15 dicembre 2016
E = mc²
“Quando Charlie Chaplin e Albert Einstein
si
conobbero,
Einstein
disse:
“Quello che più ammiro nella vostra arte,
è la sua universalità. Non dite una parola,
e nonostante ciò
tutto il mondo vi
comprende”
“È vero,” rispose
Chaplin “ma la
vostra gloria è
ancora maggiore:
il mondo intero vi
ammira, anche se
nessuno
vi
capisce”...
E=mc² questa è la formula della fisica
meno intuitiva ma anche la più nota.
Quando però si arriva ai dettagli non è
immediato accettare che lo stesso
orologio su due persone che si muovono
a velocità diverse scandisce il tempo a
ritmi differenti. Se non si tenesse conto
della diversa velocità della terra e dei
satelliti
gps,
i
nostri
navigatori
registrerebbero un errore di 10 km al
giorno. A quel punto sì
che ce ne
accorgeremmo.
In economia esiste una formula con
profonde analogie a quella scritta da
Einstein nella teoria della relatività. Eppure
nonostante quella economica abbia
riflessi concreti più marcati, nessuno si
sognerebbe di scrivere su una maglietta:
Pil = mv.
Einstein spiegava che l’energia è uguale
alla massa per la velocità della luce al
quadrato. In economia il Pil, una sorta di
energia prodotto da un Paese, è uguale
a m, che stavolta sta per quantità di
moneta (non la massa di Einstein ma il
concetto ci assomiglia)
per la sua
velocità di circolazione. Anche in
economia l’ultimo fattore esprime una
velocità. L’analogia tra le due formule è
impressionante. In economia però tutto
appare più intuitivo. Più velocemente
circola la moneta e più prodotti e beni
verranno scambiati aumentando il Pil.
Con un video molto semplice sulla
circolazione della moneta, la Banca
d’Inghilterra fu l’unico istituto nazionale, a
spiegare a propri sudditi il perché attivava
il quantitative easing. Non potendo influire
nel breve sulla velocità di circolazione
della moneta, le Banche centrali hanno
agito aumentando la quantità per far
correre il Pil. E i risultati sono arrivati.
Mario Draghi lo sa benissimo, per questo
settimana scorsa ha annunciato che
proseguirà con il Qe, da marzo fino a
dicembre. Stavolta la Bce acquisterà 60
miliardi di bond al mese e non più 80.
Cifra che rimane molto flessibile a
seconda delle esigenze dell’economia.
Anche in questo caso, interviene un’altra
formuletta secondo cui il prezzo di un
bene è dato dall’incontro tra domanda e
offerta. Più aumenta il numero di euro
offerti dalla Bce con il Qe, più scende il
loro prezzo. E il prezzo di una moneta è il
tasso di cambio con l’euro sceso a 1,06
sul dollaro. Buone notizie per l’Europa e
per le aziende che esportano in Usa.
La teoria della relatività torna valida
anche per l’economia, con quella Usa
che corre a una velocità decisamente
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diversa da quella europea, tanto che
l’orologio della governatrice Janet Yellen
batte a una velocità diversa di quello di
Mario Draghi e ormai il rialzo dei tassi Usa
è una realtà.
Effetto immediato sul Treasury che diventa
sempre più attraente, da un lato un buon
tasso di rendimento al massimo da
settembre 2014 al 2,49%, dall’altro una
moneta che si rafforza sull’euro. I
rendimenti Usa spingono anche quelli
europei con il Bund sopra lo 0,4%.
Non si ferma il rally azionario negli USA
con Wall Street che corre su nuovi record.
Sul fronte delle obbligazioni corporate,
ancora tonico il comparto high yield USA
che fa registrare il minimo annuale sullo
spread a 428 punti base, sostenuto dalla
seconda settimana consecutiva di flussi
di investimento (+1,8 miliardi di euro)
mentre continua, per la quinta settimana
consecutiva, l’uscita dagli investment
grade.
Oil is back
La stessa legge della domanda e
dell’offerta vale anche per il greggio.
Paesi Opec e non Opec tagliano la
produzione e l’oro nero schizza ai massimi
degli ultimi 17 mesi a 58 dollari al barile
(Brent).
Gli 11 Paesi fuori dall’organizzazione si
sono impegnati a ridurre la produzione di
558mila barili al giorno, il sacrificio
dell’Opec è di 1,2 milioni di barili. A
sorprendere sono state le dichiarazioni dei
protagonisti secondo cui questo è solo un
primo passo per ulteriori colloqui futuri.
Come a dire che tra Paesi Opec e non
Opec il confine è sempre più sottile.
Ottima notizia per la Borsa russa. L'indice
Micex dal primo gennaio 2016 ha messo a
segno un rialzo del 26% in Rubli. La
performance più che raddoppia a +54%
se convertita in Euro.
La fase di normalità del mercato
prosegue con sempre meno bond a tassi
negativi, l’inflazione che risale, (in
Germania e Francia a novembre
confermata a +0,7%), il petrolio che non è
più una variabile impazzita. Anche le
banche europee fanno meno paura.
Ora in un sistema normale anche la fisica
classica torna a funzionare. Così vale per i
mercati che si riposizionano, con la
liquidità che torna a irrigare sia bond che
azioni. Nonostante questo anche se
Einstein e Chaplin erano dei geni nessuno
ha ancora trovato la formuletta che
spiega i mercati sia in una fase di
normalità che fuori dai confini classici.
L’unica formula valida resta quella di
monitorare giorno per giorno tutte le
variabili pronti a modificare i portafogli,
focalizzandoci
sui
fondamentali.
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