Capitolo 6 Guide d’onda 6.1 EqM per la guida d’onda Abbiamo visto che usando in maniera appropriata un’antenna lineare è possibile ottenere una buona direzionalità nella emissione delle onde E.M.. Emissioni ancora più direzionali potrebbero essere ottenute con configurazioni geometriche dell’antenna più complicate o con sistemi composti da piu’ antenne lineari opportunamente spaziate. Viene da chiedersi se non sia possibile convogliare tutta l’energia E.M. emessa da una sorgente in un’unica direzione. Il problema che si vuole affrontare, in particolare, è quello di una propagazione direzionale e confinata di un’ onda E.M.. Il metodo più utile per confinare i campi propagativi dell’ onda è quello di realizzare una struttura guidante con pareti metalliche, un tubo metallico: in tale modo, infatti, si sfrutta il fatto che i campi propagativi si attenuano entro un conduttore secondo una legge esponenziale del tipo: ~ ~ = 0)|e−x/δ |E(x)| = |E(x (6.1) ~ dove x indica la profondità entro il materiale conduttore, E(x = 0) è il ~ campo elettrico dell’ onda all’ ingresso del materiale conduttore, E(x) è il campo elettrico dell’ onda alla profondità x e δ rappresenta lo spessore di conduttore dopo il quale il campo si è attenuato di un fattore e; tale spessore viene indicato con il termine profondità di pelle ed il suo valore dipende sia dalle caratteristiche del conduttore, ovvero dalla sua conduttività σ, sia dalla frequenza dell’ onda e.m., secondo la relazione: δ= s 2ǫ0 c2 σω (6.2) 75 76 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA La profondità di pelle per un buon conduttore, quale è il rame, assume valori di ∼ 6 · 10−10 m per frequenze di ∼ 5 · 1015 Hz, cioè nell’ ultravioletto, di ∼ 6 · 10−9 m per frequenze di ∼ 5 · 1013 Hz, cioè nell’ infrarosso, di ∼ 7 · 10−7 m per frequenze di ∼ 3 · 1011 Hz, cioè nella regione delle microonde e di ∼ 6 · 10−5 m per frequenze di ∼ 3 · 105 Hz, cioè nella regione delle onde lunghe. Utilizzando una parete metallica per definire il volume entro il quale far propagare le onde E.M. si ottiene l’ azione guidante voluta, dal momento che una qualunque componente dell’ onda che si propaghi perpendicolarmente alla superficie metallica si smorzerà rapidamente entro di essa e la sola componente parallela all’ asse della guida sopravviverà, imponendo cosı̀ di fatto una direzione di propagazione. Un altro effetto della azione guidante di una struttura metallica consiste nel fatto che i campi che si trovano all’ interno di essa rimangono ivi contenuti, assicurando il confinamento dell’ energia associata all’ onda ed impedendo, altresı̀, che campi esterni vengano a interferire con quelli da trasmettere. Tenendo conto che le dimensioni trasversali dei tubi metallici sono dell’ordine di grandezza della lunghezza d’onda dell’onda E.M. che si vuole trasmettere, per motivi pratici parleremo di tubi delle dimensioni di qualche cm, e di conseguenza di onde centimetriche. L’interesse ad avere sorgenti intense di onde E.M. con lunghezza d’onda dell’ordine del centimetro fu stimolato soprattutto dalla richiesta di localizzare oggetti in movimento (aerei) a distanza, tramite riflessione di onde E.M. di lunghezza d’onda inferiore alla dimensione dell’oggetto. Se si fossero utilizzate onde E.M. di lunghezza d’onda maggiore (decina di metri), l’intensità delle onde riflesse sarebbe stata trascurabile. Studiamo quindi il problema della propagazione di un’onda E.M. in un tubo metallico rettilineo e di sezione costante, con pareti di spessore trascurabile e conducibilità infinita. Vedremo poi come correggere per queste ipotesi non fisiche. Supponiamo che all’interno del tubo sia contenuto un mezzo materiale isotropo non dispersivo, con costante dielettrica ǫ = ǫr ǫ0 , dove ǫr è la suscettività elettrica relativa, e con permeabilità magnetica µ = µr µ0 , dove µr è la suscettività magnetica relativa. Utilizzeremo le EqM macroscopiche in un mezzo materiale: ~ = ρlibere ∇·D (6.3) ~ = 0 ∇·B (6.4) ~ ~ = − ∂B ∇×E ∂t (6.5) 6.1. EQM PER LA GUIDA D’ONDA ~ ~ = ~jcond + ∂ D ∇×H ∂t 77 (6.6) ~ e campo main cui sono stati introdotti i vettori spostamento elettrico D ~ per tenere conto degli effetti dovuti al mezzo materiale, lasciando gnetico H inalterata la struttura delle sorgenti (ρlibere e ~jcond ). Nel caso semplice che trattiamo porremo: ~ = ǫr ǫ0 E ~ = ǫE ~ D (6.7) ~ = µr µ0 H ~ = µH ~ B (6.8) ~ = ρ ~j E (6.9) dove ρ è la resistività specifica del mezzo materiale. Vogliamo studiare, in particolare, se è possibile propagare un’onda E.M. lungo l’asse della guida senza perdite. Si vede subito che questa condi~ che si propaga sia, in ogni istante zione fisica impone che il campo elettrico E ed in ogni punto del contorno, normale alla superficie, cioè: ~ × ~n = 0 E (6.10) Questa condizione assicura che non ci sono perdite di potenza per effetto Joule sulle pareti. Dalla (6.9) si vede che la condizione (6.10) ammette solo ~j ortogonale in ogni punto alla superficie del contorno della guida, ipotizzata per ora come una pura superficie geometrica, di “spessore” nullo. Supponiamo di propagare onde E.M. armoniche rispetto al tempo, che variano cioè in ogni punto rispetto al tempo come eikct , dove k è il numero d’onda nel vuoto, cioè ω = kc. Consideriamo un sistema di assi cartesiani ortogonali in cui l’asse z coincida con l’asse della guida e consideriamo una ~ eB ~ per t = 0 e z = 0 (cioè la sezione della guida configurazione dei campi E ~ ~ 0 . Sarà: a z = 0), che chiameremo E0 e B ~ 0 (x, y) = E0x (x, y)~i + E0y (x, y)~j + E0z (x, y)~k E (6.11) ~ 0 (x, y) = B0x (x, y)~i + B0y (x, y)~j + B0z (x, y)~k B (6.12) e Questi vettori rappresentano i campi che entrano attraverso la prima faccia della struttura guidante e che si vogliono far propagare, senza perdite, lungo la guida. 78 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Chiediamoci se è possibile propagare lungo l’asse z le configurazioni (6.11) e (6.12) con una velocità di fase vf . Poniamo cioè per il numero d’ onda che caratterizza la propagazione entro la guida: α = ω kc = vf vf (6.13) Si precisa che vf è diverso da c, ovviamente, in quanto non siamo nel vuoto, √ ma sarà anche diverso, come vedremo, da c/ ǫr µr , cioè la velocità di propagazione nel mezzo materiale infinito, non limitato dalle pareti conduttrici. ~ eB ~ saranno allora descritti, in ogni punto P interno alla I campi E guida e ad ogni istante t, dalle equazioni: ~ E(x, y, z, t) = E0x (x, y)~i + E0y (x, y)~j + E0z (x, y)~k ei(kct − αz) ~ B(x, y, z, t) = B0x (x, y)~i + B0y (x, y)~j + B0z (x, y)~k ei(kct − αz) h h i i (6.14) (6.15) Data la (6.14), la condizione (6.10) diventa: ~ 0 × ~n = 0 E (6.16) Con le posizioni (6.14) e (6.15), le (6.5)– (6.6) in cui si ponga ~jcond = 0, e si utilizzino le (6.7), (6.8), diventano: k ∂B0z + iαB0y = iǫr µr E0x ∂y c ∂B0z k −iαB0x − = iǫr µr E0y ∂x c ∂B0x k ∂B0y − = iǫr µr E0z ∂x ∂y c ∂E0z + iαE0y = −ikcB0x ∂y ∂E0z −iαE0x − = −ikcB0y ∂x ∂E0x ∂E0y − = −ikcB0z ∂x ∂y e le (6.3)–(6.4), in cui si ponga ρlibere = 0: (6.17) (6.18) 79 6.1. EQM PER LA GUIDA D’ONDA ∂E0x ∂E0y + − iαE0z = 0 ∂x ∂y ∂B0x ∂B0y + − iαB0z = 0 ∂x ∂y (6.19) Di queste ultime possiamo non tenere conto poichè sono una conseguenza delle (6.17) e (6.18). Risolvendo le prime due delle (6.17) e (6.18) rispetto a E0x , E0y , B0x , B0y , si ottiene: " # ∂E0z i ∂B0z E0x = − 2 α + kc λ ∂x ∂y # " ∂E0z ∂B0z i − kc E0y = − 2 α λ ∂y ∂x # " i k ∂E0z ∂B0z B0x = 2 ǫr µr − α λ c ∂y ∂x # " k ∂E0z ∂B0z i + α B0y = − 2 ǫr µr λ c ∂x ∂y (6.20) dove per semplicità si è posto: λ2 = ǫr µr k 2 − α2 (6.21) supponendo λ2 6= 0. Sostituendo le (6.20) nell’ultima equazione delle (6.17) e (6.18), si ha che queste risultano soddisfatte se: ∂ 2 E0z ∂ 2 E0z + + λ2 E0z = 0 ∂x2 ∂y 2 (6.22) ∂ 2 B0z ∂ 2 B0z + + λ2 B0z = 0 ∂x2 ∂y 2 (6.23) Consideriamo ora la condizione al contorno (6.16). Con riferimento alla figura 6.1, se indichiamo con ~τ il versore tangente al contorno della guida nel punto (x, y, 0) e con ~n il versore normale, si ha evidentemente ~n = ~k × ~τ . Ricordando l’espressione del doppio prodotto esterno (A.5) avremo: ~ 0 × ~n = E ~ 0 × (~k × ~τ ) = (E ~ 0 · ~τ )~k − (E ~ 0 · ~k)~τ E 80 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Figura 6.1: e quindi dovremo avere, separatamente: ~ 0 · ~k) = E0z = 0 (E ~ 0 · ~τ ) = 0 (E sul contorno sul contorno (6.24) (6.25) Indicando con dx/ds e dy/ds i coseni direttori della tangente al contorno s, la condizione (6.25) equivale a: E0x dx dy + E0y = 0 ds ds (6.26) Sostituendo nella (6.26) le prime due delle (6.20) in cui si sia posto E0z = 0, ricaviamo: ∂B0z dy ∂B0z dx kc − ∂x ds ∂y ds ! = 0 (6.27) Ricordando che i coseni direttori della normale ~n al contorno s sono rispetdy dx tivamente dn = dy e dn = − dx , la condizione al contorno (6.26) diventa: ds ds dB0z = 0 dn sul contorno (6.28) Da un punto di vista fisico il fatto che l’unica condizione iniziale (6.16) si trasformi nelle due condizioni (6.24) e (6.28) corrisponde al fatto che il campo elettrico totale è costituito da due componenti, una di tipo “elettrostatico” ed una di tipo “indotto”. Il problema della propagazione di onde E.M. entro un tubo cilindrico riempito con un mezzo dielettrico omogeneo è dunque ridotto all’integrazione delle equazioni differenziali (6.22) e (6.23), con le rispettive condizioni al contorno (6.24) e (6.28). Ricavate E0z e B0z , le (6.20) forniscono le altre ~ eB ~ e le condizioni al contorno risultano soddisfatte. componenti di E 6.1. EQM PER LA GUIDA D’ONDA 81 Fra le soluzioni del sistema considerato sono particolarmente importanti quelle in cui è nulla la componente assiale B0z del campo magnetico, oppure quelle in cui è nulla la componente assiale E0z del campo elettrico. Le prime sono dette onde di tipo elettrico o trasversali magnetiche (T.M.); le seconde sono dette onde di tipo magnetico o trasversali elettriche (T.E.). Si fa notare che, secondo questa terminologia, le onde E.M. che si propagano nello spazio indefinito, privo di sorgenti, sarebbero trasversali elettriche e magnetiche (T.E.M.). Per le onde di tipo elettrico il problema si riduce a determinare la componente assiale E0z del campo elettrico soddisfacente alla (6.22) e alla condizione al contorno (6.24). Dopo ciò, le altre componenti del campo saranno date da: iα ∂E0z iα ∂E0z E = − 0y λ2 ∂x λ2 ∂y k ∂E0z i k ∂E0z i B0y = − 2 ǫr µr = 2 ǫr µr λ c ∂y λ c ∂x E0x = − B0x (6.29) Le onde T.M. vengono generate da conduttori penetranti in una estremità della guida in modo da simulare un dipolo elettrico oscillante parallelo all’ asse z di propagazione. Per le onde di tipo magnetico il problema si riduce, invece, a determinare la componente assiale B0z del campo magnetico soddisfacente alla (6.23) con la condizione al contorno (6.28). In tal caso le altre componenti del campo saranno date da: ikc ∂B0z λ2 ∂y iα ∂B0z = − 2 λ ∂x ikc ∂B0z λ2 ∂x iα ∂B0z = − 2 λ ∂y E0x = − E0y = B0x B0y (6.30) Le onde T.E. vengono generate facendo penetrare nella guida, attraverso una sua estremità, dei conduttori simulanti un dipolo magnetico oscillante parallelo all’ asse z di propagazione. I vari casi di onde T.M. e T.E. (più l’ onda T.E.M., qualora esistente, cosa non vera nel caso particolare delle guide d’ onda) costituiscono un insieme di campi completo per la descrizione di una perturbazione E.M. qualsiasi entro una guida o una cavità. Le equazioni (6.22) e (6.23) con le relative condizioni al contorno (6.24) e (6.28) sono una vecchia conoscenza della Fisica Matematica. Se consideriamo una membrana elastica piana con l’orlo fisso (un tamburo) ed indichiamo con ~z(x, y) lo spostamento lungo la normale al piano di un punto qualsiasi della membrana, otterremo che la membrana vibrerà secondo l’equazione 82 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA (6.22), con z al posto di E0z , e la condizione al contorno z = 0. Se volessimo, invece, studiare le vibrazioni di una membrana con il bordo libero, ma vincolato a spostarsi solo perpendicolarmente al piano della membrana (i piatti di una batteria musicale), otterremmo l’equazione (6.23) con z al posto di B0z con la condizione al contorno (6.28). Si sapeva quindi che ambedue le equazioni ammettevano soluzioni non nulle soltanto per valori discreti del parametro λ2 , detti autovalori, dipendenti dalla forma del contorno s della sezione del tubo. Le soluzioni corrispondenti ad un dato autovalore si chiamano autofunzioni. Si può dimostrare che λ2 è un numero reale e positivo; dalla (6.21), ricordando la (6.13), si ha: α2 = k 2 c2 = ǫr µr k 2 − λ2 vf2 (6.31) da cui risulta che vf2 è reale. Però, affinchè in corrispondenza dell’autovalore λ2 si abbia un’onda non smorzata, deve essere α, e quindi anche vf , reale. Ciò richiede che sia ǫr µr k 2 − λ2 ≥ 0, e quindi: k ≥ √ λ ǫr µr (6.32) la quale mostra che esiste un valore minimo di k, cioè della frequenza ν = kc/(2π), al di sotto della quale nessuna propagazione è più possibile nella guida. Se λ20 è il più piccolo degli autovalori della (6.22) o (6.23), nel tubo si possono propagare soltanto onde di frequenza ν superiore, o tutto al più eguale, alla frequenza νc , che diremo critica, espressa dalla relazione: νc = λ0 c √ 2π ǫr µr (6.33) Ogni modo di propagazione, identificato da un autovalore λ, avrà poi una frequenza di taglio, definita da una relazione analoga alla (6.33) ove a λ0 si sostituisca il corrispondente valore di λ, al di sotto della quale il modo non può propagarsi nel tubo senza smorzarsi, in quanto α diventa complesso. L’andamento di α, ovvero della corrispondente quantità normalizzata all’ unità per ν → ∞, in funzione della frequenza è indicato qualitativamente nella figura 6.2, ove sono rappresentati solamente i primi cinque generici modi di propagazione e le relative frequenze di taglio sono indicate con νi (i=0, ..., 4). Si può riconoscere che per ogni frequenza assegnata, maggiore della frequenza critica, c’é solo un numero finito di modi che si possono propagare, indicati in figura dai punti sulle rette verticali di equazione ν = cost disegnate per due generici valori di ν diversi da νi . 6.1. EQM PER LA GUIDA D’ONDA 83 Figura 6.2: Dalla (6.31), per vf reale, si ricava ancora: c c kc 1 q > √ = √ (6.34) 2 2 2 λ ǫr µr 1 − ǫr µr ǫr µr k − λ 2 ǫr µr k √ dalla quale risulta che variando k dal valore λ/ ǫr µr ad ∞, la vf , sempre √ √ decrescendo, varia da +∞ al valore c/ ǫr µr . Ora c/ ǫr µr è la velocità di propagazione in un mezzo dielettrico identico a quello contenuto nel tubo e che riempia tutto lo spazio. Ne segue che la velocità di propagazione delle onde nel tubo è superiore a quella delle onde libere (non guidate) in un dielettrico identico a quello contenuto nel tubo stesso e che riempia tutto lo spazio. In particolare, se il dielettrico nel tubo è il vuoto, allora detta velocità supera la velocità della luce nel vuoto. Questo risultato non contraddice la teoria della relatività poichè si tratta di velocità di propagazione della fase, che è una grandezza geometrica, mentre nella teoria della relatività si intende la velocità di propagazione di un segnale fisico, quindi di una velocità di gruppo. Fissato un autovalore di λ, ad ogni valore di k corrisponde un valore di α, e quindi un valore della velocità di propagazione di fase vf dato dalla (6.34). D’altra parte è impossibile realizzare fisicamente un generatore con k esattamente definito, ma sarà più realistico parlare di un intervallo (k, k+dk), in corrispondenza al quale avremo un intervallo di valori di α, (α, α+dα), che si può scrivere anche come (α, α+ dα dk). Consideriamo ora la sovrapposizione dk delle onde appartenenti al piccolo intervallo (k, k + dk). Questo insieme di onde è detto gruppo di onde, e la quantità vg , definita dalla relazione: vf = √ vg = c dk dα (6.35) 84 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA è detta velocità di gruppo. Ora risulta: dk α = dα ǫr µr k (6.36) e quindi: vg cα c = = √ ǫr µr k ǫr µr s 1 − c λ2 < √ ≤ c 2 ǫr µr k ǫr µr (6.37) che mostra che la velocità di gruppo è minore della velocità della luce. Si ha inoltre che vf e vg sono legate dalla relazione: vg vf = 6.2 6.2.1 c2 ǫr µr (6.38) Esempi di propagazione in guide d’onda con contorno definito Guida d’onda a sezione rettangolare Il caso più semplice che si può presentare è quello di una guida d’onda a sezione rettangolare i cui lati indichiamo con a e b. Assumeremo uno dei vertici del rettangolo sezione come origine degli assi, con gli assi x e y diretti rispettivamente secondo i lati di lunghezza a e b, come indicato in figura 6.3. Le equazioni (6.22) e (6.23) sono dello stesso tipo di quella risolta per la pro- Figura 6.3: pagazione di onde libere in coordinate cartesiane (vedi paragrafo 4.2.1 ), anzi più semplici in quanto in due dimensioni (x, y) e con l’unica differenza che 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO85 abbiamo indicato con λ2 (anzichè con ω 2 /c2 ) la costante reale. Procedendo esattamente allo stesso modo col criterio della separazione delle variabili e passando direttamente all’espressione con funzioni trigonometriche, si trova facilmente che, per onde di tipo elettrico (B0z =0) la soluzione sarà: E0z = (A cos px + B sin px) (C cos qy + D sin qy) (6.39) con A, B, C, D costanti per ora arbitrarie, con dimensione di un campo elettrico, e con p2 + q 2 = λ 2 (6.40) Rispetto alle onde libere le cose cambiano ora. Mentre nel caso della (4.13) non c’erano condizioni al contorno da rispettare, e quindi tutti i valori di ω erano permessi, il soddisfacimento della (6.24) sul contorno cambia radicalmente la situazione. Dobbiamo avere: per x = 0 ed x = a, y arbitrario E0z = 0 (6.41) per y = 0 ed y = b, x arbitrario ne segue che deve essere A = 0, C = 0, ed inoltre pa = mπ, qb = nπ, da cui p = mπ/a, q = nπ/b, con m, n numeri interi. Si ha dunque: mπ nπ E0z = C1 sin x sin y (6.42) a b con C1 costante (complessa) arbitraria con dimensione di un campo elettrico. Ricordando la (6.40) si deducono per λ2 gli autovalori: λ2mn = π 2 m2 n2 + a2 b2 ! (6.43) In figura 6.4 è riportato, in vista tridimensionale, l’insieme degli autovalori λ2mn per m=0, ... 10 e n=0, ... 10, avendo supposto a = 10 unita’, b = 5 unita’. ′ Dalle (6.29) e scrivendo λ2 C1 al posto di C1 , abbiamo in conclusione le seguenti soluzioni di tipo elettrico (T.M.): mπ nπ mπ ′ cos x sin y E0x = −iC1 αmn a a b nπ mπ nπ ′ E0y = −iC1 αmn sin x cos y b a b nπ mπ ′ x sin y E0z = C1 λ2mn sin a b k nπ mπ nπ ′ B0x = iC1 ǫr µr sin x cos y c b a b mπ nπ k mπ ′ cos x sin y B0y = −iC1 ǫr µr c a a b B0z = 0 (6.44) 86 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Figura 6.4: ove, in virtù della (6.31) è: 2 αmn = ǫr µr k 2 − λ2mn , αmn = q ǫr µr k 2 − λ2mn (6.45) Dalle prime due delle (6.44) si riconosce che è soddisfatta la condizione al contorno (6.25) sulle componenti tangenziali del campo elettrico. La presenza dell’ unità immaginaria nella espressione di alcune componenti sta ad indicare una differenza di fase spaziale (o temporale) di π/2 tra tali componenti ed E0z . Considerando le espressioni (6.44) delle componenti dei campi dell’ onda T.M. si possono fare alcune osservazioni. Si può notare innanzi tutto che per m = 0 e n = 0 anche E0z = 0 e tutte le componenti trasversali si annullano, ovvero che i valori piu’ piccoli di m e n per un’ onda T.M. devono essere entrambi maggiori di zero. Una seconda osservazione riguarda l’ orientazione relativa dei vettori ~ ~ ~0 e B ~ 0 . Come è facile verificare, il prodotto E e B, ovvero dei vettori E ~ ~ ~ ~ scalare E · B = E0 · B0 = 0, cosa che indica come entro la guida sia possibile propagare, lungo l’ asse della stessa e senza perdite, un campo incidente con vettore induzione magnetica perpendicolare sia alla direzione di propagazione che al vettore campo elettrico, mentre quest’ ultimo non è più perpendicolare alla direzione di propagazione. Entro la guida i vettori: vettore d’ onda α~k, 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO87 ~ eB ~ non formano più una terna destrorsa, come, invece avviene sia nello E spazio libero che in un mezzo materiale infinito. Con semplici calcoli è anche immediato verificare che per i campi dell’ onda T.M. non vale più una semplice relazione tra i moduli dei vettori, quale ~ = c|B| ~ nel caso dello spazio vuoto o |E| ~ = c/√ǫr µr |B| ~ nel caso di un |E| mezzo materiale. Per terminare queste considerazioni sulle componenti dei campi di un’ onda T.M., se si considera l’ espressione del vettore di Poynting entro la guida si ottiene: ~ = ǫc2 E ~ ×B ~ = ǫc2 E ~0 × B ~ 0 e2i(kct−αz) S k iC1,2 λ2mn ǫr µr (6.46) ! mπ mπ mπ nπ sin x cos x sin2 y + c a a a b ! mπ nπ nπ nπ k ,2 2 2 sin x sin y cos y + + ~j iC1 λmn ǫr µr c b a b b k − ~k C1,2 αmn ǫr µr c# " 2 mπ 2 nπ nπ mπ nπ mπ x sin2 y + x cos2 y cos2 sin2 a a b b a b ~0 × B ~ 0 = ~i E Le componenti trasversali del vettore di Poynting sono immaginarie pure e non danno contributo al flusso di energia mediato sul tempo; la componente ~ invece, fornisce il valor medio della densità di flusso di potenza assiale di S, lungo la guida. Le componenti trasversali, inoltre, si annullano sul bordo, in virtù delle condizioni al contorno, assicurando il confinamento dell’ energia all’ interno della guida. In figura 6.5 sono riportate le dipendenze delle tre componenti di ~ 0 e delle due non nulle di B ~ 0 da x e y separatamente: le tre curve si E riferiscono a m=1, 2, 3 e n=1, 2, 3 rispettivamente e fanno riferimento a valori delle dimensioni dei lati del rettangolo sezione a = 10 unita’, b = 5 unita’. Come è già stato osservato, le componenti trasversali soddisfano la condizione sulla componente tangenziale del campo elettico sul bordo della sezione della guida. In figura 6.6 sono riportati i grafici bidimensionali delle tre componenti ~ di E0 per m=1, n=1, nell’ipotesi a=10 unità e b=5 unità. In figura 6.7 è riportato l’ andamento sulla sezione della guida della componente longitudinale del vettore di Poynting per m=1 e n=1, m=1 e n=2 e per m=2 e n=1 nell’ipotesi a=10 unità e b=5 unità. Si può osservare 88 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA come la distribuzione dell’ energia sulla sezione non sia uniforme, ma tenda a presentare dei massimi locali, la cui posizione dipende dai valori di m e n: i modi T.M. che si propagano nella guida distribuiscono, cioè, la loro energia in modo da occupare spazialmente in maniera diversa la guida. In figura 6.8 è riportato l’ andamento sulla sezione della guida delle tre componenti del vettore di Poynting per m=1 e n=1, nell’ipotesi a=10 unità e b=5 unità. Si può osservare come il flusso di energia secondo le direzioni trasversali x e y risulti essere in parte positivo ed in parte negativo, in modo tale che il suo valore netto sulla sezione, puntuale o mediato sul tempo, risulta nullo. Come già accennato, le componenti trasversali del vettore di Poynting non contribuiscono al flusso netto di energia E.M. nella guida: al più, nel caso di un modo o di una combinazione lineare di modi con campi longitudinali complessi si può avere un flusso di energia medio trasversale. Tuttavia, siccome si tratta di un flusso circolatorio, esso costituisce in realtà solo energia immagazzinata (si vedano più oltre le cavità risonanti) e non ha in pratica una grande importanza. 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO89 Figura 6.5: 90 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Figura 6.6: 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO91 Figura 6.7: 92 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Figura 6.8: 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO93 Per avere soluzioni di tipo magnetico (T.E.), dobbiamo porre E0z = 0 e possiamo sempre scrivere B0z , in analogia alla (6.39), come: B0z = (A cos px + B sin px) (C cos qy + D sin qy) (6.47) sempre con la condizione (6.40). La condizione al contorno (6.28) si traduce in: ∂B0z ∂x ∂B0z ∂y = 0 = 0 per x = 0 ed x = a, y arbitrario per y = 0 ed y = b, x arbitrario (6.48) Sarà quindi B = 0, D = 0, p = mπ/a, q = nπ/b, e quindi, dalle (6.30) si otterranno le seguenti soluzioni di tipo magnetico: mπ nπ nπ ′ cos x sin y E0x = iC2 kc b a b mπ mπ nπ ′ E0y = −iC2 kc sin x cos y a a b E0z = 0 mπ nπ mπ ′ sin x cos y B0x = iC2 αmn a a b nπ mπ nπ ′ B0y = iC2 αmn cos x sin y b a b mπ nπ ′ B0z = C2 λ2mn cos x cos y (6.49) a b ′ dove C2 è al solito un fattore costante complesso arbitrario, e gli autovalori λ2mn di λ2 sono definiti ancora dalla (6.43) e (6.45). Nel caso delle onde T.E. si può osservare che i più piccoli valori di m e n accettabili sono (0,1) o (1,0) a seconda di quale dei due lati del rettangolo sia maggiore. Si possono poi ripetere considerazioni analoghe a quelle fatte per le onda di tipo elettrico per quanto riguarda l’ orientazione dei vettori α~k, ~ e B, ~ la relazione tra i moduli dei vettori E ~ e B, ~ l’ espressione del vettore di E Poynting entro la guida. Tali osservazioni saranno, poi, valide anche per un’ onda qualunque entro la guida, espressa nella base dell’ insieme delle onde T.M. e T.E.. È ovvio che, tanto per le soluzioni T.E. quanto per le soluzioni T.M., per avere le componenti del campo E.M. dappertutto nella guida occorre moltiplicare ciascuna delle (6.44) e (6.49) per il fattore di propagazione ei(kct−αmn z) . Dovendo αmn essere reale, affinchè l’onda non sia smorzata, dalla (6.45) si deduce che la guida non può trasmettere tutte le frequenze. Per ogni onda, caratterizzata dalla coppia di numeri interi m e n, vi è dunque un valore minimo di k, compatibile con una propagazione senza smorzamento; questo valore minimo definisce per ogni tipo di onda la frequenza di rottura, al di sotto della quale non vi può più essere propagazione. Supposto a > b, 94 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA la più piccola delle frequenze di rottura, o frequenza critica νc , corrisponde al valore: π λ10 = √ kmin = √ ǫr µr a ǫr µr per cui, ricordando che ν = νc = (m = 1, n = 0) (6.50) kc , 2π c √ 2a ǫr µr (6.51) Esaminando le (6.44) e (6.49), si vede che per ν di poco superiore a νc , avremo onde di tipo (6.47), cioè T.E., non di tipo T.M., che sono identicamente eguali a zero. Cioè le onde di frequenza di poco superiore a quella critica che si propagano nel tubo sono di tipo T.E.. Affinchè nel tubo a sezione rettangolare si propaghino anche onde di tipo T.M. è necessario che k superi il minimo autovalore corrispondente alla (6.22) con valori dei campi non identicamente nulli, e cioè: π λ11 = √ k ≥ √ ǫr µr ǫr µr s 1 1 + 2 2 a b (6.52) e quindi c ν ≥ √ 2 ǫr µr s 1 1 + a2 b2 (6.53) Si osserva infine che, assegnato un valore di k maggiore del valore minimo (6.50), si possono propagare nel tubo un numero finito di onde di tipo elettrico e di tipo magnetico e precisamente tutte le onde corrispondenti agli autovalori λmn di λ per cui è verificata la (6.32). 6.2.2 Guida d’onda a sezione circolare Consideriamo ora una guida d’onda costituita da un cilindro circolare di ~ raggio a e, assumendo come asse z l’asse del cilindro, riferiamo i campi E ~ interni ad esso ad un sistema di coordinate cilindriche r, ϕ, z, come e B indicato in figura 6.9. Come nel caso precedente, assumeremo che i campi ~ eB ~ dipendano dal tempo t e dalla coordinata z per mezzo del termine di E propagazione ei(kct−αz) . Nel piano (r, ϕ) esprimeremo invece i campi mediante le componenti Er , Eϕ , Br , Bϕ . Le (6.14) e (6.15) saranno quindi riscritte come: ~ ϕ, z, t) = E0r (r, ϕ)~ir + E0ϕ (r, ϕ)~iϕ + E0z (r, ϕ)~k ei(kct E(r, h i − αz) (6.54) 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO95 Figura 6.9: ~ ϕ, z, t) = B0r (r, ϕ)~ir + B0ϕ (r, ϕ)~iϕ + B0z (r, ϕ)~k ei(kct B(r, h i − αz) (6.55) Con un po’ di facile ginnastica matematica si ottengono le equazioni: " # ∂E0z 1 ∂B0z i + kc E0r = − 2 α λ ∂r r ∂ϕ # " 1 ∂E0z ∂B0z i − kc E0ϕ = − 2 α λ r ∂ϕ ∂r # " i k 1 ∂E0z ∂B0z B0r = 2 ǫr µr − α λ c r ∂ϕ ∂r # " k ∂E0z 1 ∂B0z i + α B0ϕ = − 2 ǫr µr λ c ∂r r ∂ϕ (6.56) analoghe alle (6.20) e in cui è sempre λ2 = ǫr µr k 2 − α2 . Si ricavano ancora, ricordando l’espressione del laplaciano trasverso (cioè nelle coordinate x e y) in coordinate polari ∇2 f = ∂ 2 f /∂x2 + ∂ 2 f /∂y 2 = ∂ 2 f /∂r2 + 1/r ∂f /∂r + 1/r 2 ∂ 2 f /∂ϕ2 , le equazioni: ∂ 2 E0z 1 ∂E0z 1 ∂ 2 E0z + + + λ2 E0z = 0 ∂r 2 r ∂r r 2 ∂ϕ2 (6.57) 1 ∂B0z 1 ∂ 2 B0z ∂ 2 B0z + + + λ2 B0z = 0 ∂r 2 r ∂r r 2 ∂ϕ2 (6.58) analoghe alle (6.22) e (6.23). Le condizioni al contorno che vanno associate rispettivamente alle (6.57) e (6.58) sono: E0z = 0 per r = a (6.59) 96 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA ∂B0z = 0 ∂r per r = a (6.60) Potremo considerare onde di tipo magnetico (E0z = 0) o di tipo elettrico (B0z = 0) ponendo eguale a zero i primi o rispettivamente i secondi membri nelle parentesi delle (6.56). Le equazioni (6.57) e (6.58) erano state già trovate ∂2 (con la complicazione di un termine aggiuntivo con ∂z 2 ) nel paragrafo 4.2.2 relativo alla propagazione di onde libere in coordinate cilindriche e si era già visto il metodo della separazione delle variabili per ottenere due integrali particolari e quindi l’integrale generale dalla combinazione lineare dei due integrali particolari. Più precisamente, esprimendo E0z o B0z come prodotti delle due funzioni R(r) e Φ(ϕ), le (6.57) e (6.58) vengono soddisfatte dalle equazioni: 1 dR d2 R + + dr 2 r dr n2 λ − 2 R = 0 r 2 ! d2 Φ + n2 Φ = 0 2 dϕ (6.61) (6.62) con n numero intero. Si era già visto che la (6.61) è l’equazione differenziale di Bessel di ordine n, di argomento λr, che ammette come soluzioni la funzione di Bessel Jn (λr) e la funzione di Neumann Nn (λr) (cfr. Appendice F). Avevamo già visto che Nn (λr) non è regolare per r = 0, che è per altro una coordinata possibile per la propagazione nella guida (l’asse del cilindro). Le soluzioni accettabili per le (6.57) e (6.58) saranno quindi del tipo Jn (λr) (An cos nϕ + Bn sin nϕ) con An e Bn costanti arbitrarie. Consideriamo onde di tipo elettrico: E0z = E0 Jn (λr) (An cos nϕ + Bn sin nϕ) (6.63) con la condizione al contorno (6.59). Essa richiede che: Jn (λa) = 0 (6.64) e se indichiamo con ξn1, ξn2 , ξn3 , ..., ξnj , gli zeri positivi (non nulli) della funzione Jn (λr) (cfr. la figura F.1), disposti in ordine crescente, la condizione (6.64) è soddisfatta ponendo: (e) λ = λnj = ξnj a (n = 0, 1, 2, 3, ..., j = 1, 2, 3, ...) (6.65) (e) che fornisce gli autovalori λnj del parametro λ per le onde di tipo elettrico. (e) q (e)2 Ponendo αnj = ǫr µr k 2 − λnj e tenendo conto delle (6.56) in cui sia stato posto B0z = 0, si ottengono le relazioni esplicite di E0r , E0ϕ , B0r , B0ϕ : 6.2. ESEMPI DI PROPAGAZIONE IN GUIDE D’ONDA CON CONTORNO DEFINITO97 (e) E0φ = αnj (e) J ′ (λ r) (An cos nϕ + Bn sin nϕ) (e) n nj λnj (e) 1 αnj (e) Jn (λnj r) (−An sin nϕ + Bn cos nϕ) n −iE0 (e)2 r λnj (e) E0z = E0 Jn (λnj r) (An cos nϕ + Bn sin nϕ) E0r = −iE0 B0r = E0 iǫr µr k (e) J (λ r) (−An sin nϕ + Bn cos nϕ) n (e)2 rc n nj λnj B0φ = E0 −iǫr µr k ′ (e) Jn (λnj r) (An cos nϕ + Bn sin nϕ) (e) λnj c (6.66) Si puo’ verificare che la condizione al contorno per il campo elettrico tangenziale e’ soddisfatta, in quanto E0r = E0ϕ = 0 per r = a. Come si può ~0 facilmente verificare, anche in questo caso il prodotto scalare del vettore E ~ 0 è nullo, mentre E ~ 0, B ~ 0 e αnj ~k non formano più una terna col vettore B destrorsa. É poi, nuovamente vero che non esiste più una semplice relazione ~0 e B ~ 0 e che il flusso di energia netto è dato dalla tra i moduli dei vettori E sola componente longitudinale del vettore di Poynting. In figura 6.10 è riportato l’andamento in funzione della coordinata radiale e di quella angolare di E0z , nonchè il grafico bidimensionale di E0z nel caso in cui si considera J1 (λr) con λ = ξ11 /a, con una dimensione radiale a pari a 10 unità. Nel caso di onde di tipo magnetico avremo: B0z = B0 Jn (λr) (A′n cos nϕ + Bn′ sin nϕ) (6.67) con la condizione al contorno (6.60), la quale richiede che sia: Jn′ (λa) = 0 (6.68) Se indichiamo ora con ηn1 , ηn2 , ηn3 , ..., ηnj , ... gli zeri positivi non nulli, disposti in ordine crescente, della Jn′ (λr) (cfr. la figura F.2), gli autovalori di λ, per le onde di tipo magnetico, saranno ηnj (m) (n = 0, 1, 2, 3, ..., j = 1, 2, 3, ...) (6.69) λ = λnj = a (m) q (m)2 con i corrispondenti valori αnj = ǫr µr k 2 − λnj . Sostituendo tali espressioni nella (6.56) in cui sia stato posto E0z = 0, si ottengono le espressioni esplicite di E0r , E0ϕ , B0r , B0ϕ , non riportate esplicitamente per brevità. 98 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA Figura 6.10: 6.3. CAVO COASSIALE 99 Tanto nel caso di onde T.M. che T.E. esiste dunque una successione doppiamente infinita di autovalori del parametro λ, ciascuno caratterizzato da due numeri interi, per i quali si ha propagazione lungo la guida. Per le onde T.M. il più piccolo autovalore di λ è λe01 = ξa01 ≃ 2.4 e quindi a (e) νmin = 1.2 c √ πa ǫr µr (6.70) Per le onde T.E., se indichiamo con η0 il più piccolo degli zeri ηnj della (6.68), si ha: η0 c (m) (6.71) νmin = √ 2πa ǫr µr Ma qui, contrariamente a quello che avviene per gli zeri ξnj delle Jn (λr), il più piccolo degli zeri delle Jn′ (λr) non è η01 bensı́ η11 ≃ 1.841, come si può dimostrare da alcune relazioni di ricorrenza delle Jn′ (λr) e Jn (λr) (cfr. la figura F.2), per cui risulta η11 < ξ01 . Ne segue che mentre per le onde T.M., quella di più bassa frequenza che si può propagare nel tubo è la T.M.01 , per le onde T.E. sarà la T.E.11 , e la prima a propagarsi al di sopra della frequenza critica sarà la T.E.11 , diversamente dal caso della guida a sezione rettangolare ove il primo modo di propagazione e’ di tipo T.E.01 o T.E.10 . 6.3 Cavo coassiale Col nome di cavo coassiale si intende un tubo limitato da due cilindri metallici circolari e coassiali che serve a guidare un’onda E.M. che si propaga nello spazio anulare tra i due cilindri. Indicheremo con a il raggio del cilindro esterno, con b il raggio di quello interno e riferiremo al solito i campi interni alla guida a coordinate cilindriche r, ϕ, z, con z asse della guida. Analogamente al caso precedente, il problema si riduce ancora a determinare la soluzione delle (6.61) e (6.62) con le rispettive condizioni al contorno: E0z = 0 per r = a, r = b (6.72) e ∂B0z = 0 per r = a, r = b ∂r (6.73) Ma qui l’asse z non è più compreso nel dominio di propagazione dell’onda e quindi non è più necessario imporre la condizione che la funzione R(r) definita 100 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA dall’equazione differenziale (6.61) sia regolare per r = 0, ma solamente per b ≤ r ≤ a. In questo caso le soluzioni sono le funzioni di Bessel Jn (λr) e di Neumann Nn (λr) di ordine n. Possiamo perciò prendere come soluzione della (6.61) una combinazione lineare a coefficienti costanti delle suddette funzioni, ponendo: R(λr) = C Jn (λr) + D Nn (λr) (6.74) Per le onde di tipo T.M. avremo allora: E0z = E0 [C Jn (λr) + D Nn (λr)] (An cos nϕ + Bn sin nϕ) (6.75) con la condizione (6.72). Ne segue che deve essere: C Jn (λa) + D Nn (λa) = 0 C Jn (λb) + D Nn (λb) = 0 (6.76) Queste equazioni, lineari omogenee in C e D, sono compatibili soltanto quando il loro determinante è nullo, cioè: Jn (λa) Nn (λb) − Jn (λb) Nn (λa) = 0 (6.77) I valori accettabili per λ, cioè gli autovalori di λ, sono le radici dell’equazione trascendente (6.77), che disposte in ordine crescente indicheremo con βn1 , βn2 , βn3 , ..., βnj . Avremo allora: C Nn (βnj a) Nn (βnj b) = − = − D Jn (βnj a) Jn (βnj b) (6.78) e potremo assumere: 2 E0z = E0 βnj [Nn (βnj a) Jn (βnj r) − Jn (βnj a) Nn (βnj r)] (Anj cos nϕ + Bnj sin nϕ) (6.79) con Anj , Bnj costanti arbitrarie. Sostituendo nelle (6.56), in cui si sia posto ~0 e B ~ 0 che definiscono il modo B0z = 0, si ottengono le altre componenti di E di propagazione. Si puo’ verificare che anche in questo caso le componenti tangenziali del campo elettrico si annullano sulle pareti metalliche del cavo. Per le onde di tipo T.E. avremo analogamente: B0z = B0 [C ′ Jn (λr) + D ′ Nn (λr)] (An cos nϕ + Bn sin nϕ) con la condizione al contorno (6.73). (6.80) 101 6.3. CAVO COASSIALE Sarà pertanto: C ′ Jn′ (λa) + D ′ Nn′ (λa) = 0 C ′ Jn′ (λb) + D ′ Nn′ (λb) = 0 (6.81) da cui segue Jn′ (λa) Nn′ (λb) − Jn′ (λb) Nn′ (λa) = 0 (6.82) che è l’equazione trascendente che determina gli autovalori del parametro λ, che, disposti in ordine crescente, indicheremo con γn1 , γn2 , γn3, ..., γnj . Avremo ora: C′ Nn′ (γnj a) Nn′ (γnj b) = − = − (6.83) D′ Jn′ (γnj a) Jn′ (γnj b) e pertanto potremo assumere: 2 B0z = B0 γnj [Nn′ (γnj a) Jn (γnj r) − Jn′ (γnj a) Nn (γnj r)] ′ A′nj cos nϕ + Bnj sin nϕ (6.84) ′ con A′nj , Bnj costanti arbitrarie. Sostituendo nelle (6.56), in cui si sia posto ~0 e B ~ 0 e si puo’ verificare E0z = 0, si ottengono le altre componenti di E che le componenti tangenziali del campo elettrico si annullano sulle pareti metalliche del cavo. Concludendo, anche per i cavi coassiali vi è per ogni intero n (n = 0,1,2,3,...) una successione di infiniti autovalori del parametro λ. Inoltre ad ogni valore di n e di j corrisponde un valore minimo di k per il quale la propagazione del tipo di onda considerata è possibile. Si può osservare che, a parità di raggio esterno a, le frequenze critiche corrispondenti ai modi di oscillazione di un cavo coassiale costituiscono un insieme più denso di quello della guida d’onda a sezione circolare e quindi il cavo coassiale è più adatto alla trasmissione di segnali analizzabili in serie di Fourier. Una particolarità del cavo coassiale è che, a differenza di quanto succede in una guida d’ onda, in esso il modo TEM è non solo possibile ma anche dominante: tale modo è privo di frequenza di taglio, perchè per esso il numero d’ onda αnj è sempre reale e coincide con il valore caratteristico ~ = c/n|B| ~ e, del mezzo indefinito. Per tale modo vale anche la relazione |E| ~ B ~ e αnj~k formano una terna destrorsa. come ovvio, i vettori E, Per completezza possiamo osservare che il modo TEM non puo’ sussistere in una guida formata da un solo conduttore perchè, possedendo solamente componenti dei campi trasversali alla direzione di propagazione, per essi devono valere le equazioni di Maxwell: ~ 0T EM = 0, ∇t · E ~ 0T EM = 0, ∇t × E (6.85) 102 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA dove ∇t indica l’ operatore vettoriale ∇ ove si considerino le sole compo~ 0T EM è soluzione di un problema nenti trasversali. Questo vuole dire che E elettrostatico bidimensionale, per cui oltre alle già menzionate relazioni sul numero d’ onda e sui moduli del vettori, siccome la superficie del cilindro metallico della guida deve essere equipotenziale, il campo elettrico all’ interno è identicamente nullo. Non è dunque possibile sostenere il modo TEM con una struttura costituita da un unico conduttore, ma è necessario avere due o più superfici cilindriche distinte, come per il cavo coassiale e la linea di trasmissione a fili paralleli. 6.4 Attenuazione lungo una guida d’onda reale Finora abbiamo trattato il problema della propagazione di onde E.M. con interessanti conseguenze, ma con ipotesi non fisiche, in particolare una: che lo spessore del conduttore fosse eguale a zero. Chiediamoci quale sia l’effetto di pareti metalliche di spessore finito, costituite da buoni conduttori metallici (con ρ piccola, ma non nulla). Il valore grande ma limitato della conducibilita’ σ del metallo fa si’ che la profondita’ di pelle dello stesso, δ, sia diversa da zero, benche’ piccola, e che, come conseguenza, il campo elettrico dell’ onda penetrando nella parete metta in movimento gli elettroni di conduzione, liberi di muoversi con relativa facilita’, dissipando per effetto Joule una parte della energia e.m. dell’ onda. Nel caso delle guide d’onda ideali trattato fino ad ora E0z si annulla sulla superficie, senza penetrare in essa. In realtà, si può dimostrare che, se σ è grande, la costante di propagazione α conterrà dei piccoli termini addizionali, reali ed immaginari. Indicando, cioè, con α0 anzichè α, la costante di propagazione nel caso della guida ideale trattata in precedenza, sarà: α = α0 + ζλ + iβλ (6.86) dove ζλ è una correzione ininfluente, che diventa importante solo alla frequenza di taglio del modo considerato, dove α = 0, e βλ può essere considerato come la costante di attenuazione della potenza trasmessa nella guida: P (z) = P (0) e−2βλ z (6.87) ζλ e βλ dipendono dal particolare modo considerato. Si può dimostrare che βλ è data dalla formula: βλ = s i ǫr 1 C (ν/νλ )1/2 h ξλ + ηλ (ν/νλ )2 µr σδλ 2∆ 1 − ν 2 ν2 λ (6.88) 103 6.5. CAVITÀ RISONANTI dove νλ è la frequenza critica del modo considerato, corrispondente all’autovalore λ, C è la lunghezza del contorno della guida, ∆ la sezione della guida, σ la conducibilità e δλ la profondità di pelle alla frequenza critica considerata, ξλ e ηλ numeri puri dell’ordine di grandezza dell’unità. Si fa notare che ηλ per i modi T.M. è nulla. Il calcolo dei parametri adimensionali ξλ e ηλ nella (6.88) può essere effettuato senza complicazioni di principio. Ad esempio, per la guida rettangolare ed il modo T E01 , i valori sono ξ01 = a/(a+b) e η01 = 2b/(a+b). Il comportamento di βλ in funzione di ν/νλ è rappresentato in figura 6.11. L’attenuazione minima si ha per una frequenza superiore a quella Figura 6.11: critica. Per i modi T.E. i valori relativi di ξλ e ηλ dipendono dal contorno della guida e da λ, e quindi non è possibile fare considerazioni generali sulla frequenza alla quale si ha l’attenuazione √ minima. Per i modi T.M., invece, il 3 νλ . Ad alte frequenze l’attenuazione minimo si ha sempre per νmin = 1/2 varia come ν . Come ordine di grandezza, in una guida con pareti di rame βλ corrisponde ad una lunghezza di attenuazione dell’ordine di qualche centinaio di metri (200–400 m) nella regione di frequenza delle microonde. Va osservato che l’ approssimazione nella quale viene valutato il parametro βλ come rappresentato nella figura (6.11) non e’ piu’ valida per frequenze molto prossime al valore di taglio, ove βλ tende ad infinito sia per modi T.M. che per modi T.E., cosa fisicamente impossibile. 6.5 Cavità risonanti Affrontiamo ora il problema di studiare la risonanza di onde E.M. nel caso tridimensionale. In altre parole chiediamoci se è possibile immagazzinare 104 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA l’energia E.M. in un volume delimitato da una superficie chiusa metallica conduttrice. La risposta è affermativa e consideriamo per semplicità il caso ideale già affrontato con le guide d’onda, e cioè spessore dei conduttori nullo e conducibilità infinita. È immediato constatare che anche in questo caso la condizione al contorno affinchè non ci sia dissipazione di energia per effetto Joule è che in ogni punto della superficie chiusa sia soddisfatta la condizione (6.16). Consideriamo una guida d’onda di sezione rettangolare chiusa da due piani perpendicolari all’asse z, posti nell’origine e ad una distanza d. Come si è visto nel caso della guida d’ onda rettangolare, le componenti dei campi risultano essere stazionarie nelle dimensioni trasversali della guida. Pensando di estendere la trattazione fatta in quel caso anche alla terza dimensione, per ottenere onde stazionarie, e dunque confinamento, anche lungo l’asse z, si deve ipotizzare che nella cavita’ si abbiano dei campi longitudinali del tipo: Ez = E0z (x, y) [F sin rz + G cos rz] Bz = B0z (x, y) [F sin rz + G cos rz] (6.89) (6.90) (6.91) nel caso di onde T.M. e T.E. rispettivamente, con E0z (x, y) dato dalla (6.39) e B0z (x, y) dato dalla (6.47), e relazioni analoghe per le altre componenti dei campi, in completa analogia con la trattazione delle guide d’ onda a sezione rettangolare. E’ immediato verificare, allora, che r deve essere eguale a o π/d con o numero intero e F e G devono essere posti eguali a zero rispettivamente per onde T.M. e onde T.E., per evitare perdite ohmiche sulle pareti metalliche poste in z = 0 e z = d. Gli autovalori relativi alle soluzioni (degeneri, come noto) (6.91) saranno dati da: λ2mno = π 2 m2 n2 o2 + + a2 b2 d2 ! (6.92) corrispondenti alle frequenze: νmno c = √ 2 ǫr µr m2 n2 o2 + + a2 b2 d2 !1/2 ed alle autofunzioni, nel caso di onde T.M.: nπ oπ mπ x sin y sin z a b d mπ nπ oπ sin x cos y sin z a b d Ex = −i Cmno αmno cos Ey = −i Cmno αmno (6.93) 105 6.5. CAVITÀ RISONANTI mπ nπ oπ x sin y cos z a b d nπ oπ mπ x cos y sin z ǫr µr sin a b d mπ nπ oπ ǫr µr cos x sin y sin z a b d Ez = Cmno λ2mno sin Bx = i Cmno By = −i Cmno (6.94) ovvero, nel caso di onde T.E.: mπ x a mπ ′ Ey = −i Cmno kc sin x a mπ ′ x Bx = i Cmno αmno sin a mπ ′ By = i Cmno αmno cos x a mπ ′ Bz = Cmno λ2mno sin x a ′ Ex = i Cmno kc cos nπ y b nπ cos y b nπ cos y b nπ sin y b nπ sin y b sin oπ z d oπ sin z d oπ sin z d oπ sin z d oπ sin z d sin (6.95) ove la soluzione completa sara’ data dal prodotto delle componenti (6.94) o (6.95) per il fattore temporale e−iωt . Notiamo due aspetti delle soluzioni trovate. Se paragoniamo la (6.93) con la (4.15), notiamo che, mentre le onde libere possono avere qualsiasi valore di ω, quelle risonanti in una scatola chiusa da pareti metalliche possono avere soltanto valori discreti della frequenza, dipendenti dai tre interi m, n, o. Ancora, ricordando la (6.37) si può considerare l’onda stazionaria in una scatola come l’onda propagantesi in una guida con k esattamente uguale a √ λmn / ǫr µr , e quindi vg = 0, con l’ulteriore condizione, per le componenti trasversali, di avere un nodo per z = 0 e z = d. É evidente dalle (6.94) che la condizione al contorno relativa alle componenti tangenziali del campo elettrico (6.25) è soddisfatta in quanto sulle pareti terminali, in z = 0 e z = d, le componenti E0x e E0y si annullano, mentre la componente E0z , essendo perpendicolare a tali pareti, si attenua nel metallo in base alla profondità di pelle δ del materiale specifico, idealmente nulla. Si è ottenuta, adesso, una completa simmetrizzazione delle espressioni delle componenti dei campi, come logico dal momento che in questo caso non vi è più una direzione privilegiata, quella di propagazione. Un ragionamento analogo vale anche per cavita’ risonanti a sezione circolare, ottenute chiudendo una guida d’ onda circolare con due piani metallici perpendicolari all’ asse del cilindro e posti a distanza d uno rispetto all’ altro. Le espressioni delle componenti dei campi potranno essere ottenute da quelle della corrispondente guida d’ onda moltiplicandole per un termine cos oπ z o cos oπ z in modo da ottenere la condizione di stazionarieta’ voluta d d 106 CAPITOLO 6. GUIDE D’ONDA anche lungo l’ asse del cilindro, cioe’, per le componenti longitudinali dei campi si avra’ esplicitamente: oπ z d oπ = B0 Jn (λnj )[An cos nϕ + Bn sin nϕ] sin z d Ez = E0 Jn (λnj )[An cos nϕ + Bn sin nϕ] cos (6.96) Bz (6.97) (6.98) per onde T.M. e T.E. rispettivamente, con l’ opportuno significato della costante λnj in ciascun caso. I corrispondenti autovalori avranno espressione: λ2mno s = τnj a 2 + oπ d 2 (6.99) dove τnj indica lo zero della corrispondente funzione di Bessel di prima specie (onde T.M.) o della sua derivata prima (onde T.E.) ed a indica il raggio della sezione circolare della cavita’ cilindrica. Come per il caso delle guide d’onda, una cavità reale, con spessore finito e conducibilità σ non infinita, non si comporterà come la schematizzazione descritta. L’effetto che ci si può aspettare è che le frequenze di risonanza νmno definite dalla (6.93) non siano esattamente definite, ma abbiano un certo allargamento, dovuto alla dissipazione dell’energia E.M. per effetto Joule sulle pareti. Per caratterizzare una cavità risonante si definisce il fattore di merito o fattore Q, definito come: energia immagazzinata nell′ interno della cavita′ = energia persa per ciclo energia immagazzinata nell′ interno della cavita′ = ω (6.100) energia persa per secondo Q = 2π Dal teorema della conservazione dell’energia, indicata con U, e dalla definizione di Q si ricava che: dU ωU = − dt Q (6.101) da cui U(t) = U(0) e −ωt Q (6.102) cioè se si immagazzina al tempo t = 0 l’energia U(0) nella cavità, essa decade esponenzialmente con una costante inversamente proporzionale a Q. 6.5. CAVITÀ RISONANTI 107 La (6.102) significa che le oscillazioni del campo elettrico nella cavità sono smorzate con la legge: −ωt E(t) = E0 e 2Q e−iωt (6.103) in cui si è tenuto conto che U ∝ E 2 . Ricordando la trattazione svolta per il dipolo oscillante smorzato (paragrafo 5.3) si trova in maniera del tutto analoga che la curva di risonanza di una cavità è una Lorentziana del tipo: | E(ω) |2 = cost · 1 (ω − ω0 )2 + (ω0 /2Q)2 (6.104) Il parametro ω0 /2Q determina, come è noto, la larghezza della Lorentziana, e quindi una cavità sarà tanto più efficace quanto più Q è grande. Per cavità con pareti di rame si arriva a valori di Q di 104 . Usando materiali superconduttori (σ → ∞) si può arrivare a valori di Q 2–3 ordini di grandezza superiori.