Untitled - Provincia di Reggio Emilia

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Liberamente tratto da “Totò il buono” di Cesare Zavattini e da
“Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica.
Di Giorgio Battistelli - Direttore Erasmo Gaudiomonte - Icarus
Ensemble e Coro Merulo - Regìa di Daniele Abbado
× P.zza Martiri del 7 Luglio - tel 0522 458811 fax 0522 458922
Correggio - Teatro Comunale “Bonifazio Asioli”
Lunedì 03/12/2007 ore 21:00
BARBONI
× Corso Cavour 9 - tel. 0522 637813 fax 0522 632681
Reggio Emilia - Teatro Municipale “Romolo Valli”
Giovedì 08/11/2007 ore 20:30
MIRACOLO A MILANO
La drammaturgia principale prende liberamente spunto
caduta del muro di Berlino, nei paesi del secondo e terzo
Di e con Pippo Delbono
Con Bobò, Margherita Clemente, Piero Corso, Armando Cozzuto, Lucia Della Ferrera, Gustavo
Giacosa, Simone Goggiano, Elena Guerrini, Mario Intruglio, Mr. Puma, Pepe Robledo
da “Totò il buono” (1939) del reggiano-padano Cesare
mondo. Si tratta dell’irruzione drammatica di dinamiche
Zavattini, da cui Vittorio De Sica trasse il film “Miracolo a
capitalistiche in contesti “arretrati”. Senza gradualità,
“La creazione di Barboni è stato un totale atto di libertà, ma
re nella guerra”. La prima volta la frase è riferita al racconto
Milano”(1951). Il testo tratta, con registri tra il surreal-
dall’oggi al domani, la terra che ti ospitava si trasfor-
paradossalmente è nata da un urlo di disperazione… Quando
di alcuni ricordi personali: la guerra in Bosnia e l’immagine
mente patetico e l’amaramente divertito, di una società —
ma in risorsa economica da sfruttare, così l’esistenza
hai toccato il fondo della sofferenza, stai bene solo con le per-
di Lima durante il coprifuoco, la sera, quando la polizia spa-
quella italiana, ovviamente — in disordinata e contraddi-
tua e quella di tutta la “comunità marginale” è degra-
sone che hanno toccato il fondo, come te...” (Pippo Delbono,
rava nelle strade e la gente organizzava feste e ballava tutta
toria via di trasformazione. Il contrasto di registri stilistici
data a variabile dipendente, a residuo. Lo scenario za-
1999)
la notte.
della scrittura non è che il riverbero dei forti contrasti
vattiniano mantiene oggi intatta la forza “scandalosa”
di natura sociale ed economica che il racconto indaga:
di un’idea folle: combattere gli squali con la bontà.
il mondo dei barboni contro il mondo degli speculatori,
Attraverso un lavoro che è inscindibilmente musicale,
l’espansione incontrollata contro gli accampamenti di ba-
drammaturgico e “site specific”, Battistelli esalta le
racche. E nell’orizzonte di questa lotta dell’avidità contro
implicazioni contemporanee dello spunto; la moltepli-
la bontà, Zavattini riscrive in qualche modo la storia, con
cità dei linguaggi adottati, il dominio della tecnologia,
un finale a sorpresa dalla forte carica utopica, rappre-
la contaminazione delle arti diventano lo specchio
sentata dalla magia del volo, dove sono i deboli a vincere.
esteticamente mediato di una contraddizione sociale.
Naturalmente l’elemento magico resta centrale, con la
L’attualità della duplice opera letteraria e cinemato-
sua carica utopica. Del resto il celeberrimo volo finale
grafica di De Sica e Zavattini è sotto i nostri occhi. Nel
sulle scope non dice in fondo la stessa cosa di un re-
microcosmo dell’hinterland milanese ha luogo la stessa
cente e fortunato slogan no-global: “un altro mondo è
situazione verificatasi nel macrocosmo globale, dopo la
possibile”?
Nell’urlo c’è la denuncia della sofferenza, ma anche la ribel“Capita di rado, ma capita lo spettacolo che ti fa sobbalzare,
lione, in nome di un diritto alla felicità rivendicato con for-
magari proprio perché la sua straordinarietà viola le regole
za. Esattamente questo sono gli spettacoli di Pippo Delbono,
del teatro […] si snodano sul palco nudo azioni elementari,
in particolare da Barboni in poi, da quando cioè la vita vi ha
dialoghi, balli, minirecite, ingenui numeri più da strada che
fatto irruzione senza filtri: schegge di una disperazione non
da varietà. Sono in fondo delle semplici autorappresentazio-
rassegnata ed esplosioni di una felicità possibile, semplice,
ni svolte in un’atmosfera felliniana che alterna lo stupore al
infantile, a portata di mano. […] “Danzare nella guerra” si-
naturale esibizionismo, evidenziando nelle condizioni dolorose
gnifica opporre un gesto di poesia e di bellezza alla guerra
di chi si mostra l’irrompere di una felicità di comunicare… e
che il mondo quotidianamente dichiara alle diversità e che le
restiamo rapiti dalla visione e incerti se guardarli come una
persone sofferenti o “un po’ perse per le strade” si trovano,
recita, o dei momenti di vita rubata.” (Franco Quadri, 1997).
loro malgrado, a combattere. E questa guerra non violenta e
gioiosa è vinta […]da individui che vivono una mancanza, un
“In Barboni Pippo Delbono ripete al microfono una frase che -
disequilibrio, un limite o, anche, che scelgono consapevolmen-
ricorrendo - diventa grido, percossa, lacerazione:“Devi danza-
te la follia di disertare dall’esistente.” (Cristina Valenti, 1999)
Bagnolo in Piano - Teatro Comunale Gonzaga “Ilva Ligabue”
Giovedì 24/01/2008 ore 21:00
× Via Roma 75 - tel. 0522 614078 fax 0522 611876
Castelnovo ne’ Monti - Teatro “Bismantova”
Mercoledì 05/12/2007 ore 21:00
(BOLOGNA)
2 AGOSTO: 10,25
Compagnia Piccoli Trasporti Teatrali diretta da Massimo Manini. Coprodotto con Teatro
Dehon/Teatro Stabile dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con Associazione Famigliari
delle Vittime del 2 Agosto 1980 e il Cedost
Una grande valigia occupa la scena. È piena di schegge.
sempre da questo episodio. Immediatamente, nasce nei tanti
Frammenti che riscrivono una storia. Una storia che resiste
famigliari colpiti una grande volontà di “Resistere”: alla vita
agli uomini, al tempo, alle stragi. Dentro la valigia ci sono
e all’ingiustizia. Una “Resistenza” che il contenuto esplosivo
le vite di 85 persone.Vite perdute in un attimo. Quello del-
di una valigia, invece di bloccare, ha paradossalmente rin-
la bomba, chiusa in una valigia appunto, esplosa la mattina
nestata in tutti loro e continuamente riaccesa al presentarsi
del 2 agosto 1980. La bomba che ha segnato per sempre la
di nuovi ostacoli: giudiziari e non. Gli stessi ostacoli che, dal
storia di una città, Bologna, e della sua gente, che però non
1947, sono serviti a disegnare un ponte tra il Dopoguerra e
si arrende. Alla ricerca della verità, oltre ogni depistaggio
oggi; fino alla Strage della Stazione di Bologna, cui un“desti-
e noncuranza. Che coltiva una forma di resistenza fatta di
no” ha unito per sempre vittime e parenti tutti, in un viaggio
memoria, di cura per ogni dettaglio, di tensione morale.
straziante e dolorosissimo, senza tempo e senza meta. E così,
85 metaforici “treni”, convergono in un’unica irreversibile
Quel giorno l’attentato terroristico fu senza precedenti:
direzione, congiungendo uomini in un dolore che è monito
troncò la vita a 85 persone e fece 200 feriti, segnati per
per tutti; un inno alla vita, che è memoria.
APPUNTI PER UN
FILM SULLA LOTTA
DI CLASSE
× P.zza Garibaldi 2 - tel. e fax: 0522 952885
Con Ascanio Celestini e Roberto Boarini (violoncello), Gianluca Casadei (fisamornica),
Matteo D’Agostino (Chitarra)
Appunti per un film sulla lotta di classe non è uno spetta-
so manco lo considerano un lavoro, ma solo una maniera
colo, ma è proprio quello che dice il titolo. È un insieme
per racimolare qualche soldo. […]
di appunti che ho incominciato a prendere per una storia
Ma per uscire dal mondo delle ombre bisogna imparare
della lotta di classe oggi. Una volta le persone che appar-
ad attraversarle. E uno che impara a oltrepassare le ombre
tenevano alle diverse classi sociali avevano anche culture
può attraversare anche i muri di cemento armato. Può attra-
diverse. Il ricco suonava Mozart, il povero ballava il salta-
versare le porte anti-panico senza spingere sui maniglioni
rello. Oggi è possibile che sentano entrambi De André o
rossi. Scendere per strada attraverso i muri delle villette
D’Alessio, oggi la differenza è solo nei soldi.
controllate dagli allarmi, attraverso le banche videosorve-
Così ho incominciato a raccogliere storie per capire cosa
gliate. Attraversare i muri delle zecche, che fanno bene a
è rimasto della coscienza e dell’identità nell’appartenen-
chiamarle zecche perché servono a succhiare il sangue
za a una classe e mi è sembrato che in particolare nel
alla gente. Può attraversare i parlamenti dove tutti smette-
lavoro precario si aprisse una vera voragine. Ci sono cer-
ranno di parlare. E le guardie giurate giureranno che non
ti operatori del call center che stanno al telefono con la
è colpa loro. Diranno che i servizi di sicurezza non servono
stessa crisi della presenza che attraversa uno che se ne
più. Come un macellaio in un mondo di vegetariani, come
va al funerale di suo fratello. Vanno a lavoro come si va a
un assassino nel camposanto. Una guardia cercherà di fer-
visitare una città bombardata. Rispondono al telefono, ma
marlo, ma lui attraverserà pure quella guardia con tutta la
sono anestetizzati, colpiti dall’azzeramento che l’istituzione
sua divisa. La guardia dirà: «Non vale! Questo è un mago». E
opera su di loro come una divinità antica e feroce che li
lui gli risponderà: «Non è magia, è lotta di classe».”
rende ombre. Eppure ci vanno con leggerezza perché spes-
(Ascanio Celestini)
Rubiera - Teatro “Herberia”
Martedì 29/01/2008 ore 21:00
il caso Alpi - Hrovatin
IL RISCATTO
Di Marina Senesi e Sabrina Giannini, messa in scena di Simonetta Favari tratto da “Niente
altro che la verità” di Sabrina Giannini per “Report” Irma Spettacoli
Boretto - Teatro Comunale
Sabato 01/03/2008 ore 21:00
Scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Sara Cianfriglia, Andrea Di Casa, Filippo Dini,
Sergio Grossini, Emanuela Guaiana, Mauro Pescio
LA VACANZA
× P.zza Gramsci 1/b - tel. 0522 621133 fax 0522 262343
× Via Roma 31 - tel. e fax 0522 965287
“La storia si svolge in un vecchio casolare sperduto dove
economico dovuto alla corruzione dilagante, a una feroce
è tenuta sotto sequestro una ragazza, Elena. A compiere il
dittatura passata e da scelte politiche internazionali azzarda-
rapimento è stata una grossa organizzazione criminale con
te, aveva impoverito quello che era uno dei Paesi più ricchi
lo scopo di ricattare il padre, un noto politico al quale è stato
al mondo. Nel vivere la crisi, la maggioranza degli argentini
affidato da poco il compito di risollevare il Paese da una
aveva scelto la strada della solidarietà, del sostegno recipro-
grave crisi economica. I carcerieri sono: Ivan, ex poliziotto
co per risollevare le sorti di una nazione ancora orgogliosa e
e capo dei quattro, ha avuto il contatto con i capi dell’or-
cosciente delle proprie risorse. Altri purtroppo hanno scelto
ganizzazione e ha convinto gli altri a seguirlo nell’impresa;
la strada della microcriminalità.
Lara, fidanzata di Ivan, ex prostituta; Dennis, sua moglie è
Da tempo volevo raccontare la storia di un gruppo di amici
morta da poco tempo tagliandosi le vene; Gelio, per salvare i
cresciuti insieme, che a distanza di molti anni si incontrano
genitori dai debiti con gli usurai, ha venduto un rene ma non
di nuovo, questa volta non più per giocare a pallone, o so-
è bastato. A loro si unisce ogni tanto “il chirurgo”, il trami-
gnare tra le strade sporche del loro quartiere, ma a fare i
te tra loro e l’organizzazione. Ivan cela ai suoi compagni la
conti con la propria vita, ora sull’orlo del baratro.
vera identità della ragazza sequestrata e gli interessi politici
Ho immaginato un luogo indefinito e sperduto, in una stan-
che si nascondono dietro al sequestro. La vicenda avrà un
za claustrofobica. I personaggi sono pentiti, incapaci di
epilogo tragico.
sostenere un’impresa che non gli appartiene, chiedono un
risarcimento danni per ciò che la vita gli fatto patire, non
Il Riscatto è stato scritto nel 2003. L’urgenza di raccontare
rendendosi conto che loro stessi sono gli artefici della realtà
questa storia è nata in parte dall’osservazione di tutto ciò
che hanno subito.”
che era accaduto in Argentina due anni prima. Il disastro
(Giampiero Rappa)
Cosa resta del lavoro del giornalista che firma un’in-
né una messa in scena particolarmente poetica o lirica,
chiesta televisiva? Cosa resta del materiale di studio
ma una piéce dal taglio asciutto e informale: chi ci parla
accumulato nei molti mesi necessari alla realizza-
è una giornalista che racconta a un’ospite a cena le tappe
zione di una puntata di un’ora che la messa in onda
professionali e umane della sua inchiesta.
brucia, letteralmente, alla velocità della luce? Il dato rilevante di questo pretesto narrativo è la possibilità
Pare restino ad esempio tante mail: complimenti e diffide.
dell’utilizzo del linguaggio “privato” che consente un pia-
Resta in archivio la documentazione e resta spes-
no dialettico impensabile per un giornalista, o un relatore,
so il desiderio nel telespettatore di riascoltare.
che trattassero un tema del genere in un contesto pubblico.
Tutto il contrario di ciò che avviene in teatro, ecco perché
La mano leggera con cui gli spettatori vengono coinvolti in
abbiamo pensato di offrire a tutto questo un palcoscenico.
una delle storie più pesanti degli ultimi decenni consente
Dalle conversazioni, nel corso delle quali Marina Senesi
ai complicati snodi tecnici di recuperare tutta la loro illu-
ha raccolto da Sabrina Giannini la storia del suo servizio
minante semplicità.
Alpi/Hrovatin per “Report”, non è sortita un’orazione civile
Rio Saliceto - Teatro Comunale
Venerdì 07/03/2008 ore 21:00
LA BAITA
DEGLI SPETTRI
Scandiano - Cinema Teatro “Boiardo”
Mercoledì 02/04/2008 ore 21:00
LIBRI DA ARDERE
Di Amelie Nothomb, con Elio De Capitani, Corrado Accordino ed Elena Russo Arman
× Via XXV Aprile 3 - tel. 0522 854355 fax 0522 986498
× Via Garibaldi 28 - tel. 0522 649465 fax 0522 647519
Di Claudio Greg Gregori, con Lillo & Greg, Virginia Raffaele, Valentina Paoletti, Lorenzo
Gioielli, Simone Colombari
Regia di Lillo & Greg
Una lettura scenica di Libri da ardere, unico testo teatrale
non solo le convenzioni formali, ma anche quelle più solide
di Amélie Nothomb, era stata curata da Cristina Crippa alla
su cui si basava l’esistenza precedente crollano, travolti dal
Cinque ragazzi decidono di passare alcuni giorni di vacan-
laboratori di Greg e Lillo nel programma The Baitha di Ra-
Biblioteca Civica di Monza. Da lì a preso le mosse questo al-
puro desiderio di sopravvivenza, che inverte e modifica ogni
za in una baita dispersa tra i boschi. Ma la baita è maledet-
dio Due, come Valentina Paoletti e Stefano Frosi, entrambi
lestimento teatrale che narra della vicenda di un professore
rapporto, intellettuale, affettivo, di potere, e stravolge il senso
ta. Il fantasma di un maniaco criminale, che già uccise cin-
protagonisti di collegamenti dagli esiti fallimentari. Alcune
di letteratura, interpretato dall’efficacissimo Elio De Capitani,
intimo di ogni gesto, di ogni abitudine.
que ragazzi nel ‘69, ancora si aggira tra le mura. Bizzarre
delle gag inoltre si richiamano esplicitamente a “610”,
perfetto nei panni del cólto e vile personaggio, che sotto i
I libri da ardere sono quelli che alimentano la stufa in un in-
coincidenze, indecifrabili rumori, inspiegabili voci iniziano
con il tormentone delle riviste specializzate fino al parossi-
bombardamenti e gli incendi di una guerra ci sollecita a una
verno freddissimo. Anche se il freddo sarà ovviamente quello
ad alimentare il terrore tra i ragazzi . Un solitario imbalsa-
smo e con la presenza in scena di una radio.
riflessione: l’uomo privato della ragione, dell’arte, del suo
interiore dei rapporti tra i protagonisti. All’inizio si tratta qua-
matore di animali sembra voler fare la loro conoscenza e
Una lunga serie di sketch legati da un filo conduttore e da
godere per una parola, un quadro, un tramonto, che uomo è?
si di un gioco un po’ intellettuale, un complicato distinguo
un ospite indesiderato sta per arrivare. Finirà bene o male?
una trama circolare con finale a sorpresa. Uno spettacolo
Non sempre l’humor è bianco.
che ha molto a che fare con la goliardia e gli attori in
Una città, forse di un paese dell’est europeo, in un gelido
romanzo sopravvissuto, non sono più le qualità letterarie ad
Una presa in giro del genere e dei suoi meccanismi di co-
scena si divertono molto, particolare che aumenta l’effetto
inverno di guerra è stretta nella morsa finale di un assedio.
avere importanza e il libro svela tutta la sua valenza sim-
struzione della tensione, con tutto il repertorio di catene
comico.
Un tempo ha avuto una rinomata università e una brillante
bolica, rappresenta ciò che più identifichiamo con l’umano:
trascinate, telefonate minatorie, cambiamenti di persona-
Irresistibili gli “inserti speciali” al termine, strutturati come
vita culturale, ormai è semidistrutta dai bombardamenti e
il linguaggio, la comunicazione, la capacità di raccontare e
lità e racconti tanto raccapriccianti quanto improbabili.
in un DVD con tanto di lingue ed extra che comprendono in-
ridotta alla fame. Ancora in piedi, la casa di un illustre pro-
ricordare, la voglia di sognare e immaginare insieme ad altri
Questi “attrezzi del mestiere” vengono smascherati e capo-
terviste, backstage, scene tagliate ed errori durante le ipo-
fessore di letteratura ospita, oltre al padrone di casa, Daniel,
esseri umani. E allora, dopo l’ultima fiammata, non resta che
volti con la rottura della barriera tra finzione e tecniche di
tetiche riprese. Anche l’inserto speciale viene preso come
il suo assistente, e una giovane allieva, amante di turno di
la grande piazza coperta di neve e bersagliata dalle bombe,
messa in scena, o con la messa a nudo della convenzione
un genere con caratteristiche ben precise e parodiato di
Daniel. La situazione d’emergenza altera brutalmente questo
per aspettare la morte. Un periscopio crudele puntato sulla
cinematografica e teatrale. Nel cast figurano alcuni dei col-
conseguenza e i risultati sono decisamente originali.
microcosmo: a poco a poco i normali punti di riferimento,
crudeltà di oggi.
tra buona e cattiva letteratura. Ma alla fine, giunti all’ultimo
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