Capitolo 7 - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza

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Capitolo 7
La
L mobilità
bili à
internazionale dei
fattori
preparato da Thomas Bishop & Rosario Crinò e adattato da Giovanni Anania
1 aa 2011
2011--12
Struttura della presentazione
• Mobilità internazionale del lavoro
• Prestiti internazionali
• Investimenti Diretti Esteri (IDE) e imprese
multinazionali
7-2
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Movimenti dei fattori produttivi
• I movimenti dei fattori produttivi
p
comprendono
 Migrazioni
Mi
i i
 Trasferimenti
di capitali
p
finanziari attraverso
prestiti internazionali
 Transazioni
T
i i
d
delle
ll iimprese multinazionali,
lti
i
li
che comportano l’acquisizione della
proprietà
i tà di iimprese estere
t
7-3
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Movimenti dei fattori produttivi (cont.)
• Come i movimenti di beni e servizi
((commercio),
) anche i movimenti dei fattori
produttivi rappresentano un tema
politicamente sensibile e sono spesso
p
p
ostacolati

Restrizioni all’immigrazione
all immigrazione

Restrizioni ai flussi finanziari verso l’eatero di
capitale (meno comuni oggi che in passato in
Europa e Stati Uniti)

R t i i i alle
Restrizioni
ll attività
tti ità d
delle
ll iimprese multinazionali
lti
i
li
7-4
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Mobilità internazionale del lavoro
• Per mostrare gli effetti delle migrazioni (mobilità del
lavoro), consideriamo un modello semplice con un
solo bene
• Questo vuol dire che non può esserci commercio
internazionale
• Supponiamo che esistano solo 2 fattori produttivi:
terra (immobile) e lavoro (mobile)
• A parità di terra, ciascun lavoratore diventa meno
produttivo (o efficiente) all’aumentare
all aumentare dei lavoratori
impiegati su quella terra

•
Il prodotto marginale del lavoro diminuisce
Ipotizziamo che H ed F dispongano della stessa
tecnologia ma che H abbia un’abbondanza
tecnologia,
n’abbondan a relati
relativa
a di
lavoro ed F un’abbondanza relativa di terra
7-5
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
7-6
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
7-7
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
• A causa dell’ipotesi di rendimenti marginali
decrescenti, la produttività del lavoro,
mantenendo fisso l’impiego
l impiego di terra
terra, dipende
dalla quantità di lavoro impiegata

Il prodotto marginale del lavoro diminuisce al
crescere del numero di lavoratori occupati
• A causa dell’ipotesi
dell ipotesi di concorrenza perfetta
perfetta, il
salario reale è uguale al prodotto marginale
del lavoro
• L’area sottesa alla curva del prodotto
marginale
i l d
dell llavoro è uguale
l all prodotto,
d tt che
h
è a sua volta uguale alla somma dei salari e
delle rendite dei proprietari terrieri
terrieri, in virtù
dell’ipotesi di concorrenza perfetta
7-8
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
• Se il paese H è relativamente abbondante di
lavoro, il paese F è relativamente abbondante
di terra e la tecnologia nei due paesi è la
stessa

Il prodotto marginale dei lavoratori di H è inferiore
e pertanto essi guadagnano meno dei lavoratori
esteri
 c’è
c è un incentivo per i lavoratori di H a
spostarsi nel paese estero
7-9
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
• I lavoratori di H avranno un incentivo a
migrare
i
nell paese F fintanto
fi t t che
h i salari
l i
reali dei due paesi sono diversi
 L’emigrazione
dal paese H aumenta il
salario reale dei lavoratori che rimangono
in quel paese
 L’immigrazione
L’i
i
i
aumenta
t l’offerta
l’ ff t di llavoro e
riduce i salari reali nel paese F
7-10
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
7-11
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
• La migrazione dal paese H al paese F, inoltre,
fa aumentare la p
produzione mondiale

La produzione estera aumenta di un ammontare
pari a ABL1L2 , l’area compresa fra OL1 e OL2
sotto
tt la
l curva MPL*

La produzione in H si riduce di un ammontare pari
a ACL1L2 , ll’area
area compresa fra OL2 e OL1 sotto la
curva MPL

Il valore della produzione mondiale è massimizzato
quando il prodotto marginale del lavoro nei due
paesi è uguale
7-12
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
• Il modello di Heckscher-Ohlin prevede che il
commercio di beni sia un’alternativa alla
mobilità
bilità iinternazionale
t
i
l dei
d i ffattori
tt i

I servizi dei fattori di produzione sono “incorporati”
neii b
beni,
i e pertanto
t t il valore
l
d
deii b
benii riflette
ifl tt il
valore o produttività dei fattori utilizzati per produrli
• Tuttavia, nella realtà,
à nonostante le differenze
ff
nei salari reali tra paesi, il pieno
pareggiamento dei prezzi dei fattori non si
verifica neanche in presenza di mobilità
internazionale del lavoro
lavoro, per ragioni simili a
quelle ricordate per il modello di HeckscherOhlin
7-13
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
1. Il modello ipotizza che i paesi producano lo
stesso bene, ma in realtà i paesi possono
produrre beni diversi, cosicché i prodotti
marginali del lavoro nella produzione di un
dato bene non sono direttamente
comparabili
2. Il modello ipotizza che i paesi abbiano la
stessa tecnologia,
g ma differenze nelle
tecnologie possono influenzare la
produttività dei fattori e i salari/rendite che
questi
ti ricevono
i
7-14
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Mobilità internazionale del lavoro (cont.)
3. Barriere alla immigrazione e alla
emigrazione
i
i
e costi
ti di ttrasporto
t possono
impedire il pieno pareggiamento dei prezzi
d i ffattori
dei
tt i

Anche gli ostacoli al movimento degli altri fattori
di produzione (es. terra e capitale) sono
importanti nel funzionamento del mondo reale
7-15
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Le migrazioni negli USA e in Europa
• Secondo le Nazioni Unite nel 2005 gli
i
immigrati
i ti nell mondo
d erano 191 milioni
ili i
(3% della popolazione mondiale).
• Gli Stati Uniti erano la prima nazione
(38 4 milioni),
(38,4
milioni) seguiti dalla Russia (12
(12,1
1
milioni) e dalla Germania (10.1 milioni).
• Lo stock di immigrati in Europa era di 45
milioni
7-16
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Le migrazioni in Europa
Durante il ‘900
900, prima
del 1914 le migrazioni
europee
p erano verso le
Americhe e l’Oceania.
Dopo la II guerra
mondiale le migrazioni
avvengono dal Sud
verso il Centro e Nord
Europa.
Successivamente
Successivamente,
anche i paesi del Sud
Europa iniziano a
di
diventare
t
destinazione
d ti
i
di flussi migratori da
paesi dell’Europa
p
p
dell’est e da aree extra
europee
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7-17
Immigrazione e l’economia statunitense
Immigrants as a Percentage of the U.S. Population.
7-18
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Immigrazione e l’economia statunitense
• Durante la generazione passata,
l’immigrazione negli Stati Uniti è fortemente
cresciuta,
i t specialmente
i l
t quella
ll d
deii llavoratori
t i
con i più bassi e i più alti livelli di istruzione

Il maggiore aumento dell’immigrazione è avvenuto
tra i lavoratori con i più bassi livelli di istruzione,
aumentando ll’offerta
offerta relativa di lavoratori poco
istruiti

Ciò ha probabilmente favorito l’aumento
l aumento delle
disuguaglianze salariali tra lavoratori poco istruiti e
lavoratori molto istruiti
7-19
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Immigrazione e l’economia statunitense
(cont )
(cont.)
7-20
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Immigrazione e l’economia statunitense
(cont )
(cont.)
• Ma l’immigrazione non può, da sola, spiegare
completamente l’aumento della disuguaglianza
nella distribuzione del reddito negli Stati Uniti
• La quota dei lavoratori negli Stati Uniti senza
diploma si è infatti ridotta, mentre quella dei
lavoratori laureati è aumentata
aumentata, tra il 1980 e il 1990

I lavoratori più istruiti sono diventati relativamente più
abbondanti
• Pertanto, perchè il salario dei lavoratori più istruiti è
cresciuto rispetto a quello dei lavoratori meno
istruiti?

Probabilmente a causa del progresso tecnologico,
tecnologico che ha
aumentato il valore dell’istruzione per le imprese
7-21
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Prestiti internazionali
• La mobilità internazionale dei capitali
generalmente rappresenta la mobilità di
capitali finanziari tra paesi (di solito non si
spostano i macchinari…)

Il capitale finanziario è una fonte di finanziamento
utilizzato per accumulare capitale fisico (es.
fabbriche e attrezzature)
• La mobilità internazionale dei capitali può
essere interpretata come una forma di
commercio
i intertemporale:
i
l

Scambio di consumo presente contro consumo
f t
futuro
t debitore
tra
d bit
e creditore
dit
7-22
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Prestiti internazionali (cont.)
• Per ogni economia, esiste un trade-off (costo
opportunità)) tra consumare oggi
gg e risparmiare
per il futuro: le risorse possono essere o
consumate o risparmiate

Risparmiare e investire di più oggi generalmente
significa ridurre i livelli di consumo corrente ed
aumentare i livelli di consumo futuri
• Rappresentiamo questa idea utilizzando una
sorta
t di ffrontiera
ti
delle
d ll possibilità
ibilità di consumo,
la frontiera intertemporale delle possibilità
di produzione
7-23
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Prestiti internazionali (cont.)
7-24
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Prestiti internazionali (cont.)
7-25
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Prestiti internazionali (cont.)
7-26
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Prestiti internazionali (cont.)
7-27
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Prestiti internazionali (cont.)
7-28
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Prestiti internazionali
• Alcuni paesi avranno un vantaggio comparato
nel consumo corrente
• Altri avranno un vantaggio comparato nel
consumo futuro
• Un vantaggio comparato nel consumo
corrente


Significa minore costo opportunità del consumo
co e te
corrente
Implica una FPP intertemporale distorta a favore
del consumo corrente
7-29
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Prestiti internazionali (cont.)
• S
Supponiamo
i
che
h il paese H abbia
bbi un
vantaggio comparato nel consumo corrente,
mentre
t il paese F ha
h un vantaggio
t
i comparato
t
nel consumo futuro
• In assenza di prestiti internazionali, il prezzo
relativo del consumo corrente dovrebbe
essere inferiore nel paese domestico
• M
Ma quall è il prezzo relativo
l ti d
dell consumo
corrente?
7-30
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Prestiti internazionali (cont,)
• Il prezzo per prendere a prestito 1 unità di
produzione/reddito da consumare oggi è uguale
all’ammontare di produzione/reddito che dovrà
essere restituita in futuro:


capitale + interessi = 1+r, dove r è il tasso di interesse
Il p
prezzo del consumo corrente in termini di consumo
futuro è 1/(1+r)
• Il costo opportunità del consumo di 1 unità di
produzione/reddito oggi è l’ammontare di
produzione/reddito che si sarebbe potuto
guadagnare nel periodo successivo
risparmiando quell’unità oggi:

capitale + interessi = 1+r, dove r è il tasso di interesse
7-31
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Prestiti internazionali (cont.)
• Se è possibile effettuare prestiti internazionali,
il p
paese H “importerà”
p
consumo corrente
(cioè, prenderà a prestito)

Inizialmente, il p
prezzo relativo del consumo
corrente, 1/(1+r), è inferiore nel paese H
cioé

Il tasso di interesse r è maggiore nel paese H

Un maggiore
gg
tasso di interesse implica
p
un
maggiore rendimento degli investimenti: gli
investimenti sono altamente produttivi/redditizi nel
paese H e p
p
pertanto q
questo p
prenderà a p
prestito
dall’estero
7-32
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Investimenti Diretti Esteri
• Gli Investimenti Diretti Esteri rappresentano
investimenti mediante cui un
un’impresa
impresa di un paese
acquisisce il controllo o la proprietà di un’impresa
estera
• Se un’impresa acquista almeno il 10% del
capitale sociale di un’impresa estera, si dirà che
l d
le
due iimprese costituiscono
tit i
una multinazionale
lti
i
l

Si ipotizza che la proprietà di almeno il 10% del
capitale sociale sia sufficiente a consentire un controllo
diretto sulle attività dell’impresa

Inoltre, i prestiti internazionali hanno a volte luogo tra
Inoltre
casa madre e affiliate della stessa impresa
multinazionale
7-33
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Teoria delle imprese multinazionali
•
Perché nascono le imprese multinazionali e
perchè esse realizzano investimenti diretti
esteri?
•
Riformuliamo
Rif
li
queste
t d
domande
d iin modo
d d
da
renderle compatibili con due fattori che
spiegano gli IDE:
1.
Localizzazione: perché un bene viene prodotto
in due paesi
paesi, piuttosto che in un solo paese e poi
esportato nell’altro?
2
2.
Internalizzazione: perché la produzione in paesi
diversi viene svolta da una sola impresa, invece
che da imprese distinte?
7-34
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Teoria delle imprese multinazionali (cont.)
• Il perché la produzione avvenga in paesi
diversi è spesso spiegato da
 presenza
di input necessari alla
produzione:
• L’estrazione mineraria viene svolta nei paesi in
cui sono presenti i minerali
• Le produzioni intensive in lavoro vengono svolte
nei paesi in cui sono disponibili ampi bacini di
manodopera
 Costi
di trasporto e altre barriere
commerciali, che possono influenzare la
localizzazione della produzione
 Questi
fattori influenzano anche la struttura
d l commercio
del
i
7-35
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Teoria delle imprese multinazionali (cont.)
•
L’internalizzazione
L’i
t
li
i
sii spiega
i
iin quanto
t è più
iù
conveniente condurre le transazioni e la
produzione all’interno
all interno di una singola
organizzazione, piuttosto che in
organizzazioni separate. Le spiegazioni
i l d
includono:
1. Trasferimenti di tecnologia: trasferimenti di
conoscenza o altre forme di tecnologia
possono risultare più semplici all’interno
della stessa impresa che attraverso
transazioni di mercato tra organizzazioni
distinte


Brevetti e diritti di proprietà possono essere
deboli o inesistenti
L conoscenza non può
La
ò essere iimpacchettata
h tt t e
venduta
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7-36
Teoria delle imprese multinazionali (cont.)
2. Integrazione verticale: implica
l’integrazione di fasi differenti del processo
produttivo
d tti

L’integrazione verticale richiede l’integrazione di
un’impresa
un
impresa che produce un bene con un’altra
un altra
impresa che utilizza lo stesso bene come input
nel suo processo produttivo

Ciò può risultare più efficiente che mantenere la
produzione separata in imprese distinte

Ad esempio, integrare un’impresa agricola con
una che produce farina in un’unica
organizzazione
g
p
può risultare p
più efficiente che
mantenere distinte le due entità
7-37
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Investimenti Diretti Esteri negli Stati Uniti
7-38
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Imprese multinazionali nel mondo
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Imprese multinazionali nel mondo
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Imprese multinazionali nel mondo
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