Alunni/a................. Materia..................... Data........................ Classe..................... Completate il seguente brano che espone sinteticamente alcune delle concezioni espresse nel Fedro di Platone. Socrate non nega che l'amore sia una forma di pazzia; nega piuttosto che la pazzia sia sempre un male. Esistono infatti forme di pazzia buone e benefiche, come la poesia, la profezia e lo stesso amore (244a245a). Platone ha interesse a mostrare che la strada che conduce alla filosofia richiede comunque un salto, un delicato e difficile passaggio a una dimansione diversa, che non si può compiere se non infiammati da un desiderio violento, come è appunto quello che anima la follia d'amore. Socrate osserva che «risalire col ricordo delle cose terrene alle realtà ultraterrene non è impresa facile per tutte le anime» (250a). questa risalita è in effetti particolarmente innaturale, perchè allontana l'uomo da quello che pare essere il mondo suo proprio. Il problema è quello dell'educazione, cioè del cammino intellettuale e morale che l'uomo deve compiere per persuadersi dell'eccellenza della filosofia, e della superiorità dei beni spirituali su quelli materiali. L'eros interviene appunto per correggere l'apparente innaturalità della conversione alla filosofia. In che maniera l'eros riesce ad assolvere questo compito? Platone se la cava con un'immagine, che se pure ha il sapore inconfondibile dei racconti mitici, tuttavia contiene una verità psicologica e filosofica difficile da negare. L'idea della bellezza è l'unica di cui si conserva traccia nella realtà sensibile, cioè è l'unica che in qualche modo si vede: perchè la bellezza è l'immagine umana che più si avvicina alla perfezione dell'idea (250c-e). E non solo. Di fronte alla bellezza l'uomo, per usare un modo di dire particolarmente appropriato, si sente come trasportato in un altro mondo, migliore di quello in cui si trova; sospetta inconsapevolmente che quello che l'ha colpito provenga da una dimensione più elevata, che in quel bello si nasconda un bene puro, non contaminato dagli scopi e dalle faccende per cui l'uomo si agita quotidianamente. L'esperienza della bellezza offre perciò un punto di mediazione tra ideale e reale, perchè rappresenta la manifestazione di qualcosa di umano, che si mostra nel mondo, che è fatto di materia, e che pure è divino, spirituale, e superiore all'umano. Sotto questo profilo la filosofia di Platone è segnata da una sottile ambiguità. Da un lato, egli vorrebbe che l'educazione alla filosofia fosse un percorso lineare, pianificabile in senso tecnico come un normale curriculum d'apprendimento. Dall'altro, si accorge che questa tranquilla tecnicità è un obbiettivo irrealizzabile, perchè il percorso educativo dipende da principi invisibili, che non possono essere esibiti come oggetti e teoremi; perciò l'educazione alla filosofia deve accontentarsi di rimanere un procedere a sbalzi, debitore per il suo compimento di una energia che la pura ragione, legata com'è alla finitezza della condizione mondana, da sola non può dare. Non è un caso che, nel Fedro, sia così marcata la prospettiva ultraterrena. Per sollevarsi da terra occorre un vettore particolarmente potente. Platone usa a questo proposito la metafora dell'ala. La vita mortale inizia quando l'anima perde le ali, e ricade così sulla terra. Ma anche nella sua vita terrena, se opportunamente educato, l'uomo può recuperare almeno il sentore della realtà ideale che ha visto a suo tempo. L'eros è appunto una di queste forme di educazione. Sollecitato dalla visione della bellezza, a poco a poco l'uomo riprende le ali (249e), anche se non sempre e non facilmente esse gli consentono di spiccare il volo. Occorre che il desiderio si rivolga verso l'alto, cioè dalla bellezza e dal piacere fisico alla bellezza dell'idea e al piacere che essa procura. L'eros non è il solo argomento di cui si occupa il Fedro. Il secondo grande argomento è la retorica. Platone tenta i rispondere alla domanda su come debbano essere composti i discorsi per essere belli (258d), nel solito senso etico: cioè come i discorsi devono essere per condurre l'anima al bene. Posto che solo la filosofia conduce l'anima al bene, questo cammino può essere compiuto mediante la lettura di determinanti testi? Così sarebbe se la filosofia non comportasse uno stacco qualitativo dal mondo sensibile al mondo ideale. Ma è proprio questo divario ciò che rende il problema dell'educazione, cioè il problema della formazione della società etico-politica in senso filosofico, particolarmente spinoso. L'idea di fondo è che gli uomini possono al massimo essere amanti del sapere (cioè philo-sophoi), e non veramente e compiutamente sapienti (sophoi): sapienti, infatti, sono solo gli dèi. L'espediente dell'eros mette appunto l'accento su questa difficoltà, e cerca al tempo stesso di superarla. Lo scopo è quello di far sì che l'uomo, pur non avendo più quel sapere delle idee che possedeva quando la sua anima viveva nell'iperuranio, possa tuttavia recuperare qualche barlume della verità che ha visto una volta. Questo recupero è anche lo scopo dei discorsi filosofici (logoi). Il loro compito è quello di supplire alla mancanza di una vera e propria intuizione intellettuale stimolando nell'anima un esercizio dialettico che eternamente si muove dal mondo sensibile al mondo delle idee e viceversa, fino a che l'anima sia persuasa che l'agire e il conoscere umano presuppongono una dimansione ultraterrena perfetta. Così la filosofia muove verso la persuasione, e in questo senso si ricongiunge con l'eros. L'eros e la persuasione assolvono lo stesso ruolo di colmare lo iato che separa l'uomo da una conoscenza razionale completa e del tutto trasparente. Platone è consapevole sia del fatto che la filosofia, insieme alle ricadute pratiche che la caratterizzano, può fondarsi solo sulla conoscenza del vero, sia del fatto che questa verità è in certo senso altrove, e non immediatamente e completamente disponibile alla presa diretta dell'uomo. Perciò, nella nozione platonica di filosofia, anche se un posto centrale è occupato da quella verità che si desidera scoprire, assumono una parte di rilievo anche la condizione dell'anima, la qualità dei suoi desideri e l'orientamento delle sue convinzioni.