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Comunicato 6
La seconda giornata del Festival della migrazione
Dal convegno giuridico al confronto tra teologi, antropologi e scrittori. E a
chiudere il laboratorio afrobeat con il jazzista Pagnozzi
Prosegue a Modena il Festival della migrazione, la rassegna alla sua prima edizione che propone
convegni, dibattiti, laboratori, spettacoli e mostre per entrare nel vivo del tema migrazione e
approfondirlo con il contributo di relatori internazionali e le testimonianze dei protagonisti.
Il Festival, promosso da Fondazione Migrantes, associazione Porta Aperta Onlus, Dipartimento di
Giurisprudenza di Unimore e IntegriaMo, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di
Modena, con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e di diverse aziende del
territorio,
La seconda giornata del Festival della migrazione, il cui comitato scientifico si avvale della presidenza
onoraria di Romano Prodi, sarà inaugurata domani alle 9.30 nell’aula convegni del Dipartimento di
Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia (via S. Geminiano, 3 – Modena) dal
convegno “Noi e loro: dall’accoglienza alla convivenza inter-etnica. Interverranno Marco Gestri,
ordinario di Diritto dell’Unione Europea, Università di Modena e Reggio Emilia, Marco Ventura,
direttore del Centro per le scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler di Trento, Guido Savio,
avvocato nel Foro di Torino e membro dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione,
Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato e autore del blog Associazione Diritti e Frontiere e Francesca
Masellis dottoranda in Diritto internazionale all’Università di Modena e Reggio Emilia. Modererà la
sessione Vincenzo Pacillo professore associato di Diritto ecclesiastico e canonico del Dipartimento
di Giurisprudenza – Unimore. “Noi e loro: tra scarsità e abbondanza. Cambiamo paradigma”: nel
pomeriggio dalle 16.30, sempre nell’aula convegni del Dipartimento di Giurisprudenza, un convegno a
più voci aperto dalle parole dell’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci. Si partirà con la
relazione di monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes e si
proseguirà con l’antropologo Francesco Remotti, professore emerito di Antropologia culturale presso
l’Università di Torino e socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. La parola
passerà poi a Paolo Cianconi, psichiatra, psicoterapeuta attivo presso la Casa Circondariale di
Regina Coeli (Roma) mentre a chiudere l’incontro, moderato da Gabriella Covri, docente
specializzata in didattica in contesti di bilinguismo, sarà l’autore Simone Ramilli e l’anteprima
nazionale del suo ultimo libro: “Appello agli abitanti della Terra contro il cancro della paura”
(Pendragon, 2016). Ricco anche il programma della sera: dalle 20 al circolo culturale Left – Vibra
(viale IV Novembre, 40/a – Modena) il dibattito “Noi e loro: la musica come strumento di
integrazione”, il concerto dei Siddhi Flowers e il laboratorio sociale afrobeat condotto dal musicista
Guglielmo Pagnozzi (ingresso gratuito e riservato ai soci Arci) che successivamente si esibirà in
concerto.
Nel corso di tutta la manifestazione il chiostro del Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore ospiterà
‘Scappare la guerra’ la mostra-installazione del fotografo Luigi Ottani.
Laboratorio Afrobeat con Guglielmo Pagnozzi
Condotto dal musicista Guglielmo Pagnozzi, il laboratorio è un luogo d’incontro tra cittadini italiani e
stranieri, in particolare migranti, dove si condivide e si costruisce un’esperienza di integrazione e di
crescita sociale. Momenti di ascolto e di discussione, aperti a tutti, legati al mondo dell'afrobeat
affiancati alla pratica musicale. L’afrobeat, nato dai musicisti Fela Kuti e Tony Allen, è un grido di
ribellione e di denuncia sociale nato nella Nigeria degli anni ’70, una festosa musica meticcia, che
unisce il groove funk alle ritmiche tradizionali dell'Africa occidentale.
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