POLITECNICO DI MILANO Facoltà di Ingegneria - Master “RIDEF- Energia per Kyoto” Valutazione delle criticità di rete e degli interventi di sviluppo nella porzione di rete 380/220 kV delle aree Centro e Nord-Est Stage – Terna Rete Italia S.p.A. Anno 2012-2013 Tesista Tutor Master Tutor Aziendale Ing. Marco Ladu Prof. Ing. Ennio Macchi Ing. Modesto Gabrieli Francescato Indice 1. Presentazione dell’azienda 4 2. Introduzione: contestualizzazione del progetto 5 3. Descrizione del progetto 6 3.1 Individuazione delle aree di intervento 6 3.2 Cenni sul confronto delle tecnologie di trasmissione dell’energia (HVAC vs HVDC) 7 3.3 Strumenti 8 3.4 Obiettivi 9 3.5 Analisi di rete finalizzate all’individuazione delle criticià di rete 10 3.5.1 Analisi del compartimento territoriale di Venezia 10 3.5.1.1 Ottimizzazione del livello di magliatura della rete 380 e 220 kV 12 3.5.1.2 Analisi per il miglioramento della sicurezza locale di esercizio 13 3.5.1.3 Risultati e Commenti 15 3.5.2 Analisi del compartimento territoriale di Roma: generalità 16 3.5.2.1 Risultati e commenti 19 3.5.3 Commenti allo sviluppo di rete proposto 20 4. Allegati 22 Abstract L'obiettivo principale del seguente lavoro è quello di evidenziare l'importanza del servizio di trasmissione di energia elettrica in relazione alla struttura del prezzo zonale di mercato. Infatti, a causa dei vincoli di rete e delle relative congestioni, senza lo sviluppo del sistema di trasmissione, le centrali più efficienti potrebbero non essere utilizzate al massimo della loro potenzialità. Pertanto uno degli obiettivi principali per l'attività di pianificazione del sistema di trasmissione è quello di trovare soluzioni per ridurre al minimo l'effetto di queste possibili congestioni, attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture o il miglioramento delle reti esistenti. Il documento analizza in dettaglio due diversi casi studio. Il primo nella zona di Tri-Veneto, dove è stato simulato l’effetto di una nuova linea aerea a 380 kV. Il secondo nella zona Centro-Italia dove è stato simulato il rinforzo della rete esistente, in particolare delle stazioni di trasformazione. Tutti gli studi sono stati eseguiti da Spira, un simulatore di equazioni di load flow. The main goal of the following paper is to highlight the importance of transmission service electricity in relation to the Market zonal price structure. Indeed, due to the network constraints and relative bottleneck, without the development of the transmission system, the most efficient power plants cannot be used due to the network constraints. Therefore one of the main topic in the transmission planning activity is to find a solution to decrease the effect of these future congestions, by new assets or the improvement of the existing grids. The paper will describe two different study cases. One in Tri-Veneto area where the effect of a new 380 kV overhead line has been simulated. One Cental Italy area where the reinforcements of the existing assets (substations) has been simulated. All studies have been performed by Spira, a load flow tool. 3 1. Presentazione dell’azienda Il Gruppo Terna è il principale proprietario della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica. È responsabile della pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete. L' assetto societario di Gruppo è costituito dalla holding, Terna Spa, da cui dipendono due società operative interamente controllate: Terna Rete Italia e Terna Plus. Attraverso Terna Rete Italia gestisce in sicurezza i flussi di energia sui 63.500 km di linee in Alta Tensione del sistema elettrico italiano, provvede alla continuità della fornitura elettrica nel Paese e ha la responsabilità, in qualsiasi istante, del dispacciamento dell’energia e quindi della gestione in sicurezza dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica in Italia. Attraverso Terna Plus gestisce le nuove opportunità di business nel territorio nazionale e all’estero. 1o operatore indipendente in Europa e 6o nel mondo. Terna è membro ENTSO-E (unione degli operatori del sistema di trasmissione dell’energia elettrica a livello Europeo). L’obiettivo comune è quello di garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema, aprire la competizione del mercato interno e promuovere la sostenibilità. Lo stage è avvenuto presso la Direzione Sviluppo rete – Studi e Modelli di Rete di Terna Rete Italia S.p.A. 4 2. Introduzione: contestualizzazione del progetto Negli ultimi dieci anni, il parco produttivo termoelettrico italiano ha subito un graduale rinnovamento, caratterizzato principalmente dalla trasformazione in ciclo combinato di impianti esistenti e dalla realizzazione di nuovi impianti, anch’essi prevalentemente a ciclo combinato. Il medesimo arco temporale si è contraddistinto anche per l’interesse rivolto alla produzione energetica da fonti “non programmabili”, in particolare fotovoltaico ed eolico. La nuova capacità produttiva risulta distribuita prevalentemente nell’area Nord e nell’area Sud del Paese, ovvero in aree che attualmente sono soggette a congestioni. La figura 1, estratta dal Piano di Sviluppo 2013, illustra le principali sezioni critiche della rete primaria attuale a 380 kV che si presentano nell’orizzonte di breve e medio periodo. Figura 1 – Sezioni critiche rete 380 kV Le criticità di rete mostrate nella figura precedente influenzano direttamente ed indirettamente il prezzo zonale (Pz) e il PUN applicato ai clienti finali. Le criticità di rete che determinano un collo di bottiglia tra due zone di mercato influenzano il differenziale di prezzo tra due zone di mercato e quindi la rendita da congestione derivante è proporzionale al transito di energia tra le due zone di mercato ed al differenziale di prezzo zonale. Criticità di rete intrazonali determinano invece un maggior onere del mercato dei servizi di dispacciamento. Tali indicazioni, rappresentano due dei principali “indirizzi” per concepire gli sviluppi di rete che consentono di ridurre gli oneri di sistema del servizio di trasmissione. 5 Il Piano di Sviluppo rappresenta il documento ufficiale dell’azienda, inviato annualmente ed approvato dopo un lungo e districato percorso di approvazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, sulla base del quale Terna sviluppa il sistema di trasmissione nazionale. 3. Descrizione del progetto 3.1 Individuazione delle aree di intervento La nuova capacità produttiva risulta distribuita prevalentemente nell’area Nord e nel Sud del Paese, ovvero in aree che attualmente sono soggette a congestioni. Di conseguenza, sebbene i flussi commerciali e fisici sulle interconnessioni siano difficilmente prevedibili perché influenzati dalla disponibilità di gruppi di produzione e linee elettriche e dall’andamento dei prezzi del mercato elettrico italiano e dei mercati confinanti, è prevedibile, già nel breve – medio periodo, che in assenza di un opportuno sviluppo della RTN, la presenza di maggiori criticità di esercizio non renderanno possibile il pieno sfruttamento delle risorse produttive. Rispetto alla attuale suddivisione, l’incremento di potenza disponibile nell’area Nord Ovest del Paese, unitamente all’incremento dell’import, comporta un aggravio delle criticità d’esercizio della rete che interconnette la regione Piemonte con la regione Lombardia. Sono previsti infatti notevoli flussi di potenza in direzione da Nord Ovest a Nord Est che andranno a peggiorare i transiti, già elevati, verso l’area di Milano e il manifestarsi sempre più frequente di congestioni di rete intrazonali che già ora interessano quell’area. Senza opportuni rinforzi di rete è ragionevole ipotizzare il mancato sfruttamento di parte degli impianti di produzione presenti in Piemonte e nella parte Ovest della Lombardia, rendendo inutilizzabile una buona parte della potenza disponibile per la copertura del fabbisogno nazionale. Si evidenziano notevoli peggioramenti delle già esistenti difficoltà di esercizio nell’area Nord – Est del Paese, soprattutto in assenza di opportuni sviluppi di rete. In particolare risulta confermata per il futuro la presenza di vincoli di rete in prossimità del confine sloveno. Sempre nel medio periodo è previsto un aumento dei transiti di potenza sulle sezioni Nord – Centro Nord e Centro Nord - Centro Sud. Tali sezioni attualmente sono caratterizzate da flussi di potenza squilibrati verso la dorsale adriatica a causa della presenza di una consistente produzione termoelettrica sulla dorsale tirrenica determinando condizioni di criticità e congestioni in termini d’esercizio. Al riguardo, si segnala inoltre che i flussi di potenza su tali sezioni possono essere soggetti a variazioni, con transiti elevati sia sulla dorsale adriatica che su quelle tirreniche, o inversioni, in funzione della diversa distribuzione della produzione da fonti rinnovabili non programmabili sul territorio nazionale al variare delle condizioni atmosferiche. 6 Lo sviluppo della generazione (in primis eolico e fotovoltaico) riguarderà principalmente il Mezzogiorno, con il conseguente aumento dei flussi di potenza diretti dalla zona Sud verso la zona Centro – Sud. Si rendono perciò necessari opportuni sviluppi di rete per decongestionare il transito tra queste due aree di mercato. Anche per le due Isole maggiori, considerato anche il forte sviluppo delle FRNP, devono essere previsti importanti rinforzi di rete, nonostante siano già in fase di costruzione i sistemi di accumulo energetico. 3.2 Cenni sul confronto delle tecnologie di trasmissione dell’energia (HVAC vs HVDC) Tecnologia impiegata: linee elettriche aeree in AAT in corrente alternata (HVAC). La linea in cavo presenta notevoli svantaggi rispetto ad una linea aerea. Il suo costo è 1012 volte maggiore per distanze inferiori a 20 km mentre cresce per distanze superiori nei quali si rende indispensabile la compensazione reattiva. L’impatto ambientale dei cavi interrati, a differenza di quanto normalmente è assunto nell’opinione generale, è molto rilevante soprattutto per quelli ad altissima tensione (380 kV). La posa dei cavi comporta l'asservimento, per tutto il loro percorso, di una fascia di terreno larga dai 5 ai 25 m sulla quale è interdetta qualsiasi coltivazione arborea. Oltre il rilevante impatto ambientale vi sono 2 problematiche che rendono estremamente difficoltoso e poco affidabile l’utilizzo di grandi direttrici a 380 kV in cavo interrato: sicurezza: un collegamento in cavo interrato, avendo una capacità di trasporto inferiore a quella di una linea aerea, comporta la necessità di costruire due cavi per ogni linea aerea, creando così squilibri e sovraccarichi . manutenzione: la durata media di indisponibilità di un cavo interrato è notevolmente maggiore rispetto ad una linea elettrica aerea. In definitiva l’interramento è una soluzione, la cui applicabilità, è tecnicamente valutata caso per caso affrontando tutte le criticità tecnico, economiche ed ambientali presenti.. In linea del tutto teorica, soluzioni HVAC sono preferibili rispetto ai sistemi HVDC. L’interesse per l’HVDC si valuta in relazione al verificare l’opportunità di una maggiore complessità tecnologica legata ai sistemi di conversione dell’energia elettrica AC/DC; sistemi HVDC hanno una convenienza in termini economici rispetto ai tradizionali HVAC solo su lunghe distanze in quanto essi richiedono un maggior onere derivante dal maggior costo dovuto alla stazioni di trasformazioni. 7 3.3 Strumenti Il Piano di Sviluppo è il documento nel quale sono riportati tutti gli interventi relativi alla costruzione e/o al potenziamento di stazioni elettriche e di elettrodotti necessari per la connessione di nuovi impianti di generazione, la riduzione delle congestioni di rete, il miglioramento della qualità del servizio, l’incremento della sicurezza di alimentazione lo sviluppo dell’interconnessione con l’estero. I dati di input che alimentano le analisi di rete sulla base delle quali vengono definite le esigenze di sviluppo della rete di Trasmissione Nazionale sono, a titolo non esaustivo, i seguenti: dell’andamento del fabbisogno energetico e della previsione di domanda di energia elettrica da soddisfare; degli avanzamenti dei piani precedenti; delle richieste di connessione di nuovi impianti di generazione alla rete. Il tool di simulazione di rete “Spira” è uno degli strumenti utilizzati per gli studi di rete e pianificare gli interventi di sviluppo della RTN. L’interfaccia (fig 2) è la seguente: Figura 2 – Interfaccia Spira32 Lo strumento presenta diverse potenzialità. La più importante è la velocità di calcolo del Load Flow di tutta la rete elettrica nazionale interconnessa. Risolvere il load flow significa saper determinare tutte le tensioni ai nodi e i flussi di potenza nella rete. La visualizzazione in forma grafica degli elementi implementati con Spira32 è affidata al software “Cardigan”. Quest’ultimo non presenta notevoli difficoltà di utilizzo ed esso consente di avere una interfaccia grafica personalizzata dei componenti di rete. 8 3.4 Obiettivi L’obiettivo dello studio condotto è quello di andare a definire alcuni interventi di fondamentale importanza per la risoluzione delle criticità esistenti. Come ben noto, le congestioni di rete, non permettono di sfruttare al meglio la generazione effettivamente connessa alla rete. Per questo motivo la risoluzione delle criticità è in accordo con lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Sotto un altro punto di vista lo studio può essere incentrato in una ottica di miglioramento dell’ efficienza energetica della rete di trasmissione. Gli studi eseguiti sull’energia non fornita e sulla rimozione delle limitazioni presenti su asset esistenti hanno consentito di individuare gli interventi finalizzati al miglioramento della qualità del servizio di trasmissione evitando inutili perdite economiche ed energetiche conseguenti. Allo stesso tempo, lo stage si è dato l’obiettivo di non attribuire una priorità all’intervento rispetto ad un altro (si deve tener presente che la priorità dipende da numero fattori trasversali allo specifico studio intrapreso). Tutte le analisi svolte nei due compartimenti sono i primi approfondimenti tecnici necessari per individuare una criticità di rete e proporre alternative soluzioni di risoluzione di tale criticità sulle quali avviare verifiche di fattibilità, approfondimenti territoriali e quant’altro utile a consolidare gli elementi per poter successivamente avviare la progettazione. Quindi l’intervento finale proposto è frutto di un compromesso tecnico, economico contemplando anche i differenti rischi legati all’avvio di un iter autorizzativo già investigati in fase di condivisione del progetto con il territorio. 9 3.5 Analisi di rete finalizzate all’individuazione di criticità di rete Le analisi di rete sono state condotte su due aree della Rete di Trasmissione Nazionale: Analisi delle limitazioni della rete primaria 380 e 220 kV nel compartimento territoriale di Venezia (regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino A.A.). Analisi dei profili di tensione nel compartimento territoriale di Roma (Regioni Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise) per il miglioramento dei profili statici delle tensioni sui nodi 380 kV e 220 kV a rete integra ed a seguito di contingency N-1. 3.5.1 Analisi del compartimento territoriale di Venezia Generalità Nel 2012 la Regione Veneto era caratterizzata dal un alto deficit percentuale tra l’energia prodotta e l’energia richiesta. Infatti se la produzione stimata è stata pari a 15.475 GWh e il fabbisogno di 30.771 GWh, il deficit si è attestato al 49,7 %. Di conseguenza il Veneto consuma quasi il doppio dell’energia che viene prodotta (fonte dati statistici Terna 2012). Regione Veneto Produzione Interna Termoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico Deficit Surplus Consumi Industria terziario Domestico Agricoltura 60% 33% 7% 51% 26% 19% 2% TWh 13 7,8 4,3 0,9 18 0 31 15,8 8,1 5,9 0,6 Regione Friuli Venezia Giulia 78% 19% 3% 61% 22% 14% 1% TWh 9,4 7,3 1,8 0,2 0,148 0 9,548 5,8 2,1 1,3 0,1 Regione Trentino A. A. 9% 89% 3% 36% 40% 18% 4% TWh 11 1,0 9,8 0,3 0 3,8 7 2,6 2,9 1,3 0,3 Area Triveneto 48,3% 47,5% 4,3% 50,7% 27,3% 17,8% 2,1% TWh 33,4 16,1 15,9 1,4 14,4 0 48 24,2 13,0 8,5 1,0 Tabella 1. Produzione e Consumo energetico dell’area Triveneto, nel 2012 Nel 2012 il deficit energetico del Compartimento di Venezia, pari a 14,4 TWh, contrapposto ad una più contenuta crescita del parco produttivo all’interno dell’area stessa, ha comportato un aumento dei transiti di potenza sulla rete di trasmissione. Nonostante la diminuzione dei consumi industriali e lo sviluppo di impianti di fonte energetica rinnovabile - per lo più impianti fotovoltaici di media taglia - l’import negli ultimi anni si è mantenuto pressoché costante confermando il trend di utilizzazione della capacità disponibile alla frontiera. 10 Stato della rete Attualmente le criticità di rete sulla porzione di rete 380 kV, 220 kV e 132 kV del compartimento di Venezia sono sintetizzate nella figura 3. Figura 3: Criticità della rete elettrica del compartimento di Venezia La rete elettrica di AAT dell’area Nord-Est del Paese è caratterizzata da un basso livello di interconnessione e di magliatura. Con riferimento al quadro delle interconnessioni con l’estero, le attuali tre interconnessioni 380/220 kV (380 kV Redipuglia – Divaca, 220 kV Padriciano – Divaca e 220 kV Soverzene – Lienz) sono tutte controllate da dispositivi smart (Phase Shifting Transformer) per il controllo dei flussi di potenza con l’obiettivo di “stabilizzare” i flussi di potenza a rete integra ed in sicurezza statica. Tali dispositivi consentono, introducendo un rapporto di trasformazione immaginario, di controllare i flussi di potenza attiva controllando gli sfasamenti tra le tensioni. Per quanto concerne il livello di magliatura, la rete a 400 kV si compone di un ampio anello (figura 4) che si chiude ad Ovest nella stazione di Dugale e ad Est, nella stazione di Planais. Per come è strutturata la rete elettrica, essa risulta fortemente squilibrata sul nodo di Redipuglia, attraverso il quale transitano sia i flussi di potenza provenienti dall’interconnessione Italia-Slovenia, sia la produzione dei poli produttivi di Monfalcone e Torviscosa. Le maggiori criticità di esercizio del compartimento in esame sono relative alla presenza di una estesa porzione di rete 220 kV alla quale afferiscono direttamente o indirettamente gli impianti di produzione idroelettrici. Alla produzione idrica si aggiunge la potenza in importazione dall’estero dalla linea 220 kV Lienz – Soverzene di interconnessione con l’Austria, figura 5. 11 Figura 4: Rete 380 kV Triveneto Figura 5: Rete 220 kV e 132 kV con l ‘Austria Con l’obiettivo di verificare le limitazioni sulla rete di trasmissione, sono stati condotti studi di statica focalizzando le analisi sulla localizzazione delle limitazioni di rete legate ad un eventuale incremento della capacità disponibile alla frontiera. 3.5.1.1. Ottimizzazione del livello di magliatura della rete 380 e 220 kV L’obiettivo dello studio è quello di migliorare i margini di esercizio della rete a 380 kV del Triveneto, aumentando la sicurezza e la continuità di alimentazione dei carichi ed ottenendo contestualmente una riduzione delle perdite di trasporto. Le analisi di rete sono state condotte facendo analisi di sensitività in funzione di: due profili di sviluppo della domanda di energia elettrica: 1. sviluppo contenuto; 2. incremento della domanda con un CAGR 1,2% al 2022; due livelli di utilizzo della capacità in importazione dall’estero (Slovenia ed Austria): 1. minor utilizzo della importazione dall’estero; 2. piena capacità in importazione dalla frontiera; 3. nuova disponibilità di capacità in importazione dall’estero. due livelli produzione interna (tradizionale, idrica) del Triveneto: 1. alta idraulicità, associata all’immissione in rete di produzione termoelettrica efficiente; 2. bassa idraulicità, senza produzione termoelettrica tradizionale; tre diversi livelli di sviluppo della rete di trasmissione: A. basso livello di sviluppo della rete di trasmissione, con l’assunzione di utilizzare soluzioni ingegneristiche che prevedono lavori di rimozione delle 12 limitazioni su asset esistenti per garantire il pieno sfruttamento della capacità di rete; B. medio livello di sviluppo della rete di trasmissione, adottando soluzioni di sviluppo più efficaci (nuove linee, nuove stazioni) in aggiunta all’utilizzo di soluzioni ingegneristiche che prevedono lavori di rimozione limitazioni su asset esistenti per le sole criticità di rete “marginali”; C. alto livello di sviluppo della rete di trasmissione prevedendo un ampia implementazione di nuovi asset di rete per la risoluzione di tutte le criticità presenti (attuali e future). Le analisi di rete sono state condotte a rete integra (N) valutandone anche la sicurezza statica (N-1) per mezzo del software Spira per i calcoli di load flow. Peraltro si sono concentrate sulla rimozione dei vincoli di rete che limitano il transito in sicurezza tra le sezioni critiche interne causando rischi di congestione. Diventa pertanto necessario un rinforzo della rete 380 kV e 220 kV finalizzate ad incrementare l’utilizzo della portata in corrente degli asset onde evitare fenomeni di sovraccarico. 3.5.1.2 Analisi per il miglioramento della sicurezza locale di esercizio Attualmente, la rete di sub trasmissione 132 kV che alimenta la provincia di Treviso è caratterizzata da ridotti margini di sicurezza e qualità del servizio in numerose direttrici 132 kV particolarmente critiche. Il ritardo infrastrutturale della rete elettrica ha fatto si che negli ultimi anni siano stati particolarmente stressati quegli elementi di rete tipici del sistema elettrico di trasmissione quali sono trasformatori e linee elettriche. Infatti in mancanza di nuove stazioni di trasformazione, pianificate già negli anni passati da Terna, questo ha determinato sempre più un aumento della forbice tra la richiesta di energia e la crescita dell’infrastruttura elettrica necessaria. In particolare la mancanza di iniezioni dalla rete 380 kV verso la rete 132 kV rende necessario intervenire sulla rete per ripristinare gli standard di esercizio in sicurezza della rete. A tal scopo, sono previsti dei Piani di Sviluppo Terna interventi finalizzati al superamento delle criticità sulle porzioni di rete 132 kV sottese alle stazioni 220 kV di Scorzé, Vellai, Soverzene e 380 kV di Salgareda e Sandrigo. Le carenze di infrastrutture di rete per l’alimentazione in sicurezza dei carichi presenti nella provincia di Treviso, hanno indirizzato Terna ad individuare nuove iniezioni di potenza dalla rete di trasmissione verso la rete di distribuzione con la realizzazione di stazioni di trasformazione 380/132 kV. Peraltro, nella porzione di rete della provincia di Treviso, è stata condotta un’analisi di load flow finalizzata alla valutazione della riduzione del rischio di Energia Non Fornita attesa dall’implementazione degli interventi di sviluppo di realizzazione di nuove iniezioni 380/132 kV. 13 La metodologia “semplificata” di valutazione del rischio di ENF, prevede la verifica degli impegni di componenti a rete integra ed in N-1 in uno e/o più scenari “rappresentativi” di rete attraverso l’ausilio di un tool interno. In linea di principio, le condizioni di rete che generano rischio di ENF sono impegni a rete integra >100% e/o impegni in N-1 >120% laddove, per questi ultimi, nelle condizioni preguasto, non sono presenti impegni > 80%. Per ciascun evento di guasto a rete integra il loro impegno deve risultare < 80% salvo i collegamenti in antenna. Dalla rete integra si procede con l’analisi N-1. Un elettrodotto che in N-1 presenta un impegno > 120% (nel caso di ATR > 110%) genera l’apertura automatica degli interruttori e quindi il fuori servizio del collegamento. L’ENF generata dal singolo evento di fuori servizio equivale alla sommatoria delle singole componenti di rischio ENF ciascuna stimata con la seguente formula: EnS Aw U LN heq LN PNS Dove: Descrizione Aw ULN heq LN peso dell’ENF generata a seconda delle condizioni tasso indisponibilità elemento di rete ore equivalenti alla punta del carico disalimentato o distaccato in seguito all’N-1 conversione tasso di indisponibilità dell’elemento di rete da relativo ad assoluto Tabella 2 Stima dell’ENF negli N-1 utilizzati Il valore di Pns rappresenta la stima di “perdita di carico” generata dal fuori servizio valutata a seconda del tipo di fuori servizio: 1. Evento N-1 che genera sovraccarichi < 120% su elettrodotti (o ATR < 110%); 2. Evento N-1 che genera almeno un sovraccarico > 120% su elettrodotti (o ATR > 110%); 3. Evento N-1 su antenne strutturali o di esercizio. 14 3.5.1.3 Risultati e Commenti Per quanto riguarda l’ottimizzazione del livello di magliatura della rete 380 e 220 kV, le analisi di rete hanno evidenziato che, nella soluzione di basso livello di sviluppo della rete di trasmissione A), la maggiore capacità di trasporto derivante dall’implementazione di soluzioni ingegneristiche che prevedono lavori di rimozione limitazioni su asset esistenti garantisce un maggiore sfruttamento della eventuale capacità aggiuntiva che si potrà rendere disponibile alla frontiera quantificabile in circa 400 MW. La soluzione di medio livello di sviluppo della rete B) garantisce un buon compromesso di sviluppo della rete raggiungendo fino a circa 1.000 MW di eventuale capacità addizionale disponibile alla frontiera. In entrambe gli scenari A) e B), le residuali congestioni di rete interne e i minori margini di esercizio della rete potrebbero essere “controllati” ottimizzando l’utilizzo dei servizi di rete con un potenziale maggior onere di sistema la cui valutazione della convenienza deve essere misurata con il risparmio in un maggior investimento di sviluppo. La soluzione di massimo sviluppo C) garantisce i più ampi margini di sicurezza ed esercizio della rete minimizzando gli oneri di servizio di sistema per la gestione delle congestioni di rete e garantendo, in uno scenario di più ampio raggio, una “adeguata” capacità di trasmissione della rete a vantaggio di un più sinergico sviluppo della capacità alla frontiera per ben oltre i 1.000 MW. Tra le ipotesi di sviluppo analizzate nello scenario C), rientra l’adozione di una nuova dorsale 380 kV a chiusura dell’anello 380 kV che alimenta i carichi del Trivento. Per quanto riguarda l’analisi per il miglioramento della sicurezza locale di esercizio, si conferma che gli interventi di sviluppo nei Piani di Sviluppo Terna ed implementati nel modello di rete, tra i benefici garantiscono una riduzione del rischio di ENF (Energia Non Fornita) quantificabile tra 4.000-10.000 MWh/anno a seconda delle ipotesi e dello scenario considerato. Da un altro punto di vista, gli interventi di “decongestionamento” della rete 380/220 kV e la creazione di nuove stazioni sono utili per poter sfruttare al meglio la generazione interna e la penetrazione del rinnovabile creando potenziali situazioni ostative al pieno sfruttamento degli impianti di fonte energetica rinnovabile in scenari di medio/lungo periodo. A livello di pianificazione e sviluppo reti, seppur rientrante nel normale processo di “normale valutazione” delle soluzioni analizzate, non è stata condotta ancora nessuna analisi economica la quale sarà effettuata in fase finale di chiusura quando, le valutazioni di fattibilità e relativa quantificazione dei costi degli interventi, consentiranno di poter confrontare le soluzioni tecniche, i benefici ed i costi dei progetti. Nel frattempo, preliminarmente, non è azzardato affermare che l’intervento comporterà più benefici che costi vista la lunghezza minima dell’elettrodotto. 15 3.5.2 Analisi del compartimento territoriale di Roma: generalità La rete AT dell’area Centro Italia presenta una sezione di rete e di mercato limitata al transito in sicurezza dalla presenza di elettrodotti di trasmissione con una non adeguata capacità. Tale sezione CentroSud/CentroNord è carente, a seconda delle condizioni di rete e di generazione, sulla dorsale adriatica e/o sulla dorsale Appenninica. Dalle analisi della valutazione dei possibili flussi di energia tra le sezioni di mercato, la sezione di mercato su menzionata è destinata a confermarsi impegnata dal trasporto di energia, prevalentemente in direzione Sud – Centro. I transiti sono aumentati notevolmente negli ultimi anni a causa dell’entrata in servizio nel Sud di nuova capacità produttiva e sono destinati a crescere in futuro in seguito all’entrata in esercizio di nuova generazione da fonte rinnovabile. La carenza di rete a 380 kV, funzionale al trasporto della produzione “raccolta” dalla rete di sub-trasmissione, potrebbe limitare nel breve/medio termine l’esercizio della rete AT a causa degli elevati impegni sui collegamenti a 132 kV. Nella figura 6 sono sintetizzate le principali criticità di rete nel compartimento territoriale di Roma. Figura 6: Criticità di rete del Compartimento di Roma La rete elettrica ad altissima tensione nell’area compresa tra l’ Abruzzo e le Marche è caratterizzata dalla presenza di una sola dorsale a 380 kV ed una dorsale a 220 kV. In particolare sono presenti: una direttrice a 380 kV “Teramo – Rosara – Candia – Fano” una direttrice a 220 kV “Teramo – Rosara – Candia”, parallela al 380 kV “Teramo – Rosara - Candia”. 16 Considerato il deficit energetico dell’anno 2012 del Compartimento di Roma (tab 3), la rete di trasmissione 380 e 220 kV risulta fortemente impegnata dai flussi di energia provenienti dalle regioni esportatrici, quali Calabria, Puglia e Molise. Regione Lazio Produzione Interna Termoelettrico Idroelettrico Eolico Fotovoltaico Deficit Surplus Consumi Industria terziario Domestico Agricoltura 91% 5% 4,3% 0,1% 20% 44% 31% 3% Regione Marche Regione Umbria Regione Molise Regione Abruzzo Compartimento di Roma TWh TWh TWh TWh TWh TWh 18,6 16,9 0,9 0,8 0,0 6,5 0,0 25 5,0 11,0 7,8 0,8 3,6 2,5 0,4 0,0 0,6 4,5 0,0 8,1 3,5 2,5 1,9 0,2 3,8 2,0 1,6 0,0 0,3 1,6 0,0 5,4 3,0 1,2 1,0 0,1 3,1 2,2 0,2 0,6 0,1 0,0 1,6 1,5 0,7 0,4 0,3 0,0 5,6 3,2 1,8 0,3 0,3 1,4 0,0 7,1 3,2 2,1 1,6 0,1 34,7 26,8 4,9 70% 12% 0% 18% 43% 31% 23% 2% 52% 41% 0,1% 7% 56% 23% 18% 2% 70% 7% 20% 3% 48% 27% 22% 3% 57% 32% 5% 6% 45% 29% 23% 2% 77,2% 14,2% 3,9% 32,7% 36,6% 26,7% 2,6% 1,3 12 0,0 47 15,4 17,3 12,6 1,2 Tabella 3. Produzione e Consumo energetico nel Compartimento di Roma Nel corso degli ultimi 5 anni (dal 2008 al 2012) si sono verificate delle interruzioni che hanno causato disalimentazioni (ENF) per circa 350 MWh. Per tale motivo è necessario migliorare l’affidabilità della rete tra le sezioni di mercato Centro Sud e Centro Nord. Tra le esigenze di rete relative a questa sezione di mercato, vi è la necessità di migliorare i profili di tensione a rete integra ed in N-1 in occasione di severe contingenze nelle quali si potrebbero verificare fenomeni di collasso della tensione.. Le analisi si sono concentrate pertanto sullo studio dei profili di tensione limitando al minimo l’utilizzo di risorse di regolazione delle centrali convenzionali (a vantaggio della economicità di sistema) ed in situazioni di maggior utilizzo della sezione di mercato con flussi elevati di potenza sugli elettrodotti che causano cadute di tensione non trascurabili. Le contingenze più critiche individuate sono gli scatti delle dorsale tirreniche 380 kV Montalto - Suvereto e Montalto - Pian della Speranza o delle linee a 380 kV Suvereto Montalto e Suvereto - Valmontone. Tali contingenze determinano un critico vincolo di tensione sui nodi della dorsale adriatica, oltre a fenomeni di sovraccarichi sulla Fano - Candia e sulle linee a 220 kV S. Barbara – Arezzo e Arezzo – Pietrafitta. Con l’ausilio del software Spira per i calcoli di load flow è stato condotto uno studio di dettaglio su nodi specifici di rete. In particolare, si è focalizzata l’attenzione sul livello di tensione ai nodi e sull’impegno delle linee. 17 Per il rispetto della condizione di sovraccarico è stato verificato il non superamento del 120% in N-1; per i valori di tensione ai nodi, a rete integra (N) e N-1, è stato verificato il rispetto dei livelli minimi e massimi del valore della tensione efficace indicati da Terna e riportati nella Tabella 4. Tensione Nominale (Kv) 380 220 150 132 132 Tensione esercizio (kV) 400 230 150 132 120 Livello min e max della tensione efficace definiti per il 95% del tempo di condizioni di esercizio normale (kV) Minimo 375 222 143 125 114 Massimo 415 238 158 139 126 Livello min e max della tensione efficace definiti per il 100% del tempo di condizioni di esercizio normale o di allarme (kV) Minimo Massimo 360 420 200 242 140 165 120 145 110 132 Livello min e max della tensione efficace definiti in condizioni di emergenza o di ripristino (kV) Minimo Massimo 350 430 187 245 128 170 112 150 105 140 Tabella 4 .Livello minimo e massimo del valore della tensione efficace Tra le soluzioni analizzate si possono sintetizzare le seguenti: 1) Utilizzo di ATR con variatore sotto carico per la modifica del rapporto di trasformazione; 2) Utilizzo di compensazione parallelo di reattivo in nodi di rete verificando, il nodo o i nodi pilota per la regolazione dei profili di tensione; 3) Utilizzo di compensazione serie di reattivo su linee “lunghe” valutandone l’efficacia sinergia con le altre linee in parallelo evitando la generazione di fenomeni di sovraccarico; 4) Implementazione di smistamenti 380 kV che consentano di incrementare il livello di magliatura e quindi migliorare la flessibilità di esercizio; 5) Utilizzo di combinazione degli interventi su citati realizzando una “mitigazione” distribuita del fenomeno di superamento dei vincoli di tensione. Dagli studi di rete è emerso che, l’elevato transito di potenza reattiva in alcune porzioni della rete elettrica ostacola il flusso di potenza attiva. Per il seguente motivo è stato valutato l’incremento dei valori di tensione nelle diverse soluzioni identificate. È stato valutato “positivamente” l’utilizzo “smart” di dispositivi di compensazione serie in quanto, come facilmente intuibile, riducono la reattanza della linea (e la lunghezza elettrica della stessa) compensando localmente e direttamente sull’elettrodotto l’auto-consumo di reattivo. Tra le analisi di sensitività, sono stati considerati fattori di compensazione k compresi tra 0,1 e 0,5 valutando circa 0,2-0,3 come il miglior compromesso per questa specifica 18 implementazione. Pertanto, l’ipotesi introdotta è tale per cui la reattanza della linea si riduca del 20-30%%. Non si può escludere l’esigenza di avere un fattore di compensazione variabile che consenta di “assecondare” le diverse condizioni ed esigenze di rete. Tali analisi dovranno inoltre essere supportate da verifiche della stabilità dinamica che potranno fornire maggiori dettagli relativamente al rischio del collasso di tensione e/o a fenomeni di risonanza. 3.5.2.1 Risultati e commenti I 4 interventi proposti e precedentemente elencati sono stati implementati nel tool di simulazione con diverse combinazioni. Il calcolo del Load Flow per la rete integra (N) ha confermato un sensibile miglioramento dei flussi di potenza, dei profili di tensione nei nodi e della percentuale di impegno della linea. Lo studio dell’inserimento delle reattanza di compensazione è fine a se stesso, in quanto fisicamente irrealizzabile visto l’elevato ingombro fisico nei pressi della stazione di servizio. Da una breve ricerca nel sito IEEE Xplore è stata confermata la difficoltà pratica nell’attuare gli interventi di compensazione sulla rete di AT e AAT. In definitiva, è stato risolto il problema dell’abbassamento della tensione in diversi nodi ritenuti critici nel breve e medio periodo. Non è stato valutato un solo intervento ma la soluzione può essere data dalla combinazione di più interventi. L’intervento richiede una valutazione tecnica di fattibilità e un'altra successiva di natura per lo più economica – autorizzativa che verrà sviluppata nei prossimi mesi. 19 3.5.1 Commenti allo sviluppo di rete proposto La realizzazione di un elettrodotto è spesso oggetto di discussione tra gli Enti locali interessati dal tracciato e Terna. Entrambi gli interventi studiati sono collocati in Compartimenti energetici soggetti a forte opposizione. Nel compartimento di Venezia è motivo di polemica la Trasversale in Veneto mentre in quello di Roma la linea FanoTeramo. Per la pianificazione dello sviluppo della RTN, orientata al raggiungimento degli obiettivi legati alle esigenze di adeguatezza del sistema elettrico per la copertura del fabbisogno nazionale, è ritenuto essenziale: garantire un’efficiente utilizzazione della capacità di generazione disponibile; rispettare le condizioni di sicurezza di esercizio; incrementare l’affidabilità ed economicità della rete di trasmissione; migliorare la qualità e la continuità del servizio (evitare interruzioni nella fornitura di energia elettrica). Ma non solo, è opportuno focalizzare l’attenzione sugli impatti ambientali che essi generano. Fra questi, sono rilevanti l’impatto visivo e quello elettromagnetico. L’intensità dell’induzione magnetica, misurata in Tesla e nei suoi sottomultipli, dipende proporzionalmente dalla corrente circolante nei conduttori. Tale corrente è variabile nel tempo e dipende dalle richieste di energia e mediamente può assumere valori da qualche decina di Ampere ad un migliaio di Ampere, a seconda della linea elettrica. Diminuisce nello spazio all´aumentare della distanza dalla linea e dell´altezza dei conduttori. Però a differenza del campo elettrico non è schermabile dalla maggior parte dei materiali di uso comune, per cui risulta praticamente invariato all´esterno e all´interno degli edifici. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato nel 2011 i campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa come “possibilmente” cancerogeni per l’uomo (IARC, 2002-2011). Un agente è possibilmente cancerogeno quando non esiste una prova, ma solo un sospetto, che esso svolga un ruolo nei processi tumorali. Senza entrare nel merito di questa definizione è opportuno ridurre, il più possibile, i livelli di esposizione al campo magnetico. Già in fase di pianificazione si rispettano i valori di attenzione (inferiori a 10 µT negli ambienti adibiti a permanenze prolungate per la protezione da possibili effetti a lungo termine) e gli obiettivi di qualità (inferiori a 3 µT; da conseguire nel breve, medio e lungo periodo per la minimizzazione delle esposizioni, con riferimento a possibili effetti a lungo termine). Allo stesso tempo, bisogna analizzare nel dettaglio l’effetto conseguente alla sostituzione dei conduttori con altri più prestanti. La nuova portata (misurata in A) può incrementarsi anche del doppio rispetto all’attuale. Nello studio preliminare effettuato non è stato riscontrato un aumento sostanziale del campo magnetico. Anzi, gli interventi che 20 promuovono l’innalzamento del livello di tensione da 132 kV a 220 kV o a 380 kV garantiscono in linea teorica la riduzione dell’intensità di induzione magnetica. Infatti a parità di potenza trasportata se cresce il valore di tensione diminuisce proporzionalmente il valore della corrente. In questo caso si sposterebbe l’attenzione sull’aumento dei livelli del campo elettrico ma come precedentemente scritto è facilmente schermabile con materiali di uso comune. L’impatto visivo non è dimostrabile scientificamente ma gli effetti possono essere rilevanti. Sicuramente non determina effetti sulla salute dell’organismo umano ma piuttosto una riduzione del benessere psico-fisico e un effetto deturpante dell’ambiente circostante. Per questo Terna sta cercando di abbandonare soluzioni ormai tradizionali e tecnicamente consolidate, per sostegni dalle forme nuove in grado di dare sensazioni diverse, come i sostegni a mensole isolanti o monostelo. L’obiettivo è quello di ridurre l’occupazione al suolo delle basi e ridurre la distanza tra i conduttori nelle tre fasi (cosi facendo diminuisce il campo elettromagnetico e migliora la percezione di inserimento ambientale e di impatto visivo). Non bisogna dimenticare che trattandosi di sostegni destinati al trasporto dell'energia elettrica in alta tensione, devono essere rispettati i requisiti tecnici. Tra i quali: funzionalità strutturale, elevata flessibilità di utilizzo, fattibilità industriale ed accessibilità per le attività di manutenzione della rete. A tale scopo subentrano le azioni di mitigazione. In definitiva, lo sviluppo e il miglioramento della rete di trasmissione elettrica Nazionale in AT e AAT è essenziale. Non deve essere prioritario alla salute dell’individuo ma è a sua volta fondamentale per lo sviluppo economico ed industriale di una Nazione. L’energia è trasversale a tanti settori e come tale deve essere trattata secondo una sensibilità diversa. A questo si aggiunge che l ostacolo allo sviluppo della rete di trasmissione per questioni legate all’impatto ambientale in realtà potrebbe ripercuotersi negativamente sull’ambiente stesso. Infatti maggiori sono le perdite e le criticità di rete e maggiore dovrà essere la potenza installata e l’energia prodotta per garantire la continuità e la qualità del servizio. Nasce una riflessione sull’importanza della rete elettrica nazionale. Il rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente è la prima condizione da rispettare senza se e senza ma. L’impatto visivo degli elettrodotti al netto delle migliori scelte per il tracciato e delle azioni di mitigazione, è sicuramente un compromesso che a fronte del beneficio conseguito potrebbe essere ritenuto accettabile. 21