HOMÉLIE DE

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OMELIA DI
SUA EMINENZA CARDINALE PAUL POUPARD
Presidente del Consiglio Pontificale della Cultura e del
Consiglio Pontificale per il Dialogo intereligioso
ALL’OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DEL RESTAURO
DELLA CHIESA DI
SAN NICOLA DEI LORENESI
Festa di san Nicola – 6 dicembre 2006
Ap 3, 14…22 ; Sal 111 ; Mc 10, 13-16.
Eccellenze,
Altezze Imperiali e Regali,
Signor Ambasciatore di Francia della Santa Sede,
Membri dei Pii Istituti della Francia di Roma e di Loreto,
e dell’Associazione degli Amici di San Nicola dei Lorenesi,
Rappresentanti delle Autorità civili,
Cari fratelli e sorelle in Gesù Cristo,
È per me una gioia raddoppiata da un’intensa emozione celebrare con i Vescovi di
Lorena questa Eucarestia d’azione di grazie in San Nicola, gioiello delle chiese francesi a
Roma, dove avete potuto leggere, fieramente inciso sull’architrave della facciata in
travertino, che essa è stata costruita in honorem S.Nicolai per la natio Lotharingorum.
Tanti felici ed indimenticabili ricordi mi vengono alla memoria, quando quasi mezzo
secolo fa, giovane prete appena arrivato al servizio del Buon Papa Giovanni, nel settembre
1959, abitavo all’altezza della cupola, nell’appartamento che d’ora in avanti – e me ne
rallegro- sarà dei fratelli di San Giovanni i quali daranno vita a questo venerabile santuario,
legittimo orgoglio della Nazione Lorenese.
Caro Signor de Dumast, caro Denis Schaming, Presidente e Cancelliere
dell’Associazione degli Amici di San Nicola dei Lorenesi, conosco la vostra felicità ed
emozione per aver contribuito al meraviglioso lavoro di restaurazione svolto dai Pii Istituti
della Francia di Roma e di Loreto, per rimettere a nuovo questo gioiello del patrimonio dei
Francesi a Roma. Come non salutare il notevole lavoro di tutti coloro che hanno preso
parte, da vicino o da lontano, a questa magnifica opera di restaurazione, e più
particolarmente questo gruppo di donne artiste che, per due anni, sono venute ogni giorno
con i loro bastoncini e pennellini per pulire ogni centimetro quadrato dell’interno,
riprendere e anche salvare affreschi e tele, stucchi e marmi, per poter offrircene una
immagine magnificamente messa in valore dalle illuminazioni giudiziosamente scelte, e
farci cantare gloria a Dio onorando con la Lorena, il suo patrono, il grande san Nicola ritto
dinanzi a noi, presentandoci un libro aperto dove potete leggere con me: PAX VOBIS
NOLITE TIMERE. EGO SUM PROTECTOR VESTER.
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Pax vobis. Noi aggiungiamo oggi una bella pagina alla storia dei Lorenesi a Roma.
Numerosa nella Città eterna ai tempi del Rinascimento, la comunità dei Lorenesi, dopo
aver largamente contribuito con Carlo III di Lorena alla costruzione di San-Luigi-dei –
Francesi, crea nel 1587 una nuova confraternita indipendente dalla Francia, sul nome di
Confraternita di San Nicola e di Santa Caterina della Nazione della Lorena e di Barrois
che autorizza loro la possessione di una Cappella propria nella chiesa San Luigi-deiFrancesi. Subito apparve insufficiente, e, nel 1622, Papa Gregorio XV donò alla Lorena la
chiesa di San Nicola, vicino alla magnifica piazza Navona, ricostruita dall’architetto
François Desjardins nel 1632. È l’edificio che ci accoglie qui oggi, certo troppo stretto per
per tutti coloro che avrebbero voluto avere un posto, ma oramai aperta ai pellegrini in
ricerca di pace spirituale, desiderosi d’attingere all’acqua che san Nicola fa sgorgare dalla
roccia, come lo rappresenta la superba volta sopra la chiesa. Pax vobis, amici della Lorena,
la vostra chiesa, che è un pò la vostra presenza nel cuore della cristianità, risplende ancora
una volta, le porte aperte sulla città, attraente per la sua bellezza e resa vivente per mezzo
di una comunità che prega e che la riceve da voi con riconoscenza.
Ego sum protector vester. Siamo fieri di poter unirci, in questa liturgia, ai valorosi
Lorenesi che offrirono questo edificio a san Nicola in riconoscenza alla sua santa
protezione. È la storia della Lorena: XIº secolo, la destra benedicente di san Nicola fu
trasferita in Lorena nella chiesa che gli sarà consacrata nel secolo successivo a SaintNicolas-de-Port, e ricostruita dopo la vittoria di René II di Lorena contro Carlo il
Temerario nel 1477. Amici della Lorena, ascoltate san Nicola che vi dice ancora una volta,
in questo inizio del terzo millenario: Ego sum Nicolas protector vester. Monsignore, la
vostra presenza tra di noi come capo storico della Casa di Lorena e il vostro affetto
personale per la città di Nancy e per la Lorena, è per noi un vivo richiamo della storia della
Lorena e della sua dimensione spirituale, nelle sue radici cristiane. Cari amici della Lorena,
il Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci invita tutti ad andare avanti come dei bambini
piccoli, all’immagine di san Nicola dal cuore così grande e generoso, questo santo ci
insegna i gesti della gratuità per esprimere la carità. Festeggiare san Nicola, offrigli una
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chiesa degna di lui e degna del popolo della Lorena, vuol dire rinnovare il nostro legame e
riconoscenza : Tu sei, Nicola, oggi come ieri e per sempre nostro protettore.
Noli timere. Come non dire la mia gratitudine a voi, Signor Ambasciatore e ai Pii
Istituti, per aver permesso, alla domanda degli Amici di San Nicola e alla mia suggestione,
l’installazione d’una comunità religiosa che aprirà le porte della chiesa rimaste chiuse per
molto tempo, per il canto delle Ore, le ferventi Eucarestie e l’adorazione silenziosa di Gesù
presente nel Santissimo Sacramento dell’Altare. Noli temere, cari fratelli di San Giovanni:
i Lorenesi sapranno adottarvi scoprendo la vostra generosità d’accoglienza e la vostra
dedizione. Conosco la vostra comunità dalle sue origini, prima ancora della sua nascita
oserei dire, per aver spesso ricevuto il vostro fondatore, «le cher Père Marie-Dominique
Philippe», per riprendere l’espressione di Benedetto XVI del febbraio scorso, nei miei
felici anni trascorsi come cappellano al San Domenico, dove egli era ospite durante i suoi
soggiorni romani: mi parlava dei suoi studenti in ricerca di una vita spirituale intensa
irrigata dal Vangelo di San Giovanni, e la sua preoccupazione di dare una solida
formazione attorno alle tre Sapienze, filosofica, teologica e mistica. La liturgia di oggi ci fa
ascoltare ancora una volta l’appello dell’Apocalisse di San Giovanni : « Ecco sto alla porta
e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui
ed egli con me » (Ap 3, 14). Cari fratelli, aprite la porta di questa chiesa: pellegrini e turisti,
abitanti del quartiere e dei dintorni, uomini e donne che la Provvidenza guiderà sino a San
Nicola, ascolteranno qui la voce di Dio per aprire il loro cuore e condividere con voi la
cena del Signore.
Cari Fratelli e Sorelle, cari amici,
Appena entrati in questa chiesa, l’agitazione di Campo Marzio svanisce e lascia
spazio al raccoglimento che invita alla preghiera. La fluente bellezza dei marmi, i ricchi
dipinti di Nicola di Bari, gli affreschi viventi di Giaquinto dove l’acqua sembra sprizzare,
gli angeli cantano, e il Cristo, la Vergine e i Santi dialogano con san Nicola sulla cupola,
gli alto-rilievi in stucco di un bianco immacolato di Giovan Baltesta Frossi, i quali
s’inseriscono così abilmente nella sinfonia di colori, da farci passare dolcemente dal cuore
della città al cuore di Dio, dal mondo turbolento degli uomini alla sorgente vivificante
dell’agape trinitario, tenero e misericordioso. Ascoltiamo ancora e sempre Gesù presente
nel Tabernacolo dell’altare : si rivolge a noi come nel Vangelo: « Lasciate venire a me i
piccoli ». Con la bontà del cuore di san Nicola, lasciamoci prendere da questo appello,
rispondiamogli generosamente.
Noli timere. Non abbiate paura ! È l’appello evangelico di Giovanni Paolo II
all’alba del suo Pontificato, ripreso dal suo successore Benedetto XVI il giorno della sua
intronizzazione : « Non abbiate paura, al contrario, aprite le porte a Cristo ... In qualche
modo, non abbiamo forse tutti paura- se lasciamo entrare Cristo in noi totalmente, se noi
ci apriamo totalmente a lui- paura che egli ci possa privare di una parte della nostra
vita ? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualche cosa di grande, di unico, che
rende bella la vita ? Non rischiamo forse di trovarci poi nell’angoscia e privati della
libertà ? e ancora una volta il Papa ci vuole dire : No ! Chi fa entrare Cristo non perde
nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No !
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Solamente in questa amicizia si aprono le porte della vita. Solo in questa amicizia si
scoprono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solamente in questa
amicizia facciamo l’esperienza di ciò che è bello e di ciò che ci libera… Non abbiate
paura di Cristo! Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a lui riceve il centuplo. Sí,
aprite, aprite le porte a Cristo – e troverete la vera vita. »
Ô San Nicola che fai sgorgare l’acqua da una roccia,
Fai della tua chiesa un’oasi di pace,
Calma le tempeste del nostro mondo,
Proteggi le nostre famiglie, la Chiesa e la Lorena.
Tu che ti mostri a noi in dolce conversazione con il Cristo e sua Madre,
Donaci di amare la verità,
Di prediligere la bontà,
E di risplendere la bellezza della nostra fede,
Affinché anche noi possiamo testimoniare, seguendo il tuo esempio,
Dell’Amore tre volte Santo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
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