2. DISTRIBUZIONE DI BOLTZMANN La Termodinamica (Meccanica) Statistica, che permette di interpretare le grandezze macroscopiche in termini di proprietà molecolari, trova i suoi fondamenti nelle procedure sviluppate da L. Boltzmann alla fine del ‘900 nell’ambito della fisica classica. Il caso più semplice è rappresentato dall’insieme microcanonico per un sistema a N (numero di particelle), V (volume), E (energia) costanti. Si consideri ad esempio un fluido atomico (ad esempio un gas nobile) in un contenitore rigido, con urti elastici degli atomi con le pareti per assicurare il vincolo della costanza dell’energia. Per caratterizzare lo stato istantaneo del sistema, si introduce lo spazio delle fasi di dimensione 6 N per l’insieme delle posizioni rn e dei momenti lineari pn = m vn = m drn / dt delle particelle Γ = (r1 , p1 , r2 , p21 ,⋅ ⋅ ⋅, rN , pN ) (2.1) L’energia del sistema E (Γ) è in generale funzione del punto Γ dello spazio delle fasi E (Γ) = n pn2 / 2m + V ( r1 , r2 ,⋅ ⋅ ⋅, rN ) (2.2) dove il potenziale V (r1 , r2 ,⋅ ⋅ ⋅, rN ) descrive le interazioni sia tra le particelle che con la parete. Ovviamente nel tempo il sistema evolve occupando punti diversi dello spazio delle fasi: l’evoluzione temporale è descrivibile come una traiettoria Γ(t ) nello spazio delle fasi. Il problema centrale della termodinamica statistica è quello di determinare come gli stati del sistema si distribuiscono nello spazio delle fasi durante l’evoluzione temporale. Ciò richiederebbe di valutare la densità di probabilità che la traiettoria passi nelle vicinanze dei punti Γ dello spazio delle fasi. Un ingrediente fondamentale della procedura di Boltzmann è l’utilizzo di una procedura di discretizzazione dello spazio delle fasi. Invece di considerare la naturale rappresentazione del continuo, si introduce una partizione in celle elementari (complessioni) discretizzando tutte le coordinate ed i momenti in intervalli di ampiezza fissata, rispettivamente ∆x e ∆p . Le singole celle elementari sono quindi rappresentate da iper-cubi di volume ∆x 3 N ∆p 3 N , che si differenziano per il loro centro, con lo spazio delle fasi ricoperto dall’insieme di tali celle. L’evoluzione temporale viene vista come salti tra celle adiacenti. La distribuzione nello spazio delle fasi durante l’evoluzione temporale è quindi rappresentabile dalla probabilità PJ che il sistema occupi la cella centrata sul punto ΓJ a cui viene associata una energia E (ΓJ ) calcolata secondo eq. (2.2). Nell’insieme microcanonico ovviamente solo le celle che soddisfano al vincolo sull’energia, supposte di essere in numero di Ω , sono occupate dal sistema. Solo per tali celle si ha una probabilità non nulla. Inoltre si postula che esse siano equiprobabili PJ = costante (2.3) dove l’indice J corre solo sulle celle che soddisfano al vincolo sull’energia. Data la condizione di normalizzazione sulla probabilità, PJ = 1, ne deriva che PJ = 1 / Ω J (2.4) Per stabilire una correlazione con le grandezze termodinamiche, l’entropia S del sistema viene valutata come S = k B ln Ω (2.5) dove k B ≡ R / N Avogadro è la cosiddetta costante di Boltzmann (vale a dire la costante dei gas, se l’equazione di stato dei gas perfetti fosse riferita al numero di molecole invece che al numero di moli: pV = nRT = Nk BT ). Ne discende l’interpretazione dell’entropia come misura del disordine: sistemi con numero Ω di stati accessibili maggiore (e quindi con valori più elevati dell’entropia) corrispondono a sistemi più disordinati. La relazione logaritmica è imposta dalla natura estensiva dell’entropia. In particolare se si considera il supersistema costituito da due sistemi con entropia S1 e S 2 , allora l’entropia totale è data dalla somma dei due contributi: S tot = S1 + S 2 . Tale proprietà è verificata da eq. (2.5), considerando i due sistemi come indipendenti, cosicché il numero di stati accessibili per il supersistema è semplicemente il prodotto del numero di stati dei componenti, Ωtot = Ω1Ω 2 . Infatti, S tot = k B ln Ω tot = k B ln Ω1 + k B ln Ω 2 = S1 + S 2 . A livello applicativo risultano più interessanti i sistemi a temperatura, invece che ad energia, fissata. A tale scopo si introduce il cosiddetto insieme canonico a ( N ,V , T ) costanti, corrispondente al sistema a volume e numero di particelle fissati, ed in equilibrio con un termostato a temperatura T fissata (dal punto di vista termodinamico, il termostato o bagno termico è in grado di scambiare calore senza mutare la sua temperatura, e quindi di fissare la temperatura dei sistemi con cui è a contatto). Anche per l’insieme canonico si può introdurre lo spazio delle fasi, e la corrispondente partizione in celle e indicare con PJ la probabilità di occupazione della J -esima cella (o stato dell’insieme canonico). D’altra parte si può considerare il supersistema costituito dal sistema di interesse e dal termostato. Nell’ipotesi che tale supersistema sia isolato, possiamo descriverlo secondo l’insieme microcanonico con energia E tot fissata. Se il sistema d’interesse occupa la cella con energia E J , allora deve essere soddisfatta la condizione E J + EJterm = E tot (2.6) term J dove E è la corrispondente energia assunta dal termostato. Consideriamo l’entropia S Jtot del supersistema con il vincolo che il sistema d’interesse sia nello stato J , che può essere decomposta nel contributo del sistema, S J , e nel contributo del bagno termico, S Jterm S Jtot = S J + S Jterm (2.7) Avendo considerato il sistema vincolato ad occupare il solo stato J (cioè un solo stato accessibile), la corrispondente entropia è nulla secondo eq. (2.5): S J = 0 . D’altra parte possiamo utilizzare la relazione differenziale fondamentale della termodinamica (a volume costante), per valutare l’entropia del termostato (2.8) dE term = TdS term Essendo la temperatura del termostato costante, la precedente equazione può essere integrata nella forma (2.9) S term = a + E term / T dove a è una costante di integrazione. Valutando l’energia del termostato, quando il sistema occupa lo stato J , secondo eq. (2.6), si ottiene il termine entropico S term J E tot − E J = a+ T (2.10) e quindi l’entropia totale −E J / T S Jtot = a ' tot dove a ' = a + E / T è costante. Tenuto conto di eq. (2.5), il parametro tot Ωtot J ≡ exp( S J / k B ) ∝ exp(− E J / k BT ) (2.11) (2.12) può essere identificato con il numero di stati del supersistema, con il sistema d’interesse nella cella J . Essendo però il supersistema in condizioni microcanoniche, ogni suo stato è equiprobabile (fatto salvo il vincolo sull’energia totale); quindi se Ωtot è il numero totale di stati accessibili, allora la probabilità che il sistema di interesse sia nello stato J è dato come tot PJ = Ωtot (2.13) J /Ω e tenuto conto di eq. (2.12) PJ ∝ exp(− E J / k BT ) (2.14) La costante di proporzionalità può essere ottenuta tenendo conto che la probabilità deve essere normalizzata all’unità nella somma su tutti gli stati: PJ = 1 (2.15) J Quindi essa può essere in modo esplicito come PJ = exp(− E J / k BT ) Q (2.16) dove il fattore di normalizzazione, detto funzione di partizione, è specificato come Q = exp(− E J / k BT ) (2.17) J Eq. (2.16) costituisce la distribuzione statistica di Boltzmann sugli stati identificati come celle nella partizione dello spazio delle fasi. E’ da sottolineare che nell’ambito della fisica classica, tale procedura di discretizzazione rappresenta un semplice artificio di calcolo per ottenere una rappresentazione del continuo nel limite di celle a volume nullo. I successivi sviluppi nella direzione della meccanica quantistica, hanno dimostrato che la descrizione attraverso stati discreti non è puro artificio di calcolo, ma una caratteristica fondamentale della realtà a livello microscopico (molecolare).