Comunicato stampa
Oggi, Mercoledi 24 Maggio - Convegno Scientifico presso il Policlinico di Bari
Malattie Reumatiche e Occhio
A Bari reumatologi ed oculisti, di fama nazionale e internazionale, a confronto sul tema in un
incontro patrocinato dalle Associazioni Pazienti AIFP (Associazione Italiana Febbri Periodiche),
SIMBA (Associazione Italiana Sindrome e malattia di Bechet) e APMAR (Associazione Persone
con Malattie Reumatiche)
Bari, 24 maggio 2017─ Esperti Reumatologi ed Oculisti si incontrano oggi a Bari per discutere sulle più
importanti e recenti acquisizioni in ambito di Reumatologia e Occhio. L'occhio, come altri organi, può
essere interessato da processi flogistici sistemici di origine autoimmune o “auto infiammatoria”, per
alterazione dei meccanismi della immunità adattiva o di quella innata. Di questi temi si discute durante il
convegno che si tiene oggi al Policlinico di Bari (Aula Magna “G. De Benedictis”), “Malattie Reumatiche ed
Occhio”, alla presenza di numerosi esperti di fama nazionale e internazionale e dei rappresentanti delle
associazioni pazienti AIFP, SIMBA e APMAR.
DIAGNOSI – Il coinvolgimento oculare è frequente nelle patologie reumatiche, ma negli ultimi dieci anni si
è registrato un significativo aumento di questa associazione. Esempio classico ne è il gruppo delle
spondiloartriti, malattie sistemiche croniche ed evolutive, fra cui si annoverano la Spondilite Anchilosante e
l’Artrite Psoriasica nelle quali l’occhio rappresenta una delle sedi extra-articolari più frequentemente
interessate. L’infiammazione delle diverse strutture anatomiche oculari può costituire il primo segno di una
manifestazione reumatica sistemica oppure subentrare dopo l’esordio della malattia arrivando a
compromettere seriamente la vista dei pazienti negli anni più produttivi della vita. Il variabile impegno
infiammatorio oculare (uveite, episclerite, cheratite, vasculite retinica, secchezza oculare etc.) impone una
diagnosi differenziale tra le più frequenti spondiloartriti ed altre malattie sistemiche di interesse
reumatologico che riconoscono l’occhio tra gli organi bersaglio, come ad esempio la Malattia di Behçet,
l’Artrite Idiopatica Giovanile Sistemica o le febbri periodiche ereditarie fra cui si annoverano la Febbre
Mediterranea Familiare (FMF), la sindrome da IperIgD (HIDS), le criopirinopatie e la sindrome periodica
associata al recettore del TNF (TRAPS)1. La collaborazione tra Reumatologo ed Oculista diventa quindi
fondamentale, nell’interesse del paziente, per garantire una diagnosi celere e per instaurare al più presto
un trattamento che possa preservare la vista del paziente.
“La cooperazione fra specialisti – afferma il Prof. Giovanni Lapadula, Presidente dell’evento e Professore
Ordinario di Reumatologia presso l’Università di Bari – è l’unica modalità di gestione di malattie complesse
e spesso multiformi nelle loro manifestazioni cliniche, che garantisca il massimo della competenza e della
esperienza specifica in tutti gli aspetti clinico-terapeutici di malattie spesso meno rare di quanto si pensi.
Come spesso ho avuto modo di affermare la rarità di ogni sindrome clinica è inversamente proporzionale al
gradi di conoscenza che si ha di essa. Vale a dire che le malattie rare spesso sono solo mal (ri)conosciute. ”.
1
Punzi L., Galeazzi M., Modena V., Bombardieri S., “Il registro della Società Italiana di Reumatologia (SIR) per le
malattie autoinfiammatorie sistemiche”, Reumatismo, 2006; 58(1): 1-4
IMPATTO SULLA QUALITA’ DI VITA - Nei pazienti affetti dalle malattie reumatologiche, una diagnosi
tempestiva può favorire il pieno controllo della malattia, attraverso le cure, migliorando decisivamente
speranza e qualità di vita. “L’informazione al cittadino è fondamentale affinché si possano fare dei reali
passi avanti nel riconoscimento di queste patologie – afferma Antonella Celano, Presidente APMAR – A
questa si affianca la formazione medico-scientifica, che rende possibile una diagnosi sempre più tempestiva.
- Come APMAR ci impegniamo continuamente sul fronte dell’informazione e la tutela del diritto alla salute
affinché ogni paziente possa intraprendere un percorso di cura tempestivo e adeguato”. Chi è affetto da
una di queste patologie, vive quasi in una condizione di “disabilità permanente”, dovendo fare i conti con
difficoltà quotidiane e con una compromissione importante della qualità di vita. "L’evento di oggi è
fondamentale per favorire la capillare conoscenza del coinvolgimento infiammatorio oculare in corso di
malattia autoinfiammatoria, onde favorire una rapida diagnosi e la scelta terapeutica più adeguata per
ogni singolo paziente” – dichiara Paolo Calveri, Presidente AIFP - Dal 2006 AIFP si impegna a fare e
promuovere la rete di conoscenza, di informazione e di solidarietà tra i pazienti e quanti operano
soprattutto nel campo delle Febbri Periodiche. - La tempestiva diagnosi ed appropriata terapia, trasformano
la qualità di vita del paziente".
"Dopo anni di lavoro congiunto delle associazioni pazienti finalmente le diagnosi di malattie rare sono più
veloci, e l'avvento dei farmaci biotecnologici ha drasticamente cambiato la qualità di vita dei pazienti,
riuscendo molto spesso ad evitare la cecità, eventualità purtroppo frequente fino ad alcuni fa” - afferma
Alessandra Del Bianco, presidente di Simba onlus, associazione italiana sindrome e malattia di Behcet
presente da 10 anni sul territorio nazionale con l’obiettivo di informare, assistere e tutelare i familiari ed i
pazienti affetti da questa malattia.
LE CURE – I recenti progressi nello studio dei meccanismi patogenetici delle spondiloartriti e delle
malattie IL-1 mediate hanno permesso di sviluppare programmi terapeutici in grado di ottenere un buon
controllo della sintomatologia associata. Attualmente, come riportato nella presentazione specifica del dr.
Cantarini, per questi pazienti esistono terapie mirate in grado di portare tali patologie alla remissione clinica
e laboratoristica, evitandono le complicanze a breve ed a lungo termine. Sono infatti disponibili, anche in
Italia, farmaci biotecnologici come gli anti-TNFa e gli agenti anti-IL-1. Proprio i farmaci appartenenti a
quest’ultima classe, risultano particolarmente efficaci nel controllo delle patologie in cui si riconosce una
abnorme risposta infiammatoria causata da alti livelli sierici di IL-1B. Canakinumab nello specifico ha
ottenuto indicazione EMA specifica per le febbri periodiche ereditarie.
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