetta invece il compito di illustrare due noti casi di rivolte contadine. 25 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 26 Espansioni in Ares Eric J. Hobsbawm La Rivoluzione inglese: un prodotto della «crisi del ’600» Hugh R. Trevor-Roper La rottura dei rapporti tra Stato e società Niels Steensgaard La crisi politica Roland Mousnier Le rivolte contadine: i «Nu-Pieds» e i «Croquants» Il secolo del soldato Nel ’600, come appare chiaramente dalle testimonianze dei contemporanei, la guerra diventa straordinariamente brutale: il crudo resoconto di Johann J.Ch. Grimmelshausen sui saccheggi ne è un esempio. Non è la violenza, tuttavia, la caratteristica peculiare del fenomeno militare del XVII secolo. Appare infatti molto più significativa l’evoluzione tecnico-tattica dell’arte della guerra: aumenta il numero dei soldati impiegati, cresce la disciplina, la tecnologia nel campo delle armi avanza rapidamente. I due documenti di Cesare Brancaccio e di Maiolino Bisaccioni trattano invece dell’immagine del soldato, contesa fra i tradizionali valori (come il coraggio individuale) e le nuove esigenze di una disciplina sempre più organizzata. d Johann J.Ch. Grimmelshausen Le scorribande della «soldataglia» d Cesare Brancaccio L’immagine del soldato d Maiolino Bisaccioni La dura realtà della guerra La Rivoluzione inglese Caduta in ombra l’interpretazione che considerava la rivoluzione inglese la prima rivoluzione «borghese» dell’età moderna, volta ad abbattere i residui «feudali» e a instaurare un regime politico più favorevole allo sviluppo del «capitalismo», la storiografia più avvertita penetra all’interno dei meccanismi che condussero alla guerra civile e al rovesciamento della monarchia con estrema cautela, facendo attenzione a tutti i diversi terreni del conflitto. Una simile premura caratterizza il nostro percorso: la dimensione religiosa dello scontro è visibile attraverso l’esempio di predicazione puritana di Richard Baxter, la ricostruzione fatta da Henry N. Brailsford del movimento dei levellers e da Christopher H. Hill delle più radicali opinioni religiose; sul terreno più propriamente politico, un primo brano di Lawrence Stone offre un quadro dei protagonisti della guerra civile (primo fra tutti il Parlamento), mentre importanti documenti (il Patto del Popolo, i Dibattiti di Putney e i verbali del processo a Carlo I) permettono di giungere al cuore dello scontro: la caduta violenta della monarchia e la resa dei conti all’interno dell’eterogeneo schieramento vincitore, con la liquidazione delle fazioni più radicali. Ancora a Lawrence Stone spetta il compito di dare un bilancio in prospettiva dell’esperienza rivoluzionaria inglese. 26 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 27 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Richard Baxter Un manuale pratico di «vita cristiana» Lawrence Stone I protagonisti della Rivoluzione Christopher H. Hill Il mondo alla rovescia d Petty - Rainborough - Sexby Il «Patto del Popolo» d Petty - Rainborough - Sexby I «Dibattiti di Putney» Henry N. Brailsford I «levellers» d Corte del Parlamento inglese Il processo a Carlo I Lawrence Stone Il lascito della Rivoluzione inglese 27 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 28 UNITÀ9 L’ITALIA BAROCCA Percorsi tematici Un’età di decadenza Chi visse nel ’500 e ’600 non considerò particolarmente grave il fatto che diversi Stati della penisola avessero perso l’indipendenza politica. Solo nell’800 (durante il Risorgimento e subito dopo l’Unità), gli storici valutarono negativamente il periodo, poiché allora era iniziata quell’odiosa dominazione straniera che, per molto tempo, aveva oppresso l’Italia. Che i secoli XVI e XVII fossero un’età di «decadenza» non fu più contestato, come dimostrano tutti i manuali per le scuole, fino ai nostri giorni. Qui non si vuole, tuttavia, ribaltare il giudizio: è sufficiente ricordare che anche radicate tesi storiografiche sono, a loro volta, un fatto storico, dettate da particolari contesti politico-sociali e posizioni culturali ben riconoscibili. Il carattere moralistico di molte interpretazioni del periodo in esame, da parte di storici del Risorgimento, è ricordato da Benedetto Croce, il quale legge secondo le proprie convinzioni filosofiche la «decadenza» italiana del ’500 e ’600. Alberto Asor Rosa indica la Chiesa cattolica come responsabile della sospensione della crescita italiana, dal momento che essa riuscì a controllare non solo la cultura, ma anche l’intera società. Una lettura diversa del periodo offre Fernand Braudel, che invita a non sottovalutare il ruolo ancora interpretato dall’Italia nell’età «barocca». Giuseppe Galasso ripropone, ma in modo assai più articolato, la tesi della «decadenza», considerandone principale manifestazione il divario che si crea, proprio nei secoli XVI e XVII, tra il cammino italiano e quello degli altri paesi europei, in termini di crescita economica. d Benedetto Croce La «decadenza» dell’Italia Alberto Asor Rosa Il ruolo della Chiesa cattolica Fernand Braudel L’Italia del ’500-600, ancora al centro della cultura europea Giuseppe Galasso Il «tramonto» italiano nell’età barocca 28 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 29 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA La riflessione politica Alcuni temi elaborati dalla cultura politica sono centrali per comprendere l’Italia del ’500-600. Non v’è dubbio, infatti, che furono anni di intensa riflessione: trattati, Istruzioni, Avvertimenti erano indirizzati ai governanti e a tutto il personale alle loro dipendenze; d’altro canto, i sovrani favorivano la formazione di una omogenea cultura politica, capace di guadagnare consenso al loro dominio. Un panorama è offerto da Mario Rosa, che non solo illustra i principali temi del periodo (primo fra tutti la «conservazione» dello Stato), ma segnala anche i punti di contatto fra potere e mondo della cultura (le accademie e le università), indicando, infine, le linee di evoluzione della cultura politica del secondo ’600. Brani tratti dall’opera Della ragion di Stato di Giovanni Botero danno un esempio di che cosa si proponesse a un principe, in grande libertà da ogni principio morale, per conservare e accrescere il dominio sul proprio Stato. Si trattò, insomma, di una riflessione estremamente disincantata, molto lontana dal culto rinascimentale della virtù, pronta a condannare il pensiero di Niccolò Machiavelli come amorale, ma, nei fatti, incline a seguirlo nel considerare etica e politica definitivamente separate. Ciò traspare, come dimostra Rosario Villari, dalla elaborazione di un importante concetto: la «dissimulazione», che giustificava caute forme di opposizione politica. Mario Rosa Tratti fondamentali della cultura politica d Giovanni Botero Che cosa sia Ragione di Stato d Giovanni Botero Capi di prudenza Rosario Villari Una forma di opposizione politica: la «dissimulazione» L’influenza della Chiesa La Chiesa cattolica è stata a lungo considerata responsabile della «decadenza» dell’Italia nei secoli XVI e XVII. In questo percorso esamineremo in dettaglio alcuni aspetti della sua presenza. La prima avvertenza è di non cadere nell’eccesso di immaginare un paese preda di attività «poliziesche» da parte delle autorità ecclesiastiche: in generale, nell’età moderna, nessun potere, civile o religioso, era in grado di controllare minuziosamente i comportamenti della società e poteva imporre solo con grandi difficoltà il proprio volere a popolazioni recalcitranti in massa. Ma, indubbiamente, alcuni provvedimenti ebbero un grave peso. L’Indice dei libri proibiti stabiliva quali fossero le letture lecite e cercava di frenare i contatti con i paesi di confessione riformata, dove vi era una vivace produzione culturale e scientifica. Che tali sforzi non avessero sempre successo appare da un documento reperito nell’Archivio Segreto Vaticano, che mostra come proprio il personale del Sant’Uffizio (il tribunale per la difesa della fede) permettesse a Firenze la lettura delle opere di Niccolò Machiavelli, autore aspramente condannato. 29 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 30 Espansioni in Ares Proprio delle principali caratteristiche del Sant’Uffizio e del suo operato tratta il brano di Adriano Prosperi. Seguono documenti del processo a Galileo Galilei, vicenda nota, complessa, gravida di conseguenze sui successivi sviluppi della cultura scientifica italiana. Chiudono il percorso le pagine della storica Anna Foa, che analizza la segregazione ebraica nei ghetti, sancita dalla bolla papale del 1555. d Roberto Bellarmino L’«Indice dei libri proibiti» d Segreteria di Stato della Santa Sede Machiavelli all’«Indice»? Adriano Prosperi La crudele Inquisizione d Galileo Galilei Lettera a Paolo Sarpi d Niccolò Lorini Denuncia al Sant’Uffizio d Galileo Galilei L’abiura Anna Foa La creazione dei ghetti Il contrasto Roma-Venezia Merita un percorso a sé il più importante contrasto giurisdizionale del ’600, quello che vide opposti la Santa Sede e la Repubblica di Venezia, tra il 1606 e il 1607. L’elemento scatenante del conflitto fu come è noto l’arresto di due religiosi, rei di gravi delitti, che Roma intendeva processare, sottraendoli ai tribunali veneti. Ma vi erano anche altri motivi di attrito: due leggi della Repubblica che imponevano la previa autorizzazione delle autorità civili per la costruzione di edifici ecclesiastici e, soprattutto, i buoni rapporti intrattenuti dai veneziani con inglesi e olandesi, di confessione riformata. La pretesa della Santa Sede che le leggi già emanate fossero ritirate e i due religiosi consegnati suscitò indignate reazioni e fu respinta: papa Paolo V, allora, emanò contro Venezia l’Interdetto. Il momento fu grave. Si sfiorò la guerra, ma la volontà degli spagnoli di mantenere la pace in Italia e la mediazione diplomatica francese riuscirono a portare a un accordo. Le vicende dell’Interdetto sono ricordate nelle pagine quasi coeve di Fulgenzio Micanzio, mentre di Paolo Sarpi è riportato un brano di una lettera che lucidamente definisce le pretese egemoniche del papato della Controriforma come «totato». d Fulgenzio Micanzio L’«Interdetto» di Venezia d Paolo Sarpi Il papato come «totato» Il Mezzogiorno e la rivoluzione napoletana del 1647 La rivoluzione napoletana del 1647 fu uno dei pochi avvenimenti politici italiani del ’500-600 capaci di grande risonanza in tutta 30 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 31 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Europa, percorsa anch’essa alla metà del secolo da rivolte e rivoluzioni. Per essere ben compresi, gli eventi devono tuttavia essere inquadrati all’interno degli sviluppi economico-sociali e politici del Mezzogiorno. La ripresa della pressione feudale promossa dalla nobiltà nei primi decenni del ’600 fu, secondo Rosario Villari, la causa principale della «guerra contadina» che esplose nelle campagne meridionali nel 1647, in concomitanza con l’insurrezione cittadina a Napoli. I due documenti successivi illustrano invece da vicino il panorama politico e sociale della rivolta: il giurista Giulio Genoino elenca le principali richieste, tra cui una consistente diminuzione delle tasse, mentre Maiolino Bisaccioni delinea il ritratto del principale protagonista dell’insurrezione, Masaniello. Concludono il percorso le pagine di Giuseppe Giarrizzo, che ricostruisce le rivolte siciliane del 1646-47. Rosario Villari La ripresa della nobiltà tradizionale d Giulio Genoino Le richieste degli insorti d Maiolino Bisaccioni Una cronaca della rivoluzione napoletana del 1647 Giuseppe Giarrizzo La Sicilia in rivolta 31 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 32 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 33 VOLUME 2 Dal 1650 al 1900 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 34 UNITÀ1 L’EUROPA DI «ANCIEN RÉGIME» Percorsi tematici Demografia e famiglia Le caratteristiche demografiche delle società preindustriali sono al centro dell’analisi dei brani presentati in questo percorso. L’andamento della popolazione viene messo in relazione, dagli autori, a fenomeni di vario tipo: alle trasformazioni economiche, innanzitutto, ma anche al mutamento dei comportamenti demografici e alla struttura della famiglia che hanno caratterizzato la società d’ancien régime. La teoria proposta da Thomas Robert Malthus, che descrive la ciclicità del rapporto tra popolazione e risorse, esprime la preoccupazione per gli effetti delle leggi di assistenza ai poveri, che ritroviamo in molti scritti dell’epoca. Secondo l’autore, esse, eliminando i freni naturali all’aumento demografico, favorirebbero la sovrappopolazione. In questo modello il matrimonio tardivo – di cui Ernst Hinrichs analizza le motivazioni economiche, sociali e culturali – costituiva una forma di adattamento della società alle difficoltà ambientali e alimentari e di controllo della crescita demografica. Caratteristico del sistema demografico d’ancien régime era un alto tasso di mortalità, sulle cui cause si sofferma Lawrence Stone. La trasformazione dei rapporti familiari e gli inizi della contraccezione in Francia nel XVIII secolo sono al centro dell’analisi di Jean Louis Flandrin, mentre nelle pagine di Philippe Ariès si ripercorrono le tappe che hanno segnato l’evoluzione del modo di considerare l’infanzia; poi Dominique Julia legge le difficili condizioni di vita dei bambini cresciuti in famiglie popolari. Infine il brano di Natalie Zemon Davis ci offre alcune ipotesi sul significato dell’immagine, diffusa nelle società preindustriali, della donna al comando, fattore di rottura di gerarchie e schemi tradizionali. 34 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 35 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Thomas R. Malthus Crescita demografica e società Ernst Hinrichs Matrimonio tardivo e crisi demografiche Jean L. Flandrin Gli inizi della contraccezione Lawrence Stone Mortalità e igiene Philippe Ariès La scoperta dell’infanzia Dominique Julia Infanzie popolari Natalie Zemon Davis La «donna al comando» Ceti sociali ed economia Strutture tradizionali e fattori di trasformazione si accompagnano e si scontrano nell’evoluzione della società d’ancien régime, dando luogo a cambiamenti importanti nei sistemi produttivi, nelle tecniche, nei rapporti sociali. Il carattere ancora feudale del possesso della terra emerge dal documento sui Diritti signorili di Essigey; Pierre Goubert ricostruisce il quadro delle consuetudini, delle regole, dei comportamenti alla base dei rapporti tra il contadino e le istituzioni giuridiche e amministrative in Francia tra ’600 e ’700. Le consuetudini delle comunità di villaggio, i modelli che influivano sull’atteggiamento dei contadini nei confronti delle novità che rompevano con tradizioni consolidate sono al centro del brano di Barrington Moore jr. che ne analizza la crisi e la dissoluzione. È il caso del processo di privatizzazione della terra, attraverso le recinzioni, che nell’arco di due secoli ha trasformato il panorama agrario inglese e creato le basi per una nuova agricoltura, strettamente dipendente dal mercato. In questa trasformazione – per alcune aree agricole – ebbe un’importanza decisiva l’introduzione di nuove colture. Redcliff Nathan Salaman ripercorre le tappe della diffusione della patata, ritardata da una serie di pregiudizi relativi al consumo di questa pianta. Infine nel brano di Luciano Guerci viene descritto un importante fenomeno, caratteristico della fase che ha preceduto l’avvio della rivoluzione industriale: l’affermarsi del sistema dell’industria rurale domestica. d Anonimo di Diritti del signore feudale Pierre Goubert L’universo fiscale del contadino francese Barrington Moore jr. Le recinzioni Redcliff N. Salaman La diffusione della patata Luciano Guerci L’industria rurale domestica Nobiltà e ricchezza Le società europee, tra il XVI e il XVIII secolo, erano ancora basate, dal punto di vista giuridico, sulla tradizionale divisione per ceti. Il principio gerarchico fondato sul35 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 36 Espansioni in Ares la preminenza della nobiltà di sangue era tuttavia messo in discussione dall’esistenza di patenti di nobiltà che potevano essere acquistate. I simboli che, secondo Lawrence Stone, caratterizzavano la società inglese tra la fine del ’500 e la prima metà del ’600 erano il cappello e la frusta. Essi consentivano di riaffermare pubblicamente il principio della disuguaglianza e della subordinazione sociale e politica. Renata Ago, a sua volta, descrive le ambizioni delle famiglie nobili della Roma barocca, volte a far intraprendere la carriera ecclesiastica ai figli cadetti. L’Editto reale emanato da Luigi XIV in Francia, nel 1701, che doveva spingere la nobiltà a intraprendere attività considerate in antitesi con la propria condizione sociale, mostra la resistenza di questo ceto ad abolire regole e restrizioni che costituivano il punto di forza della propria funzione dominante. La difficoltà a dare una definizione della borghesia nell’ancien régime viene messa in rilievo da William Doyle, che indica due caratteri comuni agli appartenenti a questa fascia sociale: la ricchezza e la pretesa di uscire dalla propria condizione di origine. Pretesa a cui la nobiltà cercò di opporsi ponendo barriere sulla base dell’orgoglio di rango. Un motivo, quest’ultimo, su cui s’impernia la trama del romanzo di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio, di cui presentiamo alcune pagine. La tesi che l’ancien régime non abbia avuto termine improvvisamente, ma che sia sopravvissuto fino alla prima guerra mondiale è sostenuta nel brano di Arno J. Mayer, che sottolinea la sostanziale continuità delle strutture politiche, economiche e sociali dell’Europa tra il XVIII e il XIX secolo. Lawrence Stone Privilegi e autoritarismo Renata Ago Fare carriera nella Curia romana d Luigi XIV L’apertura del commercio dei grani alla nobiltà francese William Doyle I ricchi delle città: la borghesia Arno J. Mayer Il perdurare del vecchio ordine d Jane Austen «Orgoglio e pregiudizio» Emarginazione e controllo sociale La diffusione di una nuova etica del lavoro, l’esigenza di ordine e di stabilità sociale dei ceti dominanti sono alla base delle considerazioni svolte da Michel Foucault, che analizza il processo di separazione e internamento in istituti cui furono sottoposte, a partire dal XVI secolo, diverse categorie di individui: mendicanti, vagabondi, folli. Il Regolamento dell’Ospizio della Salpêtrière del 1721 mostra la nuova concezione che si è ormai affermata: il povero deve essere uniformato ai princìpi dell’ideologia dominante che combatte l’ozio, il vagabondaggio, la contestazione della società. Bronislaw Geremek, infine, ripercorre le tappe della politica sociale attuata dai pontefici a Roma, che segnano il distacco dalla 36 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 37 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA concezione medievale del povero e della carità: l’assistenza non è più compito del singolo, ma diventa pubblica, organizzata. Michel Foucault La grande reclusione d Ospizio della Salpêtrière La giornata dei reclusi Bronislaw Geremek La mendicità a Roma Alle origini della nuova scienza L’espressione «rivoluzione scientifica», intesa come descrizione del complesso di mutamenti che coinvolgono l’astronomia e le indagini sulla natura a partire dalla metà del ’500, viene introdotta nella seconda metà del ’900 dagli storici della scienza per sottolineare una radicale rottura con il passato che, senza negare la complessità e gli elementi di continuità del passaggio, va al di là delle singole scoperte per definire un modello alternativo di razionalità e un’immagine nuova di scienziato. I brani che presentiamo affrontano alcuni momenti nodali dell’affermarsi di questo complesso cambiamento culturale: dal rapporto tra fede e ragione nella lettera di Galileo Galilei a Benedetto Castelli all’acuta analisi di Francesco Bacone sui pregiudizi che impediscono agli uomini di raggiungere una conoscenza corretta, alla critica del sapere tradizionale di Cartesio, fino al posto tutto nuovo riservato all’uomo nel mondo, non più unico, descritto da Bernard de Bovier de Fontenelle. Infine il testo dello storico della filosofia Paolo Rossi illustra il farsi strada, seppur faticoso, del nuovo atteggiamento verso la tecnica. d d d d d d Galileo Galilei I due piani distinti della scienza e della religione Francesco Bacone Contro i pregiudizi Cartesio L’istruzione ricevuta in collegio a La Flèche Cartesio Critica della cultura del suo tempo Cartesio L’esperienza della vita e il ritorno su se stesso Bernard de Fontenelle La pluralità dei mondi spiegata alle dame Paolo Rossi Tecnica e scienza Il giusnaturalismo L’istanza razionalistica non investe soltanto l’indagine sulla natura, ma trova un fertile terreno di espressione nell’analisi del comportamento etico-politico. Il giusnaturalismo rappresenta proprio il tentativo di legittimare gli ordinamenti politici sulla base di argomentazioni puramente razionali. Accomunati da questa prospettiva i pensatori politici del ’600 37 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 38 Espansioni in Ares divergono invece sulla valutazione dello stato di natura, sulle condizioni del contratto e sui rapporti tra Stato e cittadino. Le pagine di Thomas Hobbes e di John Locke ci illustrano questa diversità di orientamenti su specifiche questioni, ma indicano allo stesso tempo, come obiettivi polemici comuni, la sovranità per diritto divino e il tradizionale modello aristotelico. Nelle pagine del filosofo Norberto Bobbio troviamo invece illustrato il complesso rapporto tra nascente società borghese e giusnaturalismo. È ancora l’appello alla ragione ad alimentare, in un periodo nel quale l’Europa è sconvolta dalle guerre di religione, la riflessione sulla tolleranza e sulla libertà di pensiero che troviamo nelle parole del filosofo Baruch Spinoza. d Thomas Hobbes L’origine dello Stato d John Locke La proprietà è un diritto naturale Norberto Bobbio Giusnaturalismo e società borghese d Baruch Spinoza La tolleranza La Francia di Luigi XIV Il percorso è interamente dedicato alla Francia assolutista di Luigi XIV. Uno degli elementi portanti dell’assolutismo fu l’opera di disciplinamento sociale e lo stesso Luigi XIV, descrivendo nei Mémoires gli anni del suo regno, li racconta come un grande processo di riorganizzazione nazionale. Una rigida etichetta regolava la vita del sovrano e della Corte tutta, secondo la ricostruzione del sociologo Norbert Elias; anche il sistema mercantilistico, la cui descrizione è affidata al ministro Jean-Baptiste Colbert, può essere considerato una forma di regolamentazione della vita economica. Sul piano istituzionale, la realtà francese nei secoli XVII e XVIII presenta residui di autonomie di origine feudale, che resistono al progetto centralizzatore della monarchia assoluta, come leggiamo nella Relazione all’intendente di Ormesson, mentre, come sottolinea lo storico Pierre Goubert, il privilegio rimane il cemento che faceva dei nobili francesi «antichi» e «moderni» un solo ceto. d Luigi XIV «Mémoires» Norbert Elias La società di corte d Jean-Baptiste Colbert Memoria sulle finanze d Signore di Camière Relazione all’intendente di Ormesson Pierre Goubert La nobiltà: una definizione 38 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 39 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Il modello inglese Questo percorso è dedicato alla Gran Bretagna, modello alternativo all’assolutismo francese. Descritti la monarchia costituzionale inglese attraverso gli atti che la istituirono – il Bill of Rights e l’Act of Settlement – e il pensiero filosofico che la fondò – quello di John Locke –, i testi che presentiamo affrontano alcune questioni centrali nella storiografia che riguarda l’Inghilterra del XVIII secolo. Guardando la storia «dall’alto» dei ceti proprietari, Lewis Namier definisce il governo inglese come un governo territoriale che rappresenta solo i «fili d’erba» che crescono sul suolo inglese e chiunque ne goda in qualche maniera (anche solo calpestandoli). Sull’altro fronte Edward P. Thompson, guardando «dal basso» la società inglese di allora con gli occhi dello storico-antropologo, riporta alla luce un mondo che risultava sommerso: quello dei lavoratori e della loro cultura politica. Tra le forme più tipiche di questa, Thompson individua la contestazione anonima, nella repressione della quale, con il Black Act sulla caccia e i diritti di proprietà, il patriziato dei whigs e dei tories si ritrova compatto. d Parlamento inglese Il «Bill of Rights» d Parlamento inglese L’«Act of Settlement» d John Locke Il diritto di resistenza Lewis Namier La terra come fondamento del diritto di cittadinanza Edward P. Thompson Società patrizia, cultura plebea d Parlamento inglese Caccia e diritti di proprietà Cultura e politica dell’Illuminismo Il processo di fondazione della mentalità moderna trova il suo momento culminante nell’Illuminismo, che amplia gli orizzonti dell’indagine razionale investendo con la sua critica ogni ambito della realtà, dalla religione al diritto fino alla stessa ragione, chiamata a dar conto dei suoi fondamenti. Nei testi di Voltaire, David Hume e Cesare Beccaria troviamo dibattuti questi temi e proposte categorie di analisi ispirate a criteri come l’utilità sociale o la felicità pubblica. La spiccata valenza critica che viene attribuita alla ragione assume un senso solo se la si inquadra nella tensione progettuale, nel costante rapporto tra teoria e prassi, che percorre tutto il pensiero illuminista e che si esprime con particolare evidenza nella riflessione politica, che sembra oscillare costantemente – come ci illustra lo storico Franco Venturi – tra utopia e riforma, tra disegni di trasformazione radicale e necessità di azione concreta, tra la straordinaria ampiezza degli spazi aperti dalla ragione e l’esigenza di iniziare immediatamente a percorrerli. A comprendere almeno in parte questo variegato panorama ci sono di aiuto le pagine di Jean-Jacques Rousseau e di Denis Diderot. 39 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 40 Espansioni in Ares Nel perseguire i loro scopi, e in modo coerente con le loro premesse, gli illuministi si rivolgono – contribuendo a formarlo – a un pubblico nuovo di lettori. La nascita e i caratteri di questa «Repubblica delle Lettere» sono descritti nelle pagine dello storico Robert Darnton attraverso l’analisi di uno schedario di polizia. Gli scrittori illuministi innovano fortemente le forme tradizionali dell’espressione filosofica e ne inventano di originali, come il racconto filosofico che, con il suo frequente uso della provocazione del paradosso, si rivela particolarmente adatto a un approccio asistematico e antidogmatico. In Micromegas Voltaire fa un uso brillante di questo agile strumento narrativo per mettere in rilievo le assurdità della società europea: nell’eleggere a protagonista del romanzo un abitante di Sirio, propone anche il tema del rovesciamento e del relativismo culturale, che si ritrova in Montesquieu e che esprime il nascere di un’attenzione nuova nei confronti della diversità, di una umanità differenziata la cui varietà si offre allo sguardo della ragione. Il terreno comune della ragione permette dunque l’affacciarsi in questo secolo della prospettiva antropologica ed etnologica, che trova un primo momento di formalizzazione istituzionale con la fondazione della «Società degli osservatori dell’uomo» e che si può avvalere dei crescenti contatti e quindi del confronto con le popolazioni extraeuropee. Il «selvaggio» diviene un elemento costante del pensiero illuminista, da un lato come luogo di discussione filosofica, dall’altro come esplorazione di nuovi territori, definizione di nuovi ambiti disciplinari, come si evidenzia nelle pagine di Guillaume-Thomas Raynal. Il ’700 non fu soltanto un secolo di idee ma anche un’età di riforme e in particolare l’età dei «sovrani illuminati». Alla utilizzazione della categoria «dispotismo illuminato» e alle contraddizioni interne a questa vicenda storica è dedicato il saggio dello storico Luciano Guerci. d d d d d d d d d d 40 Voltaire «Dio» Voltaire «Teista» David Hume La superiorità del politeismo Cesare Beccaria Dolcezza delle pene Cesare Beccaria Della pena di morte Cesare Beccaria Come si prevengano i delitti Franco Venturi Utopia e riforma Jean-Jacques Rousseau Del patto sociale Jean-Jacques Rousseau La sovranità è inalienabile Jean-Jacques Rousseau Del governo in generale Denis Diderot Agli insorti americani Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 41 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Robert Darnton Un poliziotto scheda la «Repubblica delle Lettere» d Voltaire Un gigante visita la Terra d Montesquieu Luigi XIV visto dal persiano Rica d Guillaume-Thomas Raynal Il «selvaggio» Luciano Guerci Il «dispotismo illuminato» 41 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 42 UNITÀ2 L’EUROPA E IL MONDO Percorsi tematici Oltre l’Europa In questo percorso analizziamo le relazioni tra l’Europa e il resto del mondo, caratterizzate all’inizio non solo dall’espansione commerciale ma anche dall’opera missionaria che, con i gesuiti, raggiunge vertici insuperati di innovazione e di capacità di adattamento. È il caso dell’affascinante e controverso esperimento degli «Stati missionari» fondati dai gesuiti in Paraguay, contestato dal ministro portoghese Pombal. Ma si veda anche la prudenza del gesuita Matteo Ricci nel suo apostolato in Cina e come il rifiuto dei cinesi ad accogliere la «misurazione del tempo», descritto da David S. Landes, riveli un’invalicabile diversità nelle strutture sociali e nella mentalità. La Gran Bretagna nel secolo XVIII deteneva il predominio del commercio marittimo internazionale. Gestiva il monopolio del traffico degli schiavi verso le Americhe, descritto in un brano di John Cary, contemporaneo di quegli eventi e, per mezzo della Compagnia delle Indie Orientali, esercitava sul subcontinente indiano un controllo che, nel tardo XVIII secolo, divenne non solo commerciale ma anche politico. I funzionari della Compagnia divennero anche strumenti di una penetrazione inversa: tornando in patria, infatti, essi importarono oggetti e abitudini che si diffusero rapidamente in tutta l’Europa, come racconta Giorgio Borsa. d Sebastião di Pombal Pombal contro gli «Stati missionari» dei gesuiti nel Paraguay d Matteo Ricci I gesuiti in Cina David S. Landes I cinesi e l’orologio d John Cary Il commercio degli schiavi neri Giorgio Borsa I «nabobs» all’assalto dell’Inghilterra puritana 42 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 43 UNITÀ3 L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI Percorsi tematici La rivoluzione americana Aprono questo percorso le pagine dello storico Guido Abbattista, che ricostruisce un profilo della società nordamericana alla vigilia della rivoluzione, evidenziandone similitudini e differenze rispetto alla società inglese. Della nascita degli Stati Uniti d’America si presenta l’atto costitutivo, cioè il testo della Dichiarazione di indipendenza votato il 4 luglio del 1776 dal II Congresso continentale delle colonie americane. Questo documento di poche pagine, redatto in larga parte da Thomas Jefferson, diverrà un modello per tutte le costituzioni liberali e democratiche del ’700 e dell’800. Seguono le pagine dello storico Perry Miller, che sottolineano le origini religiose della rivolta nelle colonie e il forte richiamo esercitato dal puritanesimo nella società americana. Chiudono la sezione le Note sulla Virginia (1781) di Thomas Jefferson. In queste pagine il futuro presidente degli Stati Uniti espone gli argomenti dell’ideologia ruralista che, all’indomani dell’indipendenza, caratterizzarono il programma del nascente partito democratico-repubblicano. Guido Abbattista La società nordamericana alla vigilia della rivoluzione d Thomas Jefferson La «Dichiarazione di indipendenza» Perry Miller Le radici religiose della rivoluzione americana d Thomas Jefferson I pregi della società rurale Aspetti e interpretazioni della rivoluzione francese I brani dedicati alla rivoluzione dell’89 in Francia sono presentati secondo un criterio cronologico, intrecciando ai problemi 43 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 44 Espansioni in Ares connessi al succedersi degli eventi le posizioni storiografiche che hanno dominato il vivace dibattito nel XX secolo. Per il periodo prerivoluzionario, le riflessioni di Roger Chartier sulla cultura e la società francesi rinnovano i termini del rapporto tra Illuminismo e rivoluzione, mentre i passi tratti dai Cahiers de doléances chiariscono alcune delle cause politico-sociali del fenomeno rivoluzionario. La Dichiarazione dei diritti del 1789, confrontata con quella del 1793, introduce alla fase propriamente rivoluzionaria ed è preceduta dalle classiche pagine di George Lefebvre sulla «grande paura» dell’89 e sui significati della rivolta contadina. George V. Taylor invece confuta, in base alle caratteristiche e alla distribuzione della ricchezza prodotta in Francia nel XVIII secolo, l’interpretazione della rivoluzione francese secondo il modello marxista di «rivoluzione borghese». Michel Vovelle espone i risultati dei nuovi studi sulla mentalità rivoluzionaria in merito alla sensibilità collettiva dei sanculotti parigini. Maximilien Robespierre indica nel criterio trascendente della Virtù il fondamento della democrazia, instaurata e conservata con sistemi terroristici. Lo storico François Furet, spesso al centro di vivaci polemiche, propone un tentativo di composizione delle divergenze ideologiche sul significato da attribuire alla vicenda rivoluzionaria, qui interpretata come prima esperienza politica di democrazia. Insistono sui significati simbolici e fortemente innovatori dell’azione politica rivoluzionaria le pagine della storica Lynn Hunt. Infine i testi di Edmund Burke e di Madame de Staël fanno luce sugli albori della storiografia sulla rivoluzione francese: da prospettive divergenti entrambi propongono una lettura degli avvenimenti rivoluzionari guidata dalla loro concezione della storia. d d d d d 44 Roger Chartier Le origini culturali della rivoluzione francese Anonimo di Cahier degli abitanti di La Chaleur, Viel-Moulin e Geligny Anonimo di Cahier della siniscalchia di Nîmes George Lefebvre La paura dei briganti Assemblea nazionale francese Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) Convenzione nazionale francese Dichiarazione dei diritti (1793) George V. Taylor Una «rivoluzione borghese»? Michel Vovelle Che cos’è un sanculotto? Maximilien de Robespierre Virtù e democrazia François Furet Complotto aristocratico e discorso sul potere Lynn Hunt La politicizzazione della vita quotidiana Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 45 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Edmund Burke «Riflessioni sulla rivoluzione in Francia» d Madame de Staël Considerazioni sul Terrore Il giacobinismo italiano Questo percorso è interamente dedicato al cosiddetto «triennio giacobino» (1796-99) in Italia. Del pensiero politico giacobino in Italia costituiscono due esempi contrapposti gli scritti del piacentino Melchiorre Gioia, riformista moderato del quale si ricordano le aspirazioni unitarie, e quelli del napoletano Vincenzio Russo, autore di un radicale progetto di democrazia popolare contadina, organizzata secondo un regime collettivistico. Il Russo fu anche tra i repubblicani che a Napoli, nel 1799, vararono il progetto di legge sull’eversione della feudalità nel Regno. Il testo fu applicato solo dopo lunghe discussioni. Ma l’abolizione di privilegi e diritti feudali, l’unico provvedimento che avrebbe potuto avvicinare le masse contadine e popolari alla causa repubblicana, arrivava troppo tardi. Anche a causa di ciò la rivoluzione napoletana del 1799 rimase, secondo la celebre definizione di Vincenzo Cuoco, una «rivoluzione passiva», destinata ad aver vita breve proprio per l’astrattezza dei princìpi che professava. Il percorso si chiude con le pagine di Renzo De Felice, che analizzano la forte connotazione religiosa dei fenomeni di panico popolare e l’ondata di miracoli verificatasi nello Stato pontificio tra il 1796 e il 1797. d d d d d d Melchiorre Gioia «Quale de’ governi liberi meglio convenga alla felicità d’Italia» Vincenzio Russo «XIV. Libertà» Vincenzio Russo «XV. Eguaglianza» Vincenzio Russo «XVIII. Proprietà» Governo provvisorio della Repubblica napoletana La legge feudale napoletana del 1799. Progetto Governo provvisorio della Repubblica napoletana La legge feudale napoletana del 1799. Redazione definitiva d Vincenzo Cuoco Una «rivoluzione passiva» Renzo De Felice «La Madonna apre gli occhi» Il sistema napoleonico Gli anni della dominazione napoleonica sono l’argomento di questo percorso. In apertura alcune norme tratte dal Codice civile, esteso da Napoleone a tutti i paesi del suo Impero e destinato, nei suoi princìpi, a sopravvivere quasi ovunque anche dopo il 1815. Seguo45 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 46 Espansioni in Ares no alcuni passi del decreto di istituzione della dignità imperiale (1804) e i testi dei proclami di Napoleone al suo esercito prima e dopo la battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805). Dopo il 1813, quando le prime sconfitte militari cominciarono a offuscare il mito di Napoleone invincibile stratega, si diffuse nel popolo, provato dalla crisi e dalle continue campagne di guerra, una «leggenda nera» di Napoleone, astutamente alimentata dalle opposizioni politiche. Le pagine dello storico Jean Tulard, ricche della documentazione dell’epoca, offrono un’efficace ricostruzione di quel clima. Lo storico John Stuart Woolf, invece, sottolinea la centralità dell’ideologia civilizzatrice dell’élite francese, che si impegnò a esportare ovunque i suoi moderni criteri di razionalizzazione, fornendo una giustificazione al progetto napoleonico di integrazione amministrativa dell’Europa. d d d d d Consiglio di Stato francese Matrimonio e divorzio nel «Codice civile» Senatoconsulto francese Napoleone imperatore Napoleone I Bonaparte «Dal campo, 10 frimaio anno XIV» Napoleone I Bonaparte «Austerlitz, 12 frimaio anno XIV» Jean Tulard La «leggenda nera» di Napoleone John S. Woolf Le contraddizioni dell’integrazione La prima rivoluzione industriale Questo percorso integra il FARE STORIA Rivoluzione industriale e nascita della classe operaia. La storia dell’uso e dei significati dell’espressione «rivoluzione industriale» è intrecciata alle differenti interpretazioni delle vicende economiche, sociali e culturali dell’Inghilterra fra ’700 e ’800: ad alcuni di questi passaggi semantici sono dedicate le pagine dello storico francese Claude Fohlen. Una storica inglese dell’economia, Pat Hudson, esamina la misura del cambiamento e indica i limiti di un approccio puramente quantitativo all’analisi della rivoluzione industriale. L’ungherese Karl Polanyi legge in chiave antropologica il conflitto tra la società e le sue strutture tradizionali, da un lato, e l’elemento disgregatore del libero mercato, dall’altro. La radicalità e la complessità delle trasformazioni economiche e sociali innescate dal nuovo sistema produttivo furono avvertite anche dai contemporanei, che reagirono assumendo posizioni assai diversificate di consenso o di rifiuto, come testimoniano Jeremy Bentham e Thomas Carlyle. Claude Fohlen Itinerario di un’espressione: «rivoluzione industriale» 46 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 47 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Pat Hudson Crescita economica e rivoluzione industriale Karl Polanyi L’economia innaturale d Jeremy Bentham Il criterio dell’utile e il buongoverno d Thomas Carlyle Critica della civiltà delle macchine La formazione del proletariato Questo percorso integra il FARE STORIA Rivoluzione industriale e nascita della classe operaia. La rivoluzione industriale significò anche nascita della classe operaia: un resoconto diretto e di grande immediatezza della vita quotidiana di un operaio ci viene fornito dalle pagine redatte da un anonimo filatore all’inizio del XIX secolo. d Anonimo di Imprenditori tessili e sfruttamento operaio Industrializzazione: diffusione e modelli La diffusione del nuovo sistema industriale nell’Europa continentale e le diverse strade seguite dai singoli paesi europei sono al centro di questo percorso. Le pagine di Walt W. Rostow ci presentano un modello teorico generale dello sviluppo economico, mentre Valerio Castronovo e David S. Landes si soffermano sulle differenze tra la rivoluzione industriale inglese e quelle che l’hanno seguita. A conclusione abbiamo posto la descrizione di un esempio di precoce capitalismo industriale, quello bolognese: secondo Alberto Guenzi e Carlo Poni a Bologna, a partire dal XVI secolo, grazie all’introduzione del mulino da seta, si realizza la prima forma di sistema di fabbrica. L’analogia tra questa esperienza produttiva e il modello industriale affermatosi nell’Inghilterra della seconda metà del ’700 può apparire sorprendente e provocatoria, ma ci sollecita a guardare al fenomeno dell’industrializzazione con un’ottica non tradizionale, in grado di sfuggire a una visione troppo lineare e progressista del processo storico. Walt W. Rostow Le fasi dello sviluppo economico Valerio Castronovo Le rivoluzioni industriali David S. Landes Inghilterra ed Europa di fronte all’industrializzazione Alberto Guenzi - Carlo Poni Un caso di industrializzazione precoce? Scienza, tecnologia e organizzazione del lavoro L’innovazione tecnologica risulta decisiva nella creazione del sistema industriale e un ruolo fondamentale assumono quelle figure di 47 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 48 Espansioni in Ares inventori e imprenditori che riuscirono a integrare le nuove macchine all’interno dei processi produttivi. A un industriale-inventore, Richard Arkwright, è dedicato il ritratto tracciato da un contemporaneo, Edward Baines, mentre la nascita di un nuovo sistema di organizzazione del lavoro, basato sulla divisione dei compiti e la scomposizione delle professionalità, è descritta nelle pagine di uno dei più autorevoli testimoni delle prime fasi della rivoluzione industriale, l’economista Adam Smith. Infine la studiosa Margaret C. Jacob descrive i molteplici fili che legano il diffondersi della cultura scientifica alle innovazioni tecniche, nella convinzione che esista uno stretto rapporto tra queste ultime e la rivoluzione scientifica affermatasi nel secolo precedente. d Edward Baines Un industriale-inventore d Adam Smith La divisione del lavoro Margaret C. Jacob Rivoluzione scientifica e nascita dell’industria 48 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 49 UNITÀ4 NAZIONE E LIBERTÀ Percorsi tematici Nazioni e nazionalismi Questo percorso si apre con le pagine di due storici, René Rémond e Rosario Romeo, che illustrano le origini dell’idea di nazione e il suo articolarsi in due diverse concezioni: quella tradizionalista e tendenzialmente esclusivista – qui illustrata dal filosofo tedesco Johann G. Fichte – e quella democratica, di cui sono esempio un testo di Giuseppe Mazzini e uno assai più tardo di Ernest Renan. Un diverso punto di vista è quello adottato da uno storico contemporaneo, Ernst Gellner, che insiste sul carattere «artificiale» della nazione in quanto prodotto dell’azione consapevole degli intellettuali e dei poteri statali. d d d d René Rémond Le due fonti del movimento di nazionalità Rosario Romeo Idea e coscienza di nazione Johann G. Fichte «Quarto discorso alla nazione tedesca» Johann G. Fichte «Ottavo discorso alla nazione tedesca» Giuseppe Mazzini Sulla nazionalità Ernst Renan «Che cos’è una nazione?» Ernst Gellner Nazioni e nazionalismo Il liberalismo Questo percorso si apre col brano di uno studioso contemporaneo, John Gray, che esamina le origini del liberalismo e le sue molteplici componenti culturali. Seguono tre testi che illustrano alcuni caratteri fondamentali di questa ideologia e che vertono tutti sul tema centrale della libertà dell’individuo: un celebre discorso di Benjamin Constant 49 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 50 Espansioni in Ares analizza la specificità della libertà moderna rispetto a quella degli antichi; il discorso dell’industriale Richard Cobden insiste su un’altra componente del liberalismo: il liberismo economico e la fiducia nelle virtù del libero scambio; infine, le pagine di John Stuart Mill si soffermano sul principio della difesa della sfera privata dalle ingerenze dello Stato e sui pericoli di «tirannia della maggioranza». John Gray Locke e le origini del liberalismo d Benjamin Constant La libertà degli antichi e la libertà dei moderni d Richard Cobden Difesa del libero scambio d John S. Mill Elogio della libertà La democrazia Questo percorso è introdotto da un brano del filosofo politico Norberto Bobbio, che illustra i caratteri fondamentali della democrazia moderna, soprattutto per quanto attiene ai rapporti col liberalismo. I testi che seguono – quello del cattolico democratico francese Félicité de Lamennais e quello di Giuseppe Mazzini – esprimono la sensibilità sociale e solidaristica del pensiero democratico e la sua critica all’individualismo liberale. Le pagine tratte da La democrazia in America di Alexis de Tocqueville descrivono il processo di democratizzazione della società in riferimento al caso concreto degli Stati Uniti. Infine il testo di una Petizione presentata al Parlamento britannico nel 1837 illustra quella che fu per tutto l’800 la principale rivendicazione dei democratici: il suffragio universale. d d d d d Norberto Bobbio La democrazia moderna Hugues-Félicité-Robert de Lamennais Schiavitù economica e lotta politica Giuseppe Mazzini Una democrazia «religiosa» Alexis de Tocqueville Introduzione a «La democrazia in America» Alexis de Tocqueville «L’assetto sociale degli Anglo-americani» Anonimo di Petizione presentata al raduno di Crown e Anchor Socialismo e comunismo I testi che proponiamo illustrano le diverse componenti del pensiero socialista nella prima metà dell’Ottocento. Nelle pagine di Robert Owen, artefice di diversi esperimenti di nuova organizzazione del lavoro e di associazionismo cooperativo, troviamo la denuncia dell’artificiosità dell’intermediazione commerciale e la proposta della sua abolizione. I due testi successivi ci propongono due diver50 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 51 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA si e opposti atteggiamenti di fronte all’organizzazione industriale: quello di Charles Fourier illustra l’utopia di piccole organizzazioni produttive strutturate in maniera completamente diversa dall’industria capitalistica, mentre Claude-Henry de Saint-Simon vede proprio nell’organizzazione scientifica dell’industria il modello di organizzazione dell’intera società. Poi incontriamo i due aspetti principali del pensiero libertario e federalista di Pierre-Joseph Proudhon: la critica del concetto di proprietà e la polemica contro lo Stato accentrato. Infine, il socialismo marxista è presentato attraverso due brani tratti dal Manifesto del Partito comunista di Karl Marx e Friedrich Engels, il primo sulla formazione e lo sviluppo della classe proletaria, il secondo sulla società senza classi, che costituisce lo sbocco finale della rivoluzione socialista. d d d d d d d Robert Owen L’abolizione del commercio Charles Fourier La società armonica Claude-Henry de Saint-Simon L’organizzazione scientifica della società Pierre-Joseph Proudhon L’impossibilità della proprietà Pierre-Joseph Proudhon Il sistema federativo Karl Marx - Friedrich Engels Lotta di classe e proletariato industriale Karl Marx - Friedrich Engels La società senza classi La Restaurazione e i suoi nemici Questo percorso si apre con due testi classici della polemica antirivoluzionaria e antilluministica: il primo di Karl Ludwing von Haller, che contesta i fondamenti giuridici dell’esperienza rivoluzionaria; il secondo di Joseph de Maistre, che porta la polemica alle sue estreme conseguenze sul piano filosofico e religioso. Una posizione molto diversa – anche se animata da un analogo sentimento antirivoluzionario – è quella del cancelliere austriaco Klemens W.L. Metternich, artefice principale dell’equilibrio europeo nell’età della Restaurazione. La concezione politica di Metternich è ben riassunta nelle pagine del suo «testamento politico»; ed emerge anche dalla ricostruzione che Henry Kissinger fa della nascita della Santa alleanza. L’altra faccia dell’età della Restaurazione – il mondo delle società segrete rivoluzionarie – è illustrato attraverso due testi: quello di Filippo Buonarroti, figura centrale del mondo settario del primo ’800, che ricostruisce la «Cospirazione per l’eguaglianza» di Babeuf, modello originario di organizzazione rivoluzionaria segreta; e quello di uno storico di oggi, James Billington, che descrive le origini culturali della «fede rivoluzionaria» e alcuni dei modelli organizzativi attraverso cui si manifestò. 51 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 52 Espansioni in Ares d Karl L. von Haller Il fallimento della rivoluzione d Joseph de Maistre L’infallibilità del papa e il potere del re d Klemens W.L. Metternich Il testamento politico Henry Kissinger La Santa alleanza d Filippo Buonarroti Babeuf e la «Cospirazione per l’eguaglianza» James H. Billington Le società segrete Il 1848 in Francia e in Italia I brani del percorso trattano aspetti diversi delle rivoluzioni del 1848, con particolare riguardo alla Francia – che del moto rivoluzionario fu il centro e il principale punto di riferimento – e all’Italia, che in coincidenza con quegli eventi vide definirsi e contrapporsi le due principali componenti del movimento risorgimentale: quella liberal-moderata e quella democratico-repubblicana. Apriamo con le pagine di uno storico della società francese, Maurice Agulhon, che delinea le premesse sociali e culturali della rivoluzione, mentre l’atmosfera delle giornate di febbraio a Parigi è rievocata da un grande romanziere, che fu anche testimone dei fatti, Gustave Flaubert. Un costituzionalista, Maurice Duverger analizza, da un punto di vista istituzionale, le tappe che segnarono il passaggio dalla repubblica al Secondo Impero bonapartista. Per quanto riguarda l’Italia, le due opzioni politiche emerse nel biennio 1848-49 sono esemplificate dai testi di due costituzioni nate in questo periodo: lo Statuto albertino e la Costituzione della Repubblica romana. Maurice Agulhon Le premesse sociali del ’48 d Gustave Flaubert Parigi rivoluzionaria Maurice Duverger Dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero d Carlo Alberto di Savoia Lo «Statuto albertino» d Anonimo di La Costituzione della Repubblica romana L’eroe romantico Questo percorso è dedicato a un tema più circoscritto, ma importante per definire l’atmosfera culturale dell’Europa della prima metà del XIX secolo: l’«eroe romantico», protagonista della letteratura, ma spesso anche della vita reale delle classi colte, presentato attraverso quattro celebri incarnazioni che ne illustrano i caratteri di fondo e l’evoluzione nel tempo: dagli slanci sentimentali del modello originario, il Werther di Johann Wolfgang Goethe, alle pose eroiche dei protagonisti del Romanticismo trionfante – il René di François-René de Chateaubriand e l’Aroldo di George Gordon Byron – fino agli atteggiamenti scettici e disillusi dei «figli del secolo» descritti da Alfred de Musset. 52 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 53 Espansioni in Ares d d d d d d d d d d d GUIDA ALLA STORIA Johann W. Goethe «16 giugno» Johann W. Goethe «30 agosto» Johann W. Goethe «[21 dicembre]» François-René de Chateaubriand Le inquietudini di René George G. Byron La partenza di Aroldo (testo in lingua) George G. Byron La partenza di Aroldo (testo in traduzione) George G. Byron L’Italia (testo in lingua) George G. Byron L’Italia (testo in traduzione) George G. Byron La Grecia (testo in lingua) George G. Byron La Grecia (testo in traduzione) Alfred de Musset Le confessioni di un figlio del secolo Le correnti politiche del Risorgimento Questo percorso integra il FARE STORIA Letture del Risorgimento. Presentiamo le principali correnti politiche che si confrontarono nella prima metà del secolo, proponendo diverse vie per il riscatto nazionale italiano. Le maggiori scuole di pensiero del Risorgimento sono qui mostrate attraverso gli scritti dei loro esponenti più rappresentativi. Giuseppe Mazzini propone la via dell’agitazione e dell’insurrezione come unica valida per il raggiungimento dell’unità e per l’educazione delle masse. Massimo D’Azeglio sostiene, al contrario, l’utilità del metodo graduale e dei miglioramenti «pratici e ragionevoli». Vincenzo Gioberti afferma la necessità di far leva sulle istituzioni tradizionali, monarchia e papato, mentre Carlo Cattaneo sogna una federazione democratica fra gli Stati italiani, come tappa intermedia per la realizzazione degli Stati Uniti d’Europa. Il percorso si chiude con un brano dello storico Giorgio Candeloro, che spiega come, accanto alle spinte ideologiche, anche i movimenti economici abbiano contribuito alla crescita del movimento nazionale. d d d d Giuseppe Mazzini La necessità dell’insurrezione Massimo D’Azeglio Il programma dei moderati Vincenzo Gioberti Monarchia e papato nel Risorgimento italiano Carlo Cattaneo La soluzione federale Giorgio Candeloro Borghesia e mercato nazionale 53 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 54 UNITÀ5 BORGHESIA, PROLETARIATO, GRANDE INDUSTRIA Percorsi tematici Definizioni della borghesia La problematicità insita nell’uso di termini quali «borghese» e «borghesia» è al centro di questo percorso. Definizioni della borghesia nettamente contrastanti emergono dalle pagine di Karl Marx e Friedrich Engels – che ne sottolineano gli aspetti rivoluzionari e l’azione eversiva nei confronti del vecchio mondo – e di Joseph Alois Schumpeter – che vede nel borghese soprattutto il portatore di valori di libertà, razionalità e tolleranza. Il volto ambiguo della borghesia è evidenziato invece dal sociologo Werner Sombart, che parla di una «intrinseca e naturale doppiezza del borghese». Per quanto riguarda l’uso del concetto di «borghesia», il filosofo Benedetto Croce nega che esso abbia una validità scientifica e filosofica. d Karl Marx - Friedrich Engels La borghesia come classe rivoluzionaria Werner Sombart La doppiezza della natura borghese Joseph A. Schumpeter Il borghese antieroe d Benedetto Croce Un equivoco concetto storico La cultura del positivismo Per molti decenni la cultura positivista fornì il principale fondamento alla mentalità e all’ideologia della borghesia europea. Le teorie filosofiche di Auguste Comte e di Herbert Spencer, e più ancora quelle di Charles 54 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 55 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Darwin sull’origine delle specie, travalicarono i rispettivi ambiti disciplinari, influenzando ogni campo del sapere e finendo col diventare senso comune di un’intera epoca, oltre che di una classe sociale. In Italia la stagione del positivismo è senz’altro legata al nome di Cesare Lombroso che, con i suoi studi sulle caratteristiche del delinquente, improntò al metodo sperimentale l’antropologia e la psichiatria. d d d d Auguste Comte Lo spirito positivo Charles R. Darwin L’uomo come specie Herbert Spencer L’evoluzionismo sociale Cesare Lombroso L’uomo delinquente Etica e stili di vita Aspetti fondamentali della cultura e della società borghese possono essere colti efficacemente sia attraverso le analisi degli storici, sia attraverso la rappresentazione (o autorappresentazione) che di questa società possiamo ricavare dai romanzi (non a caso si è parlato di «romanzo borghese» in riferimento alla grande tradizione narrativa dell’800 e del primo ’900). Lo storico Eric J. Hobsbawm offre un quadro articolato di costumi, abitudini, ambienti, stili di vita propri della società borghese ed evidenzia il rapporto tra etica del lavoro e moralismo in materia sessuale, sottolineando l’angustia del ruolo riservato alla donna in questo contesto. Un brano di Honoré de Balzac offre un quadro fortemente critico, precocemente disincantato e pessimistico della società borghese e dei suoi valori, mostrandone la faccia cinica e amorale attraverso la rappresentazione delle sue passioni sfrenate, dell’arrivismo e dell’avidità di denaro. Samuel Smiles esalta invece le illimitate possibilità di ascesa sociale offerte a suo dire dalla società borghese a chiunque ne rispetti i valori di fondo. Lo storico francese Jean Bouvier descrive poi i banchieri Rothschild che, nell’Europa dell’epoca, diventarono ben presto il simbolo di una nuova ricchezza aggressiva e senza scrupoli fondata sul denaro, una ricchezza molto diversa da quella tradizionalmente fondata sui proventi delle proprietà fondiarie. L’analisi del ruolo della famiglia all’interno del mondo borghese è affrontata da Thomas Mann, che evidenzia lo stretto legame esistente fra l’istituto matrimoniale e le strategie imprenditoriali, mentre nelle pagine della scrittrice Regina di Luanto il matrimonio e la condizione femminile sono visti attraverso la percezione drammatica e claustrofobica che ne ha la protagonista. Nelle pagine di Andrea Angiulli è possibile valutare il ruolo della filosofia positivista nel definire i nuovi criteri pedagogici, nel momento in cui l’istruzione diveniva un problema di crescente importanza. Chiudono il percorso due brani dedicati al ruolo dell’arte e della produzione artistica nella realtà borghese; il primo, dello storico Thomas Nipperdey, si sofferma sul rap55 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 56 Espansioni in Ares porto tra arte, produzione artistica e società, mentre il secondo, di John Rosselli, descrive l’ambiente del teatro d’opera. d d d d Eric J. Hobsbawm L’etica del borghese Honoré de Balzac Le ambizioni di Eugène Samuel Smiles Una ideologia borghese: il «self help» Jean Bouvier Ricco come un Rothschild Thomas Mann Il matrimonio di Tony Buddenbrook Regina di Luanto La vita coniugale di una giovane borghese Andrea Angiulli L’educazione della donna Thomas Nipperdey Arte e vita John Rosselli Il teatro d’opera La città Le nuove dimensioni che la città assume e la molteplicità delle funzioni che essa ospita pongono nuovi problemi di organizzazione del tessuto urbano. Le esigenze di pianificazione che ne derivano tendono a entrare in contrasto con la dominante concezione liberista, dando luogo a soluzioni diverse e spesso contraddittorie. Lewis Mumford, urbanista e sociologo, descrive la crescita disordinata delle periferie operaie sorte con l’industrializzazione. Marshall Berman, studioso della mentalità e della cultura, descrive la Parigi rigidamente pianificata di Haussmann, mentre una Londra multicentrica, in equilibrio fra poteri istituzionali e forze sociali, emerge dalle pagine dell’architetto Steen Eiler Rasmussen. Due brani sono poi dedicati ad altrettanti luoghi tipici della nuova realtà urbana: la stazione, che troviamo nelle pagine di Wolfgang Schivelbusch, e il grande magazzino, il cui affermarsi viene descritto dallo storico Heinz-Gerhard Haupt. Chiude il percorso il testo del sociologo Richard Sennett che esamina le trasformazioni del tessuto urbano alla luce dei nuovi rapporti tra sfera privata e sfera pubblica tipici della società contemporanea. Lewis Mumford Casa e condizioni di vita nei centri industriali Marshall Berman I «boulevards» e la nuova immagine della città Steen E. Rasmussen Londra: una città in movimento Wolfgang Schivelbusch La stazione: una nuova architettura urbana Heinz-Gerhard Haupt Negozi e grandi magazzini Richard Sennett Vita pubblica e società borghese 56 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 57 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Scienza, tecnologia e organizzazione del lavoro Un forte legame tra scienza e tecnologia caratterizzò la «seconda rivoluzione industriale», quando la scienza intervenne direttamente nello sviluppo delle produzioni che segnarono il passaggio alla nuova epoca (chimica, elettricità, metallurgia). Proprio quest’aspetto, insieme con i profondi mutamenti nell’organizzazione produttiva, sono richiamati da Joel Mokyr, mentre allo sviluppo dell’industria dell’acciaio sono dedicate le pagine di David S. Landes. Sul piano dell’organizzazione industriale avanza un processo di razionalizzazione che dagli Stati Uniti si diffonde nei primi decenni del ’900 in tutto l’Occidente. Tale passaggio è qui descritto da due protagonisti quali il teorico dell’«organizzazione scientifica del lavoro», Frederick W. Taylor, e l’inventore della catena di montaggio e della produzione di automobili in grande serie, Henry Ford. Anche il lavoro negli uffici, appannaggio dei ceti medi, era sottoposto nel medesimo periodo a un processo di razionalizzazione che viene descritto nell’ultimo brano, di Charles Wright Mills. Joel Mokyr La seconda rivoluzione industriale David S. Landes L’età dell’acciaio d Frederick W. Taylor L’organizzazione scientifica del lavoro d Henry Ford Catena di montaggio e disciplina sociale Charles Wright Mills Il nuovo ufficio 57 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 58 UNITÀ6 NAZIONI E IMPERI Percorsi tematici L’unificazione italiana Questo percorso integra il FARE STORIA Letture del Risorgimento. I testi che presentiamo riguardano il cosiddetto «decennio di preparazione», ossia il periodo compreso tra il fallimento delle rivoluzioni del ’48-49 e il compimento dell’unità. Nel primo brano lo storico Franco Della Peruta descrive la ripresa dell’iniziativa mazziniana e, pur sottolineandone i limiti, la mette in relazione con l’estendersi dell’opposizione all’assolutismo. La via «piemontese» e moderata alla soluzione della questione nazionale è illustrata da due discorsi di Camillo Benso di Cavour: nel primo, dedicato alle questioni economiche e sociali, emerge l’ispirazione moderna e pragmatica del liberalismo cavouriano; nel secondo, tenuto all’indomani del congresso di Parigi, è delineata la strategia internazionale che avrebbe consentito al Regno di Sardegna di porsi alla guida del processo unitario. Il testo di Carlo Pisacane esprime invece il tentativo di proporre un’alternativa rivoluzionaria, fondendo questione nazionale e questione sociale, mentre, nel brano successivo, lo storico Giorgio Candeloro spiega quali fossero in concreto le possibilità di un’insurrezione nel Mezzogiorno. Un altro storico, Romano Paolo Coppini, analizza il complesso intreccio di fattori che consentirono il difficile incontro tra l’iniziativa «dall’alto» di Cavour e della monarchia sabauda e quella «dal basso» di Garibaldi. L’epopea garibaldina è infine esaminata nella celebre rievocazione autobiografica di Giuseppe Cesare Abba. Il Risorgimento italiano, tuttavia, coinvolse una minoranza della popolazione, formata principalmente da gruppi di nobili e di borghesi impegnati nell’industria, nel commercio, nelle professioni liberali, insieme con fasce ristrette di studenti, artigiani, operai. La grande maggioranza rimase indifferente oppure nutrì nei confronti della causa nazionale sentimenti di ostilità. Alcuni esponenti dell’aristocrazia e del clero, nelle varie parti della penisola, si fecero interpreti di 58 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 59 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA questa ostilità, attraverso una intensa attività pubblicistica. L’opposizione al Risorgimento, tuttavia, non assunse mai un valore di concreta proposta politica alternativa, ma piuttosto si caratterizzò per il rimpianto del passato, la difesa della tradizione, l’incapacità di analizzare i motivi di crisi dell’antico regime. Così il conte Clemente Solaro della Margherita nega, a differenza di quanto vorrebbero far credere i patrioti, che nella storia italiana sia presente l’aspirazione all’indipendenza; il sacerdote Giacomo Margotti indica l’unione religiosa sotto la guida del papato come la forma più elevata di associazione tra gli italiani; il magistrato Pietro Calà-Ulloa, scrivendo nel 1861, attribuisce il crollo del Regno borbonico alle trame segrete del Piemonte e alla sua volontà di espansione. Infine ai princìpi fondativi dello Stato unitario, delineati particolarmente dalla politica di Cavour, è dedicato il brano del grande storico liberale Rosario Romeo. d d d d d d d Franco Della Peruta Il mazzinianesimo dopo il 1848 Camillo Benso di Cavour Contro il protezionismo e il socialismo Camillo Benso di Cavour La questione italiana e l’Europa Carlo Pisacane Nazionalità e libertà Giorgio Candeloro Il Mezzogiorno e la Sicilia alla vigilia dell’unità Romano P. Coppini Cavour e l’impresa dei Mille Giuseppe C. Abba La battaglia di Calatafimi Clemente Solaro della Margarita Gli italiani non si vogliono unire Giacomo Margotti Il cattolicesimo, speranza d’Italia Pietro Calà-Ulloa In difesa dei Borboni Rosario Romeo I valori dello Stato unitario Il sistema delle alleanze Il percorso offre un quadro dei sistemi di alleanza e degli equilibri internazionali nell’Europa della seconda metà dell’800. Un brano dello storico Alan John Percival Taylor descrive le logiche e i meccanismi che regolavano i rapporti tra i maggiori protagonisti della politica internazionale (le «grandi potenze»): protagonisti che rimasero sempre gli stessi lungo il corso del secolo, fino all’emergere delle nuove potenze extraeuropee. Seguono tre documenti: una testimonianza di Otto von Bismarck relativa al famoso episodio del «telegramma di Ems», il testo della Triplice Alleanza, uno dei trattati internazionali tipici dell’Europa delle grandi potenze, e il testo della Convenzione militare franco-russa. Infine lo storico Paul Kennedy descrive l’ascesa, soprattutto economica, della Ger59 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 60 Espansioni in Ares mania imperiale e spiega perché tale ascesa era sentita dalle potenze rivali come una oggettiva minaccia. Alan J.P. Taylor L’Europa delle grandi potenze d Otto von Bismarck Il telegramma di Ems d Cancelleria di Stato La Triplice Alleanza d Cancelleria di Stato La Convenzione militare franco-russa Paul Kennedy L’ascesa della Germania Politica e società Le scelte internazionali delle grandi potenze nella seconda metà dell’800 erano strettamente intrecciate ai problemi politici e sociali che ciascuno Stato doveva affrontare al suo interno. Il percorso si apre con due brani relativi alla Francia: uno dei maggiori storici francesi, François Furet, rilegge la tragedia della Comune come ultimo atto di una vicenda iniziata nel 1789; un altro storico, Michel Winock, descrive le caratteristiche della Terza Repubblica attraverso il ritratto di uno dei suoi artefici e protagonisti, Jules Ferry. Il brano di Edoardo Grendi ci parla invece della Gran Bretagna e spiega come le trasformazioni economiche e culturali dell’ultimo ventennio del secolo avessero intaccato i fondamenti etici e le certezze della società vittoriana, che pure sembrava attraversare una fase di splendore. Gli ultimi due testi sono dedicati agli Stati Uniti. Le pagine tratte da un classico studio di Frederick J. Turner, scritte alla fine dell’800, illustrano l’importanza del mito della frontiera nello sviluppo della società nordamericana, mentre il sociologo statunitense Barrington Moore jr. vede nella guerra di secessione la tappa fondamentale di un processo di modernizzazione. François Furet La Comune, ultimo atto della rivoluzione Edoardo Grendi Il tramonto della società vittoriana Michel Winock La repubblica di Jules Ferry Frederick J. Turner Il significato della frontiera nella storia americana Barrington Moore jr. La guerra civile americana e lo sviluppo del capitalismo Imperialismo e colonialismo Il percorso si apre con un brano dello storico contemporaneo Giampiero Carocci, che inquadra il fenomeno dell’imperialismo alla luce delle diverse interpretazioni che ne sono state date e ne mette in luce soprattutto la notevole complessità; segue 60 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 61 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA una pagina di Lenin, in cui è riassunta e codificata l’interpretazione economica dell’imperialismo secondo un’ottica marxista. Per affrontare il tema del colonialismo – che dell’imperialismo fu la manifestazione più eclatante – proponiamo un brano dello storico Eric J. Hobsbawm che ne illustra le origini e lo sviluppo. Chiudiamo con alcuni significativi testi letterari: una poesia di Joseph Rudyard Kipling, che celebra le imprese degli europei, considerati ambasciatori di civiltà in terre inospitali; un brano tratto da Cuore di tenebra di Joseph Conrad, che descrive lo stupore dell’uomo bianco di fronte alle popolazioni indigene; un testo di Mark Twain, che denuncia gli orrori della colonizzazione in Congo. d d d d Giampiero Carocci Una definizione dell’imperialismo Vladimir I. Ulianov Lenin L’imperialismo stadio monopolistico del capitalismo Eric J. Hobsbawm Una spiegazione del colonialismo Joseph R. Kipling Il fardello dell’uomo bianco Joseph Conrad L’«uomo preistorico» Mark Twain La colonizzazione del Congo Stato e società nell’Italia unita Argomento del percorso sono i problemi che la classe dirigente liberale dovette affrontare all’indomani dell’unità per rafforzare e legittimare le nuove istituzioni del Regno d’Italia. Di questa classe dirigente, i primi tre brani descrivono orientamenti e scelte di fondo: il primo, dello storico Alberto Caracciolo, illustra i motivi che portarono gli uomini della Destra storica a optare per un modello accentrato di organizzazione dello Stato; il secondo, tratto da un famoso lavoro di Federico Chabod, analizza l’atteggiamento dei liberali moderati di fronte alla questione sociale; nel terzo, uno storico contemporaneo, Raffaele Romanelli, tratta in termini originali il tema del distacco fra «paese reale» e «paese legale». Infine un altro storico, Giorgio Candeloro, affronta il grande problema del brigantaggio, che come pochi altri condizionò le scelte della classe politica. Gli ultimi due brani affrontano una tematica diversa, ma non meno centrale, quella relativa alla faticosa costruzione di una cultura nazionale: il linguista Tullio De Mauro illustra i limiti assai ristretti della conoscenza e dell’uso della lingua italiana all’indomani dell’unità e descrive gli sforzi della classe dirigente per promuoverne la diffusione; infine il tentativo di dare agli italiani la coscienza e l’orgoglio delle bellezze della propria terra è esemplificato da un brano tratto dalla celebre opera Il Bel Paese, dell’abate Antonio Stoppani, pubblicata nel 1875. Un problema che esplose nell’Italia liberale degli ultimi decenni dell’800 fu la questione 61 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 62 Espansioni in Ares meridionale: lo studioso e politico toscano Leopoldo Franchetti, in una celebre inchiesta sulla Sicilia del 1877, analizza per la prima volta in modo sistematico origini e caratteri del fenomeno mafioso; mentre il lucano Giustino Fortunato, uno dei padri del meridionalismo, in un articolo pubblicato nel 1911 descrive le cause oggettive della povertà del Sud d’Italia, sfatando il mito, assai diffuso fino a tutto l’800, di una naturale fertilità delle terre nel Mezzogiorno. A soffrire di gravissimi problemi strutturali era del resto l’intera agricoltura italiana, come emerge dalle pagine tratte dalla Relazione finale dell’inchiesta parlamentare diretta da Stefano Jacini. La nascita lenta e difficile di un’industria moderna in Italia è quindi illustrata da due storici: Luciano Cafagna sottolinea le iniziali difficoltà del processo di industrializzazione, mentre Rosario Romeo si sofferma sui fattori che, nonostante tutto, ne resero possibile l’avvio. Infine, nelle pagine di un grande storico, Gioacchino Volpe, viene affrontato in chiave esplicitamente nazionalista il fenomeno dell’emigrazione, anch’esso conseguenza e segno dell’arretratezza economica del paese. Negli anni della Sinistra al potere anche la politica italiana subì importanti trasformazioni e vide emergere nuovi protagonisti. In un brano dal romanzo I Viceré, di Federico De Roberto, sono descritte con grande efficacia le nuove dinamiche messe in moto dalla riforma elettorale del 1882 e dal conseguente ingresso sulla scena di gruppi fin allora esclusi. Sappiamo peraltro che la realtà politica dell’Italia di fine secolo, dominata a livello parlamentare dal fenomeno del «trasformismo», suscitò la delusione e lo scontento della maggior parte degli intellettuali: una reazione ben descritta nelle pagine dello storico della letteratura Alberto Asor Rosa. I tre documenti che seguono trattano invece della nascita dei nuovi movimenti politici e sociali estranei e ostili alle istituzioni e alla classe dirigente liberale. Le prime forme di associazionismo di classe fra i manovali sono esemplificate dal programma della Lega di resistenza fra i lavoratori di Milano; le ragioni della nascita del Partito socialista sono illustrate in un articolo di Filippo Turati; infine un discorso di Giuseppe Sacchetti, esponente autorevole dell’Opera dei congressi, illustra i motivi ispiratori dell’opposizione allo Stato e dell’impegno organizzativo dei cattolici intransigenti. Alberto Caracciolo La scelta accentratrice Federico Chabod La classe dirigente di fronte alle masse popolari Raffaele Romanelli Il progetto liberale Giorgio Candeloro Le cause del brigantaggio Tullio De Mauro Analfabetismo e istruzione elementare d Antonio Stoppani «Il Bel Paese» 62 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 63 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Leopoldo Franchetti La Sicilia nel 1876: clientele e mafia d Giustino Fortunato Le due Italie d Stefano Jacini Le prospettive dell’agricoltura italiana Luciano Cafagna Un lento sviluppo industriale Rosario Romeo L’industrializzazione «forzata» Gioacchino Volpe L’emigrazione d Federico De Roberto Una campagna elettorale Alberto Asor Rosa La protesta degli intellettuali d Anonimo di Programma della Lega di resistenza fra i lavoratori muratori di Milano d Filippo Turati La fondazione del Partito socialista d Giuseppe Sacchetti Il cattolicesimo intransigente 63 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 64 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 65 VOLUME 3 Dal 1900 a oggi Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 66 UNITÀ1 L’ALBA DEL NOVECENTO Percorsi tematici La società di massa Il grande sviluppo urbanistico e le conseguenze sociali dei nuovi sistemi lavorativi sono gli aspetti più appariscenti della società di massa. Il percorso si apre con un brano di André Armengaud sullo sviluppo delle città europee nel XIX secolo. I tre brani successivi sono tratti da opere che, in tempi diversi e da diverse prospettive, hanno cercato di definire il fenomeno «società di massa»: La psicologia delle folle di Gustave Le Bon, pubblicata nel 1895, ha aperto la strada a una serie di studi sulla folla come entità collettiva; il filosofo José Ortega y Gasset si concentra sulla questione della «qualità» umana, denunciando i rischi dell’irrompere delle masse sulla scena politica; per finire con la Scuola di Francoforte, che è tornata sul problema nel secondo dopoguerra: nel brano di Theodor W. Adorno e Max Horkheimer sono analizzati i contenuti di mezzo secolo di riflessione sulla società di massa. Marcel Reinhard - André Armengaud - Jacques Dupaquier La rivoluzione demografica d Gustave Le Bon La psicologia delle folle d José Ortega y Gasset La ribellione delle masse Theodor W. Adorno - Max Horkheimer Le masse: una analisi sociologica La macchina dei partiti L’avvento della società di massa provoca profonde ripercussioni sull’assetto istituzionale dello Stato ottocentesco e sui metodi dell’attività politica. La struttura dei moderni partiti politici è descritta nelle pagine di Max Weber, figura centrale 66 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 67 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA della cultura di primo ’900; il tedesco Robert Michels, partendo dal caso della socialdemocrazia tedesca, analizza le dinamiche interne delle organizzazioni di massa, individuando un nesso strettissimo tra le esigenze organizzative dei partiti e la formazione di oligarchie alla loro guida; Maurice Duverger, uno dei maggiori esperti contemporanei sull’argomento, si sofferma sugli «elementi di base» che definiscono la forma partito. Lo sviluppo della rappresentanza politica in direzione del suffragio universale è riassunto infine dal politologo norvegese Stein Rokkan. Max Weber Potere burocratico e direzione politica Robert Michels Organizzazione e oligarchia Maurice Duverger L’organizzazione dei partiti Stein Rokkan Un uomo, un voto, un valore Socialisti e cattolici I primi brani che presentiamo percorrono la vicenda del movimento operaio dalla fondazione della II Internazionale dei lavoratori fino alla vigilia del primo conflitto mondiale. Nei programmi della Seconda Internazionale venne stabilita una piattaforma comune per l’azione politica dei partiti socialisti nei diversi Stati, ma il dibattito interno rimase molto acceso. Al centro di tale dibattito vi fu la corrente del revisionismo, diffusa da Eduard Bernstein, mentre la nuova strategia rivoluzionaria fondata sul mito dello sciopero generale è descritta nel brano di Georges Sorel, pensatore isolato ma influente su intellettuali di opposta sponda politica. Il brano dello storico inglese Eric J. Hobsbawm offre infine uno sguardo panoramico sul movimento operaio in Europa tra ’800 e ’900. L’estendersi dei processi di secolarizzazione e i nuovi conflitti sociali sollevarono un forte dibattito all’interno del mondo cattolico e fecero sentire con urgenza la necessità di una risposta alle nuove sfide della modernità. L’enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII dettò le linee direttive per l’azione dei cattolici nel campo sociale. Le conseguenze della pubblicazione dell’enciclica sull’operato del mondo cattolico sono descritte dall’autorevole storico della Chiesa Pietro Scoppola. Il brano conclusivo è dedicato alle caratteristiche della fede popolare nel periodo di sviluppo della società di massa: Roger Aubert, uno dei maggiori storici della Chiesa contemporanea, offre uno sguardo panoramico sulle forme di devozione popolare. d Seconda Internazionale Azione politica e questione economica nei programmi della II Internazionale 67 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 68 Espansioni in Ares d Eduard Bernstein Il revisionismo d George Sorel Il mito dello sciopero generale Eric J. Hobsbawm Movimento operaio e partiti socialisti d Leone XIII L’enciclica «Rerum novarum» Pietro Scoppola Il cattolicesimo sociale Roger Aubert Le nuove forme di devozione popolare La questione femminile A fine ’800 emerge prepotentemente la «questione femminile», originata dalla massiccia presenza delle donne in molti settori lavorativi e dalla conseguente domanda di partecipazione politica. Il percorso si apre con un brano della storica americana Joan Wallach Scott, dove vengono confrontate le caratteristiche del lavoro femminile nell’età precedente e successiva al processo di industrializzazione. Il dibattito tra Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff evidenzia le divergenze di opinione, anche in seno al movimento emancipazionista, riguardo alla linea politica da seguire per tutelare le donne lavoratrici. Dal dibattito teorico passiamo all’esperienza concreta con la testimonianza di un’operaia piemontese impiegata nei primi anni del ’900 in una filanda di Marsiglia. L’ultimo brano, della studiosa inglese Sheila Rowbotham, descrive l’esperienza delle organizzazioni suffragiste inglesi e i loro difficili rapporti con gli esponenti delle forze politiche anche nel campo socialista. Joan W. Scott Il lavoro delle donne d Anna Maria Mozzoni Legislazione a difesa delle donne lavoratrici d Anna Kuliscioff In nome della libertà della donna. «Laissez faire, laissez passer!» d Nuto Revelli La filanda di Marsiglia Sheila Rowbotham Le suffragette L’Europa e il mondo alla vigilia della guerra Questo percorso è dedicato ai tre grandi Imperi dell’Europa centro-orientale alla vigilia della prima guerra mondiale. Sul rapporto tra le trasformazioni delle relazioni internazionali e lo scoppio della Grande Guerra svolge un’analisi James Joll; lo storico Michael Stürmer si sofferma sul nuovo corso della politica tedesca, che influì pesantemente sugli equilibri europei. L’atmosfera degli ultimi anni dell’Impero austro-ungarico è evocata nelle pagine di Robert Musil, mentre lo storico Alan Sked descrive l’intensificarsi del problema delle nazionalità nel68 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 69 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA lo Stato asburgico. Francesco Benvenuti traccia poi un bilancio dello sviluppo industriale dell’Impero russo fino alla prima guerra mondiale. L’età dell’imperialismo vede l’apogeo della potenza europea, ma altre civiltà si stanno affacciando sulla scena mondiale: l’Oriente, con la Cina e il Giappone, e gli Stati Uniti, che si apprestano a diventare la maggiore potenza mondiale. I primi segni del declino dell’Europa e della reazione antioccidentale in Asia e in Africa sono analizzati nel brano dello storico inglese Geoffrey Barraclough, mentre i due testi successivi si concentrano sulle grandi potenze emergenti in Asia. Nel primo il diplomatico e storico canadese E. Herbert Norman descrive la straordinaria crescita politica ed economica del Giappone tra fine ’800 e inizio ’900; nel secondo i due storici Mario Sabattini e Paolo Santangelo ripercorrono gli eventi che hanno segnato la nascita della Cina moderna, dal crollo della dinastia Manciù alla proclamazione della repubblica. Conclude il percorso un brano dello storico Bruno Cartosio, che descrive l’epoca «progressista» negli Stati Uniti, il quindicennio precedente la prima guerra mondiale attraversato da un forte impulso riformatore a livello politico e sociale. James Joll Equilibrio e squilibrio Michael Stürmer La Germania verso la prima guerra mondiale d Robert Musil La Cacania Alan Sked La rinascita dei nazionalismi nella monarchia austriaca Francesco Benvenuti L’impero russo tra arretratezza e sviluppo Geoffrey Barraclough La rivolta contro l’Occidente E. Herbert Norman L’espansione del Giappone Mario Sabattini - Paolo Santangelo La nascita della Repubblica in Cina Bruno Cartosio L’epoca progressista in America L’Italia giolittiana I brani di questo percorso tracciano un quadro dell’età giolittiana nei suoi aspetti politici, culturali e sociali. La continuità con la formula di governo del trasformismo è analizzata da Roberto Vivarelli, mentre gli aspetti innovativi della politica giolittiana emergono in un discorso parlamentare pronunciato nel 1901 da Giovanni Giolitti. Nei due brani successivi emerge la situazione culturale nell’Italia di inizio ’900: il filosofo Benedetto Croce descrive la reazione antipositivista e l’avvento dell’idealismo, lo scrittore Giuseppe Prezzolini si fa portavoce della reazione degli intellettuali al sistema politico liberale. 69 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 70 Espansioni in Ares Dal punto di vista sociale l’età giolittiana è segnata dalla grande diffusione delle organizzazioni socialiste e cattoliche. Lo storico Giuliano Procacci analizza il movimento operaio italiano e lo sviluppo dei sindacati; Gabriele De Rosa ricostruisce le origini del partito cattolico nel programma di Luigi Sturzo. Conclude un’analisi del sociologo Giordano Sivini, che offre un’interpretazione sull’organizzazione e l’azione politica dei due movimenti. Roberto Vivarelli Trasformismo e giolittismo d Giovanni Giolitti Il governo e le classi lavoratrici d Benedetto Croce La reazione al positivismo e l’idealismo d Giuseppe Prezzolini Contro l’Italia giolittiana Giuliano Procacci Il movimento operaio italiano all’inizio del secolo Gabriele De Rosa Sturzo e le origini del partito cattolico Giordano Sivini Le «subculture» socialista e cattolica 70 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 71 UNITÀ2 GUERRA E RIVOLUZIONE Percorsi tematici La guerra e la crisi del sistema internazionale Questo percorso è dedicato alle origini della prima guerra mondiale, in particolare a ciò che riguarda gli aspetti di politica internazionale e il connesso problema delle responsabilità nello scoppio del conflitto. Lo storico Fritz Fischer parte da un’analisi degli obiettivi di guerra della Germania per ricondurre la responsabilità del conflitto alle ambizioni espansionistiche dei circoli dirigenti tedeschi. Andreas Hillgruber offre una lettura in parte diversa da quella di Fischer: nella crisi del luglio ’14, la volontà di espansione della classe dirigente tedesca fu incoraggiata e accompagnata dalla spinta di un’opinione pubblica sciovinista, dominata dall’idea del «pericolo russo». La nuova dimensione assunta dalla guerra – e dall’intero sistema internazionale – in seguito all’intervento degli Stati Uniti è poi documentata nei «14 punti» del presidente americano Woodrow Wilson. Ai problemi della pace e della guerra è dedicato il brano del grande economista John Maynard Keynes, fortemente critico nei confronti del trattato di Versailles e di quanto fu riservato alla Germania. Conclude un brano dello storico Christopher Seton-Watson, che dà una valutazione complessiva, e molto equilibrata, dei problemi affrontati e del lavoro svolto durante la conferenza della pace di Parigi. Fritz Fischer Gli obiettivi di guerra della Germania Andreas Hillgruber La politica tedesca nella crisi del luglio 1914 d Woodrow Wilson I «14 punti» di Wilson d John M. Keynes Le conseguenze economiche della pace 71 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 72 Espansioni in Ares Christopher Seton-Watson L’Europa dopo Versailles Mito e realtà della Grande Guerra La drammatica realtà della guerra e della vita di trincea, vista soprattutto attraverso la percezione che ne avevano i contemporanei, costituisce il tema di questo percorso. Mario Silvestri descrive gli spaventosi massacri sui campi di battaglia del fronte occidentale. L’esperienza estraniante della guerra di trincea, la condizione di isolamento vissuta dai soldati, l’attesa logorante dell’attacco, la lotta contro un nemico invisibile privato di ogni connotato umano emergono con forza dalle pagine di due scrittori diversissimi fra loro per cultura e orientamenti politici: il tedesco Ernst Jünger e l’italiano Emilio Lussu. La difformità degli stati d’animo con cui la guerra venne vissuta da uomini di classi e culture diverse è testimoniata da due documenti: la lettera che un contadino-soldato invia alla propria famiglia e il racconto di un ufficiale italiano, Valentino Coda, che descrive lo sbandamento dei soldati durante la ritirata di Caporetto. Infine, per lo storico George L. Mosse, i racconti e le testimonianze dei reduci contribuirono a formare il «mito della guerra», un mito originato dalla volontà di dare alle terribili esperienze belliche un significato che giustificasse il sacrificio e i lutti. d d d d Mario Silvestri La guerra di posizione Ernst Jünger All’ombra della morte Emilio Lussu La trincea nemica Anonimo di La guerra degli altri Valentino Coda Diario di Caporetto George L. Mosse Il mito dell’esperienza della guerra La rivoluzione russa La rivoluzione russa è l’evento che più influenzò i primi decenni del secolo, sia per i mutamenti internazionali suscitati dalla fine dell’Impero zarista, sia per il condizionamento del modello rivoluzionario leninista sul movimento operaio e socialista. Il brano che inaugura il percorso, di Lenin, si può considerare come il documento-chiave della politica dei bolscevichi prima della presa del potere. I fattori che resero possibile la vittoria bolscevica sono analizzati nelle pagine di uno dei primi storici della rivoluzione, William H. Chamberlin. Il brano di Edward H. Carr, tratto dalla monumentale Storia della Russia sovietica, è centrato sui problemi dell’economia e illustra il passaggio dal comunismo di guerra alla Nep. Uno storico italiano, Piero Melograni, analizza le contraddizioni fra la teoria (libertaria) e la prassi (autoritaria) del potere bolscevico. Con il documento successivo, i «21 punti» della 72 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 73 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Terza Internazionale, ci spostiamo sul problema della proiezione esterna della rivoluzione e dei rapporti fra la Repubblica dei soviet e il movimento operaio europeo. d Vladimir I. Ulianov Lenin Le «tesi di aprile» William H. Chamberlin Le cause della vittoria bolscevica Edward H. Carr Il comunismo di guerra e la Nep Piero Melograni Le contraddizioni del potere bolscevico d Terza Internazionale I «21 punti» della Terza Internazionale La Repubblica di Weimar La vicenda tragica e complessa della Repubblica di Weimar ha un ruolo centrale nella crisi della democrazia europea. Il primo brano, tratto da un libro dello storico Hagen Schulze, abbozza un bilancio complessivo dell’esperienza repubblicana e delle sue debolezze congenite. Lo scrittore Ernst von Salomon delinea con stile incisivo e appassionato una di queste debolezze: la divisione interna del paese fra fautori della democrazia parlamentare e nazionalisti di destra, di cui lo stesso von Salomon faceva parte. Concludono le parole di Peter Gay, che descrive le trasformazioni della cultura nel periodo di Weimar. Hagen Schulze La sconfitta della democrazia d Ernst von Salomon Una nazione divisa Peter Gay La cultura di Weimar: l’espressionismo La crisi del dopoguerra in Italia La crisi della democrazia europea cominciò a profilarsi già all’indomani di quella guerra che avrebbe dovuto segnare il trionfo degli ideali democratici: una delle sue manifestazioni più importanti e più gravide di conseguenze fu il collasso dello Stato liberale italiano nei primi anni ’20. Apriamo con un significativo brano di Gaetano Salvemini sulle conseguenze politiche e psicologiche del mito della «vittoria mutilata». I due documenti successivi – l’Appello del Ppi al paese del Partito popolare e il Programma socialista del Partito socialista – illustrano le posizioni delle forze politiche emergenti, che avrebbero dovuto raccogliere l’eredità della vecchia classe dirigente, ma erano reciprocamente incompatibili. Se il programma del Psi massimalista mostra come il maggior partito di massa fosse schierato su posizioni di estremismo verbale, cui peraltro non corrispondeva alcuna reale preparazione rivoluzionaria, l’articolo di Antonio Gramsci sui consigli di fabbrica dà conto della posizione di quelle avanguardie che, con mag73 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 74 Espansioni in Ares giore serietà intellettuale ma con altrettanta assenza di realismo, si ponevano il problema dell’applicazione del modello sovietico nella realtà italiana. Con i brani successivi affrontiamo le origini del fascismo. Un testimone e storico di quegli avvenimenti, Angelo Tasca, spiega le cause del successo delle camicie nere; uno dei maggiori storici del fascismo italiano, Emilio Gentile, analizza i caratteri dello squadrismo, individuando nelle sue forme organizzative, anch’esse ispirate all’esperienza militare, e nello spirito che le animava il nucleo originario dell’intera esperienza fascista. Renzo De Felice, infine, traccia un quadro di insieme sulle origini del fascismo e sui fattori che ne consentirono l’ascesa al potere. d d d d d 74 Gaetano Salvemini Il mito della «vittoria mutilata» Partito popolare italiano «Appello del Ppi al paese» (1919) Partito socialista italiano «Programma socialista» (1919) Antonio Gramsci I consigli di fabbrica Angelo Tasca Lo squadrismo fascista e la sconfitta socialista Emilio Gentile Il partito-milizia Renzo De Felice Le origini del fascismo Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 75 UNITÀ3 TOTALITARISMI E STERMINI DI MASSA Percorsi tematici La grande crisi e la società di massa Argomento del percorso è la grande crisi del 1929, analizzata nelle sue cause da Michael E. Parrish e nei suoi effetti dallo storico Ernesto Galli della Loggia. Nelle pagine del romanzo Furore dello scrittore statunitense John Steinbeck vi è una suggestiva descrizione di una drammatica conseguenza della grande depressione, l’emigrazione verso la California di migliaia di piccoli contadini del Midwest. Jürgen Kocka, nel saggio Impiegati tra fascismo e democrazia, si concentra in particolare sul rapporto tra l’ascesa della classe media e l’evoluzione in senso democratico o totalitario delle forme politiche. Conclude un brano del celebre economista inglese John M. Keynes, grande sostenitore del tramonto del liberismo e del nuovo ruolo dello Stato nel meccanismo economico. Michael E. Parrish Le cause della grande depressione Ernesto Galli della Loggia Gli anni ’30: caratteri di una «transizione» d John Steinbeck L’itinerario dei popoli nomadi Jürgen Kocka Impiegati e operai d John M. Keynes La fine del «laissez-faire» Il totalitarismo Questo percorso integra il FARE STORIA Totalitarismi e stermini di massa ed è dedicato alla formazione e allo sviluppo dei regimi totalitari nella Germania di Hitler e nell’Unione Sovietica di Stalin. 75 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 76 Espansioni in Ares La ricostruzione dello storico François Furet è centrata sulla funzione delle ideologie nei due apparati di potere. Al Terzo Reich sono dedicati due saggi: nel primo lo storico Karl D. Bracher sottolinea il legame fra tradizione e rivoluzione nell’ideologia nazista, nel secondo lo storico Norbert Frei si sofferma soprattutto sugli apparati repressivi del regime. Per quanto riguarda l’Unione Sovietica lo storico Moshe Lewin analizza alcune conseguenze dell’industrializzazione accelerata, Francesco Benvenuti analizza il fenomeno della «collettivizzazione», ossia il controllo totale da parte dello Stato sulle risorse umane ed economiche. François Furet La funzione delle ideologie Karl D. Bracher Una forma di dominio totalitario: il nazionalsocialismo Norbert Frei Lo Stato delle SS Moshe Lewin Le conseguenze dell’industrializzazione sovietica Francesco Benvenuti La collettivizzazione Il regime fascista Il percorso è dedicato al processo di trasformazione dello Stato italiano dall’ordinamento liberale al regime mussoliniano. I caratteri innovativi del fenomeno fascista, nell’analisi di Renzo De Felice, incontrano il largo consenso degli italiani al nuovo Stato. Lo studio dello storico Emilio Gentile descrive la natura del regime fascista, fondato sul mito e l’organizzazione. Nel Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto nel 1925 con la cura del filosofo Giovanni Gentile, sono invece delineati gli ideali culturali del regime. Un saggio teorico dello stesso Giovanni Gentile rappresenta poi il maggiore sforzo di conferire al fascismo quello spessore concettuale che sin dall’inizio gli era mancato. A testimoniare il nuovo linguaggio della politica è esemplare un discorso di Benito Mussolini, pronunciato nel 1935 per annunciare la guerra d’Etiopia. Sulla politica economica e sociale del regime si sofferma il brano di Bruno Wanrooij, che evidenzia i caratteri delle riforme sociali. Il rapporto tra gli intellettuali e lo Stato è ricostruito da un brano di Giovanni Belardelli. Dopo l’alleanza con la Germania nazista, il controllo ideologico diviene più rigido. La vigilanza sulla società trova espressione nelle Direttive per la stampa del governo. Conclude il percorso il testo delle Leggi razziali del 1938, che testimonia la forza di antichi miti e pregiudizi. Renzo De Felice Il fenomeno fascista Emilio Gentile Mito e organizzazione nell’esperienza fascista d Giovanni Gentile Il Manifesto degli intellettuali fascisti 76 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 77 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA d Giovanni Gentile La dottrina del fascismo d Benito Mussolini Un discorso dal balcone Bruno Wanrooij I limiti della politica sociale Giovanni Belardelli Gli intellettuali e il regime d Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio Direttive per la stampa d Parlamento del Regno Le leggi razziali L’antifascismo italiano In questo percorso le ragioni dell’antifascismo liberale sono illustrate da un articolo di Piero Gobetti e dal «contromanifesto» di Benedetto Croce, che denuncia la debolezza del pensiero fascista. In ambito cattolico Luigi Sturzo, intervistato nel 1924, sostiene con energia l’incompatibilità tra ideologia fascista e cattolicesimo e denuncia l’equivoco «clerico-fascista». Poi Aldo Garosci analizza la condizione dei fuorusciti, gli antifascisti rifugiatisi all’estero. Le principali correnti dell’antifascismo militante sono infine presentate attraverso gli scritti di tre dei suoi maggiori esponenti, espressione di altrettanti filoni politici e culturali: il liberalsocialista Carlo Rosselli, i socialisti Pietro Nenni e Giuseppe Saragat e il comunista Palmiro Togliatti. d Piero Gobetti Il fascismo, autobiografia della nazione d Benedetto Croce Il «contromanifesto» antifascista d Luigi Sturzo Intervista a «La Stampa» Aldo Garosci Il fuoruscitismo d Carlo Rosselli La libertà come mezzo e come fine d Pietro Nenni - Giuseppe Saragat Socialismo e antifascismo d Palmiro Togliatti Il fascismo come dittatura di classe La guerra totale In questo percorso sono analizzati, da diversi punti di vista, alcuni fra gli episodi più significativi e più tragici del secondo conflitto mondiale. Gli effetti della guerra-lampo tedesca e i suoi straordinari successi iniziali sono descritti, per quanto riguarda l’invasione della Polonia, da un’efficacissima rievocazione letteraria, tratta da un romanzo di Alexander Lernet-Holenia, e, per quanto riguarda l’attacco alla Francia, dall’analisi di Alan J.P. Taylor. Complementare a quest’ultimo brano è quello tratto da La strana disfatta del grande storico Marc Bloch, che offre una testimonianza sui fattori etico-politici della sconfitta francese. 77 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 78 Espansioni in Ares Con i due testi che seguono ci spostiamo verso i fronti orientali: le pagine di uno studioso italiano, Mario Silvestri, mostrano, con l’eloquente linguaggio delle cifre, l’entità delle perdite subite dall’Urss; quelle di uno storico inglese, William G. Beasley, ricostruiscono i caratteri dell’espansionismo giapponese nel Sud-Est asiatico. Il percorso si chiude con i testi dedicati a due fra i più tragici episodi di morte di massa dell’intero conflitto. Al bombardamento di Dresda, una delle azioni più discutibili compiute dalle forze alleate, è dedicato un brano particolarmente «duro» dello scrittore Kurt Vonnegut; l’esplosione atomica di Hiroshima è oggetto dell’agghiacciante racconto di un cittadino giapponese, Tamiki Hara, che ne fu testimone oculare. d Alexander Lernet-Holenia La distruzione della Polonia Alan J.P. Taylor L’attacco alla Francia d Marc Bloch La strana disfatta Mario Silvestri Le perdite dell’Urss William G. Beasley L’espansionismo giapponese d Kurt Vonnegut Il bombardamento di Dresda d Tamiki Hara Lettera da Hiroshima La Shoah Questo percorso integra il FARE STORIA Totalitarismi e stermini di massa ed è dedicato all’antisemitismo, la caratteristica peculiare dell’ideologia nazista che rielabora antichi pregiudizi e tradizioni culturali diffuse in Europa. Per illustrare l’ideologia razziale nazista proponiamo un brano dal Mein Kampf di Adolf Hitler. Il problema del coinvolgimento della popolazione tedesca nel genocidio è ricostruito attraverso la lettura di Christopher R. Browning, sostenitore di un’interpretazione più attenta ai fattori sociali e ambientali, capaci di trasformare uomini comuni in carnefici. Testimone d’eccezione della vita nei campi di sterminio è stato lo scrittore Primo Levi, che in un saggio analizza il fenomeno dei «prigionieri-funzionari». Wolfgang Sofsky, infine, individua nel concetto di «potere assoluto» la forma peculiare di dominio che unisce l’organizzazione razionale e la violenza bruta tese all’annientamento dell’altro. d Adolf Hitler Un manifesto dell’antisemitismo: il «Mein Kampf» Christopher R. Browning Uomini comuni? d Primo Levi La zona grigia 78 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 79 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Wolfgang Sofsky Il «potere assoluto» L’Italia in guerra e la Resistenza Per l’Italia la partecipazione alla seconda guerra mondiale a fianco della Germania si risolse in una serie di sconfitte che finirono col provocare la crisi del regime fascista. I testi che presentiamo riguardano i due momenti-chiave di questa vicenda: quello dell’entrata in guerra e quello della difficile uscita dal conflitto. I mutevoli orientamenti dell’opinione pubblica sulla guerra sono illustrati dalla storica Simona Colarizi attraverso l’analisi dei rapporti redatti dagli informatori della polizia fascista. La celebre seduta del Gran consiglio che, il 25 luglio 1943, pose fine al regime fascista è ricostruita nelle memorie di uno dei suoi protagonisti, Dino Grandi. Infine, sulla tragedia dell’8 settembre, vista come catastrofe non solo militare ma anche politica e morale, riportiamo l’interpretazione che ne dà lo storico Ernesto Galli della Loggia, in un saggio del 1994 significativamente intitolato La morte della patria. I testi che seguono sono dedicati al movimento di resistenza che si sviluppò fra il settembre 1943 e l’aprile 1945 nell’Italia occupata dai tedeschi. Le origini delle formazioni partigiane e le motivazioni, pratiche e ideali, dei primi gruppi combattenti sono descritte efficacemente dal giornalista e storico Giorgio Bocca. Nel brano successivo, tratto da un libro molto noto dello storico Claudio Pavone, è trattata in termini problematici la questione, a lungo elusa dalla storiografia antifascista, del rapporto fra Resistenza e guerra civile. Un altro storico, Giovanni De Luna, affronta lo stesso problema, ma soprattutto per ribadire le profonde diversità, morali e politiche, tra i combattenti dell’uno e dell’altro fronte. Mentre le ragioni ideali e le paure dei giovani che decisero di schierarsi con la Repubblica sociale e con i tedeschi sono rievocate in un brano del romanzo autobiografico di Carlo Mazzantini. Strettamente connessa al tema della guerra civile – e in genere a quello delle contraddizioni interne al movimento partigiano – è la drammatica vicenda delle foibe istriane, qui analizzata in un saggio dello storico Raoul Pupo. Un equilibrato bilancio dell’esperienza resistenziale e dell’eredità da essa lasciata alla Repubblica è infine tracciato nel brano conclusivo, tratto da un saggio del politologo e storico Gianenrico Rusconi. d Simona Colarizi Gli italiani e la guerra d Dino Grandi La notte del Gran consiglio Ernesto Galli della Loggia La morte della patria Giorgio Bocca Alle origini della Resistenza italiana Claudio Pavone La «guerra civile»: una definizione controversa Giovanni De Luna Le ragioni dei combattenti: fascisti e antifascisti 79 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 80 Espansioni in Ares d Carlo Mazzantini Canzoni di giovinezza e di morte Raoul Pupo La violenza sul confine orientale: le «foibe» Gianenrico Rusconi L’eredità della Resistenza 80 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 81 UNITÀ4 IL MONDO DIVISO Percorsi tematici Le conseguenze politiche della guerra I testi presentati in questo percorso trattano degli effetti sconvolgenti del secondo conflitto mondiale sugli assetti internazionali. Il primo brano, tratto dalle memorie di Winston Churchill, illustra bene la logica crudamente spartitoria con cui i vincitori procedettero, a guerra ancora in corso, alla definizione delle zone di influenza. La realtà dei rapporti internazionali era in realtà assai più complessa – come risulta dall’analisi del giornalista e storico Antonio Gambino sulla conferenza di Yalta – e si sarebbe caratterizzata anche per il tentativo di dare un nuovo ordine e nuove regole alla comunità mondiale degli Stati: si leggano in proposito i principali articoli dello Statuto dell’Onu. Il risultato fu ugualmente la divisione del mondo in blocchi contrapposti e reciprocamente ostili, l’inizio di una lunga fase di confronto fra Usa e Urss nota col nome di «guerra fredda». A questo tema sono appunto dedicati i tre brani successivi: la storica italiana Elena Aga Rossi ricostruisce il dibattito che ha diviso gli studiosi, soprattutto americani, circa le origini e le responsabilità della guerra fredda. Lo storico statunitense Daniel Yergin descrive le fasi principali di quello che fu forse l’episodio culminante del confronto fra le due superpotenze: la crisi originata dal blocco di Berlino del 1948. Lo storico e giornalista ungherese François Fejtö illustra poi una delle conseguenze più drammatiche della divisione del mondo: la nascita delle cosiddette «democrazie popolari» nell’Europa dell’Est. Il documento che chiude il percorso, il celebre Rapporto Kruscev presentato al XX congresso del Pcus nel febbraio 1956, riguarda soprattutto la storia del comunismo sovietico e mondiale, in quanto segna l’inizio ufficiale del processo di destalinizzazione; ma si colloca anche in un contesto internazionale caratterizzato dalla graduale fuoriuscita dalla fase più acuta della guer81 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 82 Espansioni in Ares ra fredda propriamente detta: non certo dal confronto planetario, che si sarebbe protratto sino alla scomparsa di uno dei due contendenti. d Winston Churchill Le «zone d’influenza» in Europa Antonio Gambino Realtà e leggenda di Yalta d Organizzazione delle Nazioni Unite Lo statuto dell’Onu Elena Aga Rossi Il dibattito sulla guerra fredda Daniel Yergin Il blocco di Berlino François Fejtö La nascita delle democrazie popolari d Nikita Kruscev Il rapporto Kruscev Decolonizzazione e sottosviluppo La decolonizzazione investe realtà che si presentano, per storia, cultura, tradizioni e forme stesse della colonizzazione, come molto diverse tra di loro. Nonostante l’eterogeneità delle esperienze è comunque possibile rintracciare degli elementi comuni che ci permettono una lettura unitaria del fenomeno. Lo storico Giampaolo Calchi Novati traccia un bilancio sintetico della decolonizzazione e ci aiuta a comprendere il significato che termini come «nazione» e «nazionalismo» assumono in contesti lontani dalla cultura occidentale, ma da essa profondamente influenzati. I due documenti che seguono – il manifesto programmatico della conferenza di Bandung e la risoluzione dell’Onu del dicembre 1960 – illustrano due momenti significativi del processo di decolonizzazione. Il primo rappresenta la rivendicazione di un’autonoma collocazione internazionale e di un ruolo guida nella lotta al colonialismo da parte di un nuovo soggetto politico, il Terzo Mondo. Nel secondo troviamo la definitiva sanzione, a opera delle Nazioni Unite, di un movimento di emancipazione ormai vicino al suo compimento. L’India occupa nella storia della decolonizzazione un posto preminente e per certi versi esemplare. Era stata sede di una civiltà millenaria, erede di un raffinato patrimonio etico-filosofico e portatrice di un sistema di valori che, pur recependo gli influssi europei, aveva difeso e conservato una propria forte identità. Questa complessità emerge dallo scritto di Ghandi, ove illustra alcuni aspetti della sua dottrina della non-violenza, e dal brano di un grande storico francese, Fernand Braudel, che analizza i successi ottenuti e le difficoltà incontrate dal paese asiatico sulla difficile via della modernizzazione. Uno degli aspetti più delicati e controversi del processo di decolonizzazione è costituito dalle vicende del Medio Oriente, dove un nazionalismo in ascesa, quello arabo, si scontrò con una realtà del tutto atipica ma non meno vitale, quella del movimento sionista. Un celebre arabista, 82 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 83 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Maxime Rodinson, spiega le ragioni del conflitto fra Israele e il nuovo nazionalismo arabo, un nazionalismo le cui caratteristiche sono ben illustrate dallo scritto del leader egiziano Gamal Abdel Nasser. Alla fine degli anni ’50 si aprì la grande stagione dell’emancipazione dell’Africa subsahariana: con travolgente rapidità quasi un intero continente entrò, come soggetto politico autonomo, per la prima volta sulla scena internazionale. Se la conquista dell’indipendenza avvenne per la maggioranza dei paesi africani in modo complessivamente pacifico, già nella fase immediatamente successiva vennero in luce problemi e contraddizioni che offuscarono le grandi speranze dell’Africa. Un caso estremo e particolarmente violento di separazione tra il mondo occidentale e quello africano è rappresentato dal Sudafrica dell’apartheid, descritto nei suoi congegni istituzionali da Giampaolo Calchi Novati. Anna Maria Gentili, poi, affronta il problema del sottosviluppo dell’Africa nel contesto del nuovo assetto mondiale. Il tema dell’incontro della Chiesa con le realtà sociali ed ecclesiali del Terzo Mondo è illustrato dall’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI. In essa la Chiesa, attraversata riguardo a questo problema da forti tensioni interne, nella condanna del colonialismo, delle diseguaglianze sociali e del razzismo, rifiuta però categoricamente l’insurrezione violenta. I brani successivi affrontano, da diverse angolazioni, il problema del sottosviluppo: l’egiziano Samir Amin propone la tesi – tipica degli studiosi di formazione marxista – dell’interdipendenza tra sviluppo e sottosviluppo nel sistema capitalistico mondiale. Ancora un economista, l’italiano Paolo Sylos Labini, e uno storico economico, il belga Paul Bairoch, affrontano il tema della crescita demografica nei paesi poveri: il primo offrendo un quadro generale che in parte corregge il catastrofismo delle opinioni più diffuse, il secondo trattando un aspetto specifico e particolarmente drammatico, quello della crescita urbana. Gli ultimi due brani affrontano, da diverse angolazioni, il continente latinoamericano: Marcello Carmagnani traccia un quadro sintetico dell’evoluzione delle economie latinoamericane nel ventennio 1950-70, un periodo che coincise con una fase di generale ristagno, mentre Ernesto Che Guevara, analizzando l’essenza della «guerra di guerriglia» come guerra di liberazione, spiega perché, pur essendo condotta da una minoranza armata, necessiti del favore di tutta la popolazione della zona in cui si combatte e debba svilupparsi nelle campagne. Giampaolo Calchi Novati Un bilancio della decolonizzazione d Conferenza di Bandung Il manifesto programmatico di Bandung d Organizzazione delle Nazioni Unite L’Onu contro il colonialismo d Mohandas K. Gandhi La non-violenza 83 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 84 Espansioni in Ares Fernand Braudel I problemi dell’India indipendente Maxime Rodinson Lo Stato ebraico e il rifiuto arabo d Gamal A. Nasser Le «tre sfere» della rivoluzione egiziana Giampaolo Calchi Novati L’«apartheid» Anna M. Gentili I mali dell’Africa d Paolo VI L’enciclica «Populorum Progressio» Samir Amin Lo sviluppo ineguale Paolo Sylos Labini Il problema demografico Paul Bairoch L’esplosione urbana Marcello Carmagnani La dipendenza economica dell’America Latina d Ernesto Che Guevara L’essenza della lotta guerrigliera La politica internazionale negli anni ’60 L’avvio della politica di distensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica e l’esplosione della polemica ideologica tra Pechino e Mosca sono i principali eventi che caratterizzano le relazioni internazionali all’inizio degli anni ’60. Il percorso si apre con un discorso del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, che illustra la missione americana nel mondo, e con alcune massime del leader comunista cinese Mao Tse-tung, promotore di un’opera di ridefinizione del marxismo rivoluzionario. La politica di distensione tra Est e Ovest è comunque ostacolata da scontri e crisi che scuotono l’ordine bipolare. La guerra del Vietnam è ricostruita da un’analisi dell’ex consigliere speciale della Casa Bianca Henry Kissinger, che evidenzia i limiti dell’intervento militare americano nella penisola indocinese. Le origini della «primavera di Praga», soffocata dalle truppe del Patto di Varsavia, sono invece descritte da uno dei maggiori esperti di storia contemporanea dell’Europa orientale, François Fejtö. Chiude il percorso un brano tratto dal diario dell’ex cancelliere tedesco Willy Brandt, ispiratore di una nuova strategia di apertura politica nei confronti del mondo comunista alla fine degli anni ’60. d John F. Kennedy La missione degli Stati Uniti d Mao Tse-tung Il «libretto rosso» Henry Kissinger Le ragioni di una sconfitta François Fejtö La «primavera di Praga» d Willy Brandt La «Ostpolitik» 84 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 85 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Alle origini dell’Italia repubblicana Il percorso comincia con la ricostruzione, fatta dallo storico Pietro Scoppola, del dibattito nell’Assemblea costituente, che evidenzia i princìpi ispiratori della Costituzione, di cui presentiamo gli articoli più significativi. Per analizzare invece la natura della Democrazia cristiana, nucleo del governo per oltre quarant’anni, si può leggere un testo di Gianni Baget-Bozzo, studioso del movimento cattolico. Il ruolo dei partiti di massa, svolto in questa cruciale fase di transizione e di consolidamento della democrazia, è ben evidenziato in un brano della storica Simona Colarizi. In un brano dell’economista Augusto Graziani è tracciato un bilancio critico della politica liberista adottata dal governo nei primi anni del dopoguerra, mentre un saggio del meridionalista Manlio Rossi-Doria evidenzia i limiti della riforma agraria nelle regioni sottosviluppate del Mezzogiorno. Attraverso l’analisi della trasformazione dei comportamenti sociali e dei modelli culturali è possibile tracciare un percorso della modernizzazione del paese nell’età repubblicana. L’editoriale di Elio Vittorini per il primo numero del «Politecnico» testimonia le speranze degli intellettuali di sinistra, nel dopoguerra, di poter avviare una profonda rigenerazione morale della società. Un ideale coltivato anche dai protagonisti del cinema «neorealista», analizzato in un brano dello studioso Gian Piero Brunetta. Pietro Scoppola La Costituente e il potere dei partiti d Assemblea costituente La Costituzione della Repubblica Gianni Baget-Bozzo Il partito cristiano al potere Simona Colarizi Il ruolo dei partiti di massa Augusto Graziani La politica economica della ricostruzione Manlio Rossi-Doria Un bilancio della riforma agraria d Elio Vittorini Una nuova cultura Gian Piero Brunetta Il cinema neorealista 85 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 86 UNITÀ5 SVILUPPO, CRISI, TRASFORMAZIONE Percorsi tematici La civiltà dei consumi I brani del percorso illustrano non solo i molteplici aspetti economici e culturali della società dei consumi, ma anche le diverse ottiche con cui è stata analizzata e giudicata. Se lo storico Sergio Ricossa sottolinea con forza il carattere progressivo e liberatorio di questa società, se l’economista John K. Galbraith, nella sua classica analisi del nuovo Stato industriale si sofferma soprattutto sulla superiorità tecnologica dei nuovi modelli di organizzazione produttiva, i due brani successivi – quello del sociologo americano Vance Packard e quello del semiologo francese Roland Barthes – ci parlano soprattutto dei condizionamenti palesi e soprattutto occulti, esercitati dal sistema pubblicitario sulle scelte dei consumatori. Sergio Ricossa La rivoluzione dei consumi John K. Galbraith La tecnostruttura Vance Packard I persuasori occulti Roland Barthes Saponificanti e detersivi La contestazione Il movimento di protesta che nei tardi anni ’60 dilagò in tutto l’Occidente industrializzato fu essenzialmente un fenomeno giovanile e non a caso ebbe per teatro principale le scuole e le università. Nelle pagine che aprono questo percorso uno studioso italiano, Peppino Ortoleva, autore di una delle prime serie analisi storiche sul tema, mette bene in rilievo il carattere generazionale del movimento che, in Europa, ebbe il suo apice nel 1968. Il testo che segue, Da una facoltà 86 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 87 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA occupata, fu redatto nel ’68 dagli studenti della facoltà di Lettere dell’Università di Roma ed esprime, con lo schematismo tipico di questi scritti, la critica radicale ai contenuti e ai metodi dell’insegnamento, definiti classisti e autoritari. Una rivolta tutta particolare, ma destinata a esercitare notevole influenza sugli altri movimenti di protesta, fu quella dei neri americani, qui documentata da un passo dell’autobiografia di Malcolm X. Il percorso si chiude con un testo di carattere teorico: il filosofo tedesco Herbert Marcuse, in un brano tratto da L’uomo a una dimensione (uno dei libri di riferimento della generazione del ’68), denuncia il carattere subdolamente autoritario delle società industriali avanzate. Peppino Ortoleva Una protesta generazionale d Movimento studentesco Da una facoltà occupata d Malcolm X La rivolta dei neri americani d Herbert Marcuse L’uomo a una dimensione Il tramonto delle ideologie Il processo di dissoluzione dei regimi comunisti è stato accompagnato dal progressivo declino dell’ideologia marxista. Il percorso comincia con un’analisi del filosofo Lucio Colletti, che ricostruisce la progressiva crisi del pensiero marxista rivoluzionario negli anni ’70. Per testimoniare le diverse reazioni di fronte al collasso dei regimi dell’Est presentiamo due brani: uno della giornalista Rossana Rossanda, che difende appassionatamente le ragioni del comunismo italiano, l’altro dello studioso di orientamento liberale Joachim Fest, che evidenzia le conseguenze nefaste dell’applicazione di princìpi utopici alla realtà politica e sociale. Lucio Colletti La crisi del marxismo rivoluzionario Rossana Rossanda La difficoltà di essere comunista Joachim Fest Vivere senza utopie Il movimento femminista Questo percorso è dedicato al movimento femminista che si sviluppò, con contenuti nuovi e più radicali rispetto al femminismo «storico», a partire dagli anni ’60: dunque in contemporanea con la contestazione giovanile, ma con conseguenze di più ampia portata. Le caratteristiche del femminismo americano – capostipite degli analoghi movimenti nel resto del mondo – e i rapporti con gli altri fenomeni di contestazione sono analizzati nel brano 87 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 88 Espansioni in Ares di Juliet Mitchell, che del movimento fu una delle maggiori teoriche; mentre le vicende del femminismo italiano sono ricostruite in un saggio della sociologa Laura Grasso. Il brano successivo – un documento del Movimento di liberazione della donna – dà conto di quello che fu, alla fine degli anni ’70, il principale tema di mobilitazione femminista in Italia: la battaglia per la legalizzazione dell’aborto. Chiudiamo con un discorso dell’allora premier del Pakistan Benazir Bhutto: una testimonianza del ruolo assunto dalle donne in politica a fine ’900 e della diffusione di alcune tematiche del femminismo anche in contesti politici e culturali diversi da quelli dell’Occidente industrializzato. Juliet Mitchell Il femminismo americano Laura Grasso I movimenti femministi in Italia d Movimento di Liberazione della Donna La battaglia per l’aborto d Benazir Bhutto Il pianeta a misura di donna Religione e società I mutamenti politico-culturali degli anni ’60 investirono anche i grandi sistemi religiosi, a cominciare dalla Chiesa cattolica, provocando reazioni di diverso segno, di cui i brani che presentiamo danno parzialmente conto. In apertura lo storico Andrea Riccardi descrive i fermenti innovativi introdotti nella Chiesa durante il pontificato di Giovanni XXIII. I testi successivi sono invece testimonianza di due diversi aspetti del cosiddetto «dissenso cattolico»: quello incarnato dal sacerdote italiano Lorenzo Milani, tutto centrato sull’impegno sociale e sulla contestazione dell’autorità politica; e quello, carico di implicazioni dottrinali, che si espresse, in America Latina, nella «teologia della liberazione», qui illustrata attraverso uno scritto del francescano Leonardo Boff. Una reazione del tutto opposta è quella costituita dal fondamentalismo, ossia dal tentativo di restaurare i «veri» princìpi religiosi, descritta da Giorgio Bouchard con riferimento al mondo evangelico americano. Andrea Riccardi Il potere di Giovanni XXIII Lorenzo Milani Il dovere di non obbedire Leonardo Boff La teologia della liberazione Giorgio Bouchard Il fondamentalismo americano Scienza, tecnologia, ambiente La scienza e la tecnologia saranno capaci di risolvere i problemi dell’umanità? 88 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 89 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA A questa domanda risponde in modo ottimista il brano del giornalista Piero Angela, che descrive in termini entusiastici la capacità della scienza e della tecnica di dare una soluzione alle pressanti domande di benessere e di qualità della vita delle società sviluppate. L’economista americano Jeremy Rifkin non manca di sottolineare come l’introduzione delle tecnologie informatiche nella produzione industriale ha contribuito, negli ultimi decenni, alla crescita di una pesante disoccupazione in tutti i paesi occidentali. Emilio Gerelli delinea alcune ipotesi per lo sviluppo di una logica di conservazione ambientale inserita nel contesto del nuovo scenario politico mondiale. Nel documento Un pianeta da salvare alcuni prestigiosi studiosi nordamericani denunciano come lo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta e una produzione industriale altamente inquinante stiano mettendo in pericolo gli equilibri della biosfera. Infine Renato Dulbecco offre una panoramica assai chiara delle prospettive della medicina alle soglie del XXI secolo. Piero Angela Le frontiere della scienza e della tecnologia Jeremy Rifkin Superando le frontiere dell’alta tecnologia Emilio Gerelli Una politica ambientale post-industriale d Lester R. Brown - Cristopher Flavin - Sandra Postel Un pianeta da salvare Renato Dulbecco Il futuro della medicina La globalizzazione Questo percorso integra il FARE STORIA La globalizzazione. Il sociologo Zygmunt Bauman, nel brano che presentiamo, denuncia l’impotenza degli Stati nazionali di fronte allo strapotere di un sistema economico che ha reso più drammatico il divario tra ricchezza e povertà. Zygmunt Bauman Globalizzazione e localizzazione 89 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 90 UNITÀ6 IL MONDO CONTEMPORANEO Percorsi tematici Verso un nuovo ordine mondiale La dissoluzione dei regimi comunisti ha rivoluzionato gli equilibri internazionali determinati dalla seconda guerra mondiale. Uno studioso italiano, Bruno Bongiovanni, esamina le cause principali del collasso dei regimi comunisti, mentre la caduta del Muro di Berlino è ricostruita da una testimonianza dello storico Robert Darnton. La situazione in Russia dopo lo scioglimento dell’Urss è descritta dall’economista francese Jacques Sapir. Un esperto di relazioni internazionali, Dominique Moïsi, richiama invece l’attenzione sulle difficoltà degli Stati Uniti di ripensare la propria politica estera dopo il crollo del «nemico comunista». La fine dei regimi dell’Est ha accelerato l’esplosione di rivendicazioni nazionali e conflitti etnici: lo studioso Sergio Romano evidenzia l’improvvisa rinascita degli «Stati-nazione» in Europa. Il giornalista Federico Rampini affronta infine i problemi suscitati dalla straordinaria crescita del colosso cinese all’inizio del XXI secolo. Bruno Bongiovanni La caduta dei comunismi e la fine dei blocchi Robert Darnton La caduta del Muro di Berlino Jacques Sapir Il caos russo Dominique Moïsi L’impero riluttante Sergio Romano L’Europa dei nazionalismi Federico Rampini Il secolo cinese 90 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 91 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA L’unità europea Il tentativo di costruire un’unione politica ed economica europea ha condizionato la politica estera dei paesi occidentali del continente dagli anni ’50 ai nostri giorni. In questo percorso presentiamo il Trattato di Roma e il Trattato di Maastricht che, a trentacinque anni di distanza l’uno dall’altro, rappresentano i momenti più significativi del processo diplomatico di integrazione dell’Europa. Le tesi dei federalisti europei, critici nei confronti dei governi e delle burocrazie comunitarie e fautori di un’accelerazione dell’unione politica, sono illustrate da un brano di Altiero Spinelli, il massimo rappresentante dell’ideale europeista nell’Italia del dopoguerra. Lo storico Hartmut Kaelble analizza invece i fattori sociali ed economici che favoriscono la realizzazione di un’integrazione politica tra le nazioni del vecchio continente. d Comunità economica europea Il Trattato di Roma Altiero Spinelli Per l’unione politica europea d Unione europea Il Trattato di Maastricht Hartmut Kaelble Le basi reali dell’unità europea Multiculturalismo e scontro di civiltà In questo percorso, sulla questione del rapporto tra etnie e territorio si sofferma lo studioso francese Bertrand Badie, denunciando alcune incongruenze della politica internazionale. I possibili sviluppi dello scenario politico mondiale dopo la fine del bipolarismo sono analizzati nel brano di Samuel P. Huntington, esperto di relazioni internazionali, che ipotizza un futuro dominato dallo scontro tra le grandi civiltà mondiali. Un esempio in questo senso è rappresentato dalle relazioni tra Occidente e Islam, argomento trattato dall’arabista Bernard Lewis. A conferma della diagnosi di Huntington presentiamo un proclama di Osama bin Laden, capo dell’organizzazione terrorista al-Qaeda. I brani che seguono contengono analisi più distaccate: Gilles Kepel legge i conflitti mediorientali soprattutto come strumenti di lotta interni al mondo musulmano; Renzo Guolo riflette sulla difficile compatibilità fra Islam e democrazia; il grande economista e sociologo indiano Amartya Sen difende la scelta del multiculturalismo anche sulla base della sua personale esperienza. Bertrand Badie La concezione etnica del mondo Samuel P. Huntington Lo scontro delle civiltà Bernard Lewis L’Islam contro l’Occidente 91 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 92 Espansioni in Ares d Osama bin Laden Dichiarazione per la guerra santa contro ebrei e crociati Gilles Kepel In guerra per il controllo dell’Islam Renzo Guolo L’Islam è compatibile con la democrazia? Amartya Sen Multiculturalismo e libertà L’Italia della Prima repubblica: il sistema politico Per esaminare la nascita e lo sviluppo del sistema politico della Repubblica, proponiamo alcuni testi che contribuiscono a illustrare i caratteri delle istituzioni pubbliche e le principali trasformazioni dei rapporti tra i partiti. Uno storico dell’Italia contemporanea, Giuseppe Mammarella, illustra le origini e gli obiettivi dei primi governi di centro-sinistra, che hanno rappresentato un’importante svolta nella vita politica del paese. Due differenti modelli interpretativi del sistema politico italiano, caratterizzato dal «blocco» dell’alternanza al potere, sono descritti dai politologi Giorgio Galli e Giovanni Sartori, ideatori delle formule «bipartitismo imperfetto» e «pluralismo polarizzato». Negli anni ’70 e ’80 i partiti di sinistra elaborano nuove strategie politiche: le ragioni del «compromesso storico» sono presentate da un celebre articolo del segretario del Pci Enrico Berlinguer mentre i caratteri del progetto socialista di Bettino Craxi sono analizzati in un brano di Giovanni Sabbatucci. Giuseppe Mammarella La nascita del centro-sinistra Giorgio Galli Il bipartitismo imperfetto Giovanni Sartori Il pluralismo polarizzato Enrico Berlinguer Il compromesso storico Giovanni Sabbatucci La scommessa di Craxi L’Italia della Prima repubblica: economia e società In questo percorso viene ricostruito il processo di industrializzazione e i riflessi sulla società dal dopoguerra ai nostri giorni. Il brano di una storica dell’economia, Vera Zamagni, dà conto delle scelte che, soprattutto negli anni ’47-48, definirono gli indirizzi di fondo dell’economia italiana, ponendo le premesse per lo sviluppo degli anni ’50 e ’60. Sulle trasformazioni sociali avviate dai processi di modernizzazione della produzione sono stati scelti due brani: lo storico inglese Paul Ginsborg racconta le migrazioni di milioni di italiani dalle campagne meridionali alle città settentrionali, mentre l’economista Paolo Sylos Labini analizza la crescita dei ceti medi e la ricomposizione sociale della popolazione italiana nel XX secolo. 92 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida 5-03-2009 18:20 Pagina 93 Espansioni in Ares GUIDA ALLA STORIA Il «miracolo economico» inaugura nuovi comportamenti sociali e modelli di consumo: lo storico Silvio Lanaro racconta le trasformazioni delle abitudini alimentari e degli stili di vita, mentre il demografo Antonio Golini descrive i mutamenti della famiglia e la progressiva emancipazione delle donne. Vera Zamagni Il miracolo economico Paul Ginsborg Le migrazioni interne Paolo Sylos Labini La crescita dei ceti medi Silvio Lanaro I nuovi consumi Antonio Golini Le trasformazioni della famiglia L’Italia della Prima repubblica: i fattori di crisi Negli scorsi decenni la vita del paese è stata profondamente condizionata da alcune emergenze. Dal terrorismo politico, analizzato da un articolo dei sociologi Donatella Della Porta e Maurizio Rossi e da un’inchiesta del giornalista Sergio Zavoli, alla nuova criminalità organizzata trasformatasi in «impresa», descritta da un testo di uno dei maggiori esperti di mafia, Pino Arlacchi. Un altro studioso di scienze sociali, Franco Cazzola, descrive i meccanismi di truffa negli appalti pubblici: un esempio del diffuso sistema di pagamento delle tangenti rivelato dalle indagini della magistratura agli inizi degli anni ’90 del XX secolo. Sui pericoli per il futuro sviluppo del paese si sofferma il brano dello storico Gianenrico Rusconi, che sottolinea la crisi dell’identità nazionale e l’avvento di rivendicazioni indipendentistiche che testimoniano la debolezza del comune sentimento civico d’appartenenza. Donatella Della Porta - Maurizio Rossi I terrorismi italiani d Sergio Zavoli Intervista ai brigatisti rossi Pino Arlacchi La mafia imprenditrice Franco Cazzola L’Italia del pizzo Gianenrico Rusconi La nazione ammalata Le trasformazioni del sistema politico italiano Ai mutamenti degli equilibri politici negli ultimi anni dedichiamo l’ultimo percorso. Il sociologo Ilvo Diamanti analizza il fenomeno della Lega Nord descrivendo la base sociale del movimento; il politologo Gianfranco Pasquino illustra l’avvio delle riforme istituzionali attraverso la cronaca delle vicende politiche più recenti; Lucio Caracciolo si sofferma sulle conse93 Brochure_Guida.qxp:Brochure_Guida GUIDA ALLA STORIA 5-03-2009 18:20 Pagina 94 Espansioni in Ares guenze della fine della contrapposizione tra Est e Ovest sul sistema politico italiano; Giovanni Sabbatucci esamina i caratteri del nuovo bipolarismo sorto in Italia negli anni ’90. Ilvo Diamanti Le radici della Lega Gianfranco Pasquino La rivoluzione del maggioritario Lucio Caracciolo La crisi del sistema politico Giovanni Sabbatucci Il «bipolarismo polarizzato»