Teorema di Eulero Gregorio D’Agostino 31 marzo 2017 Teorema di Eulero Elevando ogni numero a primo con n, alla funzione di Eulero di n (φ(n)) si ottiene sempre un numero congruente all’unità: aφ(n) ≡ 1 (mod n). I In forma equivalente in Z: aφ(n) = 1 + k · n. Teorema di Eulero Elevando ogni numero a primo con n, alla funzione di Eulero di n (φ(n)) si ottiene sempre un numero congruente all’unità: aφ(n) ≡ 1 (mod n). I In forma equivalente in Z: aφ(n) = 1 + k · n. I Vedremo due dimostrazioni diverse: una algebrica ed una basata sulla teoria dei gruppi. Teorema di Eulero Elevando ogni numero a primo con n, alla funzione di Eulero di n (φ(n)) si ottiene sempre un numero congruente all’unità: aφ(n) ≡ 1 (mod n). I In forma equivalente in Z: aφ(n) = 1 + k · n. I I Vedremo due dimostrazioni diverse: una algebrica ed una basata sulla teoria dei gruppi. Rivediamo la funzione di Eulero: def φ(n) = φ(n1 ) · φ(n2 ) · · · φ(nm ); φ(n) = φ((p1 )h1 ) · φ((p2 )h2 ) · · · φ((pm )hm ); φ(n) = (p1 )h1 −1 (p1 −1)·(p2 )h2 −1 (p2 −1) · · · (pm )hm −1 (pm −1). Dimostrazione algebrica aφ(n) ≡ 1 (mod n). I Premesse: n si fattorizza in fattori primi in maniera unica: n = (p1 )h1 · (p2 )h2 · · · (pm )hm . n = n1 · n2 · · · nm . Dimostrazione algebrica aφ(n) ≡ 1 (mod n). I Premesse: n si fattorizza in fattori primi in maniera unica: n = (p1 )h1 · (p2 )h2 · · · (pm )hm . n = n1 · n2 · · · nm . I Dimostreremo prima il teorema nel caso di un solo fattore n = (p)h Dimostrazione algebrica aφ(n) ≡ 1 (mod n). I Premesse: n si fattorizza in fattori primi in maniera unica: n = (p1 )h1 · (p2 )h2 · · · (pm )hm . n = n1 · n2 · · · nm . I Dimostreremo prima il teorema nel caso di un solo fattore n = (p)h I Dimostreremo che se il teorema è vero per due numeri primi tra loro è vero anche per il loro prodotto Dimostrazione algebrica aφ(n) ≡ 1 (mod n). I Premesse: n si fattorizza in fattori primi in maniera unica: n = (p1 )h1 · (p2 )h2 · · · (pm )hm . n = n1 · n2 · · · nm . I Dimostreremo prima il teorema nel caso di un solo fattore n = (p)h I Dimostreremo che se il teorema è vero per due numeri primi tra loro è vero anche per il loro prodotto I Utilizzando la decomposizione unica otterremo il risultato generale. Dimostrazione I Lemma 1: Il teorema nel caso particolare in cui n è una potenza di p (n = p h ). Dimostreremo che per tutti gli a primi con p h−1 aφ(n) = a(p) (p−1) ≡ 1 (mod (p)h ). Dimostrazione I Lemma 1: Il teorema nel caso particolare in cui n è una potenza di p (n = p h ). Dimostreremo che per tutti gli a primi con p h−1 aφ(n) = a(p) (p−1) ≡ 1 (mod (p)h ). I Lemma 2: Proprietà di composizione. Nel caso n sia il prodotto di numeri primi tra loro: n = n1 · n2 · · · nm con n1 · n2 · · · nm primi tra loro. Se la proprietà è vera per ogni ni è vera per il loro prodotto. Dimostrazione I Lemma 1: Il teorema nel caso particolare in cui n è una potenza di p (n = p h ). Dimostreremo che per tutti gli a primi con p h−1 aφ(n) = a(p) (p−1) ≡ 1 (mod (p)h ). I Lemma 2: Proprietà di composizione. Nel caso n sia il prodotto di numeri primi tra loro: n = n1 · n2 · · · nm con n1 · n2 · · · nm primi tra loro. Se la proprietà è vera per ogni ni è vera per il loro prodotto. I Utilizzando i due lemmi nel caso n = (p1 )h1 · (p2 )h2 · · · (pm )hm si ottiene la tesi. Dimostrazione Lemma 1 (n = p h ) I Si dimostra per induzione su h. Dimostrazione Lemma 1 (n = p h ) I Si dimostra per induzione su h. I Il caso h = 1 è il piccolo teorema di Fermat. Dimostrazione Lemma 1 (n = p h ) I Si dimostra per induzione su h. I Il caso h = 1 è il piccolo teorema di Fermat. I Ricorsione su h. Se è vera per h, allora è vera per h+1 p (h+1) ) = ap·φ(ph ) = (aφ(ph ) )p = 1 + k · p h = aφ(p utilizzando la formula del bionomio di Newton: p p h =1+ k ·p + k · p h + · · · = 1 + k 0 p h+1 = 1 2 = 1 + k 0 p h+1 ≡ 1 (mod p h+1 ). Dimostrazione Lemma 2 (n = n1 · n2 · · · nm ) I Poniamo: def x = aφ(n) = aφ(n1 )·φ(n2 )··· e proiettiamola su x = x = ... x = ... = x tutti gli nj : φ(n) φ(n1 ) a φ(n1 ) φ(n) φ(n2 ) a φ(n2 ) φ(n) φ(nj ) a φ(nj ) ≡ x1 (mod n1 ); ≡ x2 (mod n2 ); ≡ xj (mod nj ); φ(nm ) φ(n) φ(n ) a m ≡ xm (mod nm ). Dimostrazione Lemma 2 cont (n = n1 · n2 · · · nm ) I Per ipotesi, per ogni b primo con n ((b, n) = 1): b φ(nj ) ≡ 1 (mod nj ); φ(n) in particolare anche per b = a φ(nj ) . Quindi ∀j xj = 1 Dimostrazione Lemma 2 cont (n = n1 · n2 · · · nm ) I Per ipotesi, per ogni b primo con n ((b, n) = 1): b φ(nj ) ≡ 1 (mod nj ); φ(n) in particolare anche per b = a φ(nj ) . Quindi ∀j xj = 1 I Il sistema diviene x ≡ x ≡ ... ... x ≡ . . . . .. x ≡ 1 (mod n1 ); 1 (mod n2 ); ... 1 (mod nj ); ... 1 (mod nm ). Dimostrazione Lemma 2 cont (n = n1 · n2 · · · nm ) I Per ipotesi, per ogni b primo con n ((b, n) = 1): b φ(nj ) ≡ 1 (mod nj ); φ(n) in particolare anche per b = a φ(nj ) . Quindi ∀j xj = 1 I I Il sistema diviene x ≡ x ≡ ... ... x ≡ . . . . .. x ≡ 1 (mod n1 ); 1 (mod n2 ); ... 1 (mod nj ); ... 1 (mod nm ). che, per il teorema cinese dei resti equivale a x ≡ 1 (mod n = n1 · n2 · · · nm ) CVD. Dimostrazione basata sulla teoria dei gruppi I Zn = {0, 1, · · · , n − 1} indica l’anello dei primi n numeri reali dotato di somma (+) e prodotto. Questo equivale alla classe dei resti di ordine n, cioè allo spazio quoziente di Z rispetto alla congruenza modulo n. Dimostrazione basata sulla teoria dei gruppi I Zn = {0, 1, · · · , n − 1} indica l’anello dei primi n numeri reali dotato di somma (+) e prodotto. Questo equivale alla classe dei resti di ordine n, cioè allo spazio quoziente di Z rispetto alla congruenza modulo n. I Si definisce Z∗ n l’insieme dei numeri (classi) minori di n e primi con n (quindi anche diversi da zero). In questo insieme tutti gli elementi sono dotati di inverso rispetto al prodotto, si dice quindi un “dominio di integrità”. Si noti che non è un anello perché sommando due suoi elementi si possono ottenere numeri non primi con n, cioè non è chiuso rispetto alla somma. Esempio in Z∗ 8 = {1, 3, 5, 7}, 5 + 1 = 6 6∈ Z∗ 8 Dimostrazione basata sulla teoria dei gruppi I Zn = {0, 1, · · · , n − 1} indica l’anello dei primi n numeri reali dotato di somma (+) e prodotto. Questo equivale alla classe dei resti di ordine n, cioè allo spazio quoziente di Z rispetto alla congruenza modulo n. I Si definisce Z∗ n l’insieme dei numeri (classi) minori di n e primi con n (quindi anche diversi da zero). In questo insieme tutti gli elementi sono dotati di inverso rispetto al prodotto, si dice quindi un “dominio di integrità”. Si noti che non è un anello perché sommando due suoi elementi si possono ottenere numeri non primi con n, cioè non è chiuso rispetto alla somma. Esempio in Z∗ 8 = {1, 3, 5, 7}, 5 + 1 = 6 6∈ Z∗ 8 I Abbiamo visto che la funzione di Eulero φ(n) è la cardinalità di Z∗ n , conta infatti i numeri coprimi con n: φ(n) = |Z∗ n | . Automorfismi di anelli I Definiamo l’operatore Ta che opera moltiplicando per il numero a in Zn : Ta : Zn → Zn def ta (b) = ab (mod n). Automorfismi di anelli I Definiamo l’operatore Ta che opera moltiplicando per il numero a in Zn : Ta : Zn → Zn def ta (b) = ab (mod n). I Se a ∈ Z∗n anche i trasformati appartengono a Z∗n (se due numeri sono primi con n lo è anche il loro prodotto) . Inoltre la trasformazione è iniettiva. Ripetiamo l’argomento: ta (b) − ta (c) = ab − ac = a(b − c) 6= 0 (mod n). Qundi trasformando tutti gli elementi di Z∗n si otterrà lo stesso insieme permutato. Automorfismi di anelli: prodotto invariante I Il prodotto di tutti gli elementi di Z∗n è un ”invariante” L rispetto alle trasformazioni Ta : def L = Y b (mod n); b∈Z∗n Se indichiamo con b 0 il trasformato di b (b 0 = ta (b)): Y Y b0 ≡ b (mod n). L≡ b 0 ∈Z∗n b∈Z∗n Automorfismi di anelli: prodotto invariante I Il prodotto di tutti gli elementi di Z∗n è un ”invariante” L rispetto alle trasformazioni Ta : def L = Y b (mod n); b∈Z∗n Se indichiamo con b 0 il trasformato di b (b 0 = ta (b)): Y Y b0 ≡ b (mod n). L≡ b 0 ∈Z∗n I b∈Z∗n Ma b 0 = ab quindi: L= Y b 0 ∈Z∗n b0 ≡ Y b∈Z∗n ab = aφ(n) Y b = aφ(n) L (mod n). b∈Z∗n Siccome L possiede un inverso (il prodotto degli inversi di tutti gli elementi): L ≡ aφ(n) L ⇔ aφ(n) ≡ 1 (mod n). Il caso più semplice: gli anelli primali I Nel caso degli anelli primali il modulo n è un numero primo che indicheremo con la lettera p: Il caso più semplice: gli anelli primali I Nel caso degli anelli primali il modulo n è un numero primo che indicheremo con la lettera p: I La funzione di Eulero si semplifica d = φ(p) = p − 1. Il caso più semplice: gli anelli primali I Nel caso degli anelli primali il modulo n è un numero primo che indicheremo con la lettera p: I La funzione di Eulero si semplifica d = φ(p) = p − 1. I Per ogni a primo con n, il teorema di Eulero diviene il teorema di Fermat: aφ(p) = a(p−1) ≡ 1 (mod p). Il caso più semplice: gli anelli primali I Nel caso degli anelli primali il modulo n è un numero primo che indicheremo con la lettera p: I La funzione di Eulero si semplifica d = φ(p) = p − 1. I Per ogni a primo con n, il teorema di Eulero diviene il teorema di Fermat: aφ(p) = a(p−1) ≡ 1 (mod p). I Si definisce Z∗ p l’insieme dei numeri (classi) 1,2,..., p-1 (diversi da zero). Questo insieme è un campo: è un gruppo rispetto alla somma, ogni elemento non nullo ammette un inverso rispetto al prodotto e vale la proprietà distribuitiva. Proprietà anelli primali Zp I Ogni a ∈ Z∗ p definisce un automorfismo (isomorfismo di Z∗ p in se) tramite la trasformazione: def ∀b ∈ Zp : Ta (b) = a · b (mod p). Proprietà anelli primali Zp I Ogni a ∈ Z∗ p definisce un automorfismo (isomorfismo di Z∗ p in se) tramite la trasformazione: def ∀b ∈ Zp : Ta (b) = a · b (mod p). I Ta rispetta la somma: ∀b, c : Ta (b+c) ≡ a(b+c) ≡ ab+ac (mod p) = Ta (b)+Ta (c). Proprietà anelli primali Zp I Ogni a ∈ Z∗ p definisce un automorfismo (isomorfismo di Z∗ p in se) tramite la trasformazione: def ∀b ∈ Zp : Ta (b) = a · b (mod p). I Ta rispetta la somma: ∀b, c : Ta (b+c) ≡ a(b+c) ≡ ab+ac (mod p) = Ta (b)+Ta (c). I Il prodotto nel nuovo insieme non coincide col prodotto canonico. Sia α l’inverso di a rispetto al prodotto canonico. def aα = 1 (mod p). Il uovo prodotto bxc indotto dall’isomorfismo è definito come segue: def bxc = bcα (mod p). Proprietà anelli primali Zp I Ogni a ∈ Z∗ p definisce un automorfismo (isomorfismo di Z∗ p in se) tramite la trasformazione: def ∀b ∈ Zp : Ta (b) = a · b (mod p). I Ta rispetta la somma: ∀b, c : Ta (b+c) ≡ a(b+c) ≡ ab+ac (mod p) = Ta (b)+Ta (c). I Il prodotto nel nuovo insieme non coincide col prodotto canonico. Sia α l’inverso di a rispetto al prodotto canonico. def aα = 1 (mod p). Il uovo prodotto bxc indotto dall’isomorfismo è definito come segue: def bxc = bcα (mod p). I Esercizio: dimostrare che Ta (bc) = Ta (b)xTa (c) e che Z∗ p forma un gruppo rispetto al nuovo prodotto. Pseudoprimi I Abbiamo visto alcune condizioni necessarie affinché un numero sia primo. Ad esempio deve soddisfare l’dentità di Fermat oppure essere indivisibile per un sottoinsieme di numeri. I numeri pseudoprimi soddisfano queste identità ma non sono necessariamente primi. Pseudoprimi I Abbiamo visto alcune condizioni necessarie affinché un numero sia primo. Ad esempio deve soddisfare l’dentità di Fermat oppure essere indivisibile per un sottoinsieme di numeri. I numeri pseudoprimi soddisfano queste identità ma non sono necessariamente primi. I Primalità ”cinese”. I ”primi cinesi”, meglio detti ”pseudoprimi cinesi” soddisfano l’equazione: 2(p−1) ≡ 1 (mod p). Si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente. Ironizzando si potrebbe dire che i primi cinesi sono come certi prodotti cinesi di scarso valore in commercio Un caso importante: Il modulo n è il prodotto di due primi. def n = p1 · p2 . i numeri p1 e p2 sono ”divisori dello zero”. Significa che moltiplicati per un altro numero possono dare zero. I La funzione di Eulero si semplifica φ(n) = φ(p1 ) · φ(p2 ) = (p1 − 1) · (p2 − 1) Un caso importante: Il modulo n è il prodotto di due primi. def n = p1 · p2 . i numeri p1 e p2 sono ”divisori dello zero”. Significa che moltiplicati per un altro numero possono dare zero. I La funzione di Eulero si semplifica φ(n) = φ(p1 ) · φ(p2 ) = (p1 − 1) · (p2 − 1) I Lo spazio Z∗ n si definisce come l’insieme dei numeri minori di n, primi con n cioè primi con p1 e p2 : def Z∗ n = {a < n : (a, n) = 1} . la cardinalità di Z∗ n è per definizione la funzione di Eulero. Un caso importante: Il modulo n è il prodotto di due primi. def n = p1 · p2 . i numeri p1 e p2 sono ”divisori dello zero”. Significa che moltiplicati per un altro numero possono dare zero. I La funzione di Eulero si semplifica φ(n) = φ(p1 ) · φ(p2 ) = (p1 − 1) · (p2 − 1) I Lo spazio Z∗ n si definisce come l’insieme dei numeri minori di n, primi con n cioè primi con p1 e p2 : def Z∗ n = {a < n : (a, n) = 1} . la cardinalità di Z∗ n è per definizione la funzione di Eulero. I Per ogni a primo con n (cioè a ∈ Z∗ n ), il teorema di Eulero diviene: aφ(n) = a(p1 −1)·(p2 −1) ≡ 1 (mod n). Il modulo n è il prodotto di due primi (cont). I I numeri non coprimi con n sono ”divisori dello zero” o loro multipli. Sono i multipli di p e di q minori di n. Il modulo n è il prodotto di due primi (cont). I I numeri non coprimi con n sono ”divisori dello zero” o loro multipli. Sono i multipli di p e di q minori di n. I I numeri non primi con n formano un gruppo rispetto al prodotto. Il modulo n è il prodotto di due primi (cont). I I numeri non coprimi con n sono ”divisori dello zero” o loro multipli. Sono i multipli di p e di q minori di n. I I numeri non primi con n formano un gruppo rispetto al prodotto. I Il prodotto di un numero coprimo con n per un divisore dello zero è un divisore dello zero. Il modulo n è il prodotto di due primi (cont). I I numeri non coprimi con n sono ”divisori dello zero” o loro multipli. Sono i multipli di p e di q minori di n. I I numeri non primi con n formano un gruppo rispetto al prodotto. I Il prodotto di un numero coprimo con n per un divisore dello zero è un divisore dello zero. I I divisori dello zero formano un ideale rispetto al prodotto. Il concetto di ideale sarà sviluppato in seguito. Il modulo n è il prodotto di due primi (cont). I I numeri non coprimi con n sono ”divisori dello zero” o loro multipli. Sono i multipli di p e di q minori di n. I I numeri non primi con n formano un gruppo rispetto al prodotto. I Il prodotto di un numero coprimo con n per un divisore dello zero è un divisore dello zero. I I divisori dello zero formano un ideale rispetto al prodotto. Il concetto di ideale sarà sviluppato in seguito. I Esercizio: dimostrare i primi tre punti. Verifica proprietà ed esercizi alla lavagna. I Esercizi Tabelle pitagoriche e potenze in Z∗n : 8, 815; calcolo delle potenze in Z∗n ; calcolo delle ciclicità. Verifica proprietà ed esercizi alla lavagna. I Esercizi Tabelle pitagoriche e potenze in Z∗n : 8, 815; calcolo delle potenze in Z∗n ; calcolo delle ciclicità. I Esempi Isomorfismi interni. Verifica proprietà ed esercizi alla lavagna. I Esercizi Tabelle pitagoriche e potenze in Z∗n : 8, 815; calcolo delle potenze in Z∗n ; calcolo delle ciclicità. I Esempi Isomorfismi interni. I Calcolo rapido dei periodi. Verifica proprietà ed esercizi alla lavagna. I Esercizi Tabelle pitagoriche e potenze in Z∗n : 8, 815; calcolo delle potenze in Z∗n ; calcolo delle ciclicità. I Esempi Isomorfismi interni. I Calcolo rapido dei periodi. I Calcolo delle potenze con Octave. Messaggio I Abbiamo visto le prime trasformazioni algebriche di anelli (numeri minori di un valore assegnato) in se. Un modo per dare una (particolare) permutazione è fornire un numero per cui moltiplicare (modulo n), ma come vedremo in seguito, non è una crifratura molto solida. Messaggio I Abbiamo visto le prime trasformazioni algebriche di anelli (numeri minori di un valore assegnato) in se. Un modo per dare una (particolare) permutazione è fornire un numero per cui moltiplicare (modulo n), ma come vedremo in seguito, non è una crifratura molto solida. I Abbiamo introdotto dei criteri approssimati (necessari ma non sufficienti) di primalità. Messaggio I Abbiamo visto le prime trasformazioni algebriche di anelli (numeri minori di un valore assegnato) in se. Un modo per dare una (particolare) permutazione è fornire un numero per cui moltiplicare (modulo n), ma come vedremo in seguito, non è una crifratura molto solida. I Abbiamo introdotto dei criteri approssimati (necessari ma non sufficienti) di primalità. I Abbiamo calcolato alcune potenze dei numeri negli anelli. Messaggio I Abbiamo visto le prime trasformazioni algebriche di anelli (numeri minori di un valore assegnato) in se. Un modo per dare una (particolare) permutazione è fornire un numero per cui moltiplicare (modulo n), ma come vedremo in seguito, non è una crifratura molto solida. I Abbiamo introdotto dei criteri approssimati (necessari ma non sufficienti) di primalità. I Abbiamo calcolato alcune potenze dei numeri negli anelli. I Abbiamo visto che elevando un numero alla caratteristica di Eulero si ottiene (quasi sempre) l’unità.