Prof.Lovino - I.T.A. "Umberto I", Andria

ISTITUTO TECNICO AGRARIO ‘ UMBERTO I ’
ANDRIA
ANNO SCOLATICO 2013/2014
Un viaggio attraverso il mondo olivicolo
Prof.:
Lovino V.
Marinelli F.
Introna M.
Stallone S.
Candidato:
La Notte Andrea
Percorso interdisciplinare
ITALIANO:
STORIA:
Pirandello
Il Fascismo
BIOLOGIA:
Fitopatie
dell’olivo
ESTIMO:
CHIMICA
AGRARIA:
Servitù di
elettrodotto
L’olio
ECOLOGIA
APPLICATA:
L’agricoltura
sostenibile
L’olio d’oliva
INGLESE:
Olive oil
production
SOMMARIO
Inglese
Ecologia applicata
Estimo
Cenni storici sull’olivo
In Italia l'olivo è stato diffuso da vari popoli mediterranei,
inizialmente dai Fenici (in Sicilia) e dai Greci (nella Magna
Grecia). Ma sono stati i Romani ad ampliare e potenziare la
coltivazione nelle zone dove le condizione climatiche e
pedologiche lo hanno permesso. Dai romani in poi malgrado
vicende alterne che hanno visto periodi di auge e periodi di
crisi, l'ulivo ha esteso la sua diffusione in tutto il Centro-Sud e
nelle Isole;
Attualmente si può affermare che praticamente ogni regione
italiana, tranne Valle d'Aosta, Trentino AltoAdige, e Piemonte,
può vantare una propria olivicoltura, ognuna con una propria
cultivar predominante.
Tecniche di produzione vegetale
L’olivo:
botanica e metodi di coltivazione
Tecniche di produzioni vegetali
L’olivo
Olea europaea L.
Appartiene alla famiglia delle Oleacee;
È una pianta estremamente longeva;
È una pianta sempreverde a sviluppo basitono;
Tipica del mediterraneo, resiste alla siccità ma non alle
basse temperature;
È un bene naturaristico da proteggere
Tecniche di produzioni vegetali
Produzione olio in Italia
La produzione di olio di oliva è
prerogativa nel sud Italia. Le cifre
parlano chiaro, mediamente ogni
anno in Italia vengono prodotti circa
6 - 7 milioni di quintali. La Puglia,
Calabria e la Sicilia hanno
un'incidenza nella produzione
nazionale di oltre l'85% di tutto l'olio
di oliva prodotto nel nostro paese.
La rimanente produzione che ha
una certa rilevanza se la dividono
Toscana, Liguria, Umbria e
Abruzzo.
Tecniche di produzioni vegetali
Botanica
La pianta è formata da:
Un apparato radicale con funzione idrico-nutrizionale e di
sostegno;
Una parte area formata da:
Colletto
Fusto
Rami
Germogli
Tecniche di produzioni vegetali
 I germogli derivano dalle gemme che possono essere:
 A fiore
 Miste
 A legno
 In base al loro sviluppo si suddividono in:
 Dormienti
 Pronte
 Latenti
 In base alla loro posizione si suddividono in:
 Avventizie
 Ascellari
 Apicali
Tecniche di produzioni vegetali
Le cultivar più importanti nella nostra regione sono:
Coratina
Ogliarola
Cima di Bitonto
Leccino
Frantoio
 Tra le cultivar da tavola si annoverano l’Ascolana,
la S. Agostino e la Bella di Cerignola
Tecniche di produzioni vegetali
Fasi fenologiche







Differenziazione delle gemme
Mignolatura
Fioritura
Comparsa dei frutticini
Accrescimento del frutto
Invaiatura
Maturazione
Tecniche di produzioni vegetali
Differenziazione
 La differenziazione morfologica delle gemme inizia dalla fine
di febbraio alla metà di marzo, a seconda delle condizioni
climatiche. Essa avviene di solito 50-60 giorni prima della
fioritura. Le cause della non differenziazione sono:
 Cause nutrizionali (rapporto C/N)
 Cause ormonali (ormoni presenti nelle foglie)
Tecniche di produzioni vegetali
Mignolatura




Avviene nel mese di aprile-maggio
Si manifesta con le mignole
Le mignole sono formate da 15-20 fiori
Sono infiorescenze a grappolo di colore bianco
Tecniche di produzioni vegetali
Fioritura
 Avviene tra maggio e giugno
 Dura da 5 a 10 giorni e si presenta in maniera scalare
 L’allegagione si aggira intorno al 2-5%
Tecniche di produzioni vegetali
Invaiatura
 Il colore della drupa dipende da:
 Clima
 Cultivar
 Quantità di olive sull’albero
 Periodo di raccolta
Tecniche di produzioni vegetali
Potatura
 È una operazione colturale che ha i seguenti scopi:
 Dare una forma alla pianta
 Favorire un giusto equilibrio tra vegetazione e
produzione
 Evitare l’alternanza di produzione
 Mantenere le piante in produzione il più a lungo
possibile
 Facilitare la meccanizzazione delle operazioni
colturali
 Accelerare l’entrata in produzione delle giovani piante
 Sfavorire l’instaurarsi di malattie
Tecniche di produzioni vegetali
Concimazione
 La concimazione di produzione si basa sul principio della
restituzione.
 Per 100 kg di olive la pianta asporta:
 900 g di N
 200 g di P
 1.000 g di K
 Questi dati devono essere aumentati a causa delle perdite
per dilavamento, volatilizzazione e di fissazione.
 Inoltre dipende dal tipo di terreno e dal clima.
Tecniche di produzioni vegetali
Irrigazione
 I volumi di acqua dipendono da:
 Tipo di terreno
 Evapotraspirazione
 Cultivar
 Regime pluviometrico
 Generalmente si aggirano intorno
ai 3.000 mc/ha per ulivi adulti
 L’impianto può essere:
 A goccia 4-8 l/h
 A zampillo 15-30 l/h
Tecniche di produzioni vegetali
Realizzazione di un impianto
 Scelta della cultivar e forma di allevamento
 Preparazione del terreno con operazioni di
 Scasso e lavorazioni di amminutamento e affinamento
 Analisi fisico-chimica del terreno
 Concimazione di fondo
 Squadratura e picchettamento (sesto d’impianto)
 Messa a dimora
 Questa operazione viene fatta generalmete tra gennaiofebbraio
Biologia applicata
Avversità dell’olivo
Biologia applicata
DIRETTIVA 2009/128/CE DEL PARLAMENTO
EUROPEO E DEL CONSIGLIO
Il Piano nazionale per l'uso sostenibile dei fitofarmaci, in
attuazione di quanto stabilito dalla dir. 2009/128/CE,
prevede che dal 1° gennaio 2014 tutte le imprese
agricole convenzionali devono convertirsi al metodo di
produzione integrata. Tale sistema di difesa fitosanitaria
sarà l'unico ammesso insieme al metodo di produzione
biologico.
Biologia applicata
Sommario
INSETTI MAGGIORI
INSETTI MINORI
 Bactrocera oleae

Zeuzera pyrina
 Saisettia oleae

Otorrhyncus cribicollis
 Prays oleae

Palpita unionalis

Euphyllura olivina

Liothrips oleae

Phloeotribus scarabaeoides
MALATTIE CRITTOGAMICHE

Spilocaea oleagina

Pseudomonas savastanoi

Fumaggine

Polyporus fulvus

Verticillium dahliae
Biologia applicata
Mosca dell’olivo
Bactrocera oleae (= Dacus oleae)
 Classe: Insetti
 Ordine: Ditteri
 Famiglia: Tripetidi
Biologia applicata
Morfologia
ADULTO
 Capo
 Antenne corte;
 Occhi composti di colore verde che
alla morte diventano rossi;
 Apparato boccale lambentesucchiante, formato dai labelli
(ingrossamento del labbro inferiore);
 Digestione extracorporea.
Biologia applicata
Morfologia
ADULTO
 Torace
 Colore grigio-bruno;
 Primo paio di ali trasparenti e
membranose con piccole
macchie scure sull’estremità;
 Secondo paio di ali
trasformate in bilancieri;
 Ricoperto da setole;
 Presenza di macchie o
striature.
Biologia applicata
ADULTO
 Addome
 Colore castano chiaro con macchie nere sub-rettangolari;
 Le femmine posseggono un ovidepositore di sostituzione.
Biologia applicata
Morfologia
UOVO
 Forma cilindrica;
 Colore bianco latteo.
LARVA
 Lunghezza: 8 mm
 Forma allungata;
 Colore bianco-giallognolo;
 Apparato boccale masticatore;
 Apoda.
Biologia applicata
Morfologia
PUPA
 Coartata;
 Colore giallo e in
seguito rossastro.
Biologia applicata
Ciclo biologico
 Ogni femmina depone 200-300 uova;
 L’ovodeposizione avviene dopo qualche
giorno dall’accoppiamento nel periodo
giugno-luglio;
 L’ovodeposizione dura circa 3 min e l’uovo
viene deposto appena sotto l’epicarpo;
 Il più delle volte viene deposto un uovo
per drupa.
Biologia applicata
Ciclo biologico
 Assieme all’uovo viene iniettato un batterio: lo Pseudomonas
savastanoi;
 Questo batterio impedisce la cicatrizzazione della ferita, marca la
drupa e evita la doppia ovideposizione;
 Dopo la schiusura dell’uovo, la larva scava gallerie all’interno della
drupa determinando danni al prodotto.
Biologia applicata
Ciclo biologico
 La larva, raggiunta la maturità, si impupa nel terreno o nel frutto
lasciando solo la sottile pellicola dell’epicarpo;
 La pupa rimane nella drupa per una settimana.
Biologia applicata
Ciclo biologico
 Infine l’adulto sfarfalla
rompendo l’epicarpo;
 L’ultima generazione dell’anno
si impupa nel terreno per
trascorrere l’inverno.
 Alla prima generazione ne
seguono altre 5-6, in base alle
condizioni climatiche
Biologia applicata
Danni
QUALITATIVI
 Elevata acidità;
 Sviluppo di marciumi;
 Sviluppo di muffa (larva di III° età).
 L’aroma viene compromesso
 Trasmissione della rogna
QUANTITATIVI
 Perdita di prodotto;
 Rese minori;
 Cascola drupe.
Biologia applicata
Lotta in agricoltura Integrata
 Lotta chimica (Dimetoato, Imidacloprid, Deltametrina)
 Lotta agronomica (raccolta anticipata)
 Lotta biologica e mezzi biotecnologici
Biologia applicata
Lotta chimica
INTERVENTI CONTRO LE LARVE
MONITORAGGIO
– campionamento di 100 drupe dalle parti alte della pianta rivolte a
sud
– verifica dell’infestazione attiva (presenza del foro di ovideposizione e
di uova e larve).
SOGLIE DI INTERVENTO
– 10 % di infestazione attiva per olive da olio
– Prime punture per olive da mensa (2 %)
Superata la soglia di intervento si possono fare trattamenti con
prodotti a base di Dimetoato, Imidacloprid, Deltametrina, ecc.
Biologia applicata
Lotta biologica e mezzi biotecnologici
In natura le popolazioni di Dacus oleae sono controllate da numerosi
entomofagi; tra questi ricordiamo:
Imenotteri Calcidoidei;
Opius concolor;
Prolasioptera barlesiana
Biologia applicata
Cocciniglia mezzo grano di pepe
Saisettia oleae
 Classe: Insetti
 Ordine: Rincoti
 Famiglia: Coccidi
 Piante ospiti: olivo, agrumi,
ornamentali ecc.
Biologia applicata
Morfologia
ADULTO
 Corpo ovale, dimensioni 2-5 mm
 App. boccale: pungente-succhiante
 È in grado di deporre oltre 2500 uova
 Presenta 3 carene sul dorso (Croce di
Lorena)
 I maschi sono molto rari e sono muniti
di ali, zampe, occhi e app. boccale
atrofico
Biologia applicata
Morfologia
UOVO
 Forma ellittica
 Colore:
 Rosa–rossastro appena deposto;
 Bianco dopo la schiusura
NEANIDE
 Colore giallognolo – nocciola
 Forma ovale leggermente convessa
 Si riscontrano occhi
 Presentano 3 età:
1^ età: neanidi mobili
2^ e 3^ età: neanidi immobili
Biologia applicata
Ciclo biologico
 Sverna come neanide di 2°-3° età;
 Compie una o due generazioni
all’anno;
 Si riproduce per partenogenesi;
 La femmina crea una cavità con il
suo corpo dove depone le uova;
 L’ovideposizione si completa verso la
fine di luglio;
 Queste possono originare una
seconda generazione;
 Le infestazioni sono favorite da climi
invernali miti ed estati umide
Biologia applicata
Danni
DIRETTI
 Sottrazione di linfa della pianta
INDIRETTI
 Emissione di melata con conseguente
sviluppo di fumaggine
 Sviluppo stentato dei germogli
 Caduta foglie
 Minore produzione di drupe
 Diminuzione della traspirazione
Biologia applicata
Lotta in agricoltura integrata
Lotta agronomica
Potatura e sfoltimento chioma;
Evitare eccesso concimazioni azotate;
Evitare ristagni di umidità
Lotta chimica
Soglia d’intervento:
 4 – 5 neanidi per foglia
 1 adulto ogni 10 cm di ramo
Sostanze Attive: Oli minerali bianchi attivati o meno
con esteri fosforici, chitino-inibitori (Buprofezin)
Polisolfuro di bario;
Lotta biologica:
Metaphycus lounsburyi
Biologia applicata
Tignola dell’olivo
Prays oleae




Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri
Famiglia: Iponomeutidi
Piante ospiti: olivo, ligustro,
ecc.
Biologia applicata
Morfologia
ADULTO
 Colore grigio-argento
 Ali anteriori con macchiettature nerastre diffuse;
 Ali posteriori sfrangiate
 Apertura alare di 14 mm circa;
 Lungo 6-7 mm
 Apparato boccale succhiante (spiritromba)
UOVA
 Colore bianco appena deposte, in seguito giallognolo
 Forma ellittica ed appiattite
 Lunghe 0.5 mm
Biologia applicata
Morfologia
LARVA
• Color nocciola chiaro;
• Lunga circa 8 mm;
• Presenta bande longitudinali verdastri e giallastre;
• Polipoda
• Capo scuro
CRISALIDE
• Colore giallastro
• Coarptata
• Lunga 5-6 mm
Biologia applicata
DANNI
SU FIORI (1° generazione antofaga)
 Aborto fiorale;
 Fili sericei sulle infiorescenze;
 Distruzione dei vari organi riproduttivi;
SU FRUTTI (2° generazione carpofaga)
 Cascola anticipata
 Distruzione dell’endocarpo
 Gallerie nei frutticini
SU FOGLIE (3° generazione fillofaga)
 Gallerie nel parenchima fogliare
 Disseccamento dei germogli
 Le infestazioni delle foglie e dei fiori non arrecano
grossi danni, quindi non vengono combattute

Le infestazioni delle foglie e dei fiori non arrecano
grossi danni, quindi non vengono combattute
Biologia applicata
Generazione antofaga
 Depongono le uova sui fiori
 Generalmente un uovo per fiore
 Dopo 1-2 settimane fuoriescono le larve
 Le larve rodono i fiori e le rivestono di fili sericei ed escrementi
 Ogni larva può distruggere 10-15 fiori
 Una volta matura, la larva si incrisalida sull’infiorescenza
Biologia applicata
Generazione carpofaga
 Le femmine adulte depongono le uova sui frutticini nel mese di
maggio-giugno;
 Dopo pochi giorni fuoriescono le larve;
 Queste attaccano i frutti distruggendo anche il seme;
 Raggiunta la maturità, abbandonano il frutto (fuoriuscendo dal
peduncolo) e si impupano tra le foglie.
Biologia applicata
Generazione fillofaga
 Fra settembre ed ottobre avviene lo sfarfallamento degli adulti
 L’ovodeposizione avviene sulla pagina superiore delle foglie
 Le larve penetrano nel parenchima fogliare e scavano gallerie
filiformi
 Le larve trascorrono l’inverno nelle foglie
 Alla primavera riprende l’attività erosiva delle larve
 Alla maturità rodono le foglie anche dall’esterno
Biologia applicata
Lotta Integrata
 Lotta agronomica (adeguata concimazione azotata)
 Lotta Chimica
 Lotta Biologica (Bacillus thuringiensis spp. kurstaki)
Biologia applicata
Lotta chimica
 Monitoraggio con trappole o campionamento
visivo
 Generalmente effettuata solo sulla gen.
carpofaga
 Gli interventi si eseguono:
 Al termine delle ovideposizioni
 Prima dell’indurimento del nocciolo
SOGLIA DI INTERVENTO:
 10 – 15 % di larvette in fase di
penetrazione nelle olivine
 5 – 7 % per le olive da mensa
Sostanze attive:
 Dimetoato, Fenitrotion
Biologia applicata
Rodilegno giallo
Zeuzera pyrina
 Classe: Insetti
 Ordine: Lepidotteri
 Famiglia: Cossidae
 Piante ospiti: Olivo,
drupacee, pomacee
Biologia applicata
Morfologia
UOVO
 Di forma ovoidale;
 Inizialmente giallo poi diventa
rosa.
LARVA
 Raggiunge dimensioni di 5-6
mm;
 Colore giallo con punti neri;
 Capo e protorace di colore nero
lucente.
Biologia applicata
Morfologia
CRISALIDE
• Di colore bruno
giallastra;
• E’ lunga circa 4 cm.
ADULTO
 Ali bianche con macchie blu;
 Torace bianco e addome
scuro;
 Apertura alare di 5-7 cm
nelle femmine e 4-5 cm nei
maschi;
 Apparato boccale succhiante.
Biologia applicata
Ciclo biologico
 La larva inizialmente si nutre del legno situatosi al centro del ramo;
 Successivamente scava gallerie in senso longitudinale;
 Infine si incrisalida in gallerie chiuse.
Biologia applicata
Danni
• Disseccamento dei rami;
• Aspetto clorotico delle foglie;
• Minor sviluppo della vegetazione;
• Maggiore suscettibilità per le olive
da mensa e da duplice attitudine;
• Presenza di rosure all’ingresso del
foro di penetrazione;
• Maggiori danni sui nuovi impianti a
causa dei grossi tagli.
Biologia applicata
Lotta integrata
AGRONOMICA
 Potature frequenti;
 Asportazione dei rami infetti.
MECCANICA
 Iniettare uno spray nel foro di penetrazione;
 Utilizzo di fil di ferro per l’uncinamento;
 Efficace per piccole infestazioni.
BIOTECNICA
 Cattura massale con trappole a feromone;
 Confusione sessuale applicando dei diffusori: l’obiettivo è ridurre
l’accoppiamento delle larve nell’oliveto.
Biologia applicata
Lotta integrata
CHIMICA
 Impiego di inibitori e il posizionamento delle trappole;
 Utilizzo di Fosforganici;
 I trattamenti vengono effettuati nel periodo di massima cattura
BIOLOGICA E MICRIBIOLOGICA
 Utilizzo di nematodi;
 Beauveria bassiana;
 Vengono immessi nel foro di penetrazione servendosi di coton
fiocs;
 Consente mortalità anche superiore al 90%.
Biologia applicata
Oziorrinco
Otiorrhyncus cribricollis
 Classe: Insetti
 Ordine: Coleotteri
 Famiglia: Curculionidi
 Piante ospiti: agrumi, olivo, ecc.
Biologia applicata
Morfologia
ADULTO
 Colore brunastro;
 Lunghezza 6-8 cm;
 Ali anteriori (elitre) saldate;
 Ali posteriori assenti;
 Apparato boccale masticatore.
LARVA
 Colore biancastro;
 Capo di colore rosso ruggine;
 Lunghezza 8-10 cm;
 Apoda;
 Apparato boccale masticatore.
Biologia applicata
Biologia
 Compie una generazione all’anno;
 Si riproduce per partenogenesi;
 Le uva vengono deposte nel terreno;
 Presenta una diapausa estiva;
 L’attività trofica è maggiore a fine
primavera e a inizio estate, a fine
estate e a inizio autunno;
 Ha abitudini notturne.
Biologia applicata
Danni
ADULTO
• Erosioni a semiluna sul margine fogliare;
• Danni maggiori sulle giovani piante nei
vivai.
LARVA
• Erosioni sulle radici e sul colletto delle
giovani piante.
Biologia applicata
Lotta integrata
MECCANICA
• Fasce di veltro intorno al tronco della pianta e ad altri elementi
(pali, tubi) per evitare la salita dell’insetto adulto;
• Le fasce vanno cambiate ogni 2 anni spostandole sempre sul
tronco.
CHIMICA
• Non sono consentiti trattamenti di alcun genere.
Biologia applicata
Cotonello
Euphyllura olivina
• Classe: Insetti
• Ordine: Rincoti
• Famiglia: Psillidi
Biologia applicata
Morfologia
UOVO
 Di forma ellittica;
 Termina con un
peduncolo;
 Inizialmente di colore
bianco poi diventa
giallo arancio.
 NEANIDE
 Di colore giallo ocra;
 Di dimensioni piccolissime;
 Presenta ghiandole che
secernono cera bianca.
Biologia applicata
Morfologia
 ADULTO
 Di piccola taglia;
 Corpo tozzo;
 Inizialmente e di colore verde
poi diventa più scuro;
 Le ali anteriori sono
rettangolari, traslucide e
giallastre.
Biologia applicata
Biologia
 Può compiere 4-5 generazioni l’anno;
 Una femmina può deporre fino a 2501000 uova, conficcandoli nei germogli
apicali;
 Le neanidi emettono filamenti di cera
che formano soffici fiocchi bianchi;
 Sverna allo stadio di adulto sui
rametti.
Biologia applicata
Danni
 Possibile colatura e aborto fiorale;
 Cascola dei frutti;
 Disseccamento dei germogli e filloptosi anticipata delle foglie.
Biologia applicata
AGRONOMICA
Lotta
 Potatura verde;
 Adeguate concimazioni azotate;
 Eliminazione dei rami infestati.
CHIMICA
 Nei nostri ambienti non è
necessario effettuare interventi
chimici perché il fitofago è
controllato dagli entomofagi.
Biologia applicata
Occhio di pavone o Cicloconio
Spilocaea oleagina
 Ordine: Hyphales
 Famiglia: Dematiaceae
 Pianta ospite: Olivo
Biologia applicata
Biologia ed Epidemiologia
 Penetrazione attiva;
 Micelio sottocuticolare;
 Periodo favorevole per l’infezione:
 Nei periodi caldi e siccitosi;
 In inverno a seguito di forti
abbassamenti della temperatura.
Biologia applicata
Fattori Favorevoli
 Sesti d’impianti troppo fitti;
 Varietà Coratina e Ogliarola;
 Temperature non troppo alte e non
troppo basse (18-20 °C);
 Pioggia o alta umidità relativa, con
conseguente:
 Perforazione della cuticola;
 Dispersione dei conidi;
 Germinazione dei conidi.
Biologia applicata
Sintomi
FOGLIE
 Comparsa di macchie
circolari di colore brunoscuro sulla pagina
superiore;
 In estate appare anche un
alone giallo;
 Filloptosi anticipata.
PEDUNCOLO E RAMETTI
 Simili alle foglie.
FRUTTI
 Molto rari;
 Piccole macchie infossate
di colore bruno.
Biologia applicata
Danni
 Caduta di foglie;
 Riduzione dell’attività fogliare;
 Rese minori.
Biologia applicata
Lotta integrata
AGRONOMICA: potature verdi.
CHIMICA:
Elevate Infezioni:
1° trattamento: alla ripresa vegetativa
2° trattamento: allo sviluppo vegetativo primaverile (3 – 4 nodi fogliari)
3° trattamento: alla comparsa delle macchie (fine estate – autunno)
Basse Infezioni:
1° trattamento: allo sviluppo vegetativo primaverile (3 – 4 nodi fogliari)
2° trattamento: alla comparsa delle macchie (fine estate – autunno)
Sostanze attive:
 Prodotti rameici (provocano la caduta delle foglie infette);
Biologia applicata
Rogna
Pseudomonas savastanoi
 È un batterio
 Piante attaccate: Olivo
 Il suo sviluppo è favorito
da pioggia, umidità e
temperature miti
Biologia applicata
Biologia & Danni
 Vengono stimolate a moltiplicarsi le cellule del cambio che,
accrescendosi fuoriescono dal ramo sottoforma di tubercoli
 La penetrazione del batterio è passiva:
 Lesioni di potatura
 Lesioni da raccolta
 Lesioni da grandine
 Trasmesso dalla Bactrocera oleae
DANNI:
 Defogliazioni
 Disseccamento dei rami
 Limitata vegetazione
 Scarsa produttività
Biologia applicata
Lotta Integrata
Lotta agronomica
 Distruzione rami infetti
 Evitare abbacchiatura
Lotta chimica
 Trattamenti con rame 12 giorni dopo le
condizioni favorevoli
 Lotta contro Bactrocera
oleae
Biologia applicata
Fumaggine
 Concorrono vari funghi polifagi
 Principalmente quelli del genere
Capnodium,Cladosporium,
Alternaria
 Piante ospiti: Olivo, agrumi,
fruttiferi, piante ornamentali
Biologia applicata
Biologia
 Funghi epifiti
 I funghi non prendono rapporti con la pianta
 Si sviluppano sulla melata
 La melata viene prodotta dalla Saisettia oleae ed Euphyllura
olivina
Biologia applicata
Sintomi e Danni
 Ammassi nerastri sulla vegetazione
 Attività fogliari compromesse:
 Fotosintesi, respirazione,
traspirazione
 Deperimento generale della pianta
 Deprezzamento del prodotto
Biologia applicata
Lotta Integrata
AGRONOMICA
 Potatura di sfoltimento
 Evitare ristagni idrici
 Arieggiamento della chioma
 Concimazioni azotate equilibrate
 Lotta contro la Saisettia oleae e la
Spilocaea oleaginea
Biologia applicata
Carie del legno
Polyporus fulvus
 Ordine: Hymenomycetes
 Famiglia: Polyporaceae
 Pianta ospite: Olivo
Biologia applicata
Biologia ed Epidemiologia
 Colpisce le piante di età avanzata;
 È favorita da grosse ferite e tagli sul tronco.
Biologia applicata
Danni
• Disgregazione dello xilema;
• Deperimento della pianta;
• Defogliazione.
Biologia applicata
Lotta integrata
DENDROCHIRURGIA
 Asportazione dei tessuti alterati ed
infetti;
 Dinsifezione della ferita con fungicidi;
 Applicazione di mastici protettivi.
Tecnologie agroalimentari
L’oleificio
Tecnologie agroalimentari
 È il frutto dell’Olea europea
 È una drupa
 È composta da:
 Epicarpo (buccia) 2%
 Mesocarpo (polpa) 75%
 Endocarpo (nocciolo) 20%
 Mandorla (seme) 3%
Tecnologie agroalimentari
Composizione dell’oliva











Acqua di vegetazione 50%
Olio 15-35%
Emicellulosa e cellulosa 4%
Monosaccaridi 2%
Sostanze azotate 2%
Sostanze pectiche 2%
Tannini 0,2%
Digliceridi, monogliceridi
Acidi grassi liberi
Oleuropeina
Feofitine
Tecnologie agroalimentari
Raccolta
 È effettuata da ottobre a gennaio
 Può essere fatta
 Manualmente
 Meccanicamente
 La raccolta anticipata evita l’alternanza di produzione
Tecnologie agroalimentari
Fasi della lavorazione





Mondatura
Lavaggio
Molitura o frangitura
Gramolatura
Deoliazione della
pasta
Tecnologie agroalimentari
Mondatura & Lavaggio
 Le olive vengono separate da corpi estranei quali foglie e
pietre.
 Dopo vengono lavate per allontanare la terra.
Tecnologie agroalimentari
Molitura o Frangitura
 Le olive vengono macinate tramite:
 Da tale processo si ricava la pasta di olive
Tecnologie agroalimentari
Gramolatura
 Mescola la pasta di olive
 Omogeneizza la massa
 Rompe le membrane delle
cellule
 Facilita la fuoriuscita di olio
 Dura 10-20 minuti
 Esistono macchine
frangigramolatrici che
effettuano due lavorazioni
nella stessa macchina.
Tecnologie agroalimentari
Deoliazione della pasta
 I sistemi per estrarre l’olio dalla pasta sono:
 PRESSATURA
 CENTRIFUGAZIONE
 DECANTAZIONE
Tecnologie agroalimentari
Pressatura
 La pasta viene stratificata tra diaframmi filtranti (fiscoli) e dischi
metallici a formare una torre.
 In seguito la torre viene sottoposta ad una pressione di 400 bar
per consentire la fuoriuscita del mosto oleoso.
Tecnologie agroalimentari
Centrifugazione
 L’estrazione per centrifugazione permette la separazione
dell’olio dalla pasta attraverso l’uso di una centrifuga che,
sfruttando la differente densità dell’olio, dell’acqua e delle parti
solide, consente di frazionare le diverse componenti.
 Ora nei moderni frantoi sono presenti due centrifughe:
 DECANTER: (6000 giri/min) separa
immediatamente l’olio, l’acqua e la sansa.
 CENTRIFUGA: (13000 giri/min) separa
l’eventuale presenza di goccioline d’acqua
non separate col decanter.
Tecnologie agroalimentari
Tipi di lavorazioni
UNICA IN DUE FASI
 Molitura o frangitura
 Gramolatura
UNICA IN TRE FASI
 Frangitura
 Molitura
 Gramolatura
DOPPIA O CLASSICA
• Molitura grossolana
• Pressatura “soffice” (200 bar)
• Molitura fine
• Pressatura spinta (400 bar)
Tecnologie agroalimentari
Locali dell’oleificio
FRANTOIO
Zona per la molitura e deoliazione
CHIARITOIO
Zona per la chiarificazione dell’olio
OLIARIO
Zona per la conservazione dell’olio
SANSAIO
Zona per la conservazione delle sanze
 Negli oleifici moderni, si assiste ad un ridisegno degli spazi e,
con una lavorazione continua. Tutte le operazioni avvengono in
un unico piano.
Tecnologie agroalimentari
Lavorazioni sull’olio
CHIARIFICAZIONE
 Decantazione
 Filtrazione (filtri alla barese, filtripressa)
CONSERVAZIONE E STOCCAGGIO
 In luogo fresco, buio e ben aerato
IMBOTTIGLIAMENTO
Tecnologie agroalimentari
Alterazioni dell’olio
IRRANCIDIMENTO IDROLITICO
Idrolisi enzimatica da parte della lipasi a carico dei trigliceridi con
liberazione di acidi grassi, digliceridi, monogliceridi, glicerina.
IRRANCIDIMENTO CHETONICO o β-Ossidazione
Gli acidi grassi liberi vengono ossidati (formazione di doppio legame tra i
carboni α e β) con formazione di chetoni (odore gorgonzola).
IRRANCIDIMENTO CHIMICO o Autossidazione
Ossidazione enzimatica a carico degli acidi insaturi liberi con formazione
di aldeidi, alcol, chetoni e perossidi. È favorita da luce e aria.
Tecnologie agroalimentari
Classificazione degli oli
Con il Reg. Ce 1531/2001 del Consiglio del 23 luglio 2001 sono state
fissate le descrizioni e definizioni degli oli d'oliva e degli oli di sansa di
oliva, in vigore dal 1° novembre 2003, che si riportano qui di seguito:
 Olio extra vergine di oliva, la cui acidità libera, espressa in acido
oleico è al massimo di 0,8 g per 100 g e avente le altre caratteristiche
conformi a quelle previste per questa categoria;
 Olio di oliva vergine, la cui acidità libera, espressa in acido oleico è al
massimo di 2 g per 100 g e avente le altre caratteristiche conformi a
quelle previste per questa categoria;
 Olio d'oliva vergine lampante, la cui acidità libera, espressa in acido
oleico è superiore a 2 g per 100 g e avente le altre caratteristiche
conformi a quelle previste per questa categoria.
Tecnologie agroalimentari
 Olio di oliva raffinato ottenuto dalla raffinazione di olio di oliva
vergine con un tenore di acidità libera, espresso in acido oleico, non
superiore a 0,3 g per 100 g;
 Olio di sansa di oliva greggio ottenuto dalla sansa di olive mediante
trattamento con solventi;
 Olio di oliva ottenuto dal taglio di olio d’oliva vergine con olio d’oliva
raffinato con un tenore di acidità libera, espresso in acido oleico, non
superiore a 1 g per 100 g;
 Olio di sansa di oliva raffinato ottenuto dalla raffinazione di olio di
sansa di oliva greggio con un tenore di acidità libera, espresso in acido
oleico, non superiore a 0,3 g per 100 g;
 Olio di sansa di oliva ottenuto dal taglio di olio di sansa di oliva
raffinato e di olio di oliva vergine con un tenore di acidità libera,
espresso in acido oleico, non superiore a 1 g per 100 g
Tecnologie agroalimentari
Rettificazione dell’olio
 È utilizzata per:
 Rendere commestibili gli oli di oliva lampanti, di sansa, di morchia;
 Migliorare gli oli commestibili dal punto di vista organolettico.
 È composta di differenti fasi:
 DEMUCILLAZIONE: elimina resine e gomme in sospensione;
 DISACIDIFICAZIONE: neutralizza chimicamente gli acidi liberi;
 DECOLORAZIONE: toglie l’imbrunimento causato dai primi
processi;
 DEODORAZIONE: elimina l’odore di rancido;
 DEMARGARINAZIONE: elimina i grassi saturi (sapore di grasso).
Tecnologie agroalimentari
Frodi all’olio d’oliva
 Miscelazione di olio di olive con oli di semi;
 Aggiunta di olio rettificato all’olio vergine e venduto come
vergine.
METODI DI INDIVIDUAZIONE:
 Gascromatografia
 Assorbimento all’ultravioletto
 Panel test
Tecnologie agroalimentari
Composizione dell’olio










Trioleina
70-85%
Tripalmitina
10-18%
Trilinoleina
7-12%
Tristearina
1-3%
Trigliceridi
2%
Sostanza insaponificabile
0,6-1,5%
Idrocarburi (squalene)
30-50%
Terpeni
20-25%
Tocoferoli
3-30mg/100g
Cere, resine, alcoli, esteri, eteri, aldeidi, chetoni, ecc.
Tecnologie agroalimentari
Caratteristiche dell’olio





Peso specifico: 0,915-0,919
Numero di perossidi: < 20
Kcal per grammo: 9,5
È presente la Vitamina A
Molto elevato è il tasso di tocoferolo (Vitamina E)
Tecnologie agroalimentari
Sottoprodotti dell’industria olearia
 Sanse
 Acqua di vegetazione
 Morchie
Tecnologie agroalimentari
Sanse
Le sanse sono il residuo solido della spremitura della pasta di olive
e costituiscono il 30-50% in peso delle olive lavorate. In esse è
presente olio in ragione del 4-12%. Pertanto le sanse sono vendute
ai sansifici i quali provvedono all’estrazione con solvente (esano).
Dopo l’estrazione, l’olio ottenuto deve essere rettificato per renderlo
commestibile. Le sanse esauste possono essere utilizzate, poi,
come fonte di energia termica, o possono trovare utile impiego nel
settore mangimistico.
Tecnologie agroalimentari
Acqua di vegetazione
Il 40-50 % dell’olio mosto, residuo della lavorazione, è costituito di
acqua di vegetazione, un liquido di colore brunastro, odore tipico e
contenente varie sostanze organiche (zuccheri, sostanze azotate) e
inorganiche (acidi inorganici, acqua di costituzione e di lavaggio).
Secondo il regolamento regionale n° 27 del 07 dicembre 2007, lo
smaltimento delle acque reflue di frantoio è concesso per
spandimento sui terreni agricoli e prevede i seguenti limiti:
 50 mc/ettaro/anno per le acque di vegetazione e sanse umide
provenienti da frantoi a ciclo tradizionale;
 80 mc/ettaro/anno per le acque di vegetazione e sanse umide
provenienti da frantoi a ciclo continuo;
 Obbligo di preventiva comunicazione al sindaco con relazione
tecnica e mappatura dei terreni;
 Stoccaggio consentito fino a 30 giorni;
 Non si può sversarle su tutti i terreni.
Tecnologie agroalimentari
Morchie
Le morchie costituiscono il 3-4% del peso dell’olio. Sono il denso
deposito oleoso che si forma sul fondo dei recipienti di
chiarificazione e conservazione, costituito da molte sostanze
organiche e inorganiche, le prime delle quali originano composti
dall’odore sgradevole. Dalle morchie si può ricavare l’olio che
successivamente viene inviato alla rettificazione o alla fabbrica dei
saponi.
Inglese
Olive oil production
Inglese
 Our Puglia is one of the most important region in Italy to
produce olive oil.
 In our area the most cultivated varieties are “Coratina”
and “Ogliarola”.
 The colour of the extra virgin olive oil depends on:
 The grade of ripeness of olives at the harvesting;
 The quantity of olives on trees;
 The climate in the production area;
 The variety that are cultivated.
Inglese
The harvesting
 The olive is harvested at the right moment of ripeness, when the
majority of olives are changing colour;
 The ideal method of harvesting is to strip the olives from the tree;
 It is very important that olives must be transported to the oil mill as
soon as possible, so the fruit does not deteriorate.
Inglese
The oil mill
 The olives must be milled within two days;
 The processes of milling, pressing and decanting are all mechanically
performed at the mill;
Milling: is a mechanically process which breaks the vegetable tissue
and liberates the oil and forming a homogeneous paste;
Pressing: this paste is then put through a cold press to extract the oil
and vegetable water. The best oil is extracted the first cold pressing;
Decanting: is a centrifugal machine that separate the water from the oil.
Inglese
Classification of olive oils
 The quality of olive oils depending the level of acidity they contain;
– extra virgin olive oil. Its acidity is inferior to 0,8%;
– virgin olive oil. Its acidity is inferior to 2%;
– the new light olive oil is a particular type of oil that has a higher
smoke point thanks to the filtration process and can be used for
frying.
Ecologia applicata
L’obbiettivo di un’agricoltura sostenibile
Ecologia applicata
SISTEMI FRUTTICOLI
CONVENZIONALI
INTEGRATI
BIOLOGICI
(Reg. CEE 2092)
BASSO IMPATTO AMBIENTALE
SICUREZZA ALIMENTARE
Ecologia applicata
L’agricoltura sostenibile (anche detta eco-compatibile o integrata) è
quella che, oltre a produrre alimenti e altri prodotti agricoli, è anche:
 economicamente vantaggiosa per gli agricoltori
 rispettosa dell’ambiente
 socialmente giusta, contribuendo a migliorare la qualità della vita sia
degli agricoltori che dell’intera società.
Chi si occupa di agricoltura sostenibile, privilegia pertanto quei processi
naturali che consentono di preservare la “risorsa ambiente”,
evitando così il ricorso a pratiche dannose per il suolo (come le
lavorazioni intensive) e a sostanze chimiche (pesticidi, ormoni, ecc.)
e utilizzando fonti energetiche rinnovabili.
Non c’è un unico modo per fare agricoltura sostenibile, i modelli agricoli
più diffusi in Italia che mettono in pratica i principi e le tecniche
sostenibili sono le produzioni integrate, l'agricoltura biologica e
quella biodinamica.
Ecologia applicata
Il futuro dell’agricoltura ecologica è quindi proiettato verso
un’agricoltura integrata, cioè un’agricoltura in cui tutte le tecnologie
produttive concorrano a far sì che si crei un modello produttivo più
rispettoso dell’ambiente che consenta una produzione economica e
controllata e con una consistente riduzione dell’energia ausiliaria.
Questo tipo di agricoltura è praticata da agricoltori sempre più
coscienti dell’importanza del loro lavoro, controllata da tecnici
sempre più preparati e sorretta da un mercato di consumatori
consapevoli. Attualmente le normative e le linee guida che regolano
l’agricoltura integrata, sono di carattere regionale e non hanno né un
inquadramento nazionale né europeo. La gestione delle produzioni,
le regole e i controlli sono improntati su base territoriale o, addirittura
associazionistica: i disciplinari di produzione integrata sono infatti
definiti dalle Regioni o altri Enti locali.
Ecologia applicata
Il futuro dell’agricoltura ecologica è quindi proiettato verso
un’agricoltura integrata, cioè un’agricoltura in cui tutte le tecnologie
produttive concorrano a far sì che si crei un modello produttivo più
rispettoso dell’ambiente che consenta una produzione economica e
controllata e con una consistente riduzione dell’energia ausiliaria.
Questo tipo di agricoltura è praticata da agricoltori sempre più
coscienti dell’importanza del loro lavoro, controllata da tecnici
sempre più preparati e sorretta da un mercato di consumatori
consapevoli. Attualmente le normative e le linee guida che regolano
l’agricoltura integrata, sono di carattere regionale e non hanno né un
inquadramento nazionale né europeo. La gestione delle produzioni,
le regole e i controlli sono improntati su base territoriale o, addirittura
associazionistica: i disciplinari di produzione integrata sono infatti
definiti dalle Regioni o altri Enti locali.
Ecologia applicata
Secondo la definizione dell'Organizzazione mondiale per lo Sviluppo
Economico (OCSE) l'agricoltura sostenibile persegue i seguenti obiettivi:
il reddito equo dell'agricoltore;
la tutela della salute dell'operatore agricolo e del consumatore;
la conservazione nel tempo della fertilità del suolo;
la conservazione nel tempo delle risorse ambientali.
Ecologia applicata
PRODUZIONE INTEGRATA
Reg. CE 1257/99 (ex-Reg. CEE 2078/92)
Studio del suolo e delle condizioni climatiche;
Scelta delle varietà;
Irrigazione e concimazione solo per soddisfare le esigenze della pianta;
Controllo degli insetti patogeni e inserimento dei predatori;
Monitoraggio dell’ ambiente e sicurezza del prodotto;
Solo i prodotti chimici inseriti nei regolamenti europei possono essere
utilizzati.
USO RISTRETTO DI PRODOTTI CHIMICI DI SINTESI
Ecologia applicata
 L’agricoltura integrata è un metodo di produzione agricola che, pur
applicando i mezzi più moderni utilizzabili in agricoltura, predilige
tecniche compatibili con la conservazione dell’ambiente, la sicurezza
alimentare e la qualità dei processi.
 L’agricoltura integrata favorisce il continuo avvicendarsi delle colture
sul terreno e ritmi di allevamento che più si avvicinano alle esigenze
etologiche degli animali, al fine di garantirne l’utilizzazione equilibrata
delle risorse.
 L’agricoltura integrata si basa su disciplinari di produzione che
coinvolgono tutta la filiera produttiva.
Ecologia applicata
Il disciplinare di produzione integrata è uno strumento di assistenza
tecnica che ha il fine di agevolare la diffusione delle tecniche
agricole a basso impatto, diventando una preziosa guida sia per i
tecnici, sia per gli agricoltori che vengono agevolati nelle loro scelte
e nel modo da operare. I disciplinari di produzione raccolgono le
norme tecniche che devono essere rispettate delle aziende per
produrre derrate; queste aziende potranno avvalersi:
 degli aiuti finanziari previsti per le aziende che aderiscono ai
disciplinari di produzione;
 Di un marchio di qualità controllato.
Ecologia applicata
In particolare, il concetto di agricoltura integrata prevede lo
sfruttamento delle risorse naturali finché sono in grado di surrogare
adeguatamente i mezzi tecnici adottati nell'agricoltura
convenzionale e solo il ricorso a questi ultimi quando si reputano
necessari per ottimizzare il compromesso fra le esigenze ambientali
e sanitarie e le esigenze economiche. In merito alle tecniche
disponibili, a parità di condizioni, la scelta ricade prioritariamente su
quelle di minore impatto e, in ogni modo, esclude quelle di elevato
impatto.
Gli ambiti di applicazione dei principi dell'agricoltura integrata sono
principalmente quattro:
 Fertilizzazione
 Lavorazioni del terreno
 Controllo delle infestanti
 Difesa dei vegetali
Ecologia applicata
LOTTA INTEGRATA
"La protezione integrata è una strategia con la quale si
mantengono le popolazioni di organismi nocivi al di sotto della
soglia di tolleranza, sfruttando i meccanismi naturali di
regolazione e utilizzando metodi di difesa accettabili dal punto di
vista ecologico, economico e tossicologico".
Estimo
La servitù di elettrodotto
Estimo
SERVITU’ PREDIALI
Definizione:
“peso imposto sopra un fondo (servente), per
l’utilità di un altro fondo (dominante) appartenente
a diverso proprietario”
PREDIALE: praedium = FONDO
(riferibile ad immobile sia rustico che urbano)
Estimo
La costituzione di una servitù prediale può avvenire:
 Coattivamente: con forza di legge (sentenza);
 Volontariamente: con un contratto fra le parti (convenzione).
L’estinzione di una servitù coattiva può avvenire per:
 Confusione: quando una sola persona riunisce la proprietà
del fondo dominante e del fondo servente;
 Prescrizione: quando la servitù non viene esercitata per
almeno 20 anni.
Per quanto riguarda la durata, le servitù si considerano:
 Temporanee: quando la durata è inferiore a nove anni;
 Permanenti: quando la durata è superiore a nove anni.
Estimo
PRINCIPALI SERVITU’
 Passaggio coattivo
 Acquedotto coattivo
 Elettrodotto coattivo
 Metanodotto coattivo
Estimo
Servitù coattiva di elettrodotto
(art. 121 del R.D. n° 1775/1933)
Ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle
condutture elettriche.
Sono esenti da questa servitù le case, salvo le facciate verso le vie
e piazze pubbliche, le aie, i cortili e i giardini.
Il proprietario del fondo servente può chiedere all’ente titolare
della servitù, in seguito alla costruzione di un fabbricato, o altre
modifiche, la rimozione dell’elettrodotto, offrendo in cambio un
luogo adatto per una diversa collocazione delle condutture (art.
122, RD n. 1775/1933). Le spese dello spostamento sono a carico
dell’ente.
Estimo
Area su cui si proiettano le condutture (V2)
Area di rispetto adiacente (V3)
Basamento (V1)
Estimo
Indennità
L’indennità sarà pertanto costituita dai danni arrecati con diverso grado
alla superficie asservita, che può essere classificata come segue:
1.
Area occupata dai basamenti (V1): il valore di quest’area sarà
calcolato interamente;
2.
Area su cui si proiettano i conduttori (V2): si considera una striscia
di terreno larga 1 metro. Si considera in genere 1/4 del valore;
3.
Area di rispetto adiacente (V3): con limitazione di utilizzo. Si
considera 1/8 del valore.
A tale indennità si sommeranno i danni dovuti a:

Diminuzione di valore che subisce il fondo per la minore
appetibilità di mercato;

Distruzione di prodotti in corso di maturazione o del soprassuolo
arrecati durante i lavori.
Estimo
Calcolo dell’indennità:
Pertanto l’indennità totale per la servitù di elettrodotto è la seguente:
Ind = V1+Tr1/r+1/4(V2+Tr2/r)+1/8(V3+Tr3/r)+Fp/Ac+Vss+D
In caso di servitù temporanea, di durata inferiore a nove anni, la legge
stabilisce che l’indennità calolata, è ridotta alla metà e la servitù può
essere resa perpetua pagando la seconda metà dell’indennizzo con gli
interessi legali dal giorno di inizio della servitù.
A tutti i professori un sentito grazie per averci
trasmesso nozioni e valori importanti e
soprattutto “sopportato” in questi cinque anni.
La Notte Andrea