Questionario analitico per la preparazione all’esame in Filosofia teoretica (anno accademico 2009-2010) QUALE FILOSOFIA? - Rapporti tra scienza e filosofia: l’originalità della posizione di Tommaso di Aquino. La posizione dei neopositivisti viennesi. Se la scienza è appagamento dei bisogni umani, quale è allora il significato dell’indagine filosofica? Quale opzione possibile tra scienza e filosofia? La dialettica di convergenza e il nesso partecipativo tra esistere ed esistente Quale metodo per una lettura filosofica del mondo? Nozione di esperienza tra scienza e filosofia Quali osservazioni contraporre alla denuncia Kantiana circa la impossibilità di una metafisica come scienza e all’accusa Heideggeriana circa lo smarrimento dell’essere da parte della filosofia occidentale? Il concetto del postmoderno e la nascita del “pensiero debole”: la “morte di Dio” quale unica chiave di lettura del «contemporaneo»? Quali gli autori che hanno teorizzato tali posizioni? Può l’intellettualismo critico, elaborato da Pasquale Orlando, rappresentare un’alternativa al quadro dagli esiti negativi del nichilismo filosofico postmoderno? In che modo? In che senso l’ermeneutica sembra essere pervasa dalla negatività e per quale motivo sembra invece essere necessario che essa si ancori ad un solido discorso metafisico? Alla luce dell’intellettualismo critico, quale concetto di progresso può essere elaborato? L’ESSERE NELLE COSE - Da dove comincia la ricerca metafisica dell’essere? Può essere la filosofia ridotta a “semplice metodologia della scienza”? E la filosofia può essere concorrente della scienza? Qual è l’oggetto proprio della filosofia della natura? Quale il suo metodo? I Saggio - “Esistono scoperte filosofiche”? Che vuol dire, secondo l’interpretazione di Maritain, che il progresso filosofico è un progresso «per approfondimento»? - Vi può essere un paragone tra progresso della scienza e progresso della filosofia? Perché Heidegger definisce il filosofo «pastore dell’essere»? - Quale è il contributo di Newton con la sua «economia della natura»? - «Se i massimi geni dell’umanità non avessero trovato il clima e la mentalità storica adatta, non sarebbero quel che sono. Se Colombo, Copernico, Galileo e Newton, fossero vissuti mille anni prima non sarebbero ciò che sono. È compito della filosofia forgiare l’ambiente culturale della scienza». Cosa intende Bogliolo con tali affermazioni? - In che senso le scoperte della filosofia sono all’origine di quelle scientifiche? - In che epoca comincia il processo di autonomia della scienza e quando si individualizza come scienza «della natura»? - «Dalla scoperta del realismo la filosofia passò alla scoperta del soggetto umano»: che intende con quest’affermazione Orlando? Quale percorso storico-filosofico è possibile tracciare a partire dal cogito cartesiano fino al Dasein heideggeriano? - A seguito di alcuni tentativi condotti da Schelling ed Hegel, gli scienziati contemporanei scelgono di non voler avere nulla a che fare con i filosofi. Perché? - Qual è la crisi in cui si dibatte lo scienziato dell’Ottocento e poi del Novecento? 1 - Qual è “la scoperta filosofica, di portata immensa, relativa a quella scientifica”, operata nell’Ottocento? L’uomo come senso del mondo e delle cose: la consoggetività quale apporto filosofico al fondamento scientifico. Epistemologia e positivismo. Il problema della «critica della scienza», l’iter condotto da Comte, Mach fino ai convenzionalisti. Quali i motivi per cui l’esperimento nel neo-positivismo si differenzia rispetto al positivismo? Perché è necessario partire dall’esperienza e quale è il senso dell’affermazione di Orlando «pensare non è altro che avere presente la realtà»? Che significa per Popper essere guidati dall’idea di verità come principio regolativo? Come si passa dal linguaggio comune al linguaggio simbolico della matematica e dell’algebra? Rudolf Carnap e la tesi del «convenzionalismo logico». A partire dalle parole di Popper, p.100 lettera c) del libro di testo, in che senso è possibile affermare che tra filosofia e scienza non c’è separazione, ma continuità? Quale è il «mistero» ontologico di cui parla Orlando? II saggio - - Quali sono le “determinazioni ben precise” con le quali le cose si presentano all’esperienza dell’uomo? Quantità e qualità: quali e quanti sono i sistemi fondamentali ai quali si rifanno le diverse posizioni filosofiche? Si legga a p. 114 terzo capoverso del libro di testo e si spieghi in che modo è possibile individuare il primo elemento manifestativo della quantità. Gli argomenti di Zenone e le antinomie kantiane, tappe necessarie per spiegare l’importanza della descrizione metafisica di quantità. I “molti” e le “parti” di Zenone e il trasferimento kantiano della «dimensione quantitativa nella struttura conoscitiva, a priori, del soggetto». La dimensione della qualità è realmente distinta da quella della quantità? Quantità e qualità dalla filosofia antica alla filosofia moderna L’atomismo di Democrito come prima versione del meccanicismo. Si legga a p. 127, II e III capoverso del libro di teso: possono essere confuse le prospettive della scienza e della filosofia? Se la teoria della oggettività causale apre ad alcuni inconvenienti, per cui si potrebbe dire con Kant che le qualità non sono affatto nelle cose e con Berkeley che tutte le nostre sensazioni e pensieri sono causati da Dio, a quale posizione possiamo invece arrivare con Orlando? III saggio - Come si può conciliare il divenire con l’essere? Quali sono stati i tentativi compiuti dalla filosofia occidentale? Da cosa è determinato il movimento in senso ontologico? Il “monismo” e in parte il “dualismo” possono risolvere la problematica del divenire, così come presentata nel breve excursus storico tracciato da Orlando? IV saggio - «Lo spazio della visione kantiana, fondata sulla fisica di Newton, è un quadro tridimensionale, aperto infinitamente, omogeneo, immutabile, in cui si troverebbero tutti i corpi, l’universo e lo stesso uomo». Quale è la contraddizione posta in essere da Kant con questa visione di spazio? 2 - - Se il fondamento ontologico dello spazio è l’ “estensione”, che definizione possiamo dare di spazio e con quale categoria è possibile definirlo adeguatamente? Secondo quale excursus storico è possibile affermare che «il tempo non è più concepito come contente l’uomo e le cose, ma come contenuto nell’uomo e nelle cose». Quali sono gli elementi costitutivi del tempo e per quale motivo esso può essere definito come la “durata di un fenomeno”. Si rifletta sul tempo assoluto proclamato da Newton, sulla visione kantiana del tempo come modalità a priori, sulla più realistica pososzione aristotelica del tempo come svolgimento reale. «La storia quale problema a sé»: quali sono gli approcci a tale problema, alla luce della nozione metafisica di tempo? «La storia è, per la metafisica dell’essere, l’attività della persona umana come si è sviluppata nel passato». Quali sono gli elementi che concorrono a definire la storia? V saggio - Il rapporto dialettico potenziale-attuale: che dialettica si sviluppa tra i termini e perché si sviluppa sul piano ontologico piuttosto che su di una “riduzione idealistica”. - In che senso la “potenzialità” è in stretta connessione con l’attualità? La dimensione “esistenziale” e “dinamica” dell’attualità. - Si spieghi lo schema a p. 161 del libro di testo, considerando quanto afferma Orlando: «… questa connessione potenziale attuale lancia gli esistenti in una storia verso l’essere perché ogni potenzialità (perfettibilità) è in tensione verso l’attualità (perfezione)». VI saggio - Cosa intende dire Orlando quando afferma che «la materia e la forma costituiscono la struttura di fondo – cioè la connessione con l’essere – di tutta la fenomenologia esistenziale»? Il problema della molteplicità e delle mutevolezza delle cose. Negazione dell’essere e negazione del divenire: l’ottica monistica. Il dualismo riesce a risolvere il problema dell’uno e del molteplice? Che vuol dire che materia e forma sono “entia quibus” e non “entia quae”? Leggendo gli schemi a p. 174 e 175 del libro di testo, si spieghi perché la molteplicità, la finitezza e la mutabilità non implicano dispersione e frantumazione dell’essere. VII saggio - Cosa si intende per “dialettica partecipativa”? Il concetto platonico di “partecipazione”; l’apporto del platonismo cristiano; l’introduzione della metafisica di Aristotele da parte di Tommaso d’Aquino. La discussione medievale su platonismo, agostinismo ed aristotelismo La controversia parigina tra maestri secolari e regolari e le condanne di Stefano Tempier La dialettica partecipativa a partire da Cartesio. La predicabilità, in termini analogici, dell’essere e dell’esistente. Che vuol, dire che «la parte mentre non è identificabile con il tutto, non è neppure esclusa da esso»? Sulla scorta del contributo dato anche dal Bogliolo, perché il principio di partecipazione «non si può formulare adeguatamente senza trovare implicato il principio di identità, o quanto meno l’attributo ontologico dell’identità»? 3 L’ESSERE PER LE COSE I saggio - Per quale motivo Orlando asserisce che l’essenza, oggi, si definisce con il termine natura? Perché «l’esistenza (o esistere = atto d’essere) si concepisce come un elemento che rende attuali le determinazioni dell’essere»? La distinzione reale tra essere ed esistenza: le posizioni di Tommaso d’Aquino e Duns Scoto. La controversia sulla distinzione reale tra tomismo e scotismo Si legga a p. 213 I capoverso, del libro di testo: il senso qualitativo del rapporto della parte col tutto. Quali sono le dottrine che caratterizzano lo scotismo in riferimento alla non affermazione precisa della distinzione reale? II saggio - - Quali sono i volti dell’essere, come si presentano all’uomo e come li si inventaria? Si legga quanto scrive, a p. 222 del libro di testo, Whitehead: sulla base, anche, del precedente excursus storico, quali sono le difficoltà della fisica moderna contro il concetto metafisico di sostanza? Perché è necessario nel reale distinguere delle individualità? Che vuol dire che continuo e discontinuo sono in natura solidali? Si legga e si spieghi la seguente affermazione di Orlando: «Il corpuscolo ultimo della fisica non si spiega con ulteriori corpuscoli, ma con principii “al di là della fisica”, i quali, come tali, sono fuori dall’ordine sensibile; determinabilità e determinazione sono una dualità metafisica necessaria a rendere ragione dell’ultimo individuo fisico». Il principio di individuazione richiama un principio che «appartiene all’essere stesso e non alla sua posizione nello spazio e nel tempo»: in base a questa affermazione, perché la materia è il primo principio di individuazione? Si legga e commenti a p. 235 l’ultimo capoverso del parag. 3.5 Perché possiamo dire che sostanza e accidente sono ra loro come potenza e atto? La sostanza e l’accidente possono essere configurati come “forme”, e in che senso? La sostanza nell’essere umano è l’anima spirituale? Qual è il principio d’individuazione nelle sostanze composte? E nelle sostanze semplici? III saggio - Alla luce della filosofia di Heidegger e Scheler, si spieghi il concetto di uomo «problematico». - La novità del concetto di persona formulato da Tommaso rispetto alla tradizione di Boezio. - L’elaborazione della nozione di persona alla luce della Isagoge di Porfirio - La distinzione porfirina tra predicamenti e predicabili - Sulla scorta della filosofia cartesiana, quale sarà l’affermazione “rivoluzionaria” di Kant a proposito del soggetto? - Quale, invece, la rivoluzione operata dal cristianesimo, in cristologia e teologia trinitaria, circa la nozione e definizione di persona? - Le posizioni di Suarez e Tifanio circa l’essenza e l’esistenza: si legga lo schema in nota a p. 247. - Quali sono le tre accezioni del termine “persona” che definiscono l’orizzonte personale dell’essere? - «La persona è un essere che si apre nel conoscere e si spiega nel volere»: i caratteri di razionalità, unità, identità, libertà. 4 - La persona quale primum ontologico. Dalla soggettività all’intersoggettività: la persona quale fondamento dell’intersoggettività. - Il mit-sein heideggeriano quale parafrasi delle istanze affermate nel mondo biblico di dia logicità e comunione. I saggio - Aspetti logici dell’ontologia Eraclito e Parmenide: differenze circa la filosofia del divenire nella costruzione della nozione di ente. Ente nominale ed ente in senso verbale Ente come essente ed ente come essere Ente categoriale ed ente predica mentale L’essere supremo oltre l’essere categoriale e predica mentale? In che senso “la nozione di ente può solo descriversi ma non definirsi”. Perché è un’idea universalissima e trascendentale? Si illustri la posizione di Sertillanges circa le nozioni di vero e bene; quali le obiezioni mosse alla luce di S. Tommaso ? L’anfibologia dell’ente: dal senso nominale a quello verbale. Analogia di attribuzione ed analogia di proporzionalità in riferimento all’essere Qual è la prima idea della mente secondo l’intellettualismo critico? E perché? II saggio - La duplice funzione del giudizio quale mezzo per rimediare agli inconvenienti dell’astrazione. Cosa vuole dire astrarre e cosa vuol dire contrarre Il “principio” quale punto di partenza per la conoscenza: si spieghi l’importanza gnoseologica dei principi soggettivi, oggettivi e logici. Per S. Tommaso i principi sono detti assiomi: qual è la loro natura e la loro oggettività? Cosa vuol dire che per S.Tommaso i primi principi sono “acquisiti” e non “innati”? Perché il principio di identità è il fondamento di tutte le scienze? Si spieghi la formula logica e la formula metafisica del principio di contraddizione In che modo la nozione di ente origina il principio del terzo escluso e il principio di sostanza? La nozione di ratio essendi e la sua identificazione con l’essenza. In che senso quest’ultima può essere intrinseca o estrinseca all’ente. Differenze tra principio di ragione sufficiente e principio di causalità Corretta formulazione del principio di causa Critiche moderne al principio di causa Si legga e spieghi il secondo capoverso a p.287 del libro di testo. Il principio di ragion sufficiente: si legga e commenti lo schema a p. 290 Di che principio necessita l’ente contingente che non ha in sé la propria ratio essendi? Perché per una corretta comprensione del principi odi finalità va tenuto conto dei termini “agire” “agente” ed “azione”? Con quale principio Orlando conclude l’esposizione sulle prime nozioni e i primi principi? Che vuol dire che questo principio emerge dalla nozione stessa di divenire? L’identità o distinzione tra le nozioni di ente e bene in S. Tommaso Dall’essere finito all’essere Infinito: corretta nozione dei termini infinito e Infinito L’uso del principio di causalità nelle vie razionali verso Dio Vie a priori e vie a posteriori verso l’esistenza di Dio Esposizione e critica dell’unum argumentum del Proslogion di Anselmo d’Aosta 5 - La critica cartesiana alla nozione non innata di Dio, con particolare attenzione alle - Quinque sunt viae: la vera logica delle cinque vie tomasiane Meditazioni metafisiche. III saggio - La relazione tra le cose: la relazione sussistente. La critica di Tommaso ad Averroè. In base all’excursus storico, quali sono i quattro rilievi affrontati da Orlando nella trattazione della “relazione”? Leggendo la scala dei valori proposta a p. 309 quale risvolto socio-antropologico è attribuibile alla relazione? IV saggio - Quale è il contributo di Newton nel riscontrare l’assoluto determinismo meccanico quale regola fondamentale della filosofia naturale? I termini oggettivo, razionale, deterministico, matematico e meccanicistico spiegano il determinismo classico. Perché? Perché nel XIX sec. Il determinismo appare illusorio e quale è la corrente che si va affermando? Si spieghi la seguente affermazione di Orlando «il principio ha maggiore estensione della causa e perciò ogni principio non è parimenti causa; invece, ogni causa è anche principio». Semantica dei termini «principio» e «causa». La reazione all’idealismo e la rinascita neoscolastica. La posizione di G. Sanseverino circa il principio di causalità. Perché Orlando afferma che il principio di causa è un poco la chiave di volta di tutta la ontologia dualistica? Si illustrino i sei punti a sostegno di tale affermazione. DALLE COSE DELL’ESSERE I saggio - In che senso la nozione di ente è “comunissima”? è “semplice”? Si legga e commenti l’intero paragrafo 3.2 a p. 353. Parmenide afferma che è impossibile astrarre l’essere dalle sue pretese differenze. Perché? Per Orlando è sostenibile la posizione parmenidea? L’ «essere» quale comune denominatore degli esseri «non compromette la irriducibile diversità degli esseri». La semantica dei termini «univoco» ed «equivoco». Il concetto di santità quale paradigma di «analogia, e intrinseca, ma puramente metaforica». I concetti di trascendente e trascendentale. L’uso del termine “trascendentale” in Kant. II saggio - C’è distinzione tra l’ente e le sue proprietà: l’unità, la verità, la bontà? Che vuol dire che l’appetito è naturale inclinazione di ogni esistente verso la propria perfezione. Come può l’appetito del bene trasformarsi in ontologia dell’amore e cosa vuole dire in questo senso Orlando? Alla luce dell’ontologia dualistica quale è il vizio logico delle dottrine morali e della filosofia del «valore» che hanno come punto di partenza la visione kantiana? III saggio 6 - Perché Orlando afferma che il male è essenzialmente un problema umano? - Per quale motivo si può dire che la finitezza è una negatività, quindi tutt’altra cosa che male? - Si risponda alla domanda posta da Orlando «deve l’uomo tollerare di vivere parzialmente male, in un mondo parzialmente cattivo?». Si tenga conto del concetti di Primo - Essere quale Primo - Valore, Valore - Eterno. - I concetti di niente, negativo e negazione ci portano ad affermare che il primato del positivo si specifica dalle proprietà dell’ente. In che modo? - DAL FINITO ALL’INFINITO E CONCLUSIONI In che modo si può conoscere Dio e per quale motivo non basta la sola ricerca filosofica, ma occorre, invece, che Egli stesso intervenga e si riveli in un linguaggio accessibile all’uomo? Come è possibile dimostrare che Dio esiste pur essendo invisibile? Che vuol dire che le prove dell’esistenza di Dio devono essere a posteriori? Quali sono le cinque vie per dimostrare l’esistenza di Dio? Il moto è soltanto meccanico e fisico o anche metafisico? In che senso? Che vuol dire che nel mondo vi è un ordine tra cause efficienti? Qual è il rapporto tra il possibile e il necessario? Il concetto di contingenza. I diversi gradi di perfezione. Il governo delle cose e l’essere sommamente intelligente. Il concetto di finalismo. Perché la filosofia è una scienza seria? Quale è l’intento vitale che vibra nella filosofia? Quali sono i misteri scrutati dai filosofi? Il triplice volto dell’essere. La filosofia è vita a partire da questa definizione di Orlando si spieghi perché a partire da Socrate, passando da Aristotele, Agostino, Tommaso, Bacone, Cartesio fino a Kant, la filosofia sembra sciogliere il “problema della vita”. Al problema filosofico circa l’origine e il fine della nostra vita, può bastare la sola filosofia quale risposta? Perché la religione è il necessario complemento della filosofia? 7