Filosofia di Gandhi
Capitolo 4 – La fede
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Premessa
Quella che qui vi proponiamo è la traduzione di un lavoro
realizzato da R. K. Prabhu & U. R. Rao pubblicato nel 1945
per la prima volta e riproposto nel 1946 (seconda edizione), nel
1967 (3000 copie) e nel 1996 (2000 copie). L'ultima edizione
da cui probabilmente la nostra versione elettronica prende
spunto, dovrebbe essere quella del 1996 stampata e pubblicata
da Jitendra T. Desai
Navajivan Mudranalaya,
Ahemadabad-380014 India.
Ulteriori riferimenti possono essere raccolti sul sito dedicato a
Gandhi all'indirizzo:
http://www.mkgandhi.org/momgandhi/momindex.htm
Traduzione a cura di G. Laguardia 2005 – 2007
[email protected]
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Indice
CAPITOLO 4 – LA FEDE......................................................................... 1
Il Vangelo della Fede .......................................................................... 5
Limiti della Ragione............................................................................ 5
Il significato di Religione .................................................................... 6
La mia Religione ................................................................................. 7
Futilità della forza............................................................................... 8
Moralità .............................................................................................. 8
Diversità di Religione ......................................................................... 9
Unità di base ....................................................................................... 9
Le Scritture........................................................................................ 11
Dettati Religiosi ................................................................................ 13
Il significato di Dio ........................................................................... 14
Nessun Dio personale ....................................................................... 14
La Sua personalità ............................................................................ 15
La Potenza di Dio ............................................................................. 16
Le sue regole ..................................................................................... 17
Genesi del male................................................................................. 18
Miracoli............................................................................................. 20
Incarnazione...................................................................................... 21
Le leggi di Dio................................................................................... 22
Scoperte della Natura ....................................................................... 22
I nomi di Dio ..................................................................................... 24
RAMANAMA ........................................................................................... 26
Il mio Salvatore ................................................................................. 26
Il miglior culto .................................................................................. 27
Un solo Dio ....................................................................................... 27
Potenza curativa ............................................................................... 28
Purezza di Pensiero........................................................................... 29
La preghiera il cibo della mia anima................................................ 30
Salvaguardia nella prova .................................................................. 31
La risposta di Dio ............................................................................. 32
Carattere della preghiera ................................................................. 33
Necessità di pregare.......................................................................... 34
Essenza della Preghiera.................................................................... 36
Efficacia del silenzio ......................................................................... 37
Potenza della preghiera .................................................................... 38
3
IL MIO INDUISMO NON È ESCLUSIVO ....................................................... 40
Abbracciando tutti............................................................................. 40
Induismo ed Ahimsa .......................................................................... 42
Madre Gita........................................................................................ 42
La strada del Budda .......................................................................... 44
Il governo morale del mondo ............................................................ 45
La Cristianità in Occidente............................................................... 46
La personalità di Cristo .................................................................... 47
Quello che Cristo significa per me.................................................... 48
L’Islam religione di pace .................................................................. 49
L’uso della forza ............................................................................... 50
Il Corano ........................................................................................... 51
RELIGIONE E POLITICA ........................................................................... 52
La vita un insieme integrale .............................................................. 52
TEMPLI ED IDOLATRIA ............................................................................ 56
Carattere dell’idolatria..................................................................... 56
Luoghi di culto .................................................................................. 58
La maledizione dell’insensibilità ...................................................... 59
Insensibilità e casta........................................................................... 61
Il Dharma Varnashrama ................................................................... 61
Matrimoni e banchetti tra caste ........................................................ 63
Caste ................................................................................................. 63
Caste e Varna.................................................................................... 64
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Il Vangelo della Fede
È la fede che ci guida attraverso mari tempestosi, la fede che
muove le montagne e la fede che salta gli oceani. Quella fede è
niente ma vivente, apre gli occhi alla coscienza di Dio. Colui
che ha perseguito quella fede non vuole niente. Corporalmente
malato, è spiritualmente in salute; fisicamente povero, si rotola
in ricchezze spirituali
Senza fede questo mondo diventerà uno zero in un attimo. La
vera fede è l’appropriazione dell’esperienza ragionata della
gente che noi crediamo abbia vissuto una vita purificata dalla
preghiera e dalla penitenza. Credo, quindi, in profeti e
reincarnazioni che sono vissuti in epoche remote che non sono
oziose superstizioni ma la soddisfazione di un innato volere
spirituale.
La fede non è un fiore delicato che appassirebbe sotto un lieve
temporale. La fede è come le montagne Himalaiane che non
possono cambiare. Nessuna tempesta può smuovere le
montagne Himalaiane dalle loro fondamenta … ed io voglio
che ognuno di voi coltivi quella fede in Dio e nella religione.
Limiti della Ragione
L’esperienza mi ha reso abbastanza umile da farmi capire gli
specifici limiti della ragione. Così come una questione fuori
luogo diventa immondizia, il cattivo uso della ragione è da
lunatici. I razionalisti sono esseri ammirabili, il razionalismo è
un’idea mostruosa quando dichiara la propria onnipotenza.
L’attribuzione di onnipotenza alla ragione è un cattivo pezzo di
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idolatria tanto quanto il culto dell’accumulare pietre credendo
che siano Dio.
Io tengo non per la soppressione della ragione ma per un
dovuto riconoscimento di quello che in noi santifica la ragione
stessa.
A me è tanto chiaro quanto una lucerna che là dove c’è
un’attrattiva verso la ragione pura e indecisa, non dovrebbe
esserci attrattiva verso un’autorità per quanto grande possa
questa essere.
Ci sono soggetti da cui la ragione non può portarci via e
dobbiamo accettare le cose con fede. La fede quindi non
contraddice la ragione ma la trascende. La fede è come un sesto
senso che opera in quei casi in cui la ragione non da valore
alcuno.
Il significato di Religione
Lasciatemi spiegare cosa intendo per religione. Non è la
religione Indù che io certamente premio rispetto a tutte le altre
religioni, ma la religione che trascende l’Induismo, che cambia
la vera natura di qualcuno, che lega indissolubilmente alla
verità che è dentro di noi e che purifica sempre. E’ l’elemento
permanente della natura umana che non paga alcun costo
troppo grande per trovare piena espressione e che lascia
l’anima del tutta irrequieta finché non ha trovato da se il suo
Creatore e si è resa conto della corrispondenza tra se stessa ed
il Creatore.
La religione, non alludo a quella formale, o consueta religione,
è quella che è alla base di tutte le religioni, che ci porta faccia a
faccia con il nostro Creatore.
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La mia Religione
La mia religione non ha limiti geografici. Se ho una fede
vivente in essa trascenderà il mio amore per la stessa India.
La mia non è una religione da carcere. Ha una stanza per
l’ultimo della creazione di Dio. Ma è provata contro
l’insolenza, l’orgoglio di razza, la religione o il colore.
C’è indubbiamente un senso che rende una dichiarazione vera
quando dico che ho la mia religione più cara del mio paese e
che, quindi, sono prima un Indù e poi un nazionalista. Non
divento meno nazionalista del più grande tra questi. Con questo
voglio semplicemente dire che gli interessi del mio paese sono
identici a quelli della mia religione. Allo stesso modo, quando
dico che prediligo la mia salvezza sopra ogni altra cosa, sopra
anche la salvezza dell’India, non significa che la mia personale
salvezza richieda il sacrificio della politica dell’India o la
salvezza di qualcun altro. Questo significa che entrambe vanno
insieme.
Questo è la massima della vita che io ho accettato, cioè, che
nessun lavoro dell’uomo, nessuna questione per quanto grande
sia, prospererà veramente a meno che non abbia un fondamento
religioso.
Ho abbastanza fede nella mia causa e nella umanità. Il popolo
Indiano non è peggiore di qualcun altro; possibilmente è
migliore. Infatti la causa presume fede nella natura umana.
Sebbene l’oscurità scenda sul cammino, Dio lo illuminerà e
dirigerà i miei passi, se avrò fede nella sua guida e sufficiente
umiltà da riconoscere la mia debolezza senza quella guida
infallibile.
Questo può essere considerato ostinazione ma è mia ferma fede
considerare che chi ha intrapreso qualcosa nel nome di Dio, e
in piena fede in Lui, anche alla fine dei suoi giorni, non lavora
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invano, ed io sono sicuro che il lavoro che ho intrapreso non è
mio ma di Dio.
Questo è il dharma (1) riportato dai libri santi, (2) seguiti dai
saggi, (3) interpretati da chi impara e che (4) fanno appello al
cuore. La prima delle tre condizioni deve essere soddisfatta
prima che la quarta diventi operativa . In questo modo non si
deve seguire il precetto di un ignorante o di un mascalzone
sebbene essi lodino se stessi a qualcuno. La rigorosa
osservanza dell’inoffensività, non-inimicizia e rinuncia sono i
primi requisiti che una persona deve seguire per redigere una
legge p.e. il dharma.
Futilità della forza
Ho la convinzione profonda che nessuna religione può essere
sostenuta dalla forza bruta. Al contrario, coloro che di spada
feriscono sempre di spada periscono.
Le religioni, come le nazioni, pesano nell'equilibrio. Quella
religione e quella nazione saranno cancellate dalla faccia della
terra perchè spingono la loro fede verso l’ingiustizia, la falsità
o la violenza.
Moralità
Per me la morale include la spiritualità. … Nella mia carriera di
riformatore, ho considerato tutto dal punto di vista morale. Se
sono impegnato nell'affrontare una domanda politica o sociale
o economica, il lato morale di esso prevale sempre e pervade il
mio intero atteggiamento.
Non c’è una moralità assoluta per tutte le circostanze. Ma c’è
una moralità relativa, che è abbastanza assoluta, per i mortali
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imperfetti che siamo. Quindi, è assolutamente immorale bere i
liquori alcolici tranne come medicina, nelle dosi medicinali e
sotto consiglio medico. Similmente, è assolutamente sbagliato
provare desiderio per qualche donna tranne che per la propria
moglie. Entrambe queste posizioni sono state dimostrate per
motivi di paura. Gli argomenti di sostegno sono sempre stati
avanzati. Sono stati avanzati contro l'esistenza stessa di Dio –
che è la Somma di tutto. La Fede che trascende la ragione è la
sola nostra Roccia Antica. La mia fede mi ha salvato e ancora
mi salva dai pericoli. Non mi ha mai tradito. Non si è mai
saputo che abbia tradito qualcuno.
Diversità di Religione
In realtà ci sono tante religioni quanti sono gli individui.
Le religioni sono strade differenti che convergono sullo stesso
punto. Che cosa importa se prendiamo strade differenti a
condizione di raggiungere lo stesso obiettivo?
Non condivido la credenza per cui può o ci sarà una religione
sulla terra. Mi sto sforzando, quindi, di trovare un fattore
comune ed indurre la tolleranza reciproca.
Unità di base
L'anima delle religioni è una, ma è riprodotta in un gran
numero di forme. L’ultima resisterà fino alla fine dei tempi.
Gli uomini saggi ignoreranno la superficialità esterna e
vedranno la stessa anima che vive sotto varie sfaccettature.
Credo che tutte le grandi religioni del mondo siano più o meno
vere. Dico più o meno perché credo che tutto quello che la
mano umana tocca, a ragione del fatto che gli esseri umani
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sono imperfetti, diventa imperfetto. La perfezione è l'attributo
esclusivo di Dio ed è indescrivibile, intraducibile. Credo che
per ogni uomo sia possibile diventare perfetto proprio come
Dio è perfetto. È necessario per tutti noi aspirare alla
perfezione, ma quando quella condizione benedetta è raggiunta,
diventa indescrivibile, indefinibile. E quindi ammetto, in tutta
umiltà, che persino il Vedas, il Corano e la Bibbia siano
definizioni imperfette di Dio e, per gli esseri imperfetti che
siamo, sottoposti ad un gran numero di passioni, è impossibile
persino capire la parola di Dio nella sua pienezza.
Dovrei amare tutti gli uomini -- non soltanto in India ma nel
mondo -- che appartengono a fedi differenti, per diventare
gente migliore dal contatto con gli altri, e se questo accade, il
mondo sarà un posto da vivere migliore di quello che è oggi.
Supplico per una tolleranza più vasta e sto lavorando a tale
scopo. Chiedo alla gente di esaminare ogni religione dal punto
di vista degli stessi studiosi di quella religione. Non mi aspetto
che l'India del mio sogno sviluppi una religione, cioè, che sia
interamente Indù, o interamente tolleranti, ma che le sue
religioni coesistano tra di loro e con ogni altra.
Tempo fa sono giunto alla conclusione, dopo una preghiera di
ricerca e studio e discussioni con molta gente che ho
incontrato, che tutte le religioni in essere hanno errori al loro
interno e che, mentre seguo la mia tanto cara, che è l’Induismo,
ne segue logicamente che dovremmo seguirle tutte con la
stessa affezione e che non dovremmo fare distinzione tra loro.
La credenza in un Dio è la pietra d'angolo di tutte le religioni.
Ma non prevedo un periodo in cui ci sarà in pratica una sola
religione sulla terra. In teoria, poiché c’è un solo Dio, può
esserci soltanto una religione. Ma in pratica, non ci sono due
persone che ho conosciuto e che hanno avuto la stessa identica
concezione di Dio. Quindi, forse, ci saranno sempre religioni
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differenti che rispondono a temperamenti e circostanze
climatiche differenti.
Credo nella verità fondamentale di tutte le grandi religioni del
mondo. Penso che tutte siano date da Dio e ritengo che siano
state necessarie per la gente a cui queste religioni sono state
rivelate. Credo, inoltre, che se tutti noi potessimo leggere le
scritture delle altre religioni, dal punto di vista dei seguaci di
quelle fedi, troveremmo che erano una alla base dell’altra e
che erano utili una all’altra.
Le religioni non sono per la separazione degli uomini l'uno
dall’altro. Sono fatte per accomunarli.
Le Scritture
Per me la Vedas è da ritenersi divina e non scritta, 'La lettera
Killeth.' È lo spirito che ha dato la luce. E lo spirito della
Vedas è purezza, verità, innocenza, castità, umiltà, semplicità,
perdono, comandamento e tutto quello che rende un uomo e
una donna nobili e coraggiosi.
Non credo nella divinità esclusiva della Vedas. Credo che
anche la Bibbia, il Corano e il Zend-Avesta abbiano
un’ispirazione divina quanto la Vedas. La mia credenza nelle
scritture Indù mi non chiede di accettare ogni parola ed ogni
verso come ispirati da Dio. … Non voglio essere limitato da
un'interpretazione, comunque sia stata desunta, se è ripugnante
per ragione o senso morale.
Non sono un letterato. Di conseguenza, provo a capire lo
spirito delle varie scritture del mondo. Applico la prova della
verità e del ahimsa stabilita da queste scritture stesse per la loro
interpretazione. Rifiuto quello che è in contraddizione con
questa prova e mi approprio di tutto quello che con essa sia
coerente.
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Non ho rilevato alcuna differenza fra il Discorso della
Montagna (Le Beatitudini n.d.t.) e la Bhagavad Gita. Quello
che il Discorso descrive in un modo grafico, la Bhagavad Gita
riduce ad una formula scientifica. Non può essere un libro
scientifico nel senso accettato del termine, ma è definito la
legge dell’amore – che denominerebbe la legge dell’abbandono
-- in modo scientifico. Il Discorso della Montagna dà la stessa
legge in un linguaggio meraviglioso. Il Nuovo Testamento mi
ha dato conforto e gioia senza limiti, dopo la repulsione
provata per quelle parti del Vecchio Testamento. Oggi,
supponendo di essere privato della Gita e dimenticando tutto il
suo contenuto avendo una copia del Discorso, riceverei da esso
la stessa gioia che ottengo dalla Gita.
C’è una cosa in me ed è quella che amo vedere il lato positivo
delle cose e non il negativo e così posso ricevere conforto e
ispirazione da ogni grande libro di qualunque grande religione.
Non posso riprodurre un singolo verso della Gita o del Nuovo
Testamento; un bambino Indù o cristiano può ripetere meglio
quei versi; ma quei bambini intelligenti non possono privarmi
dell'assimilazione dello spirito dei due libri che oggi è in me.
La propria esperienza, quindi, deve essere la guida finale. La
parola scritta aiuta indubbiamente, ma anche quella deve essere
interpretata e quando ci sono le interpretazioni in conflitto, il
ricercatore è l’arbitro finale.
Credo che non ci sia superstizione in me. La verità non è la
verità soltanto perché è antica. Né è necessariamente da
considerarsi con sospetto perché è antica. Ci sono alcuni
fondamenti di vita, su cui non si può essere leggeri perché sono
di difficile applicazione nella stessa vita.
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Dettati Religiosi
Se l'India non deve dichiarare il fallimento spirituale, occorre
che l'istruzione religiosa della propria gioventù sia ritenuto
almeno necessaria quanto l'istruzione secolare. È vero che la
conoscenza dei libri religiosi non è equivalente a quella della
religione. Ma se non possiamo dare religione, dobbiamo
soddisfare le esigenze fornendo ai nostri ragazzi e ragazze
quello che c’è di meglio. E se c’è qualche istruzione data nelle
scuole o non, gli allievi più cresciuti devono coltivare l'arte
dell’auto-apprendimento tanto verso gli argomenti religiosi
quanto verso gli altri. Possono iniziare le loro proprie classi
dibattendo proprio come hanno fatto fino ad ora i club dei
filatori.
Non credo che lo Stato possa interessarsi o fare fronte alla
formazione religiosa. Credo che la formazione religiosa debba
essere la sola preoccupazione delle associazioni religiose.
Senza mescolare la religione con l'etica. Credo che l'etica
fondamentale sia comune a tutte le religioni. L'insegnamento
dell'etica fondamentale è indubbiamente una funzione dello
Stato.
Dalla religione non mi viene in mente l'etica
fondamentale ma quello che prende il nome di Confessione
Religiosa. Abbiamo sofferto abbastanza da una religione
statalista e da una Chiesa Stato. Una società o un gruppo, che
dipende parzialmente o interamente dall’aiuto statale per
l'esistenza della sua religione, non merita, o, meglio ancora,
non ha alcuna religione degna di questo nome.
Un programma di dettati religiosi deve includere uno studio sui
principi delle fedi escludendo i propri. A questo fine gli allievi
dovrebbero essere addestrati a coltivare l'abitudine di capire e
di apprezzare le dottrine delle varie grandi religioni del mondo
in uno spirito di riverenza e tollerante apertura mentale.
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Il significato di Dio
Chi dà la legge e la legge.
Dio può essere chiamato con qualsiasi altro nome che delinei la
viva Legge di Vita o, in altre parole, la Legge e chi dà la Legge
confluiscono in un’unica entità.
Dio stesso è sia la legge che colui che dà la legge. La
questione di qualcuno creato da Lui, quindi, non si pone, meno
di tutti da una creatura insignificante quale l'uomo. L'uomo
può costruire una diga, ma va oltre le sue possibilità fare il
legno. Può, tuttavia, descrivere Dio nella sua mente in molti
sensi. Ma come può l'uomo che è incapace di creare un fiume
o il legno creare Dio? Quel Dio che ha generato l'uomo è,
quindi, verità pura. Il contrario è un'illusione. Tuttavia,
chiunque può dire, se gradisce, che Dio è ne il fine ne la causa.
Come è predicabile per lui.
Nessun Dio personale
Io non considero Dio come una persona. La verità per me è
Dio e la Legge di Dio e Dio non sono cose o fatti differenti, nel
senso che un re di questa terra e la sua legge sono differenti.
Poiché Dio è un'Idea, è legge egli stesso. Di conseguenza, è
impossibile concepire Dio che viola la legge. Egli, quindi, non
regola le nostre azioni e non si chiude in se stesso. Quando
diciamo che regola le nostre azioni, stiamo usando
semplicemente un linguaggio umano e proviamo a dargli un
limite. Altrimenti lui e la sua legge rimangono dappertutto e
governano tutto. Di conseguenza, non penso che risponda in
dettaglio ad ogni nostra richiesta, ma non c’è dubbio che regoli
la nostra azione … la libera volontà che godiamo è meno di
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quella di un passeggero ammucchiato su una piattaforma.
Benché sappia che la mia libertà è meno di quella di un
passeggero, io apprezzo quella libertà, come ho assimilato dalla
Gita che l'uomo è il creatore del suo proprio destino nel senso
che ha libertà di scelta quanto al modo in cui usa quella libertà.
Ma non è il controllore dei risultati. Nel momento in cui pensa
di esserlo, lo assale il dolore.
Questo tuttavia deve essere abbastanza chiaro. L’Onnipotente
non è una persona come noi. Lui o esso è la più grande forza
vivente o la Legge nel mondo. Di conseguenza, non agisce per
capriccio, né la Legge ammette emendamenti o miglioramenti.
La Sua volontà è fissa ed immutevole ogni altra cosa cambia
ogni secondo.
La Sua personalità
Non ho visto Dio faccia a faccia. Se lo avessi visto, non avrei
alcun motivo di parlare con voi. Il mio pensiero sarebbe
abbastanza potente da rendere il discorso e l'azione da parte
mia inutili. Ma ho una fede imperitura nell'esistenza di Dio.
Millioni in tutto il mondo condividono con me questa fede. Il
più istruito non può muovere la fede di milioni di illetterati.
Dio è buono. Non c’è alcuna malvagità in lui. Dio ha fatto
l’uomo a sua propria immagine. Purtroppo per noi, l'uomo lo
ha adattato in se stesso. Questa arroganza ha buttato l'umanità
in un mare di difficoltà. Dio è l’Alchimista Supremo. In sua
presenza tutto il ferro e le scorie si trasformano in oro puro.
Allo stesso modo trasforma tutto il male in bene.. Di nuovo,
Dio vive, ma non come noi. Le sue creature vivono ma per
morire. Ma Dio è vita. Di conseguenza, la bontà e quanto essa
delinei non è un attributo. La Bontà è Dio. la Bontà concepita
lontana da Lui è una cosa senza vita ed esiste soltanto mentre è
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una politica di appagamento. Così sono tutte le morali. Se
devono vivere in noi, devono essere considerate e coltivate nel
loro rapporto con Dio. Noi proviamo a diventare buoni perché
desideriamo raggiungere e realizzare Dio. Tutte le etiche sono
asciutte senza vita. Vengono da Dio, vengono con vita in loro.
Vengono in noi e ci nobilitano. Per contro, Dio è concepito
senza bontà è senza vita. Gli diamo vita nella nostra inutile
immaginazione.
C’è quasi un abisso tra “vedere Dio faccia a faccia” e “vederLo
intriso di Verità da debita distanza”. A mio parere, le due
dichiarazioni non sono soltanto incompatibili ma ciascuna
spiega l'altra. Vediamo l'Himalaia da una distanza molto
elevata e quando siamo in cima, abbiamo visto faccia a faccia
l'Himalaia. In milioni possono vederla da centinaia di miglia
se sono nella visuale, ma i pochi che arrivano in cima, dopo gli
anni di viaggio, la vedono faccia a faccia.
Non ho mai avuto il minimo dubbio circa il fatto che Dio è e
che il Suo nome più vivido sia Verità.
La Potenza di Dio
Tutto ciò che abbia un inizio ha una fine. Il sole, la luna e la
terra devono tutti finire un giorno, anche se potrebbe accadere
dopo un numero incalcolabile di anni. Dio soltanto è
immortale, indeperibile. Come può chiunque trovare le parole
per descriverlo?
Dio non può essere realizzato con l’intelletto. L’intelletto può
condurre uno fino a un certo punto e non oltre. È un aspetto di
fede e di esperienza derivata da fede. Uno ha potuto contare
sull'esperienza migliore di qualcun’altro oppure è soddisfatto
con niente meno dell’esperienza personale. La fede piena non
ha bisogno di esperienza.
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Dio da solo conosce la verità assoluta. Di conseguenza, ho
detto spesso, la verità è Dio. Ne consegue che uomo, essere
limitato, non può conoscere la verità assoluta.
Chiamo quella grande Potenza non col nome di Allah, non col
nome di Khuda o di Dio, ma col nome di Verità. Per me la
Verità è Dio e la Verità va oltre tutti i nostri programmi. La
verità intera è compresa soltanto all'interno del cuore di quella
Grande Potenza-Verità. Mi hanno insegnato fin dai primi
giorni di considerare la verità come qualcosa di irraggiungibile.
Un grande uomo inglese mi ha insegnato a credere che non è
possibile conoscere Dio. È comprensibile, ma comprensibile
soltanto fino al punto in cui il nostro limitato intelletto
concede.
Dio è pura potenza. Può cambiare il cuore degli uomini e
portare una vera pace tra di loro.
Le sue regole
Oggi, in Occidente, la gente parla di Cristo, ma le regole del
loro vivere sono realmente anti-Cristo. Similmente, c’è gente
che parla di Islam, ma realmente segue la strada di Satana. È
una situazione deplorevole. … Se la gente seguisse la strada di
Dio, non ci sarebbero tanta corruzione ed affarismo che
vediamo nel mondo. I ricchi stanno diventando più ricchi ed i
poveri sempre più poveri. Affamati, nudi e con la morte in
faccia. Questi non sono i contrassegni del regno di Dio, ma
quelli di Satana, Ravana o dell’Anti-Cristo. Non possiamo
pensare di portare il regno di Dio sulla terra soltanto ripetendo
il suo nome con le labbra. Il nostro comportamento deve
essere conforme alle Sue strade non a quelle di Satana.
Solo quando Dio regna nei cuori degli uomini questi sono in
grado di perdere il loro odio.
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Tutte le regole universali di comportamento conosciute come i
comandamenti di Dio sono semplici e facili da capire e seguire
se la volontà è focalizzata su di essi. Sembrano soltanto essere
difficili a causa dell'inerzia, che regna sull'umanità. L'uomo è
un essere progressivo. Non c’è niente ad un punto morto in
natura. Soltanto Dio è immobile, era, è e sarà lo stesso, ieri,
oggi e domani, ma mai muovendosi. Non dobbiamo tuttavia,
preoccuparci degli attributi di Dio. Dobbiamo renderci conto
che non stiamo mai progredendo. Quindi, sostengo che se
l'umanità deve vivere, deve rientrare in modo crescente sotto il
controllo della Verità e della non-violenza.
È in
considerazione di queste due regole fondamentali di
comportamento che noi dobbiamo vivere.
Una mente non focalizzata su Dio è vagabonda e difetta della
qualità di un tempio di culto (in quanto non dedita alla
preghiera n.d.t.).
Genesi del male
Perchè ci sia il male nel mondo è una domanda a cui è difficile
rispondere. Posso solo dare una risposta da “paesano”
(letteralmente sarebbe “villager’s” ovvero “gente di villaggio”
n.d.t.). Se c’è il bene, ci deve anche essere il male, proprio
come dove c’è la luce, là c’è anche l’oscurità, ma è vero
soltanto nella misura in cui noi umani mortali ce ne
interessiamo. Prima di Dio non c’era ne il bene ne il male.
Noi poveri paesani possiamo discutere della sua opera in
termini umani, ma il nostro linguaggio non è di Dio. Il
Vedanta dice che il mondo è maya. Anche se quella
spiegazione è una ciarla dell'umanità imperfetta. Io, quindi,
dico che non voglio rompermi la testa su tale argomento.
Anche se mi fosse permesso di approfondire i recessi più intimi
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della casa di Dio non dovrei neanche preoccuparmene. Perchè
non saprei cosa fare là. È sufficiente per la nostra crescita
spirituale sapere che Dio è sempre il fautore del bene. Ma
questa è ancora una spiegazione da paesano.
Non posso rappresentare l'esistenza del male con alcun metodo
razionale. A voler fare questo equivale a misurarsi con Dio.
Sono quindi abbastanza umile da riconoscere il male in quanto
tale.
E chiamo Dio “grande sofferente” e paziente
precisamente perché consente che il male sia nel mondo. So
che non ha malvagità. È l'autore di esso ma non toccato da
esso. So anche che non conoscerò mai Dio se non lotterò con e
contro il male anche a costo della stessa vita. La mia fede è
rafforzata dalla mia propria esperienza umile e limitata. Più
provo a diventare puro, più ritengo di essere vicino Dio.
Quanto meglio di oggi sarei se la mia fede non fosse semplice
apologia: ma diventasse immobile come l’Himalaia e come le
sue cime bianche e splendenti?
In un senso strettamente scientifico Dio è in fondo sia il bene
che il male. Dirige il pugnale dell’assassino non meno del
bisturi del chirurgo. Ma per gli scopi umani il bene ed il male
sono distinti ed incompatibili, come simbolicamente lo sono la
luce e l’oscurità, Dio e Satana …
Dire che Dio permette il male in questo mondo può non essere
piacevole da sentire. Ma se è ritenuto responsabile del bene,
segue che deve essere responsabile anche del male. Dio non
ha consentito a Ravana di esibire una forza incomparabile?
Forse, la causa fondamentale della perplessità viene da una
mancanza della comprensione reale di che cosa sia Dio. Dio
non è una persona. Trascende una descrizione. È il legislatore,
la legge e l'esecutore. Nessun essere umano può arrogarsi
questi Poteri da solo. Se così fosse sarebbe considerato un
puro dittatore. Noi tutti lo adoreremmo come Dio. Ciò è la
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realtà, una chiara incomprensione a cui risponderà una
domanda: Dio permette il male?
Si dice che l’effetto esterno sia soltanto un riflesso dell'interno.
Se siete buoni, il mondo intero sarà buono con voi. Al
contrario, se vi sentite tentati di considerare qualcuno cattivo, è
probabile che la malvagità sia dentro di voi. … Noi non
dobbiamo ne pensare male di altri ne sospettare che altri
pensino male di noi. L'inclinazione a prestare l'orecchio alle
cattiverie è un segno di mancanza di fede.
Miracoli
Credo e non credo nei miracoli. Dio non opera con i miracoli.
Ma la mente divina è rivelata come un flash e all’uomo sembra
sia un miracolo. Non conosciamo Dio, lo conosciamo soltanto
attraverso la sua legge. Lui e la sua legge sono una. Non c’è
niente fuori della sua legge. Neppure i terremoti e le tempeste
avvengono senza la sua volontà -- non un filo d’erba cresce
senza che Lui lo voglia. Satana è qui solo su Sua sofferenza,
non indipendentemente da Lui.
L'uomo non può essere trasformato da cattivo a buono tutto
d’un tratto. Dio non esercita la magia. È anche all'interno
della Sua propria legge. La sua legge, tuttavia, è differente
dalla legge dello Stato. Ci possono essere errori in seguito, ma
Dio non può sbagliare. Se dovesse andare oltre i limiti della
Sua legge, il mondo sarebbe perso.
La storia ci fornisce una serie completa di miracoli dove masse
di persone sono convertite in un batter d'occhio ad un punto di
vista particolare. Si prenda la guerra dei Boeri. Ha dato alla
lingua inglese la parola 'Maffeking'. La gente è diventata pazza
il Giorno di Maffeking. Appena nel giro di due anni, la nazione
Britannica ha subito una trasformazione.
Come Henry
20
Campbell Bannerman divenne il premier, praticamente
aumentarono tutti i guadagni di guerra. La recente vittoria
laburista alle elezioni è un altro caso emblematico. Per me è
un miracolo sufficiente che, nonostante la sua oratoria e
brillantezza, Churchill abbia cessato di essere l’idolo dei
Britannici che ancora ieri pendevano dalle sue labbra e lo
ascoltavano con timore. Tutti questi esempi sono sufficienti
per sostenere la fede di un credente come me che, quando tutte
le potenze passeranno una sola rimarrà, chiamatela Dio, Natura
o comunque vogliate.
Incarnazione
Tutta la vita dei corpi è in realtà un incarnazione di Dio, ma è
insolito considerare ogni essere umano una incarnazione. Le
generazioni future rendono questo omaggio ad uno che, nella
sua propria generazione, ha assunto un comportamento
straordinariamente religioso. Posso non vederci niente di male
in questo processo; non assume niente della grandezza di Dio
e non è fatta violenza alla Verità … Questa credenza nel
incarnazione è una testimonianza di alta ambizione spirituale
dell'uomo. L'uomo non è in pace con se finché non diventa
come Dio. Il tentativo di raggiungere questa condizione è il
supremo, l'unica ambizione degna.
E questa è autorealizzazione. E questa auto-realizzazione è l’obiettivo della
Gita e di tutte le scritture.
Credo, quindi, che profeti e incarnazioni vissuti in periodi
diversi non siano superstizioni da buttare via ma il
raggiungimento di un volere intimo spirituale.
21
Le leggi di Dio
Il linguaggio umano può descrivere ma in modo imperfetto i
disegni di Dio. Sono convinto del fatto che sono indescrivibili
ed inscrutabili. Ma se l'uomo mortale tenterà di farlo, non ha
mezzo migliore che il suo proprio discorso inarticolato.
Non conosciamo tutte le leggi di Dio né il loro funzionamento.
La conoscenza dello scienziato più insigne o dello spiritualista
più grande è simile ad una particella di polvere. Se Dio non è
un essere umano, come per me il mio padre terreno, è
infinitamente di più. Mi segue nei più piccoli dettagli della
mia vita. Credo letteralmente che non una foglia si muova che
Lui non voglia. Ogni alito che respiro dipende dalla sua
benevolenza. Lui e la sua legge sono una. La legge è Dio.
Ogni cosa attribuita a Lui non è un semplice attributo. È
l'attributo. È Verità, Amore, Legge ed altri milioni di cose
come l'ingegnosità umana può definire.
Le leggi della natura sono immutevoli, immodificabili e non ci
sono miracoli che possano infrangerle o interromperle. Ma
noi, esseri limitati, immaginiamo tutti i generi di cose ed
attribuiamo le nostre limitazioni a Dio. Noi possiamo copiare
Dio, ma non Lui noi. Non possiamo dividere il tempo per Lui.
Il tempo per Lui è eternità. Per noi c’è passato, presente e
futuro. E che cos’è la vita umana di cento anni se non un
granello nell’eternità del tempo?
Scoperte della Natura
Condivido quello che il mondo intero - civilizzato e non –
ritiene circa la calamità del terremoto in Bihar venuto
all'umanità come punizione per i propri peccati. Quando
questa convinzione viene dal cuore, la gente prega, si pente e si
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purifica … Ho una conoscenza limitata del Suo scopo. Tali
calamità non sono un puro capriccio della divinità o della
Natura. Obbediscono alle leggi fissate come certamente i
pianeti si muovono obbedendo alle leggi che governano i loro
movimenti. Soltanto io non conosco le leggi che governano
questi eventi e, pertanto, li definisco calamità o disordini.
Questa nostra esistenza terrena è più fragile dei braccialetti di
vetro di cui le signore si adornano. Potete conservare i
braccialetti di vetro per migliaia di anni se li conservate in una
cassa e non li adoperate. Ma questa esistenza terrena è così
capricciosa che può essere eliminata in un batter d'occhio. Di
conseguenza, mentre abbiamo ancora il tempo di respirare,
sbarazziamoci delle distinzioni di alto e basso, purifichiamo i
nostri cuori e rendiamoci pronti a guardare in faccia il nostro
Creatore quando un terremoto o qualche calamità naturale o la
morte ci assalgono durante il corso ordinario della nostra
esistenza.
C’è uno scopo divino dietro ogni calamità fisica. È possibile
che la scienza perfezionata un giorno possa dirci in anticipo
quando i terremoti accadranno, poiché già oggi ci dice delle
eclissi. Sarà un altro trionfo della mente umana. Ma ogni
trionfo persino moltiplicato indefinitamente non determina la
purificazione di se stessi senza cui niente ha valore. Chiedo a
coloro che apprezzano la necessità di purificazione interna di
unirsi in preghiera a che possiamo leggere il disegno di Dio
dietro tali scoperte della natura, che possano renderci umili e
prepararci ad incontrare il nostro Creatore quando venga la
chiamata e che noi si possa essere sempre pronti a condividere
le sofferenze dei nostri compagni augurandoci che non ve ne
siano mai.
23
I nomi di Dio
Dio ha mille nomi, o piuttosto, è senza nome. Possiamo
adorarlo o pregarlo con qualsiasi nome ci piaccia. Alcuni lo
denominano Rama, alcuni Krishna, altri lo denominano Rahim,
ma altri lo chiamano Dio. Tutti adorano lo stesso spirito, ma
così come non tutti mangiano lo stesso cibo, non tutti usano gli
stessi nomi. Ciascuno sceglie il nome secondo le sue tradizioni
ed Egli, essendo l'Abitante del nostro intimo, la Potenza ed
l’Onniscenza conosce il nostro sentire interno e ci risponde
secondo i nostri bisogni. Il culto o la preghiera, quindi, non
devono essere effettuati con le labbra, ma con il cuore. Ed è
per questo che possono essere fatti sia dal muto che da chi
balbetta, tanto dall'ignaro quanto dallo stupido. E le preghiere
di coloro le cui lingue sono dolci ma i cui cuori sono pieni di
veleno, non sono sentite mai. Quindi, chi volesse pregare Dio,
dovrebbe avere un cuore puro. Rama era non soltanto sulle
labbra di Hanuman, lui era affascinato del suo cuore. Diede a
Hanuman una forza infinita. E così con la sua forza alzò la
montagna ed attraversò l'oceano.
Parlo di Dio come esattamente credo che Egli sia … Credo che
Dio sia creativo come pure non-creativo. Ciò è anche il
risultato della mia accettazione della dottrina secondo cui la
realtà ha molte sfaccettature. Dalla piattaforma del Jains
dimostro la funzione non-creativa di Dio e da quella di
Ramanuja la funzione creativa. In effetti, pensiamo tutti
all'impensabile, descriviamo l’indescrivibile, cerchiamo di
conoscere quello che non sappiamo e questo perchè la nostra
capacità di discorso esita, è inadeguata e spesso anche
contraddittoria. Ecco perchè la Vedas descrive Brahman come
'non questo', 'non quello'.
A mio parere, Rama, Rahaman, Ahuramazda, Dio o Krishna
sono tutti tentativi da parte dell'uomo di chiamare quella forza
24
invisibile che è la più grande di tutte le forze. È insito
nell'uomo, benché egli sia imperfetto, di ambire
incessantemente verso la perfezione. Nel tentativo cade in
fantasticherie. E, così come un bambino prova a levarsi in
piedi, e cade giù ancora ed ancora ed infine impara a
camminare, nondimeno l'uomo, con tutta la sua intelligenza, è
un infante puro rispetto a Dio che è infinito e senza età. Ciò
può sembrare un'esagerazione ma non lo è. L'uomo può
descrivere Dio soltanto con il suo proprio povero linguaggio.
25
Ramanama
Il mio Salvatore
Benchè la mia ragione ed il mio cuore realizzarono tempo fa il
più alto attributo e nome di Dio come Verità, riconosco Verità
quale nome di Rama. Nell'ora più scura della mia prova, quel
nome mi ha salvato e mi sostiene ancora adesso. Può essere
l'associazione con l'infanzia, può essere il fascino che Tulsidas
ha modellato in me. Ma il fatto più importante è là e mentre
scrivo queste righe, rivivo con la memoria le scene della mia
infanzia, quando ero solito visitare tutti i giorni il Ramji
Mandir adiacente alla mia casa natia. Il mio Rama risiedeva là.
Mi ha conservato da molti timori e peccati. Non era
superstizione per me. Il custode dell’idolo può essere stato un
uomo cattivo. Ma non ho niente contro di lui. I misfatti (le
assunzioni di fede n.d.t.) potrebbero essere accaduti nel tempio.
E di nuovo non ricordo nulla di loro. Di conseguenza, non mi
hanno condizionato. Quello che era ed è vero per me lo è per
milioni di Indù.
Quando ero un bambino, la mia tata mi ha insegnato a ripetere
il Ramanama ogni volta che ero impaurito o triste ed esso è
stato la seconda natura per me man mano che la conoscenza
cresceva e gli anni avanzavano. Posso persino dire che la
Parola è nel mio cuore, se non più oggi sulle mie labbra, per
tutte le ventiquattro ore. È stato il mio salvatore e sono rimasto
sempre con esso. Nella letteratura spirituale del mondo, il
Ramayana di Tulsidas ha una posizione importante. Ha un
fascino che non ho trovato nel Mahabharata e perfino nel
Ramayana del Valmiki.
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Il miglior culto
Io stesso sono stato un devoto di Tulasidas sin dalla mia
infanzia e, quindi, ho sempre adorato Dio come Rama. Ma so
che se, cominciando con Omkar, uno passa in rassegna l'intera
gamma dei nomi di Dio usati in tutti i climi, tutti i paesi e tutte
le lingue, il risultato è lo stesso. Lui e la sua legge sono una.
Osservare la sua legge, quindi, è la forma migliore di culto.
Un solo Dio
Io rido dentro me quando qualcuno obietta che il Rama o la
salmodia del Ramanama siano solo per gli Indù, come possono
i Musulmani quindi prendervi parte? E c’è un Dio per i
Musulmani, un altro per gli Indù, i Paris o i Cristiani? No, c’è
soltanto un Dio onnipotente ed onnipresente. È chiamato in
tanti modi e lo ricordiamo col nome che ci è più familiare. Il
mio Rama, il Rama delle nostre preghiere non è il Rama
storico, il figlio di Dasharatha, il re di Ayodhya. È l’eterno, il
sempre esistito, l’unico. Lui soltanto adoro. Vedo solo il Suo
aiuto e così dovreste anche voi. Appartiene ugualmente a tutti.
Io, quindi, non vedo ragione per la quale un Musulmano o
qualcun altro debba obiettare di possedere il Suo nome. Ma in
nessun modo si è limitati a riconoscere Dio come Ramanama.
Si può pronunciare per se stessi Allah o Khuda per non
sciupare l'armonia del suono.
Per me … Rama, descritto come il Signore di Sita, figlio di
Dasharatha è l’essenza di potenza il cui nome iscritto nei cuori
rimuove tutte le sofferenze mentali, morali e fisiche.
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Potenza curativa
Una domanda appropriata è perchè un uomo che recita
regolarmente il Ramanama e conduce una vita pura dovrebbe
cadere ad opera del male. L'uomo è per natura imperfetto. Un
uomo premuroso si sforza di raggiungere la perfezione, ma non
la ottiene mai. Inciampa sulla via ma involontariamente. Tutta
la legge di Dio si realizza in una vita pura. La prima cosa è
definire i propri limiti. E dovrebbe essere evidente che nel
momento che si trasgredisce quei limiti, si cade vittime del
male. Così una dieta equilibrata assunta in conformità con i
bisogni libera dalla malattia. Ma come si fa a conoscere per
qualcuno quale sia la sua dieta più adeguata? Molti enigmi
possono essere immaginati. Si dovrebbe avere la pretesa per
cui ognuno dovrebbe essere il medico di se stessi in modo da
scoprire le proprie limitazioni.
L'uomo che farà così
certamente vivrà fino a 125 anni.
Ramanama non può effettuare il miracolo di ristabilirvi le
membra perse. Ma può effettuare il grande miracolo di farvi
godere una pace inefficace, nonostante la perdita, mentre vivete
e rubate la morte del suo sprone e la tomba della sua vittoria
alla fine del viaggio. Poiché la morte deve venire presto o tardi
per tutti, perchè ci si dovrebbe preoccupare anzitempo?
La pratica delle cure naturali non richiede un’alta qualifica
accademica o grande erudizione. La semplicità è l'essenza di
universalità. Niente che abbia significato a favore di milioni di
persone richiede grande erudizione. Quest’ultima può essere
acquisita soltanto da pochi e, pertanto, può avvantaggiare
soltanto il ricco. Ma l'India vive nei suoi sette lakhs di villaggi
oscuri, molto piccoli, fuori dalle grandi vie, in cui la
popolazione in alcuni casi eccede appena alcune centinaia e
molto spesso perfino poche decine. Vorrei andare e risiedere
in qualcuno di questi villaggi. Quella è l'India reale, la mia
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India, non potete privare questa gente umile delle cure di
medici altamente qualificati e delle attrezzature ospedaliere.
Semplicemente, i rimedi naturali e il Ramanama sono la loro
unica speranza.
Purezza di Pensiero
La semplice recitazione del Ramanama non ha niente a che fare
con la cura delle malattie. La fede cura, se la conosco
correttamente, è cura cieca, come dice l'amico e quindi rende
ridicolo il nome vivente del Dio vivente. Quest’ultimo non è
un parto dell’immaginario fantastico di qualcuno. Deve venire
dal cuore. È credenza cosciente in Dio ed in una conoscenza
della Sua legge che permette la cura perfetta senza altro aiuto.
Quella legge secondo cui una mente perfetta è responsabile di
una perfetta salute del corpo. Una mente perfetta viene da un
cuore perfetto, non il cuore conosciuto dallo stetoscopio del
medico ma il cuore che è la sede di Dio. È chiaro che la
realizzazione di Dio nel cuore è impossibile per un pensiero
impuro o ozioso che attraversi la mente. La malattia è
impossibile dove c’è purezza di pensiero. Una tal condizione
può essere difficile da raggiungere. Ma la prima misura nel
sentirsi in salute è la sua consapevolezza. La successiva è
quella del tentativo corrispondente fatto. Questa alterazione
radicale della vita di qualcuno è naturalmente accompagnata
dal rispetto di tutte le altre leggi naturali fino ad ora scoperte
dall'uomo. Uno non può prendersi gioco di loro e sostenere di
avere un cuore puro. Si può giustamente dire che il possesso di
un cuore puro dovrebbe fare ugualmente bene anche senza
Ramanama. Soltanto, non conosco altro modo per raggiungere
la purezza. Ed è il metodo seguito da tutti i vecchi del mondo.
Uomini di Dio, non ciarlatani.
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La forza spirituale è come qualunque altra forza al servizio
dell'uomo. Indipendentemente dal fatto che sia stata usata per
le indisposizioni fisiche dell’età, con più o meno successo, è
intrinsecamente sbagliato non usarla, se può essere usata con
successo per la cura delle indisposizioni fisiche. Nell'uomo che
è costituito da materia e spirito, l’una agisce e condiziona
l'altro. Se curate la malaria prendendo il chinino, senza pensare
ai milioni di persone che non lo usano, perchè dovreste
rifiutare di usare il rimedio solo perché gli altri non lo usano
per la loro ignoranza? Potete non essere puri e buoni solo
perché milioni di altri non lo sono per ignoranza o perché se la
spassano? Se non sarete avulsi dalle nozioni false della
filantropia, vi rifiuterete di prestare servizio verso quei milioni
(di poveracci) stessi rimanendo sporchi e malati. Certamente
rifiutare di essere spiritualmente buono o puri è peggio che
rifiutare di essere fisicamente puri e buoni.
Ripetere il Ramanama e seguire il rito di Ravana nella pratica
attuale è sbagliato e inutile. È ipocrisia pura. Qualcuno può
ingannare se stesso o il mondo, ma non si può ingannare
l’Onnipotente.
La preghiera il cibo della mia anima.
Sostengo di essere un uomo di fede e preghiera ed anche se
fossi tagliato a pezzi, spero che Dio mi dia la forza per non
negarlo e di asserire che è.
Nessun mio atto è fatto senza la preghiera. L'uomo è essere
fallibile. Non può mai essere sicuro dei suoi passi. A cosa può
riferirsi la risposta alla sua preghiera se è un eco del suo
orgoglio. Come guida infallibile l'uomo deve avere un cuore
perfettamente innocente incapace di malvagità. Non posso fare
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alcuna dichiarazione in tal senso. La mia è un’anima imperfetta
che lotta, si sforza e sbaglia.
Se anche fossi ucciso, non continuerò a ripetere i nomi Rama e
Rahim, che per me significano lo stesso Dio. Con questi nomi
sulle mie labbra, morirò allegramente.
Salvaguardia nella prova
In tutte le occasioni di prova Egli mi ha salvato. So che la
frase “dio mi ha salvato” per me oggi ha un significato più
profondo ed ancora ritengo di non aver afferrato il suo intero
significato. Soltanto un’esperienza più ricca può aiutarmi in
una comprensione più completa. Ma in tutte le mie prove -- di
natura spirituale, come avvocato, nel dirigere istituzioni e in
politica -- posso dire che Dio mi ha aiutato. Quando ogni
speranza mi ha abbandonato, “quando gli aiuti vengono a
mancare e gli agi fuggono”, sperimento che l'aiuto arriva da
qualche parte, che non conosco. La preghiera è stata la
salvezza della mia vita. Senza di essa sarei stato un lunatico
per tanto tempo. La mia autobiografia vi dirà che ho avuto la
mia equa condivisione delle più amare esperienze pubbliche e
private. Mi hanno gettato in una temporanea disperazione, ma
se ho potuto superarle, è stato grazie alla preghiera. Ora posso
dirvi che la preghiera non ha fatto parte della mia vita nel senso
che lo è stato la verità. Ne sono venuto fuori per pura
necessità, come mi sono trovato in quella situazione difficile
quando non avrei potuto essere felice senza di essa. E più la
mia fede in Dio è aumentata, più irresistibile è diventato
l’intenso desiderio per la preghiera. La vita mi è sembrata più
noiosa e vuota senza di essa. Ho atteso al servizio Cristiano in
Sud Africa, ma non è riuscito a far presa su di me. Non potrei
31
unirmi a loro in preghiera. Essi supplicavano Dio, ma non
riuscivo a fare così, io sbagliai egregiamente. Ho cominciato a
non credere in Dio e nella preghiera fino a quando, in una fase
avanzata nella vita, non ho sentito altro che vuoto nella vita.
Ma allora ritenni che, come l'alimento era indispensabile per il
corpo, così era indispensabile la preghiera per l'anima. Infatti,
l'alimento per il corpo non è necessario così come la preghiera
per l'anima. La fame è spesso necessaria per mantenere il
corpo in salute, ma non c’è qualcosa come la fame di
preghiera....
Nonostante la disperazione mi facesse
protagonista di fronte sull'orizzonte politico, non ho perso mai
la mia pace. Infatti, ho trovato gente che invidiava la mia pace.
Che la pace, vi dico, viene dalla preghiera; Non sono un uomo
di cultura, ma sostengo umilmente di essere un uomo di
preghiera. Quanto alla forma sono indifferente. Ognuna è una
legge in se in quell’ambito. Ma ci sono alcune strade bene
contrassegnate ed è sicuro camminare lungo le piste battute,
percorse dagli antichi insegnanti.
... ho dato la mia
testimonianza personale. Lasciate che ognuno provi e trovi
che, come conseguenza della preghiera quotidiana, si aggiunga
qualcosa di nuovo alla propria vita, qualcosa a cui niente possa
essere paragonato.
La risposta di Dio
Mai ammettere la sconfitta in una causa sacra e predisponete le
vostre menti d'ora in poi affinché siate puri e troviate una
risposta da Dio. Ma Dio non risponde mai alle preghiere
dell'arrogante, ne alle preghiere di coloro che tentano di
negoziare con Lui.... Se gli chiedeste di aiutarvi, andreste a lui
in tutta la vostra nudità, vi avvicinereste senza timore o dubbi
sapendo che Egli può aiutare esseri caduchi come voi. Dio che
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ha aiutato milioni che si sono rivolti a Lui, volete che vi lasci a
mani vuote? Non fa eccezioni per nessuno e vi accorgerete che
ognuna delle vostre preghiere avrà una risposta. Dico questo
per la mia esperienza personale. Sono passato attraverso il
purgatorio (da intendersi come le innumerevoli prove a cui si è
sottoposto n.d.t.). Cercate in primo luogo il regno dei cieli e
tutto il resto lo riceverete in più.
Non ho mai scoperto che Dio difettasse nella risposta. Lo ho
trovato vicino alla mano quando l'orizzonte è sembrato più
scuro -- nelle mie ardue prove in prigione quando non navigavo
in buone acque. Non posso ricordare un momento nella mia
vita in cui ho avvertito un senso di abbandono da parte di Dio.
Carattere della preghiera
La supplica, il culto e la preghiera non sono superstizioni;
sono atti più reali come il consumo, il bere, sedersi o
camminare. Non è un’esagerazione dire che solo loro sono
reali e tutti gli altri irreali. L’adorazione o la preghiera non
sono il prodotto dell’eloquenza; non sono un omaggio delle
labbra. Vengono dal cuore. Se, quindi, realizziamo quella
purezza di cuore quando questo “è colmo solo d’amore”', se
manteniamo tutte le corde ben intonate, “al loro tremito
daranno una musica mai vista“. La preghiera non ha bisogno
di discorsi. È indipendente da ogni sforzo dei sensi. Non ho il
minimo dubbio che la preghiera sia un mezzo infallibile di
purificazione del cuore dalle passioni. Ma deve essere unita
alla massima umiltà.
Quando si prega è meglio avere un cuore senza parole che
parole senza cuore.
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Andiamo al tempio per adorare non la pietra o l'immagine di
metallo, ma Dio che risiede in esso. L'immagine si trasforma
in quello che l'uomo fa di essa. Non possiede alcuna capacità
indipendentemente dalla santità con cui è investita da chi
prega. Di conseguenza tutti, compreso i bambini, dovrebbero
osservare il silenzio perfetto durante la preghiera.
La preghiera diventa impossibile se non c’è una fede vivente
nella presenza di Dio in essa.
La preghiera è la prima ed ultima lezione nell'imparare l'arte
nobile e coraggiosa (si fa riferimento al modo di rapportarsi a
Dio definito in questo modo nei paragrafi precedenti n.d.t.) o
l’autosacrificio nei vari momenti della vita, culminanti nella
difesa della libertà e dell’onore della propria nazione.
Indubbiamente, la preghiera richiede una fede vivente in Dio.
L'uomo spesso ripete il nome di Dio come un pappagallosaggio e si aspetta della frutta da questo modo di fare. Il vero
ricercatore deve avere quella fede vivente che dissiperà non
soltanto la falsa ripetitività del pappagallo-saggio presente in
lui, ma anche dai cuori degli altri.
Necessità di pregare
Così come il cibo è necessario per il corpo, la preghiera è
necessaria per l'anima. Un uomo può poter fare a meno del
cibo per un certo numero di giorni -- come Mac Swiney ha
fatto per oltre 70 giorni -- ma, credendo in Dio, l'uomo non
può, non dovrebbe vivere un momento senza preghiera.
Ci sono molti che, se dalla pigrizia mentale o dal cadere in
un'abitudine sbagliata, credono che Dio è, ci aiuterà anche se
inascoltato. Perchè, allora, è necessario recitare il Suo nome?
È vero che se Dio è, è indipendentemente dalla nostra
34
credenza. Ma la realizzazione di Dio va infinitamente oltre la
semplice credenza. Quella può venire soltanto con la pratica
costante. Ciò è vero per tutta la scienza. Quanto è più vero
della scienza di tutte le scienze?
La preghiera è la chiave del mattino e la serratura della notte.
Sto dandovi un po' della mia esperienza e quella dei miei
compagni quando dico che chi ha avvertito la magia della
preghiera può fare a meno del cibo per giorni, ma non un
singolo momento senza preghiera. Senza la preghiera non c’è
pace interna.
Sono convinto che, se un uomo potesse esercitarsi nella
presenza di Dio per tutte le ventiquattro ore, non ci sarebbe
l’esigenza di un tempo separato per la preghiera. Ma la
maggior parte della gente trova questo impossibile. Il sordido
mondo giornaliero è d’accordo con loro. Per loro la pratica di
ritiro completo della mente da tutte le cose esterne, anche se
potesse avere luogo soltanto per alcuni minuti giornalieri,
potrebbe trovare infiniti usi. La comunione silenziosa li aiuterà
ad avvertire una pace indisturbata nel mezzo dell’agitazione, a
porre un freno alla rabbia e a coltivare la pazienza.
Dovrebbe essere una regola generale che le preghiere non
devono essere ritardate da qualcuno in terra. Dio non ferma
mai il tempo. Dai primi giri, la ruota del Suo tempo non ha
mai cessato di continuare a girare. Come dato di fatto c’è che
non esiste un inizio per Lui o per il Suo tempo. … Come può
qualcuno permettersi di non avere il tempo per offrire
preghiere a Lui la cui attenzione non si arresta mai?
Nel primo shloka di Ishopanishad che è giornalmente ripetuto
all'inizio della preghiera, qualcuno ha chiesto per dedicare tutto
a Dio ed allora usa l’estensione (della preghiera) richiesta. La
principale condizione stabilisce che uno non deve desiderare le
cose che appartengono ad un altro. Queste due massime
contengono il quintessenza della religione Indù.
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Essenza della Preghiera
In un altra shloka che è recitata durante la preghiera mattutina è
detto, “non chiedo il potere temporale, non chiedo di andare in
paradiso, né di raggiungere il Nirvana. Chiedo di potere
alleviare il dolore di coloro che soffrono.” Dolore che
potrebbe essere fisico, mentale o spirituale. Dolore spirituale
dovuto alla schiavitù dalle passioni di qualcuno è a volte più
grande anche di quello fisico. Ma Dio non scende in persona
ad alleviare la sofferenza. Lavora attraverso l’opera umana.
Di conseguenza, la preghiera a Dio che gli consenta di alleviare
la sofferenza di altri deve esprimere la sua voglia e la sua
prontezza di impegnarsi a tal fine. La preghiera... non è
esclusiva. Non si limita alla propria casta o comunità.
Comprende tutto. Comprende tutta l’umanità. La sua
realizzazione significherebbe istituire il regno dei cieli sulla
terra.
La vera meditazione consiste nella chiusura delle percezioni
mentali a tutto quanto è diverso dall'oggetto della propria
devozione. Quindi la chiusura degli occhi durante le preghiere
è un aiuto a tale concentrazione. La concezione che l'uomo ha
di Dio è naturalmente limitata. Ognuno deve quindi pensare a
Lui nel migliore dei modi, a condizione che tale concezione sia
pura e alta.
Può veramente pregare chi ha la convinzione che Dio sia
dentro di lui. Chi non ce l’ha non deve pregare. Dio non sarà
offeso, ma posso dire per esperienza che chi non prega è
certamente un perdente. Che cosa importa, quindi, se un uomo
adora Dio come una Persona ed un altro come Forza?
Entrambi sono nel giusto secondo le loro credenze. Nessuno
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conosce e, forse, mai conoscerà quale sia il senso
assolutamente adeguato della preghiera. L’ideale deve sempre
rimanere l’ideale. Bisogna ricordasi che Dio è la Forza fra
tutte le forze. Tutte le altre forze sono materiali. Ma Dio è la
forza vitale o lo spirito che pervade tutto, comprende tutto e
pertanto va oltre la comprensione umana.
Efficacia del silenzio
Molto spesso ho sentito che un ricercatore della verità deve
essere silenzioso.
Conosco l'efficacia meravigliosa del
silenzio. Ho visitato un monastero di Trappisti in Sud Africa.
Era un bel posto. La maggior parte dei residenti in quel posto
osservavano un voto di silenzio. Ho domandato al padre
superiore il motivo di questo e mi disse che il motivo era
apparente: “siamo esseri umani delicati. Non conosciamo
molto spesso quel che diciamo. Se desideriamo ascoltare la
piccola voce che parla sempre dentro di noi, non riusciremo a
farlo se parliamo continuamente.” Ho capito quella lezione
preziosa. Conosco il segreto del silenzio.
L'esperienza mi ha insegnato che il silenzio è una parte della
disciplina spirituale di un devoto della Verità. L'inclinazione a
esagerare nel sopprimere spiritualmente o materialmente o
modificare la Verità, è una debolezza naturale dell'uomo ed il
silenzio è necessario per superarla. Un uomo di poche parole
sarà raramente senza concetti nel suo discorso; misurerà ogni
parola.
Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio. Uno può
raggiungere lo stesso risultato tagliando la sua lingua, ma
quello non sarebbe ugualmente il silenzio. È silenzioso chi,
avendo la capacità di parlare, non proferisce parole inutili.
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Il silenzio è ora diventata una mia necessità fisica e spirituale.
Originalmente è stato assunto per alleviare il senso di
pressione. Quindi ho voluto tempo per scrivere. Dopo,
tuttavia, avendolo esercitato per un certo tempo, ne ho colto il
valore spirituale. Ha improvvisamente intuito attraverso la mia
mente che quello era il momento in cui avrei potuto meglio
essere in comunione con Dio. Ed ora mi sento come se fossi
fatto naturalmente per il silenzio.
La preghiera è per ricordarsi di Dio e per purificare il cuore e
può essere offerta anche osservando il silenzio.
Poichè credo che pregare in silenzio sia spesso una forza più
potente di ogni altra azione evidente, nella mia impotenza
prego continuamente in fede che la preghiera di un cuore puro
non rimanga mai senza risposta.
Potenza della preghiera
Posso dare la mia propria testimonianza e dire che una
preghiera sentita col cuore è indubbiamente lo strumento più
potente che l'uomo possiede per superare la vigliaccheria e
tutte le altre vecchie cattive abitudini.
Finché non ci ridurremo a nullità non potremo conquistarci la
malvagità. Dio non chiede niente di meno della completa autorinuncia quale prezzo per l'unica libertà reale che è opportuno
avere. E quando un uomo perde se stesso, immediatamente si
ritrova al servizio di tutti gli altri. Si trasforma nel suo piacere
e nel suo svago. È un uomo nuovo, non si stanca mai di
impegnare se stesso nel servizio alla creazione di Dio.
C’è una lotta eterna che infuria in seno all'uomo fra le potenze
dell’oscurità e della luce e lui che non ha un saldo ancoraggio
alla preghiera da poterci contare, sarà una vittima delle potenze
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dell’oscurità. L'uomo di preghiera sarà in pace con se e con il
mondo intero; l'uomo che si interessa agli affari del mondo
senza un cuore pieno di preghiera sarà misero e renderà anche
il mondo misero. ... La preghiera è l'unico modo di portare
ordine, pace e riposo nelle nostre azioni quotidiane ... Se ci si
prende cura delle cose della vita le altre cose si prenderanno
cura tra di loro. Rettificando un angolo di un quadrato gli altri
angoli saranno automaticamente rettificati.
La preghiera non è un ozioso divertimento per donne anziane.
Capito correttamente ed applicato, è lo strumento di azione più
potente.
Quando la mente è completamente riempita del Suo spirito,
uno non può avere cattiva volontà o nutrire rancore verso
chiunque e, allo stesso modo, il nemico si libererà della sua
inimicizia e diventerà un amico. Non dico che mi sia successo
di convertire i nemici in amici, ma in numerosi casi ho visto
cessare l’odio quando la mente era colma della Sua pace. Una
successione ininterrotta di insegnanti del mondo, sino
dall'inizio dei tempi, ha testimoniato lo stesso. Dichiaro di
sostenerlo. So che è interamente dovuto alla Grazia di Dio.
Uno con un cuore cattivo non può mai essere cosciente della
presenza di Dio che tutto purifica.
Dio risponde alla preghiera a suo modo, non nel nostro. I suoi
modi sono differenti da quelli mortali.
Quindi sono
inscrutabili. La preghiera presuppone la fede. Nessuna
preghiera è vana. La preghiera è come qualunque altra azione.
Porta i suoi frutti che li vediamo o non, e il frutto della
preghiera del cuore è molto più potente dell'azione cosiddetta.
39
Il mio Induismo non è esclusivo
Abbracciando tutti
Per me l’Induismo è del tutto sufficiente. Ogni varietà di credo
trova accoglimento sotto la sua ampia tolleranza (ho usato il
termine tolleranza al termine inglese folk: famiglia, gente,
popolazione. Qui Gandhi fa riferimento alla grande tolleranza
dell’Induismo verso tutte le altre religioni quale sua
caratteristica intrinseca n.d.t.).
Non posso ulteriormente descrivere il mio sentire l’Induismo
più che la mia stessa moglie. Mi ha fatto sentire come nessuna
altra donna del mondo ha mai fatto. Non che non abbia difetti;
ma oso dire che lei ha molto di più di quanto io percepisca. Ed
il sentimento di un legame indescrivibile è là. Nondimeno
resto legato all’Induismo nonostante i relativi difetti e
limitazioni.
... L’Induismo non è una religione esclusiva. In esso c’è spazio
per il culto di tutti i profeti del mondo. Non è una religione di
missionari nel senso corrente del termine. Senza dubbio ha
assorbito molte religioni al suo interno, ma questo è stato di un
processo di carattere evolutivo e impercettibile. L’Induismo
dice ad ognuno di adorare Dio secondo la propria fede vincente
o Dharma e così essa vive in pace con tutte le religioni.
Non c’è niente al mondo che potrebbe trattenermi dal
professare il Cristianesimo o qualunque altra fede, dal
momento che ne avvertissi la verità o l'esigenza. Dove c’è
timore, non c’è religione... se potessi definirmi, diciamo, un
Cristiano, o un Musulmano, con la mia propria interpretazione
40
della Bibbia o del Corano, non esiterei a definirmi tale. Per cui
Indù, Cristiano e Musulmano sarebbero termini sinonimi.
Credo che nell'altro mondo non ci siano ne Indù, ne Cristiani
ne Musulmani. Là sono tutti giudicati non secondo le loro
etichette, o le professioni, ma secondo le loro azioni,
indipendentemente dalle loro professioni. Durante la nostra
esistenza terrena ci saranno sempre queste etichette. Quindi
preferisco mantenere l'etichetta dei miei antenati a condizione
che non limiti il mio sviluppo e non escluda che io assimili
tutto quanto c’è di buono altrove.
So che gli amici si confondono quando dico che sono un Indù
Sanatanist e che sbagliano a cercare in me qualcosa che essi
associano con un uomo identificato solitamente come tale. Ma
quello è perché, piuttosto che essere un fedele Indù, trovo
spazio nella mia fede per l’insegnamento Cristiano, Islamico e
Zoroastriano e così il mio Induismo sembra a qualcuno che sia
un agglomerato ed alcuni mi credono anche un eclettico. Bene,
definire un uomo eclettico è come dire che non ha fede, ma la
mia è una fede vasta che non oppone i Cristiani -- neppure un
fratello di Plymouth -- e neppure i Musulmani più fanatici. È
una fede basata sulla più vasta tolleranza possibile. Rifiuto di
accusare un uomo per i suoi atti fanatici perché provo a vedere
le cose dal suo punto di vista. È quella vasta fede che mi
sostiene. È una posizione in qualche modo imbarazzante, lo so
-- ma ad altri, non a me!
Il valore principale dell’Induismo si trova nel ritenere che tutta
la vita (non soltanto gli esseri umani, ma tutti gli esseri con
sentimento) è una, cioè, tutta la vita viene da un’unica fonte
universale, che la si chiami Allah, Dio o Parameshwara.
Il mio Induismo non è settario. Include tutto quello che io
sappia essere il meglio dell’Islam, della Cristianità, della Verità
di Zoroastrianismo e del Buddismo... la Verità è la mia
41
religione e l’ahimsa è l'unico mezzo della sua realizzazione.
Ho rifiutato una volta per tutte la dottrina della spada.
Induismo ed Ahimsa
L’Induismo con il relativo messaggio dell’Ahimsa è per me la
religione più gloriosa nel mondo – così come mia moglie è per
me la donna più bella nel mondo -- ma altri possono ritenere lo
stesso circa la loro propria religione.
Il contributo più distintivo e più grande dell’Induismo alla
cultura dell'India è la dottrina del Ahimsa. Ha dato una precisa
impronta alla storia del paese negli ultimi tremila anni e più e
non è cessato neppure oggi di essere una forza vivente per
milioni di Indiani. È una dottrina crescente ed il suo messaggio
deve ancora essere comunicato. Il relativo insegnamento ha
finora pervaso la nostra gente che una rivoluzione armata è
diventata sempre più un'impossibilità in India non perché,
come alcuni vorrebbero, noi si sia una razza fisicamente
debole, e per essa (la rivoluzione n.d.t.) non è richiesta una
grande forza fisica così come la volontà diabolica di premere
un grilletto per sparare ad una persona, ma perché la tradizione
dell’Ahimsa ha colpito la radice profonda della gente.
Madre Gita
Non credo che la Gita insegni la violenza per fare del bene. È
preminentemente una descrizione del duello che continua nei
nostri propri cuori. L'autore divino ha usato un avvenimento
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storico per inculcare la lezione di assolvere ai propri doveri
anche a costo della propria vita. Inculca le attività da svolgere
indipendentemente dalle conseguenze, per noi mortali limitate
dalla nostra struttura fisica, senza la capacità delle azioni di
controllo e che salvano noi stessi. La Gita distingue fra le
potenze della luce e dell’oscurità e dimostra la loro
incompatibilità.
Benché ammiri molto la Cristianità, non riesco ad identificarmi
con la Cristianità Ortodossa ... So che l’Induismo soddisfa
pienamente la mia anima, riempie il mio intero essere e trovo
consolazione nella Bhagavad Gita e negli Upanishads come
non provo nel Discorso della Montagna. Non che io non premi
l’ideale lì presente;
non che qualcuno dei preziosi
insegnamenti del Discorso della Montagna non abbia lasciato
un'impressione profonda in me, ma devo confessare ... che,
quando il dubbio mi assale, quando le delusioni mi colpiscono
e quando non vedo un raggio di luce all'orizzonte, mi giro
verso la Bhagavad Gita e trovo un verso per confortarmi;
immediatamente comincio a sorridere nel mezzo del dispiacere
opprimente. La mia vita è stata piena di tragedie e se queste
non hanno lasciato alcun effetto visibile ed indelebile su di me,
lo devo agli insegnamenti della Bhagavad Gita.
Quanto a me, mi rivolgo a mia madre Gita ogni volta che mi
trovo in difficoltà e finora non ha mai sbagliato nel
confortarmi. È possibile che coloro che ricevono conforto
dalla Gita possano ottenere l'aiuto più grande e vedano
qualcosa di complessivamente nuovo, se venissero a conoscere
il senso con cui io la interpreto giorno per giorno.
Oggi la Gita è non soltanto la mia Bibbia o il mio Corano; è di
più: è mia madre. Ho perso la madre terrena che mi ha dato la
nascita tanti anni fa; ma questa madre eterna ha occupato
completamente il suo posto accanto a me da allora. Non è
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cambiata mai, non mi è mai mancata. Quando sono in
difficoltà o nell'afflizione, cerco rifugio nel suo seno.
La strada del Budda
È mia opinione personale che la parte essenziale degli
insegnamenti del Buddha ora facciano parte integrante
dell’Induismo. È oggi impossibile per l'India Indù ripercorrere
i suoi passi per seguire la grande riforma che Gautama portò
all’Induismo. Dal suo sacrificio immenso, la sua grande
rinuncia e la purezza immacolata della sua vita hanno lasciato
un indelebile impronta sull’Induismo e l’Induismo deve un
eterno debito di gratitudine a quel grande insegnante ... Quello
che oggi l’Induismo non ha assimilato del Buddismo non è una
parte essenziale degli insegnamenti del Buddha e della sua vita.
È mia ferma convinzione che il Buddismo o, piuttosto,
l'insegnamento del Buddha abbia trovato la sua piena fruizione
in India e non potrebbe essere al contrario, dato che Gautama
era egli stesso un Indù tra gli Indù. Ricevette il meglio
dell’Induismo ed ha dato vita ad alcuni degli insegnamenti che
erano stati sepolti nel Vedas e invasi dalle erbacce. Il suo
grande spirito Indù ha tracciato la strada attraverso la foresta
delle parole, parole insignificanti, che si erano sovrapposte alla
verità d’oro della Vedas. Ha ridato senso ad alcune parole
della Vedas un significato che gli uomini della sua generazione
non conoscevano ed ha trovato in India il terreno più
congeniale. E dovunque il Buddha andasse, è stato seguito e
circondato non dai non-Indù ma dagli Indù, coloro i quali
seguivano la legge vedic. Ma l'insegnamento del Buddha,
come il suo cuore, tendeva ad allargarsi e ad abbracciare tutto e
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così è sopravvissuto al suo stesso corpo ed ha invaso la faccia
della terra. E a rischio di essere chiamato seguace di Buddha,
considero questo successo come un trionfo dell’Induismo. Il
Buddha non ha rifiutato mai l’Induismo, ma ne ha esteso le
basi. Gli ha dato una nuova vita e una nuova interpretazione.
Ma... vorrei dire a voi tutti che l'insegnamento del Buddha non
è stato assimilato nella sua pienezza come se fosse a Ceylon, o
in Birmania, o in Cina, o nel Tibet...
Il governo morale del mondo
L’ho sentito a volte in contese improprie ed ho letto libri che
parlavano espressamente dello spirito del Buddismo che il
Buddha non ha creduto in Dio. A mio umile parere una tal
credenza contraddice il centrale insegnamento del Buddha ... la
confusione si è alzata sul suo rifiuto, un giusto rifiuto, di tutte
le bassezze passate nel corso della sua generazione con lo
pseudonimo di Dio. Ha indubbiamente rifiutato la nozione che
un essere denominato Dio fosse mosso da malevolenza, si
pentirebbe delle sue azioni e, come i re della terra, potrebbe
essere aperto alle tentazioni ed ai doni e potrebbe
possibilmente avere favoriti. La sua intera anima si volse
indignata contro la credenza che un essere denominato Dio
potesse aver richiesto, per la sua soddisfazione, il sangue vivo
degli animali affinché potesse essere accontentato dai sacrifici
degli animali che erano sue proprie creature. quindi, ha
reintegrato Dio al suo giusto posto ed ha detronizzato
l’usurpatore che sul momento è sembrato occupare quel Bianco
Trono. Ha dato risalto e riaffermato l'esistenza eterna ed
inalterabile del governo morale di questo universo. Senza
alcuna esitazione ha detto che la legge era Dio stesso. Le leggi
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di Dio sono eterne ed inalterabili e non separabili da Dio
stesso. È uno stato indispensabile della sua stessa perfezione.
E quindi la grande confusione secondo cui il Buddha ha non
creduto in Dio ma semplicemente nella legge morale ed a causa
di questa confusione circa Dio stesso, si è fatto confusione
anche sulla giusta comprensione della parola Nirvana. Nirvana
non è indubbiamente estinzione assoluta. Per quanto ho potuto
capire dell’aspetto centrale della vita di Buddha, Nirvana è
estinzione assoluta di tutte le nostre bassezze, tutti i nostri vizi,
tutto ciò che in noi è corrotto e corruttibile. Nirvana non è la
nera e morta pace della tomba, ma la pace vivente, la felicità
vivente di un'anima che è cosciente di se e cosciente di aver
trovato la propria dimora nel cuore dell’Eterno ... Il grande
contributo del Buddha all’umanità fu il restituire Dio al Suo
posto eterno ed ancora più grande, secondo il mio umile parere,
fu il suo contributo all’umanità l’esigere stima per tutte le vite,
che lo rende ancora più alto.
La Cristianità in Occidente
È mio fermo parere che l’Europa oggi rappresenti non lo spirito
di Dio o della Cristianità, ma lo spirito di Satana. Ed i successi
di Satana sono più grandi quando compare il nome di Dio sulle
sue labbra. L’Europa è oggi soltanto nominalmente Cristiana.
In realtà sta adorando Mammone. “è più facile che un
cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco entri
nel Regno dei Cieli.” Così realmente ha parlato Gesù Cristo. I
suoi cosiddetti seguaci misurano il loro progresso morale dai
loro possessi materiali.
È un fatto molto curioso dell’Occidente che sebbene professi il
Cristianesimo, lì non ci siano ne Cristianità ne Cristo, ne ci
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dovrebbe essere la guerra. Questo è quello che capisco del
messaggio di Gesù.
La Cristianità è stata sfigurata quando è andata in Occidente.
Sono spiacente di doverlo dire.
Chiedo ai miei fratelli Cristiani... di non prendere la loro
Cristianità così come viene interpretata in Occidente. Là,
sappiamo, combattono tra loro come mai prima d’ora. Dopo
tutto, Gesù era un Asiatico dipinto con vestiti arabi normali.
Era l'essenza dell’umiltà. Spero che i Cristiani dell'India
esprimano nelle loro vite Gesù crocifisso, quello della Bibbia, e
non come interpretato all'Ovest con le dita macchiate di
sangue. Non desidero criticare l’Occidente. Conosco e stimo
le sue molte virtù. Ma mi limito a precisare che il Gesù
dell'Asia è travisato in Occidente tranne che dai singoli
individui.
L'influenza indiretta della Cristianità ha accelerato l’Induismo
nella vita ... Ma l'effetto del Cristianesimo sull'India in
generale deve essere giudicato nella vita vissuta in media dai
Cristiani e dal relativo effetto su di noi. Sono spiacente di
doverlo dire ma è stato disastroso.
La personalità di Cristo
Posso dire che non mi sono interessato mai ad un Gesù della
storia. Non mi preoccuperei se fosse dimostrato da qualcuno
che l'uomo chiamato Gesù non è mai vissuto e che quello che è
stato narrato nei Vangeli era il parto dell'immaginazione dello
scrittore. Il Discorso della Montagna però sarebbe per me
ancora attuale.
Non posso attribuire una divinità esclusiva a Gesù. È divino
quanto Krishna o Rama o Mohamed o Zoroaster. Allo stesso
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modo, non considero ogni parola della Bibbia come ispirata da
Dio, così come non lo considero per la Vedas o per il Corano.
In generale ciascuno di questi libri certamente lo è, ma tuttavia
non lo risultano molte cose prese individualmente. La Bibbia è
soltanto un libro religioso così come la Gita ed il Corano.
Benché, non possa sostenere di essere un Cristiano nel senso di
seguace, l'esempio di sofferenza di Gesù è un elemento che
costituisce la mia fede imperitura nella non-violenza e che
regola tutte le mie azioni, di questo mondo e temporali.
Quello che Cristo significa per me
Che cosa ... Gesù significa per me? Per me, è uno dei più
grandi insegnanti che l'umanità abbia mai avuto. Per chi crede
in Lui, Egli è il solo figlio prediletto da Dio. Potrebbe, il fatto
che io accetti o non accetti questa credenza, fare in modo che
Gesù abbia più o meno influenza nella mia vita? Mi è proibita
tutta la grandezza del suo insegnamento e della sua dottrina?
Non posso crederlo.
A me [ la parola 'prediletto'] implica una nascita spirituale. La
mia interpretazione, in altre parole, è che nella propria vita di
Gesù è la chiave della sua prossimità a Dio; come egli ha
espresso, e nessun altro potrebbe, lo spirito e la volontà di Dio.
È in questo senso che lo vedo e lo riconosco come il figlio di
Dio.
Credo che sia impossibile valutare i meriti delle varie religioni
del mondo e, inoltre, credo che sia inutile e nocivo persino
tentarlo. Ma ognuna di loro, a mio giudizio, comprende una
comune forza motivante: il desiderio di innalzare la vita
dell'uomo dandogli uno scopo. E poiché la vita di Gesù ha
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l'importanza e la meditazione trascendentale a cui ho alluso,
credo che Egli appartenga non solo alla Cristianità, ma
all'intero mondo, a tutte le razze e le genti – sembrerebbe
piccolo sotto una sola bandiera -- nome o dottrina che possano
vivere, o fede che possano professare, o Dio che possano
adorare magari ereditato dai loro antenati.
C’è molta ignoranza e superstizione in India. Ma nel profondo
di noi c’è quella fede in Dio – l’istinto per la religione.
Se Maometto venisse oggi in India, disconoscerebbe molti dei
suoi cosiddetti seguaci e (riconoscerebbe) proprio me come
vero Musulmano, allo stesso modo Gesù (riconoscerebbe) me
come vero Cristiano.
"Come possiamo riportare l'uomo di nuovo a Dio o
all'insegnamento di Gesù o a quello di Maometto?" Potrei dare
la risposta che Gesù ha dato ad uno dei suoi seguaci: "faccia la
volontà del padre mio che è in cielo, non dica soltanto Signore,
Signore." Che rende fedeli voi, me e ogni altro. Se abbiamo
fede nel Dio vivente, tutti staranno bene con noi. Spero di non
perdere quella fede anche il giorno della mia morte.
Nonostante i miei difetti e le imperfezioni di cui sono ben
conscio, la mia fede in Dio è ogni giorno più luminoso ed
infiammante.
Se non osservassi lo stesso consiglio che ho dato ad una donna
minacciata di disonore e senza prospettiva di aiuto o di fuga,
commetterei un suicidio.
L’Islam religione di pace
Considero l’Islam come una religione di pace così come lo
sono il Cristianesimo, il Buddismo e l’Induismo. Non c'è
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nessun dubbio che ci siano differenze di sfumature, ma
l'oggetto di queste religioni è la Pace.
Il contributo distintivo dell’Islam alla cultura nazionale
dell'India è il suo fedele credo nell’unicità di Dio e di una
pratica applicazione della verità e della fratellanza tra gli
uomini per coloro che sono nominalmente all'interno del
relativo credo. Richiamo questi due contributi distintivi. Per
l’Induismo lo spirito di fratellanza si è troppo filosofizzato.
Allo stesso modo, benché l’Induismo filosofico non abbia altro
dio ma Dio, non può essere negato che l’Induismo pratico non
è così enfaticamente intransigente come l’Islam.
L’uso della forza
Non c’è niente nel Corano che prescriva l'uso della forza per la
conversione. Il Santo Libro dice nel linguaggio più chiaro
possibile, “non c’è costrizione nella religione”. La vita intera
del Profeta è un ripudio di costrizione nella religione. Nessun
Musulmano, per quanto sappia, ha approvato mai delle
costrizioni. L’Islam cesserebbe di essere una religione propria
del mondo se dovesse contare sulla forza per la propria
diffusione.
Ho espresso il mio parere per cui i seguaci dell’Islam usano
troppo liberamente la spada. Ma questo non è dovuto
all'insegnamento del Corano. Ciò è dovuto, a mio parere,
all'ambiente in cui l’Islam è nato. Il Cristianesimo ha un record
di sangue contro di esso non perché Gesù lo desiderasse, ma
perché l'ambiente in cui si è diffuso non era sensibile a reagire
al suo alto insegnamento.
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Il Corano
Più di una volta ho letto il Corano. La mia religione mi
permette, mi obbliga, ad assimilare tutto quello che c’è di
buono in tutte le grandi religioni della terra.
Certamente considero l’Islam come una delle religioni ispirate
e, quindi, il Santo Corano come un libro ispirato e Maometto
come uno dei profeti.
Sono giunto alla conclusione che l'insegnamento del Corano è
essenzialmente a favore della non-violenza. La non-violenza è
meglio della violenza, è detto nel Corano. La non-violenza è
incoraggiata come dovere; la violenza è consentita come
necessità.
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Religione e Politica
La vita un insieme integrale
Sostengo che la mente umana o la società umana non siano
divisi in compartimenti stagni denominati sociali, politici e
religiosi. Ogni azione e reazione interagiscono l’un l’altro.
La vita degli esseri umani è un insieme indiviso, nessuna linea
può mai essere tracciata fra i relativi compartimenti differenti,
non fra l'etica e la politica. Un commerciante che guadagna la
sua ricchezza con l’inganno riesce soltanto a ingannarsi quando
pensa che i suoi peccati possano essere rimessi spendendo una
certa quantità di suoi guadagni illeciti in scopi pseudo-religiosi.
La vita di tutti i giorni di un essere non può mai venire separata
dal suo essere spirituale. Entrambi agiscono e reagiscono uno
sull’altro.
Il politico che è in me non ha mai dominato una mia singola
decisione e se sembro partecipare alla politica, è soltanto
perché le politiche ci circondano oggi come la spirale di un
serpente da cui uno non può uscire, a prescindere dai sui
tentativi. Desidero, quindi, combattere contro il serpente come
ho fatto coscientemente con più o meno successo dal 1894, e
come ora ho scoperto, mai inconsciamente da quando ho
raggiunto gli anni della discrezione.
Abbastanza
egoisticamente, poiché desidero vivere in pace nel mezzo di
una urlante tempesta che ulula intorno me, sto sperimentando
su me stesso ed i miei amici l’introduzione della religione nella
politica.
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Per vedere faccia a faccia l'universale e pervadente spirito della
Verità, ognuno deve amare il più piccolo della creazione come
se stesso. Ed un uomo che aspiri a questo non può permettersi
di rimanere fuori da alcun campo di vita. Ecco perchè la mia
devozione alla Verità mi ha guidato nel campo della politica; e
posso dire senza la minima esitazione, ma in tutta umiltà, che
coloro che dicono che la religione non abbia nulla a che fare
con la politica non conoscono il significato di religione.
Non potrei condurre una vita religiosa a meno che mi
identificassi con l’intera umanità e non potessi fare a meno di
partecipare alla politica. La gamma intera delle attività
dell'uomo oggi costituisce un intero indivisibile. Non potete
dividere il lavoro sociale, economico, politico e puramente
religioso in scompartimenti stagni. Non conosco alcuna
religione separata da attività umana. (La religione) fornisce
una base morale a tutte le altre attività che, sarebbero altrimenti
carenti, riducendo la vita ad un labirinto “di sembianze e furore
senza alcun significato “.
Ho sentito irresistibile entrare in campo politico perché ho
trovato che non potrei svolgere un’attività sociale senza il
tocco della politica. Ritengo che il lavoro politico deve essere
considerato nei termini di progresso sociale e morale. In
democrazia non c'è niente che non sia trattato dalla politica.
Per me, le politiche teocratiche sono sporcizia assoluta, devono
sempre essere evitate. Le politiche nazionali e quelle che
interessano il benessere delle nazioni devono essere una delle
preoccupazioni di un uomo che è incline alla religione, cioè di
un ricercatore di Dio e della Verità. Per me, Dio e la Verità
sono termini convertibili e se chiunque mi dicesse che Dio
fosse un dio di falsità o un dio di tortura, rifiuterei di adorarlo;
di conseguenza è nella politica che dobbiamo stabilire il Regno
dei Cieli.
53
Non posso isolare la politica dalle cose più profonde della mia
vita, per la semplice ragione che le mie politiche non sono
corrotte, inestricabilmente sono legato alla non-violenza ed alla
verità.
Non potrei vivere anche per un singolo secondo senza
religione. Molti dei miei amici politici disperano di me perché
dicono che persino le mie politiche sono derivate dalla
religione. E dicono bene. Le mie politiche e tutte le altre mie
attività sono derivate dalla mia religione. Vado oltre dicendo
che ogni attività di un uomo di religione deve essere ricondotta
a Dio, che equivale a dire, che Dio regola ogni vostro alito.
Effettivamente, la religione dovrebbe pervadere tutte le nostre
azioni. Qui la religione non significa settarismo. Significa
credere nel governo morale e ordinato dell'universo. Non è
meno reale solo perché è invisibile. Questa religione oltrepassa
l’Induismo, l’Islam, il Cristianesimo, ecc. Non li sostituisce.
Li armonizza e li rende reali.
La vita dei milioni (nell’accezione gandhiana sono i milioni di
poveri) è la mia politica, da cui non oso liberare me stesso
senza negare il senso della mia vita e Dio. Che la mia politica
possa prendere una strada differente [ dopo il 15 agosto 1947,
quando l'India sarà libera ] è abbastanza possibile. Ma quello
sarà determinato dalle circostanze.
C’è indubbiamente un senso nell’affermazione quando dico
che giudico la mia religione più cara del mio paese e che,
quindi, sono prima un Indù e dopo un nazionalista. Non
divento da questo punto di vista meno nazionalista del migliore
di loro. Voglio dire semplicemente che gli interessi del mio
paese sono identici a quelli della mia religione. Similmente,
quando dico che prediligo la mia salvezza sopra ogni altra
cosa, e sulla salvezza dell'India, questo non significa che la mia
salvezza personale richieda un sacrificio per cui le due cose
debbano andare necessariamente insieme.
54
La religione non è una prova della nazionalità, ma un aspetto
personale fra l'uomo ed il suo Dio. Nel senso della nazionalità
sono tutti indiani qualunque sia la religione da loro professata.
55
Templi ed idolatria
Carattere dell’idolatria
Ammetto il culto degli idoli. Un idolo non stimola alcun
sentimento di venerazione in me. Ma penso che il culto degli
idoli faccia parte della natura umana. Noi bramiamo il
simbolismo. Perchè qualcuno dovrebbe essere più composto in
una chiesa che altrove?
Le immagini sono un aiuto
all’adorazione. Nessun Indù considera un'immagine come Dio.
Non considero il culto degli idoli un peccato.
Sono sia un idolatra che un iconoclasta in quelli che concepisco
essere il vero senso dei termini. Vedo lo spirito dietro il culto
degli idoli. Gioca il ruolo più importante nella crescita della
razza umana ... Sono un iconoclasta nel senso che suddivido la
forma sottile di idolatria in figure di fanatismo che rifiutano di
vedere la virtù in qualunque altra forma di adorazione della
Divinità ad eccezione della propria. Questa forma di idolatria è
più mortale per essere più fine ed evasiva che non la forma
tangibile e grossolana di culto che identifica la Divinità con un
piccolo pezzo di pietra o con un’immagine dorata.
Sono sia un sostenitore che un avversario del culto delle
immagini. Quando tale pratica degenera in idolatria e si
incrosta con credenza e false dottrine, diventa necessario
combatterla come grosso male sociale. D'altra parte, il culto
delle immagini nel senso di impiegare l’ideale di qualcuno
concretamente è insito nella natura dell'uomo ed è anche
valutabile come aiuto alla devozione.
Così adoriamo
un'immagine quando offriamo l'omaggio ad un libro che
56
consideriamo santo o sacro. Adoriamo un'immagine quando
visitiamo un tempio o una moschea con la sensibilità della
santità o della venerazione. Non vedo niente di male in tutto
questo.
Al contrario, essendo l’uomo dotato di una
comprensione limitata, è difficile che possa fare diversamente.
Nondimeno, lontano dal vedere qualche cosa di male o nocivo
nel culto di un albero, trovo che sia una cosa istintiva con un
profondo patos ed una bellezza poetica. Simbolizza una vera
venerazione per l'intero regno vegetale che, con il suo infinito
panorama di meravigliose figure e forme, dichiara a noi, come
era per milioni di linguaggi, la grandezza e la gloria di Dio ...
Molto differente, tuttavia, è il caso dei voti e delle preghiere
che i devoti offrono prima degli alberi. Tali offerte devolute
per fini egoistici, se fatte in chiese, in moschee, tempi e
santuari, sono una cosa da non consigliare. Facendo delle
richieste o delle offerta di voti a fini egoistici non si è collegati
ad un culto di immagini come effetto e causa. Una preghiera
egoistica personale è dannosa se fatta prima a un'immagine o a
un dio invisibile. Tuttavia che nessuno assuma, da queste mie
considerazioni, che io sostenga il culto dell'albero in generale.
Non difendo il culto dell'albero perché lo considero come un
aiuto necessario per la devozione, ma soltanto perché riconosco
che Dio si manifesta in forme innumerevoli in questo universo
ed ognuna di queste manifestazioni esige la mia reverenza
spontanea.
Per quanto riguarda il culto di idoli, non potete fare a meno di
esso in un modo o nell’altro. Perchè un Mussulmano dà la sua
vita per difendere una moschea che chiama casa di Dio? E
perchè un Cristiano va in una chiesa e quando è tenuto a
prendere un giuramento, giura sulla Bibbia? Non che ci veda
qualche obiezione. E che cos’è se non idolatria dare ricchezze
incalcolabili per costruire moschee e tombe? E che cosa fanno
i Cattolici Romani quando si inginocchiano d’avanti alla
57
Vergine Maria e d’avanti ai Santi, figure abbastanza
immaginarie di pietra o dipinte su tela di canapa o su vetro?
Anche qui, non è la pietra che adoriamo, ma è Dio che
adoriamo nelle figure di pietra o di metallo, quantunque rudi
possano essere.
Luoghi di culto
Non considero l'esistenza dei tempi come un peccato o una
superstizione. Certe forme di culto comune e di luoghi comuni
di adorazione sembrano essere una necessità umana. Se i
templi debbano contenere immagini o no è un aspetto del
temperamento e del gusto. Non considero un luogo di culto
Indù o Cattolico che contenga immagini come se fosse dannoso
o frutto della superstizione e una moschea o un luogo di culto
Protestante buono o non esente da superstizione soltanto a
causa del fatto che non contengono delle immagini. Un
simbolo quali una Croce o un libro possono diventare
facilmente idolatri e quindi, superstizione. Ed il culto
dell'immagine del bambino Krishna o della Vergine Maria
possono nobilitare ed esentare dalla superstizione. Dipende
dall'atteggiamento del cuore del credente.
I luoghi di culto a me non sono soltanto mattone e malta. Sono
un'ombra della realtà. Per ogni chiesa, ogni moschea ed ogni
tempio distrutto a centinaia sono aumentati quei luoghi.
Non so di alcuna religione o setta che abbia fatto o sta facendo
a meno della sua casa di Dio, descritta come tempio, moschea,
chiesa, sinagoga o agissari. Ne è certo che qualche grande
riformatore compreso Gesù abbiano distrutto o abbandonato
completamente dei templi. Tutti loro hanno cercato di bandire
la corruzione dai templi così come dalla società ... ho smesso di
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visitare templi da anni, ma non mi considero per questo una
persona migliore di prima. Mia madre non ha mai mancato di
andare al tempio quando era in condizione di poterlo fare.
Probabilmente la sua fede era ben più grande della mia, benché
non visitassi templi.
Templi o moschee o chiese ... non faccio distinzione fra queste
diverse residenze di Dio. Sono quello che la fede le ha rese.
Sono una risposta alla grande voglia dell'uomo che in qualche
modo vuole raggiungere l’invisibile.
L'acquisizione della coscienza [ della presenza vivente di Dio
all'interno di qualcuno ] non richiede o non significa andare al
tempio.
I nostri corpi sono i templi reali e non costruzioni di pietra. Il
posto migliore per il culto congregazionale è all'aperto con il
cielo qui sopra come baldacchino e madre terra qui sotto per
pavimento.
La maledizione dell’insensibilità
Non desidero rinascere.
Ma se dovessi farlo sarei
un’insensibile, di modo che posso ripartire i dispiaceri, le
sofferenze e gli affronti livellati tra di loro affinché possa
tentare di liberarmi da quel misero stato. Quindi ho pregato a
ché, se dovessi rinascere ancora, farei così non come un
Brahmin, un Kshatriya, un Vaishya o Shudra, ma come
Atishudra.
Ero legato al lavoro per l'estinzione “dell’insensibilità” molto
prima che fossi legato a mia moglie. Ci sono state due
occasioni nella nostra vita comune in cui si è dovuto scegliere
fra impegnarsi contro l’insensibilità o restare con mia moglie e
avrei preferito la prima. Ma grazie alla mia buona moglie, le
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crisi sono state evitate. Nel mio Ashram, che è la mia famiglia,
ho parecchi insensibili ed una dolce ma birichina ragazza che
vive come mia propria figlia.
L'amore della gente ha presto introdotto il problema
dell’insensibilità nella mia vita. Mia madre ha detto: ”non
dovete toccare questo ragazzo, lui è un’insensibile” “perchè
no?” Ho chiesto una risposta e da quel giorno è cominciata la
mia ribellione.
Swaraj è un termine insignificante, se vogliamo mantenere un
quinto dell'India in sottomissione perpetua e negare loro
deliberatamente i frutti della cultura nazionale. Stiamo
cercando l’aiuto di Dio in questo grande movimento di
purificazione, ma neghiamo i diritti umanitari alle più servili
fra le sue creature. Inumani noi stessi che non possiamo
supplicare il Trono per liberarci dalla inumanità di altri.
È una semplice fanatica ostinazione persistere nel perseguire
l’uomo nel sacro nome della religione.
Per riformare l’Induismo e per la sua reale protezione, la
rimozione dell’insensibilità è la cosa più grande... la rimozione
dell’insensibilità è ... un processo spirituale.
Se vivesse l’insensibilità l’Induismo morirebbe.
Non vorrei mai che l’Induismo morisse e che l’insensibilità
vivesse.
Nella lotta all’insensibilità e nel dedicarmi a quella battaglia, io
non ho altra ambizione che vedere rigenerata completamente
l’umanità. Può essere un semplice sogno, irreale tanto quanto
l'argento che ricopre il mare. Non è così per me mentre il
sogno mi abbandona e nelle parole di Romain Rolland: “la
vittoria si trova non nella realizzazione dell'obiettivo, ma in un
suo perseguimento implacabile.
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Insensibilità e casta
È sbagliato distruggere la casta a causa della paria (abitante
dell'India non facente parte di nessuna casta e perciò tenuto in
gran disprezzo n.d.t.), in quanto sarebbe come distruggere un
corpo a causa della crescita di qualcosa di brutto in esso o del
raccolto a causa delle erbacce. L’assenza di paria, nel senso
che intendiamo, dovrebbe essere distrutto completamente. È
un eccesso da rimuovere, se il sistema intero non deve perire.
L’insensibilità è il prodotto, quindi, non del sistema di caste,
ma della distinzione tra massimo e minimo che è strisciata
nell’Induismo e lo sta corrodendo. L'attacco all’insensibilità è
così un attacco a questa definizione di alto e basso. Nel
momento in cui l’insensibilità fosse rimossa, il sistema in se di
caste sarebbe purificato, che equivale a dire, secondo il mio
sogno, che si risolverebbero da sole nel vero Varnadharma, le
quattro divisioni della società, ognuna complementare all'altra
e nessuna inferiore o superiore a qualsiasi altra, ciascuna
necessaria per il corpo intero dell’Induismo come qualsiasi
altra.
Il Dharma Varnashrama
Il Dharma Varnashrama definisce la missione dell'uomo su
questa terra. Non è nato giorno dopo giorno per esplorare i
modi per ammassare ricchezze e per esplorare i motivi
differenti di vita; al contrario, l'uomo è sostenuto affinché
possa utilizzare ogni atomo della sua energia allo scopo di
conoscere il suo Creatore. Lo limita, quindi, allo scopo di
tenere corpo e anima insieme, all'occupazione dei suoi antenati.
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Questo è il Dharma Varnashrama niente di più e niente di
meno.
Credo, tuttavia, a Varna che è basata sui mestieri ereditari. I
Varna sono quattro per contrassegnare le quattro occupazioni
universali -- profondere conoscenza, sostenere l’indifeso,
continuare l'agricoltura ed il commercio e prestare servizio con
il lavoro fisico. Queste occupazioni sono comuni a tutta
l'umanità, ma l’Induismo, li riconosce come la legge del nostro
essere, l’ha usata nel regolare i rapporti ed i comportamenti
sociali. La gravitazione ha impatto su tutti noi, a prescindere
dal fatto che uno la conosca o no. Ma gli scienziati che
conobbero la legge la scoprirono per via dei risultati che essa
aveva prodotto sul mondo.
Nondimeno l’Induismo ha
impattato il mondo dalla scoperta e dall’applicazione della
legge di Varna. Quando l’Indù fu assunto con inerzia, l'abuso
di Varna provocò innumerevoli caste, con le limitazioni inutili
e nocive per i matrimoni ed i banchetti tra caste. Queste
limitazioni possono essere necessarie nell'interesse della castità
e dell'igiene. Ma un Brahmana che sposa una ragazza di
Shudra, o viceversa, non commette offesa contro la legge dei
Varna.
Oggi Brahmins e Kshatriyas, Vaishyas e Shudras sono semplici
etichette. C’è una tale e assoluta confusione di Varna che lo
capisco e mi auguro che tutto l’Indù si definisca
volontariamente Shudras. Questo è l'unico modo di dimostrare
la verità di Brahminism e fare rivivere Varnadharma nella sua
vera condizione.
Credo che ogni uomo sia venuto al mondo con determinate
tendenze naturali. Ogni persona è venuto al mondo con
determinate limitazioni che non può sormontare.
Da
un'osservazione attenta di quelle limitazioni è stata dedotta la
legge di Varna. Ha stabilito determinate sfere di azione per
certa gente con determinate tendenze. Ciò ha evitato tutta
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un’indegna competizione. Pur riconoscendo limitazioni, la
legge di Varna non ha ammesso alcuna distinzione tra alto e
basso; da un lato, ha garantito ad ognuno i frutti dei suoi lavori
e dall’altra, ha impedito di far pressioni sui suoi vicini. Questa
grande legge è stata degradata ed è caduta in discredito. Ma la
mia convinzione è che un ordine sociale ideale sarà evoluto
soltanto quando le implicazioni di questa legge saranno
completamente capite e date da seguire.
Matrimoni e banchetti tra caste
Benché non ci sia nel Varnashrama la proibizione dei
matrimoni e dei banchetti tra caste, non ci può essere
costrizione.
Deve essere lasciato alla libera scelta
dell'individuo quanto a dove lui o lei si sposerà o pranzerà.
Caste
Considero le sole quattro divisioni come fondamentali, naturali
ed essenziali. Le innumerevoli caste secondarie sono a volte
una convenienza, spesso un ostacolo. Più presto ci sarà la
fusione meglio sarà.
Dal punto di vista economico, il suo valore era una volta molto
grande.
Ha assicurato l’ereditarietà;
ha limitato la
competizione. Era il rimedio migliore contro il pauperismo.
Ed ha presentato tutti i vantaggi delle cooperative commerciali.
Anche se non ha promosso l’iniziativa o l’inventiva là dove,
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queste non sono arrivate per altra via ... Storicamente
parlando, le caste possono essere considerate come esperimenti
dell'uomo o adattamenti sociale nel laboratorio della società
indiana. Se potessimo provare il loro successo, potremmo
offrirle al mondo come lievito e come rimedio migliore contro
la concorrenza senza cuore e la disgregazione sociale nata
dall’avarizia e dall’ingordigia.
Caste e Varna
... Ho detto frequentemente che non credo nelle caste in senso
moderno. È un’escrescenza e un handicap verso il progresso.
Né credo nelle disuguaglianze fra gli esseri umani. Siamo tutti
assolutamente uguali. Ma l'uguaglianza è delle anime e non
dei corpi. Quindi, è una condizione mentale. Abbiamo
bisogno di cose e di far valere l’uguaglianza perché vediamo le
troppe disuguaglianze nel mondo fisico. Dobbiamo realizzare
l'uguaglianza nel mezzo di questa disuguaglianza esterna
apparente. L’assunzione di superiorità di un uomo su un altro è
un peccato contro Dio e l’uomo. Così la casta, finché farà
valere distinzioni nella condizione, è da considerarsi una
malvagità.
Le distinzioni di casta che abbiamo si sono così profondamente
radicate che hanno infettato anche i Musulmani, i Cristiani ed i
seguaci di altre religioni in India. È vero che le barriere di
classe sono state trovate in più o meno in altre parti del mondo.
Ciò significa che è un atteggiamento comune della razza
umana. Può essere eliminato soltanto inculcando la religione
nel suo vero senso. Non ho trovato sanzioni per tali barriere e
distinzioni nelle scritture di alcuna religione. Agli occhi della
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religione tutti gli uomini sono uguali.
Apprendimento,
intelletto o ricchezza non autorizzano nessuno a dichiararsi
superiore a coloro che difettano di tali attributi. Se ogni
persona fosse riempita e santificata con l'essenza della
purificazione e la disciplina della vera religione, si sentirebbe
in obbligo di dividere i suoi vantaggi con coloro che ne hanno
meno. Quella che, nella nostra attuale condizione caduca, è
così la vera religione richiede a tutti noi di diventare Atishudras
per scelta. Dobbiamo considerarci non come proprietari, ma
come gli amministratori della nostra ricchezza e usarla per
servizio alla società, prendendo per noi stessi nient'altro che un
giusto ritorno per il servizio reso. Con questo sistema non ci
sarebbe nessun povero, nessun ricco. Tutte le religioni
sarebbero giudicate uguali. Tutti i litigi di natura religiosa, di
casta o di rimostranza economica cesserebbero di disturbare la
pace sulla terra.
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