MECCANISMI ‘SENTINELLA’ PER LA STABILITÀ DEL DNA: NUOVI AGENTI CONTRO IL CANCRO E LE MALATTIE TELOMERICHE Progetto di ricerca condotto dal dottor Fabrizio d’Adda di Fagagna IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) - Milano ______________________________________________________________________________ Il gruppo di ricerca dell’IFOM (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) di Milano, guidato da Fabrizio d’Adda di Fagagna, si occupa di studiare i meccanismi di segnalazione del danno al DNA e come questi portano alla senescenza cellulare. Le informazioni genetiche contenute nel DNA delle nostre cellule sono costantemente sotto attacco da parte di agenti interni ed esterni quali, ad esempio, i raggi UV. Si calcola che ogni giorno una singola cellula umana abbia bisogno di rilevare e riparare decine di danni al DNA. Quando i danni sono gravi la cellula smette di proliferare e va in pausa, prendendosi il tempo per ripararli. Il meccanismo che segnala la presenza di un danno e la necessità di ripararlo è di fondamentale importanza, in quanto in sua assenza la cellula accumula mutazioni che possono portare alla trasformazione tumorale. La principale sentinella cellulare del danno al DNA è una serie di proteine che si coordina per attivare un messaggio di allarme chiamato DDR (dall’inglese DNA Damage Response). Il DDR raggruppa un insieme di eventi cellulari che vengono attivati in seguito alla generazione di danni al DNA: la segnalazione del danno stesso, la messa in pausa del ciclo cellullare e l’avvio delle attività di riparazione. Se il DNA non viene riparato correttamente, il DDR ordina alla cellula di andare ‘in pensione’ ovvero di attivare un meccanismo di senescenza cellulare. “In pratica si attiva un segnale d'allarme che dice 'Attenzione, il DNA è rotto e non posso più ripararlo! Interrompere istantaneamente la replicazione!' Così, per evitare di propagare il danno genetico alle generazioni successive di cellule, il ciclo si ferma e la cellula entra nella fase di senescenza.” spiega Fabrizio d'Adda di Fagagna. Gli studi del team di Fabrizio d’Adda di Fagagna cercano di chiarire come questo meccanismo sentinella venga attivato nei singoli punti dove il DNA è danneggiato. Di recente tali studi hanno portato alla scoperta che il danno al DNA determina la sua trascrizione, ovvero la sintesi di RNA corti copiati dal DNA danneggiato. Questi piccoli RNA non codificano proteine (in inglese vengono chiamati small non-coding RNA) ma si occupano di attivare e reclutare nel punto del DNA danneggiato le proteine che attivano il meccanismo di segnalazione del danno, segnalando alla cellula di mettersi in pausa replicativa per riparare il danno. Essendo coinvolti nel danno al DNA (in inglese DNA damage) questi RNA, per distinguerli dagli altri RNA che svolgono le più diverse funzioni nella cellula, vengono chiamati DDRNA. I DDRNA sono quindi l’elemento iniziale e fondamentale della risposta cellulare alla presenza di danni al DNA, rappresentando quindi un componente importante per la prevenzione di mutazioni dannose che possono portare alla proliferazione tumorale. L’accumulo di danni al DNA e la persistente attivazione del DDR sono associati anche alla senescenza cellulare e all’invecchiamento degli organismi, processi nei quali i DDRNA potrebbero svolgere un ruolo chiave. Senescenza e trasformazione tumorale costituiscono per molti aspetti facce opposte della stessa medaglia. Da anni Fabrizio d’Adda di Fagagna e il suo team si dedicano allo studio di questi due processi cellulari strettamente collegati fra loro e associati al mantenimento dell’integrità del genoma. La scoperta, pubblicata su Nature nel 2012, ha svelato un primo tassello del mosaico che emerge dalle ricerche condotte dagli scienziati del team: “Questa nuova classe di RNA apre una prospettiva completamente nuova per interpretare i processi di invecchiamento e i meccanismi della trasformazione e della progressione tumorale legati alla generazione di danni al DNA” commenta d’Adda di Fagagna. 1 Il progredire degli studi ha poi permesso di chiarire che bloccando il funzionamento dei DDRNA è possibile inibire la risposta al danno in un punto specifico del genoma di una cellula. Questa nuova scoperta ha aperto interessanti orizzonti. Il malfunzionamento del meccanismo di riparo al danno è infatti coinvolto in diverse patologie, quali ad esempio quelle che implicano il controllo dei telomeri, le estremità cuscinetto dei cromosomi che proteggono le informazioni genetiche. Quando una cellula invecchia i suoi telomeri si accorciano. Tale accorciamento, interpretato come un danno al DNA, manda la cellula stessa in senescenza. Se troppe cellule dello stesso organo entrano in senescenza, l’organo inevitabilmente smette di funzionare correttamente, generando ad esempio fibrosi e infiammazione. Studi preliminari mostrano che bloccando i DDRNA generati su sequenze telomeriche potrebbe essere possibile rallentare l’insorgenza di alcune patologie croniche legate all’accumulo di danno ai telomeri, quali ad esempio la cirrosi epatica o la fibrosi polmonare. Inoltre, in specifiche tipologie di tumori, come alcuni tipi di tumori cerebrali, il segnale di riparo viene erroneamente attivato e utilizzato dal tumore stesso per favorire una crescita incontrollata. Bloccando questo processo potrebbe essere possibile inibire lo sviluppo di queste cellule tumorali e dati preliminari sembrano puntare in questa direzione. Le applicazioni terapeutiche di queste scoperte rappresentano il fulcro della collaborazione tra BiovelocITA e il gruppo di ricerca guidato da Fabrizio d’Adda di Fagagna. In questo frame collaborativo, sono state prima identificate le applicazioni terapeutiche più interessanti, e in accordo con gli scienziati, sono stati stabiliti una serie di esperimenti posti a ottenere una chiara prova che le molecole identificate come potenziali futuri farmaci abbiano una reale attività su modelli sperimentali appropriati. 2