Risonanza Magnetica Arturo Brunetti CdL spec. in Ingegneria Biomedica Università degli Studi di Napoli Federico II 2008-2009 ab/01/2009 1 Imaging a Risonanza Magnetica : eccitazione-emissione in campo magnetico di elevata intensità Campo magnetico e bobina RF Sistema elettronico ab/01/2009 a) controllo dei gradienti di campo b) controllo della bobina e produzione di impulsi RF c) rivelazione dei segnali emessi d) elaborazione dei segnali 2 Schema della lezione • Introduzione e campi di applicazioni (3-10) • Spin e frequenza di risonanza (11-23) • L!impulso e il segnale RM (24-30) • • • • • • • T1 e T2 (31-41) La localizzazione spaziale del segnale (42-49) Sequenza spin echo e ricostruzione (50-62) Magneti e componenti della macchina (63-68) Sequenze veloci (69-74) Applicazioni diagnostiche e appl.avanzate (75-84) Sicurezza e protezione e sviluppi (85-95) ab/01/2009 3 Un!eccellente descrizione dei principi http://www.cis.rit.edu/htbooks/mri/inside-i.htm Prof. J. Hornak, University of Rochester , NY Traduzione italiana a cura del Prof. B. Alfano e del Dott. M. Larobina ab/01/2009 4 Un fenomeno fisico e varie applicazioni • (N)MR = (Nuclear) Magnetic Resonance • MRI = Magnetic Resonance Imaging • MRS = Magnetic Resonance Spectroscopy • La Risonanza Magnetica Nucleare è un fenomeno osservabile in nuclei atomici caratterizzati da un numero dispari di protoni e/o neutroni, sottoposti a campi magnetici di intensità migliaia di volte maggiore rispetto a quella del campo magnetico terrestre ab/01/2009 5 Una N di troppo ? • la (N)MR = (Nuclear) Magnetic Resonance è un fenomeno che si osserva in nuclei atomici, in genere stabili (come quello dell!idrogeno) • per le applicazioni di imaging diagnostico la N è stata eliminata perchè l!aggettivo Nucleare avrebbe potuto far pensare alla radioattività ab/01/2009 6 Nuclear Magnetic Resonance The Nobel Prize in Physics 1952 "for their development of new methods for nuclear magnetic precision measurements and discoveries in connection therewith" Felix Bloch 1905 - 1983 Edward Mills Purcell 1912 -1987 ab/01/2009 7 Un fenomeno fisico che non modifica le caratteristiche moleculari/strutturali La Risonanza Magnetica Nucleare è emersa come un nuovo strumento non distruttivo e non invasivo per lo studio del metabolismo e della struttura anatomica di sistemi biologici intatti. (D. Gadian, 1986) ab/01/2009 8 Utilizzazione della NMR • I primi utilizzatori della NMR sono stati i chimici perchè nuclei di elementi diversi hanno !1950 - 1970 frequenze diverse di risonanza e, inoltre, nuclei uguali ma collocati in molecole hanno frequenze leggermente diverse (chemical shift) !1980 - ... • Solo dopo la individuazione di tecniche di localizzazione spaziale del segnale NMR è stato possibile utilizzare i segnali dei nuclei degli atomi di idrogeno delle molecole d!acqua per costruire immagini diagnostiche ab/01/2009 9 Magnetic Resonance Imaging ! Il presupposto di base è l’interazione degli spin nucleari con un campo magnetico esterno ad alta intensità (B0) ! Solo nuclei atomici con un momento angolare intrinseco diverso da zero possono essere utilizzati per imaging ! ! ! ! ! Idrogeno 1H (1/2) Sodio 23Na (3/2) Fosforo 31P (1/2) Ossigeno 17O (5/2) Fluoro 19F (1/2) ! Il nucleo utilizzato per l’imaging diagnostico RM è quello dell’ idrogeno delle molecole di acqua ab/01/2009 10 Il nucleo atomico utilizzato per ottenere le immagini di Risonanza Magnetica è quello degli atomi di idrogeno (“protone”). - • • • • + Vantaggi: elevata concentrazione nei tessuti (H2O) elevata abbondanza isotopica buon segnale RM 11 ab012009 11 LO “SPIN” NUCLEARE • I nuclei degli atomi di idrogeno, essendo dotati di uno “spin” e di una carica elettrica, si comportano come piccoli dipoli magnetici • L’asse di rotazione descrive nello spazio un movimento di precessione ab012009 12 12 Gli spin nucleari, sotto l’ azione di un campo magnetico di intensità adeguata, si orientano lungo le linee di forza del campo B0 13 ab012009 13 Effetto del campo magnetico sugli spin La popolazione di spin è distribuita tra orientamento parallelo e antiparallelo con una lievissima prevalenza di spin paralleli. Questa piccola differenza, modificabile con impulsi RF a consentire di evidenziare i segnali NMR. La differenza è calcolabile con la formula di Boltzmann. B0 ab/01/2009 14 EQUILIBRIO DI BOLTZMANN !n = N !E (1- e-t/T1) 2KT !E = h% (= h " B0 / 2$) ab/01/2009 15 Frequenza di precessione (= f. di risonanza) • Relazione di Larmor # = " B0 B0 % = " B0/2$ ab012009 16 16 Relazione di Larmor La frequenza di precessione o di Larmor (!0) dipende da due fattori: 2. la costante giromagnetica (" ) , valore numerico caratteristico di ogni specie nucleare e 3. la forza del campo magnetico principale B0. !0 = " B0 per l’idrogeno ! = 42.58 MHz / T 17 ab012009 17 Frequenza di Risonanza e energie coinvolte • Le frequenze di risonanza dipendono quindi dal tipo di nucleo e sono direttamente proporzionali all’ intensità del campo magnetico (H). • Le frequenze NMR si trovano nella regione delle radiofrequenze dello spettro elettromagnetico (1-500 MHz) e sono associate a transizioni energetiche tra livelli diversi, che corrispondono a diversi stati magnetici dei nuclei. • In un campo magnetico di 1 Tesla, il dislivello di energia tra i protoni paralleli e antiparalleli è solo di 1.759 x 10-7 eV ab012009 18 18 Per studiare il fenomeno NMR sono necessari • Un campo magnetico di elevata intensità – per le immagini 0.2 - 3Tesla e oltre (per applicazioni sperimentali) • 1.5 T è il campo più diffuso – per la spettroscopia (in laboratorio) fino a 20 T • circuiti (bobine-antenne) che – producono impulsi per mettere in risonanza i nuclei atomici sensibili – ricevono i segnali emessi dai nuclei al termine ab/01/2009 19 Per utilizzare il fenomeno NMR per ottenere immagini • Oltre al campo magnetico di elevata intensità e ai circuiti (bobine-antenne) che – producono impulsi e ricevono i segnali emessi dai nuclei al termine della sollecitazione • servono circuiti aggiuntivi (gradienti di campo magnetico) – che permettono la localizzazione spaziale del segnale ab/01/2009 20 Orientamento degli spin nel campo magnetico B0 • Gli spin dei nuclei si orientano in parte appena superiore al 50%(1/1000000) con verso parallelo al campo magnetico e in parte appena inferiore al 50% con verso antiparallelo 21 ab012009 21 La magnetizzazione macroscopica - M B0 + + = M • La somma dei vettori prevalenti con verso parallelo al campo magnetico principale costituisce il vettore di magnetizzazione macroscopica “M” (longitudinale), utilizzato per spiegare il fenomeno NMR secondo i principi della fisica classica. ab012009 22 22 Lo studio del fenomeno NMR la “rotating frame” • Il vettore M ha un movimento di precessione attorno alla direzione del campo magnetico principale Ho. • Per descrivere il fenomeno RMN più semplicemente, è stato introdotto il concetto di “rotating frame” che ci permette di studiarlo come se ruotassimo anche noi insieme a M. In questo sistema il vettore M è apparentemente fermo. Vettore M Giradischi ab/01/2009 23 L’ impulso • Con l’impulso dato dalla bobina (campo magnetico oscillante a “RF”) alcuni nuclei assumono energia modificando il loro spin da parallelo a antiparallelo. • Ciò modifica il valore del vettore M Testo (magnetizzazione longitudinale) lungo l’ asse z e crea una componente nel piano x-y • La durata dell’ impulso RF determina l’angolo di deflessione del vettore M (es. 15°, 30°, 90°...). • Gli impulsi sincronizzano (mettono in fase) gli spin ab012009 Impulso di 90 ° 24 24 Impulso “RF” prodotto dalla bobina (in realtà un campo magnetico oscillante B1) z B0 y B1 x ab012009 25 Il segnale RM • Si determina nella bobina ricevente con il ritorno del vettore M alla posizione di equilibrio. • E’ definito FID (Free Induction Decay) FID ab012009 26 26 Il segnale NMR : FID FID Trasformata di Fourier del FID • Le componenti di frequenza del segnale sono evidenziabili applicando la trasformata di Fourier 27 ab012009 27 Il segnale NMR e il recupero dell!equilibrio • L! ampiezza iniziale del segnale dipende dalla quantità di protoni presenti nel campione (Densità Protonica, DP - N[H]) • il tempo di recupero dipende da diverse caratteristiche chimico-fisiche e non dal numero dei nuclei presenti nel campione • la dipendenza da multipli parametri è uno dei maggiori punti di forza della NMR anche se rende complessa l!analisi dei segnali ottenuti ab/01/2009 28 FID e Echo • un impulso a 180° dopo il primo a 90° rifasando gli spin crea un segnale che si definisce echo – da ricordare per quanto si dirà dopo sulle sequenze di acquisizione • l!echo è meglio leggibile dalle bobine di ricezione rispetto al FID ab/01/2009 29 Principali parametri che influenzano le caratteristiche del segnale RM • densità dei nuclei • tempi di rilassamento T1 e T2 • movimenti dei nuclei – flusso ematico, moti browniani • “chemical shift” • presenza di materiali che modificano il campo magnetico locale ab/01/2009 30 Immagini multiparametriche = strutture uguali con diverso segnale T1 pesata T2 pesata Densità protonica ab/01/2009 31 I tempi di rilassamento • Tempo di rilassamento T1 – rilassamento longitudinale - cioè lungo l’asse Z – detto anche t. di rilassamento spin-reticolo o “spin-lattice” perchè determinato dalle interazioni degli spin del nucleo in esame con l’ambiente circostante • Tempo di rilassamento T2 – rilassamento trasversale - cioè nel piano XY – detto anche t. di rilassamento “spin-spin”, perchè determinato dalle interazioni degli spin del nucleo in esame tra di loro ab012009 32 32 Componenti di M dopo un impulso a 90° T1 Recupero di magnetizzazione rispetto all’asse z T2 sfasamento degli spin nel piano xy 33 ab012009 33 Il rilassamento T1, spin-lattice, longitudinale (recupero della magnetizzazione lungo l’ asse z ) 1 - e-t/T1 T1 Tempo • Terminato l’ impulso, il ristabilimento delle condizioni di partenza (con minima prevalenza degli spin paralleli alla direzione del campo magnetico principale) avviene con andamento esponenziale con costante di tempo T1. ab012009 34 34 La valutazione del rilassamento T1 • La componente del vettore M lungo l’ asse z non è vista direttamente dalla bobina • Il processo di rilassamento longitudinale può essere misurato solo con delle sequenze di impulsi disegnate in modo da essere sensibili al recupero della magnetizzazione longitudinale. 35 ab012009 35 Il rilassamento T2, spin-spin, trasversale • Al termine dell’ impulso RF gli spin sono in fase; subito dopo cominciano a sfasarsi. • Quando lo sfasamento è completo la somma degli spin sul piano xy è = 0, e la bobina non riceve più segnale. • Lo sfasamento ha un andamento esponenziale, con costante = T2 ed è espressione di interazione degli spin tra loro. ab012009 36 36 Il rilassamento T2, spin-spin, perdita della Magnetizzazione Trasversale e-t/T2 T2 Tempo 37 ab012009 37 T1 e T2 • Il tempo di rilassamento T1 è più lungo del T2 , poichè lo sfasamento degli spin sul piano xy è un processo che si completa quando il vettore di magnetizzazione longitudinale non ha ancora raggiunto la lunghezza che possedeva prima dell’impulso di RF T1 > T2 • i tempi di rilassamento sono maggiori nelle strutture fluide (e massimi in assenza di soluti) Valori T1 e T2 e densità protonica nell’encefalo ab012009 T1 (msec) T2 (msec) & Sostanza grigia 950 100 0.8 Sostanza bianca 600 80 0.65 Liquor 4500 2200 1.0 38 38 Il T2* (star) • Le disomogeneità locali del campo magnetico possono accelerare il processo di sfasamento degli spin che avviene con una costante T2* (si legge T2 star). • La presenza di materiali ferromagnetici (ferro etc) può accelerare notevolmente il rilassamento specie con campi magnetici > 1T. Depositi “naturali” di ferro nei nuclei mesencefalici e della base con accelerato rilassamento T2 e basso segnale nelle immagini T2 39 ab012009 39 Le immagini RM di routine • Sono ottenute con serie (sequenze) di impulsi RF combinati in modo da rappresentare nelle immagini tradizionali i parametri: – T1, T2 e DP, • inoltre sequenze sensibili ai movimenti delle molecole permettono di rappresentare i vasi sanguigni (flusso) e i movimenti di diffusione • mezzi di contrasto paramagnetici che riducono il Tempo di rilassamento T1 possono essere inoltre utilizzati per visualizzare meglio strutture vascolari e tessuti caratterizzati da elevata permeabilità capillare ab012009 40 40 Parametri RM e immagini tipiche ab/01/2009 T1 T2 & GM 950 100 0.8 WM 600 80 0.65 CSF 4500 2200 1.0 T1 pesata T2 pesata Densità protonica 41 The Nobel Prize in Physiology or Medicine 2003 gradienti per localizzazione spaziale e sequenze veloci for their discoveries concerning "magnetic resonance imaging" Especially valuable for examination of the brain and the spinal cord Important preoperative tool Improved diagnostics in cancer Paul C. Lauterbur 1929 - 2007 Sir Peter Mansfield 1933 - Reduced suffering for patients ab/01/2009 42 La localizzazione spaziale del segnale • Avviene creando dei gradienti di campo sugli assi x, y e z. Bo = 1 T 0.99 T 1.01 T • In questo modo è possibile selezionare i piani di scansione e differenziare il segnale di ogni elemento del corpo in esame che risuona ad una frequenza leggermente diversa dagli altri. ab/01/2009 43 Codifica spaziale con gradienti di campo Cilindri pieni di acqua Campo magnetico costante Campo magnetico variabile Segnale RM senza codifica con codifica ab/01/2009 44 DECODIFICA SPAZIALE DEL SEGNALE Trasformata di Fourier ab/01/2009 45 CODIFICA SPAZIALE IN RM 1 • Selezione dello strato con un gradiente lungo l! asse z. • Tutti i voxel dello strato hanno uguale frequenza di risonanza e sono in fase. ab/01/2009 46 CODIFICA SPAZIALE IN RM 2 • Codifica di fase con il gradiente y. • Tutti i voxel dello strato hanno uguale frequenza di risonanza ma ciascuna fila ha una fase diversa. ab/01/2009 47 CODIFICA SPAZIALE IN RM 3 • Codifica di frequenza lungo l! asse x durante la lettura • Ciascun voxel dello strato ha una diversa combinazione di fase e frequenza. ab/01/2009 48 Immagini multiplanari Assiale Sagittale Coronale piani diversi si selezionano grazie ai gradienti di campo magnetico senza dover modificare la posizione del paziente ab/01/2009 49 Le sequenze RM • La maggior parte delle immagini RM sono state ottenute nei primi anni con sequenze spin-echo, che consentono di ottenere immagini pesate sui tre principali parametri RM (T1, T2 e DP). • (Si sono poi diffuse sequenze più rapide che permettono di ottenere informazioni simili). ab012009 50 50 La sequenza SPIN-ECHO • E’ stata sviluppata per ovviare agli effetti determinati dalle disomogeneità del campo magnetico e perchè la bobina ricevente “legge” meglio l’ echo rispetto al FID prodotto dall’ impulso di 90°. • Si basa una coppia di impulsi (90° + 180°) – l’impulso da 90° ribalta il vettore M sul piano xy – l’impulso da 180° rimette in fase gli spin permettendo la lettura di un segnale che viene definito “echo”. • Alle serie di impulsi da 90°-180° si aggiungono le sequenze di attivazione dei gradienti di campo magnetico 51 ab012009 51 ' RF 90° 180° SEQUENZA SPIN ECHO ' Impulsi RF (“ a radiofrequenze) 90° TR Selezione dello strato Gz Gy TE Gy1 Codifica di fase Gy2 Codifica di lettura Gx FID Echo 52 La sequenza spin-echo • E’ caratterizzata da: – TR : Tempo di ripetizione (intervallo tra due impulsi successivi a 90°) – TE = tempo di echo (intervallo fra l’ impulso a 90° e il massimo dell’ echo) – i tempi sono espressi in millisecondi • Es: – TR/TE 500/15 – TR/TE 2000/80 – TR/TE 2000/15-80 (sequenza con raccolta di due echi) 53 ab012009 53 TR e TE • Il tempo di ripetizione, TR, è il tempo tra un’acquisizione e la successiva . – TR lunghi permettono un pieno recupero della magnetizzazione longitudinale (M) – TR corti non consentono di recuperare M per cui il segnale si riduce in rapporto al tempo T2. • Il tempo di echo TE il tempo fra l’impulso RF ed il centro dell’echo ricevuto. – TE lunghi si associano a segnale elevato delle strutture con T2 lungo (fluide) – TE corti sono scarsamente influenzati da rilassamento T2 • Il segnale è maggiore con TE corti e TR lunghi. ab012009 54 54 La sequenza spin-echo • Sequenze con TR corto (< 600 msec) e TE corto (<30 msec) danno immagini T1pesate • Sequenze con TR lungo (> 2000 msec) e TE corto (<30 msec) danno immagini DP pesate • Sequenze con TR lungo (> 2000 msec) e TE lungo (>80 msec) danno immagini T2 pesate 55 ab012009 55 La sequenza spin-echo • Nelle immagini T1 le strutture con tempo T1 lungo (fluido) hanno un segnale basso, mentre il grasso ha segnale alto • Nelle immagini DP il segnale del liquor è intermedio tra T1 e T2 • Nelle immagini T2 le strutture con tempo T2 lungo (fluido) hanno un segnale alto, mentre il grasso ha segnale più basso ab012009 56 56 TR TE1 TE2 90° RF 180° FID 180° 1°Echo 2°Echo SEQUENZA SE A DUE ECHI 57 L’ acquisizione delle immagini • Le sequenze spin-echo sono utilizzate per acquisizione “multistrato”. Più strati sono acquisiti in un’ unico tempo ab012009 58 58 SEQUENZA RM TEMPO DI ACQUISIZIONE • La durata di una sequenza spin-echo dipende dal campionamento spaziale (es. 256 o128 passi), dal tempo di ripetizione (TR) e dal numero di misurazioni (medie, averaging) • T = TR x N. codifiche di fase x N. “medie” • Sequenza SE T1 T = 500 msec x 256 x 3 = 6,4 min • Sequenza SE T2 T = 2000 msec x 256 x 1 = 8,5 min 59 ab012009 59 La ricostruzione delle immagini • Utilizzando la trasformata di Fourier (2D-FT) • Permette di trasformare i dati temporali (FID, echi etc) acquisiti dalle bobine in linee di frequenza che indicano la concentrazione di spin alle varie frequenze (protoni/ voxel). ab012009 60 60 Lo spazio-K • E’ un formalismo matematico per descrivere l’acquisizione/ elaborazione dei dati RM • E’ lo spazio dove sono conservati i dati grezzi (raw data) durante l’acquisizione per poi essere elaborati con la trasformata di Fourier. • Ciascun punto dello spazio K contiene informazioni su tutta l’immagine corrispondente • La parte centrale dello spazio K contiene i valori che definiscono il contrasto dell’immagine, mentre la parte periferica contiene gli elementi che definiscono la risoluzione spaziale 61 ab012009 61 da Wikipedia Spazio dell’immagine k-space ky y Fourier Transform x kx Inverse Fourier Transform Dati acquisiti ab012009 62 62 Tipi di magnete per MRI • RESISTIVO – non più utilizzato • PERMANENTE – diffusione limitata • SUPERCONDUTTORE – di gran lunga il più diffuso ab/01/2009 63 I componenti del tomografo RM • Gantry • Computer • Consolle di comando ab/01/2009 64 I componenti del gantry RM Magnete principale Bobine di shimming Circuiti per i gradienti di campo Bobina body eccitazione e la raccolta del segnale ab/01/2009 65 BOBINE RM • Bobina “body” generale – “nascosta” nel gantry • Bobine dedicate (cranio, collo, arti ....) bobina di superficie (per articolazioni) bobina cranio bobina rachide cervicale bobina ginocchio ab/01/2009 66 TRASMETTITORE CONSOLLE DI COMANDO AMPLIFICATORE DEI GRADIENTI BOBINE RF STAMPANTE LASER BOBINE DI COMPUTER GRADIENTE BOBINE RF RICEVITORE ARCHIVIAZIONE DIGITALIZZATORE 67 ESAME RM • Scelta della bobina e posizionamento del paziente • Sequenze “localizer” • Sequenze di scansione • (tipo, orientamento spaziale, spessore e intervallo tra gli strati, FOV, ....) ab/01/2009 68 RIDUZIONE DEL TEMPO DI ACQUISIZIONE • RIDUZIONE DI TR – con flip angle ridotto (sequenze gradient echo) • AUMENTO DELLA VELOCITA! DI CAMPIONAMENTO SPAZIALE – sequenze fast spin echo - sequenze echo planar • DIMINUZIONE DELLE CODIFICHE DI FASE – riduzione della risoluzione spaziale • DIMINUZIONE DELLE “MEDIE” – riduzione del rapporto segnale-rumore ab/01/2009 69 SEQUENZE RM “VELOCI” • GRADIENT ECHO TR corti • TURBO SPIN ECHO aumento del campionamento spaziale durante ciascun TR • ECHO PLANAR ab012009 70 70 SEQUENZE VELOCI A ECO DI GRADIENTE • riducono il tempo di acquisizione utilizzando TR brevi con impulsi (“flip angle”) inferiori a 90° • l’echo viene ottenuto con inversione rapida di gradiente di lettura • ogni ditta chiama le sequenze GE con nomi diversi! • FLASH (Fast Low Angle Shot) • FISP (Fast Imaging with Steady Precession) GE • GRASS (Gradient Recalled Acquisition in the Steady State) Philips • FFE (Fast Field Echo) Siemens ab/01/2009 71 Sequenza veloce con inversione di gradiente TR = 100 msec RF 30° 30° Gz Gy Gy1 Gy2 Gx Echo “di gradiente” 72 SEQUENZE VELOCI CON AUMENTO DEL CAMPIONAMENTO SPAZIALE DURANTE OGNI IMPULSO • Nella sequenza spin-echo ogni lettura corrisponde ad una linea dello spazio K • in TSE e EPI lo spazio K è campionato molto più rapidamente • TURBO - SPIN ECHO (FAST SPIN ECHO) – riduzione tempo di acquisizione # 50% • ECHO - PLANAR ab012009 – riduzione tempo di acquisizione # 90% 73 73 INFLUENZANO IL RAPPORTO SEGNALE-RUMORE INTENSITA’ DEL CAMPO MAGNETICO TIPO DI BOBINA DIMENSIONE DEL VOXEL NUMERO DI RIPETIZIONI DI ACQUISIZIONE TR & TE LARGHEZZA DI BANDA ab012009 74 74 Applicazioni diagnostiche MRI • Sistema Nervoso Centrale – encefalo e midollo spinale – primo e maggior campo di utilizzo • Apparato muscolo-scheletrico – rachide - articolazioni • Apparato cardiovascolare – cuore e vasi • Mammella • Fegato - vie biliari - pancreas • Apparato genitourinario 75 ab012009 75 DESCRIZIONE DELLE IMMAGINI RM • Riferimento alla “intensità di segnale” nelle varie sequenze (T1, T2, DP) • Segnale elevato, intermedio, basso,...assenza di segnale • Si parla di Iperintensità, isointensità, ipointensità per confrontare il segnale delle diverse strutture tra loro e tra “normale e patologico” ab/01/2009 76 DESCRIZIONE DELLE IMMAGINI RM • In queste immagini di uno studio RM dell!encefalo in paziente con sclerosi multipla, una malattia in cui si danneggia la mielina che riveste le fibre nervose, le aree danneggiate appaiono iperintense (alto segnale ) nelle immagini DP e T2 T1 DP T2 ab/01/2009 77 I vasi sanguigni in RM (Magnetic Resonance Angiography) • Nelle immagini RM convenzionali (spin-echo) i vasi in genere appaiono neri cioè privi di segnale • Questo aspetto è definito “flow void” (vuoto da flusso) ed è causato dal fatto che gli spin del sangue in movimento restituiscono il segnale fuori dallo strato in cui sono stati sollecitati. • Ma la sensibilità della RM al flusso può essere utilizzata per ottenere immagini dei vasi sanguigni con particolari sequenze di impulsi ab012009 Scansione trasversale T2 a livello dei bulbi oculari A. carotide interna dx A. carotide interna sn Arteria basilare 78 78 ANGIOGRAFIA RM (Magnetic Resonance Angiography) • Imaging delle strutture vascolari • utilizzando il segnale proveniente dai protoni in movimento nel sangue • con o senza somministrare mezzi di contrasto • le principali sequenze utilizzate sono – TOF = time of flight – PC = phase contrast Ricostruzione 3D con algoritmo MIP (maximum intensity projection) dei vasi arteriosi intracranici dopo acquisizione con sequenza TOF ab012009 79 79 DIFFUSIONE • Imaging dei movimenti browniani delle molecole d’acqua • differenziando il segnale di protoni con differente coefficiente di diffusione con l’applicazione di forti gradienti di campo lungo gli assi x y z • e valutando le differenze di segnale con il segnale di base • le sequenze di diffusione permettono anche di ricostruire la direzione dei tratti di fibre nervose (in cui la diffusione avviene preferenzialmente lungo la direzione delle fibre stesse) – (trattografia( ab012009 80 80 Imaging funzionale con RM • comprende diverse applicazioni – spettroscopia per lo studio di metaboliti – (sequenze di diffusione) – studi di perfusione ematica tessutale • con sequenze veloci e somministrazione di mezzo di contrasto – DSC, Dynamic Susceptibility Contrast • con sequenze veloci sensibili alle variazioni delle concentrazione di ossi- e deossiemoglobina durante test di stimolazione (motoria, sensitiva, cognitiva) – tecnica BOLD, Blood Oxygenation Level Dependent 81 ab012009 81 Studio funzionale con RM • spettroscopia – MRS (Magnetic Resonance Spectroscopy) (vedi lezione MRS) MRS a livello del lobo temporale lobo temporale sinistro normale ab012009 lobo temporale destro patologico (infiltrazione neoplastica) 82 82 Imaging funzionale con RM • studi di attivazione funzionale - perfusione – BOLD, Blood Oxygenation Level Dependent Sono evidenziate in colore, sovrapposte alle immagini di riferimento anatomico, le aree funzionalmente attivate in un soggetto normale durante un test di fluenza verbale 83 ab012009 83 Imaging funzionale con RM • attivazione funzionale - perfusione – DSC, Dynamic Susceptibility Contrast Scansione trasversale T2 a livello dei nuclei della base (a sinistra) e corrispondente mappa di perfusione (a destra); la scala di colore codifica i livelli di perfusione ab012009 84 84 RISCHI DELLA RM • CAMPO MAGNETICO STATICO • CAMPI MAGNETICI OSCILLANTI (IMPULSI “RF”) • ATTIVAZIONE / DISATTIVAZIONE DEI GRADIENTI DI CAMPO http://www.mrisafety.com/ ab/01/2009 85 Rischi RM - azioni necessarie • (SEGNALETICA SPECIFICA) • ANAMNESI ACCURATA – per escludere possibili controndicazioni • CONTROLLO DELL! ACCESSO ALLA DIAGNOSTICA – utilizzo di metal detectors • CONTROLLI RADIOGRAFICI – nel sospetto di frammenti metallici ab/01/2009 86 NON POSSONO ESSERE SOTTOPOSTI A RM • portatori di pace-makers – ma sono in corso di sviluppo pacemakers compatibili • soggetti con clips ferromagnetiche su vasi sanguigni – ora si usano solo clips compatibili (in Titanio) • portatori di neurostimolatori o pompe di infusione • portatori di corpi estranei metallici (scheggie, proiettili) potenzialmente mobili ab/01/2009 87 POSSONO (!) ESSERE SOTTOPOSTI A RM • portatori di impianti metallici non ferromagnetici • portatori di protesi “ortopediche” (anca, ginocchio ...) – per studiare strutture lontane dalla protesi (!) • donne gravide – per avere dati indispensabili non ottenibili con ecografia – (per evitare indagini con radiazioni ionizzanti) ab/01/2009 88 POSSONO ESSERE DANNEGGIATI DAL CAMPO MAGNETICO • CARTE MAGNETICHE (di credito, telefoniche....) • OROLOGI ANALOGICI • DISCHI - NASTRI MAGNETICI • CALCOLATRICI - MACCHINE FOTOGRAFICHE ab/01/2009 89 La più frequente causa di non esecuzione di RM • E! il rifiuto da parte del paziente per claustrofobia • in molti casi un ansiolitico può aiutare a risolvere il problema • nei casi in cui l!esame RM va eseguito su paziente non collaborante si esegue la narcosi • tutti gli strumenti di monitoraggio anestesiologico devono essere compatibili con il campo magnetico ab/01/2009 90 Esposizione al campo magnetico statico • Sono definiti limiti temporali di esposizione per il personale Parte esposta Intensità Durata Corpo 200mT 1 ora/giorno Corpo 2T 15 min/ giorno Arti 2T 1 ora/giorno D.M. 2/8/1991: ab/01/2009 91 Protezione da RF = SAR • Durante un esame RM il paziente assorbe una parte dell!energia RF trasmessa, con possibili effetti di riscaldamento. • SAR = energia RF assorbita/unità di massa(W/kg). • Aumenta con l!intensità di campo magnetico (B2),la potenza RF, il duty cycle, e dipende dal tipo di bobina e dalle dimensioni del corpo. – Da 1.5 to 3 Tesla il SAR si quadruplica. – Ad alto campo sequenze con echi multipli e strati multipli aumentando i valori di SAR – il SAR si può ridurre riducendo il flip-angle, aumentando il TR ab/01/2009 92 SVILUPPI STRUMENTALI DELLA RM • SISTEMI APERTI • SISTEMI DEDICATI • RM INTRAOPERATORIA • NUOVE BOBINE (superconduttrici?) • nuove sequenze veloci per imaging morfologico e funzionale 93 ab012009 93 Apparecchi RM dedicati RM articolare ab012009 RM colonna vertebrale angolabile (orto-clino) 94 94 • Progress in NMR is so rapid and the future is so bright that one of the great problems will be to develop a new breed of radiologists who are versatile in biochemistry, mathematics and computers as well as in morphologic anatomy and pathologic physiology. As times goes on, advances in NMR will be achieved by teams of clinical and basic scientists encompassing multiple disciplines. C.B. Higgins, 1983 ab012009 95 95