ATTI 17 - 18 annunziava Gesù e la risurrezione. 19 Presolo con loro, lo condussero11 su nell'Areopàgo1, dicendo: «potremmo sapere40 quale sia questa nuova dottrina che tu proponi? 20 Poiché ci fai16 sentire17 cose strane18, vorremmo dunque sapere cosa vogliono dire». 21 Ora tutti gli Ateniesi ed i residenti stranieri passavano il loro tempo a dire o ad ascoltare novità35. Il discorso nell’Areopàgo. 22 Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areopàgo, disse: «Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi13. 23 Poiché, passando ed osservando41 gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: al Dio sconosciuto12. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio36. 24 Il Dio che ha fatto il mondo42 e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mania d'uomo 25 e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che a tutti dà la vita, il respiro ed ogni cosab. 26 Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni43 degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche44 loro assegnate ed i confini della loro abitazionec, 27 affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni45, benché egli non sia lontano da ciascuno di noid. 28 Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo2, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: " poiché siamo anche sua discendenza3". 29 Essendo dunque discendenza di Dio14, non dobbiamo credere46 che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a Giov.1.13; Atti 7.48; 1Cor.3.16 - b Gen.2.7; Giob.12.10 - c Deut.32.8 - d Atti 14.17; Rom.1.20 e Is.40.18 - f Atti 14.16 - g Luc.24.47; 1Piet.4.3 h Atti 10.42 - i Rom.16.3; 1Cor.16.19 - m Atti 20.34; 1Tess.2.9 - n Atti 13.14 - o Ezech.3.18-19 1 l’Aeropago o colle di Ares, è una delle colline di Atene situata tra l'agorà e l'acropoli, era sede della suprema corte ateniese che si occupava di questioni civili e giudiziarie, la quale al tempo di Paolo, era formata da un centinaio di membri, in particolare exarconti. - 2 indica costante e assoluta dipendenza. Paolo cita un passo da “L'inno a Zeus” di Cleante (filosofo stoico greco, 330 – 232 a.C. circa) e da “fenomeni” di Arato (poeta stoico greco, nativo della Cilicia la cui capitale era Tarso, 315 - 240 a. C circa) pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umanae. 30 Dio dunque, passando sopra31 i tempi dell'ignoranzaf4, ora5 comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo32, si ravvedanog33, 31 perché ha fissato29 un giorno, nel quale giudicherà30 il mondo con giustiziah per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti». 32 Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano6; altri dicevano: «su questo ti ascolteremo un'altra volta». 33 Così Paolo uscì di mezzo a loro. 34 Ma alcuni si unirono34 a lui e credettero; tra i quali anche Dionisio l'areopagita37, una donna chiamata Damaris ed altri con loro. Paolo a Corinto. Dopo questi fatti egli lasciò Atene e si recò a Corinto19. 2 Qui trovò20 un ebreo, di nome Aquila9, oriundo del Ponto38, giunto di recente dall'Italia insieme con sua mogliei Priscilla, perché Claudio7 aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma, e si unì a loro. 3 Essendo dello stesso mestiere, andò ad26 abitare21 ed a lavorarem con loro, infatti erano fabbricanti di tende8. 4 Ogni sabato Paolo insegnava22 nella sinagogan e persuadeva23 Giudei e Greci39. 5 Quando Sila e Timoteo giunsero24 dalla Macedonia, egli si dedicò25 completamente26 alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo. 6 Ma poiché essi facevano opposizione27 e lo insultavano10, egli scosse le sue vesti28 e disse loro: «il vostro sangue ricada sul vostro capo15; io ne sono nettoo; da ora in poi andrò ai pagani».7 E, uscito di là, entrò in casa di un tale chiamato Tizio 18 3 Cleante ed Arato avevano affermato che l’uomo era di razza divina - 4 non conoscenza di Dio, Ef.4.1718; cf.Atti 14.16 - 5 Is. 66.18 - 6 i Greci credevano nella immortalità dell’anima ma non nella resurrezione dei corpi. I filosofi epicurei non credevano nell'immortalità e consideravano ridicola l'idea della resurrezione. I filosofi stoici professavano agnosticismo e indifferenza riguardo all'immortalità o meno dell'uomo; inoltre credevano che l'anima individuale, alla fine del mondo, fosse destinata ad essere riassorbita nell'anima cosmica - 7 Dice Tacito (storico, oratore e senatore romano 56 - 120 d.C) che Claudio meditava di espellere gli Ebrei dalla capitale, come aveva già fatto Tiberio nel 19 d.C. ma ne ritardò il momento poiché gli Ebrei, per la loro massa, non ATTI 17 - 18 sarebbero potuti essere espulsi facilmente», limitandone comunque il potere e l’arroganza, «Ordinò loro di non riunirsi tutti insieme». L’espulsione avvenne con l’editto di Claudio (nel 49 d.C), che è ricordato da Svetonio (scrittore romano 70-140 d.C) nella sua opera dedicata alle Vite dei dodici Cesari dove scrive: « Dato che i Giudei, istigati da Cresto, provocavano costantemente dei tumulti, [Claudio] li espulse da Roma. » - 8 ogni Giudeo, da piccolo, doveva imparare un lavoro manuale, e questa era un’usanza consolidata anche nelle famiglie aristocratiche israelite. Un proverbio rabbinico diceva: “Chi non insegna a suo figlio un mestiere gli insegna a diventare ladro” - 9 è un nome latino 10 blasfêmeô = dire parole empie, oltraggiare, ingiuriare, diffamare - 11 agô= condurre, accompagnare - 12 Pausania(scrittore greco della seconda metà sec. 2º d. C.) e Lucio Flavio Filostrato ( scrittore greco 172 circa – 247 d.C. circa) scrissero che in Atene vi erano più altari dedicati a dèi sconosciuti. Luciano di Samosata (scrittore greco del II sec. d.C) nella sua opera Philopatris usa questa forma di giuramento: giuro per il Dio Ignoto presso Atene 13 deisidaimôn= religiosi, devoti, superstiziosi. Pausania (geografo e scrittore greco, 110 - 180 d.C.) scrive: "Atene possiede più statue di quante se ne possano trovare in tutto il resto della Grecia. E Petronio, scrittore e politico romano(27d.C – 66 d.C.) scrive: "ad Atene è più facile incontrare un dio che un essere umano". Tertulliano (scrittore romano e apologeta, 155 circa - 230 circa d.C.) in “contra Marcione”, dice: "Trovo altari assegnati al culto di divinità sconosciute, ma questa è una idolatria Attica" 14 Seneca (filosofo romano 4 a.C. - 65d.C.) scrive: "Non è necessario alzare gli occhi al cielo, né pregare il custode del tempio perché ti permetta di accostare l’orecchio alla statua, come se ciò potesse avere come risultato che il dio ti ascolti meglio. Dio è vicino a te, è con te, è in te" (Lettere a Lucilio 41,1) 15 cf. 2Sam.1.16; 1Re 2.37 ; Ez. 33.4; Matt.27.24-25 16 eisferô=recare - 17 eis tas akoas=all’orecchio 18 xenizô=confondere, disorientare stupire, 1Piet.4.4,12 - 19 Corinto era la capitale dell’Acaia, regione della Grecia e sede del proconsole romano. La città era stata devastata e incendiata nel 146 a.C. dall’esercito del generale romano Lucio Mummio. Cent’anni dopo, nel 44 a.C., l’imperatore Giulio Cesare fondò una colonia romana sulle rovine dell’antica città. Ripopolata da coloni romani, guardati con disprezzo dai greci. Corinto, città di mare con due porti (Cencre sul mar Egeo, Lecheo sullo Ionio), era luogo di grandi traffici e numerose attività commerciali e artigianali, aveva una popolazione eterogenea di varia etnia e di varie religioni, centro intellettuale dove erano rappresentate tutte le correnti di pensiero. Essa, più di altre città dell'epoca, aveva fama di forte materialismo e di estrema immoralità. Già nel lontano passato, Omero la ricorda nell'Iliade come città ricca e immorale. Aristofane (450 a.C. circa – 388 a.C. circa) commediografo coniò il verbo "corintizzare" per riferirsi alla fornicazione. Il filosofo Platone (Atene, 428-347 a.C.), volendo definire una prostituta, diceva "la ragazza di Corinto" (Repubblica 404 d). Fileta di Cos (340 a.C. circa – 285 a.C. circa) un poeta e filologo greco antico. scrisse un dramma burlesco su Corinto col titolo "la lussuriosa". La nuova Corinto sembra aver ereditato i difetti dell’antica. Essa era nota come città dei piaceri, con il famoso santuario di Afrodite Pandemos (o Venere popolare) costruito sull’Acrocorinto, uno sperone roccioso che domina la città. Il geografo Strabone (64 a.C.–21 d.C.) scrive che in quel santuario vivevano circa mille prostitute sacre. 20 heuriskô= trovare, conoscere - 21 menô=rimanere 22 dialegomai=ragionare, parlare, spiegare - 23 peithô =persuadere, convincere - 24 katerchomai= tornarono 25 sunechô= dedicarsi, occuparsi - 26 non c’è nel greco - 27 antitassomai=opporsi, schierarsi contro, Rom.13.2; Giac.5.6; 1Piet.5.5 - 28 Era il gesto che ogni israelita compiva rientrando in Palestina da un luogo pagano, come gesto di totale separazione, cf. Neh.5.13 - 29 histêmi=stabilire - 30 mellô krinô= stare per giudicare - 31 huperoraô= passar sopra a, non fare conto di - 32 pantachou=dovunque, assolutamente - 33 metanoeô=mutare pensiero, ricredersi, pentirsi - 34 kollaomai=incollare, unire saldamente - 35 Tucìdide (storico ateniese, 460 circa - 395 a. C. circa) accusava gli Ateniesi dicendo che la loro unica attività era raccontare o ascoltare qualcosa di nuovo - 36 in questo modo Paolo ha eluso la forza di quella legge che considera reato capitale introdurre qualsiasi nuovo dio nello stato. Cicerone (scrittore e oratore latino, 106 a.C. - 43 a.C.) dice: "Nessuno può avere dei separati, né quelli nuovi; né può adorare privatamente divinità straniere, a meno che non sia autorizzato pubblicamente (De Legibus lib.II) 37 Era uno dei membri della suprema corte ateniese, un uomo influente - 38 regione dell’Asia minore che si affaccia sul Ponto Eusino (il Mar Nero) - 39 erano dei proseliti - 40 Gli stoici e gli Epicurei non dubitavano sulle loro capacità di comprendere quanto Paolo potesse dire loro - 41 anatheôreô=osservare attentamente - 42 Colui che l’Apostolo presenta non è una divinità epicurea, che dimora a parte ed è in costante riposo, ma il creatore del mondo laddove i filosofi insegnavano che esso era frutto del caso 43 Questa era una filosofia non facilmente accettabile per gli Ateniesi, tra i quali la distinzione tra Greci e barbari era molto radicale 44 kairous=i tempi 45 psêlafaô=andare a tentoni, tastare - 46 nomizô= pensare, credere -