CANTIERI DI STORIA VI La storia contemporanea in Italia oggi: ricerche e tendenze Forlì 22-24 settembre 2011 www.sissco.it Seminario tematico La storia dell’Italia unita attraverso le fonti statistiche. Alcuni problemi metodologici e storiografici La storia della statistica, collocandosi al crocevia fra storia delle scienze matematicoprobabilistiche e storia degli apparati pubblici e privati di rilevamento quantitativo, trova uno dei suoi principali punti di forza nella capacità di indagare il processo di costruzione della fonte statistica analizzandone il contesto politico-istituzionale di riferimento e i presupposti teoricometodologici. Va sottolineato che l’analisi delle modalità di costruzione di una fonte statistica non può mai essere disgiunta dalla costante ricerca delle sue potenzialità euristiche. La storia della statistica, infatti, non può limitarsi ad analizzare il dato quantitativo come “artefatto”, ma deve sempre valutarne il valore come fonte per la conoscenza del passato. Respingendo come unilaterali tanto le ingenuità del positivismo quanto lo scetticismo tipico di alcune declinazioni dei cultural studies, occorre riconoscere il carattere essenzialmente dialettico del rapporto fra i mutamenti delle categorie e delle procedure usate dalla statistica e le trasformazioni della realtà sottostante. Non sempre la storiografia ha fatto proprio quest’ultimo punto di vista, talvolta utilizzando in modo acritico il dato quantitativo, talaltra ignorandolo, e a volte respingendo pregiudizialmente le fonti statistiche in quanto ritenute inaffidabili o viziate ideologicamente, dimenticando che tutte le fonti, comprese quelle statistiche e quantitative, possono essere utilizzate in modo “qualitativo”, sfruttando a vantaggio dello storico gli elementi di distorsione della realtà in esse contenuti. Il seminario proporrà una riflessione sulle fonti statistiche per la storia dell’Italia unita, attraverso un esame del loro uso da parte di alcuni filoni storiografici. La riflessione che verrà portata avanti, al tempo stesso metodologica e storiografica, terrà conto del punto di vista offerto dalla storia della statistica. I diversi interventi, infatti, metteranno in luce i problemi metodologici derivanti dall’utilizzo delle fonti statistiche da parte degli studi presi in considerazione, valutando tanto le potenzialità quanto i limiti di questi ultimi. I contributi previsti per questo seminario, muovendosi all’interno della storiografia della seconda metà del Novecento, si soffermeranno in particolare sulla storiografia del movimento operaio e del lavoro, sulla storiografia economica, sugli studi di storia delle donne, su quelli di storia delle istituzioni politiche e di storia della pubblica amministrazione. 1. Manfredi Alberti, La storia del lavoro, la storia del movimento operaio e le fonti statistiche Il contributo si concentrerà sulle caratteristiche delle fonti statistiche usate dagli storici del lavoro e del movimento operaio, interrogandosi al contempo sulle loro modalità di utilizzo. L’esame degli studi di storia del lavoro e del movimento operaio apparsi in Italia dalla metà del Novecento a oggi permetterà anche di mettere in relazione l’approccio della storiografia italiana alle fonti statistiche con il più ampio dibattito internazionale. In Italia le ricerche storiche sul movimento operaio e sul lavoro hanno assunto nel corso del tempo atteggiamenti diversi nei confronti dell’uso dei dati statistici. All’iniziale indifferenza, tipica di una storiografia maggiormente orientata all’analisi politica, ha fatto seguito un ampio utilizzo dei dati quantitativi, nonostante le accese polemiche sulle potenzialità e sui limiti delle statistiche ufficiali o “borghesi”, considerate inattendibili da parte di alcuni storici marxisti. Il dibattito successivo, passando attraverso la critica microstorica alla rilevanza dei grandi aggregati numerici, è giunto infine a una riscoperta delle fonti quantitative, prese nuovamente in considerazione da parte dei recenti studi di storia del lavoro. 2. Eloisa Betti, La storiografia sul lavoro femminile e l’utilizzo delle fonti statistiche Il contributo intende effettuare una prima mappatura dell’utilizzo quantitativo e qualitativo delle fonti statistiche sull’occupazione femminile da parte della storiografia che negli ultimi decenni ha affrontato il tema del lavoro delle donne, con particolare riferimento al secondo Novecento. Le principali fonti statistiche sull’occupazione femminile e le diverse categorie da esse impiegate saranno analizzate criticamente soprattutto in un’ottica di genere, evidenziandone i limiti e le potenzialità per l’analisi storica, e sottolineando le differenti procedure statistiche di costruzione dei dati. L’utilizzo di queste fonti da parte della storiografia sarà interpretato anche in relazione alle più generali tendenze di ricerca tipiche del periodo storico in cui gli studi esaminati sono stati prodotti. Infine, si menzioneranno alcune tendenze in atto nella storiografia europea relative all’utilizzo critico delle statistiche sull’occupazione femminile per l’analisi storica del lavoro femminile e più in generale della condizione sociale della donna nelle società contemporanee. 3. Maria Letizia D’Autilia, La storia delle istituzioni politiche e l’uso delle fonti statistiche I primi decenni post-unitari sono considerati come il momento di fondazione di un apparato statistico nazionale e di criteri di misurazione condivisi. La costruzione di una concezione istituzionale della statistica – veicolata e sostenuta da una più solida organizzazione amministrativa – ha rappresentato un passaggio strategico per l’affermazione di una cultura orientata alla misurazione e alla valutazione delle politiche. La statistica ufficiale, in quanto informazione certificata e veicolata da un organo dello Stato, ha segnato in modo definitivo, nel Novecento, la differenza tra un’informazione affidabile, permanente, certificata e quindi dotata di un valore anche giuridico-istituzionale, e le altre fonti di informazione quantitativa. A partire da un’analisi della costruzione e della diffusione dell’informazione statistica pubblica nell’Italia unita, il contributo porterà avanti una riflessione sui principali problemi metodologici derivanti dall’uso delle fonti statistiche da parte della storiografia. La riflessione verterà in particolare sugli studi di storia della pubblica amministrazione e di storia delle istituzioni politiche apparsi nella seconda metà del Novecento. 4. Giovanni Favero, La storiografia economica e le fonti statistiche L’intervento concentra l’attenzione sull'uso che la storiografia economica italiana degli ultimi decenni ha fatto delle statistiche come fonti per lo studio delle trasformazioni che hanno attraversato l’età contemporanea. L’evolversi dell’approccio ai dati quantitativi sarà preso in esame nel suo rapporto con il dibattito internazionale, in particolare in riferimento alle proposte della New Economic History. Cruciale da questo punto di vista appare la distinzione tra fonti più genericamente quantitative e fonti propriamente statistiche, che rinvia all’emergere nel corso degli ultimi due secoli di procedure di costruzione dei dati che fanno della loro stessa complessità tecnica una garanzia di impermeabilità rispetto a influenze ideologiche o politiche. Lo sforzo critico di individuare i margini di scelta e negoziazione che pure esistono all’interno di una corretta applicazione dei metodi statistici si scontra qui con l’omogeneità culturale che accomuna i produttori di dati e gli econometristi che li interpretano. Emerge da questo punto di vista la difficoltà di una presa di distanza critica rispetto alle proprie fonti che per gli storici è imprescindibile ma che risulta difficile da combinare con l’uso di strumenti derivati da altre scienze sociali. Discussant: Giovanni Levi, Università Ca’ Foscari Venezia