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Un singolare sussidio per l’orazione contemplativa
LA PREGHIERA RAPPRESENTATA
di Ernesto Bergagna
della Famiglia Beato Angelico
Più di 250 tavole a colori: dipinti, bozzetti, impressioni che illustrano testi devozionali e biblici (nell’edizione C.E.I. del 1974)
dalla Creazione all’Apocalisse, in tre volumi cm. 17x24, numero
speciale di “Arte Cristiana” 2015 (II edizione)
Particolarmente adatta per regalo in occasioni di eventi della
vita cristiana
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ARTE CRISTIANA
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28-09-2016
2016 - VOLUME CIV - FASCICOLO 9-10
ARTE COPERTINA 896
ANNO CIV
896
SETTEMBRE
OTTOBRE
2016
VITE PARALLELE NEL PRIMO CINQUECENTO SENESE
UNA SECONDA POMPEI
DALLA DOMUS ROMANA ALLA CRISTIANA CASA DI PREGHIERA
UNA GUIDA ARTISTICA PER I TURISTI LARIANI
L’ORIENTAZIONE DELLE CHIESE
Scuola Beato Angelico
Viale S. Gimignano, 19
20146 Milano
LA RACCOLTA LERCARO A BOLOGNA
ARTE CRISTIANA
FASCICOLO
SETTEMBRE-OTTOBRE
VOLUME
896
2016
CIV
RIVISTA INTERNAZIONALE DI STORIA DELL’ARTE E DI ARTI LITURGICHE
AN INTERNATIONAL REVIEW OF ART HISTORY AND LITURGICAL ARTS
Proprietario ed Editore:
Storia
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ALESSANDRO VALENTI Una proposta per l’anonimo Maestro del Crocifisso
di Laterina (ill. 25) ...............................................................................
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321
ANDREA UGOLINI Pacchiarotto e Pacchia, vite parallele a Siena nel primo
Cinquecento (ill. 13) ..............................................................................
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331
SAVERIO CARILLO Cimitile, una seconda Pompei? Facciamo il punto
(ill. 20) ........................................................................................................
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341
MARIA CAROLINA CAMPONE Cultura architettonica protocristiana:
aggiornamenti sulla genesi dello spazio sacro dalla domus romana (ill. 5) ...
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349
MANUEL FERRARI Due nuove realtà museali tra antico e contemporaneo.
Kronos a Piacenza, MCM - Museo Collezione Mazzolini a Bobbio (ill. 5) ....
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355
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Catalogazioni
GIOVANNA VIRGILIO Pittura e decorazione in stucco nelle chiese di Esino
Lario nel XVII secolo. Carlo Pozzo, Giuseppe Antonio Castelli e Giacomo
Scotti (ill. 33) ........................................................................................
Scienze e liturgia
EVA SPINAZZÉ L’orientazione degli edifici sacri. Il doppio caso delle chiese
di Mogliano Veneto: una benedettina e una salesiana (ill. 12) ...................
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379
Notiziario ............................................................................................
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399
MARTA MICHELACCI La raccolta Lercaro a Bologna. L’arte come “salutare
catarsi” e scoperta dell’“archetipo divino” (ill. 5) .......................................
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395
Pubblicazioni ....................................................................................
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TITOLO
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ESEMPIO: L'architettura romanica
André Grabar
Hanno collaborato a questo numero:
Marisa Donà, Bernadette e Cristiana Stella, John Young
TESTO
Dimensione carattere: 11. Rientranza di tre
Periodico associato al (CAL)
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al ISSN: 0004-3400 e all’Unione Stampa
Periodica Italiana (USPI)
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L'orientazione degli edifici sacri.
Il doppio caso delle chiese di Mogliano Veneto: una benedettina
e una salesiana
Eva Spinazzè
In un precedente studio sull’orientazione degli edifici sacri
si sono analizzate le chiese
monastiche benedettine del
Veneto 1 , una di queste è la
chiesa di origine medioevale di
Santa Maria Assunta a Mogliano Veneto (fig. 6). Essa ingloba
un’orientazione, all’epoca
della sua fondazione, con il tramonto del Sole il 21 marzo 2,
giorno in cui il Martyrologium
romanum ricordava san Benedetto con queste parole “In
monte Cassino natalis sancti Benedicti abbatis, qui monachorum
disciplinam in Occidente pene collapsam restituit, ac mirifice propagavit: cuius vitam virtutibus et miraculis gloriosam beatus Gregorius
Papa conscripsit” 3. L’edificio
sacro presenta un azimut di
93°32’ in direzione facciataabside e 273°32’ in direzione
abside-facciata (fig. 8). E’ verosimile che i costruttori in questo modo volessero ricordare
per sempre il fondatore dell’Ordine Benedettino orientando la chiesa al tramonto nel
giorno della sua ricorrenza4.
Le fonti antiche non dicono
esplicitamente come doveva
essere orientata un’architettura
sacra, tranne in alcune direttive
ecclesiastiche e prescrizioni dei
Padri della Chiesa che raccomandavano di allineare l’edificio lungo la linea equinoziale5.
Qualche informazione in più
su questi aspetti si può trovare
nel trattato De Astronomia libri
decem dell’astronomo Guido
Bonatti, risalente al 1276, dove
egli indica che nella costruzione di una chiesa si deve tenere
conto non solo della posizione
del Sole e della Luna, ma
anche dei pianeti favorevoli
all’interno di certe costellazioni per assicurare in tal modo
solidità e prosperità alla costruzione 6. E’ sorprendente però
che pochi edifici risultino
orientati precisamente nei giorni degli equinozi, come si può
osservare nel diagramma (fig.
1), dove sono riportati gli allineamenti delle centottanta
architetture sacre di epoca
medioevale studiate dall’autrice 7 . L’analisi dimostra che
quasi tutti gli edifici sacri esaminati presentano una propria
orientazione, compresa all’interno del settore solstizialelunistiziale, cioè lì dove il Sole
e la Luna sorgono e tramontano sull’orizzonte nel corso dell’anno. All’interno di tale settore, la distribuzione degli allineamenti forma alcuni gruppi
con una maggiore concentrazione di casi, allineamenti
verso il sorgere o il tramontare
del Sole nel giorno del santo
patrono della chiesa e allineamenti verso il sorgere o il tramontare del Sole in una delle
quattro feste mariane celebrate
durante il Medioevo: l’Annunciazione (25 marzo), l’Assunzione (15 agosto, anticamente
18 gennaio)8, la Natività (8 settembre) e la Purificazione (2
febbraio). Il cospicuo numero
di casi analizzati fa ridur re
notevolmente la possibilità che
The archaeoastronomical results of
more than 180 sacred medieval buildings up to the Romanesque age
demonstrate that nearly all of the
major axis point to the rising or setting of the Sun or Moon in a significant astronomical or liturgical day,
indicating for each a deliberate and
proper alignment. Two definite orientation patterns arose from the research: alignments with the rising or setting Sun on the four Mary feast days
commemorated during the Medieval
period: Annunciation (25 March),
Purification (2 February), Assumption (15 August, in the first Christianity 18 Januar y) and Nativity (8
September) of the Virgin Mary and
alignments with the rising or setting
Sun on the relevant Patron Saint’s
day. Even though ecclesiastic directives recommended that church axes be
on the equinox line, only a few sacred
medieval buildings are aligned with
the equinoxes sunrise. However, there
are many medieval churches aligned
with the Sun of the March 25th. This
perhaps is due to the reason that the
25th of March has a deep religious
significance, while the equinox is only
an astronomical date. However there
are no Early Middle Ages documents
which tell clearly about this tradition,
the buildings themselves provide evidence of their orientation and so of
this custom, which just from the 14th
century it get lost. In the 19th and at
the beginning of the 20th centur y
perhaps there were only some poets
and scholars who spoke about the
orientation of sacred buildings over
the centuries, bringing to light this old
tradition and keeping this custom
alive. One of them was Lorenzo Priuli-Bon, who projected and laid the
first stone of St. Mar y Ausiliatrice
church in Mogliano Veneto remembering this old tradition of the forefathers with the rite to wait impatiently for the sunrise or sunset in order
to draw the line for the foundation of
a sacred building.
379
1
queste orientazioni possano
essere state tracciate casualmente9.
A partire dal Trecento, la
prassi dell’orientazione è stata
sempre più trascurata e ancora
oggi viene considerata in modo
marginale. Infatti, quando si
descrive una chiesa di epoca
medioevale, essa viene genericamente delineata con l’abside
ad Est e la facciata ad Ovest,
ma non è esattamente così, sia
per quanto riguarda l’orientazione dell’asse, sia per i cambiamenti della posizione dell’abside e dell’altare durante i
secoli dovuti a motivi legati alla
simbologia liturgica e alla variazione della posizione del sacerdote per la celebrazione della
messa10. Non dando importanza alla disposizione di un edificio sacro, molti nessi tra esso e
la volta celeste vanno persi; l’edificio sacro rimane disgiunto
nello spazio e i legami esistenti
soprattutto con il Sole o la
Luna non vengono più visti e
compresi. Gli edifici sacri
costr uiti negli ultimi secoli
spesso presentano delle orientazioni che non seguono più il
corso degli astri, in particolare
si è perso il legame tra l’allinea380
mento e la posizione del sorgere o del tramontare di un
corpo celeste in una data stabilita. Tra l’Ottocento e gli inizi
del Novecento, erano forse
rimasti solo alcuni poeti ed
eruditi a parlare della tradizione di orientare l’architettura
sacra verso una certa direzione
astronomicamente e liturgicamente significativa. Da ricordare è sicuramente William
Wordsworth (1770-1850) che
nel suo poema On seeing the
foundation preparing for the erection of Rydal Chapel, Westmoreland e On the same occasion del
1823 descrive il rito che si
seguiva quando si aspettava
impazientemente il sorgere del
Sole, per poi tracciare il segno
della fondazione in memoria
di Cristo. Egli narra che gli edifici sacri venivano allineati
come era stato indicato nei
tempi antichi, verso il punto
sull’orizzonte dove il Sole sorgeva nel giorno del santo a cui
la chiesa era dedicata e l’altare
veniva posizionato verso Est
dove le finestre lasciano entrare i raggi mattutini che “trionfano sulle tenebre” 11. Questa
sua poesia era dedicata a Lady
Flemming, la quale fece costrui-
re la Rydal Chapel nel Lake
District secondo le indicazioni di
Wordsworth, con un’orientazione verso il sorgere del Sole il 2
luglio (azimut 66°15’), giorno in
cui venne posata la prima pietra
a ricordo della festa della Visitazione di Maria Vergine a santa
Elisabetta12. Un’altra figura sensibile a questa tematica è stato
Lorenzo Priuli-Bon, l’ingegnere
progettista della chiesa di Santa
Maria Ausiliatrice a Mogliano
Veneto (fig. 3), che nel 1914,
ancora in fase preliminare, chiese ai Salesiani del luogo di cambiare la posizione della chiesa.
Egli insisteva per una corretta
orientazione del nuovo edificio
sacro che doveva essere costruito
all’interno del Collegio Salesiano non distante dalla chiesa
principale del paese, di origine
medioevale e dedicata a santa
Maria Assunta come il suo antico complesso monastico benedettino. Le indicazioni del progettista furono accolte e così la
chiesa di Santa Maria Ausiliatrice racchiude in sé una consuetudine fatta risorgere dopo nove
secoli. Per essa non abbiamo soltanto una testimonianza oggettiva, ma anche una fonte scritta e
diretta. Infatti, Wordsworth e
2
1. Gli allineamenti delle 180 architetture sacre esaminate, situate nel
Veneto e lungo la Via Francigena
nel tratto svizzero e italiano, da
Romainmôtier fino a Sud della
Toscana. E. Spinazzè.
2. Il simbolo cristologico (alfa,
Crux Maior, omega), in alto nell’immagine, visto da Mogliano
Veneto (TV), il 15 agosto 1914.
SkyMap Software.
Priuli-Bon, oltre a trasmettere
con i loro scritti delle indicazioni sul tema della consuetudine
dell’orientare edifici sacri,
hanno costruito entrambi le
loro chiese seguendo le conoscenze dettate dagli avi, edifici
che ancora oggi possono oggettivamente testimoniare questa
prassi, tramandando un pensiero costruttivo legato alla simbologia della luce nella liturgia.
I Salesiani e Lorenzo PriuliBon a Mogliano Veneto
Don Giovanni Bosco (18151888), fondatore della Congregazione, venerava devotamente
Maria Ausiliatrice; egli la onorò
costruendo una prima chiesa a
lei dedicata, a Torino, e poi
altre attraverso i suoi discepoli,
dicendo: “La chiesa di Maria
Ausiliatrice possiamo chiamarla
Casa di Maria e Casa che Ella
medesima si è edificata: aedificavit
sibi domum Maria” 13.
I sacerdoti salesiani, arrivati
a Mogliano Veneto nel 188214,
costruirono una prima piccola
cappella. Dopo 25 anni dalla
morte di don Bosco, nella Cronaca della Casa dell’11 novembre 1913 si rilevava la crescente
necessità a Mogliano di costruire una nuova chiesa più grande
in cui la comunità salesiana
potesse raccogliersi. Dopo alcuni mesi fu approvato il progetto dell’ingegnere Lorenzo
Priuli-Bon, per un edificio ad
unica navata con abside semicircolare e due cappelle laterali
anch’esse semicircolari su ogni
lato15. Egli però, come si è visto,
pose la condizione che la
disposizione dell’edificio sacro
non dovesse seguire l’allineamento Nord-Sud con la facciata a Nord e l’abside a Sud
come indicato dai Salesiani, ma
che dovesse seguire le regole
dell’epoca antica ovvero la
direzione Est-Ovest, un’orientazione rituale e tradizionale
“sull’idea primitiva, cioè: fronte
a ponente, abside a levante”16.
Orientare la chiesa in questo
modo aveva anche il significato,
come spiega Priuli-Bon, di allinearla con il filare di alberi del
cortile del Collegio e con il vicino viale della chiesa parrocchiale, visibile chiaramente dal
Collegio poiché allora gli spazi
erano liberi da ostacoli. Fu
come se il progettista volesse
connettere idealmente la nuova
chiesa a quella medioevale
seguendo come modello la
disposizione di quest’ultima,
vista come la Madre di tutte le
chiese di Mogliano. Dal punto
di vista architettonico egli realizzò un gioco di luce e di
ombra attraverso le fasce, gli
archetti e le aperture e, come
nelle architetture cistercensi,
utilizzando mattoni a vista con
ampie fughe di malta, trasmettendo all’edificio un linguaggio
architettonico romanico17.
Le varie fasi costruttive sono
documentate da fotografie,
questi lavori sono stati iniziati
con lo scoppio della Grande
guerra per l’Europa, tra la fine
di maggio e gli inizi di giugno
1914. In una domenica di maggio del 191518 la nuova chiesa
salesiana fu benedetta e dedicata a santa Maria Ausiliatrice, a
381
ricordo di san Giovanni Bosco
proprio nel centenario della
sua nascita19.
Da una foto di archivio datata
4 giugno 1914 risulta che i lavori erano già avanzati e quindi
dovevano essere stati iniziati già
nella seconda metà di maggio.
Ma, secondo le cronache, la
prima pietra fu posata il 7 giugno, nella ricorrenza della vicina festa di santa Maria Ausiliatrice (24 maggio), protettrice
delle opere di san Giovanni
Bosco, con una solenne cerimonia20: al mattino alle ore 10 fu
celebrata la messa da monsignor Antonio Romanello, arciprete di Preganziol e alla sera al
tramonto del Sole, dopo i vespri
con canto gregoriano, fu posta
la prima pietra in presenza di
una grande folla di fedeli21, in
concomitanza con il tramontare
del Sole, che simbolicamente
veniva visto come la Passione di
Cristo22. Seguendo una secolare
tradizione fu inoltre deposta e
immurata una pergamena a
ricordo dell’evento23.
La chiesa del Collegio Astori
rappresentata su una mappa
fotogrammetrica sembra avere
circa la stessa orientazione della
chiesa par rocchiale, ma le
riprese non sono zenitali e
attraverso i rilievi topografici
georeferenziati si riscontra una
divergenza di quasi 2 gradi tra i
due edifici. La chiesa salesiana
presenta un allineamento con
un azimut di 91°43’ in direzione facciata-abside e di 271°43’
in direzione abside-facciata, ed
è allineata (secondo il Calendario Gregoriano) sul lontano
lieve profilo montuoso con il
tramontare del Sole il 25
marzo, giorno in cui si ricorda
l’Annunciazione a Maria (fig.
9). Ciò dimostra un allineamento effettuato attraverso calcoli e
non in modo empirico24. Il giorno della posa della prima pietra
è vicino al solstizio d’estate e
quindi, se il progettista avesse
osser vato dove sorgeva o tramontava il Sole in quel giorno,
382
3
l’azimut della chiesa del Collegio Astori avrebbe dovuto avere
un valore angolare di circa
56°25; attraverso il rilievo topografico georeferenziato invece
si è riscontrato un allineamento vicino agli equinozi, precisamente con il tramonto del Sole
nel giorno dell’Annunciazione,
giorno visto come l’inizio del
mondo, il concepimento di
Cristo e sua crocifissione. Questo concetto dell’inizio e della
fine di tutto, ripreso dal passo
apocalittico di san Giovanni
Evangelista (1.8; 22.13), sarà
delineato più avanti in dettaglio, ed è sottolineato inoltre
dalle due lettere greche Alfa e
Omega, qui scolpite sui capitelli stilizzati delle lesene presenti
sulla facciata e inscritte in un
cerchio tra i quattro simboli
degli Evangelisti. Sulla stessa
altezza, sotto le monofore
poste sulla facciata sono scolpite le parole Dominus illuminatio
mea, il Signore è mia luce,
come dice il Salmo (27.1) e
Michea (7.8). Intor no alla
lunetta, dove è presente un
mosaico raffigurante Cristo
con le braccia aperte, sono
scolpite le parole di Gesù riportate in Matteo (11.28): Venite ad
me omnes e sull’architrave della
porta principale appare scolpito il verso della Genesi (28.17):
Domus Dei et porta coeli e pro-
prio attraverso questa porta
dove idealmente passano i
raggi tramontanti del Sole, allineati con l’asse della chiesa,
nel “giorno della Creazione del
mondo”, il 25 marzo. Nell’Antichità e nel Medioevo il nuovo
giorno iniziava la sera del giorno prima, con il crepuscolo e
la festa dell’Incarnazione di
Cristo e dell’Annunciazione di
Maria era ricordata il giorno
prima con cerimonie notturne
alla vigilia. Tali solenni cerimonie, possono mettere in risalto
il concetto delle chiese orientate con il tramontare del Sole,
com’è evidenziato per numerose architetture sacre tra quelle
studiate dall’autrice. Il tramonto è associato alla Passione di
Cristo, invece il sorgere simboleggia la Resurrezione di Cristo. Questi due momenti
richiamano il mistero pasquale:
di sera il Signore è sulla Croce
e di mattina risorge, come narrato da sant’Agostino nella sua
opera Esposizioni sui Salmi:
“Vespere Dominus in cruce, mane
in resurrectione”26.
Osservando proprio in questo giorno, il 25 marzo, il Sole
tramontante presso la chiesa
salesiana, vediamo come esso,
anche se oggi filtrato dalla
vegetazione, scende verso l’orizzonte allineato con l’edificio
sacro. I suoi raggi illuminano la
facciata, colpendo e facendo
brillare il mosaico della lunetta
con Cristo (fig. 4) e illuminando tutta la parte superiore del
prospetto dove le parole incise
Dominus illumatio mea risaltano
particolarmente, come per trasmettere e sottolineare al fedele l’importanza della luce associata a Cristo.
Lorenzo Priuli Bon a Monastier
Anche l’altra costruzione di
Priuli-Bon, la chiesa di Santa
Maria Assunta a Monastier (fig.
5) presenta aspetti interessanti
dal punto di vista della disposizione. Come per la chiesa di
4
8
3. Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, Mogliano Veneto (TV), 191415. Foto di E. Spinazzè.
4. Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, Mogliano Veneto (TV), particolare, facciata.
Lunetta colpita dalla luce del tramonto del Sole il 25 marzo, in
linea con l’asse della chiesa. Foto
di E. Spinazzè.
8. Scheda tecnica del rilievo topografico georeferenziato della chiesa benedettina di Santa Maria,
Mogliano Veneto (TV), X secolo.
Santa Maria Ausiliatrice a
Mogliano Veneto, anche per la
nuova chiesa di Monastier, la
cui prima pietra fu posta il
giorno dell’Assunta nel 1923, il
15 agosto27, la funzione solenne
per la sua benedizione fu
accompagnata da inni e si svolse un po’ prima del tramonto,
in quest’ultimo caso con la presenza del vescovo Longhin28. Il
nuovo edificio di culto doveva
sostituire l’antica chiesa abbaziale benedettina di Santa
Maria del Pero (fig. 7), gravemente danneggiata durante la
Grande Guerra che era dedicata inizialmente a santa Maria e
san Pietro Apostolo e che fu
orientata all’epoca della sua
fondazione (X secolo) con il
383
tramontare del Sole il 25
marzo e l’8 settembre (fig.
10)29. Invece la nuova chiesa di
Monastier ingloba un’orientazione che in un primo momento sembra legata a regole urbanistiche: con la facciata rivolta
alla strada, per essere più visibile e per accogliere direttamente i fedeli. Il suo allineamento
facciata-abside esce notevolmente dall’arco solstiziale, presentando un azimut di 29°41’ e
in direzione abside-facciata
209°41’, perciò la luce al sorgere e al tramontare del Sole non
può entrare né dall’abside né
dalla facciata (fig. 11). Però in
direzione facciata-abside, con
un angolo di 29°41’ sul distante profilo montuoso, sorge la
stella Vega30 della costellazione
Lyra (W), accompagnata poi
dalle costellazioni Cigno (Crux
Maior) e Delfino (Alpha), tutte e
tre formanti il segno cristologico che già nel Medioevo era
conosciuto e al quale era assegnato un profondo significato
simbolico31. Le due lettere greche Alfa e Omega sono scolpite
sui capitelli stilizzati delle
colonne del portale presenti in
facciata, e sopra esso è applicata una grande croce in pietra.
Esaminando inoltre più in dettaglio le proporzioni e le orientazioni dell’intera struttura, si
rileva che dalle alte e strette
monofore sulla facciata la bassa
luce del Sole, con un’altezza
angolare di circa 15°, nel
primo pomeriggio intorno al
solstizio di inverno, illumina
tutta la parte absidale e presbiteriale: la finestra centrale è la
più alta, le due a sinistra e a
destra progressivamente diminuiscono in altezza e illuminano l’abside nella sua forma
semicircolare (fig. 12). Inoltre
nello stesso giorno dai cinque
oculi la luce del Sole si proietta
all’incirca nel centro del transetto: il solstizio di inverno
ricorda la nascita di Gesù e l’incrocio tra navata e transetto
rappresenta simbolicamente il
384
5
cuore di Cristo crocefisso con
le due braccia distese lungo i
bracci del transetto. Nella struttura della chiesa, che è allineata verso il simbolo cristologico
Alfa – Crux Maior – Omega, si
può leggere il profondo messaggio biblico trasmesso anche
dalla luce.
Il transetto, in tal modo
largo e che presenta un azimut
di 119°41’ e 299°41’, sembra
essere esso stesso una chiesa
nella chiesa, con un’orientazione che accoglie la luce ad matutina et ad noctem, come è scolpito sulle due architravi dei portali laterali: sulla parte destra
“a custodia matutina” e a sinistra
“usque ad noctem”. Sono i due
bracci che, attraverso lo stesso
tipo di aperture della facciata,
raccolgono la luce al mattino e
alla sera richiamando il passo
della Creazione nella Genesi
(1.5): “Dio chiamò la luce giorno e le tenebre notte: E fu sera
e fu mattina”. Il transetto a
destra è indirizzato verso il sorgere del Sole il 18 gennaio,
ricor renza della Cattedra a
Roma dell’apostolo Pietro,
ricordando forse la prima dedicazione dell’antica chiesa
medioevale benedettina di
Santa Maria del Pero e di quella parrocchiale di San Pietro
Novello, quest’ultima edificata
un tempo su questo luogo e
distrutta nel 134032. Inoltre agli
equinozi la luce mattutina (con
un’altezza angolare di 26°) che
attraversa le alte monofore
segna la lunghezza dell’intero
transetto (30 metri). Il transetto sinistro invece accoglie i
raggi del Sole al tramonto, allineati con l’asse il 24 maggio,
nel giorno della festa di Maria
Ausiliatrice, celeste Protettrice
e guida della Chiesa nei secoli.
Interessante è da notare che
questa luce del 24 maggio va a
colpire le finestre del transetto
opposto, dove sono presenti
delle raffigurazioni degli attributi di Maria Ausiliatrice: al
centro le due lettere sovrapposte A e M, iniziali di Ave Maria,
ai lati la torre che sottolinea la
sua difesa da ogni assalto e la
stella maris, e alle estremità il
giglio, simbolo della purezza di
Maria e la rosa rossa, simbolo
del suo amore perfetto. Così
anche il Sole sorgente al 18
gennaio va a colpire le finestre
del transetto opposto, in una
data che ricorda sia l’antica
festa dell’Assunzione di Maria
che la cattedra di san Pietro a
Roma e sulle finestre del transetto destro abbiamo le raffigurazioni dedicate a Maria e a san
5. Chiesa di Santa Maria Assunta,
Monastier (TV), 1923-1946. Foto
di E. Spinazzè.
6. Chiesa monastica benedettina
di Santa Maria Assunta, Mogliano
Veneto (TV), X secolo. Foto di E.
Spinazzè.
7. L’ex-chiesa monastica benedettina di Santa Maria del Pero,
Monastier (TV), X secolo. Foto di
E. Spinazzè.
Pietro: all’estrema sinistra è
presente il simbolo papale con
le chiavi incrociate e la tiara,
sottolineando il primo pontefice san Pietro, e all’estrema
destra le due tavole di pietra
con i comandamenti, stanno ad
indicare che Maria porta per
eccellenza le leggi di Dio. Nella
finestra centrale si trova il
cuore circondato da una corona di spine, riferito ai sette
dolori di Maria e così anche le
due rappresentazioni ai lati: la
colomba con sette gocce di sangue e la spada con l’elsa. La
simbologia criptata è presente
in tutta la chiesa e Priuli-Bon,
connettendo un pensiero all’altro, ha creato un compendio
tra la storia biblica e l’orientazione delle varie componenti
architettoniche, assieme all’incidenza della luce. Un altro
riferimento a san Pietro, l’apostolo che possiede le chiavi dell’ingresso al paradiso, si può
vedere proprio sull’architrave
della porta di destra presso l’ingresso principale. Lì, è scolpita
la frase “et porta coeli”, la porta
del Cielo, che richiama il passo
di Gesù quando dice a Pietro:
“Io ti dico, tu sei Pietro, e su questa
pietra edificherò la mia chiesa. ... Io
ti darò le chiavi del regno dei cieli;
tutto ciò che legherai in terra sarà
6
7
legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in ter ra sarà sciolto nei
cieli”33. Invece a sinistra dell’ingresso principale sull’architrave della porta laterale è scolpita la frase “Domus dei”. Le scritte nelle architravi delle due
porte laterali in facciata assieme formano il passo della Genesi (28.17): “Questa è proprio la
casa di Dio, questa è la porta
del cielo”. E sull’architrave
della porta principale sono
scolpite le parole: “Domus mea
domus orationis” frase che
riprende il passo di Isaia (56.7)
e degli Evangelisti Matteo
(21.13), Marco (11.17) e Luca
(19.46)34. Si è visto che in direzione facciata-abside nasce sul
lieve profilo montuoso la stella
Vega, ben visibile nei mesi
invernali e stando davanti alla
facciata si può vedere il simbolo cristologico in alto nel cielo:
con la Crux Maior in piedi ben
retta e ai suoi fianchi l’Omega
che la precede e l’Alfa che la
segue. Questo si manifesta
nella piena notte, nei mesi da
metà maggio agli inizi di ottobre, quando queste costellazioni passano in alto nel cielo,
percorrendo la volta celeste
per poi andare tramontare a
circa 333° di azimut (fig. 2). E
tale immagine cristologica è
richiamata dalle due lettere
Alfa e Omega scolpite sui capitelli originali delle colonne che
affiancano la porta principale
della chiesa.
Una tradizione rifiorita
Priuli-Bon, ingegnere, architetto e storico dell’architettura 35, possedeva le conoscenze
derivanti dall’antica tradizione
su come orientare un edificio
sacro ed inoltre aveva le capacità per calcolare e scegliere
volutamente la precisa direzione di un edificio. Nel frontespizio del suo scritto Riassunto
delle lezioni sulle origini e sviluppo
dell’architettura occidentale
(1906), conservato oggi nella
Biblioteca della Fondazione
San Bernardino a Trento, si
può leggere la sua dedica allo
storico contemporaneo Giuseppe Gerola (1877-1938) 36 ,
anch’egli vicino alle tematiche
dell’orientazione. Gerola,
durante il suo incarico come
soprintendente ai Monumenti
della Romagna con sede a
Ravenna (1909-1920) 37, analizzò trentasette edifici sacri di
età paleocristiana in città e nei
dintor ni, utilizzando come
strumento di misurazione la
bussola. Non soddisfatto del
risultato, in quanto non riuscì
385
ad evidenziare le relazioni tra le
orientazioni delle chiese analizzate e le feste liturgiche, espresse la convinzione che attraverso
nuovi sistemi di misurazione e
nuovi studi si sarebbero potuti
ottenere in futuro risultati più
certi 38 . Non esistevano per i
costruttori medioevali particolari difficoltà nell’orientare un
edificio con il sorgere o il tramonto di un astro in un determinato giorno; era sufficiente
prendere due mire posizionandole distanti fra loro ed attendere il giorno desiderato. Oggi,
però, calcolare a ritroso come
un edificio sacro è stato orientato, è un’operazione di una
certa complessità, poiché si
devono considerare più fattori,
come l’epoca di fondazione, la
latitudine, la direzione del
Nord astronomico, il profilo
montuoso (se esiste), la rifrazione, l’errore del Calendario Giuliano e l’eventuale dissimmetria
dei lati e dell’abside rispetto
all’asse della chiesa: tutti fattori
che incidono notevolmente sul
risultato finale.
Forse Priuli-Bon, per la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a
Mogliano Veneto, cercava un’orientazione sulla linea equinoziale, ma rispetto a questa direzione, la disposizione dell’edificio sacro diverge di quasi due
gradi in angolo orizzontale (azimut) e di un grado in angolo
verticale (declinazione). E’
improbabile pensare ad un
errore costruttivo o ad un’imprecisione da parte del costruttore, poiché la linea equinoziale si può determinare in modo
facile e preciso in qualsiasi giorno dell’anno come descritto già
dagli antichi eruditi (Vitruvio,
De Architectura, IX e Plinio il
Vecchio, Naturalis Historia,
XVIII). Inoltre due gradi in
angolo orizzontale significherebbero uno scostamento angolare pari a circa quattro dischi
del Sole visto sull’orizzonte39.
Priuli-Bon creò l’edificio
sacro incorporando due ele386
menti: l’organismo e il simbolismo. Come lui stesso afferma
nei suoi scritti di architettura,
ogni edificio sacro deve racchiudere in sé l’organismo che
è la costruzione stessa e il simbolismo, che si sviluppa con le
regole della proporzionalità;
questi due elementi uniti assieme avvicinano l’edificio alla
perfezione 40. Egli riprende le
regole e i concetti dettati da
Vitruvio quando tratta le proporzioni, la simmetria e il
ritmo delle parti di un tempio,
nel passo: “La composizione del
tempio si basa sulla simmetria i cui
principi l’architetto deve rispettare
scrupolosamente. Essa del resto
nasce dalla propor zione che in
greco è detta analsgia. La proporzione non è altro che la possibilità
di commisurare, secondo un modulo fisso, le singole parti di un’opera
e l’insieme nel suo complesso; a
questo nasce il calcolo simmetrico.
Infatti, senza rispettare simmetria
e proporzione nessun tempio può
avere un equilibrio compositivo
come è per la perfetta armonia
delle membra di un uomo ben formato”41.
Dall’analisi delle centottanta
chiese medioevali situate nel
Nord Italia e lungo la Via Francigena, come accennato, risultano due gruppi principali di
allineamenti: edifici sacri con
orientazione al sorgere o al tramonto del Sole nel giorno del
santo patrono della chiesa ed
edifici sacri allineati alle quattro principali feste mariane.
Dai primi secoli del Cristianesimo fino al XII secolo esistevano le feste mariane dell’Annunciazione, dell’Assunzione,
della Natività di Maria e della
Purificazione, già ricordate nel
martirologio geronimiano del
IV/V secolo 42. Sono proprio
queste quattro più antiche
feste che si sono trovate negli
allineamenti di numerosi edifici sacri di età medioevale. La
Chiesa, nelle festività del ciclo
annuale dei misteri di Cristo,
solennizza e venera con “parti-
9. Scheda tecnica del rilievo topografico georeferenziato della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice,
Mogliano Veneto (TV), 1914-1915.
colare amore la beata Maria,
madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza
del Figlio suo”43 e questa profonda convinzione si rispecchia
nelle feste dedicate alla Vergine44. Sappiamo dal Liber pontificalis 45 che fu proprio il Papa
Sergio I (687-701), oltre a istituire i riti dell’Assunzione, a fissare le altre tre importanti feste
mariane del 2 febbraio (Purificazione), del 25 marzo
(Annunciazione) e dell’8 settembre (Natività di Maria). Ma
la festa dell’Annunciazione a
Maria, evento narrato nel Vangelo secondo Luca (1,26-37),
era entrata nel calendario liturgico già alla fine del IV secolo.
In seguito al Concilio di Efeso
del 431, in cui si stabilì che
Maria Santissima è la Madre di
Dio, il culto mariano si diffuse
prima in Oriente, poi in Occidente. La ricorrenza del concepimento, festeggiata in Occidente già intorno alla fine del
IV secolo46, venne fissata esattamente nove mesi prima di
quella del Natale, cioè al 25
marzo, come Concezione di Cristo
e Principio della Redenzione. Inoltre, fin dal III secolo era universalmente diffusa l’opinione
che proprio il 25 marzo, giorno dell’equinozio di primavera, fosse stato creato il mondo,
che Maria Vergine avesse concepito il Verbo e che Cristo
fosse morto sulla Croce, come
si può apprendere dal passo
dell’antico Martyrologium Hieronmianum, dove si legge alla
9
data del 25 marzo: “Dominis
nostris Iesus Christus crucifixus est
et est conceptio sanctae Mariae et
passio”47.
Questa data è legata alla primavera, che presso tutti i popoli, fu sempre vista come un
momento di fondamentale
importanza perché simbolo di
rinascita. Il monaco Anastasio
del monastero del Monte Sinai
(VI secolo) vide nella primavera il Cristo incarnato, l’inizio, la
radice e le fondamenta di tutto
il creato48. Nel VII/VIII secolo
si considerava ancora il 25
marzo il giorno dell’equinozio
di primavera, come descritto
dal monaco e Padre della Chiesa il Venerabile Beda (c. 672735)49. Al 25 marzo, data fonda387
mentale per l’anno liturgico,
siamo qualche giorno dopo l’equinozio astronomico, l’uomo
si accorge che le tenebre sono
sconfitte dalla luce del Sole. E
non a caso in molte città dell’Europa 50 nel corso del
Medioevo si faceva iniziare l’anno proprio il 25 marzo, anno ab
incarnatione Domini, utilizzando
dunque il calendario basato
sulla ricorrenza dell’Incarnazione51. Le riflessioni elaborate dai
Cristiani fin dai primi secoli
esprimevano il concetto che,
passato l’equinozio di primavera, la luce del Sole prevale sulle
tenebre: proprio su tale trionfo
della luce si fonda il pensiero
della Chiesa, e questo è anche il
punto di partenza per il computo della Pasqua52.
Maria era particolarmente
venerata dai monaci Benedettini e dai Cistercensi che intitolarono la maggior parte delle
loro architetture alla Vergine e
che contribuirono a portare
un’ulteriore propagazione
mariologica nel Medioevo 53 .
Questa devozione è stata continuata da don Bosco e successivamente dai Salesiani, i quali
dedicano le loro chiese, scuole
e oratori alla Vergine Maria.
Possiamo anche chiederci
perché il costruttore, per la
chiesa salesiana a Mogliano
Veneto, non abbia scelto un
allineamento al 24 maggio, la
festa di Maria Ausiliatrice. La
risposta può essere trovata nel
linguaggio architettonico che
Priuli-Bon conferì alla chiesa.
Egli diede un’impronta romanica alla chiesa, parzialmente
ripresa dalle architetture cistercensi, e scelse pertanto un allineamento ad una delle feste di
Maria conosciute nel Medioevo,
in questo caso l’Annunciazione,
il 25 marzo. Alcune chiese
cistercensi presentano proprio
quest’orientazione, allineate
con il sorgere o il tramontare
del Sole sull’orizzonte locale
nel giorno dell’Annunciazione
a Maria, come la chiesa mona388
stica di Santa Maria a Morimondo vicino a Milano (al tramonto) e la chiesa monastica
di Santa Maria ad Abbadia Cerreto in provincia di Lodi (al
sorgere) 54 , ma come anche
l’antica chiesa benedettina di
Santa Maria del Pero di Monastier (al tramonto)55. Invece la
festa di Maria Ausiliatrice,
come si è visto, ha avuto origine soltanto in seguito alla vittoria di Lepanto (1571) e il giorno fu stabilito nel 1814, in
occasione della liberazione di
Pio VII dopo essere stato fatto
prigioniero dalle truppe napoleoniche.
Considerando tutti questi
aspetti, possiamo esprimere
un’ipotesi verosimile riguardo
alla disposizione della chiesa
del Collegio Salesiano Astori,
ovvero che il costruttore abbia
scelto volutamente il linguaggio architettonico medioevale e
l’allineamento con il tramonto
del Sole al 25 marzo, data liturgicamente significativa, in cui
si festeggia l’Annunciazione a
Maria, l’Incarnazione di Cristo
e si ricordava la sua morte in
croce. La simbologia cristiana,
che segna il principio e la fine,
è espressa dalle due lettere dell’alfabeto greco, alfa e omega,
alle quali è stato attribuito il
significato apocalittico, come
descritto da Giovanni Evangelista nell’Apocalisse: “Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore
Dio, Colui che è, che era e che
viene, l’Onnipotente”56. Questo
segno cristologico, formato da
Alfa, croce e Omega, si trova
rappresentato diffusamente sui
mosaici o sugli affreschi, sui
plutei, sulle lastre marmoree
dei sarcofaghi cristiani 57, così
come anche all’esterno e all’interno dell’abside e sulla facciata della chiesa di Santa Maria
Ausiliatrice a Mogliano Veneto58 e anche sulla facciata dell’altra chiesa di Priuli-Bon,
Santa Maria Assunta a Monastier.
Priuli-Bon ha saputo dunque
10. Scheda tecnica del rilievo topografico georeferenziato della chiesa benedettina Santa Maria del
Pero, Monastier (TV), X secolo.
connettere tutti i tasselli progettuali (linguaggio architettonico,
dedicazione, orientazione, festa
liturgica e simbologia) per creare un progetto unitario perfetto.
Conclusione
Negli ultimi secoli la consuetudine di orientare un’architettura sacra verso il punto sull’orizzonte dove sorgeva o tramontava un certo astro, in particolare il Sole o la Luna, in una data
liturgicamente o astronomicamente importante per il
costruttore, è stata quasi del
tutto dimenticata e non più
compresa. Grande scetticismo e
molti dubbi nacquero negli ultimi decenni fra gli storici i quali
si chiedevano se agli inizi del
Cristianesimo e durante il
Medioevo veramente fosse esistita questa tradizione e, se sì,
verso quale punto sull’orizzonte
venisse orientato un edificio
sacro. In Italia solo dagli anni
Ottanta del Novecento studiosi,
dapprima astronomi (come
Giuliano Romano), iniziarono
ad analizzare l’orientazione
degli edifici in modo sistematico59. Difficile è dimostrare questa prassi che fu tramandata
oralmente di secolo in secolo.
Attraverso i rilievi topografici
georeferenziati e i calcoli trigonometrici ed astronomici, si
può oggigiorno determinare
con grande precisione la disposizione di un edificio nello spazio e fornire in tal modo una
prova oggettiva. I risultati di
questi studi condotti negli ulti-
10
mi decenni sono solo apparentemente “sorprendenti” poiché,
nella maggior parte dei casi, l’edificio sacro incorpora una
ricercata e ben precisa orientazione, che emerge ancor più
chiaramente se si considera il
pensiero liturgico e il profondo
significato simbolico della luce
che esisteva durante il Medioevo, soprattutto in riferimento
ai due astri più luminosi nel
cielo, il Sole e la Luna. Vengono oggi trascurate le poche
annotazioni di poeti e studiosi
dell’Ottocento e di inizio Novecento, che hanno ripreso questa tradizione nelle loro poesie
e nei loro scritti, eppure esse
forniscono un’ulteriore prova
della consuetudine di orientare
389
11
un edificio sacro verso un
punto significativo sull’orizzonte. La già citata lettera del 1914
dell’ingegner Lorenzo PriuliBon, in cui affermava che la
chiesa di Santa Maria Ausiliatrice nel Collegio Salesiano Astori
390
non doveva assumere una direzione Nord-Sud poiché sarebbe
andata contro la consuetudine
degli antichi, è una precisa
testimonianza di questa tradizione dimenticata. Egli orientò
la chiesa al tramontare del Sole
il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione a Maria; e questo è
confer mato oggi dal rilievo
topografico georeferenziato
che fornisce un allineamento
proprio con il tramontare del
Sole (sul lieve e lontano profilo
12
11. Scheda tecnica del rilievo
topografico georeferenziato della
chiesa di Santa Maria Assunta,
Monastier (TV), 1923-1946.
12. Scheda sullo studio della luce
all’interno della chiesa di Santa
Maria Assunta, Monastier (TV),
1923-1946.
montuoso) in questo giorno.
Priuli-Bon non solo fissa la tradizione dell’orientazione sostenendo quale sia la direzione
corretta, ma la fa rivivere nella
costruzione della nuova chiesa
salesiana, accordandola con la
391
chiesa monastica benedettina
di origine medioevale, dedicata
a santa Maria Assunta e situata
non molto distante dal Collegio. Nello studio delle chiese
benedettine nel Veneto si è
potuto evidenziare che quest’ultima è orientata con il tramontare del Sole nel giorno
della ricorrenza di san Benedetto, quando il calendario dei
santi la fissava al 21 marzo.
Per queste due chiese60 situate nella stessa località e vicine
fra loro, costruite a distanza di
oltre novecento anni, si possono evidenziare delle testimonianze fondamentali che riportano alla luce una consuetudine andata persa durante i secoli e rifiorita nei primi decenni
del Novecento attraverso questo progettista con la sua opera
sacra e con il suo scritto.
secolo circa, testimoniate nell’antico Martyrologium Hieronymianum del IV/V secolo.
Con l’Imperatore bizantino Maurizio Flavio
Tiberio (582-602) la festa dell’Assunzione
fu spostata e festeggiata solennemente il 15
agosto. La testimonianza si legge nell’opera
Historia Ecclesiastica, liber XVII, cap. 28, degli
inizi Trecento, scritta dal monaco bizantino
Nicephorus Callistus Xanthopoulos. Si
vedano NICEPHORI CALLISTI XANTHOPULI Ecclesiasticae Historiae libri decem et octo,
Paris 1574, p. 1092. A. CAPPELLI, Cronologia Cronografia e Calendario perpetuo, Hoepli,
Milano 1998, p. 147. F. COURTH, Aufnahme
Marias in den Himmel, Geschichtliche Entfaltung, in Lexikon fuer Theologie und Kirche,
Herder, Freiburg 2009, vol. I, p. 1216.
(9) Nell’indagine, oltre agli aspetti
astronomici e liturgici, si sono considerati
anche la morfologia del terreno e l’assetto
urbanistico del luogo.
(1) E. SPINAZZÈ, Luce ed Orientazione
delle chiese monastiche medioevali nel Veneto, in
“Benedictina” Rivista del Centro Storico
Benedettino Italiano, Abbazia S. Maria del
Monte, Cesena, anno 57, fasc. n.1, gennaiogiugno 2010, pp. 91-102. E. SPINAZZÈ,
Luce e canto incisi nelle pietre. Allineamenti
astronomici delle chiese monastiche benedettine
medioevali nel Veneto, Cleup, Libraria Editrice
Università di Padova, Padova 2015a.
(2) Si ricorda che alla fine del X secolo,
il vero equinozio astronomico di primavera
avveniva circa 7 giorni prima, cioè il 13/14
marzo, questo dovuto all’errore accumulato
nei secoli dal Calendario Giuliano.
(3) Martyrologium Romanum Gregorii XIII.
jussu editum, et Clementis X, Venetiis 1743, p.
48. Si veda inoltre un calendario medioevale dei santi come quello presente nel manoscritto Claricia Psalter, fine XII - inizi XIII
secolo, Augusta (Germania), Walters Art
Museum, Ms W. 26, Calendar, 2v, (1v-7r).
Sulla vita di san Benedetto si veda la biografia scritta da Gregorio Magno nell’opera
Dialoghi, secondo libro.
(4) Siamo anche vicini al 25 marzo, festa
dell’Annunciazione, però si deve tener
conto che l’ipotesi di un’orientazione al 25
marzo, sarebbe poco credibile, in quanto il
Sole (apparentemente) intorno agli equinozi percorre velocemente la sua orbita;
alla latitudine di Mogliano Veneto si sposta
di circa 2 gradi in 4 giorni; troppi per considerare una imprecisione costruttiva. Per l’analisi dell’orientazione della chiesa di Santa
Maria Assunta a Mogliano Veneto si veda:
Spinazzè, 2015a, pp. 248-256, 477; e per la
storia della chiesa si veda: Archivio di Stato
di Treviso (ASTV), Corporazioni religiose
soppresse, S. Teonisto di Treviso, b. 34, reg. 1,
c.1. Archivio Vescovile di Treviso (ACVTV),
Diplomatico, Diplomi regi e imperiali, ad anno.
G. LIANA, Rilievo della chiesa di Santa Maria
di Mogliano e delle sue varie fasi, Mogliano
Veneto ca. 2000 (pianta). G. LIANA, Interventi di restauro in Abbazia, in “Voce della
Comunità”, Mogliano Veneto, n. 47, 2008,
pp. 10-11. G. POLO, G. VENTURINI, Il
monastero di S. Maria di Mogliano, Mogliano
Veneto 1983. G. POLO, G. VENTURINI,
Mogliano, realtà e vicende nel tempo, Arcari,
Mogliano Veneto 1997. M. POZZA, Regesti
delle pergamene di santa Maria di Mogliano
392
997-1313, Mogliano Veneto 2000. V.
SIMEONI, L’arcipretale di S. Maria Assunta di
Mogliano, Arcari Editore, Mogliano Veneto
1992. F. TROLESE G.B., Il monachesimo nel
veneto medioevale, Centro Storico Benedettino Italiano, Cesena 1998. F. TROLESE
G.B., Mogliano e il suo monastero, mille anni di
storia, Centro Storico Benedettino Italiano,
Cesena 2000.
(5) CLEMENTE ALESSANDRINO, Stromati, (VII) II secolo; Constitutiones Apostolorum, (II.57), IV secolo; Testamentum domini
Nostri Jesu Christi (I, De consititutione ecclesiae,
XIX), IV-V secolo; ISIDORO, Etymologiae
(XV.7) e più tardi nei secoli come IOANNES BELETHUS, Rationale divinorum officiorum (II, De loco), XII secolo; CARLO BORROMEO, Instructionum fabricae et suppellectiliis ecclesiasticae (X), XVI secolo.
(6) GUIDO BONATUS DE FORLIVIO,
Decem continens tractatus astronomie, editore
Penzio Giacome, Venetiis, 1506, tomo IV,
tractatus de electionibus, cap. 3 e 4. E. SPINAZZÈ, La consuetudine medioevale nell’orientazione degli edifici sacri secondo il trattato di
Guido Bonatti, in Atti dell’Accademia ‘San
Marco’ di Pordenone, Pordenone 2014, n. 16,
pp. 521-570.
(7) Si vedano i vari studi di EVA SPINAZZÈ con i dati tecnici, calcoli e restituzioni grafiche dei rilievi topografici georeferenziati: Luce e canto incisi nelle pietre. Allineamenti astronomici delle chiese monastiche benedettine medioevali nel Veneto, Cleup, Libraria
Editrice Università di Padova, Padova, 2015.
La luce nell’architettura sacra: spazio e orientazione nelle chiese del X-XII secolo tra Romandie e
Toscana, collana Mediaevistik, Peter Lang
Verlag, Frankfurt am Main 2016. Le pievi
della Carnia. Il legame tra la loro disposizione e
l’osservazione del cielo, in “Atti dell’Accademia ‘San Marco’ di Pordenone”, Pordenone 2015, n. 17, pp. 469-523, 921. E. SPINAZZÈ, P. MORONI, Rilievi topografici per
uno studio archeoastronomico sulle architetture
sacre di origine medioevale a Venezia, in “Geocentro”, Roma 2011, Novembre-Dicembre,
n. 18, 36-53.
(8) Nel primo Cristianesimo si celebrava
l’Assunzione di Maria il 18 gennaio; le attestazioni di questa festa sono molto antiche,
dato che risalgono in Oriente già al III
(10) Per approfondimenti sulla posizione del celebrante e dei fedeli durante la
messa e la posizione dell’altare esiste
un’ampia bibliografia. Si vedano S. DE
BLAAUW, Cultus et decor, liturgia e architettura nella Roma tardoantica e medievale, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano
1994, vol. I-II. F. J. DOELGER, Sol Salutis,
Gebet und Gesang im christlichen Altertum,
Aschendorff Verlagsbuchhandlung, Muenster in Westfalen 1925. B. DIEBNER, Die
Orientierung des Jerusalemer Tempels und die
‘Sacred Direction’ der fruehchristlichen Kirchen,
in “Zeitschrift des Deutschen PalaestinaVereins“, a cura di Arnulf Kuschke, Kommissionsverlag Otto Harrassowitz, Wiesbaden 1971, Band LXXXVII, pp. 153-166. M.
DYKMANS, Le Cérémonial Papal de la fin du
moyen âge à la renaissance, Institut Historique
Belge de Rome, Bruxelles, Rome 1981,
tomo II, cap. IX. K. GAMBER, Liturgie und
Kirchenbau, Pustet Verlag, Regensburg 1976,
pp. 7-27 (Die Hinwendung nach Osten bei der
Messfeier im 4. und 5. Jahrhundert). K. GAMBER, Zum Herrn Hin! Fragen um Kirchenbau
und Gebet nach Osten, Pustet Verlag, Regensburg 1987. A. GERHARDS, Blickt nach
Osten! Die Ausrichtung von Priester und
Gemeinde bei der Eucharistie, eine kritische
Reflexion nachkonziliarer Liturgiereform vor dem
hintergrund der Geschichte des Kirchenbaus, in
Liturgia et Unitas, Liturgiewissenschaftliche und
oekumenische Studien zur Eucharistie und zum
gottesdienstlichen Leben in der Schweiz, a cura
di Martin Kloeckener, Arnaud Join-Lambert, Universitaetsverlag Freiburg, Genf
2001, pp. 197-217. S. HEID, Gebetshaltung
und Ostung in fruehchristlicher Zeit, in “Rivista
di Archeologia Cristiana”, Pontificio Istituto
di Archeologia Cristiana, Città del Vaticano
2006, LXXXII, pp. 347-404. L. JAIME, Versus Populum Revisited, in “Worship”, May,
vol. LXVIII, n. 3, 1994, pp. 210-221. D. A.
KING, The orientation of medieval islamic religious architecture and cities, in “Journal for
the Histor y of Astronomy”, ed. M.A.
Hoskin, Cambridge 1995, Februar y, vol.
XXVI, part I, pp. 253-274. U. M. LANG,
Conversi ad Dominum, Zu Geschichte und Theologie der christlichen Gebetsrichtung, Johannes
Verlag, Einsiedeln 2003. O. NUSSBAUM,
Die Zelebration versus populum und der Opfercharakter der Messe, in “Zeitschrift fuer katholische Theologie“, Universitaet Innsbruck,
Verlag Herder, Wien 1971, Band XCIII, pp.
148-167. E. PETERSON, La Croce e la preghiera verso Oriente, in Ephemerides Liturgicae,
Città del Vaticano 1945, LIX, pp. 52-68. J.
C. RATZINGER, Das Fest des Glaubens, Versuche zur Theologie des Gottesdienstes, Johannes
Verlag, Einsiedeln 1981, cap. Anmerkung zur
Frage der Zelebrationsrichtung. R. SUNTRUP,
Die Bedeutung der liturgischen Gebaerden und
Bewegungen in lateinischen und deutschen
Auslegungen des 9. bis 13. Jahrhunderts, in
Muenstersche Mittelalter-Schriften, Wilhelm
Fink Verlag, Muenchen 1978, Band XXXVII, pp. 122-454. C. VOGEL, L’orientation
vers l’Est du célébrant et des fidèles pendant la
célébration eucharistique, in “L’orient Syrien“,
Vernon 1964, vol. IX, pp. 3-37. M. WALLRAFF, Die Urspruenge der christlichen Gebetsostung, in “Zeitschrift fuer Kirchengeschichte“, Verlag W. Kohlhammer, Stuttgart 2000,
Band CXI, Heft 1, pp. 169-184. M. WALLRAFF, Gerichtetes Gebet. Wie und warum richten Juden und Christen in der Spaetantike ihre
Sakralbauten aus?, in Dialog oder Monolog?,
Albert Gerhards, Hans Hermann Henrix,
Verlag Herder, Freiburg 2004, pp. 110-127.
Si veda inoltre la dissertazione di SPINAZZÈ, 2016, cap. 4.8 ‘Direzione sacra’ e
orientazione nella preghiera, pp. 475-484; cap.
4.9 Orientazione dell’edificio sacro, pp. 485508.
(11) WILLIAM WORDSWORTH, The
complete poetical works, a cura di John Morley, ed. Macmillan, London 1902, pp. 641643. E. SPINAZZÈ, The alignment of sacred
medieval buildings and the path of light inside
the church on the Patron Saint’s day, in “Atti
della Società Européenne pour l’Astronomie dans la Culture (SEAC)”, Convegno
Internazionale, Roma, 9-13 Novembre
2015, Astronomy in Past and Present Cultures,
2016 (in corso di pubblicazione).
(12) Local Chronology, notes of the principal events, Kendal Newspapers, London
1865, pp. 55, 60, 63. Spinazzè, 2016, pp.
298-301.
(13) Memorie Biografiche di san Giovanni
Bosco, a cura di E. CERIA, Società editrice
internazionale, Torino 1936, vol. XVII,
capo V.147.
(14) G. POLO, G. VENTURINI, Personaggi Moglianesi, Arcari Srl, Mogliano Veneto 1997, p. 75.
(15) Nel 1951 le cappelle laterali furono portate a tre per lato, come si può
tutt’oggi vedere.
(16) Lettera di Lorenzo Priuli Bon del
10 febbraio 1914, Verona, conservata nell’archivio del Collegio Astori, Mogliano
Veneto; pubblicata in Chiesa del Collegio Salesiano Astori, Mogliano Veneto, 1915-2015, a
cura di C. BISON, G. DEL TODESCO FRISONE, Arcari Industria Grafica, Mogliano
Veneto 2015, pp. 10-11.
(17) Si nota però che le chiese cistercensi presentano absidi rettangolari, qui
invece nella chiesa salesiana a Mogliano le
absidi sono semicircolari.
(18) Nel Bollettino Salesiano, anno
XXXIX, n. 6, Giugno 1915, p. 189, è riportata la data del 19 maggio 1915, ma il 19
non era una domenica, invece il 9, 16, 23
maggio erano giorni festivi in quell’anno.
(19) Bollettino Salesiano, anno XXXIX,
n. 6, Giugno 1915, p. 189.
(20) La festa di Maria Ausiliatrice fu fissata il 24 maggio dal Pontefice Pio VII in
memoria e in ringraziamento del suo ritorno a Roma dall’esilio, avvenimento che
accadde il 24 maggio 1814, ma essa ha origini già dalla vittoria di Lepanto (7 ottobre
1571). Bollettino Salesiano, anno XXXIX, n.
5, Maggio 1915, p. 130. Bollettino Salesiano,
anno XXXIX, n. 9, Settembre 1915, pp.
257-258. Bollettino Salesiano, anno XXXIX,
n. 11, Novembre 1915, p. 330. Cappelli,
1998, p. 148: la festa di Maria Vergine Ausiliatrice, venerata dalla congregazione salesiana, è ricordata il 21 maggio nel calendario di Adriano Cappelli.
(21) Bollettino Salesiano, anno XXXVIII,
n. 7, Luglio 1914, p. 215. Chiesa del Collegio
Salesiano Astori, Mogliano Veneto, 1915-2015,
a cura di C. BISON, G. DEL TODESCO
FRISONE, Arcari Industria Grafica, Mogliano Veneto 2015, p. 12.
(22) Un’associazione può essere vista
con il Salmo 104 (103); ISIDORO, Etimologie o origini, a cura di Angelo Valastro Canale, UTET, Torino 2006, vol. I, libro VI, cap.
17 e 19; SANT’AGOSTINO, Esposizioni sui
Salmi, a cura di Vincenzo Tarulli, Città
Nuova, Roma 1971, XXVI, salmo 54, n. 18,
pp. 108-109. Sull’importanza del sorgere e
del tramontare del Sole in rapporto con
l’edificio sacro, si veda Spinazzè, 2016, cap.
2.5, pp. 84-91.
(23) Bollettino Salesiano, Luglio 1914,
anno XXXVIII, n. 7, p. 215.
(24) In realtà Lorenzo Priuli-Bon avrebbe potuto tracciare l’orientazione della
chiesa il 25 marzo, alcune settimane prima
dell’inizio dei lavori.
(25) E’ l’azimut corrispondente al sorgere del Sole intorno al 7 giugno alla latitudine di Mogliano Veneto.
(26) Sant’Agostino, Esposizioni sui Salmi,
a cura di Vincenzo Tarulli, Città Nuova,
Roma 1971, XXVI, salmo 54, n. 18, pp.
108-109. Salmo 54,18: “Di sera, al mattino, a
mezzogiorno mi lamento e sospiro ed egli
ascolta la mia voce”.
(27) Monastier erge un tempio a Dio nel
punto più aspro della battaglia, in “La vita del
Popolo”, 25 agosto 1923, anno XXXI, n.
34, p.—.
(28) Monastier erge un tempio a Dio nel
punto più aspro della battaglia, in “La vita del
Popolo”, 25 agosto 1923, anno XXXI, n.
34, p.—. Si veda inoltre C. CHIMENTON,
E ruinis pulchriores. Perdite e risarcimenti artistici nelle chiese lungo il Piave. Relazione sui
danni di guerra e sulle nuove opere artistiche
fornite alle chiese della Diocesi di Treviso, e
documenti interessanti le nuove ricostruzioni,
Tipografia editrice trevigiana, Treviso
1934.
(29) Spinazzè, 2015a, cap. 7.2, pp. 257-
265, 478-479 (rilievo). Sulla storia della
chiesa si vedano: ASVE, Archivio di S. Giorgio Maggiore di Venezia, B. 54, marzo II, piccolo registro del 1640. R. CESSI, Documenti
relativi alla storia di Venezia anteriori al Mille,
Gregoriana Editrice in Padova 1942, libro I
e II. EMMANUELE ANTONIO CIGOGNA,
Delle Inscrizioni Veneziane, Giuseppe Picotti
Stampatore, Venezia 1834, vol. IV. MARIA
DAVIDE da Portogruaro, L’abbazia benedettina di Monastier di Treviso 950-1948, Linotipia 1948. I. SARTOR, L’abbazia di Santa
Maria di Pero, Piazza Editore, Treviso 1997.
(30) In quella direzione, con un azimut
di 29°41’, sorge proprio la stella Vega con
la declinazione di 38°42’.
(31) Possiamo vedere questo allineamento particolare, verso il sorgere o il tramontare della stella Vega, anche nelle due
chiese medioevali di Santa Caterina a Mazzorbo (Venezia) e di Santa Maria del Carmelo a Venezia. Una fondamentale opera
medioevale dove sono descritte queste tre
costellazioni con il loro significato simbolico e religioso è De cursu stellarum ratio attribuito a Gregorio di Tours (VI secolo).
(32) Monastier erge un tempio a Dio nel
punto più aspro della battaglia, in “La vita del
Popolo”, anno XXXI, n. 34, 25 agosto
1923, p.—.
(33) Matteo 16.18-19.
(34) Isaia 56.7: “...il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”.
(35) Si veda il suo scritto “Riassunto delle
Lezioni sulle Origini e sviluppo dell’architettura
occidentale”, Società Cooperativa Tipografica, Padova 1906.
(36) Questo libro con la dedica oggi si
trova a Trento, nella Fondazione Biblioteca
San Bernardino, poiché Giuseppe Gerola
fu dirigente nella Soprintendenza all’Arte
medievale e moderna in Trento dai primi
anni venti del Novecento fino alla sua
morte, nel 1938.
(37) Dizionario Biografico degli Italiani,
2000, voce: Gerola, Giuseppe, vol. 53.
(38) G. GEROLA, L’orientazione delle
chiese in Ravenna antica, in “Rivista del R.
Istituto d’Archeologia e Storia dell’Arte
(RIASA)”, ed. Poligrafico dello Stato,
Roma, anno V, fasc. III, 1936, pp. 242-266,
piante. In prossima pubblicazione, l’analisi
da parte dell’autrice delle chiese medioevali di Ravenna poste a confronto con i risultati di Giuseppe Gerola.
(39) G. CECCHINI, Il Cielo, Utet, Torino 1952, p. 77. Il diametro apparente sia
del Sole che della Luna sull’orizzonte è di
circa mezzo grado.
(40) L. PRIULI-BON, Riassunto delle
Lezioni sulle Origini e sviluppo dell’architettura
occidentale, Società Cooperativa Tipografica,
Padova 1906, p. 4.
(41) MARCO VITRUVIO POLLIONE, De
Architectura, a cura di Luciano Migotto, edizioni Studio Tesi, Padova 1997, libro III, 1.1.
393
(42) Martyrologium Hieronymianum, in
Giovanni Battista de Rossi e Ludovico
Duchesne, Acta Sanctor um Novembris,
Société de Librairie, Bruxelles 1894, tomo
II, pars prior.
(43) Sacrosanctum Concilium, in Documenti, il Concilio Vaticano II, a cura del Centro
Dehoniano, edizioni Dehoniane, Bologna
1966, cap. V.103 (l’anno liturgico), pp. 78-79.
(44) A. M. ALTERMATT, Marienfeste, in
Lexikon fuer Theologie und Kirche, Herder,
Freiburg 2009, vol. VI, pp. 1370-1372.
(45) Liber Pontificalis, a cura di L.
DUCHESNE, éditeur Ernest Thorin, Paris
1886, vol. I, p. 376, n. 163 (Sergius I). Si
veda anche L. DUCHESNE, Origines du culte
chrétien, ed. Albert Fontemoing, Paris 1903,
pp. 271-273.
(46) Cappelli, 1998, p. 147.
(47) Martyrologium Hieronymianum, in
Giovanni Battista de Rossi e Ludovico
Duchesne, Acta Sanctorum Novembris, Société
de Librairie, Bruxelles 1894, tomo II, pars
prior, p. 36.
(48) ANASTASIUS OF SINAI, Hexaemeron, a cura di C. CLEMENT, A. KUEHN, J.
D. BAGGARLY, Pontificio Istituto Orientale, Roma 2007, libro IV, cap. III.1, pp. 100101.
(49) VENERABLE BEDE, De temporum
ratione, in J.A. GILES, The complete works of
Venerable Bede in the original latin, ed. Ave
Maria Lane, London 1843, caput XXX (De
aequinoctiis et solstitiis), p. 206.
(50) Si veda Cappelli, 1998, pp. 11-15.
(51) Cappelli, 1998, p. 7. Molte città
durante il Medioevo iniziavano l’anno il 25
marzo, utilizzando un calendario che si
basava sullo stile di Incarnazione, per esempio la città di Lucca (fino alla fine del XII
secolo). Si nota che in questa città le sei
chiese di epoca medioevale (Santa Maria
Forisportam, Santi Giovanni e Reparata,
San Martino, San Michele, Sant’Alessandro, San Cristoforo) all’interno dell’antico
nucleo urbano, sono orientate con il tramonto del Sole il 25 marzo all’epoca della
loro fondazione. Per approfondimenti e
dati tecnici con elaborati grafici si veda Spinazzè, 2016, cap. 3.2.1. Alcuni padri della
Chiesa ritenevano che il mistero dell’Incarnazione fosse avvenuto all’aurora, ossia con
la nascita del Sole, il quale illumina ogni
vivente e segna il principio del giorno.
Secondo altri, invece, l’Incarnazione sarebbe avvenuta a mezzogiorno, la parte del
giorno in cui gli angeli apparvero ad Abramo, annunciandogli il concepimento di
Isacco; inoltre perché nella medesima ora
patì Cristo, per la cui Passione siamo stati
illuminati, e proprio in quest’ora il Sole
raggiunge la sua massima altezza della giornata. Infine, altri dicono che l’Incarnazione sarebbe avvenuta nella mezzanotte
come riportato nel Libro della Sapienza
(18.14-15). G. MORONI ROMANO, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Tipografia Emiliana, Venezia 1859, vol. XCIII,
voce: “Verbo, verbum”, pp. 228-231.
(52) Durante il primo Concilio di Nicea
(325) si stabilì che la data della Pasqua
doveva cadere la domenica successiva al
primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, fissando il giorno dell’equinozio al
21 di marzo. Il Concilio si aprì il 20 maggio
325 (secondo Socrate, Hist. eccl., 1.8) e finì
il 25 luglio 325. EUSEBIO DI CESAREA,
Storia Ecclesiastica, a cura di Salvatore Borzì,
Città Nuova, Roma 2001, parte I, libro
V.23-25, pp. 298-304. Enciclopedia delle Religioni, Vallecchi, Firenze 1970, pp. 303-310,
voce: “Concilio”. Enciclopedia cattolica, Città
del Vaticano, Sansoni, Firenze 1949, pp.
1827-1834, voce: “Nicea”. K. BIHLMEYER,
Das erste allgemeine Konzil zu Nicaea 325 und
seine Bedeutung, in Analecta Sacra Tarraconensia, Anuari de la Biblioteca Balmes 1926,
pp. 199-217 (scritto dopo la conferenza
mondiale sul Cristianesimo dell’agosto
1925 per commemorare questo concilio di
fondamentale importanza avvenuto sedici
secoli prima). Si vedano: ATANASIO, Il
Credo di Nicea, a cura di Enrico Cattaneo,
Città Nuova, Roma 2001. ISIDORO, Etimologie o origini, a cura di Angelo Valastro Canale, UTET, Torino 2006, vol. I, libro VI, cap.
XVII.1-10, pp. 500-511, Il ciclo pasquale.
(53) Per approfondimenti si veda G.
SOELL, Storia dei dogmi mariani, ed. LAS,
Roma, 1981.
(54) Spinazzè, 2016, cap. 3.2 e 3.5.
(55) Si veda nota n. 32.
(56) Apocalisse di san Giovanni 1.8; 22.13.
(57) Per approfondimenti sul significato
del segno cristologico con alfa e omega si
veda: M. DELLA VALLE, La croce in occidente. Il simbolo e il monogramma, in Enciclopedia
Costantiniana, Treccani, Roma 2013. P.
PARENTE, Teologia di Cristo, alfa – omega del
mondo e dell’uomo, Città Nuova Editrice,
Roma 1970. F. CABROL, H. LECLERCQ,
Dictionnaire d’archéologie chrétienne et de liturgie, Librairie Letouzey, Paris 1924, vol. I, pp.
2-25. J. J. HERZOG, Real-Encyclopaedie fuer
protestantische Theologie und Kirche, Hamburg
1854, vol. I, pp. 1-2.
(58) Le coppie dei medaglioni con alfa
e omega sono stati applicati all’esterno
sulla zona absidale qualche decennio fa, ma
le due lettere si trovano anche sulla facciata
scolpite e inscritte in un cerchio tra i quattro evangelisti, già dall’inizio della fondazione: l’arcangelo di san Matteo – A – il
leone di san Marco – il bue alato di san
Luca – W. – l’aquila di san Giovanni.
(59) Sulla storiografia dell’archeoastronomia si veda Spinazzè, 2016, cap. 1.1, pp.
43-53.
(60) Una similitudine con le due chiese
a Mogliano, una benedettina medioevale
del X secolo e l’altra costruita da Priuli Bon
agli inizi del Novecento, si può notare nelle
altre due chiese a Monastier, una sempre
benedettina dello stesso secolo e l’altra
costruita da Priuli-Bon nel 1923.
IN MEMORIA
Tra le vittime del terremoto del 24 agosto nell’alta
valle del Velino, si registra una perdita particolarmente dolorosa per la comunità scientifica: la morte di Floriana Svizzeretto, la storica dell’arte che dal 2003 al
2014 ha diretto il Museo Civico allestito presso la chiesa ormai sconsacrata di Sant’Egidio, è il frutto amaro
dell’amore ricambiato per Amatrice, la passione per la
ricerca condotta con squisita competenza sulla figura e
sull’opera di Cola Filotesio, il genius loci che divulgò la
cultura del Rinascimento maturo nel territorio appenninico sospeso tra Abruzzi, Marche e Lazio, attraversa394
to da faglie tanto insidiose. Nata a Narni cinquantanove anni fa, Floriana Svizzeretto si era laureata in Storia
dell’arte alla Sapienza, specializzandosi successivamente in Storia dell’arte moderna con una tesi specialistica
sulla miniatura e sulla stampa dei Libri d’Ore. Dopo
aver operato presso il MIBACT, aveva collaborato attivamente con la Regione Lazio e con la CEI ed affinato
la sua esperienza professionale assumendo la direzione scientifica del museo amatriciano. La ricordiamo
con affetto e rimpianto, insieme con il lettori di Arte
Cristiana.