Potenziale elettrico per una carica puntiforme isolata Consideriamo una carica puntiforme q positiva. q Il campo elettrico generato da questa carica è: E k rˆ 2 r Differenza di potenziale elettrico tra il punto A ed il punto B: B q ˆ V E ds k 2 r ds r A A B Consideriamo l’argomento dell’integrale, se è l’angolo tra dr dr ds cos rˆ e ds , si avrà: ds q q q ˆ E ds k 2 r ds k 2 ds cos k 2 dr r r r Sostituiamo nell’integrale: B 1 1 q 1 B dr V VB VA k 2 dr kq kq kq 2 r r rA r rA rB rA rA rB r r L’integrale è indipendente dal percorso effettuato per andare da A e B e dipende solo dalle coordinate radiali di A e B (cioè dalle loro distanze dalla carica q che genera il campo) Ponendo il potenziale a zero quando A si ottiene che il potenziale elettrico dovuto ad una carica elettrica in punto a distanza r da essa vale: r r dr 1 1 V V V V kq 2 kq kq r r r 0 q V k r potenziale elettrico dovuto ad una carica elettrica puntiforme in punto a distanza r da essa Potenziale elettrico per cariche puntiformi V k q r Tutte le cariche poste su una superficie sferica di raggio r centrata nella carica q hanno lo stesso potenziale pari a V k q r Le superfici equipotenziali per un campo generato da una carica puntiforme isolata sono rappresentate da una famiglia di sfere concentriche alla carica NB: le linee di forza del campo sono sempre perpendicolari alle superficie equipotenziali Potenziale elettrico per cariche puntiformi Sistema di cariche: Se invece di avere una sola carica isolata abbiamo un sistema di cariche puntiformi il potenziale elettrico di questo sistema di cariche si ottiene mediante il principio di sovrapposizione: potenziale elettrico calcolato in un V Vi k i i qi ri punto P, dovuto ad un sistema di cariche puntiformi (il potenziale è nullo all’infinito) Il potenziale elettrico calcolato in un punto P, dovuto ad un sistema di cariche puntiformi è uguale alla somma dei potenziali elettrici in quel punto dovuti alle singole cariche Distribuzione continua di carica: Il potenziale elettrico calcolato in un punto P, generato da una distribuzione di carica continua si può determinare immaginando di suddividere la distribuzione di carica in elementi infinitesimi dqi , tali da poterli considerare cariche puntiformi e quindi di sommare tutti i contributi al potenziale dovuti a ciascuna carica dqi dq dq V Vi k V dV k k lim dq 0 ri r r i i i potenziale elettrico calcolato in un punto P, dovuto ad una distribuzione continua di cariche Il potenziale elettrico è una grandezza scalare per cui non sono necessarie considerazioni vettoriali quando si somma su tutti i contributi NB: calcolare il potenziale nel punto P è più facile che calcolare il vettore campo poiché V totale è dato da una somma algebrica, mentre il valore totale del campo è dato da una somma vettoriale Energia potenziale per una coppia di cariche puntiformi Consideriamo una coppia di cariche q1 e q2 e determiniamone l’energia potenziale. Il potenziale elettrico dovuto al campo generato dalla carica q2 in un punto P distante r12 da q2 sarà q2 V2 k r12 Il lavoro che deve effettuare il campo generato da q2 per spostare la carica q1 da P all’infinito ( senza accelerazione) è pari alla variazione di potenziale cambiata di segno moltiplicata per la carica q1 qq L U U () U 2 q1 V2 () V2 q1V2 k 1 2 r12 0 lavoro necessario per spostare la carica q1 da P all’infinito Energia immagazzinata dal sistema q1-q2 quando le due cariche sono separate da una distanza r12 L’energia potenziale elettrica della coppia di cariche q1-q2 si può esprimere come: U q1V2 k q1q2 r12 Se q1 e q2 hanno stesso segno U>0 ( L=U>0 => è il sistema che compie lavoro, le cariche si allontanano spontaneamente) Se q1 e q2 hanno segno opposto U<0 (L=U<0 => bisogna compiere lavoro sul sistema per portare q1 all’ poiché q1 e q2 si attraggono) Ricavare E dal potenziale elettrico V Abbiamo visto che campo elettrico e potenziale sono legati dalla relazione: VP E ds P Questa relazione permette di ricavare il potenziale elettrico a partire dal campo elettrico. Troviamo ora come determinare il campo elettrico a partire dal potenziale. Campo elettrico con linee di forza parallele ( E E iˆ ): x P Se: E Exiˆ VP dV E ds dV Ex dx dV E ds Ex dV dx E ds Exiˆ dxiˆ dyˆj dzkˆ dV Ex dx Se il campo ha un’unica direzione, il campo elettrico è pari alla derivata cambiata di segno del potenziale rispetto alla coordinata lungo la direzione del campo In questo caso la variazione del potenziale è nulla rispetto a qualsiasi spostamento perpendicolare al campo ( che quindi non abbia componente lungo y). Questi spostamenti corrispondono infatti a spostamenti lungo le superfici equipotenziali Ricavare E dal potenziale elettrico V (2) Distribuzione di carica a simmetria sferica: In questo caso il campo elettrico dipende solo dalla distanza radiale dal centro della distribuzione, si ha quindi che: dV E ds Er dr dV Er dr Es: il potenziale di una carica puntiforme è: q V k r Er dV d 1 r 1 kq kq 2 dr dr r q 1 q Ek 2 r 4 0 r 2 Ricavare E dal potenziale elettrico V (3) Caso generale: Consideriamo un potenziale elettrico che dipende da tutte e tre le coordinate spaziali x,y,z. In questo caso il campo elettrico ( vettore) si otterrà componente per componente dalle derivate parziali del potenziale rispetto alle tre coordinate: V E x x V E y y V Ez z dV E ds Ex dx E y dy Ez dz Esempio: Trovare il campo elettrico associato al potenziale: V 3x 2 y y 2 yz V 3x 2 y y 2 yz 3x 2 y 0 0 3 y 2 x 6 xy Ex x x x V 3x 2 y y 2 yz 3x 2 y y 2 yz 3x 2 2 y z E y y y y y y yz V 3x 2 y y 2 yz 00 y Ez z z z E 6 xy iˆ 3x 2 2 y z ˆj y kˆ Potenziale elettrico di un conduttore carico Per un conduttore carico in equilibrio elettrostatico abbiamo visto che: La carica è distribuita tutta sulla superficie All’interno del conduttore il campo elettrico è nullo Nelle vicinanze della superficie il campo elettrico è perpendicolare alla superficie stessa Possiamo dire allora che: Tutti i punti sulla superficie del conduttore in equilibrio elettrostatico si trovano allo stesso potenziale. Si ha infatti che: Presi due punti qualsiasi A e B sulla superficie del conduttore consideriamo un percorso sulla superficie che mette in contatto i due punti, la differenza di potenziale tra i due punti è data B da: V VB VA E ds 0 poiché lungo tutto il percorso il campo elettrico è perpendicolare al percorso => E ds 0 A Il potenziale elettrico è uguale in tutti i punti sulla superficie (la superficie è una superficie equipotenziale) Inoltre il potenziale all’interno del conduttore è costante ( poiché il campo è nullo) e pari al potenziale presente sulla superficie del conduttore Poiché durante uno spostamento di una carica q0 attraverso il conduttore la variazione di potenziale è nulla, è nullo anche il lavoro per effettuare tale spostamento L U q0 V 0 0 Potenziale elettrico di un conduttore sferico Consideriamo una sfera metallica di raggio R e carica totale Q: Il campo elettrico dentro la sfera è nullo Il campo elettrico fuori dal conduttore lo calcoliamo attraverso il teorema di gauss E E dA S qin 0 Superficie di gauss : sfera di raggio r>R qin Q E E 4r 2 dA 4r 2 S Q 0 E 0 per r R E Q k 2 r̂ per r R r 1 Q Q k 4 0 r 2 r2 Q k R Q V k r 0 per r R per r R per r Potenziale elettrico di un conduttore generico In un conduttore non sferico la densità di carica non è uniforme Come si determina la densità di carica in questo caso? Consideriamo un conduttore come in figura: Due sfere conduttrici di raggio r1 ed r2 (r1 > r2) connesse mediate un cavo conduttore I campi dovuti alle due sfere non si influenzano tra loro (sfere sufficientemente distanti)=> 0 per r r1 0 per r r2 E1 q1 E k q2 per r r 2 k per r r e 1 2 e 2 r r2 q V1 kc 1 r1 per r r1 Potenziali sulle due superfici V2 kc q2 r2 per r r2 Poiché le due sfere sono collegate mediante il filo conduttore, l’interno sistema è un singolo conduttore => Sulla superficie delle due sfere devo avere lo stesso potenziale: V1 V2 kc Q1 Q kc 2 r1 r2 Q1 r1 Q 2 r2 Q1 Q2 In termini di densità superficiali: 2 2 2 1 q1 4r12 q1 r1 q1 r2 r1 r2 r2 2 2 q2 4r2 2 q2 r12 r2 r12 r1 q2 r2 2 1 Potenziale elettrico di un conduttore generico Abbiamo visto che se in un conduttore consideriamo due regioni con raggi di curvatura r1 ed r2 tali che r1 > r2 si avrà che: Q1 Q2 ma 2 1 Cioè è maggiore la densità di carica dove il raggio di curvatura è minore. Poiché il campo elettrico in prossimità della superficie di un conduttore in equilibrio elettrostatico è proporzionale alla densità di carica: E 0 Si può affermare che: Il campo elettrico dovuto ad un conduttore carico è maggiore in prossimità delle superfici convesse del conduttore che hanno un piccolo raggio di curvatura ed è minore in prossimità delle superfici convesse di un conduttore che hanno un grande raggio di curvatura I parafulmini sono a punta, campo elettrico molto più intenso intorno ad esso Maggiore probabilità che il fulmine avvenga in prossimità della punta del parafulmine che altrove Cavità in un conduttore elettrico Il campo elettrico all’interno di una cavità (dove non ci siano cariche)è nullo, qualunque sia la distribuzione di carica sulla superficie esterna del conduttore. Infatti: presi due punti qualsiasi sulla superficie della cavità si ha: V VB VA E ds 0 B A Poiché sulla superficie di un conduttore tutti i punti sono allo stesso potenziale. Per andare da A a B si può effettuare qualsiasi percorso attraverso la cavità, quindi se l’integrale è nullo lungo tutti i possibili percorsi ( cioè se E ds 0 per ogni ds, allora E 0 in tutta la cavità Gabbia di Farady => Recipiente cavo costituito da material conduttore => miglior modo per schermare circuiti elettrici dai campi elettrostatici circostanti Durante una tempesta elettrica chiudetevi in macchina E 2 0 E+ ed E- hanno verso opposto E=E++E- =0 E +q -q -q E+ ed E- hanno verso opposto E=E++E- =0 E E +q 0 E+ ed E- hanno lo stesso verso: E=/20+ /20= /0 Campo elettrico tra due piani paralleli carichi con carica opposta +q E 2 0 -q E+ ed E- si compensano fuori dalle due armature mentre si sommano all’interno ( questo naturalmente vale solo nell’assunzione che le dimensioni dei due piani siano molto più grandi della distanza tra di loro Capacità e Condensatori I condensatori sono dei componenti elettrici costituiti da due conduttori (armature) di forma qualsiasi posti molto vicini tra loro che vengono caricati con cariche uguali ed opposte. Un condensatore si dice carico se tra le due armature è presente una differenza di potenziale. Per caricare un condensatore scarico ( V=0) si possono mettere in contatto le due armature con i poli di una batteria , queste si caricheranno di carica uguale ed opposta, scollegata la batteria le due armature rimarranno cariche La differenza di potenziale ai capi delle armature( detta anche TENSIONE) e d’ora in poi indicata con V (invece che con V) risulta proporzionale alla carica del condensatore ( cioè la carica accumulata su una delle due armature): Q CV Q C V Capacità elettrica Si definisce Capacità elettrica il rapporto tra la carica del condensatore e la differenza di potenziale ai capi delle due armature. La capacità è la misura della quantità di carica che un condensatore può immagazzinare se su di esso viene applicata una certa differenza di potenziale La capacità è costante per ogni condensatore e dipende dal tipo di condensatore, dalla forma e dal materiale che separa le due armature L’unità di misura della capacità è il farad (F) 1F=1C/V Il farad è un’unità di misura molto grande e solitamente si usano i suo sottomultipli ( F, nF e pF) NB: V è inteso in valore assoluto poiché C è per definizione sempre positiva Condensatori piani Un condensatore piano è costituito da due piastre metalliche della stessa area A separate da una distanza d. Condensatore carico : una piastra con carica Q e l’altra con carica –Q Carica per unità di superficie: =Q/A Q tra le piastre Se d molto piccola rispetto alle dimensioni della piastra: E 0 A 0 0 fuori dalle piastre d Qd V E ds E ds Ed A 0 A 0 B A 0 C d C Q QA 0 A 0 V Qd d capacità di un condensatore piano La capacità di un condensatore piano è direttamente proporzionale alla superficie delle armature piane ed inversamente proporzionale alla loro distanza NB: La capacità di un condensatore piano può anche essere espressa in termini di campo elettrico: Q Q C V Ed La capacità di un condensatore è inversamente proporzionale al campo elettrico presente tra le due armature La capacità aumenta al diminuire del campo elettrico Condensatore piano collegato ad una batteria elettroni elettroni Quando l’interruttore viene chiuso la batteria crea un campo elettrico nel filo conduttore che causa il moto degli elettroni dalla piastra collegata al polo positivo verso il polo stesso e dal polo negativo verso la piastra di destra. Il moto termina quandi la differenza di potenziale ai capi delle piastre è uguale a quella presente tra i poli della batteria. Si crea una separazione di carica tra le due piastre ad essa è associata una trasformazione di energia chimica della batteria in energia potenziale elettrica del sistema del circuito. NB: tra le due piastre del condensatore non c’è passaggio di elettroni!! Energia immagazzinata da un condensatore I condensatori immagazzinano energia: Quando si applica una differenza di potenziale ai capi del condensatore, esso si carica “spostando” le cariche negative da un’armatura all’altra. Lo spostamento di cariche richiede un lavoro da parte del campo elettrico attraverso il circuito. Il lavoro(cambiato di segno) è pari all’energia potenziale elettrica immagazzinata nel condensatore. In un secondo tempo questa energia può essere convertita in energia cinetica delle cariche che lasciano il condensatore. Analiticamente, applicando una tensione V ai capi di un condensatore si produce uno spostamento di carica. Ogni spostamento di un infinitesimo di carica dq genera un aumento dell’energia potenziale dU data da: dU V dq dU Vdq La variazione complessiva di energia potenziale dovuta ad una carica complessiva Q sul condensatore è quindi: Q Variazione complessiva di energia potenziale U dU Vdq 0 Riscrivendo la tensione in termini di capacità e carica: Q Q q 1 Q2 U Vdq dq C 2 C 0 0 Per un dato condensatore l’energia immagazzinata è proporzionale al quadrato dell’intensità della carica immagazzinata 2 U 1Q 2 C Esempio: defibrillatore Un defibrillatore è sostanzialmente un condensatore che può essere caricato tramite una sorgente di alta tensione per poi fornire l’energia immagazzinata al cuore, attraverso le piastre poggiate sul torace. a) Quanta carica è capace di immagazzinare il condensatore da 80 F presente in un defibrillatore se viene caricato ad una tensione pari a 2500 V? b)Quanta energia è in grado di fornire il defibrillatore? a) Poiché: V Q C Q VC Q VC 80F 2500V 80 106 2.5 103 C 0.2C 2 1 Q b) L’energia che un defibrillatore può fornire è pari a : U 2 C 2 1 Q 2 1 C 2V 2 1 1 U CV 2 80 106 2.5 103 J 250 J 2 C 2 C 2 2 Collegamento di condensatori Nei circuiti elettrici due o più condensatori possono essere collegati in diversi modi. L’elemento di circuito totale avrà una capacità equivalente che può essere calcolata e che dipenderà dalla configurazione del sistema di condensatori. Le due combinazioni di base dei condensatori sono in serie ed in parallelo I condensatori in uno schema di circuito si rappresentano con il simbolo: Condensatori in parallelo Condensatori in serie Condensatori in parallelo Due condensatori di capacità C1 e C2 sono collegati in parallelo ( vedi figura) Le armature di sinistra dei due condensatori sono allo stesso potenziale (sono collegati tramite il filo conduttore al polo positivo della batteria) Le armature di destra dei due condensatori sono allo stesso potenziale La tensione ( la differenza di potenziale) ai capi della coppia di condensatori è quella data dalla batteria ed è la stessa ai capi di ciascun condensatore V1 V2 V Quando si effettua il collegamento gli elettrone si muovono attraverso il circuito ( dalle armature di sinistra verso il polo + della batteria e dal polo – alle armature di destra). Il movimento cessa quando tra i capi dei condensatori e tra i poli della batteria c’è la stessa tensione => a questo punto i due condensatori risulteranno caricati con carica Q1 e Q2. Q Q1 Q2 Carica totale immagazzinata Condensatore equivalente: Un condensatore che ha carica Q e tensione V ai capi: Q Q1 Q2 Q1 Q2 Ceq V V V V del condensatore equivalente Ceq C1 C2 Capacità per un collegamento in parallelo La capacità equivalente di un sistema di condensatori in parallelo è la somma algebrica delle singole capacità ed è quindi maggiore di quella di ciascun condensatore Condensatori in serie Due condensatori di capacità C1 e C2 sono collegati in serie ( vedi figura) In questo tipo di collegamento il valore assoluto della carica sulle armature dei due condensatori è la stessa Q1 Q2 Q L’armatura di destra di C1 e quella di sinistra di C2 sono allo stesso potenziale Vi ( formano un conduttore isolato) Mentre la differenza di potenziale tra l’armatura di sinistra di C1 e quella di destra di C2 è uguale alla tensione ai capi della batteria V V Vsinistra Vi Vi Vdestra V1 V2 V Vsinistra Vdestra Se consideriamo il circuito equivalente Ceq Q V V Q Q Q V1 V2 Ceq C1 C2 Q Q Q Ceq C1 C2 Capacità del condensatore equivalente per un collegamento in serie: 1 1 1 Ceq C1 C2 Il reciproco della capacità equivalente di un sistema di condensatori in serie è pari alla somma algebrica dei reciproci delle singole capacità e la capacità equivalente è quindi sempre minore di quella di ciascun condensatore 1 C C1 2 Ceq C1C2 Ceq C1C2 C1 C2 Condensatori con dielettrici L’inserimento tra le armature di un condensatore di un materiale isolante ( detto dielettrico) aumenta la capacità del condensatore Misurando con un voltmetro un condensatore carico con e senza dielettrico tra le armature, se V0 è la differenza di potenziale in assenza di dielettrico e V la d.d.p in presenza di dielettrico, si trova che: V V Più precisamente V V0 dove k>1 k 0 Poiché il circuito è aperto ed il voltmetro ( per come è concepito ) non lo chiude La carica Q0 ai capi delle due armature nei due casi rimane la stessa Se V V0 Q0 Q0 V V0 C C0 1 1 C C0 C C0 C kC0 La capacità di un condensatore in presenza di un dielettrico tra le armature è maggiore di quella nel caso tra le due armature ci sia il vuoto Effetto del dielettrico L’introduzione di un dielettrico (materiale isolante) tra le due armature diminuisce il campo elettrico. Il campo elettrico E0 generato dalle due armature cariche “perturba” infatti le molecole che compongono il dielettrico, polarizzandole. La riorganizzazione delle molecole dà origine ad un campo elettrico indotto opposto ad E0. Il campo elettrico totale tra le due armature, dato dalla somma vettoriale dei due campi sarà quindi meno intenso di E0: E E0 Eind f E0 Molecole del dielettrico in assenza di campo dove f 1 Polarizzazione delle molecole del dielettrico in presenza di campo La polarizzazione genera un campo elettrico di polarità opposta a quello esterno La diminuzione del campo elettrico netto porta una diminuzione della tensione ai capi dell’armatura La carica Q viene immagazzinata con una tensione minore C0 Q E0 d E fE0 C Q Q 1 C0 Ed fE0 d f 1 il dielettrico aumenta la capacità C kC0 C0 k= costante dielettrica relativa >1 dipende dalla natura del dielettrico k0=costante dielettrica del vuoto=1 Membrana cellulare Il doppio strato lipidico della membrana cellulare, essendo costituito da uno strato molto sottile ed isolante (elettrico) che divide lo spazio intracellulare da quello extracellulare, può venir considerato come un condensatore elettrico. Tale doppio strato(costituito da fosfolipidi) può accogliere su entrambi i suoi lati ioni di carica diversa e può quindi venir classificato come un condensatore piano a due piastre la cui capacità vale: Fluido extracellulare C A 8nm d citoplasma con A superficie della membrana, ε costante dielettrica dello strato membrana e d spessore della membrana. La differenza di potenziale elettrico totale tra interno ed esterno della cellula viene dunque determinata da cariche che aderiscono strettamente alla membrana cellulare caricando questo condensatore cellulare. Corrente elettrica Ogni qual volta c’è movimento di cariche si ha una corrente elettrica. Data una certa quantità di cariche che attraversa una superficie S, si definisce intensità di corrente elettrica la rapidità (velocità scalare) con cui la carica elettrica attraversa quella superficie. Se Q è la quantità di carica che attraversa la superficie S nell’intervallo di tempo t l’intensità di corrente media è: Q I t Passando al limite per t 0 si ottiene la corrente istantanea: Q dQ I lim t 0 t dt L’unità di misura della corrente nel sistema SI è l’ampere (A) che è una delle unità di misura fondamentali. Si ha che: C 1A 1 s 1A di corrente equivale al passaggio di 1C di carica attraverso una superficie in 1s Il verso della corrente positiva per convenzione è quello in cui fluisce la carica positiva (indipendentemente dalla carica effettiva che si muove) quindi va in verso opposto rispetto a quello del flusso degli elettroni dentro un conduttore NB: L’intensità di corrente è una grandezza scalare, avente comunque un verso di percorrenza Le particelle cariche che si muovono vengono chiamati portatori di carica. I portatori di carica in un conduttore sono gli elettroni, in un gas o in un liquido possono essere sia ioni positivi che negativi Ma come si trasporta la corrente? ( cerchiamo una relazione che lega la corrente ai portatori di carica) Consideriamo delle particelle cariche che si muovono attraverso un conduttore cilindrico di sezione A. Il volume di un elemento del conduttore sarà dato da: Volume Ax Elemento di volume del conduttore Se n= numero di portatori di carica per unità di volume (densità di portatori) Il numero totale di portatori di carica nell’elemento di volume è: N nV nAx Numero di portatori di carica nell’elemento di volume Se q è la carica del singolo portatore di carica, la carica mobile trasportata sarà: Q Nq nAx q Carica trasportata dagli N portatori di carica nell’elemento di volume Se i portatori si muovo lungo il conduttore con una velocità media vd detta velocità di deriva essi percorreranno la lunghezza dell’elemento di volume in un certo tempo t tale che x vd t In questo intervallo di tempo la carica trasportata sarà: Q nAx q nAvd t q Ricordando che I=Q/ t possiamo ottenere la relazione che lega la corrente I ( grandezza macroscopica) alle caratteristiche dei portatori di carica: densità n, carica q e velocità di deriva (grandezze microscopiche) Q I nqvd A t Considerazione sulla velocità di deriva La velocità di deriva è una velocità media dei portatori di carica I portatori di carica si muovo in realtà con un andamento a zig-zag urtando contro gli atomi del conduttore. Questi urti portano ad un aumento dell’energia vibrazionale degli atomi che si manifesta con un aumento della temperatura del conduttore. Quando ai capi del conduttore è applicata una differenza di potenziale all’interno del conduttore si genera un campo elettrico che fa muovere i portatori di carica a causa della forza elettrostatica applicata. Il moto dovuto al campo si sovrappone al moto “casuale a zig e zag” che fornisce una velocità media il cui modulo è la velocità di deriva Le velocità di deriva dei portatori di carica sono molto piccole dell’ordine dei 10-4 m/s. Ma il segnale elettrico ( per esempio quando si preme l’interruttore della luce) non è trasportato con la velocità di deriva, ma attraverso l’azione del campo elettrico che si viene a creare all’interno del conduttore che produce la forza elettrica che agisce istantaneamente a distanza (anche sugli elettroni che sono nel filamento di tungsteno della lampadina) . Resistenza e legge di ohm Aumentando il campo elettrico attraverso il conduttore aumenta anche la velocità di deriva. Si può dimostrare che la velocità di deriva è proporzionale al campo elettrico. vd E Per un campo elettrico uniforme in un conduttore di lunghezza L, con sezione uniforme ( filo) la differenza di potenziale ai capi del conduttore è proporzionale al campo elettrico: V EL Quindi la velocità di deriva è proporzionale anche alla differenza di potenziale applicata ai capi del conduttore e di conseguenza anche alla corrente nel conduttore: I V I vd V La costante di proporzionalità tra V ed I è detta Resistenza del conduttore: V RI R V I Resistenza L’unità di misura della resistenza è l’ohm () : 1 = 1V/1A Se una ddp di 1V ai capi di un conduttore produce una corrente di 1A la resistenza di quel conduttore è pari a 1 La resistenza ( chiamata così perché misura la “resistenza“ che oppongono i portatori di carica durante il loro movimento dovuto alla presenza della ddp (differenza di potenziale V) ai capi del conduttore) è una proprietà del conduttore che dipende dal materiale di cui esso è costituito, dalla sua forma e dalla temperatura a cui si trova Legge di Ohm Per molti materiali , inclusa la maggior parte dei metalli gli esperimenti dimostrano che la resistenza è costante su un grande intervallo di tensioni applicate. Questo fatto fa si che la relazione Ohm, V R I venga spesso indicata con il nome di legge di La legge di Ohm determina la proporzionalità tra la tensione applicata ai capi di un conduttore e la corrente che vi circola dentro. In realtà questa proporzionalità diretta tra corrente e tensione non vale per tutti i materiali. I materiali che seguono la legge di ohm, per i quali quindi la resistenza risulta costante in un ampio range di tensioni sono detti materiali ohmici I materiali che invece non presentano questa linearità diretta tra tensione e corrente sono chiamati non ohmici Materiale ohmico Materiale non ohmico Resistenza e resistività La resistenza dipende dalla forma del conduttore: Esempio: La resistenza di un filo conduttore è: proporzionale alla lunghezza del conduttore inversamente proporzionale alla sezione A del conduttore R l A La costante di proporzionalità , detta resistività, è caratteristica del materiale di cui è composto il conduttore ed ha come unità di misura l’· m. La resistenza dipende sia dal materiale di cui è composto il conduttore che dalla forma del conduttore stesso. La resistività è caratteristica di ogni materiale L’inverso della resistività è la conducibilità =1/ Variazione della resistività con la temperatura NB: la resistività di un conduttore varia con la temperatura, es: i materiali superconduttori hanno resistenze bassisime , ma solo per temperature molto basse, prossime allo zero assoluto Per la maggior parte dei metalli, la resistività varia in maniera circa lineare con la variazione di temperatura 0 1 T T0 = la resistività ad una certa temperatura T = coefficiente termico della resistività 0 = la resistività alla temperatura di riferimento To Una relazione analoga si può ottenere per la resistenza ( che è proporzionale alla resistività) R R0 1 T T0 Energia e Potenza elettrica In un circuito elettrico viene trasferita energia da una sorgente ( batteria , generatore di tensione) ad un dispositivo ( lampadina, radio,..) per mezzo della trasmissione elettrica. Ricaviamo un’espressione che ci permetta di determinare la potenza trasferita ( lavoro per unità di tempo) Consideriamo il circuito base, costituito da un generatore di tensione, una resistenza collegati mediante un circuito che può essere aperto ( scollegamento) o chiuso mediante un interruttore In questo circuito l’energia viene fornita al resistore ( anche in parte ai fili perché anche essi hanno una resistenza, che però in genere può essere trascurata) Assumiamo che il potenziale in a sia zero ( lo possiamo fare sarà il nostro punto di riferimento) Seguiamo la carica Q che si muove attraverso il conduttore partendo da a, attraversando la batteria e proseguendo nel circuito per tornare in a ab la differenza di potenziale ai capi della batteria è V, quindi l’energia potenziale elettrica aumenta di una quantità QV mentre l’energia chimica della batteria diminuisce della stessa quantità bc nessuna trasformazione di energia ( stiamo trascurando la resistenza del conduttore quindi Vc =Vb => V=0 => U=0) cd passaggio attraverso la resistenza R( anche detto resistore) il sistema ha una “caduta di potenziale” dovuta ad una perdita di energia potenziale elettrica a causa degli urti dei portatori di carica con gli atomi del resistore. Questa energia si trasforma in energia interna degli atomi/molecole (energia vibrazionale) da come nel caso bc In a: risultato netto = parte dell’energia chimica della batteria si è trasformata in energia interna nel resistore Energia e potenza elettrica(2) Determiniamo la rapidità con cui il sistema perde energia potenziale elettrica quando la carica Q passa attraverso il resistore Rapidità derivata rispetto al tempo ! dove I è la corrente nel circuito dU d dQ QV V IV dt dt dt Nello stesso tempo in cui questa perdita avviene nel resistore, la batteria fornisce nuova energia potenziale elettrica a discapito della sua energia chimica. La potenza è il lavoro svolto nell’unità di tempo dalla batteria, cioè la quantità di energia fornita al circuito nell’unità di tempo, quindi è uguale a dU/dt : dU dt IV potenza Questa formula ha validità generale e descrive la potenza trasferita da una sorgente ad un qualsiasi dispositivo che trasporti una corrente I quando ai suoi capi c’è una tensione V Ricordando che V IR possiamo esprimere la potenza trasferita su un resistore R: 2 V I 2R Potenza trasferita su un resistore R R L’unità di misura della potenza è il watt ( come avevamo già visto) e la quantità di energia trasferita in un’ora ( kW/h) è l’unità di misura utilizzata dalle compagnie elettriche per misurare i nostri consumi Esempio Le due lampadine in figura sono collegate alla stessa batteria. La potenza delle batterie è indicata. Quale lampadina ha una resistenza maggiore? Quale trasporta una corrente maggiore? 2 V 2 I R VA VB V R A 2 V RA 2 V B RB 30W 60W 1 1 2 RB RA B 2A RA 2 RB V 2 RB 2 V 2 RA RA 2RB A parità di V la lampadina a resistenza minore assorbirà potenza maggiore. La corrente che attraversa B è però maggiore V V RA 2 RB 2 IA IB 1 1 2 IA IB 1 I A IB 2 Forza elettromotrice ( f.e.m) Ogni dispositivo ( batteria generatore di tensione)che aumenta l’energia potenziale di un circuito mantenendo costante la ddp tra due punti del circuito stesso viene chiamata sorgente di forza elettromotrice (f.e.m) NB: questa grandezza non è una forza ( nonostante il nome) ma rappresenta il lavoro svolto dalla sorgente di f.e.m. per unità di carica ed ha quindi le dimensioni di un potenziale e come unità di misura il volt La relazione che lega la f.e.m. alla tensione ai capi di una batteria è la seguente: V rI Dove I è la corrente del circuito ed r è la resistenza interna della batteria. Perché la tensione ai capi della batteria non è uguale alla f.e.m? Perché dobbiamo tenere conto del fatto che la batteria presenta una resistenza intrinseca ( anche se piccola). Quando una carica passa dal polo negativo al polo positivo all’interno della batteria il potenziale aumenta di ma a causa del passaggio della carica attraverso la resistenza r il potenziale diminuisce di una quantità rI. è quindi la tensione a circuito aperto, quando cioè la corrente è pari a zero ( e non si ha la caduta di potenziale dovuta a Ir) Quando ai capi della batteria viene attaccata una resistenza la V ai capi della batteria deve essere la stessa di quella ai capi della resistenza ( resistenza di carico), quindi: V Ir RI RI rI V F.e.m. RI rI Ir Si ottiene che la corrente è legata non solo alla resistenza di carico R ma anche alla resistenza interna della batteria: I Rr Solo nel caso in cui R>>r si può trascurare r e considerare =V Se moltiplichiamo per I otteniamo l’espressione per la potenza totale erogata dalla sorgente di f.e.m I : RI I 2 rI 2 Potenza totale erogata dalla sorgente di f.e.m. La potenza totale fornita dalla sorgente di f.e.m. è pari alla potenza fornita alla sorgente di carico RI2 più la potenza fornita alla resistenza interna rI2. NB: Normalmente R>>r e quindi la potenza viene fornita per la maggior parte alla resistenza di carico. Resistenze in serie Quando due o più resistenze sono collegate insieme, una dopo l’altra in modo che solo uno degli estremi sia in comune tra due resistenze, queste sono collegare in serie I I1 I 2 La corrente che circola in R1 e quella che circola in R2 sono uguali poiché se così non fosse ci sarebbe un accumulo di carica in uno dei resistori Vab R1 I Vbc R2 I Vac V Vab Vbc V R1I R2 I I R1 R2 La resistenza equivalente Req deve essere tale che: V Req I Req R1 R2 La resistenza equivalente di un insieme di resistori collegati in serie è uguale alla somma algebrica delle singole resistenze ed è sempre maggiore di ciascuna resistenza Resistenze in parallelo Quando due o più resistenze sono collegate insieme in modo da avere entrambi gli estremi in comune, queste sono collegare in parallelo. In questo caso la ddp ai capi di ogni resistenza è la stessa. V V1 V2 La corrente che circola attraverso i resistori è invece generalmente diversa La corrente I infatti arrivando al nodo a si divide in due o più parti ( a seconda del numero di resistenze in parallelo) e la frazione di corrente che attraverserà il resistore dipenderà dal valore stesso della resistenza: Se R1 > R2 => I1 < I2 (poiché V R1I1 R2 I 2 ). Per la conservazione della carica comunque si avrà che: Per trovare la Req ricordiamo che: V V V I I1 I 2 Req R1 R2 I I1 I 2 1 1 1 Req R1 R2 Req R1 R2 R1 R2 Il reciproco della resistenza equivalente di un insieme di resistori collegati in parallelo è uguale alla somma algebrica dei reciproci delle singole resistenze. La resistenza equivalente è quindi sempre minore della più piccola resistenza.