STAMPANTE 3D ALLA SCUOLA PRIMARIA: PREGI E DIFETTI Lorella Maurizi Dopo la massiccia introduzione nella scuola italiana delle LIM (lavagne interattive multimediali) tocca ora alla robotica e alle stampanti 3D. Viene subito da chiedersi se tutta questa tecnologia faccia bene all'apprendimento, lo aiuti, lo faciliti o non sia, al contrario, una complicazione. Ad oggi le esperienze legate all'utilizzo della stampante 3D nella scuola primaria non sono ancora molte diciamo però che si tratta di un campo in rapida espansione. Viene subito da chiedersi: perché un insegnante, un team, una scuola intera dovrebbe introdurre la stampante 3D nelle proprie attività didattiche? Principalmente per 4 importanti motivi: 1) perché i bambini vivono e crescono in un mondo tridimensionale che sollecita quotidianamente i loro sensi e la loro intelligenza 2) perché per realizzare oggetti 3D è necessario avere un disegno iniziale, un progetto molto preciso e soprattutto tridimensionale. Questo spinge i bambini a passare continuamente da immagini tridimensionali (3D) alla loro riproduzione su carta (2D) e viceversa portandoli ad acquisire una certa disinvoltura in questi passaggi che sono la premessa essenziale per il "vedere geometrico" ( I solidi. Riscopriamo la geometria. Gianfranco Arrigo e Silvia Sbaragli, Carocci editore collana Scuolafacendo). Solitamente nei primi anni del percorso scolastico vengono proposte attività prevalentemente centrate sul "piano" e solo successivamente quando sono "più grandi" attività che riguardano figure solide. Ma se si riflette sul fatto che i bambini conoscono principalmente con il corpo,cioè toccando e manipolando oggetti, si comprende come siano più confacenti alle fasi di sviluppo del bambino attività che rientrano nella geometria 3D piuttosto che quella sul piano. Per questo dunque l'utilizzo della stampante 3D è perfettamente in linea con lo sviluppo del pensiero geometrico del bambino. 3) La stampante 3D funziona in modo appropriato solo se il progetto iniziale fatto dai bambini è ben fatto. Qui non si può modificare il disegno durante l'operazione di stampa, se qualcosa non va, bisogna comunque aspettare di terminare la stampa:solo dopo, poi se l'oggetto non è come lo si attendeva, è possibile modificare il progetto per arrivare ,per tentativi ed errori, al prodotto voluto. 1 4) Con la stampante 3D si potenzia l'attività di problem solving che si esplica in particolare nella fase di progettazione: Un errore in questa fase comporterà, infatti, la stampa di un oggetto non adatto alle finalità richieste. PROPOSTA DI PERCORSO PER I PICCOLI Per iniziare, come fase transitoria verso la stampante vera e propria, mi pare buona cosa accompagnare i bambini piccoli a lavorare con LA PENNA 3D. Si tratta infatti di uno strumento di semplice utilizzo, che non necessita di programmazione, perché per il suo utilizzo non è necessario collegarlo ad un PC. La penna 3D funziona come una specie di colla a caldo con la quale si possono creare strutture diverse anche lavorando verticalmente al piano di appoggio .Anche la penna, tuttavia,necessita di una progettazione mentale iniziale perché è possibile scomporre l'oggetto in parti, realizzarne una alla volta e, considerato che la penna funziona anche da collante, unirle in un secondo momento. Serve una discreta manualità, ma i bambini possono affinarla con l'esercizio e con la regolazione della velocità di rilascio del filo: più è lenta più è possibile essere precisi. È comunque necessario avere alcune accortezze: la punta della penna scotta, perciò bisogna fare attenzione ed è bene lavorare con una forbicina per tagliare gli eventuali filamenti residui. Nella sequenza riportata dalle immagini il bambino realizza un fiore disegnandone le varie parti e componendole alla fine. È chiaro che egli deve avere in mente il progetto del fiore che vuole realizzare, ma sarebbe utile che lo disegnasse (passando così dal 3D al 2D) e 2 poi, dopo aver rivisto e confermato il progetto iniziale, lo realizzasse (passando ex novo dal 2D al 3D). Il fiore può essere realizzato con le parti dotate di colori diversi:basta infatti cambiare il filo da immettere nella penna visto che in commercio si trovano kit con fili di colori diversi. Dopo che i bambini si sono esercitati non tanto nella manualità, quanto nel processo di ideazione e realizzazione possiamo accompagnarli all'uso della stampante 3D vera e propria. La stampante 3D richiede a noi insegnanti di impostare le funzionalità e possiamo farlo in due modi: scaricando il programma dalle librerie 3D on line;qui si trovano due programmi, uno che legge le immagini e, per esempio visualizza il solido, uno che fa lo slicing dello stesso, cioè scompone quest'ultimo in sezioni orizzontali in modo che la stampante le legga e le riconosca e le possa replicare per arrivare infine al solido progettato. oppure esistono programmi, come per esempio Kloner3D, che attuano entrambi i passaggi, partendo da un file .stl poi lo trasformano in formato gcode.che è il formato letto dalle stampanti 3D.I file che si salvano quando si progetta in 3D sono per la maggior parte in formato stl cioè "stereolithografy" e per consentire alla stampante di leggerli e riconoscerli è necessario comporre l'oggetto "strato su strato", orizzontalmente, per poi comporlo sull'asse verticale riapetto al piatto di stampa. A questo punto è necessario trasmettere alla stampante i file così prodotti, cosa che si può fare sia attraverso il cavo di comunicazione con il pc o con una chiavetta USB o scheda SD se la stampante ne è provvista. In generale i problemi che si presentano maggiormente non sono riferiti ai programmi, ma alla stampa vera e propria e riguardano per esempio, la corretta temperatura del piatto di stampa, le condizioni per evitare deformazioni o il corretto funzionamento dell'estrusore, cioè della parte da cui esce il filo. Non è possibile per noi insegnare ai bambini come tenere sotto controllo tutte queste variabili, si tratta di vere e proprie competenze che si acquisiscono con la pratica, anche perché ogni stampante ha sue precise caratteristiche.In commercio ne esistono di differenti versioni e prezzi. Alcuni ricercatori del MIUR hanno condotto dei test di validazione su 5 tipologie di stampanti 3D da utilizzare nelle scuole materne e primarie (vedi sito MIUR: test: cinque stampanti 3D per la scuola di Lorenzo Guasti, Luca Bassani e Jessica Niewint). Lo studio, che ha messo a confronto costi e caratteristiche, ha decretato che non esiste la stampante 3D ideale per tutto, ma si possono individuare ambiti precisi di utilizzo e scegliere per questi la stampante più adatta. 3 Con i bambini più piccoli si potrebbero scegliere nelle librerie on line gli oggetti interessanti per poi provare a stamparli inserendo tutte le variabili del caso: spessore, colore, dimensione. Per esempio si possono stampare le decorazioni per l'albero di Natale Interessante implementare con stampe 3d oggetti preesistenti, potendone modificare l'utilizzo per esempio stampare pezzi tipo LEGO o comunque da costruzione. Un'altra attività potrebbe veder l'insegnante esecutore che disegna su tinkercad o doodle3D seguendo le indicazioni precise date dai bambini, in modo da realizzare un oggetto pensato da loro, evitando loro così la difficoltà manuale data dall'utilizzo del programma. PER I PIU' GRANDI Esistono programmi adibiti a progettare semplici oggetti ed è interessante proporli ai bambini in modo che familiarizzino con le procedure richieste. Il movimento denominato " maker", cioè del fare tecnologico, sta avvicinandosi alla scuola in maniera importante e come logica prosecuzione del percorso di aggiornamento tecnologico offre la possibilità di realizzare didattiche laboratoriali coerenti con quanto auspicato nelle Indicazioni Nazionali del 2012 e dalle successive circolari applicative.Tramite software come Doodle3D e Tinkercad è infatti possibile sviluppare nei bambini più grandi la "capacità di progettare". Con Tinkercad , col quale si può lavorare direttamente on line, i bambini possono scegliere dal menù l'opzione che preferiscono e, per esempio,se scelgono l'opzione “geometrico” e si trovano di fronte ad un piano di lavoro costituito da una base millimetrata che funziona come word, che si può tranquillamente ruotare, spostare, allargare basta prenderla per un lembo e il gioco è fatto. E' un programma che 4 non è necessario scaricare perché ci si può lavorare direttamente on line. I bambini, meglio se divisi in gruppetti di due, tre ,progettano l'oggetto, poi lo esportano (c'è la funzione “scaricare” per stampa 3D). Con Tinkercad è possibile scrivere il proprio nome in 3D,oppure costruire lettere e numeri possono servire per attività o giochi in classe. Si può scomporre un oggetto in parti e realizzarlo " a pezzi", per esempio una casetta composta da un cubo e una piramide. Oppure realizzare un progetto di classe, dove ogni singolo o gruppo progetta un pezzo, l'abilità starà poi nel saperli collegare tutti insieme, magari stampando ulteriori pezzi ad hoc necessari al collegamento o all'incastro. E' possibile anche progettare "formine vuote", cave per realizzare cioccolatini o biscotti. 5