Salute Prevenzione - Casa della Salute

Poliambulatorio Specialistico Diagnostico
NEWS
Ottobre 2014
www.casasalute.eu
NOTIZIE DI RILIEVO
A PARTIRE DAL MESE DI DICEMBRE SARÀ POSSIBILE USUFRUIRE DELLA RATEIZZAZIONE
DI IMPORTI PARI O SUPERIORI A EURO 100 A TASSO ZERO
Nuova apertura Casa della Salute:
Alessandria - Via Cavour, 23
Prossima apertura Casa della Salute:
Genova Nervi
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Salute&
Prevenzione
CONVENZIONI
La domanda di strumenti di intervento per supplire alle carenze del Sistema Sanitario Nazionale sembra trovare una risposta
nelle forme associative settore assicurativo e nei Fondi sanitari
Integrativi, particolari forme di assistenza che garantiscono per
il sottoscrittore (ente o privato cittadino) rimborsi spese mediche sostenute sia in strutture pubbliche che private.
Casa della Salute per implementare il servizio al paziente, garantirne la tutela e la cura, ha iniziato una collaborazione con i
maggiori fondi di assicurazione previdenza sanitaria e sta finalizzando altre convenzioni.
Abbiamo stipulato convenzioni in forma diretta con:
Emicrania, una patologia
neurologica molto diffusa
LA DISLESSIA EVOLUTIVA
Un disturbo specifico che
colpisce molti bambini.
SOMMARIO
La Tomografia Ottica Computerizzata (OCT)
Alluvione Montoggio, Casella, Savignone e Ronco Scrivia
Bambini dislessici: il diritto di apprendere
Multifocali, per una visione senza compromessi
Cibi e nutrizione anticancro
Il miele in tutta la sua dolcezza
Quel fastidioso mal di testa
- Dott. Sergio Mungo - Neurologia e Psichiatria
L’endometriosi, una malattia sempre più frequente
- Dott. Giuseppe Vincelli - Ginecologia
Programma Prevenzione e partners
Ed eseguiamo pratiche in forma indiretta per tutti i fondi sanitari.
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La Tomografia Ottica Computerizzata (OCT)
La Tomografia Ottica Computerizzata (OCT), o Tomografia Ottica
a Radiazione Coerente, è un esame diagnostico per immagini introdotto in Oculistica da pochi anni che permette di analizzare la
retina e, in particolare, la macula (area centrale del tessuto retinico)
attraverso una serie di immagini di sezioni trasverse.
Fornisce informazioni preziose sullo spessore della retina, sulla sua
conformazione e sul rapporto tra i vari strati che la compongono.
Viene impiegato più frequentemente nelle seguenti patologie:
• degenerazione maculare legata all’età (AMD)
• membrane epiretiniche (pucker maculari)
• èdema maculare
• corioretinopatia sierosa centrale
• fori maculari (in questo caso l’OCT permette di riconoscere i
diversi stadi evolutivi ed è, quindi, utile anche per la prognosi).
Come funziona?
Vengono eseguite diverse scansioni che consentono di analizzare tutti gli spessori dei singoli strati retinici attraverso un’analisi
qualitativa e quantitativa. È possibile inoltre rilevare e quantificare
eventuali alterazioni, soprattutto della macula. Le fotografie retiniche scattate a diverse profondità sono denominate tomogrammi.
Si può effettuare sempre?
Si può effettuare quasi sempre, ad eccezione dei seguenti casi:
1. opacizzazione dei mezzi diottrici oculari (ad esempio cataratta avanzata), opacità massive della cornea (èdema o leucomi),
presenza di sangue o olio di silicone nella camera vitrea;
Si tratta di un esame invasivo?
Si tratta di un esame non invasivo, rapido e semplice che necessita solo dell’instillazione del collirio midriatico (che permette la
dilatazione pupillare).
2. instabilità della fissazione (come il nistagmo): può rendere
molto difficile il corretto posizionamento della scansione e, quindi,
il confronto con un esame ripetuto in un secondo momento.
Per quali patologie è indispensabile effettuare l’OCT?
Scansioni OCT vengono effettuate in generale per tutte le patologie
che colpiscono la regione retinica (al cui centro troviamo la macula).
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Alluvione Montoggio, Casella,
Savignone e Ronco Scrivia
A poco meno di un mese dall’alluvione che ha colpito la Valle
Scrivia, in particolare il Comune di Montoggio, il nostro territorio mostra ancora le ferite inferte dalla violenza della natura.
Montoggio, Casella, Savignone e Ronco Scrivia sono stati colpiti dalle esondazioni, i danni arrecati a negozi ed abitazioni
hanno privato alcune famiglie dei propri mezzi di sussistenza.
Frane, smottamenti, strade bloccate, fango e detriti ci accompagnano lungo il tragitto che conduce a Montoggio, che visitiamo per capire come la popolazione stia reagendo a questo
grande disastro naturale e quali sfide stia affrontando nel tentativo di ricostruirsi.
Un cittadino racconta:
“L’ acqua è entrata con violenza all’interno delle mia
abitazione raggiungendo quasi un metro e mezzo di
altezza devastando mobili, elettrodomestici e muri.
Tutto è avvenuto all’ improvviso, la sola cosa che son
riuscito a fare è stata raggiungere il piano superiore
e mettermi in salvo”.
Nei suoi occhi il ricordo di quelle drammatiche ore è ancora vivo!
In questo comune, ancora sotto shock, due sono le priorità
per il breve e medio periodo: il ritorno delle persone evacuate
nelle proprie abitazioni e la rinascita degli esercizi commerciali, condizione indispensabile alla vita di questa comunità.
Molti abitanti di Montoggio si sono autorganizzati in modo
spontaneo per fronteggiare, insieme, la fase più acuta dell’emergenza attraverso la socializzazione e la collaborazione.
Rimangono però i danni e la necessità di lavorare per la ripresa di quanto colpito dalla calamità.
A questo proposito è nato il Comitato Alluvione Montoggio
(www.alluvionemontoggio) che ha organizzato una raccolta
fondi per promuovere azioni di solidarietà.
CASA SALUTE insieme all’associazione
SPORT SOLUTION, hanno raccolto e
donato euro 1.000 al comitato pro
alluvione Montoggio.
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Bambini dislessici: il diritto di apprendere
La dislessia evolutiva è un disturbo specifico
che colpisce molti bambini e che si manifesta
all’inizio del processo d’apprendimento.
Consiste nella difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto e a
fissare le corrispondenze tra segni grafici. Può interessare bambini dotati d’intelligenza normale o superiore che pur non avendo
né deficit psicologici, neurologici o sensoriali, né problemi ambientali, hanno difficoltà a leggere e scrivere in modo adeguato.
I bambini dislessici leggono e scrivono lentamente, commettono
molti errori, possiedono poche energie attentive da spendere per
la comprensione, non automatizzano il riconoscimento visivo
della parola e presentano deficit nel calcolo e/o in altre attività
mentali quali memoria, percezione e linguaggio.
L’ individuazione dei soggetti dislessici non è sempre immediata:
spesso le cause delle loro basse prestazioni vengono imputate
a demotivazione, scarsa attenzione, poco impegno e relazioni
familiari disturbate. La diagnosi di dislessia, mai fatta prima del
termine della seconda elementare, è sempre preceduta dalla valutazione di un profilo cognitivo generale e si avvale di test specifici costruiti tenendo conto del livello di scolarità.
La dislessia evolutiva può essere associata a:
• Disgrafia, disturbo specifico della scrittura caratterizzato da
una grafia illeggibile.
• Disortografia, disturbo specifico dell’ortografia ovvero significativa presenza d’errori ortografici (cuadro/quadro, l’oro/loro,
e/è, a/ha, lacua/l’acqua).
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• Discalculia, disturbo specifico relativo alla scrittura e alla manipolazione dei numeri, difficoltà di calcolo ed incolonnamento.
• Disturbi del linguaggio, dalla disfasia (costruzione di frasi
sgrammaticate come “Mamma fatto gioco”) alla difficoltà di denominare rapidamente gli d’oggetti. Difficoltà nell’espressione
verbale del pensiero e povertà lessicale.
• Disturbi motori quali la disprassia ovvero, ad esempio, la difficoltà ad allacciarsi le scarpe ed infilarsi gli abiti. Questi bambini, a causa di deficit nella coordinazione oculomotoria appaiono
maldestri e goffi.
• Disturbi d’attenzione ed iperattività: difficoltà circa l’apprendimento d’informazioni in sequenza come le tabelline, le
ore, i giorni, i mesi dell’anno, le stagioni e le lettere dell’alfabeto.
Difficoltà nei rapporti spaziali e temporali: lateralizzazioni destra/sinistra, alto/basso; ieri/oggi/domani. Difficoltà di comprensione del testo scritto o nell’apprendere le lingue straniere scritte,
in particolare l’inglese.
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Un altro fattore di complessità è costituito dall’impiego di diversi
tipi di carattere per rappresentare le lettere dell’alfabeto: i dislessici
generalmente riescono ad utilizzare con più facilità lo stampatello
poiché più facile da discriminare dal punto di vista percettivo.
Il susseguirsi di risultati negativi fa sì che lo studente si percepisca inadeguato ed inferiore ai compagni: le aspettative negative nei suoi confronti minano la propria autostima, causano
ansia da prestazione, atteggiamenti rinunciatari e la perdita di
fiducia in se stesso.
Spesso, consapevole delle proprie difficoltà, il bambino con
dislessia cercherà di mettere in atto condotte d’evitamento
delle situazioni che richiedono decodifica o produzione di
testi scritti inducendo l’adulto ad interpretare questi comportamenti come sintomi di svogliatezza e scarso impegno e a
definire gli errori come distrazioni, sbadataggine e poca voglia
di impegnarsi.
Di solito il genitore che svolge le attività pomeridiane con il
bambino si rende conto che non si tratta di un vero limite e
vive un duplice dramma: da un lato si trova in una situazione
conflittuale e frustrante con suo figlio, dall’altro riceve segnali
negativi dalla scuola.
Un provvedimento importante è affidare il lavoro scolastico a
casa ad un tutor, figura in grado di trovare l’equilibrio educativo ed affettivo col bambino ed essere nel contempo un alleato
per dialogare meglio con la scuola ed ottenere più ascolto dagli altri docenti della classe.
Una stretta alleanza tra genitori, insegnanti ed esperti del settore è preziosa ed è importante quanto la diagnosi precoce e
l’avvio tempestivo alla rieducazione logopedia.
La dislessia deve essere affrontata con un approccio educativo basato sull’utilizzo di strumenti compensativi, vale a dire
supporti tecnologici che semplificano l’attività svolgendo essi
stessi una serie d’operazioni automatiche che il soggetto ha
difficoltà a compiere, inoltre, attraverso l’assunzione di misure dispensative improntate alla valutazione delle prestazioni
e dei tempi di realizzazione delle attività, gli insegnanti riescono a porre il bambino dislessico in una condizione paritetica
con i compagni di classe.
Anche durante il tempo libero è possibile promuovere attività
didattiche senza che esse diventino una pratica persecutoria: i
giochi al computer, le occasioni di riconoscimento delle lettere
proposte in contesti non convenzionali (telefonini, giochi di società, videogiochi…) ed i fumetti sono opportunità d’esercizio.
Alcuni studi hanno dimostrato che i dislessici hanno grande
creatività e sono maggiormente predisposti per le scienze matematiche e fisiche: l’impostazione della dislessia come dono e
non come disturbo prevede una valorizzazione dell’individuo
che porta nomi d’illustri scienziati come Leonardo da Vinci ed
Albert Einstein a sostegno della sua fondatezza.
In realtà la percentuale di soggetti dislessici realizzati in carriere d’eccellenza è pari a quella dei normolettori, per citarne
alcuni: Walt Disney, Henry Ford, Winston Churchill, Woopi
Goldberg e Quentin Tarantino.
Non vi è alcuna evidenza scientifica che supporti l’ipotesi di maggior genialità dei dislessici, ipotesi comunque utile poiché offre ai ragazzi una prospettiva
incoraggiante e propone esempi reali che palesano
il fatto che essere dislessici non significa avere “una
marcia in meno”.
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Cibi e nutrizione anticancro
Ritorniamo sul tema “Alimentazione e cancro” per ribadire
l’importanza di determinati alimenti e per puntualizzare che
la prevenzione non si avvale solo di esami diagnostici.
Di fatto, gli esami di diagnosi precoce accordati dagli esperti
del settore sono pochi e relativamente semplici: Il PAP test
(cervice uterina), la mammografia, la ricerca del sangue
occulto nelle feci, l’ RX torace, il PSA (prostata).
Recenti studi confermano che gli errori dietetici sono responsabili di oltre il 30% delle forme di cancro e che sane
abitudini alimentari possono evitare la comparsa di circa
un caso di cancro su tre.
Nella sostanza, possiamo affermare che “siamo quello che
mangiamo”.
caci nel prevenire i tumori all’esofago e allo stomaco, contengono polifenoli e terpeni che bloccano la crescita delle cellule
tumorali. Se l’arancia è rossa, è ricca di antocianine, pigmenti naturali dallo straordinario potere antiossidante. Nei limoni troviamo i flavonoidi, presenti ad alte concentrazioni e i limonoidi,
molecole dalle proprietà antiossidanti ed antitumorali.
Crucifere
Le crucifere (cavoli, broccoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles,
verze, rape e ravanelli) sono tra i cibi che meglio contrastano
i tumori. Il consumo di cinque o più porzioni di crucifere alla
settimana è stato associato ad una riduzione del 50% del rischio
di cancro alla vescica, mentre con almeno una porzione al giorno
è possibile dimezzare il rischio di tumore alla mammella.
“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina
sia il tuo cibo” (Ippocrate)
Carciofi
In senso generale - e per esemplificare - un eccessivo e continuo consumo di carne rossa (soprattutto se cotta alla griglia)
è legato alla comparsa di alcune forme di cancro del colon e
dello stomaco, inoltre, un’alimentazione scorretta (ad esempio
ricca in grassi) favorisce la comparsa del tumore alla mammella e delle sue recidive.
Dalla cipolla ai frutti di bosco, gli alimenti che aiutano a
prevenire i tumori (AIRC - mod.)
Il carciofo, secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Nutrition and cancer”, grazie alla presenza di polifenoli, ha un
effetto protettivo nei confronti del cancro al fegato.
Carote
I carotenoidi, antiossidanti presenti nei frutti e negli ortaggi
di colore giallo ed arancione, proteggono contro il carcinoma
mammario. Uno studio danese ha individuato, nelle carote,
il falcarinolo, sostanza altrettanto contenuta nel sedano e
nel prezzemolo che aiuta a prevenire il tumore al colon.
Aglio e cipolla
Alcuni studi condotti in Italia dimostrano che i bulbi utilizzati
in cucina (aglio, cipolla, porro, scalogno ed erba cipollina)
possono frenare lo sviluppo del cancro, in particolare all’esofago, allo stomaco e al colon. Le proprietà antitumorali di
questi bulbi sono legate al contenuto di sostanze solforate e,
nel caso dell’aglio, di alcuni polifenoli come la quercitina, una
molecola che impedisce la crescita di un gran numero di
cellule cancerose coltivate in laboratorio.
Cioccolato
Ricchissimo di polifenoli, potenti antiossidanti in grado di
rallentare i processi di degenerazione cellulare, il cioccolato
fondente può essere inserito all’interno di una dieta salutare.
Circa 15 gr. contengono tanti antiossidanti quanto una tazza
di tè verde, mentre una tazza di cioccolata calda ne contiene cinque volte di più rispetto ad una tazza di tè nero e tre
volte più di una di tè verde. Il cioccolato contiene grassi e
zuccheri, quindi è piuttosto calorico.
Arance e limoni
Le arance facilitano i processi di detossificazione dell’organismo dalle sostanze cancerogene e sono particolarmente effi-
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Curcuma
La polvere di curcuma, dal colore giallo intenso, largamente
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impiegata nella cucina indiana ed indonesiana (é una delle
spezie contenuta nel curry), secondo la comunità scientifica
potrebbe essere responsabile della minor tasso di diffusione di
alcuni tumori in India rispetto ai Paesi occidentali.
La curcumina contenuta in questa spezia è particolarmente
efficace contro il cancro del colon. Effetti analoghi sono prodotti dal gingerolo contenuto nello zenzero.
Pesce e semi di lino
Finocchio
Come altri ortaggi e frutti (cipolla, mela, uva), il finocchio è
ricco di quercetina, un flavonoide di recente preso in esame
da un gruppo di ricercatori delle università di Ottawa, in Canada, e di Aberdeen, in Scozia. Lo studio, condotto su circa
700 persone e pubblicato sul “British Journal of Nutrition”,
conclude che un’assunzione quotidiana di quercetina può dimezzare il rischio di insorgenza del cancro al colon.
Acciughe, sardine e salmone sono i pesci più ricchi di omega
3, acidi grassi che aiutano a ridurre il rischio di cancro alla
mammella, al colon e alla prostata e che diminuiscono la
capacità delle cellule maligne di dar luogo a metastasi.
Alcuni studi di laboratorio hanno dimostrato che estratti di
alghe utilizzate nella preparazione del Sushi comunemente
consumato in Oriente rallentano la crescita delle cellule cancerose e proteggono - in parte - dai tumori ormono-dipendenti, come quello della mammella e dell’ endometrio.
Anche i semi di lino sono una buona fonte di omega 3 e
contengono fitoestrogeni e lignani, sostanze che intervengono nella prevenzione del carcinoma mammario.
Un trucco per consumarne di più?
Tritateli ed aggiungetene un cucchiaio ai cereali del mattino.
Piante aromatiche
Menta, timo, maggiorana, origano, basilico e rosmarino contengono i terpeni, molecole capaci di bloccare la funzione
di alcuni oncogeni (geni che inducono la trasformazione delle cellule cancerose). Il timo e la menta contengono anche la
luteolina, un polifenolo che potrebbe rallentare il processo
di angiogenesi cioè la creazione di nuovi vasi sanguigni indotta dal tumore per favorire la propria crescita.
Frutti di bosco
More, mirtilli, lamponi, fragole e ribes sono ricchi di acido
ellagico che impedisce alle cellule tumorali di creare vasi
sanguigni di cui nutrirsi. Il congelamento altera, solo in minima parte, le proprietà di questi frutti, che possono essere
così consumati nel corso dell’intero anno.
Funghi
Piselli
Diversi studi epidemiologici hanno rilevato le proprietà anticancro dei funghi legate alla presenza di alcuni polisaccaridi,
in particolare del lentinano. Quest’ultimo esercita un’azione
stimolante sul sistema immunitario. Gli effetti protettivi di
champignon e porcini interessano stomaco e colon.
Come la maggior parte dei legumi, i piselli contengono un
composto, chiamato inositolo pentachisfosfato, in grado di
inibire l’enzima fosfoinositide 3-chinasi coinvolto nella crescita dei tumori. Uno studio dell’University College di Londra
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Casa della Salute News
pubblicato sulla rivista “Cancer Research” suggerisce che una
dieta ricca di legumi potrebbe contribuire a prevenire alcuni tipi di cancro come quello di ovaie e polmoni.
Pomodoro
Le proprietà anticancro dei pomodori sono legate alla presenza del licopene, il pigmento responsabile del colore rosso,
presente in alte concentrazioni anche nella salsa cotta.
Tè verde
Sono numerose le ricerche che confermano il ruolo giocato
dal tè verde nella lotta contro il cancro: pare ostacoli la formazione dei vasi che lo alimentano. Il merito va alle catechine, molecole che, in laboratorio, inibiscono le cellule tumorali
delle leucemie, del cancro ai reni, alla pelle, alla mammella, alla bocca, alla prostata.
Per ottenere il massimo effetto, le catechine non vanno assunte sotto forma di integratori.
Ravanelli
Le antocianine, i pigmenti che li colorano di rosso, inibiscono
la crescita delle cellule tumorali. Questi ortaggi fanno parte
della famiglia della crucifere, la stessa cui appartengono cavoli
e broccoli, efficaci nella prevenzione di alcuni tipi di cancro,
come quello della mammella e della vescica.
Soia
Molti studi epidemiologici evidenziano un ridotto numero
di casi di cancro al colon, alla mammella e alla prostata
nelle popolazioni asiatiche, la cui dieta è particolarmente
ricca di soia.
I fitoestrogeni (estrogeni di origine vegetale) contenuti in
questo legume esercitano un’azione protettiva nei confronti
dei tumori dipendenti dagli ormoni come quello di mammella e prostata.
per una corretta assunzione
10 suggerimenti
degli alimenti
1. Segui il regime alimentare indicato dalla dieta mediterranea: non eccedere con il consumo di pane, pasta e carne
rossa ed evita il consumo di grassi. Prediligi pesce, olio di oliva, latte e derivati, legumi e cereali integrali.
Cosuma almeno cinque porzioni di verdura di volume pari al
tuo pugno al giorno e le due di frutta consigliate che consentono di riceverne tutti i benefici senza un eccesso di calorie
legate al contenuto zuccherino.
2. Nell’arco della settimana consuma due volte proteine provenienti da carne, pesce e formaggi, una volta quelle provenienti dalle uova. Per i restanti pasti favorisci le proteine vegetali dei legumi (ceci, lenticchie, fagioli).
3. Consuma almeno tre pasti al giorno. La colazione, molto
importante, deve comprendere almeno una porzione di cereali, meglio se integrali, e una di frutta.
Vino rosso
Il consumo di vino rosso, purché molto limitato (un bicchiere
a pasto per gli uomini e mezzo per le donne), può essere
utile per prevenire il cancro: secondo uno studio dell’Università di Queensland (Australia) il resveratrolo, un antiossidante contenuto nelle bucce dell’uva rossa, aiuta a prevenire i tumori accrescendo il processo di apoptosi (cioè di morte
programmata) delle cellule malate.
Yogurt
Secondo uno studio dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano
(Pordenone) pubblicato sulla rivista “International Journal of
Cancer”, il consumo regolare di latte e yogurt abbassa del
78% il rischio di essere colpiti dal cancro al fegato e al colon.
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4. Le calorie provenienti dai farinacei, preferibilmente integrali, devono essere pari al 50-60% dell’apporto giornaliero
anche nelle persone sovrappeso.
5. Limita l’assunzione di grassi saturi di origine animale
(formaggi, salumi).
6. L’ apporto di colesterolo che è, per altro, un componente
fondamentale dell’organismo, non deve superare i 200-300
mg al giorno. Un link utile per evidenziare il contenuto di
colesterolo in grammi di prodotto edibile:
https://www.unisalute.it/assicurazione/colesterolo-alimenti
7. Consuma l’olio d’oliva a crudo in quantità compatibile con
l’apporto calorico consigliato per il tuo organismo.
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Limita i cibi fritti, anche se cucinati con “olio nobile”.
8. Assumi vino in modica quantità (un bicchiere a pasto) ed
evita i superalcolici.
9. Utilizza poco sale, per insaporire i cibi usa erbe e spezie.
10. Il caffè è un’ottima bevanda per un massimo di quattro
tazzine al giorno ed è sconsigliata se soffri di pressione alta
Dieta a basso indice glicemico
È opportuno aggiungere a questo “decalogo” un cenno circa
la raccomandazione al consumo di cibi a basso indice glicemico. Di seguito un link in cui potete trovare informazioni
piuttosto dettagliate:
http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/alimentia-basso-indice-glicemico.html
Interazioni farmaci-alimenti
In calce alle considerazioni, ritengo opportuno ricordare la
possibile interazione tra determinati alimenti ed alcuni farmaci.
Ad esemplificazione: gli alimenti ricchi di vitamina K come
broccoli, cavolo, spinaci, fagioli bianchi, verza e lenticchie
possono diminuire la risposta terapeutica dei farmaci anticoagulanti orali.
Le bevande ricche di tannini (tè, caffè) diminuiscono la disponibilità di farmaci contenenti ferro e i cibi ricchi di fibre
riducono l’assorbimento di calcio…
http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/sintesi_interazioni_farmaci_alimenti.pdf
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Il miele in tutta la sua dolcezza
Il miele è una sostanza zuccherina prodotta dalle api per elaborazione del nettare e rappresenta l’unica sostanza i cui effetti benefici e proprietà curative sono apportate totalmente dalla natura.
Le sue radici si spingono lontano, gli Egizi, i Greci e i Sumeri
ne conoscevano già le proprietà: prima ancora dello zucchero esisteva questo elemento capace di sostituire qualsiasi altra
forma di dolcificante.
Ne esistono diversi aromi, dai più delicati a quelli fruttati, decisi, aromatici e dalle differenti proprietà terapeutiche, diverse
a seconda del nettare dei fiori con cui è stato prodotto.
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È un composto complesso a tutt’oggi non ancora del tutto
conosciuto: alla luce di nuove ricerche si scoprono sempre
nuove molecole o sostanze che risultano spesso di notevole
importanza dietetica e farmacologica.
è gradita la prenotazione Venerdì e Sabato sera aperto
Questo importante alimento si caratterizza per la composizione a base di zuccheri semplici (fruttosio e glucosio) e per la
presenza di enzimi, vitamine e sali minerali.
Il consumo di miele è consigliato agli sportivi prima, durante
e dopo una competizione perché, oltre a fortificare i muscoli,
aumenta la resistenza fisica e favorisce un veloce recupero: il
glucosio fornisce infatti all’organismo calorie prontamente disponibili, il fruttosio garantisce una riserva energetica.
È particolarmente indicato nella dieta destinata all’infanzia in
quanto le sue proprietà naturali facilitano la fissazione del calcio,
del magnesio e degli altri sali minerali essenziali durante la crescita.
Apporta effetti sedativi nei confronti del sistema nervoso placando l’eccitazione nervosa e combattendo l’insonnia; riesce
inoltre a svolgere un’azione calmante nei confronti della tosse.
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FRUTTI DI BOSCO
Questo alimento, grazie alla propria versatilità può essere impiegato in cucina per svariate combinazioni e, per i suoi effetti
benefici, è adatto alla maggioranza delle persone, tranne a chi
soffre di diabete o chi segue una dieta ipocalorica.
Le proprietà emollienti e lenitive, l’azione nutritiva ed idratante, fanno si che il miele venga utilizzato in ambito cosmetico
sia come eccipiente sia come sostanza attiva.
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Ingredienti per 4 coppette
• 450 gr. di yogurt greco
• 1 cucchiaio di mele
• 250 gr. di frutti di bosco
• 100 gr. di muesli croccanti
• 20 gr. di zucchero
• 50 ml di acqua
• 2 cucchiaini di amido di mais
Preparazione
Scaldate i frutti di bosco a fuoco dolce con l’acqua e lo zucchero
e quando saranno disfatti passateli con un colino per ottenere
una coulis liscia. Sciogliete due cucchiaini di amido di mais in
un po’ di acqua, uniteli alla coulis e ponetela sul fuoco fino a che
non si sarà addensata.
Versate la crema ottenuta in 4 coppette, riempiendole per 1/3
e passate in frigorifero per circa 20 minuti. Aggiungete il miele
allo yogurt greco e dividetelo nelle coppette, completate con uno
strato di muesli e guarnite con frutti di bosco
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Quel fastidioso mal di testa
L’emicrania è una patologia neurologica caratterizzata da ricorrenti cefalee, da moderate a
gravi, spesso associate ad altri sintomi.
Si manifesta in eta infantile, adolescenziale o nella prima eta
adulta, ha la massima incidenza tra i 35 e i 45 anni e tende a
diminuire con l’avanzare dell’eta. Spesso a carattere ereditario,
colpisce popolazione italiana, compresi i bambini (per il 4%)
ed è maggiormente diffusa tra le donne.
Lo sviluppo di un attacco emicranico puo essere causato da
una serie di fattori: stati di tensione e stress e sonno disordinato possono aggravare l’intensita e la frequenza degli attacchi
molti dei quali nelle donne, con il periodo mestruale, a volte
con l’ovulazione. L’uso di ormoni, come quelli contenuti nella
pillola anticoncezionale o nei cerotti per la menopausa puo
talvolta peggiorare l’emicrania.
Alcuni cibi o bevande come il vino rosso, i formaggi stagionati, il
cioccolato e gli insaccati possono favorire gli attacchi.
Il fumo, che danneggia la funzionalita dei vasi e in particolare
delle piccole un fattore aggravante soprattutto nel lungo periodo.
I sintomi dell’emicrania possono essere preceduti da cambiamenti dell’umore (euforia, iperattivita ,irritabilita ),
aumento dell’appetito in particolare per i dolci o sete.
tive, oppure disturbi dell’odorato, del gusto intorpidimento,
sensazione di formicolio oppure la difficoltà a ricordare o a
pronunciare le parole giuste.
Raramente possono manifestarsi sintomi neurologicipiu importanti, come difficoltà del linguaggio, muscolare, vertigini e
difficoltà della coordinazione motoria.
L’ elemento più importante per un corretto inquadramento diagnostico di questa patologia è una precisa analisi dei
sintomi riferiti (frequenza, localizzazione del dolore, durata,
presenza di altri segni come nausea o lacrimazione) e delle
circostanze in cui si manifesta.
Nel diagnosticare l’emicrania è importante escludere altri tipi di
cefalea, come la cefalea muscolotensiva, la cefalea a grappolo e la
nevralgia del trigemino, che richiedono terapie differenti.
Per la terapia dell’attacco acuto il trattamento iniziale raccomandato è spesso un analgesico (Ibuprofene o Paracetamolo)
associato ad un antiemetico contro la nausea. Agenti specifici
come i l’ ergotaminapossono essere prescritto a soggetti che
risultano resistenti agli analgesici.
Oltre alla farmacoterapia dell’attacco acuto è importante la
prevenzione dell’emicrania: in primo luogo è necessario eliminare, se presenti, i fattori ambientali scatenanti ed evitare
situazioni particolarmente
stressanti.
Generalmente inizia con un dolore sordo che si trasforma in
dolore pulsante, il più delle volte avvertito in corrispondenza
delle tempie, oppure della fronte o della nuca, di solito accompagnato da associati come ipersensibilita alla luce (fotofobia) e ai rumori (fonofobia), nausea e vomito.
Gli attacchi di emicrania possono durare da poche ore fino a
vari giorni e possono essere molto disabilitanti: comportano
l’interruzione delle normali attività quotidiane. Il 10% circa
di coloro che soffrono emicrania presenta l’aura, cioe un insieme di sintomi neurologici che si verifica prima dell’attacco
di mal di testa che puo provocare allucinazioni visive o udi-
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Dott. Sergio Mungo - Neurologia e Psichiatria
Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l’Università degli Studi
di Pavia nell’ Ottobre 1981, votazione
110/110 e lode
Febbraio 1982 abilitazione alla professione medica
Luglio 1985 specializzazione in Psichiatria Università
degli Studi di Milano, votazione 70/70 e lode
1988 iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti
Settembre 1990 Dottorato di Ricerca in Scienze Neurologiche
Università degli Studi di Milano, dissertazione con lode inserita nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Luglio 1998 specializzazione in Psichiatria Forense e Criminologia Clinica - Università degli Studi di Genova, votazione
50/50 e lode.
Luglio 2003 specializzazione in Farmacologia – Università degli Studi di Milano, votazione 50/50 e lode
Dall’Aprile 1986 al Marzo 1989 assistente di Psichiatria presso
l’Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, aiuto di Psichiatria
presso lo stesso Ospedale dall’aprile 1989 al marzo1993
Dal Marzo 1993 all’Ottobre 1994 aiuto di Psichiatria presso
IRCCS Policlinico di Milano
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Dal Novembre 1994 al Luglio 2008 aiuto di Psichiatria presso
il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova.
Dal Settembre 2011 al Settembre 2012 direttore di Comunità
terapeutica per minori - Gruppo Redancia.
Dall’Ottobre 1995 al Luglio 2012 professore a Contratto di
Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica presso il Dipartimento
di Neuroscienze - Sezione di Psichiatria.
Nel Corso del 2013 professore a Contratto di Psicofarmacologia Clinica presso l’Organizzazione SocioPsichiatrica Cantonale, Cantone Ticino - Svizzera.
Dal Novembre 2013 professore a Contratto di Psichiatria
presso il Dipartimento di Scienze della Salute - Sezione di Criminologia - Università degli Studi di Genova.
Autore di oltre 200 pubblicazioni a stampa
Ho lavorato sotto la guida di grandi Maestri della Psichiatria,
della Neurologia, della Psichiatria Forense e della Farmacologia acquisendo competenze interdisciplinari e di integrazione
tra le componenti psicologiche e sociali della Neuroscienze
Cliniche.
Oltre che della cura delle malattie neuropsichiatriche mi occupo anche del trattamento e del riconoscimento dei danni
causati da mobbing, stalking, abuso sessuale, violenza domestica, gioco d’azzardo e pedofilia.
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L’endometriosi, una malattia sempre
più frequente
L’ endometriosi è una patologia cronica che colpisce circa 90
milioni di donne in tutto il mondo, di cui tre milioni in Italia e
14 milioni in Europa, ma è soprattutto. È una malattia misteriosa provocata dalla presenza di tessuto endometriale (simile a
quello che si trova all’interno dell’utero) in zone o sedi anomale, al stimolati dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale,
crescono e sanguinano provocando aderenze e cisti.
Curiosità Una dieta a base di omega3 riduce il rischio
Un consumo regolare di alimenti ricchi di acidi grassi omega3
(grassi polinsaturi) aiuta a ridurre il rischio di endometriosi,
mentre una dieta a base
I sintomi caratteristici dell’endometriosi sono il dolore pelvico cronico, la dismenorrea, il dolore mestruale sistematico, la
dispareunia (dolore nel coito) La diagnosi precisa di questa
patologia viene fatta all’osservazione diretta del basso addome
(laparoscopia) con prelievo di tessuto per l’esame istopatologico. Tessuti ed eventualmente, distrugge o asporta i focolai
endometriosici presenti.
La diagnosi viene confermata mediante l’esame microscopico
del tessuto prelevato.
La laparoscopia è un metodo microchirurgico preciso, nel quale
si ricorre spesso all’impiego di tecniche d’avanguardia come, ad
esempio il laser. Raramente, dell’utero, delle tube e delle ovaie.
Dato che i focolai endometriosici vengono attivati dagli ormoni sessuali femminili (estrogeni e progestinici), i trattamenti farmacologici sono indirizzati Nel caso sia necessaria una
completa soppressione della funzione ovarica, la formazione
di estrogeni viene impedita mediante un trattamento con i cosiddetti endometriosici.
La soppressione farmacologica della formazione di ormoni
provoca una menopausa temporanea, con i relativi fenomeni
che lo accompagnano: vampate, ormonale, ecc.
Purtroppo riconoscerla non è facile e spesso ci si rivolge al
medico quando la sintomatologia diviene quasi insostenibile a
causa del dolore che questa Nelle forme più gravi può diventare invalidante sia fisicamente che psicologicamente con gravi
ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è colpito.
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Dott. Giuseppe Vincelli - Ginecologo
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso l’Università
di Genova con 110 e lode, ottiene la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia presso Genova nel luglio 1984.
Ha partecipato a molteplici corsi di colposcopia e dagli anni 90 è
il referente colposcopista per la diagnosi precoce di tumori dell’utero nelle strutture nelle quali ha esercitato la professione.
Nel frattempo lavora come medico ginecologo presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Padre Antero di
Genova Sestri Ponente e come presso la Usl 3 Genovese.
Ha ottenuto il diploma in ecografia ostetrico ginecologica
presso l’Università di Genova.
Nel 1994 entra a far parte dello staff medico del reparto di
Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Evangelico Internazionale fino ad agosto 2011.
Da agosto 2011 esercita la professione medica presso il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Giannina
Gaslini di Genova.
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Appassionato di Medicina Biologica ha partecipato a corsi di
omotossicologia e omeopatia a Milanoe a Genova e utilizza
anche terapie biologiche nell’ambito libera professione.
Dal 2003 si reca ogni anno in Bagladesh presso l’Ospedale
St. Vincent di Djnajpur, gestito dai padri missionari del
P.I.M.E., per effettuare interventi sulla popolazione del luogo.
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Programma Prevenzione
Una Sanità in cui curare significa prendersi cura
La crisi finanziaria, economica e sociale che sta colpendo duramente
il nostro Paese si traduce in diminuzione dei servizi e dell’attività di
prevenzione: circa nove milioni di cittadini non possono curarsi e
sono costretti a rinunciare a visite mediche di controllo.
Casa della Salute tutela il diritto alla salute promuovendo una
Sanità basata sulla prevenzione, sulla qualità del servizio e sull’attenzione per il paziente.
Grazie al sostegno economico dei Partners che supportano il
Programma Prevenzione contrastiamo le disuguaglianze sociali e
promuoviamo il concetto di prevenzione.
Il nostro intento è quello di facilitare l’accesso ai servizi socio sanitari e garantire risposte rapide ed adeguate alle esigenze assistenziali a costi accessibili a tutti.
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Ecografia ginecologica - Pap test
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ORTOPEDIA
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PODOLOGIA
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PSICOLOGIA e PSICOLOGIA INFANTILE
(psicodiagnosi - diagnosi dei disturbi specifici
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LOGOPEDIA
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Casa della Salute News
Periodico mensile di informazione sanitaria.
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Genova
N. 11/2013 del 23/12/2013
Ottobre 2014
Direttore Responsabile
: Piero Fischi
Testi a cura di
: Casa della Salute di BEA S.r.l.
Grafica ed impaginazione : Abatedesign - GE
Stampa
: Grafiche G7 Savignone - GE
Le informazioni contenute nel presente numero sono aggiornate a
Ottobre 2014. Potrebbero subire variazioni per cause non
dipendenti dalla volontà della redazione.
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