Le imprese guida in Sardegna

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PRESIDENZA
DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE UNITARIA E DELLA STATISTICA REGIONALE
SERVIZIO DELLA STATISTICA REGIONALE
“Le imprese guida in Sardegna”
“Le imprese guida in Sardegna” - Mappatura economico-finanziaria del sistema
produttivo delle imprese regionali. Le classifiche per fatturato, valore aggiunto e dinamicità
aziendale Volumi I e II” giunge alla sua decima edizione, presentando un arricchimento
delle informazioni statistiche, economiche e finanziarie utili a delineare una “mappatura”
delle imprese sarde.
In questa nuova edizione, infatti, con il proposito di tener conto degli effetti della crisi
economica sul tessuto produttivo locale, sono stati inseriti alcuni indicatori strutturali e
macroeconomici che, insieme ai cosiddetti “fondamentali” di bilancio contenuti nelle
classifiche, descrivono l’evoluzione del contesto di riferimento in cui le imprese operano e le
strategie economico-finanziarie adottate dalle aziende stesse per fronteggiare le criticità.
Inoltre, è stata posta particolare cura nella predisposizione delle tavole di riepilogo dei
principali benchmark economico-finanziari in modo da rendere le statistiche confrontabili
più agevolmente.
Anche in questa pubblicazione si propongono le classifiche delle imprese sarde per fatturato
e valore aggiunto insieme con le graduatorie per “eccellenza” della gestione aziendale di
quelle società sarde che hanno raggiunto posizioni economico-finanziarie dinamiche, in
termini di sviluppo e redditività.
I dati, in serie storica dal 2002 e completamente aggiornati al 2011, sono da considerarsi
ancora provvisori per il 2012 perché la fornitura dei dati di bilancio non è ancora del tutto
completa. In ogni caso, le informazioni raccolte permettono già a questo stadio di
aggiornamento di osservare il mondo imprenditoriale regionale durante il pieno manifestarsi
della crisi.
Caratteristiche
strutturali
delle imprese
regionali
Andando ai contenuti, l’immagine della Sardegna che emerge dal lavoro di analisi svolto è
quella di un territorio in cui la dimensione media aziendale è la più piccola di tutta l’Italia
con 2,7 addetti per impresa, 3,6 per l’Industria complessivamente intesa e 2,5 per il
comparto dei Servizi. Il 96,7% delle 107.581 imprese sarde censite dall’Istat nel 2011 ha
meno di dieci addetti - in particolare il 56,5% delle aziende ha un solo addetto - popolando
quindi il sistema produttivo di microimprese.
Una forte terziarizzazione caratterizza l’economia: su 100 imprese, più di 76 operano nei
Servizi. Quasi 32mila imprese, circa il 30% del totale, sono artigiane, con una dimensione
media pari a 2,3 addetti per impresa, e occupano un quarto delle risorse umane totali.
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Dinamiche
macroeconomiche
in cui hanno
operato le imprese
La dinamica del PIL in Sardegna ha risentito degli effetti della recessione che negli ultimi
anni ha investito i mercati nazionali e internazionali. La stima pubblicata dall’Istat nel
novembre 2013 evidenzia, infatti, una contrazione del PIL regionale del 3,4% nel 2012
rispetto all’anno precedente. Nel 2012, il valore aggiunto ai prezzi base ha subito una
riduzione pari al 3,1%. L’ultimo rilascio degli Scenari per le Economie locali di Prometeia febbraio 2014 - stima per il 2013 un’ulteriore decremento del PIL regionale, pari al 2,7%.
Tenendo presente che l’analisi dei benchmark di bilancio riguarda le imprese regionali più
I principali
benchmark
delle imprese
regionali
strutturate, vale a dire quelle soggette all’obbligo di deposito del bilancio d’esercizio, il
quadro che emerge è quello di un insieme di aziende con fatturato in diminuzione, una
costante riduzione della redditività del capitale investito, sia in termini di valore aggiunto
contabile prodotto che di margini di profitto, con un contemporaneo netto miglioramento
del rapporto tra fonti di finanziamento di terzi e fonti proprie, testimoniato da livelli di
Leverage quasi da manuale. Nonostante una diminuzione nel ritmo di crescita dello stesso
Capitale proprio, nel 2012, infatti, le imprese risultano indebitate solo per 3,5 volte i mezzi
propri, a fronte di un rapporto di 5 a 1 del 2002. Se ne deduce una strategia di
contenimento delle Passività. Rimane da approfondire se questo contenimento dei debiti sia
volontario o indotto dalla stretta creditizia del sistema Bancario.
La capacità di fare “cassa” dalla gestione operativa resta positiva, sebbene inferiore rispetto
ai valori del 2002: cento euro di capitale investito generavano nel 2002 otto euro e mezzo
di “cassa”, nel 2012 tale valore è pari a poco più di sei euro. Considerato quanto è
importante per le imprese generare un flusso di cassa costante e auspicabilmente in
continua crescita, si tratta di un segnale da tenere nella dovuta considerazione. Nei
momenti di difficoltà e di crisi di liquidità, infatti, le imprese - già in condizioni di minor
accesso al credito - devono poter contare sulla generazione di flussi finanziari positivi dalla
gestione operativa che garantiscano il mantenimento e l’integrità della stessa struttura
produttiva.
I risultati delle
imprese
“eccellenti”
Spostando l’attenzione sui risultati al 2011 delle 770 imprese “eccellenti” - non disponendo
ancora dei dati per calcolare l’Indicatore Sintetico di Dinamicità per il 2012 - si nota come
queste imprese siano caratterizzate da una buona capacità di remunerare i soci attraverso
il conseguimento di utili netti contabili (il 96,1% delle imprese “eccellenti” chiude in utile a
fronte di un 56,4% del totale delle imprese complessivamente considerate), da una buona
produttività del capitale investito e una spiccata attitudine a “fare cassa”: cento euro di
capitale investito dalle imprese “eccellenti” generano ventisei euro e mezzo di liquidità
pura, venti euro in più del benchmark regionale. Si rilevano inoltre buoni comportamenti a
livello
patrimoniale
e
finanziario.
Le
“eccellenti”
mostrano,
infatti,
un’autonomia
patrimoniale ancora più alta di quella delle imprese totali (leverage 1,4 contro un
benchmark regionale di 3,8 del 2011) e una buona capitalizzazione (il patrimonio netto
copre il 40,8% delle fonti di finanziamento, mentre l’intero insieme delle imprese regionali
si attesta al 20,4%).
Le posizioni
provvisorie
delle imprese
nelle
classifiche al
2012
La classifica provvisoria per fatturato al 2012 ricalca sostanzialmente quella relativa al 2011
e vede nelle prime dieci posizioni due aziende attive nel comparto petrolifero, due
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appartenenti al settore energetico, tre del commercio all’ingrosso, un’azienda del trasporto
aereo, una del settore metallurgico e un’impresa appartenente alle telecomunicazioni. E’
interessante notare che tra le prime dieci imprese, ben cinque sono localizzate nella
provincia di Cagliari e tre fanno parte del polo petrolchimico di Sarroch.
La classifica per valore aggiunto prodotto al 2012 presenta due nuove ingressi nelle prime
dieci posizioni rispetto al 2011: un’azienda appartenente al settore energetico che si colloca
al primo posto e una operante nel settore delle telecomunicazioni che si attesta in quarta
posizione. Nelle prime dieci posizioni figurano tre società attive nel settore energetico e due
nel settore dei trasporti terrestri. Anche in questa classifica prevale la provincia di Cagliari:
tra le prime dieci imprese ve ne sono localizzate ben sette di cui quattro con sede a
Cagliari. Soltanto quattro imprese tra le prime dieci nella classifica per valore aggiunto
figurano anche tra le prime dieci nella classifica per fatturato.
Le classifiche delle imprese “eccellenti”, elaborate per il 2011, mostrano le interessanti
performance di imprese di tutte le dimensioni, anche molto piccole, appartenenti a tutti i
settori di attività economica. I comportamenti virtuosi, tenuti da queste imprese nel periodo
di maggiore crisi attraversata dal Paese, offrono segnali di fiducia al sistema produttivo nel
suo complesso, in grado di costituire importanti driver del valore per l’economia sarda.
III
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