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NOTE INFORMATIVE PER IL
TRATTAMENTO RADIOTERAPICO PER NEOPLASIA PROSTATICA
A cosa serve e come agisce la Radioterapia? La Radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia
per distruggere le cellule tumorali, cercando al tempo stesso di preservare il più possibile le cellule sane.
L’obiettivo principale della Radioterapia è il controllo locale e regionale della malattia sfruttando le
radiazioni ionizzanti che hanno la capacità di agire sul patrimonio genetico della cellula. L’alta energia
utilizzata, molto più elevata rispetto a quella che si usa per le normali radiografie, porta a morte le cellule
tumorali presenti a livello della ghiandola prostatica impedendone così la fase di crescita e di
moltiplicazione. Sebbene i danni delle radiazioni colpiscano sia le cellule tumorali che le cellule normali, le
cellule sane possono riprendersi dagli effetti delle radiazioni e funzionare correttamente.
La Radioterapia può essere eseguita come trattamento esclusivo, o in associazione con altre terapie come la
chirurgia e/o l’ormonoterapia.
Cosa dovrò fare prima del trattamento? Per la definizione del trattamento radiante viene eseguita la TC di
simulazione (che può essere con o senza l’iniezione di un mezzo di contrasto), nel corso della quale vengono
acquisite le immagini su cui verranno identificati i volumi di interesse, intesi come le zone da trattare e le
sedi anatomiche da risparmiare. Nello specifico verrà individuata la ghiandola prostatica da irradiare,
eventuali distretti linfonodali di interesse e gli organi addominali contigui da salvaguardare durante il
trattamento. L’obiettivo della Radioterapia è di colpire nel modo più preciso possibile la sede di malattia
evitando nel contempo organi e tessuti sani. La precisione riveste pertanto un ruolo fondamentale. Per
garantire la riproducibilità del trattamento vengono utilizzati dei mezzi di posizionamento personalizzati per
ciascun paziente specifici per la sede corporea da trattare; si eseguono inoltre dei piccoli tatuaggi puntiformi
a livello del bacino che garantiscono la riproducibilità del corretto posizionamento del paziente ad ogni
seduta radioterapica. È quindi fondamentale che il paziente segua attentamente le istruzioni dei tecnici e
resti immobile laddove gli venga indicato.
Qual è la modalità di esecuzione del trattamento? La Radioterapia a fasci esterni (detta anche transcutanea)
consiste nell’irradiazione della zona interessata dall’esterno, utilizzando un’apparecchiatura chiamata
acceleratore lineare (LINAC). Il trattamento radioterapico viene erogato all’interno di locali particolari detti
bunker, il paziente viene posizionato sul lettino dai tecnici che verificano il suo corretto posizionamento
rispetto a quanto stabilito dal piano di cura. La dose ed il numero di frazioni sono programmate in funzione
alle caratteristiche della malattia e all’intento del trattamento, il trattamento viene comunque eseguito una
volta al giorno dal lunedì al venerdì. Ogni seduta dura circa 10 minuti, è assolutamente indolore ed il
paziente non rimane radioattivo e può quindi vivere a contatto con le altre persone (comprese donne in stato
interessante e bambini).
Sono previste delle visite di controllo durante il trattamento? Il giorno d’inizio del trattamento radiante è
previsto un incontro con il Medico durante il quale viene confermato il numero totale di sedute previste e i
possibili effetti collaterali acuti e cronici, correlati nello specifico al trattamento previsto. Inoltre verranno
forniti consigli sulle corrette abitudini alimentari atti a minimizzare gli effetti collaterali della Radioterapia.
Con cadenza settimanale, e laddove necessario anche più frequentemente, sono previste visite medicoinfermieristiche finalizzate a valutare i disturbi eventualmente insorti e ad intervenire tempestivamente, se
necessario, con opportune terapie mediche di supporto.
Cosa dovrò fare a termine del trattamento? Al termine del trattamento radiante il medico radioterapista
consegna la lettera di fine radioterapia, in cui viene specificato nel dettaglio il tipo di trattamento radiante
eseguito e l’eventuale tossicità insorta, con la relativa terapia sintomatica consigliata.
Si programma quindi il follow-up, ossia una visita di controllo con il medico radioterapista, a circa 3 mesi
dal termine della radioterapia con lo scopo di valutare la risposta al trattamento e l’eventuale persistenza di
effetti collaterali legati al trattamento.
Versione: 23/05/2016 – Pag. 1/2
SERVIZIO DI RADIOTERAPIA
Possono esserci degli effetti collaterali? Ci possono essere e si distinguono in:
ACUTI
Aumento della frequenza urinaria (durante il giorno e/o la notte), impellenza urinaria (stimolo
urgente), bruciore durante o dopo la minzione, dolenzia in zona perineale, riacutizzazione dei
disturbi emorroidali, dolore o sensazione di peso a livello rettale/anale, diarrea, tensione o
dolore addominale, stanchezza generale, ritenzione urinaria acuta (effetto collaterale più
raro).
TARDIVI
Persistenza dei disturbi urinari accusati durante il trattamento radiante (aumento della
frequenza urinaria, bruciore alla minzione, dolenzia in zona perineale), perdita o riduzione
della fertilità, impotenza erettile, eiaculazione sicca, dolore all’evacuazione, proctorragia
(sangue durante l’evacuazione), ritenzione urinaria.
Tardivi improbabili/eccezionali: occlusioni intestinali o delle vie urinarie, osteonecrosi delle
teste femorali, oncogenesi radioindotta.
Casa di Cura S. Pio X
Via Francesco Nava, 31 – Milano
“Note Informative trattamento radioterapico per neoplasia prostatica” – Pag. 2/2
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