CAPITOLO VI A casa di Bollicino la mattina era trascorsa a

CAPITOLO VI
A casa di Bollicino la mattina era trascorsa a terminare gli ultimi preparativi per la festa
per i bambini del villaggio. L’elfo, insieme a ChiMi e a Arabetta erano così intenti a
posizionare l’ultimo festone sulla trave più alta della stanza che saltarono letteralmente per
aria quando sentirono battere il chiavistello sulla porta.
Bollicino corse ad aprire e gli occhi gli si riempirono di gioia al solo vedere tutti gli invitati
sulla soglia di casa, che sorridevano e si spingevano un po’ per riuscire a sbirciare all’interno.
“Entrate, entrate!! Vi stavamo aspettando e siamo felici di potervi accogliere!”
I bambini non se lo fecero ripetere e trotterellarono dentro, togliendosi cappotti e cappelli e
ammirando ciò che era stato preparato per loro. La stanza era piena di festoni e palloncini e
la tavola imbandita di stuzzichini e dolcetti. C’era il camino acceso e cuscini sparsi su tutto
il pavimento, per sedersi a chiacchierare o leggere una favola tra quelle dei tanti libri sparsi
qua e là oppure per giocare o sgranocchiare qualcosa comodamente.
Dora, Gioia, Giovanni e Stefano spiegarono per filo e per segno come avevano scoperto la
casetta e conosciuto Bollicino e Arabetta e le bambine aggiunsero delle magie del drago
ChiMi. A quel punto tutti i bambini erano curiosissimi di vedere le famose magliette dei
desideri e quindi Bollicino andò a prenderle e le mostrò. Su ognuna di esse, man mano che si
erano asciugate al sole, era comparsa l’immagine dell’oggetto desiderato, per cui fu facile
per Dora e Gioia, distribuirle ai loro amici: “I pattini a Matilde, gli scarponcini a Giuseppe,
l’arco con le frecce a Luca… e poi la bambola a Eleonora, gli stivaletti con i brillantini a
Caterina…” e così via.
“Adesso dovete indossarle e quando stasera tornerete a casa, troverete sotto al vostro
letto ciò che desideravate!”
I bambini erano felicissimi e non stavano più nella pelle per la sorpresa ricevuta. Ma, invece
che pensare di correre subito a casa e guardare sotto al letto per trovare il proprio regalo,
si accorsero che avevano ancor più voglia di rimanere a casa di Bollicino, tutti in compagnia,
per continuare a provare quella grande gioia che avevano iniziato a provare non appena
entrati. Era una felicità grande e che scaldava il cuore: era la gioia dello stare insieme. Era la
gioia dell’amicizia.
Nel mezzo della baraonda, Dora notò che su una sedia era rimasta ancora una maglietta dei
desideri. Al centro vi era un grande cuore rosso. La bambina la prese e cercò di capire di chi
potesse essere, ma non si ricordava né che lei né che Gioia avessero chiesto a ChiMi di
sbuffarne una simile.
www.lattesasifadono.it Mentre continuava a guardare quel grande cuore, una mano dal dolce tocco si posò sulla sua
spalla. Dora si voltò e vide che era Bollicino, che la stava guardando sorridendo… eppure con
uno sguardo che faceva intravedere un velo di malinconia.
L’elfo prese per mano la bambina, la portò vicino ad una panca accanto al camino, si sedette
e la fece sedere sulle sue ginocchia.
“La maglietta che stavi guardando è mia” cominciò a spiegare “ho chiesto io a ChiMi di
prepararmela e il cuore è il mio desiderio.”.
Dora guardava Bollicino con i suoi occhi grandi e non capiva come mai l’elfo sembrava un
pochino triste, ma stette ad ascoltare.
“Oggi, lo scoiattolo Ratufa che vi ha guidato fino a qui l’altro giorno –te lo ricordi?- mi ha
portato un messaggio da parte dei miei amici elfi, che abitano lontano da qui. Hanno bisogno
di me e mi hanno chiesto di raggiungerli. È molto che sono lontano ed è giusto che io parta e
torni da loro. Ho deciso di incamminarmi domattina, in modo da poter essere da loro il più
presto possibile”.
Dora aveva ascoltato queste parole trattenendo il fiato e man mano che Bollicino parlava,
sentiva crescere in gola un nodo stretto di lacrime e tristezza.
“Ci siamo appena conosciuti e guarda come siamo tutti felici di essere qui con te! Ci hai
accolto nella tua casa, ci hai fatto scoprire tante cose nuove, abbiamo vissuto giornate di
gioia grazie a te… Non puoi rimanere ancora un po’ con noi? Noi ti vogliamo bene e non
voglio che tu vada via!” mormorò a bassa voce.
L’elfo la strinse in un abbraccio stretto stretto e le disse nell’orecchio “Sono dispiaciuto
anche io all’idea di lasciarvi. So già che mi mancherete. Ma, ascoltami, non devi avere paura! Sii
coraggiosa e abbi fiducia in me. E’ naturale e giusto essere tristi quando ci si separa da un
amico, ma il mio cuore è leggero, perché so un segreto e ho espresso il mio desiderio.
Domani ve li svelerò.”
Dora guardò il cuore rosso sulla maglietta di Bollicino, poi guardò negli occhi l’elfo, che
aggiunse: “ora, vai dai tuoi amici e gioca ancora un po’. Divertiti, ridi e sii spensierata!”; poi le
diede un bacio lieve sulla fronte, che ebbe il potere di cancellare tutta la tristezza dal cuore.
La bambina abbracciò l’elfo, scese dalle sue ginocchia e corse, lieta, tra i bambini.
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