Diapositiva 1 - Campionato di Giornalismo la Nazione

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Cascina e il suo territorio
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Orto Botanico
Storia
Cascina oggi
Il territorio
Monumenti
Orto botanico
L‟Orto Botanico si occupa delle piante, esse appartengono agli organismi che sono in grado di
nutrirsi da soli (autotrofe), trasformando le sostanze inorganiche in materiale utilizzabile dalle
cellule. Gli orti botanici servano anche per studiare le piante che si trovano nell‟ interno e sono
importanti per lo svolgimento di programmi didattici, di ricerca e di conservazione. Nell‟orto
vengono inserite piante che oggi sono in via di estinzione sia in Italia, che nel resto del mondo
L‟orto botanico, oltre essere un habitat naturale per molteplici insetti ed animali, è anche un posto
di sosta per alcuni uccelli migratori. Il giardino botanico di Cascina si trova vicino alla pista
ciclabile e alla golena dell‟Arno.
Nell‟orto botanico ci sono:
Flora
CILIEGIO
SAMBUCO
OLEANDRO
PINO NERO
EUCALIPTO
SANTOLINA
DRACERA LAVANDA O
SPIGO
CEDRO
LECCIO
CIPRESSO
FORSIZIA
BIANCOSPINO PINO
DOMESTICO
Fauna
Uccelli:Fringuello Merlo Cinciarella
Tortora Beccamoschino Civetta Torcicollo
Cinciallegra Upupa
Animali:Pipistrello Topo Riccio Serpente
Lucertola
Insetti: Cavalletta Afidi Api Farfalla
Mosca Ragno Lumaca
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Botanico
CILIEGIO
• Albero esotico (proviene dall‟Asia minore). E‟
spermatofita nonché angiosperma dicotiledone. La
sua foglia è penninervia.
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Botanico
SAMBUCO
• Albero autoctono, cresce su suoli freschi e ricchi
di humus. Le sue foglie sono composte, costituite
da cinque- sette foglioline ovate. I frutti sono
drupe riunite in grappoli.
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OLEANDRO
• Arbusto sempreverde autoctono. Essa è
spermatofita nonché angiosperme.
• Questa pianta però è tossica.
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PINO NERO
Albero autoctono con corteccia bruno grigia e con
foglie aghiformi, rigide, raggruppate a coppie
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EUCALIPTO
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Albero esotico (Australia e Tasmania), la sua
particolarità è quella di avere la corteccia ruvida e
grezza, inoltre ha caratteristica di avere un suo
profumo caratteristico.
Le sue foglie servono ad alimentare i Koala, animali
originari del luogo.
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SANTOLINA
• E‟un arbusto autoctono. La Santolina è una pianta
aromatica.
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DRACENA
• Albero esotico (proviene dall‟Oriente)
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LAVANDA O SPIGO
• E‟ un arbusto autoctono e viene coltivata
per le sue sostanze profumate.
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CEDRO
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• Albero esotico (proviene dall‟Africa e dall‟Asia).
Prima si trovavano lungo le coste del Libano e della
Siria, oggi invece si trovano lungo le coste più
interne. In Asia vive un altro tipo di Cedro: il Cedro
dell‟Himalaya
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LECCIO
• Albero autoctono; con foglia seghettata. Il
Leccio fa parte delle querce sempre verdi
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CIPRESSO
• Albero autoctono con foglie squamiformi.
Esso è una spermatofite gimnosperme
nonché conifera
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FORSIZIA
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• Albero o arbusto autoctono; la sua fioritura
primaverile, è strana perché nascono prima i
fiori e poi le foglie. Cresce in zone
soleggiate e ben curate.
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BIANCOSPINO
• Arbusto o albero autoctono.
• Gli effetti del biancospino sono numerosi e di vario
tipo, influiscono su molti sistemi dell'organismo che
partecipano al processo di guarigione
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PINO DOMESTICO
• Albero autoctono che cresce lungo le coste sabbiose.
• Possiede una chioma ad ombrello che porta pigne di colore
marrone lucido, contenenti dei semi chiamati pinoli. Infatti
questo albero viene anche chiamato “ Pino da Pinoli”. Il Pino
Domestico è una pianta spermatofita, gimnosperme nonché
conifera.
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FRINGUELLO
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E‟ un piccolo uccello molto grazioso e comune in Italia. Misura
all'incirca 15 cm. Generalmente è comune nei boschi, tra
alberi sparsi e cespugli, lungo le siepi, nei campi.
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MERLO
• Insettivoro e granivoro una delle voci più note
degli ambienti urbani
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CINCIARELLA
• È lungo circa 12 cm .Il piumaggio è molto vivace,
presentando per entrambi i sessi una colorazione blu
cobalto sulla nuca, sulle ali e sulla coda, verdastra
sul dorso.
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TORTORA
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• E‟ lungo 28 cm. Le striature bianche e nere sul collo, la
rendono distinguibile rispetto a specie simili, ha il petto
rosato, e ventre bianco, le ali ed il groppone sono di colore
rossiccio, con squame marroni.
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BECCAMOSCHINO
• Piccolo uccello che vola ondulando e
mentre vola canta.
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CIVETTA
• È un uccello rapace notturno può mangiare
topi, serpenti e insetti
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TORCICOLLO
• Chiamato così per le sue capacità di contorsionista
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CINCIALLEGRA
• Ha un canto ripetitivo
• …ripetitivo…ripetitivo…
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UPUPA
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Si riproduce nelle cavità dei vecchi alberi, ha
un‟ampia cresta sul capo e il becco ricurvo ed è il
simbolo della LIPU. A causa del particolare verso
di questo insettivoro, dei poeti lo hanno maltrattato
(Ugo Foscolo)
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PIPISTRELLO
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• Sono mammiferi antichissimi: allattano i loro piccoli e la loro
cute è ricoperta di pelo; anziché camminare e correre, volano,
grazie a una speciale modificazione di mano e braccio
trasformati in ala.
• Hanno occhi piccoli e vista limitata, il loro udito invece è
molto sviluppato. Mentre volano emettono degli ultrasuoni
che, rimbalzando contro gli oggetti che incontrano, provocano
un'eco permettendo loro così di individuare gli ostacoli.
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TOPO
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Vertebrato, appartiene ai mammiferi roditori,
infatti ha i denti adatti a rodere che sono in
continua crescita.
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RICCIO
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Vertebrato, è un piccolo mammifero
insettivoro con il dorso ricoperto di aculei,
che si arrotola a palla in caso di pericolo
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SERPENTE
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• E‟ un animale carnivoro, si nutre di piccoli
animali,. Alcune specie sono dotate di un morso
velenoso con il quale uccidono la preda prima di
nutrirsene oppure la paralizzano. Il serpente ingoia
la preda senza masticarla perché ha una mascella
estremamente flessibile
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LUCERTOLA
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• Le lucertole hanno una testa piatta e triangolare, il
tronco piatto e una lunga coda. Sono per lo più
quadrupedi, anche con zampe non evidenti e
hanno orecchie esterne senza padiglione
auricolare.
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CAVALETTA
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• Invertebrato, artropode,appartiene alla classe
degli insetti, ha sei arti articolati sul torace,
dove sono annesse anche due paia di ali. Le
zampe posteriori sono atte al salto.
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AFIDI
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• Invertebrati, artropodi,sono insetti parassiti
delle piante, hanno infatti la bocca munita di
apparato adatto a succhiare la linfa delle piante
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API
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n Invertebrato, artropode, è uno degli insetti più utili
all‟uomo perché produce miele e cera. Nel torace
ha due paia di ali e sei zampe; nell‟addome ci
sono le ghiandole della cera e quelle velenifere. Il
veleno viene incanalato nel pungiglione che è la
sua arma di difesa.
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FARFALLA
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• Invertebrato, artropode, appartiene agli insetti, ha
quattro ali, spesso colorate, con molte macchie
nere simili a occhi. Ciò serve ad ingannare i
predatori.
• Ha un apparato boccale succhiatore, a proboscide
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MOSCA
Invertebrato, artropode, appartiene agli insetti. Nel
torace ha sei zampe e due ali.
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RAGNO
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• Vertebrato, appartiene agli aracnidi ha otto arti
articolati e il corpo diviso in due parti:capotorace e
addome. E‟ comune in campagna.
• All‟estremità dell‟addome ha le filiere che
secernono il filo per la caratteristica tela che gli
serve per intrappolare le sue prede.
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LUMACA
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• È un invertebrato che appartiene ai
molluschi, possiede quattro tentacoli sul
capo: due portanti gli occhi e due dotati di
organi d‟olfatto
LA STORIA
•
Le origini di Cascina non sono molto chiare. Presumibilmente si pensa che
abbia origini romane, ciò lo possiamo dedurre dall'impianto delle mura e
delle strade che si incrociano ad angolo retto (centurazione). L'attuale via
Garibaldi e via della Chiesa corrispondono al cardo e al decumano degli
accampamenti o castra romani. In seguito, per comodità, la viabilità
principale passò per l'attuale via Matteotti parallela a via Garibaldi.
Secondo alcuni studiosi fra i quali Francesco Conti, fino al tempo dei
romani dove ora è Cascina, sorgeva una delle innumerevoli Mansiones che
si costituivano nelle pubbliche strade per fermata e ricovero dei passeggeri.
Intorno a questa Mansio con l'andare del tempo, a mano a mano si
fabbricarono delle abitazioni e le località finì così per mutarsi in un piccolo,
borgo o meglio vico, identificabile forse con l‟antica Valvata.
Cascina divenne in seguito un antico borgo fortificato, con nuove
caratteristiche rispetto alle strutture romane più antiche; successivamente
esso divenne un grande borgo agricolo fino ad acquistare sempre più
importanza come centro commerciale per la sua tipica collocazione sulla
linea di collegamento tra Firenze e il Porto di Pisa , questa via è la Via
Fiorentina .
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•
Cascina fu molto spesso campo di battaglia tra Firenze e Pisa. Il più famoso
fu quello del 29 luglio 1364, poi immortalato da Michelangelo nel Cartone
della Battaglia di Cascina, affresco che gli era stato commissionato dalla
Signoria di Firenze per la Sala del Gran Consiglio in Palazzo Vecchio, che
non fu mai eseguito e dal Vasari in un dipinto che attualmente esposto in
una stanza del Palazzo Vecchio a Firenze. Alla fine dell'800 si sviluppò
così rapidamente, come centro di lavorazione del legno, ma l'agricoltura
non venne mai trascurata.
L'antica storia delle città rimane scritta nei tanti monumenti tra cui la Pieve
di S. Maria , la Cappella del SS. Sacramento, l'Oratorio di S. Giovanni, il
Campanile, l'Oratorio di S. Croce, il Palazzo Stefanini, e la Cinta Muraria
rimasta ancora oggi intatta fin dal secolo XIII , quando fu potenziata e
rafforzata dalla Repubblica Pisana.
CASCINA OGGI
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Superficie: 78,80 Kmq
Popolazione residente: 37.562
Città gemellate:Sebnitz
Um Drega
Distanze: Pisa 13 km Lucca 30 km
Firenze 65 km
IL TERRITORIO
Il territorio del comune di Cascina si estende nella Pianura Pisana, a sud
dell‟Arno; è costituito prevalentemente da terreni alluvionali ed argillosi,
creati dalle azioni potenti del fiume e dai suoi affluenti, dove anticamente,
c‟erano anche molti boschi, il più importante dei quali era quello di
Selvalonga nel territorio di Pagnatico.Il tratto finale del fiume, il così
detto Arno di Pisa, si suddivideva in tre diramazioni all‟altezza di
Fornacette e di Calcinaia; il suo ramo centrale corrispondente all‟odierno
Fosso Vecchio o Fosso Calige, che sfociava nel SINUS PISANUS,
all‟altezza di Coltano e successivamente nella zona di Stagno, in epoca
romana fu bonificato e rimase un canale che nel medioevo si chiamava
Fosso Arnonico o Rinonico e successivamente Fosso della Guerra. Infine
il ramo terminale meridionale corrispondeva grossomodo al decorso dello
Scolmatore e dell‟Arnaccio e sfociava alla Gronda dei Lupi e
successivamente a Stagno. La natura del suolo ha reso l‟area dell‟attuale
comune di Cascina adatta alla colonizzazione fin da epoca molto antica e
recenti scavi, nel Podere Casanova, vicino allo Scolmatore dell‟Arno
attestano, infatti un insediamento tardo-neolitico risalente 5.150 anni fa.
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. Le indagini compiute mostrano una certa continuità nell‟abitato rispetto
all‟antichità, dal momento che questa zona così vicina alla città e così adatta
all‟occupazione da parte dell‟uomo, non subì massicci spopolamenti tali da
alterare l‟aspetto generale. Il territorio ha avuto uno sviluppo correlato alla
sua vicinanza e ai suoi collegamenti con Pisa e con l‟entroterra toscano. Il
territorio di Cascina e la stessa cittadina ebbero una certa importanza in
epoca comunale grazie alla posizione geografica – sulla riva sinistra
dell‟Arno- e a quella strategica , come avamposto di Pisa, al confine con i
territori sotto il controllo fiorentino. Nel 1292 però i Fiorentini rasero al
suolo l‟intero paese di Cascina facendo restare in piedi solo la Pieve e una
torre. Anche con l‟avvento delle Compagnie di Ventura il territorio venne
più volte occupato e saccheggiato e, quando ripresero l‟ostilità tra Pisa e
Firenze, si trovò sempre al centro di ogni loro controversia. A ragione di ciò
il borgo di Cascina fu dotato dai Pisani di un organico sistema di
fortificazioni che risalgono al 1385. Si tratta di una cinta muraria
quadrilatera, rafforzata da torri, ancora in gran parte esistente. Il tessuto
urbano, racchiuso entro le mura con le strade che si intersecano ad angolo
retto, formando 7<<isolati>>della medesima superficie, fa ipotizzare che nel
1300 Cascina venisse rifondata dai Pisani.
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Per il suo territorio, elementi vitali furono le arterie del traffico che
l‟attraversavano: la Via Fluviale e la Strata Vallis Arni (oggi Via Fiorentina)
che ricalcando il tracciato della strada romana seguiva l‟andamento sinuoso
del corso dell‟Arno. Lungo tali assi si snodavano gli itinerari che dal Porto
Pisano, attraversata la città, si inoltravano verso la Via Francigena
intersecata a Fucecchio. La sua caratteristica agricola determinò perciò una
prima ed importantissima strutturazione in età romana, nella seconda metà
del primo secolo a.c., quando fu centuriato tutto il territorio e si
regolamentarono, oltre all‟Arno, anche gli altri corsi d‟acqua. La centuriato o
centuriazione fu determinante per il conseguente insediamento abitativo che
dette origine a tutti i paesini del territorio di cui sono notevoli le
testimonianze artistiche che li caratterizzano Il Medioevo portò la novità
dell‟organizzazione ecclesiastica incentrata sulla Pieve: tale struttura nota fin
dal VII secolo, fu il vero elemento di organizzazione del territorio, mentre
successivi tentativi di ristrutturazione, come i castelli del XI secolo,
fallirono. Questa caratteristica ha fatto sì che molti di questi centri ancora
oggi si denominino dal titolo della loro chiesa.
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MONUMENTI
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I monumenti a Cascina sono:
Badia di S. Savino
Chiesa di Sant‟Jacopo
S. Michele
Chiesa di S.Giorgio
Chiesa di S. Lorenzo
Chiesa di S. Frediano
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BADIA DI S. SAVINO
• Qualche chilometro fuori Cascina in località Montione
sorge l‟antichissima Badia di S. Savino costruita tra il XI
e il XII; è uno tra i monumenti monastici più belli del
Pisano con la pianta a croce latina, la facciata ornata di
archetti pensili e l’abside da archetti ciechi.
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CHIESA DI SANT’JACOPO
• Interessante è anche la chiesa di Sant’Jacopo a Zambra di
recente completamente restaurata e ristrutturata; è a una
sola navata con abside circolare: le pareti sono decorate da
affreschi settecenteschi, iscrizioni e decorazioni simboliche
del VIII secolo.
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S. Michele
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• La prima è documentata fin dal 1011 ma la sua origine è
sicuramente più antica, fu costruita grazie ai monaci si S.
Michele in Verruca: è formata da una sola navata, senza
abside e coperta da una volta a botte. All‟interno si trovano
anche un‟acquasantiera e una pala raffigurante la Madonna,
Gesù bambino e S. Miniato, opera di Gnilio Giovan Pietro
Molinginato, artista del XV secolo.
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Chiesa di S. Giorgio
• La chiesa di S. Giorgio, del XIII secolo è caratterizzata da
un piccolo campanile, alla cui base è scolpito da un
bassorilievo che rappresenta alcune immagini di gladiatori
con leoni.
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La Chiesa di San Lorenzo a Pagnatico, per la prima volta
ricordata in un documento del 19 luglio 1134 e
presumibilmente edificata tra il 1000 e il 1100, è una delle
chiese più antiche dei dintorni di Cascina, potrebbe risalire al
X secolo.
A pianta rettangolare basilicale, è posta di testata su una piazza
che da aria e luce alla facciata. L‟impianto originale
dell‟edificio era del tipo romanico ad aula unica, ma
modificazioni sei-settecentesche ne hanno variato la struttura
portandola a tre navate con abside rettangolare; anche
l‟interno è stato ristrutturato in epoca barocca. La facciata è
ancora quella originale in pietra squadrata ed ha il portale
d‟accesso sormontato da una lunetta; il timpano della facciata
è racchiuso, nella parte inferiore, da una cornice in rilievo ed
in quella superiore da un cornicione sagomato; al suo interno
sono visibili un elemento cruciforme e due “occhi” laterali. Il
campanile, a pianta quadrata, fino al secondo ordine è
anch‟esso di pietra calcarea ulivetana come la chiesa e quindi
medievale, mentre ai due piani superiori, seicenteschi, la sua
costruzione venne proseguita in mattoni. Sulla facciata del
campanile è posta una lapide marmorea, a memoria della
spaventosa inondazione dell‟Arno nel 1855.
San Lorenzo
a
Pagnatico
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San Frediano
E‟ una chiesa medievale perché
il primo documento che la cita è
del 1178. Ad una sola navata,
sono ancora visibili le strutture
medievali sia nelle pareti
laterali, sia nel particolare
sinistro del portale sulla
facciata. Quest‟ultima
attualmente è in stile
neoclassico, con paraste- pilastri
laterali. La chiesa ha subito
ampie ristrutturazioni nel corso
del XIX secolo
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CENTURAZIONE VALLE DELL’ARNO
Quando i Romani conquistavano un territorio, erano soliti presidiare stabilmente la
strada che veniva percorsa dalle Legioni e lo facevano servendosi dei Legionari
Veterani, non più adatti alle battaglie o che comunque venivano congedati dal
servizio militare. A ciascuno di costoro venivano assegnati, secondo le leggi, 50
jugeri (circa 12 ettari e mezzo) di terreno da coltivare, un certo numero di capi
bestiame e di schiavi da adibire ai lavori agricoli. Così il Legionario si trasformava
in Colono, sempre fedelissimo suddito al servizio della Patria Romana. I Veterani
avevano così il territorio con le bestie e gli schiavi che loro spettavano e, esonerati
dal servizio di guerra, vi si insediavano, con le loro famiglie, ciascuno a presidio e
guardia di quel sentiero aperto dai Legionari. In questo modo sorsero tanti piccoli
villaggi che in seguito presero il nome dal Veterano al quale era stato assegnato
quel terreno, ad esempio Crespignano da Crespinus, Rezzano da Heretius, Agnano
da Anius e così tanti altri nomi di luoghi come Titignano, Lugnano, Musigliano
Legionari romani
Unità militare tipica dell‟Esercito romano, ebbe composizione varia a
seconda dei tempi, a principio contava circa 3000 uomini era composta
da: soldati, astati, principi, triari.
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LA BATTAGLIA
DI CASCINA
La Battaglia fu combattuta in epoca medievale, per la
precisione, nel 1364, in territorio cascinese e vide
protagonisti Pisani e Fiorentini, con la vittoria di
questi ultimi. L‟episodio, del quale attualmente resta
il cartone, doveva essere riprodotto con un affresco
nella Sala di Palazzo Vecchio, a Firenze, dal celebre
Michelangelo Buonarroti; affresco realizzato poi dal
Vasari.
LA PIANA DI PISA VISTA DALLA
VERRUCA
La Piana o Pianura è una vasta
zona pianeggiante del terreno. Le
pianure sono di diversi tipi, per
quanto riguarda il territorio
pisano sono del tipo costiera e
alluvionale. Le pianure sono
molto popolate per la facilità
della produzione agricola e delle
comunicazioni.
ARNO
Fiume della Toscana che ha le
sorgenti sulle pendici meridionali
del monte Falterona, a 1358 m, e si
getta nel Tirreno poco lontano da
Pisa, dopo un corso di 241km, dei
quali un centinaio navigabile. Il suo
bacino è di oltre 8000 kmq. Lungo
il suo percorso bagna Stia,
Pratovecchio, Subbiano, Figline,
Firenze, Empoli, Pisa e riceve da
sinistra la Greve, la Pesa, l‟Elsa,
l‟Era e da destra la Sieve, il
Bisenzio, l‟Ombrone, la Pescia
Sbocca nel mare formando un delta
che avanza di circa 5 metri l‟anno.
E‟ tra i fiumi del mondo più antichi
e ricchi di storia.
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SELVALONGA
Il nome di Selvalonga deriva forse da una fitta
boscaglia che doveva coprire la riva sinistra
dell‟Arno, da Cascina fin quasi a Pisa e
comprendeva diverse località; in particolare
S.Prospero e S. Lorenzo a Pagnatico con tutte le
chiese corrispondenti
Da un documento dell‟11 febbraio 1160, risulta che
il Rettore della chiesa di S. Bartolomeo in
Selvalonga vendette all‟Arcivescovo di Pisa alcuni
pezzi di terra, con un altro contratto del 16 febbraio
1171 il Rettore della chiesa S. Martino in
Selvalonga, vendette terreni situati in Casciavola.
Da ciò risulta che la località esisteva già fin
dall‟ultimo ventennio del XII sec. ed è stata con gli
anni modificata, a causa delle variazioni subite dal
corso dell‟Arno, anche se non radicalmente.
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PIEVE
Con questo termine si designano le chiese rurali
del Medioevo, in uso prevalentemente nell‟Italia
settentrionale; le Pievi erano generalmente
inserite nell‟ambito di una Circoscrizione
Ecclesiastica minore, e da esse dipendevano
Cappelle ed altre Chiese minori. La Pieve, cioè,
svolgeva nel Medioevo una funzione analoga a
quella delle attuali Parrocchie.
Il nome “ pieve” deriva dal latino “ plebs, is” =
plebe ( popolo), perché con questo termine era
indicato il gruppo di fedeli che facevano capo a
questo centro di culto. Il sacerdote a capo di una
Pieve è il Pievano
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COMPAGNA DI VENTURA
Le Compagnie di ventura erano in realtà delle bande che
aggregavano liberamente uomini d‟arme pronti a concedere
i propri servigi al miglior offerente.
In pratica erano formate da individui che non trovavano un
ruolo stabile nella società
NAVATA
In architettura ecclesiastica
è ciascuno degli spazi
longitudinali interni, in cui
è divisa la Basilica
Cristiana per mezzo di
elementi che sostengono il
soffitto: colonne, pilastri e
muri perimetrali, e che
costituisce un organismo
architettonico a sviluppo
longitudinale (dal latino
navis “nave”), a causa
della forma.
ABSIDE
Struttura architettonica a forma di
nicchia semicircolare o poligonale
e sormontata da una volta a
quarto di sfera, detta catino o
conca. Già usata nell‟architettura
romana, si trova di norma nelle
Basiliche paleocristiane, a
conclusione della navata centrale
e talvolta anche di quelle laterali
VOLTA A BOTTE
Struttura di copertura la
cui superficie è curva,
che obbedisce a leggi
statiche di scarico delle
forze, analoghe a quelle
dell‟arco reale. “A botte”
si definisce quella che ha
sezione semicircolare,
costituita da una serie di
archi accostati che
esercitano una spinta
laterale, continua e
uniforme su entrambe le
generatrici di imposta
BASSORILIEVO
Scultura in rilievo in cui, gli elementi dai
quali è composta, emergono poco dal piano
di fondo. Esiste una leggenda sulla nascita di
questo tipo di scultura secondo la quale un
giovane di Corinto, innamorato di una
bellissima ragazza, un giorno vide l‟ombra
del viso di lei, di profilo, proiettata sul muro;
per non dimenticarla ne tracciò il disegno sul
muro e quando sopraggiunse il padre, un
vasaio, giudicando l‟opera meravigliosa, la
staccò, la modellò con l‟argilla e la cosse.
Così nacque involontariamente il
bassorilievo.
La parola risale al „500 circa ed è stata
trovata per la prima volta in un documento
del 1519