CAPITOLO 59 Miocardiopatia dilatativa, 1662 Miocardiopatia dilatativa idiopatica, 1662 Miocardiopatia alcolica, 1666 Miocardiopatie Joshua Wynne • Eugene Braunwald Miocardiopatia aritmogena del ventricolo destro, 1667 Miocardiopatia ipertrofica, 1668 Le miocardiopatie costituiscono un gruppo di disordini la cui caratteristica predomiMiocardiopatie restrittive e nante è il diretto interessamento del muscolo infiltrative, 1682 cardiaco. Sono primitive in quanto non deriAmiloidosi, 1684 vano da patologia pericardica, ipertensiva, congenita o valvolare. Per quanto la diagnosi Patologie infiltrative ereditarie di miocardiopatia richieda l’esclusione di che causano miocardiopatia questi fattori eziologici, i segni di queste restrittiva, 1686 patologie sono spesso sufficientemente caratMalattia di Fabry, 1686 teristici, sia sul piano emodinamico che su Malattia di Gaucher, 1688 quello clinico, per consentire di formulare Emocromatosi, 1688 una diagnosi definitiva. La miocardiopatia è Malattie da accumulo di glicogeno, attualmente considerata una causa impor1688 tante di morbilità e mortalità, in virtù della Malattia endomiocardica, 1689 progressiva sensibilizzazione sulla sua esiFibrosi endomiocardica ventricolare stenza e del perfezionamento delle tecniche destra, 1691 diagnostiche. Sia che dipenda dal suo migliore Fibrosi endomiocardica ventricolare riconoscimento o da altri fattori, l’incidenza e sinistra, 1691 la prevalenza dell’insufficienza cardiaca corFibrosi endomiocardica relata alle miocardiopatie sembrano essere in biventricolare, 1691 aumento.1 Per quanto la coronaropatia sia la Bibliografia, 1692 causa più comune di insufficienza cardiaca (più di due terzi dei casi riconoscono questa eziologia), si evita di utilizzare in questo caso il termine miocardiopatia ischemica, poiché la patologia primaria coinvolge le arterie coronarie e non il muscolo cardiaco in sé. Tuttavia, alcuni utilizzano tale termine inappropriato per indicare la condizione in cui la coronaropatia causa infarti multipli, fibrosi diffusa o ischemia grave con conseguente dilatazione del ventricolo sinistro e insufficienza cardiaca congestizia; essa può associarsi o meno ad angina pectoris (Cap. 50). Vari schemi sono stati proposti per classificare le miocardiopatie. La classificazione che gode del più ampio riconoscimento è quella formulata congiuntamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) e dalla International Society and Federation of Cardiology (ISFC) (Tab. 59-1).2 Nella classificazione WHO/ISFC, le miocardiopatie sono classificate sulla base delle loro caratteristiche fisiopatologiche predominanti; altre malattie che colpiscono il miocardio, ma che sono associate con una peculiare patologia cardiaca oppure sono parte di una patologia sistemica, sono denominate miocardiopatie specifiche (nella precedente classificazione WHO/ISFC, esse erano denominate patologie specifiche del muscolo cardiaco).2 Sono stati descritti tre tipi fondamentali di danno funzionale (Tab. 59-2 e Fig. 59-1): (1) la miocardiopatia dilatativa (MCD), la forma più comune, responsabile della maggior parte delle miocardiopatie e caratterizzata da dilatazione ventricolare, disfunzione sistolica e, spesso, da sintomi di insufficienza cardiaca congestizia; (2) la miocardiopatia ipertrofica (MCI), riconoscibile da ipertrofia ventricolare sinistra inappropriata, spesso con coinvolgimento asimmetrico del setto interventricolare, con preservata o aumentata funzione contrattile fino agli stadi avanzati del decorso della malattia e (3) la miocardiopatia restrittiva (MCR), la forma meno comune nei paesi occidentali, caratterizzata da alterato riempimento diastolico e, in alcuni casi, da fibrosi endocardica.3 La distinzione tra le tre principali categorie funzionali non è assoluta e le sovrapposizioni sono frequenti; in particolare, i pazienti con MCI hanno anche un’aumentata rigidità della parete (derivante dall’ipertrofia miocardica), manifestando così alcune caratteristiche proprie della MCR.2 Si distinguono due forme di miocardiopatia meno comuni: la miocardiopatia aritmogena del ventricolo destro e la forma non classificata; quest’ultima comprende fibroelastosi, disfunzione sistolica con minima dilatazione e la non compattazione ventricolare isolata, una rara patologia caratterizzata da notevole ispessimento endocardico con prominenti trabecolazioni apicali e profondi recessi.4 Inoltre, dilatazione ventricolare e insufficienza cardiaca sistolica possono verificarsi negli stadi tardivi nel decorso della MCI assimilando il quadro alla MCD. Esempi di quelle che sono state definite miocardiopatie specifiche comprendono le forme di miocardiopatia valvolare, ipertensiva e infiammatoria (miocardite con disfunzione cardiaca) (Tab. 59-1 e Cap. 60).2 Biopsia endomiocardica La valutazione di alcuni pazienti con sospetta miocardiopatia è stata semplificata dall’introduzione della biopsia endomiocardica.5 Utilizzando un biotomo flessibile, il medico è in grado di prelevare, con facilità e in condizioni di sicurezza, campioni di tessuto dal ventricolo destro (e dal ventricolo sinistro se necessario) tramite un accesso venoso (o arterioso) (Cap. 17). La biopsia endomiocardica è stata ulteriormente facilitata dalla disponibilità di biotomi transfemorali monouso. L’ecocardiografia bidimensionale può essere di ausilio nel guidare il posizionamento del biotomo e nel ridurre o eliminare l’esposizione alle radiazioni. La biopsia endomiocardica fornisce un piccolo campione di tessuto (dimensioni medie 1-2 mm) e sono necessari campioni multipli (solitamente almeno quattro) perché si possano riscontrare significative differenze topografiche nell’ambito del miocardio. La selezione dei pazienti da sottoporre a biopsia rimane controversa, ma tutti concordano sul fatto che essa può essere molto utile in alcune situazioni specifiche.6 Non viene messa in discussione la sua utilità clinica nella diagnosi delle malattie infiltrative del miocardio e nel monitoraggio della tossicità cardiaca da antraciclina e del rigetto del trapianto cardiaco.5,7 Sebbene occasionalmente la biopsia endomiocardica possa identificare uno specifico agente causale nel singolo paziente con cardiopatia di eziologia incerta, l’utilità clinica del ricorso sistematico alla biopsia nelle miocardiopatie è limitata (soprattutto perché non è stato identificato un quadro caratteristico della MCD) (Fig. 59-2).8 È stato calcolato che una precisa diagnosi eziologica si ottiene con la biopsia in meno del 10% dei pazienti con miocardiopatia8 e una patologia suscettibile di terapia è riscontrata anche meno spesso. CRITERI DI DALLAS. L’interpretazione dei campioni bioptici ha risentito negativamente della grande variabilità interoperatore; l’adozione di una serie di definizioni istologiche accettate universalmente, i criteri di Dallas, ha migliorato la concordanza.8 Nonostante ciò, continua a mancare il consenso 1659 Braun Cap 59ok.indd 1659 19-02-2007 19:06:42 1660 Tabella 59–1 Classificazione delle miocardiopatie Malattia Descrizione Capitolo 59 Miocardiopatia dilatativa Dilatazione e compromissione sistolica del ventricolo sinistro o di entrambi i ventricoli. Causata da fattori ereditari-genetici, virali e/o immunologici, sostanze tossiche-alcol, fattori sconosciuti oppure associata a una cardiopatia nota. Miocardiopatia ipertrofica Ipertrofia ventricolare sinistra e/o destra, spesso asimmetrica, che di solito coinvolge il setto interventricolare. La mutazione delle proteine sarcoplasmatiche in molti pazienti causa questa malattia. Miocardiopatia restrittiva Limitazione del riempimento e ridotto volume diastolico di uno o entrambi i ventricoli con funzione sistolica normale o scarsamente alterata. È idiopatica oppure associata ad altre malattie (p.es., amiloidosi, malattia endomiocardica). Malattia aritmogena del ventricolo destro Progressiva sostituzione fibroadiposa del miocardio ventricolare destro e, per certi gradi, sinistro. La malattia familiare è frequente. Miocardiopatie non classificate Malattie che non rientrano facilmente in una categoria. Gli esempi comprendono la disfunzione sistolica con minima dilatazione, la patologia mitocondriale e la fibroelastosi. Miocardiopatie specifiche Miocardiopatia ischemica Compare in forma di miocardiopatia dilatativa con funzione ventricolare depressa non spiegabile in base alla gravità del danno ischemico e dell’ostruzione coronarica. Miocardiopatia valvolare Compare come disfunzione ventricolare non proporzionata alle anomalie del carico emodinamico causate dalla stenosi e/o dall’insufficienza aortica. Miocardiopatia ipertensiva Compare con ipertrofia ventricolare sinistra con segni di insufficienza cardiaca correlata a disfunzione sistolica o diastolica. Miocardiopatia infiammatoria Compromissione cardiaca conseguente a miocardite. Miocardiopatia metabolica Comprende una grande varietà di cause, compresi le anomalie endocrine, e glicogenosi, i deficit (quali l’ipokaliemia) e la malnutrizione. Patologie sistemiche Sono comprese in questo gruppo le malattie del tessuto connettivo e patologie infiltrative quali la sarcoidosi e la leucemia. Distrofie muscolari Comprendono le distrofie di Duchenne, di Becker e miotonica. Malattie neuromuscolari Comprendono atassia di Friedreich, sindrome di Noonan e lentigginosi. Reazioni tossiche e da ipersensibilità Comprendono le reazioni all’alcol, alle catecolamine, alle antracicline, alle radiazioni e altre. Miocardiopatia periparto Si manifesta inizialmente nel periparto, ma costituisce più probabilmente un gruppo eterogeneo. Tratta da Richardson, P McKenna W, Bristow M, et al: Report of the 1995 World Health Organization/International Society and Federation of Cardiology Task Force on the Definition and Classification of Cardiomyopathies. Circulation 93:841, 1996. Copyright 1996, American Heart Association. A B C FIGURA 59–1 Caratteristiche patologiche macroscopiche delle miocardiopatie. A, Miocardiopatia ipertrofica, che mostra un notevole aumento della massa miocardica e ipertrofia a carico soprattutto del setto interventricolare. B, Cuore normale, con dimensioni e spessore del ventricolo sinistro normali. C, Miocardiopatia dilatativa, che mostra un marcato aumento della dimensione della camera. Ingrandimento atriale è anche evidente in entrambe le miocardiopatie (A e C). (Da Seidman JG, Seidman C: The genetic basis for cardiomyopathy: From mutation identification to mechanistic paradigms. Cell 104:557, 2001.) Braun Cap 59ok.indd 1660 19-02-2007 19:06:43 Tabella 59–2 Dilatativa Sintomi Insufficienza cardiaca congestizia, soprattutto sinistra Faticabilità e astenia Embolia periferica o polmonare Radiografia del torace Dilatazione cardiaca da moderata a grave, soprattutto del ventricolo sinistro Ipertensione venosa polmonare Elettrocardiogramma Tachicardia sinusale Aritmie atriali e ventricolari Sopraslivellamento del tratto ST e anomalie dell’onda T Disturbi di conduzione intraventricolare Ecocardiogramma Dilatazione e disfunzione ventricolare sinistra Anomalo movimento diastolico della valvola mitrale secondario ad alterazioni della compliance e delle pressioni di riempimento Esami radioisotopici Dilatazione e disfunzione ventricolare sinistra (RVG) Cateterismo cardiaco Dilatazione e disfunzione del ventricolo sinistro Insufficienza mitralica e/o tricuspidale Pressioni di riempimento elevate nel ventricolo sinistro e spesso nel destro Riduzione della gittata sistolica Restrittiva Ipertrofica Dispnea, astenia Insufficienza cardiaca destra congestizia Segni e sintomi di malattia sistemica: amiloidosi, sindrome da accumulo di ferro Dispnea, angina pectoris Astenia, sincope, palpitazioni Cardiomegalia da lieve a moderata; S3 o S4 Insufficienza delle valvole atrioventricolari; aumento della pressione venosa nell’inspirazione (segno di Kussmaul) Lieve cardiomegalia Fremito sistolico e itto apicale; brusca ascesa della pulsazione carotidea S4 comune Soffio sistolico che aumenta con la manovra di Valsalva Lieve dilatazione cardiaca Ipertensione venosa polmonare Dilatazione cardiaca lieve o moderata Ingrandimento atriale sinistro Basso voltaggio Difetti di conduzione intraventricolare Disturbi di conduzione atrioventricolare Ipertrofia ventricolare sinistra Sopraslivellamento del tratto ST e anomalie dell’onda T Onde Q anomale Aritmie atriali e ventricolari Aumento dello spessore e della massa della parete ventricolare sinistra Cavità ventricolare sinistra ridotta o normale Normale funzione sistolica Versamento pericardico Ipertrofia settale asimmetrica (Asymmetrical Septal Hypertrophy, ASH) Restringimento del tratto di efflusso del ventricolo sinistro Movimento anteriore sistolico (Systolic Anterior Motion, SAM) della valvola mitrale Ventricolo sinistro di dimensioni normali o ridotte Infiltrazione del miocardio (201Tl) Ventricolo sinistro di dimensioni normali o ridotte (RVG) Funzione sistolica normale (RVG) Ventricolo sinistro di dimensioni normali o ridotte (RVG) Funzione sistolica ipercinetica (RVG) Ipertrofia settale asimmetrica (RVG o 201Tl) Riduzione della compliance ventricolare sinistra “Segno della radice quadrata” nelle registrazioni della pressione ventricolare Funzione sistolica conservata Elevate pressioni di riempimento sinistre e destre Ridotta compliance ventricolare sinistra Insufficienza mitralica Funzione sistolica ipercinetica Gradiente dinamico all’efflusso ventricolare sinistro RVG = (Radionuclide VentriculoGram) ventricologramma con radionuclidi; B 201 Miocardiopatie Esame obiettivo Cardiomegalia da moderata a grave; S3, S4 Insufficienza delle valvole atrioventricolari, soprattutto mitrale A 1661 Classificazione funzionale delle miocardiopatie Tl = tallio-201. C FIGURA 59–2 Istopatologia della miocardiopatia ipertrofica e dilatativa. A, La normale architettura del miocardio sano mostra un allineamento ordinato dei miociti con minima fibrosi interstiziale. B, Miocardiopatia ipertrofica, che dimostra marcata dilatazione e disarray dei miociti (rosso) con aumentata fibrosi interstiziale (blu). C, Miocardiopatia dilatativa, che mostra ipertrofia e degenerazione dei miociti (rosso scuro) senza disarray. Vi è un aumento nella fibrosi interstiziale (rosa pallido). Colorazioni: A e C, ematossilina ed eosina; B, tricromia di Masson. (Da Seidman JG, Seidman C: The genetic basis for cardiomyopathy: From mutation identification to mechanistic paradigms. Cell 104:557, 2001.) Braun Cap 59ok.indd 1661 19-02-2007 19:06:44 1662 circa l’utilità diagnostica di qualsiasi schema che utilizzi le caratteristiche istologiche convenzionali – compresi i criteri di Dallas – per valutare un processo così complesso come la miocardiopatia infiammatoria.9 È auspicabile che nuove tecniche istochimiche e di biologia molecolare (quali la reazione a catena di polimerizzazione o le tecniche di ibridizzazione in situ per il rilievo di infezioni virali a livello cardiaco) possano ulteriormente estendere l’utilità diagnostica della biopsia endomiocardica.10 Miocardiopatia dilatativa Capitolo 59 Miocardiopatia dilatativa idiopatica La MCD è una sindrome caratterizzata dall’ingrandimento del cuore e dalla disfunzione sistolica di uno o entrambi i ventricoli (Figg. 59-1 e 59-2). Alla precedente denominazione di miocardiopatia congestizia, è ora preferito il termine miocardiopatia dilatativa poiché l’alterazione più precoce è solitamente rappresentata dall’ingrandimento ventricolare e dalla disfunzione contrattile sistolica, mentre i segni e i sintomi di insufficienza cardiaca congestizia si sviluppano spesso (anche se non sempre) più tardi. In un ristretto numero di pazienti, il rilievo dominante è rappresentato dalla disfunzione contrattile con una dilatazione minima del ventricolo sinistro. Nella classificazione WHO/ISFC, questa variante della MCD è collocata nel gruppo delle miocardiopatie non classificate. Viceversa, atleti professionisti apparentemente sani mostrano un notevole ingrandimento del ventricolo con normale funzione sistolica. Si ritiene che questo sia un adattamento fisiologico all’allenamento atletico intenso e non sembra rappresentare una condizione patologica, sebbene le conseguenze a lungo termine non siano del tutto note. L’incidenza della MCD è descritta intorno ai 5-8 casi su 100.000 soggetti all’anno e sembra essere in aumento, anche se la cifra reale è probabilmente superiore per la scarsa segnalazione dei casi lievi o asintomatici.11 Essa si verifica quasi tre volte più frequentemente nella razza nera e nei maschi rispetto ai bianchi e al sesso femminile e tale differenza non sembra unicamente correlata ai differenti livelli di ipertensione, fumo di sigaretta o assunzione di alcol. La sopravvivenza nella razza nera e nei maschi sembra essere peggiore rispetto alla popolazione bianca e al sesso femminile.12 Sebbene la causa primaria non sia definibile nella maggior parte dei casi, più di 75 patologie specifiche del muscolo cardiaco possono sfociare nel quadro clinico della MCD. È probabile che questa condizione rappresenti il punto d’arrivo comune e il risultato terminale del danno miocardico indotto da svariate cause citotossiche, metaboliche, immunologiche, genetiche e infettive. L’alcol, ad esempio, può provocare gravi alterazioni cardiache e determinare un quadro clinico, emodi- Tabella 59–3 namico e anatomopatologico identico a quello che si osserva nella MCD idiopatica. STORIA NATURALE. La storia naturale della MCD non è definita con certezza. Molti pazienti hanno sintomi lievi o nulli e la progressione della malattia in questi casi non è chiara, nonostante alcuni elementi suggeriscano che la prognosi a distanza non sia buona. Ciononostante, nei pazienti sintomatici il decorso clinico è di solito caratterizzato da un progressivo deterioramento, con una percentuale di pazienti affetti da insufficienza cardiaca che muoiono entro un anno compresa tra il 10% e il 50%, a seconda della coorte di pazienti studiata.13 È stato stimato che il tasso annuale di mortalità per un tipico paziente con insufficienza cardiaca è dell’11-13% circa.14 Una minoranza dei pazienti con MCD di recente insorgenza, forse circa un quarto, migliora spontaneamente, perfino alcuni casi inizialmente tanto gravi da essere presi in considerazione per il trapianto cardiaco. PROGNOSI. Sono state identificate diverse variabili cliniche che identificano i pazienti a rischio elevato di decesso da MCD, come la presenza di galoppo protodiastolico (S3), aritmie ventricolari, età avanzata e mancata risposta del ventricolo miopatico alla stimolazione con agenti inotropi (Tab. 59-3).15 Tuttavia, il potere predittivo di ciascun singolo fattore non è elevato e può essere difficile predire con una certa precisione il decorso clinico e la prognosi nel singolo paziente. Ciononostante, la dilatazione ventricolare e le alterazioni funzionali tendono a correlare positivamente con i casi a prognosi peggiore, soprattutto se anche il ventricolo destro è dilatato e presenta anomalie funzionali.16 Anche il test da sforzo cardiopolmonare può fornire utili informazioni prognostiche (Cap. 10). Una marcata riduzione della capacità di esercizio documentata dal ridotto consumo di ossigeno massimale periferico (specialmente quando è inferiore a 10-12 ml/kg/min) è un fattore predittivo affidabile di mortalità ed è ampiamente utilizzata come indicatore per prendere in considerazione il trapianto cardiaco (Cap. 26). Anatomia patologica ESAME MACROSCOPICO. Esso mostra solitamente l’aumento di volume e la dilatazione delle quattro camere cardiache; i ventricoli sono più dilatati rispetto agli atri (Fig. 59-1). Mentre lo spessore della parete ventricolare risulta in alcuni casi aumentato, il grado di ipertrofia spesso è inferiore a quanto si potrebbe attendere in base all’entità della dilatazione. Lo sviluppo di ipertrofia ventricolare sinistra sembra avere un ruolo protettivo o benefico nella MCD, probabilmente perché riduce lo stress parietale sistolico evitando così l’ulteriore dilatazione della cavità. Le valvole cardiache sono in sé normali, mentre i trombi intracavitari costituiscono un reperto piuttosto comune, soprattutto in regione apicale. Le arterie coronarie sono di solito normali. Il ventricolo destro appare preferenzialmente interessato in alcuni casi di MCD, talvolta su base ereditaria. Fattori associati a un esito sfavorevole nella miocardiopatia dilatativa Segni clinici Non invasivo NYHA Classe III/IV Bassa frazione di eiezione del VS Età avanzata Importante dilatazione del VS Basso consumo di ossigeno da picco di sforzo Ridotta massa del VS Importante ritardo della conduzione intraventricolare ≥ Insufficienza mitralica moderata Aritmie ventricolari complesse Anomala funzione diastolica ECG ad alta risoluzione alterato Riserva contrattile anormale Evidenza di eccessiva stimolazione simpatica Dilatazione o disfunzione ventricolare destra Invasivo Alte pressioni di riempimento del VS Galoppo protodiastolico (S3) ECG = elettrocardiogramma; VS = ventricolo sinistro; NYHA = New York Heart Association. Braun Cap 59ok.indd 1662 19-02-2007 19:06:45 Tabella 59–4 1663 Difetti molecolari legati alle varie miocardiopatie Miocardiopatia Difetto genico Ipertrofica Proteina titina/titina-correlata Titina A Teletonina (T-cap) Proteine associate ai dischi Z Proteina del dominio LIM muscolare FIGURA 59–3 Patologia macroscopica della miocardiopatia dilatativa. In questo cuore, che è stato sezionato in modo che la parte interna del ventricolo sinistro possa essere osservata, è evidente un’importante dilatazione ventricolare. Lo spessore della parete è normale, ma la forma del cuore è divenuta più globosa. (Da Kasper EK, Hruban RH, Baughman KL: Idiopathic dilated cardiomyopathy. In Abelmann WH, Braunwald E [eds.]. Atlas of Heart Diseases. Vol 2. Cardiomyopathies, Myocarditis, and Pericardial Disease. Philadelphia, Current Medicine, 1995, pp 3.1-3.18.) ESAME ISTOLOGICO. La microscopia mostra estese aree di fibrosi interstiziale e perivascolare che coinvolgono soprattutto il subendocardio del ventricolo sinistro (Fig. 59-2). Sono a volte presenti piccole aree di necrosi e infiltrati cellulari, che non costituiscono, tuttavia, il quadro tipico dominante. È presente una marcata variazione delle dimensioni dei miociti; cellule miocardiche ipertrofiche si alternano a miociti atrofizzati. Nessun virus né altri agenti eziologici sono stati identificati con una certa regolarità nel tessuto miocardico di pazienti con MCD. È stata particolarmente deludente la mancata identificazione di marker immunologici, istochimici, morfologici, ultrastrutturali o microbiologici utilizzabili per validare la diagnosi di MCD idiopatica o per identificarne la causa. Eziologia Circa un quarto dei casi di insufficienza cardiaca negli Stati Uniti è dovuto a MCD; gli altri casi derivano, per la maggior parte, dalle conseguenze della patologia coronarica o, meno frequentemente, dell’ipertensione.11 Più della metà dei pazienti con quadro clinico di MCD non presenta un’eziologia identificabile evidente, nonostante una valutazione rigorosa, e sono quindi considerati affetti da MCD idiopatica.17 È probabile che tale condizione rappresenti l’espressione comune del danno miocardico prodotto da una grande varietà di agenti patogeni ancora non del tutto identificati. Sebbene la causa, o le cause, siano tuttora incerte, l’interesse si è concentrato su tre possibili meccanismi fondamentali di danno: (1) fattori ereditari e genetici, (2) miocardite virale e altri insulti citotossici, (3) alterazioni immunologiche (Fig. 59-3). GENETICA. La MCD si manifesta come patologia ereditaria più frequentemente di quanto non si pensi. Si ritiene che circa il 25-30% dei pazienti con MCD risulti affetto da una forma Braun Cap 59ok.indd 1663 Sarcolemma citoscheletro Distrofina Beta-sarcoglicano Delta-sarcoglicano Alfa-distrobrevina Metavinculina Filamenti intermedi Desmina Lamina A/C M M Restrittiva M M M M/D M M M/D M M D M M M/D M Miocardiopatie Sarcomero Catena pesante della miosina Catena leggera della miosina Catena leggera di regolazione della miosina Actina del muscolo cardiaco Troponina T Troponina I Alfa-tropomiosina Proteina C che lega la miosina Dilatativa M D D/Dup M M D M M D = delezione; Dup = duplicazione; M = missenso. Adattata da Chien KR: Genotype, phenotype: Upstairs, downstairs in the family of cardiomyopathies. J Clin Invest 111:175, 2003. ereditaria di malattia che è il risultato di una mutazione genetica.18 Alcuni soggetti asintomatici parenti di pazienti con MCD mostrano una dilatazione o una disfunzione sub cliniche del ventricolo sinistro, o entrambe, potenzialmente in grado di progredire verso la MCD franca sintomatica.19 La maggioranza dei casi familiari dimostra una trasmissione autosomica dominante. Sono stati identificati più di dodici loci cromosomici coinvolti ed è probabile che ne esistano altri (Tab. 59-4).20 La MCD familiare origina da mutazioni nei geni che codificano per il citoscheletro, le membrane nucleari o proteine contrattili, comprese desmina, titina e troponina T.20-23 Una forma particolare è dovuta a mutazioni nel gene per la lamina A/C ed è associata a difetti di conduzione, varie alterazioni muscoloscheletriche e diminuita sopravvivenza fino all’età adulta.24 Un’altra variante colpisce il fosfolambano e porta a disregolazione del calcio miocellulare.25 Tuttavia, la MCD familiare è molto eterogenea sotto l’aspetto genetico ed è stata anche riscontrata una trasmissione autosomica recessiva e legata al cromosoma X.26 Una forma di MCD ereditaria legata al cromosoma X è dovuta a delezione nella regione promoter e nel primo esone del gene che codifica per la distrofina, una componente del citoscheletro dei miociti.27 Ciò ha alimentato l’ipotesi che il conseguente deficit di distrofina cardiaca sia la causa della MCD associata (Cap. 85).28 Sono state riportate anche alcune mutazioni coinvolgenti il DNA mitocondriale.29 Non è attualmente noto se alcuni dei pazienti senza evidente familiarità abbiano una predisposizione genetica alla MCD. Vi è grande interesse per l’uso delle tecniche di genetica molecolare allo scopo di identificare i marcatori della predisposizione 19-02-2007 19:06:46 1664 alla malattia nei portatori asintomatici a rischio di sviluppare la forma clinica conclamata di MCD. Un esempio di tali marcatori potrebbe essere il genotipo DD dell’enzima di conversione dell’angiotensina, associato a pessima prognosi nei pazienti con MCD.30 Perfino quando non vi è alcuna evidenza di associazione familiare, il cuore insufficiente dimostra una varietà di alterazioni nell’espressione genetica e proteica di diverse proteine contrattili.11 Capitolo 59 SEQUELE DELLA MIOCARDITE VIRALE (Cap. 60). Si è spesso ipotizzato che un episodio subclinico di miocardite virale possa scatenare una risposta autoimmune culminante nello sviluppo di una MCD conclamata.31 Per quanto affascinante, questa ipotesi è in gran parte controversa.32 In alcuni pazienti con quadro clinico di miocardiopatia dilatativa, la biopsia endomiocardica rivela elementi suggestivi di miocardite. La frequenza del riscontro di infiltrato infiammatorio nella MCD è molto variabile e dipende largamente, senza dubbio, dalla scelta dei pazienti e dai criteri diagnostici utilizzati; adottando criteri rigorosi, solo il 15% circa (o meno) dei pazienti con MCD mostra un quadro bioptico di miocardite.32 Un’altra prova a favore dell’ipotesi che la MCD sia una malattia postvirale include la presenza di elevati titoli anticorpali virali, sequenze di RNA virale ed evidenza di particelle virali nei pazienti con MCD “idiopatica”.33 Similmente, la reazione a catena di polimerizzazione ha generalmente confermato la presenza di tracce virali nel miocardio di alcuni pazienti con miocardiopatia.34 AUTOIMMUNITÀ. Anomalie dell’immunità umorale e cellulare sono state riscontrate in pazienti con MCD,9,35 per quanto i reperti non siano risultati completamente riproducibili. È stato postulato che le componenti virali possano essere incorporate nel sarcolemma cardiaco, con l’unico risultato di costituire una fonte di antigeni che indirizza la reazione immune contro il miocardio. D’altro canto, si ipotizza che gli anticorpi possano essere il risultato del danno miocardico, piuttosto che la causa.36 Sembra esistere un’associazione con alcuni antigeni leucocitari umani (Human Leukocyte Antigen, HLA) di classe II (in particolare il DR4) e questo suggerisce che alterazioni dell’immunoregolazione possano avere un ruolo nella MCD.37 Sono stati identificati anticorpi circolanti antimiocardio specifici per una grande varietà di antigeni (quali la catena pesante della miosina, il recettore beta-adrenergico, il recettore muscarinico, l’adenosina-trifosfatasi sodio-potassio sarcolemmatica, la laminina e proteine mitocondriali).38,39 Prove ulteriori dell’importanza degli anticorpi antimiocardio circolanti provengono dalla dimostrazione di un miglioramento clinico di breve e media durata dei sintomi di insufficienza cardiaca in alcuni ma non tutti i pazienti trattati con immunoassorbimento ed eliminazione degli anticorpi contro i recettori beta1-adrenergici.40–42 Al contrario, un trial randomizzato di immunoglobuline in MCD di recente insorgenza non ha mostrato beneficio.9 Pertanto, rimane ancora da stabilire il ruolo preciso dell’immunomodulazione umorale e cellulare nella patogenesi della MCD.43 CITOCHINE PROINFIAMMATORIE. Diverse citochine proinfiammatorie, quali il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-a) (e il relativo enzima di conversione del TNF-a), sono espresse nella MCD e possono avere un ruolo nella patogenesi della disfunzione contrattile; non è noto se la loro espressione sia indotta da infezioni virali, anomalie autoimmuni o altri fattori.44–46 Ulteriori indizi in favore di un ruolo eziologico del TNF-a nella disfunzione contrattile della MCD derivano dal fatto che l’inibizione della sua produzione da parte della pentossifillina sfocia in un miglioramento sintomatologico e funzionale.47 Similmente, il peptide vasocostrittore endotelina è aumentato nella MCD scompensata ed è stato proposto quale causa dell’aumentato tono vascolare che caratterizza l’insufficienza cardiaca.48,49 ULTERIORI CAUSE POTENZIALI. È stata proposta una varietà di altre possibili cause, anche se nessuna di esse è accettata come la causa della MCD. Pertanto, le anomalie endocrine e gli effetti di agenti chimici e di tossine sono stati proposti quali possibili fattori eziologici. È stato suggerito che l’iperreattività del microcircolo (spasmo) e la diminuzione della riserva di flusso coronarico possano portare a necrosi miocellulare e fibrosi, con conseguente insufficienza cardiaca.50 L’apoptosi o morte cellulare programmata, è stata dimostrata nel cuore dei pazienti con MCD e ARVC, benché vi siano controversie riguardanti questi reperti nella MCD.49,51,52 Da un punto di vista clinico, le cause più importanti di MCD secondaria sono: abuso di alcol e di cocaina (Cap. 62),53 infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV) (Cap. 61), alterazioni metaboliche e farmaci antineoplastici cardiotossici (soprattutto doxorubicina) (Cap. 83). Quadro clinico ANAMNESI. Sebbene possano essere colpiti pazienti di qualsiasi età, la MCD è più comune nella mezza età ed è più frequente nei maschi che nelle femmine. Nei pazienti con MCD, i sintomi hanno solitamente un decorso progressivo. Alcuni pazienti, seppure ancora asintomatici, presentano dila- Braun Cap 59ok.indd 1664 tazione ventricolare per mesi o anni. Tale dilatazione può essere riconosciuta clinicamente solo in tempi successivi, in seguito alla comparsa di sintomi oppure quando una radiografia del torace eseguita di routine evidenzia una cardiomegalia. Un numero esiguo di pazienti sviluppa per la prima volta sintomi di insufficienza cardiaca nella convalescenza successiva a una virosi sistemica. Altri ancora mostrano segni di insufficienza cardiaca grave in corso di un episodio di miocardite; nonostante alcuni pazienti vadano incontro a remissione, i sintomi cronici della diminuita riserva cardiaca persistono e l’insufficienza si manifesta nuovamente dopo mesi o anni. È importante indagare approfonditamente sul consumo di alcol, poiché l’assunzione di quantità eccessive di etanolo è una causa maggiore di MCD e la sua cessazione può portare a un miglioramento clinico sostanziale.54 I sintomi più evidenti della MCD sono quelli derivanti dall’insufficienza del ventricolo sinistro (Cap. 22). È comune il riscontro di affaticabilità e astenia correlate alla diminuita gittata cardiaca. L’insufficienza del ventricolo destro costituisce un segno tardivo e sfavorevole ed è associato a una prognosi particolarmente negativa. Il dolore toracico compare in una minoranza dei pazienti e può suggerire una concomitante cardiopatia ischemica. La riduzione dimostrata della riserva di vasodilatazione del microcircolo coronarico nella MCD suggerisce che l’ischemia subendocardica possa svolgere un ruolo nella genesi del dolore toracico che compare in presenza di arterie angiograficamente indenni.55 Il dolore toracico secondario a embolia polmonare e il dolore addominale secondario a epatomegalia da congestione epatica sono frequenti negli stadi avanzati della malattia. ESAME OBIETTIVO (Capp. 8 e 22). L’esame obiettivo mostra generalmente ingrandimento cardiaco di entità variabile e segni di insufficienza cardiaca congestizia. La pressione sistolica è generalmente normale o bassa e la pressione differenziale è ridotta in seguito alla diminuita gittata sistolica. Il polso alternante è un reperto frequente quando è presente grave insufficienza ventricolare sinistra. Il respiro di Cheyne-Stokes può essere presente ed è associato a una cattiva prognosi. Le vene giugulari sono distese se l’insufficienza interessa la sezione destra, ma questo reperto è assente nella maggior parte dei pazienti in fase iniziale. Possono essere visibili onde a e v prominenti. Un’evidente pulsatilità delle vene giugulari, con onde di rigurgito prominenti, indica la presenza di insufficienza valvolare tricuspidale; questo rappresenta solitamente un reperto tardivo e spesso indice di prognosi negativa. Il fegato può essere ingrandito e pulsante. Negli stadi avanzati dell’insufficienza cardiaca destra sono presenti edema periferico e ascite. Il precordio mostra generalmente un impulso sinistro e, talvolta, un impulso destro, ma l’ampiezza non è così evidente come nell’ipertrofia ventricolare. L’impulso apicale è per lo più lateralizzato, riflettendo la dilatazione del ventricolo sinistro. Un’onda a presistolica può essere palpabile occasionalmente e ha origine simile a quella del galoppo presistolico (S4) udibile all’auscultazione. Vi è generalmente uno sdoppiamento fisiologico del secondo tono (S2), sebbene si possa riscontrare uno sdoppiamento paradosso in presenza di blocco di branca sinistra, un reperto elettrocardiografico non raro nella MCD. In presenza di ipertensione polmonare, la componente polmonare di S2 può essere accentuata e lo sdoppiamento risultare ridotto. Il galoppo presistolico (S4) è comune e spesso precede la comparsa di insufficienza conclamata. Quando si sviluppa insufficienza cardiaca, il ritmo di galoppo ventricolare (S3) costituisce la regola e si rende spesso apprezzabile un galoppo di sommazione in presenza di tachicardia.56 I soffi sistolici sono frequenti e in genere sono dovuti a insufficienza mitralica o, meno comunemente, tricuspidale. L’insufficienza mitralica deriva dalla dilatazione e dal movimento anomalo dell’annulus mitralico e dalla distorsione della geometria dell’apparato sottovalvolare; la dilatazione ventricolare di per sé ha un ruolo minore.57 I ritmi di galoppo e i soffi del- 19-02-2007 19:06:46 Braun Cap 59ok.indd 1665 cardiopatia ischemica, attraverso la dimostrazione di modifi- 1665 cazioni della cinetica parietale regionale, distinguendo così tali pazienti da quelli con MCD idiopatica. Inoltre, i pazienti che dimostrano di avere una notevole riserva contrattile con l’infusione di dobutamina presentano una prognosi migliore rispetto agli altri.63 DIAGNOSTICA PER IMMAGINI CON RADIONUCLIDI. Le attuali tecniche che utilizzano i nuovi radionuclidi e protocolli di diagnostica per immagini per la perfusione miocardica sotto sforzo sono molto affidabili nella diagnosi differenziale di una patogenesi di insufficienza cardiaca ischemica da una non ischemica.64 Analogamente all’ecocardiografia, la ventricolografia con radioisotopi è in grado di mostrare l’aumento del volume ventricolare telesistolico e telediastolico, la riduzione della frazione di eiezione di uno o di entrambi i ventricoli e alterazioni della cinetica parietale (Cap. 13); questa tecnica è utilizzata più frequentemente quando l’ecocardiografia non è ottimale sotto l’aspetto tecnico. Nella maggior parte dei casi non è necessario eseguire studi ripetuti o batterie di test non invasivi per studiare i pazienti con MCD e verificare la loro risposta alla terapia; le modificazioni della terapia sono abitualmente basate sui reperti clinici obiettivi e sulla variazione dei sintomi. CATETERISMO CARDIACO E ANGIOCARDIOGRAFIA. Il cateterismo cardiaco è necessario solo in alcuni pazienti con MCD, in particolare quelli con precordialgia e sospetta cardiopatia ischemica, o nei pazienti con una patologia sistemica suscettibile di terapia quale la sarcoidosi e l’emocromatosi, in cui la biopsia miocardica costituisce una parte importante del cateterismo.65 Con l’esecuzione del cateterismo cardiaco, viene solitamente rilevato l’aumento della pressione telediastolica del ventricolo sinistro e della pressione di incuneamento polmonare. È frequente un lieve innalzamento della pressione arteriosa polmonare. Nelle forme più avanzate si possono anche rilevare dilatazione e insufficienza ventricolare destra, con conseguente aumento della pressione telediastolica del ventricolo destro, della pressione atriale destra e della pressione venosa centrale. La ventricolografia sinistra mostra la dilatazione endocavitaria, con una caratteristica riduzione della cinetica parietale. Le alterazioni della cinetica parietale segmentaria sono di frequente riscontro e possono simulare i rilievi angiografici della cardiopatia ischemica. Tuttavia, alterazioni della cinetica parietale particolarmente localizzate sono più tipiche della cardiopatia ischemica, mentre nella MCD le anomalie appaiono più spesso diffuse. La frazione di eiezione è diminuita e il volume telesistolico è aumentato a causa della compromissione della contrattilità ventricolare sinistra. È possibile a volte il riscontro di trombi nel ventricolo sinistro, che appaiono come difetti di riempimento intraventricolari. È spesso presente una lieve insufficienza mitralica. In alcuni casi, può essere difficile distinguere la dilatazione del ventricolo sinistro secondaria a insufficienza mitralica grave correlata a una patologia primitiva della valvola da una MCD con insufficienza mitralica secondaria. L’arteriografia coronarica mostra generalmente la normalità dei vasi coronarici, sebbene la capacità vasodilatatoria coronarica possa essere compromessa. Questa tecnica può rivelarsi particolarmente utile nell’escludere coronaropatie in pazienti con onde Q anomale all’elettrocadiogramma o evidenza di alterazioni della cinetica regionale del ventricolo sinistro agli esami non invasivi. La coronarografia, quando necessario, aiuta quindi a distinguere tra un infarto miocardico causato da una malattia coronarica ostruttiva e una zona di marcata fibrosi miocardica localizzata secondaria a MCD avanzata in assenza di ostruzione dei rami coronarici. Miocardiopatie l’insufficienza possono spesso essere evidenziati o intensificati dall’esercizio isometrico del pugno con il conseguente aumento della resistenza e impedenza vascolari periferiche all’efflusso ventricolare sinistro. Complicanze frequenti nelle fasi avanzate sono emboli periferici, causati dal distacco di trombi intracardiaci dall’atrio e dal ventricolo sinistro, ed episodi tromboembolici polmonari che originano nel circolo venoso degli arti inferiori. ESAMI NON INVASIVI. Numerosi esami biochimici di screening sono indicati per identificare cause potenzialmente reversibili di miocardiopatia dilatativa, quali la determinazione di livelli sierici di fosforo (ipofosfatemia), calcio (ipocalcemia), creatinina e azoto ureico (uremia), test di funzionalità tiroidea (ipotiroidismo e ipertiroidismo) e test sul ferro (emocromatosi). È anche consigliabile l’esecuzione di un test per l’HIV poiché questa infezione rappresenta una causa importante e spesso non riconosciuta di insufficienza cardiaca congestizia (Cap. 61). Sebbene non particolarmente utili per la diagnosi di MCD, elevati livelli serici di troponina T sono predittivi di un decorso clinico peggiore rispetto ai livelli normali.58 La radiografia toracica mostra generalmente una cardiomegalia globale e la ridistribuzione del flusso ematico polmonare; quadri di edema interstiziale e alveolare risultano meno frequenti al momento della presentazione iniziale. Può essere presente versamento pleurico e le vene azygos e cava superiore possono divenire ectasiche quando si sovrappone insufficienza destra. Elettrocardiografia. In presenza di insufficienza cardiaca, l’elettrocardiogramma mostra spesso tachicardia sinusale. Si può osservare l’intero spettro delle tachiaritmie atriali e ventricolari. È frequente il riscontro di scarsa progressione dell’onda R e disturbi della conduzione intraventricolare, in particolare blocco di branca sinistra.59 Onde Q anteriori possono essere osservate in presenza di fibrosi ventricolare sinistra diffusa, anche senza una cicatrice infartuale apprezzabile o elementi suggestivi di coronaropatia. Sono anche frequenti alterazioni del tratto ST e dell’onda T, e modificazioni a carico dell’onda P, soprattutto in relazione all’impegno atriale sinistro. Il monitoraggio ambulatoriale mostra l’ampia diffusione delle aritmie ventricolari, con presenza di tachicardia ventricolare non sostenuta nella maggior parte dei pazienti con MCD.60 Non vi è consenso sul fatto che le aritmie ventricolari complesse o frequenti siano predittrici di morte improvvisa (presumibilmente aritmica), sebbene siano effettivamente in grado di predire la mortalità globale.60 È possibile che le aritmie individuate all’Holter siano un marcatore dell’estensione del danno miocardico nella MCD e siano di conseguenza correlate al rischio di morte improvvisa senza esserne necessariamente la causa. In casi isolati, e in particolare nei bambini, le tachiaritmie sopraventricolari o ventricolari ricorrenti o incessanti possono realmente essere la causa (piuttosto che l’esito) della disfunzione ventricolare.61 In tali casi, il ripristino del ritmo sinusale o il rallentamento della frequenza cardiaca possono far regredire la miocardiopatia.62 Ecocardiografia. L’ecocardiografia bidimensionale e quella Doppler sono utili nel valutare l’entità della compromissione funzionale del ventricolo sinistro e per escludere concomitanti patologie valvolari o pericardiche (Cap. 11). Oltre all’esame delle quattro valvole cardiache per la ricerca di segni di alterazioni funzionali o strutturali, l’ecocardiografia permette la valutazione della dimensione delle cavità ventricolari e dello spessore del setto interventricolare. Occasionalmente è presente un versamento pericardico. L’analisi della flussimetria Doppler è utile nel precisare l’entità dell’insufficienza mitralica (e tricuspidale). I pazienti con un pattern di riempimento ventricolare sinistro simile a quello che si osserva nelle miocardiopatie restrittive sembrano avere una malattia in fase più avanzata. Utilizzando l’ecocardiografia con infusione di dobutamina è possibile identificare quei casi in cui la disfunzione ventricolare sinistra sia correlata alla Trattamento Poiché la causa della miocardiopatia dilatativa idiopatica, per definizione, è sconosciuta, non è possibile una terapia specifica. La terapia, quindi, è indirizzata all’insufficienza cardiaca, come discusso nei Capitoli 23 e 24. Molti pazienti devono essere trattati con terapia standard, costituita da diuretici al bisogno in base alla sintomatologia, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e bloccanti dei recettori betaadrenergici. La digossina è considerata un agente di seconda scelta e la dose ottimale è quella che raggiunge livelli ematici di 0,5 fino a 0,8 ng/ml, poiché livelli più elevati sono associati con un lieve aumento nella mortalità.66 Molti approcci terapeutici sono volti a modificare le alterazioni dell’attivazione prolungata di due sistemi correlati, il sistema renina-angiotensina-aldosterone e quello adrenergico. Provvedimenti di carattere fisico, alimentare e farmacologico possono aiutare a controllare i sintomi; una regolare attività fisica (nel limite della tolleranza) aumenta la capacità di esercizio migliorando la funzione endoteliale e aumentando il 19-02-2007 19:06:47 1666 flusso ematico nel muscolo scheletrico.67 I pazienti con disfun- Capitolo 59 zione ventricolare sinistra soffrono non raramente di apnea notturna e il trattamento di quelli con apnea notturna ostruttiva mediante pressione positiva continua nelle vie aeree determina, almeno in parte, un miglioramento della funzione ventricolare grazie alla riduzione del postcarico che deriva dall’ipertensione associata. Solo il trapianto cardiaco (Cap. 26) e la terapia farmacologica specifica (i vasodilatatori idralazina in aggiunta ai nitrati, l’inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina enalapril, i beta-bloccanti carvedilolo e metoprololo e l’antagonista del recettore dell’aldosterone spironolattone) si sono dimostrati in grado di prolungare la sopravvivenza ma è stato compiuto un importante progresso, con la riduzione della mortalità per insufficienza cardiaca di quasi il 50% nell’ultima decade.68 CALCIOANTAGONISTI. L’uso dei calcioantagonisti ha destato interesse per i possibili legami tra MCD, anomalie del microcircolo vascolare e alterazioni del metabolismo del calcio. Questi farmaci sono risultati generalmente ben tollerati nei pazienti con MCD, sebbene la depressione della contrattilità miocardica sia un potenziale effetto collaterale importante della classe dei calcioantagonisti. Sfortunatamente, l’associazione di un calcioantagonista con la terapia standard tradizionale non sembra portare benefici clinici sostanziali, né riduce ulteriormente la mortalità nella MCD. Al momento, l’uso routinario dei calcioantagonisti nella MCD non è considerato terapia standard o di prima scelta.69 IMMUNOSOPPRESSORI. La terapia con corticosteroidi e agenti immunosoppressori era sostenuta in passato nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia secondaria a MCD e infiltrati linfocitari alla biopsia miocardica. Sfortunatamente, tale terapia non sembra esercitare importanti effetti sulla mortalità o sulla progressione verso il trapianto cardiaco o sui sintomi, sulla capacità di esercizio o sulla frazione di eiezione (tranne che nel breve termine e forse in uno specifico sottogruppo di pazienti con MCD, come quelli con upregulation dell’HLA riscontrata in campioni di biopsia endomiocardica).70 Inoltre, può essere associata con significative complicanze.71 Per tali motivi, non può attualmente essere consigliato l’uso clinico di routine della terapia immunosoppressiva almeno finché non si potranno identificare le sottoclassi di pazienti affetti da MCD che con molta probabilità risponderanno a tale terapia. STIMOLAZIONE BIVENTRICOLARE (“RESINCRONIZZAZIONE”) (Capp. 24 e 31) TERAPIA CHIRURGICA La riparazione chirurgica di una valvola mitrale strutturalmente normale, ma funzionalmente insufficiente, è stata eseguita in un numero crescente di pazienti con MCD e insufficienza significativa delle valvole atrioventricolari.72 Sebbene precedentemente la chirurgia fosse ritenuta controindicata a causa del grado di disfunzione cardiaca e di danno preesistenti (in particolare in caso di sostituzione valvolare piuttosto che di riparazione), alcuni soggetti hanno mostrato un miglioramento sintomatologico, almeno a medio termine.73 L’utilità dei sistemi di assistenza ventricolare sinistra per gli stadi finali della MCD è stata dimostrata (Cap. 25).74 In pazienti appropriatamente selezionati, deve essere preso in considerazione il trapianto cardiaco (Cap. 26). Miocardiopatia alcolica L’eccessivo consumo cronico di etanolo può associarsi a insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, accidenti cerebrovascolari, aritmie e morte improvvisa; è la prima causa di MCD secondaria non ischemica nei paesi occidentali ed è responsabile di circa un terzo dei casi di MCD.75 Si stima che circa due terzi della popolazione adulta facciano uso di alcol in varie quantità e i forti consumatori siano oltre il 10%.76 Non sorprende, quindi, che la miocardiopatia alcolica costituisca un problema importante. La sospensione del consumo di alcol negli stadi precoci della miocardiopatia alcolica può arrestarne la progressione o perfino far regredire la disfunzione contrattile ventricolare. Diversa è la situazione in caso di miocardiopatia di altra eziologia, caratterizzata spesso da progressivo deterioramento clinico.77,78 Il consumo di alcol può causare danno miocardico attraverso tre meccanismi: (1) un presunto effetto tossico diretto dell’alcol o dei suoi metaboliti, (2) effetti nutrizionali, prevalentemente in associazione col deficit di tiamina che conduce alla cardiopatia da beriberi (Cap. 22) e (3) di rado, Braun Cap 59ok.indd 1666 gli effetti tossici correlati agli additivi presenti nelle bevande alcoliche (cobalto). In passato si riteneva che l’alcol causasse danno miocardico solo in seguito alle carenze nutrizionali, ma è chiaro, allo stato attuale, che la miocardiopatia alcolica insorge anche in assenza di deficit nutrizionali. Il tipico beriberi orientale può coesistere con la miocardiopatia alcolica, per quanto non rappresenti più un reperto frequente. Le caratteristiche distintive delle due forme sono la vasodilatazione periferica e l’insufficienza cardiaca ad alta gittata, spesso a carico della sezione destra, nella prima, e la ridotta contrattilità con insufficienza a bassa portata, tipicamente sinistra, nella seconda. Non è chiaro il preciso meccanismo attraverso cui l’etanolo produce depressione miocardica, ma è probabile un effetto tossico diretto sul muscolo striato (soprattutto perché gli alcolisti mostrano spesso evidenza di miopatia scheletrica associata).79 Nelle ricerche condotte in condizioni acute, è stato dimostrato che l’etanolo e il suo metabolita acetaldeide interferiscono con numerose funzioni cellulari e di membrana riguardanti il trasporto e il legame del calcio, la respirazione mitocondriale, il metabolismo lipidico miocardico, la sintesi proteica miocardica e la trasduzione del segnale.80 Non è stato stabilito il ruolo esercitato da altri squilibri elettrolitici associati (ipokaliemia, ipofosfatemia, ipomagnesiemia) nel danno da etanolo. Poiché non tutti gli alcolisti sviluppano miocardiopatia, la relazione tra lo sviluppo di disfunzione cardiaca e la dose di alcol è complessa e probabilmente multifattoriale. Sembra che vi sia una predisposizione genetica allo sviluppo della miocardiopatia, poiché gli etilisti con il genotipo DD dell’enzima di conversione dell’angiotensina hanno una probabilità 16 volte maggiore di sviluppare disfunzione cardiaca rispetto agli altri.81 La dose cumulativa di alcol sembra essere importante per il successivo sviluppo di miocardiopatia e alcuni dati suggeriscono che un consumo di alcol più moderato può effettivamente avere un effetto protettivo contro lo sviluppo di disfunzione cardiaca e di morte.82,83 ANATOMIA PATOLOGICA. Il reperto anatomopatologico macroscopico e microscopico è aspecifico e simile a quello rilevato nella MCD idiopatica, con fibrosi interstiziale, miocitolisi, evidenza di arteriopatia a carico dei piccoli vasi coronarici e ipertrofia dei miociti.75 Il microscopio elettronico mostra mitocondri alterati e di volume aumentato, con grandi vacuoli contenenti glicogeno. Quadro clinico La miocardiopatia alcolica si osserva più frequentemente in soggetti di sesso maschile di età compresa tra 35 e 55 anni che hanno fatto uso di notevoli quantità di whisky, vino o birra, generalmente per più di 10 anni.75 Le donne alcoliste che sviluppano miocardiopatia sembrano avere assunto una dose complessiva di alcol inferiore rispetto agli uomini.77 Per quanto la miocardiopatia alcolica si possa osservare nei senzatetto, nei soggetti malnutriti, “barboni alcolisti”, molti pazienti sono soggetti ben nutriti in condizioni socioeconomiche medie e persino elevate senza malattie epatiche o neuropatia periferica. Pertanto, se non si ha un approccio estremamente attento, è facile che una storia di etilismo passi inosservata. In presenza di cardiomegalia o miocardiopatia inspiegabili è spesso necessario indagare con cura, nel colloquio col paziente e i familiari, per far emergere una storia di etilismo. Nell’etilista cronico è spesso possibile dimostrare una lieve depressione della funzione cardiaca anche prima che tale alterazione si manifesti sul piano clinico. Alterazioni a carico sia della funzione sistolica (riduzione della frazione di eiezione) sia di quella diastolica (aumentata rigidità delle pareti miocardiche) sono state dimostrate con diverse tecniche invasive e non invasive in etilisti senza sintomatologia cardiaca.84 Per quanto l’epatopatia alcolica e l’interessamento cardiaco conclamati spesso non coesistano, anche i pazienti cirrotici senza segni né sintomi di cardiopatia mostrano spesso segni di miocardiopatia asintomatica. I sintomi possono svilupparsi con un andamento subdolo, sebbene alcuni pazienti vadano incontro a insufficienza cardiaca sinistra acuta e manifesta. Un episodio di fibrillazione atriale parossistica costituisce un sintomo d’esordio piuttosto frequente. Casi più avanzati presentano insufficienza biventricolare, solitamente con predominante compromissione del ventricolo sinistro. Si osservano frequentemente dispnea, ortopnea e dispnea parossistica notturna. Possono essere presenti palpitazioni, generalmente dovute a tachiaritmie sopra- 19-02-2007 19:06:48 Braun Cap 59ok.indd 1667 quivocabili, per il rischio aumentato di sanguinamento corre- 1667 lato a scarsa compliance alla terapia, ai traumi e al rischio di portare a uno stato di anticoagulabilità eccessiva a causa dell’insufficienza epatica. MIOCARDIOPATIA DA COBALTO Una sindrome precedentemente non identificata di grave insufficienza cardiaca congestizia è comparsa nella metà degli anni ’60, prima in Canada e poi negli Stati Uniti e in Europa.86 La malattia venne osservata in soggetti che bevevano una particolare marca di birra cui veniva aggiunto solfato di cobalto come stabilizzatore della schiuma. Da quando il cobalto è stato eliminato dal processo di produzione, nessun caso è stato più segnalato. Miocardiopatia aritmogena del ventricolo destro (vedi Cap. 32) Questa peculiare miocardiopatia (nota anche come displasia aritmogena del ventricolo destro) è caratterizzata dalla perdita di miociti con sostituzione parziale o totale del miocardio ventricolare destro da parte di tessuto adiposo e fibroso; l’apoptosi sembra essere una delle cause principali della morte cellulare (Fig. 59-4).87-89 La ARVC è associata a tachiaritmie ventricolari da rientro, a origine dal ventricolo destro (che si esplica con una morfologia del QRS a blocco di branca sinistra)90 che sono spesso precipitate dalla scarica di catecolamine indotta dall’esercizio fisico e sono un segnale premonitore di rischio di morte improvvisa.88 In circa un terzo dei casi vi è ereditarietà di tipo autosomico dominante della malattia,91 e sono state descritte numerose singole mutazioni genetiche, tra cui una mutazione nel gene codificante per il recettore cardiaco della rianodina (hRYR2).92 Un’altra variante, riscontrata sull’isola di Naxos, è ereditata come carattere recessivo ma con un elevato grado di penetranza.93 La ARVC è distinta dalla anomalia di Uhl, contrassegnata da estremo assottigliamento della parete ventricolare.94 La diagnosi di ARVC è formulata sulla base di una costellazione di rilievi clinici, elettrocardiografici, istologici ed ecocardiografici.95,96 Le caratteristiche tipiche prevedono comparsa di manifestazioni cliniche nell’adolescenza o nella prima età adulta, predominanza del sesso maschile, negatività dell’esame obiettivo, onde T invertite nelle derivazioni precordiali destre, sintomi quali palpitazioni, sincope e rischio di morte improvvisa.96,97 Una displasia subclinica del ventricolo destro potrebbe essere responsabile del riscontro di aritmie ventricolari in pazienti senza altre cause evidenti. Gli esami invasivi e non invasivi mostrano un ventricolo destro dilatato, con cinetica alterata, solitamente con un ventricolo sinistro normale, per quanto si siano osservati talora gradi variabili di coinvolgimento del ventricolo sinistro.95,98 Se è presente interessamento delle sezioni di sinistra, il rischio di morte improvvisa è aumentato.99 La risonanza magnetica (RM) è di particolare utilità nell’identificare i pazienti con questa patologia100 che altrimenti potrebbero apparire del tutto normali (Fig. 59-5). TRATTAMENTO. La terapia antiaritmica, in special modo con i beta-bloccanti, sotalolo o amiodarone, è spesso efficace nel controllare le aritmie.88 Le aritmie possono essere correlate ad alterazioni dell’innervazione simpatica regionale del ventricolo destro e a una ridotta densità dei recettori beta-adrenergici o all’alterata ricaptazione presinaptica delle catecolamine, come è stato dimostrato dalla scintigrafia.101 L’ablazione, con radiofrequenza o con crioablazione, del presunto focolaio aritmogeno è stata impiegata con successo nella risoluzione delle aritmie ventricolari in alcuni pazienti non responsivi o intolleranti alla terapia farmacologica.102 L’inserimento di un cardiovertitore-defibrillatore impiantabile (ICD) o il trapianto cardiaco sono riservati ai pazienti con indicazioni per queste procedure (Capp. 26 e 31).88,97 Miocardiopatie ventricolari. Può anche verificarsi sincope, in seguito a tachiaritmie sopraventricolari o, più frequentemente, ventricolari. L’angina pectoris non si verifica a meno di una concomitante coronaropatia o stenosi aortica, per quanto possa essere presente dolore toracico atipico. ESAME OBIETTIVO. I rilievi cardiaci ricordano quelli osservati nella MCD idiopatica. L’esame in genere mostra la diminuzione della pressione arteriosa differenziale, spesso con aumento della pressione arteriosa diastolica in seguito all’eccessiva vasocostrizione periferica. Vi è cardiomegalia ed è comune il riscontro di toni di galoppo protodiastolico (S3) e presistolico (S4). Si rileva spesso un soffio apicale sistolico da insufficienza mitralica. La gravità dell’insufficienza destra può variare, ma la distensione venosa giugulare e l’edema periferico sono reperti frequenti. Una concomitante miopatia del muscolo scheletrico a carico dei cingoli scapolare e pelvico rappresenta un rilievo frequente e il grado di debolezza muscolare e di alterazioni istologiche procede con lo stesso andamento nei muscoli scheletrici e nel cuore.79 ESAMI DI LABORATORIO. La radiografia del torace nei casi avanzati mostra notevole dilatazione cardiaca, congestione polmonare e ipertensione venosa polmonare (Cap. 12). Sono spesso apprezzabili versamenti pleurici. Alterazioni elettrocardiografiche sono frequenti e costituiscono spesso l’unico indizio di cardiopatia alcolica in fase preclinica. Pazienti etilisti senza altri segni di cardiopatia spesso giungono all’attenzione del medico in seguito alla comparsa di palpitazioni, dolore toracico o sincope, tipicamente dopo gli eccessi di un fine settimana (in particolare durante le feste di fine anno). Questa presentazione è stata definita “sindrome cardiaca dei giorni di festa”. L’aritmia che si osserva più comunemente è la fibrillazione atriale, seguita da flutter atriale e da frequenti extrasistoli ventricolari. Il consumo di alcol può predisporre a un flutter o fibrillazione atriale anche in soggetti non etilisti. L’ipokaliemia può ricoprire un ruolo importante nella genesi di alcune di queste aritmie. Le aritmie sopraventricolari sono anche di frequente osservazione nei pazienti affetti da miocardiopatia alcolica conclamata. I casi di morte improvvisa inaspettata non sono rari nei giovani adulti alcolisti ed è probabile che la fibrillazione ventricolare ne sia responsabile. I disturbi della conduzione atrioventricolare (soprattutto il blocco atrioventricolare di primo grado), il blocco di branca, l’ipertrofia ventricolare sinistra, la scarsa progressione dell’onda R nelle derivazioni precordiali e le anomalie della ripolarizzazione sono reperti elettrocardiografici comuni. Si osserva di frequente l’allungamento dell’intervallo QT. Le alterazioni del tratto ST e dell’onda T spesso rientrano nei limiti della norma entro diversi giorni dalla sospensione del consumo di etanolo. I rilievi emodinamici ottenuti con il cateterismo cardiaco e la valutazione della funzione ventricolare sinistra con metodiche non invasive (ecocardiografia e angiografia radioisotopica) ricordano quelli della MCD idiopatica. TRATTAMENTO. Il cardine della terapia a lungo termine della miocardiopatia alcolica è rappresentato dalla riduzione del consumo di alcol (e possibilmente dall’astinenza), da intraprendere quanto più precocemente possibile nel decorso della patologia.83 Ciò può essere molto efficace nel migliorare i segni e i sintomi della insufficienza cardiaca congestizia.85 La prognosi è negativa nei pazienti che continuano ad assumere grossi quantitativi di alcol, 54 particolarmente se i sintomi sono stati presenti per molto tempo. La terapia degli episodi acuti di insufficienza cardiaca congestizia è simile a quella della MCD idiopatica. Nei pazienti con grave insufficienza cardiaca congestizia, è prudente somministrare tiamina nella possibilità che il beriberi possa contribuire all’insufficienza cardiaca. È difficile stabilire la necessità dell’uso cronico di anticoagulanti (spesso presi in considerazione nella MCD idiopatica); generalmente non prescriviamo warfarin a meno che non vi siano indicazioni stringenti e ine- 19-02-2007 19:06:48 1668 Capitolo 59 FIGURA 59–4 In alto a sinistra, Sezioni autoptiche del cuore (quattro camere) in un paziente con miocardiopatia aritmogena del ventricolo destro e coinvolgimento biventricolare. È presente grave e diffusa infiltrazione grassa della parete del ventricolo destro (VD); è presente un aneurisma apicale a livello del ventricolo sinistro (freccia). In alto a destra, Sezione istologica a livello del tratto di afflusso del ventricolo destro (VD) (ematossilina ed eosina, ¥2,5). È presente grave infiltrazione fibroadiposa transmurale della parete del VD, compatibile con displasia del VD. In basso, Sezione istologica a livello del ventricolo sinistro (efflusso) (ematossilina ed eosina, ¥2,5) che evidenzia grave infiltrazione focale fibroadiposa con atrofia miocellulare, compatibile con compromissione della funzione ventricolare sinistra. (Da Pinamonti B, Pagnan L, Bussani R, et al: Right ventricular dysplasia with biventricular involvement. Circulation 98:1943-1945, 1998. Copyright 1998, American Heart Association.) Miocardiopatia ipertrofica Nonostante la prima descrizione della MCI risalga a più di un secolo fa, le caratteristiche distintive di questa patologia non sono state studiate sistematicamente fino alla fine degli anni ’50.103,104 Il reperto caratteristico è l’inappropriata ipertrofia miocardica che si manifesta in assenza di una causa evidente di ipertrofia (p.es,, stenosi aortica o ipertensione sistemica), spesso prevalentemente a carico del setto interventricolare nell’ambito di un ventricolo sinistro non dilatato con funzione sistolica ipercinetica (Fig. 59-6).105,106 Un caratteristico aspetto clinico fu riconosciuto subito in alcuni pazienti con MCI: un gradiente pressorio dinamico nella regione subaor- Braun Cap 59ok.indd 1668 tica che suddivide il ventricolo sinistro in una regione apicale ad alta pressione e una subaortica a bassa pressione (Fig. 59-7A).103 Per quanto studi successivi abbiano mostrato che solo una minoranza di pazienti (circa un quarto)105-108 mostra tale gradiente di efflusso, le sue caratteristiche hanno attratto grande attenzione e portato all’adozione di una miriade di termini (più di 75) per descrivere la malattia (tra i termini di uso più comune vi erano stenosi subaortica ipertrofica idiopatica103 e stenosi subaortica muscolare).109 Attualmente si preferisce il termine miocardiopatia ipertrofica poiché la maggior parte dei pazienti non ha un gradiente o una “stenosi” del tratto di efflusso del ventricolo sinistro.106 Poiché l’ipertrofia è spesso presente in assenza di un gradiente pressorio, l’aspetto clinico saliente della MCI è rappresentato dall’ipertrofia miocardica non correlata al carico emodinamico. Segni morfologici suggestivi della malattia sono presenti in circa un quarto dei familiari di primo grado dei pazienti con MCI; in molti familiari la malattia è più lieve che nel probando, il grado di ipertrofia è minore ed essa è più localizzata e mancano spesso gradienti d’efflusso. Spesso i sintomi sono assenti e la malattia viene rilevata dall’ecocardiogramma. Le caratteristiche fisiopatologiche della MCI differiscono in maniera sostanziale da quelle della MCD. L’alterazione fisiopatologica più caratteristica della MCI riguarda la funzione diastolica piuttosto che quella sistolica (Capp. 20 e 22).104 La MCI si distingue, infatti, per l’anomala rigidità del ventricolo sinistro con conseguente compromissione del riempimento ventricolare. Tale alterazione del rilasciamento comporta l’aumento della pressione di riempimento telesistolica e, conseguentemente, congestione polmonare e dispnea, i sintomi più comuni della MCI, nonostante la funzione sistolica del ventricolo sinistro sia di regola ipercinetica. La prevalenza complessiva della MCI è bassa: circa lo 0,2% (1 in 500) della popolazione generale e lo 0,5% dei pazienti non selezionati che vengono sottoposti a ecocardiogramma.105 Potrebbe essere la cardiopatia ereditaria più frequente.106 Anatomia patologica ESAME MACROSCOPICO. Appare evidente il notevole aumento della massa miocardica, con cavità ventricolari di volume ridotto (Figg. 59-1 e 59-6).104 L’ipertrofia interessa generalmente in misura maggiore il ventricolo sinistro rispetto al destro, ma si può osservare un grado variabile di interessamento delle sezioni di destra.110 Gli atri sono dilatati e spesso ipertrofici, in relazione all’elevata resistenza al riempimento ventricolare causata dalla disfunzione diastolica e alle conseguenze dell’insufficienza valvolare. La qualità e il grado dell’ipertrofia ventricolare sinistra nella MCI mostrano grandi variazioni individuali, con una peculiare eterogeneità dell’entità del fenomeno in differenti regioni del ventricolo sinistro. Una caratteristica riscontrata nella gran parte dei pazienti affetti da MCI è rappresentata dalla sproporzione dell’interessamento del setto interventricolare e della parete anterolaterale rispetto alla regione posteriore della 19-02-2007 19:06:49 parete libera del ventricolo sinistro.106 Quando l’ipertrofia è prevalentemente limitata alla porzione anteriore del setto, il quadro viene definito ipertrofia settale asimmetrica (Asymmetrical Septal Hypertrophy, ASH). Si può osservare un ampio spettro di quadri di ipertrofia e circa il 30% dei pazienti mostra solo un’ipertrofia circoscritta e localizzata e relativamente modesta di una singola regione ventricolare.104,106 1669 Braun Cap 59ok.indd 1669 Miocardiopatie Può essere difficile operare una corretta diagnosi differenziale dell’ipertrofia “fisiologica” che si riscontra in alcuni atleti maschi molto allenati con quella osservata in caso di MCI. In atleti professioC B A nisti lo spessore della parete ventricolare sinistra può raggiungere i FIGURA 59–5 Immagini di risonanza magnetica prima (riquadri superiori) e dopo (riquadri inferiori) l’applicazione 16 mm in assenza di MCI (normale di uno speciale algoritmo di acquisizione delle immagini (Fat Saturation, FS, saturazione dei grassi) per far risaltare le <12 mm) insieme a notevoli altearee di depositi di grassi in un paziente con coinvolgimento biventricolare da miocardiopatia aritmogena del ventricolo 104,111 razioni ECG. I caratteri che destro. Le frecce (riquadri superiori) indicano zone di infiltrazione adiposa del miocardio ventricolare sinistro anteriore e possono consentire la diagnosi difinferiore (A e B) e del ventricolo destro (C). L’infiltrazione adiposa è confermata (riquadri inferiori) dall’algoritmo speciale ferenziale sono l’alterata risposta FS come aree nere che sono evidenziate da frecce. (Da McCrohon JA, John AS, Lorenz CH, et al: Images in cardiovadegli indici di funzione diastolica scular medicine. Left ventricular involvement in arrhythmogenic right ventricular cardiomyopathy. Circulation 105:1394, valutata all’eco-Doppler nel corso 2002. Copyright 2002, American Heart Association.) di sforzi isometrici (handgrip), la familiarità positiva per MCI oppure la semplice dimostrazione di particolari capacità al test da sforzo cardiopolmonare in atleti professionisti ISTOLOGIA. I reperti microscopici nella MCI sono caratteristici, con sani.106,112 ipertrofia miocardica e una grossolana disorganizzazione delle fibre muscoIn alcuni pazienti con MCI è presente una significativa ipertrofia in lari che mostrano un caratteristico aspetto spiraliforme e convoluto (Fig. regioni atipiche, quali la parete posteriore del setto, la parete libera poste59-2); si nota l’alterazione del rapporto spaziale tra miocellule contigue 104 robasale e la regione medioventricolare. Nella maggior parte dei pazienti, (disarray) (Fig. 59-6) e il sovvertimento dell’architettura miofibrillare nelil grado di ipertrofia è variabile e muta nel tempo; nei bambini il riscontro l’ambito delle singole cellule.120 La fibrosi solitamente è importante e può di una spiccata ipertrofia è raro e il paziente tipico sviluppa l’ipertrofia essere così marcata da configurare vere e proprie cicatrici facilmente nel corso dell’adolescenza.108 È raro che le modificazioni morfologiche apprezzabili. Nuclei di cellule disorganizzate si trovano spesso alternate a della MCI si sviluppino nei soggetti di età superiore ai 18 anni, 106 benché zone di miociti ipertrofici ma apparentemente indenni da altre anomalie. La questo venga osservato soprattutto in presenza di una mutazione della quota di matrice interstiziale appare aumentata. Per quanto il disarray celproteina C della miosina.113 Nella MCI si osserva in genere una relazione lulare fosse stato inizialmente considerato specifico della MCI, è ora chiaro inversa tra il grado di ipertrofia e l’età. Rimane da stabilire se questo dato che tale reperto può essere riscontrato in numerose cardiopatie congenite sia da ricondurre alla morte prematura dei pazienti più giovani con mage acquisite. I caratteri peculiari che contraddistinguono il disarray della MCI 106 giore ipertrofia o alla progressiva riduzione del grado di ipertrofia. Il sono la diffusione e la frequenza. Un qualche grado di disarray è presente in 5-10% circa dei pazienti infine sviluppa una fase “terminale” della MCI quasi tutti i pazienti con MCI e la maggior parte mostra un interessamento che assomiglia alla MCD ed è caratterizzata da ispessimento della parete di almeno il 5% del miocardio; come regola generale, almeno un terzo del miocardica, dilatazione ventricolare, disfunzione sistolica e insufficienza miocardio mostra disarray.104,106,120 Al contrario, il disarray, quando è precardiaca progressiva.104 In alcuni pazienti, il rimodellamento clinicamente sente in assenza di MCI, coinvolge meno del 5% del miocardio.108 In un silente del ventricolo può produrre lieve regressione dell’ipertrofia.104 modello sperimentale di MCI, regioni miocardiche con importante disarray Altre alterazioni morfologiche sono l’ingrandimento e l’allungamento mostrano disfunzione contrattile segmentaria in parte correlata con le dei lembi valvolari mitralici e, in rari casi, l’inserzione anomala dei muscoli stesse anomalie strutturali (come risultato della concomitante geometria 106,114,115 papillari direttamente sul lembo mitrale anteriore. e lunghezza anomale delle fibre miocardiche).121 MIOCARDIOPATIA IPERTROFICA APICALE. Una variante con preArterie coronarie intramurali alterate, con riduzione del lume e ispesvalente interessamento dell’apice è frequente in Giappone e si stima che simento della parete del vaso, sono frequenti nella MCI.120 L’evidenza di 116 riguardi circa un quarto dei pazienti giapponesi con MCI. Nelle altre parti coronarie intramurali alterate in zone di marcata fibrosi miocardica condel mondo, la forma apicale di MCI è meno frequente (<10% in un grande ferma l’ipotesi che le anomalie istologiche possano essere alla base dello centro occidentale).115 È tipico di questa forma l’aspetto “a vanga” del sviluppo di ischemia miocardica che sembra essere la chiave di molte ventricolo sinistro all’esame angiografico, onde T negative giganti all’ECG delle manifestazioni cliniche della MCI, incluse angina pectoris, aritmie e nelle derivazioni precordiali, assenza di un gradiente pressorio intravenmorte improvvisa.104,106 tricolare, sintomi sfumati e un decorso generalmente benigno con bassa mortalità.117 Nonostante ciò, vi possono essere complicanze, tra cui la più comune è la fibrillazione atriale.118 Eziologia MIOCARDIOPATIA IPERTROFICA NELLE PERSONE ANZIANE. La MCI può talora insorgere in soggetti anziani, mostrando spesso un quadro Genetica della miocardiopatia ipertrofica (vedi Cap. 70) peculiare, con cavità ventricolari molto ridotte in presenza di ipertrofia La MCI familiare si trasmette con ereditarietà mendeliana autorelativamente modesta. Altri rilievi includono uno spiccato movimento anteriore della valvola mitrale, diffuse calcificazioni sottomitraliche a carico somica dominante in almeno il 50% dei casi.122 Si ritiene che dell’annulus in alcuni pazienti, un gradiente di efflusso ventricolare sinistro alcune se non tutte le forme sporadiche della malattia siano e comparsa tardiva di sintomi.119 dovute a mutazioni spontanee.123 Almeno 10 differenti geni Una morfologia cardiaca macroscopica simile a quella della MCI si sono associati con MCI (Fig. 59-8; Tab. 59-4).124 Tutti i geni può osservare normalmente nei neonati di madre diabetica e nei pazienti codificano proteine del sarcomero cardiaco, comprese le comcon uno spettro di altre condizioni,104 tra cui iperparatiroidismo, neurofiponenti dei filamenti spessi o sottili che hanno funzioni conbromatosi, lipodistrofia generalizzata, lentigginosi, feocromocitoma, atassia di Friedreich e sindrome di Noonan. Raramente, tale reperto può essere trattili, di regolazione o strutturali.11,20,113,124 Sono finora state dovuto ad amiloide, glicogenosi o interessamento tumorale del setto. identificate più di 150 differenti mutazioni e la maggioranza è 19-02-2007 19:06:50 conseguente risposta ipertrofica.11,108,126,127 Le manifestazioni finali della conseguente miocardiopatia sono probabilmente il risultato ultimo di tutta una serie di fattori interagenti.20,124,128 Così, varie mutazioni dei sarcomeri (come della troponina T, tropomiosina o del gene della catena pesante della betamiosina [MHC]) possono culminare sia nella MCI che nella MCD (Tab. 59-4),20,22 sebbene in alcuni casi l’apparente MCD possa indicare la fase terminale di una MCI.129 Talora una famiglia con MCI familiare è affetta da più di una mutazione.123 1670 Capitolo 59 A B C FIGURA 59–6 Caratteristiche morfologiche della miocardiopatia ipertrofica. A, Reperto macroscopico di cuore di un atleta maschio di 13 anni con sproporzionato ispessimento del setto interventricolare (SIV) confrontato con la parete libera del ventricolo sinistro (VS). B, Campione istologico che mostra marcato disarray cellulare con cellule ipertrofiche disposte in modo caotico. C, Campione istologico che mostra molte arterie coronarie intramurali anomale, con importante ispessimento delle pareti e restringimento del lume. VD = ventricolo destro; colorazione con ematossilina ed eosina in B e C; ingrandimento originale ¥50. (Adattata da Maron BJ: Hypertrophic cardiomyopathy. Curr Probl Cardiol 18:637, 1993, with permission of Mosby, Inc.) di tipo missenso.104,113.,125 Appare evidente che restano ancora da identificare ulteriori difetti genetici. Il preciso meccanismo attraverso cui le diverse mutazioni genetiche culminano nelle manifestazioni morfologiche e cliniche della MCI è al momento presunto, ma tutte le mutazioni probabilmente causano un meccanismo anomalo di generazione della forza contrattile con Braun Cap 59ok.indd 1670 La base genetica della MCI è stata descritta per la prima volta da Seidman e Seidman, che hanno segnalato la presenza di un gene responsabile della malattia localizzato sul cromosoma 14q11-12.18 Gli stessi ricercatori hanno successivamente scoperto che si trattava del gene che codifica la MHC beta cardiaca. Studiando la presenza del gene in una famiglia affetta da MCI essi hanno dimostrato che l’anomalia era causata da una duplicazione del gene in cui i geni alfa e beta della MHC erano fusi e presenti con una copia in eccesso. Nella seconda famiglia, era presente una mutazione puntiforme nel gene della MHC beta con sostituzione dell’arginina con la glutamina. Entrambe le mutazioni alterano polipeptidi fondamentali per la struttura delle miofibrille e potrebbero essere responsabili del disarray delle miocellule e delle miofibrille, caratteristico della MCI familiare.Altri loci di malattia identificati comprendono il cromosoma 1q32 (codificante la troponina T), il cromosoma 19p13 (codificante la troponina I), il cromosoma 15q22 (codificante l’alfa-tropomiosina), il cromosoma 11p11 (codificante la proteina C che lega la miosina), i cromosomi 3p21 e 12q23-p21 (codificanti le catene leggere della miosina essenziali e di regolazione) e il cromosoma 15q14 (codificante l’actina).18,122,130 Una mutazione missenso del gene che codifica una subunità della protein-chinasi attivata dall’adenosina monofosfato (PRKAG2) è associata a sindrome di Wolff-Parkinson-White, anomalie della conduzione ed evidente ipertrofia ventricolare sinistra,131 ma questa condizione è dovuta ad accumulo di glicogeno all’interno dei miociti e quindi deve essere considerata come una malattia metabolica di deposito piuttosto che una forma di MCI.104 La maggior parte dei casi di MCI familiare è causata da uno di tre geni mutanti.104 È stato stimato che circa il 35-50% è dovuto a mutazioni a carico dei geni della MHC, il 15-25% a mutazioni della proteina C che lega la miosina, il 15-20% a mutazioni del gene della troponina T cardiaca, meno del 5% a mutazioni del gene della tropomiosina e il rimanente è dovuto a mutazione di altri geni.132 Esiste ampia variabilità nell’espressione fenotipica di una specifica mutazione a livello di un determinato gene, con una variabilità sia per quanto riguarda la sintomatologia e il grado, sia lo sviluppo nel tempo del quadro ipertrofico.104 Di particolare interesse sono le mutazioni del gene della troponina T che determina caratteristicamente un quadro morfologico normale o di lieve ipertrofia, ma indicano una prognosi negativa e un alto rischio di morte improvvisa (per quanto almeno una delle mutazioni sia associata a prognosi favorevole).133,134 Sono state descritte numerose altre “mutazioni maligne” che coinvolgono la beta-MHC e la tropomiosina.135,136 Al contrario, alcuni geni e particolari mutazioni sembra siano associati a una prognosi più favorevole, nonostante l’ipotesi di un decorso clinico mutazione-specifico sia stata messa in dubbio.137 In alcuni pazienti con anomalie genetiche in assenza di segni ecocardiografici di MCI, l’elettrocardiogramma è alterato. Pertanto, anomalie elettrocardiografiche non altrimenti spiegabili in familiari di primo grado di pazienti con MCI possono svelare uno stato preclinico o di portatore asintomatico.138 Nonostante i sostanziali chiarimenti che questi studi di genetica molecolare hanno fornito sui meccanismi fondamentali responsabili della MCI, le analisi del DNA per geni mutanti non sono ancora disponibili di routine per uso clinico, sebbene ci si attenda che lo divengano in futuro.104,111 In aggiunta, molti clinici non discutono adeguatamente le implicazioni genetiche della MCI con i loro pazienti, almeno in parte perché il cardiologo medio ha a che fare solo con un ristretto numero di pazienti con MCI.139 Fisiopatologia SISTOLE. Sin dalle prime descrizioni della miocardiopatia ipertrofica, l’aspetto che ha più attratto l’attenzione è la presenza di un gradiente dinamico di pressione attraverso il tratto di efflusso del ventricolo sinistro (Fig. 59-7).103,107,139,140 Sebbene questo gradiente pressorio fosse stato inizialmente attribuito all’azione di uno sfintere muscolare in regione subaortica o fosse ritenuto da alcuni una sorta di artefatto,109 esso viene ora considerato correlato a un ulteriore restringimento del tratto di efflusso, già di per sé di piccole dimensioni (ristretto dal setto ipertrofico e sporgente e da possibili alterazioni dell’apparato valvolare mitrale), a causa del movimento sistolico anteriore dei lembi valvolari mitralici, spesso allungati contro il setto ipertrofico. 19-02-2007 19:06:51 Miocardiopatie Persistono importanti con1671 I troversie sulla causa e sul siI gnificato del gradiente di efII II flusso.109 Il punto centrale III della disputa è se esista una III vera ostruzione all’efflusso ventricolare sinistro o se il 200 mmHg Metà della cavità VS/aorta gradiente pressorio sia semTratto di efflusso del VS/tratto centrale dell’aorta plicemente la conseguenza dell’energico svuotamento ventricolare.141 Esiste attualVS mente accordo sull’ipotesi che il vero impedimento mec100 mmHg canico all’eiezione ventricolare sinistra si verifichi in presenza di gradienti di efflusso e sia causato dal movimento anteriore dell’apparato valvolare mitrale attraverso il tratto di efflusso con contatto con il setto ventricolare in mesosistole.106,139,141 Continua a essere controversa la causa A sostanziale del caratteristico movimento sistolico della valvola mitrale. Il punto focale della disputa è se l’apparato valvolare si sposti anteriormente a causa dell’effetto Venturi e della maggiore velocità di espulsione conseguente alle alterazioni dell’orientamento e della geometria del tratto di efflusso del ventricolo sinistro o se esso sia sospinto all’interno del D C B tratto di efflusso in conseFIGURA 59–7 Reperti emodinamici e angiografi ci nella miocardiopatia ipertrofi ca con compromissione biventriguenza dell’eiezione. colare. A, Registrazioni pressorie simultanee dalla metà della cavità ventricolare sinistra (VS) e dall’aorta mostrano Il sovraccarico pressorio un gradiente pressorio di 100 mmHg. Il tracciato aortico mostra un aspetto a “punta e cupola” correlato al movimento che deriva dal gradiente di anteriore sistolico del lembo anteriore della valvola mitrale. La localizzazione subaortica del gradiente è confermata efflusso sembra avere un certo quando il catetere nel VS è ritirato dalla cavità ventricolare (sinistra) verso il tratto di efflusso subaortico (destra). B e ruolo nello sviluppo dell’iperC, Ventricolografia sinistra in proiezione obliqua anteriore destra. Le frecce mostrano spostamento sistolico del lembo trofia ventricolare nella MCI, anteriore mitrale in telesistole con conseguente ostruzione del tratto di efflusso. D, Ventricologramma destro in proiezione laterale sinistra che mostra ipertrofia massiva della parete ventricolare destra (VD) nell’area di efflusso (frecce) con una forse coinvolgendo il TNF“configurazione a clessidra”. AO = aorta; AP = arteria polmonare. (Da Doshi SN, Kim MC, Sharma SK, et al: Images in alfa, poiché sia l’ipertrofia dei cardiovascular medicine. Right and left ventricular outflow tract obstruction in hypertrophic cardiomyopathy. Circulation miociti sia i livelli di TNF-alfa 106:e3, 2002. Copyright 2002, American Heart Association.) sono diminuiti dopo efficace riduzione del gradiente per ablazione del setto.142,143 DIASTOLE. La maggioranza dei pazienti affetti da MCI preTabella 59–5 Possibili meccanismi di ischemia senta anomalie della funzione diastolica (Capp. 20 e 21) a nella miocardiopatia ipertrofica riposo o sotto sforzo, a prescindere dall’eventuale presenza di 144 un gradiente pressorio e di sintomi. Le alterazioni del riemAumento della richiesta miocardica di ossigeno Ridotta perfusione miocardica pimento diastolico sono in gran parte indipendenti dal grado e dalla distribuzione dell’ipertrofia miocardica; pazienti con Ipertrofia miocardica Vasculopatia dei piccoli vasi ipertrofia modesta e apparentemente circoscritta possono Disfunzione diastolica Anomale risposte vascolari mostrare un’evidente disfunzione diastolica, che suggerisce la presenza di miopatia in aree ventricolari macroscopicamente Disarray miocitario Ponti miocardici non ipertrofiche.116 A sua volta, la disfunzione diastolica deterOstruzione dell’efflusso Aumentate resistenze mina l’aumento della pressione di riempimento ventricolare del ventricolo sinistro vascolari coronariche pur in presenza di una cavità ventricolare sinistra normale o piccola e sembra essere la conseguenza di alterazioni del rilaAritmie sciamento e della distensibilità del miocardio, almeno in parte Da McKenna WJ, Behr ER: Hypertrophic cardiomyopathy: Management, risk come diretto risultato dell’alterata espressione proteica che si stratification, and prevention of sudden death. Heart 87:169, 2002. verifica in molti pazienti con MCI a seguito di mutazioni genetiche.145 Il riempimento protodiastolico viene compromesso ventricolare sinistra è ridotta; come conseguenza, vi è un quando si ha un ritardo del rilasciamento, forse in relazione aumento della pressione di riempimento. La MCI può causare ad alterazioni nella cinetica del calcio, a ischemia subendoalterazioni della distensibilità del ventricolo a causa della cardica o all’alterata emodinamica tipica della MCI.146 Il riemfibrosi o della disorganizzazione cellulare. pimento telediastolico è compromesso quando la distensibilità Braun Cap 59ok.indd 1671 19-02-2007 19:06:53 1672 negli anziani, in quanto i sintomi possono facilmente essere confusi con quelli della cardiopatia ˜ ischemica o della patologia val˜ volare aortica. Poiché la sincope e la morte improvvisa sono state associate allo sport agonistico e allo sforzo intenso in pazienti con MCI, una diagnosi corretta è Catena Catena fondamentale al fine di sconsileggera pesante Filamento Testa gliare tali attività. Sembra che la della miosina della miosina di miosina della miosina (<1%) MCI sia non riconosciuta e non ( 35%) ˜ diagnosticata più spesso nella popolazione di colore che nella popolazione bianca.154 Il quadro clinico varia considerevolmente, dal familiare asintomatico di un paziente con MCI, con un ecocardiogramma lievemente alterato in assenza di altre manifestazioni della malattia, fino al paziente con sintomi invalidanti.140 Esiste una correlazione generale tra il grado di FIGURA 59–8 Disegno che mostra le componenti del sarcomero e le mutazioni nella miocardiopatia ipertrofica. ipertrofia e la gravità del quadro La contrazione cardiaca avviene quando il calcio si lega al complesso della troponina (subunità C, I e T) e dell’alfaclinico, ma la relazione non è tropomiosina. L’actina stimola l’attività ATPasica nella testa globulare della miosina e determina la produzione di forza assoluta e alcuni pazienti acculungo i filamenti di actina. La proteina C legante la miosina cardiaca si lega alla miosina e modula la contrazione. sano sintomi molto evidenti con Nella miocardiopatia ipertrofica, mutazioni potrebbero compromettere le interazioni di queste e altre proteine, deteripertrofia modesta e apparenteminare contrazione non efficace e produrre ipertrofia. Le percentuali rappresentano la frequenza stimata con cui mente circoscritta e viceversa. una mutazione causa miocardiopatia ipertrofica. (Da Spirito P, Seidman C, McKenna WJ, et al: The management of hypertophic cardiomyopathy. N Engl J Med 336:775, 1997. Copyright 1997, Massachusetts Medical Society.) Esiste inoltre un’interazione complessa tra ipertrofia ventricolare sinistra, gradiente di presISCHEMIA MIOCARDICA. L’ischemia miocardica si verisione del ventricolo sinistro, disfunzione diastolica e ischemia fica frequentemente nella MCI e riconosce diverse concause miocardica, che rende conto della grande variabilità del quadro (Tab. 59-5).147 Le cause maggiori sono rappresentate dalla clinico interindividuale. ridotta riserva coronarica (forse in relazione al restringimento Il sintomo più frequente è la dispnea, che compare fino al e all’ispessimento dei rami coronarici minori che si riscontrano 90% dei pazienti sintomatici. È in gran parte una conseguenza nella MCI),148 aumento della richiesta di ossigeno, soprattutto dell’elevata pressione diastolica nel ventricolo sinistro (e nei pazienti con gradienti di efflusso e pressioni di riempiquindi nell’atrio sinistro e nelle vene polmonari), causata, a mento elevate, con conseguente ischemia subendocarsua volta, dall’inadeguato riempimento ventricolare consedica.147,149,150 Nei bambini, è stato segnalato che la compressione guente alla disfunzione diastolica.107,133,139,140 Sono anche fredella coronaria discendente anteriore sinistra nel suo decorso quenti angina pectoris (riscontrata in circa tre quarti dei intramiocardico (il cosiddetto ponte miocardico) predispone pazienti sintomatici), astenia, presincope e sincope. Palpitaa ischemia e morte improvvisa, sebbene tale considerazione zioni, dispnea parossistica notturna, insufficienza cardiaca sia stata contestata.151 congestizia conclamata e capogiro sono presenti meno frequentemente, sebbene si possa talvolta osservare una grave insufficienza cardiaca congestizia con esito fatale. Lo sforzo tende Manifestazioni cliniche a peggiorare la maggior parte dei sintomi. Svariati meccanismi ANAMNESI. I pazienti con miocardiopatia ipertrofica sono possono contribuire alla comparsa dell’angina pectoris (Tab. in gran parte asintomatici o accusano solo sintomi sfu59-5). Essa è almeno in parte il risultato di una discrepanza tra mati105,140,152 e vengono spesso identificati nel corso dello screeapporto e consumo di ossigeno conseguente al notevole ning dei familiari di un paziente con MCI. La prima aumento della massa miocardica.107 Alterazioni delle arteriole manifestazione clinica della malattia in questi soggetti, purcoronariche possono contribuire all’ischemia miocardica, partroppo, può essere la morte improvvisa. La malattia viene più ticolarmente sotto sforzo, e probabilmente il 20% dei pazienti spesso identificata in adulti di 40-50 anni; la comparsa in più anziani con MCI presenta una concomitante coronaropatia pazienti anziani è più frequente di quanto si ritenga. Questa aterosclerotica. L’infarto transmurale può presentarsi anche in patologia è stata rilevata all’autopsia in nati morti e, sia cliniassenza di stenosi del decorso extramurale delle arterie corocamente che autopticamente, in ottuagenari, e si distingue tra narie. La compromissione del rilasciamento diastolico può le malattie cardiache per la possibile presentazione clinica provocare ischemia subendocardica attraverso il prolungato durante qualsiasi fase della vita.104,140,152,153 L’importanza della mantenimento di un’elevata tensione parietale, con concomidiagnosi precoce nel bambino è evidenziata dal più elevato tante rallentamento della riduzione all’impedenza al flusso tasso di mortalità nei pazienti più giovani; la morte è spesso coronarico. L’incapacità di incrementare la portata cardiaca improvvisa e inaspettata.107,140 Quando la diagnosi è fatta in età durante lo sforzo o le aritmie cardiache possono determinare avanzata, alcune caratteristiche risultano diverse rispetto a sincope. Sono frequenti episodi presincopali (“annebbiaquanto osservato nei pazienti più giovani: gradi generalmente mento”) che si verificano in posizione eretta e regrediscono lievi di ipertrofia ventricolare sinistra, frequente presenza di prontamente con l’assunzione del clinostatismo.140 Tuttavia, gradienti di efflusso e comparsa di sintomi conclamati in età contrariamente alla stenosi aortica valvolare, la sincope e gli avanzata (tipicamente dopo i 55 anni).104,152 È necessario conepisodi presincopali non implicano necessariamente una prosiderare molto attentamente la possibilità di questa patologia gnosi negativa in pazienti adulti con MCI; in alcuni pazienti è Troponina T ( 15%) Capitolo 59 Braun Cap 59ok.indd 1672 α-Tropomiosina (<5%) Troponina C Troponina I Proteina C legante la miosina ( 15%) Actina 19-02-2007 19:06:53 Tabella 59–6 Intervento Effetti di alcuni fattori sul gradiente di efflusso e sul soffio sistolico nella miocardiopatia ipertrofica Contrattilità Aumento del gradiente e del soffio Manovra di Valsalva — (sotto sforzo) Ortostatismo — Postextrasistole ≠ Isoproterenolo ≠ Digitale ≠ Nitrito di amile — poi ≠ Nitroglicerina — Esercizio ≠ Tachicardia ≠ Ipovolemia ≠ Riduzione del gradiente e del soffio Manovra di Müller — Overshoot nella Valsalva — Accovacciamento — Stimolazione del — recettore-alfa (fenilefrina) Blocco del Ø recettore beta Anestesia generale Ø Handgrip isometrico — Precarico Postcarico Ø Ø Ø ≠ Ø Ø Ø poi ≠ Ø ≠ Ø Ø — — Ø — Ø Ø ≠ — Ø ≠ ≠ ≠ — ≠ ≠ ≠ ≠ ≠ — — — — ≠ ≠ = aumento; Ø = diminuzione; — = nessun cambiamento significativo. Braun Cap 59ok.indd 1673 può essere presente, ma non riveste lo stesso significato nega- 1673 tivo che assume invece nei pazienti con stenosi aortica valvolare. È possibile talora il riscontro di toni sistolici collegati alla rapida accelerazione del flusso ematico. La caratteristica auscultatoria della MCI con gradiente all’efflusso è un soffio sistolico generalmente rude con andamento in crescendodecrescendo; esso comincia sensibilmente dopo S1 e si distingue meglio tra l’apice e il margine sternale sinistro.140 Spesso è irradiato in modo apprezzabile verso il margine sternale inferiore, l’ascella, la base del cuore, ma non verso i vasi del collo. Nei pazienti con gradiente significativo, il soffio generalmente riflette sia la turbolenza presente nel tratto di efflusso del ventricolo sinistro, sia un’insufficienza mitralica concomitante.133,155 Pertanto, il soffio appare spesso più dolce e olosistolico all’apice e all’ascella (a causa dell’insufficienza mitralica) e mesosistolico e più rude lungo il margine sternale inferiore (a causa della turbolenza attraverso un tratto di efflusso ridotto).115 L’intensità e la durata del soffio sistolico sono facilmente modificabili e svariate manovre possono essere usate per incrementare il soffio o farlo scomparire (Tab. 59-6).133,140 Un rullio diastolico, che riflette l’aumento del flusso transmitrale, può verificarsi in pazienti con insufficienza mitralica grave. Il soffio determinato dal rigurgito aortico si osserva in una minoranza di casi. Esso può comparire dopo l’intervento di correzione del gradiente di efflusso o in seguito a un’endocardite infettiva.156 DIAGNOSI DIFFERENZIALE DALLA STENOSI AORTICA VALVOLARE. È importante sottolineare i reperti obiettivi che permettono di differenziare la MCI dall’ostruzione stabile dell’efflusso aortico, più spesso correlata a stenosi aortica valvolare (Cap. 57). A tale scopo, risultano particolarmente utili l’andamento del polso carotideo e le caratteristiche del soffio. Poiché in presenza di un’ostruzione valvolare fissa vi è un ostacolo allo svuotamento ventricolare dall’inizio della sistole, l’onda del polso carotideo è rallentata e di bassa ampiezza (pulsus parvus et tardus). Nella MCI, l’eiezione iniziale di sangue dal ventricolo sinistro è in realtà aumentata, con ripida ascesa del carotidogramma. Il soffio della MCI, rispetto a quello della stenosi aortica, può essere facilmente identificato perché aumenta di intensità con la manovra di Valsalva e nel passaggio dalla posizione accovacciata a quella eretta e diminuisce nell’accovacciamento dalla posizione eretta, nell’elevazione passiva degli arti inferiori e con le manovre isometriche (handgrip) (Tab. 59-6).115 Altri reperti potenzialmente utili, ma di importanza inferiore, sono rappresentati dalla localizzazione del soffio (irradiato verso le carotidi nella stenosi aortica valvolare ma non nella MCI) e dalla presenza e localizzazione di un fremito sistolico (frequente e più evidente quando presente nel secondo spazio intercostale nella stenosi valvolare aortica, mentre è poco comune e localizzato nel quarto spazio intercostale lungo il margine sternale sinistro nella MCI). ELETTROCARDIOGRAMMA. Questo esame è di solito alterato nella MCI e lo è invariabilmente nei pazienti sintomatici con ostacolo all’efflusso ventricolare sinistro, mostrando un’ampia varietà di presentazioni.157 Un reperto elettrocardiografico completamente normale si osserva solo nel 15-25% dei pazienti e generalmente nei casi in cui l’ipertrofia ventricolare sinistra è molto circoscritta.104 Le alterazioni più frequenti riguardano il tratto ST e l’onda T, seguite da segni di ipertrofia ventricolare sinistra, con complessi QRS di voltaggio più elevato nelle precordiali intermedie.132,158 Sfortunatamente, questi risultati non sono specifici e si possono osservare anche in soggetti completamente sani, in particolare in atleti ben allenati in cui le alterazioni possono riflettere le condizioni atletiche stesse. Il grado di ipertrofia ventricolare sinistra rivelata dall’elettrocardiogramma appare solo modestamente correlato con l’entità dell’ipertrofia riscontrata all’ecocardiografia.104 Onde T giganti negative nelle derivazioni intermedie precordiali di pazienti giapponesi sono caratteristiche della MCI api- Miocardiopatie presente il riscontro anamnestico di tali episodi datante diversi anni, in assenza di un deterioramento del quadro clinico.105 Nei bambini e negli adolescenti, tuttavia, la presincope e la sincope identificano un gruppo di pazienti a maggior rischio di morte improvvisa (vedi Storia naturale). ESAME OBIETTIVO. Questo può essere normale (salvo che per un tono S4; vedi oltre), soprattutto in pazienti asintomatici senza gradiente pressorio, in quelli con moderata ipertrofia e in quelli con la variante apicale della MCI, mentre il quadro obiettivo è in genere chiaramente alterato nei pazienti con gradiente di efflusso ventricolare sinistro.103,104 L’itto precordiale apicale è spesso lateralizzato e si presenta di solito anormalmente diffuso ed energico. A causa della diminuita compliance ventricolare sinistra, è spesso presente un evidente impulso apicale presistolico conseguente alla sistole atriale energica.140 Ciò può determinare un doppio impulso apicale come risultato di un’onda a prominente. Un rilievo patologico più caratteristico, anche se meno frequentemente riconosciuto, è un triplice tono apicale in cui la terza componente deriva dall’impulso che si verifica in telesistole, quando il ventricolo ha quasi ultimato l’eiezione e si contrae in modo quasi isometrico.140 Il polso venoso giugulare di solito mostra un’evidente onda a, che riflette la diminuita compliance del ventricolo destro conseguente alla massiva ipertrofia del setto interventricolare. Il polso carotideo presenta una tipica brusca ascesa, una riduzione in mesosistole a causa dello sviluppo del gradiente, seguita da un’ulteriore ascesa.140 Questo comportamento può essere apprezzato all’esame obiettivo, ma può essere dimostrato ancora più chiaramente valutando con metodi indiretti l’andamento del polso carotideo. È identico alla configurazione “punta e cupola” vista sulle registrazioni di misurazioni dirette della pressione ottenute durante cateterismo cardiaco (Fig. 59-7). AUSCULTAZIONE. Il tono S1 è normale e spesso preceduto da un S4 corrispondente all’impulso apicale presistolico. Il tono S2 si presenta in genere sdoppiato fisiologicamente. In alcuni pazienti, tuttavia, lo sdoppiamento appare minimo, mentre in altri, soprattutto in presenza di un gradiente marcato, può essere evidente uno sdoppiamento paradosso.140 Un tono S3 19-02-2007 19:06:54 1674 cale,115,117 ma tale quadro può essere riscontrato, nella popolazione caucasica, nelle forme che riguardano altre regioni ventricolari. È piuttosto comune il riscontro di onde Q profonde, presenti nel 20-50% dei pazienti.158 Le anomalie dell’onda Q spesso interessano le derivazioni inferiori (II, III, aVF) o precordiali (V2-V6) o entrambe.132 Possono comparire numerose altre anomalie elettrocardiografiche, comprese la deviazione assiale (spesso sinistra) e le anomalie dell’onda P (frequenti anomalie dell’atrio sinistro). Sono state riscontrate, sebbene raramente, vie accessorie atrioventricolari nella MCI. Alterazioni della conduzione atrioventricolare clinicamente significative sono rare, ma possono provocare sincope. Capitolo 59 ARITMIE (Cap. 32). Sebbene meccanismi emodinamici o ischemici possano avere un ruolo importante nel decesso di alcuni pazienti con MCI (in particolare nei giovani), molti decessi, soprattutto quelli avvenuti in maniera improvvisa, sono verosimilmente dovuti a tachicardia o fibrillazione ventricolare.159 Episodi di tachicardia sopraventricolare sono frequenti nella MCI e possono essere osservati in una frazione di pazienti variabile tra il 25 e il 50%.160 A causa delle alterazioni della funzione sistolica e diastolica caratteristiche di questa condizione, i disturbi del ritmo sono assai meno tollerati. La fibrillazione atriale è la più comune aritmia sostenuta e si ritrova infine in quasi un quarto dei pazienti; la sua incidenza aumenta con l’età ed è associata alla dilatazione dell’atrio sinistro.152,161 Essa è piuttosto ben tollerata da circa un terzo dei pazienti, ma può essere associata a ictus embolico, insufficienza cardiaca congestizia progressiva e morte.162 Le aritmie ventricolari sono un reperto comune nei pazienti con MCI, si verificano in oltre i tre quarti dei pazienti sottoposti a monitoraggio ambulatoriale dell’ECG. Salve di tachicardia ventricolare non sostenuta compaiono in circa un quarto dei pazienti con MCI, sebbene la tachicardia sostenuta monomorfa non rappresenti un riscontro frequente.160 In alcuni casi, tale aritmia precede la morte improvvisa; tuttavia, appare limitato il suo valore predittivo globale nell’identificare i pazienti ad alto rischio di morte improvvisa. Le prove da sforzo al tapis roulant possono rilevare aritmie assenti a riposo, sebbene il monitoraggio ambulatoriale continuo sembri più sensibile nel rilevare tachiaritmie ventricolari ripetitive. L’elettrocardiogramma ad alta definizione non si è rivelato utile nell’identificare i pazienti con rischio aumentato di aritmie ventricolari sostenute o letali e neppure il grado di dispersione del QT.160,163 La riduzione della variabilità della frequenza cardiaca nelle registrazioni elettrocardiografiche ambulatoriali, un indicatore del rischio di morte improvvisa dopo infarto miocardico, sembra risultare di minore utilità nella stratificazione del rischio nei pazienti affetti da MCI e non è largamente utilizzata. TEST ELETTROFISIOLOGICI. Il ruolo dello studio elettrofisiologico nell’identificazione dei pazienti con MCI a maggior rischio di morte improvvisa è controverso; nonostante l’entusiasmo iniziale, viene generalmente ritenuto di limitato valore predittivo.105,159,160 Con questo esame, è possibile riscontrare svariate anomalie nei pazienti affetti da MCI; è possibile indurre tachicardia ventricolare polimorfa in molti pazienti con MCI, ma tale riscontro è generalmente ritenuto non specifico e non identifica i pazienti ad alto rischio.105 Purtroppo, contrariamente all’utilità dimostrata nella cardiopatia ischemica, il riscontro delle aritmie ventricolari sostenute più caratteristiche nel corso di uno studio elettrofisiologico presenta un basso valore predittivo nella MCI. Sono necessari protocolli di stimolazione aggressivi per indurre un’aritmia sostenuta in pazienti con MCI ad alto rischio e questo spesso ha come conseguenza l’innesco di aritmie anche nei pazienti a basso rischio. Il tilt-test ha mostrato una risposta anormale che consiste in un’iniziale diminuzione della portata cardiaca in alcuni pazienti con MCI e anamnesi di sincope, forse legata a un’alterazione nella funzione barorecettoriale.164 RADIOGRAFIA DEL TORACE. Il reperto radiografico è variabile; l’ombra cardiaca può essere normale o presentare un marcato aumento e, nella maggior parte dei casi di evidente “cardiomegalia”, l’ingrandimento dell’ombra cardiaca riflette l’ipertrofia ventricolare sinistra o l’ingrandimento atriale sinistro o entrambi.115 L’interessamento atriale sinistro è di frequente osservazione, soprattutto se è presente un rigurgito mitralico significativo. Se non sono presenti patologie sovrapposte, non si osservano solitamente dilatazione della radice aortica e calcificazioni valvolari, sebbene la calcificazione dell’anello mitrale sia frequente nella MCI. ECOCARDIOGRAFIA. L’ecocardiografia è stata largamente utilizzata nella valutazione della MCI poiché unisce i vantaggi della buona risoluzione a quelli dell’assenza di rischi noti.115 Essa risulta utile nei pazienti con sospetta MCI come pure nello screening dei familiari dei pazienti con MCI. L’ecocardiogramma risulta essere una buona metodica nell’identificare e Braun Cap 59ok.indd 1674 quantificare i caratteri morfologici (p.e., la distribuzione dell’ipertrofia settale), funzionali (p.e., ventricolo sinistro ipercontrattile) e (unitamente alla tecnica Doppler) emodinamici (p.e., entità del gradiente di efflusso) (Cap. 11). Ipertrofia ventricolare sinistra. Il reperto ecocardiografico fondamentale della MCI è costituito dall’ipertrofia ventricolare sinistra (Fig. 59-9).104 Sebbene il quadro caratteristico consista nell’ipertrofia del setto e della parete libera anterolaterale, l’ecocardiogramma è utile nell’identificare il coinvolgimento di altre regioni del ventricolo sinistro, ivi compresi le porzioni della parete libera e l’apice.106,165,166 Esiste una notevole variabilità nel grado e nella distribuzione dell’ipertrofia; nella maggior parte dei pazienti, si riscontrano variazioni del grado di ipertrofia tra le diverse regioni ventricolari.104 Il grado massimo di ipertrofia nel setto interventricolare si riscontra spesso a carico della regione intermedia, tra la base e l’apice del ventricolo sinistro. Il riscontro di un setto ispessito, il cui spessore è pari ad almeno 1,3-1,5 volte quello della parete posteriore, misurati in diastole subito prima della sistole atriale, è il criterio validato nel tempo per la diagnosi di ipertrofia asimmetrica settale.133 Oltre a essere più spesso della parete posteriore, il setto raggiunge solitamente almeno 15 mm di spessore (normale <12 mm). Benché lo spessore della parete rilevato all’ecocardiogramma sia mediamente pari a circa 20 mm (quasi il doppio del normale), esiste un’ampia variabilità, dal riscontro di ipertrofia di grado lieve (13-15 mm) fino alle forme massive (60 mm).104 Ostruzione del tratto di efflusso. Un secondo aspetto spesso riscontrato all’ecocardiogramma nella MCI è il restringimento del tratto di efflusso ventricolare sinistro,155 delimitato anteriormente dal setto interventricolare e posteriormente dal lembo anteriore della valvola mitrale. I lembi della valvola mitrale possono essere anormalmente larghi e allungati e si associano a un’alterazione della geometria del tratto di efflusso ventricolare sinistro che conduce alla formazione di un gradiente pressorio.115 Tale anomalia geometrica è correlata dal punto di vista causale all’insufficienza mitralica che accompagna un gradiente di efflusso; il grado dell’insufficienza mitralica è correlato al grado dell’alterata coaptazione del lembo valvolare anteriore e posteriore.167 Quando la MCI si accompagna a gradiente pressorio, si verifica un anomalo movimento anteriore sistolico del lembo anteriore e, occasionalmente, del lembo posteriore della valvola mitrale. Esiste una relazione diretta tra l’entità del movimento anteriore sistolico con il rigurgito mitralico connesso e l’ampiezza del gradiente di efflusso.155 La presenza di un contatto prolungato tra setto interventricolare e apparato valvolare mitrale si riscontra unicamente nelle forme di MCI con gradiente pressorio a riposo e si osserva una stretta concomitanza temporale tra lo stabilirsi del gradiente pressorio e l’inizio dello spostamento dell’apparato mitrale verso il setto. Sono state fornite tre spiegazioni per il movimento anteriore sistolico: (1) la valvola mitrale è spinta contro il setto a causa della contrazione di muscoli papillari con orientamento anomalo e lembi allungati, (2) la valvola mitrale è spinta contro il setto (forse dalla parete posteriore del ventricolo sinistro) a causa della sua posizione anomala nel tratto di efflusso e (3) la valvola mitrale è attratta verso il setto in seguito al prodursi di una bassa pressione derivante dall’eiezione del sangue ad alta velocità in un tratto di efflusso assottigliato (effetto Venturi).168 In una minoranza di casi (meno del 15%), uno o entrambi i muscoli papillari si inseriscono in modo anomalo direttamente sul lembo mitrale anteriore, causando un’area estesa di restringimento medioventricolare responsabile, a sua volta, del gradiente pressorio intraventricolare.114 Il movimento anteriore sistolico della valvola mitrale e i gradienti dinamici del ventricolo sinistro non sono patognomonici della MCI, poiché possono essere presenti in diverse altre condizioni,104 quali lo stato ipercinetico, l’ipertrofia ventricolare sinistra, la trasposizione delle grandi arterie e l’infiltrazione del setto. ULTERIORI REPERTI ECOCARDIOGRAFICI. Possono anche riscontrarsi: (1) una piccola cavità ventricolare sinistra; (2) riduzione della cinetica e dell’ispessimento sistolico del setto, soprattutto a carico della porzione superiore (presumibilmente a causa del disarray dell’architettura miofibrillare e dell’anormale funzione contrattile); (3) normale o 19-02-2007 19:06:55 Braun Cap 59ok.indd 1675 1675 Miocardiopatie aumentato movimento della parete posteriore; (4) diminuita velocità di chiusura della valvola mitrale in mesodiastole secondaria a una diminuzione della compliance ventricolare sinistra o ad anomalie del flusso diastolico transmitrale; (5) prolasso della valvola mitrale; e (6) chiusura sistolica parziale o, più comunemente, grossolano fluttering sistolico della valvola aortica, in relazione al flusso ematico turbolento nel tratto di efflusso. I rilievi ecocardiografici che si associano a un gradiente pressorio nel tratto di efflusso ventricolare sinistro (movimento sistolico anteriore della valvola mitrale e parziale chiusura della valvola aortica) possono essere soggetti a notevoli variazioni e può essere necessario facilitare l’estrinsecarsi del quadro attraverso tecniche A di provocazione quali la manovra di Valsalva, la vasodilatazione farmacologica con nitrito di amile, l’aumento D dell’inotropismo con isoproterenolo, l’induzione di un battito prematuro ventricolare.115 Anomalie della funzione diastolica (Capp. 20 e 21) possono essere evidenziate con registrazioni ecocardiografiche e Doppler nell’80% circa dei pazienti con MCI, indipendentemente dalla presenza eventuale di un gradiente pressorio sistolico. Poiché il setto è tipicamente ipocinetico, la velocità del riempimento ventricolare sinistro è determinata in prima istanza dalla velocità di distensione della parete libera. Il grado di ipertrofia appare scarsamente correlato all’entità della B disfunzione diastolica. SCINTIGRAFIA CON RADIONUE CLIDI (Cap. 13). La scintigrafia miocardica con tallio-201, soprattutto con la scansione tomografica (Single-Photon Emission Computed Tomography [SPECT]) (Cap. 13), permette la misura diretta degli spessori del setto e della parete libera e può essere di particolare significato in presenza di ostacoli tecnici che limitano l’acquisizione di immagini ecocardiografiche attendibili in alcuni soggetti con sospetta MCI. Difetti reversibili di captazione del tallio, indicativi di possibile ischemia, possono essere osservati nella MCI in assenza di lesioni aterosclerotiche coronariche significative.160 Tali reperti C F possono essere osservati nei pazienti FIGURA 59–9 Eterogeneità dell’aspetto e del grado di ispessimento della parete del ventricolo sinistro nella adulti con MCI e in quelli giovani con miocardiopatia ipertrofica (MCI), come dimostrato dall’ecocardiografia. A, Ipertrofia massiva del setto ventricolare una storia di arresto cardiaco o sincope, (SIV) con uno spessore parietale superiore a 50 mm. B, Ispessimento del SIV distale maggiore di quello del SIV suggerendo che l’ischemia miocardica prossimale. C, Ipertrofia localizzata del SIV, limitata alla regione immediatamente subaortica. D, MCI apicale, con svolge un qualche ruolo eziologico.160 ipertrofia confinata all’apice (asterisco). E, Ipertrofia concentrica, con livelli relativamente simili di ispessimento del Anomalie non reversibili, probabilSIV e della parete libera (frecce accoppiate). F, Distribuzione invertita dell’ipertrofia, con un’ipertrofia della parete mente indicative di aree fibrotiche posteriore (PP) sproporzionata rispetto al SIV. A, B, C, e F = vista secondo l’asse lungo; D = vista apicale; E = vista miocardiche, si osservano soprattutto secondo l’asse corto. I segni di calibrazione sono distanti 1 cm. Ao = aorta; LAM = lembo anteriore della valvola in pazienti con disfunzione sistolica mitrale; AS = atrio sinistro; VS = ventricolo sinistro. (Da Klues HG, Schiffers A, Maron BJ: Phenotypic spectrum and (simili anomalie parcellari si possono riscontrare in segmenti miocardici patterns of left ventricular hypertrophy in hypertrophic cardiomyopathy: Morphologic observations and significance ipertrofici mediante RM nella maggior as assessed by two-dimensional echocardiography in 600 patients. J Am Coll Cardiol 26:1699, 1995.) 169 parte dei pazienti con MCI). La ventricolografia radioisotopica con tecnica all’equilibrio, previa marcatura di un pool di emazie, permette di valutare per identificare la MCI nei casi in cui l’ecocardiogramma standard è tecninon solo le dimensioni ma anche la cinetica del setto e del ventricolo camente inadeguato e può permettere di distinguere tra le diverse cause di sinistro. Similmente al reperto ecocardiografico, l’analisi computerizzata aumento dello spessore di parete (cioè, ipertrofia versus infiltrazione).171 dell’immagine acquisita del pool ematico permette di rilevare anomalie La RM con gadolinio porta a un aspetto di ipercaptazione delle immagini del riempimento diastolico ventricolare nei pazienti con MCI, indipendenmiocardiche nella maggior parte dei pazienti affetti da MCI, rispecchiando temente dalla presenza di gradiente eiettivo.170 Vista la facile disponibilità presumibilmente fibrosi miocardica o disarray cellulare o entrambi172 Vi è dell’ecocardiografia transtoracica e transesofagea, questa tecnica è utilizmaggior ipercaptazione nei pazienti al rischio più elevato per morte prezata raramente nella valutazione della MCI. matura ed è auspicabile che la tecnica possa aiutare nella stratificazione RISONANZA MAGNETICA (Cap. 14). Questa tecnica può essere utile del rischio dei pazienti con MCI.173 19-02-2007 19:06:55 1676 mmHg Capitolo 59 diente eiettivo del ventricolo sinistro174 e appare derivare ECG dalla presenza di ipertrofia marcata del ventricolo destro Fono esterno (Fig. 59-7).110 LABILITÀ DEL GRAFono dall’aorta DIENTE. Elemento tipico della MCI è la variabilità e labiFono dal TEVS lità del gradiente di efflusso ventricolare sinistro (Tab. 59Fono dall’AS 6 e Fig. 59-10).103,107,140,175 Uno stesso paziente può mostrare un marcato gradiente pressorio del tratto di efflusso in un’occasione, ma non averlo 100 affatto in una verifica successiva. Un gradiente temporaneo può essere provocato in AO alcuni pazienti che non lo SSC mostrano in condizioni di riAS SSC VS & TEVS poso. Tre meccanismi principali contribuiscono alla genesi del gradiente dinamico e tutti agiscono mediante la riFIGURA 59–10 Miocardiopatia ipertrofica con registrazioni della pressione intracardiaca e del fonocardiogramma duzione del volume ventrico(fono) dall’aorta (AO), dal ventricolo sinistro (VS), dal tratto di efflusso del ventricolo sinistro (TEVS) e dall’atrio sinistro lare, favorendo probabilmen(AS). Da notare il marcato rinforzo del soffio e del gradiente (ombreggiatura) (nel terzo ciclo) dopo un’extrasistole ventricolare con mancato aumento della pressione aortica nel battito successivo all’extrasistole (segno di Brockenbroughte l’avvicinamento del lembo Braunwald). ECG = elettrocardiogramma; SSC = movimento anteriore sistolico del contatto settale della valvola mitrale. anteriore mitrale verso il set(Da Murgo JP: Systolic ejection murmurs in the era of modern cardiology: What do we really know? J Am Coll Cardiol to: (1) aumento di contrattili32:1596, 1998.) tà, (2) riduzione del precarico e (3) diminuzione del postcarico.107 In una minoranza dei casi di MCI – forse il 5% circa dei pazienti – il gradiente è Emodinamica e angiografia medioventricolare e può essere accentuato dall’aumento delCATETERISMO CARDIACO. Il cateterismo cardiaco non è la contrattilità, che esercita un’azione diretta di sfintere muindispensabile per porre diagnosi di MCI, poiché gli esami non scolare.115 Gli stimoli che provocano o intensificano il gradieninvasivi risultano quasi sempre sufficienti; il cateterismo viene te di efflusso ventricolare sinistro nella MCI sono quelli che riservato alle situazioni in cui si sospetta una cardiopatia ischegeneralmente migliorano la performance ventricolare nei sogmica concomitante o ai casi in cui vengano presi in considegetti normali e nella maggior parte delle cardiopatie. Viceverrazione presidi terapeutici invasivi (pacemaker, ablazione sa, la riduzione della contrattilità o l’aumento del precarico o percutanea del setto, chirurgia).115 Esso evidenzia la diminudel postcarico, che aumentano il volume del ventricolo sinizione della compliance diastolica del ventricolo sinistro e, in stro, riducono o eliminano il gradiente di efflusso. alcuni pazienti, un gradiente pressorio sistolico nell’ambito Le modificazioni a carico dell’entità del gradiente si tradudel ventricolo sinistro, che appare separato da una camera cono nella variazione del reperto obiettivo, dei test non invasubaortica dall’ispessimento settale e dal lembo mitrale antesivi e del cateterismo delle sezioni cardiache sinistre. Tale riore che si accolla al setto (Fig. 59-7). Il gradiente pressorio variabilità distingue la MCI dalle forme ostruttive dell’efflusso può essere molto incostante, variando tra 0 e 175 mmHg nello ventricolare sinistro con ostacolo fisso.140 L’aumento del grastesso paziente in diverse condizioni.140 Il tracciato della presdiente è solitamente associato a un soffio di maggior intensità, sione arteriosa può mostrare un aspetto a punta e cupola simile un tempo di eiezione prolungato con una più evidente confia quello relativo al polso carotideo (Fig. 59-10). In conseguenza gurazione a punta e cupola nel carotidogramma e segni ecodella diminuita compliance del ventricolo sinistro, l’onda cardiografici più evidenti di movimento anteriore sistolico del media e soprattutto l’onda a del tracciato pressorio atriale sinilembo anteriore mitrale. In alcuni pazienti, l’intensità del sofstro e la pressione telediastolica ventricolare sinistra appaiono fio può non corrispondere al gradiente, probabilmente perché in genere elevate. Gradienti di efflusso apparenti, dovuti ad in molti casi il soffio è, almeno in parte, in rapporto col rigurartefatti tecnici, possono osservarsi se il catetere rimane blocgito mitralico.103 cato nel sistema delle trabecole o in presenza di ipertrofia venNumerose tecniche possono risultare utili nell’esame obiettricolare sinistra molto spiccata.109 Con l’adozione di tecniche tivo di pazienti con sospetta MCI.140 La manovra più utile è idonee e di cateteri dotati di fori laterali sarà possibile chiarire probabilmente rappresentata dal rapido passaggio all’ortostail meccanismo di questi gradienti. La portata cardiaca può tismo dalla posizione accovacciata.115 L’accovacciamento essere ridotta nei pazienti con gradienti significativi di vecchia determina un incremento del ritorno venoso e della pressione data, ma risulta normale nella maggior parte dei casi; può talora aortica, che aumentano il volume ventricolare, diminuendo il risultare elevata. gradiente e l’intensità del soffio. Il passaggio improvviso all’orLe anomalie emodinamiche nella MCI non sono limitate alla tostatismo esercita l’azione opposta e conduce all’accentuasezione sinistra del cuore. Circa un quarto dei pazienti presenta zione del gradiente e del soffio. segni di ipertensione polmonare, generalmente di grado lieve ma talvolta da moderata a grave.140 Tale quadro è dovuto, almeno MANOVRA DI VALSALVA. Tale manovra rappresenta un altro metodo, in parte, all’innalzamento della pressione media in atrio sinieffettuato al letto del paziente, utile per provocare e accentuare il gradiente.115 Dopo un momentaneo aumento della pressione arteriosa, che stro, in seguito alla diminuzione della compliance ventricolare generalmente si protrae per 4 o 5 cicli cardiaci dall’inizio della spinta e sinistra. Un gradiente pressorio nel tratto di efflusso del vencoincide con l’aumento della frequenza cardiaca, si osserva il calo della tricolo destro si osserva nel 15% circa dei pazienti con gra- Braun Cap 59ok.indd 1676 19-02-2007 19:06:56 Probabilità di sopravvivenza ad eventi cardiaci (%) 100 80 è caratteristicamente energica, comportando l’obliterazione pressoché completa della cavità in telesistole (Fig. 59-7), sebbene l’evidente stato ipercinetico sia da ricondurre, in maggior misura, al ridotto postcarico (bassa tensione di parete telesistolica) che non a un aumento reale dell’inotropismo. I muscoli papillari sono spesso prominenti e possono riempire la cavità ventricolare sinistra in telesistole. Nei pazienti con interessamento dell’apice, l’ipertrofia marcata può conferire un aspetto a vanga nel ventricologramma sinistro.115 Può essere utile completare l’esame angiografico del ventricolo sinistro effettuando una contemporanea ventricolografia destra in proiezione obliqua anteriore sinistra orientata cranialmente, per ottenere una visualizzazione ottimale delle dimensioni, della forma e delle caratteristiche del setto interventricolare. Il versante sinistro del setto interventricolare può apparire non rilevato o sporgere nella cavità ventricolare sinistra in corrispondenza della porzione media o inferiore, in contrasto con il quadro normale, che mostra il setto fisiologicamente convesso verso il ventricolo destro. Marcata IVS Patologia dei piccoli vasi 1677 Miocardiopatie pressione arteriosa sistolica e differenziale e del volume ventricolare, con un relativo aumento del gradiente e del soffio. Cessata la spinta, si verifica un rimbalzo compensatorio della pressione arteriosa e del ritorno venoso con diminuzione della frequenza cardiaca, che aumentano il volume ventricolare e riducono l’entità del gradiente e del soffio. In casi isolati può verificarsi un’attenuazione paradossa del soffio sistolico nonostante l’aumento del gradiente pressorio, probabilmente in rapporto a una riduzione critica della gittata sistolica.Anche l’inalazione di nitrito d’amile intensifica il soffio e le alterazioni del carotidogramma. Il sollevamento passivo degli arti inferiori, le manovre isometriche e il rapido accovacciamento dalla posizione ortostatica attenuano il soffio della MCI. MODIFICAZIONI POST-EXTRASISTOLICHE. Uno degli stimoli più efficaci nell’incrementare il gradiente è il potenziamento post-extrasistolico (Cap. 19), che si verifica dopo un battito anticipato spontaneo o provocato dalla stimolazione meccanica con catetere. Il conseguente incremento della contrattilità nel battito seguente l’extrasistole è così marcato da risultare più importante del concomitante, positivo aumento del riempimento ventricolare causato dalla pausa compensatoria e determina l’aumento del gradiente e del soffio. Spesso compare un’alterazione caratteristica nell’arteriogramma che, oltre a evidenziare una morfologia più marcata a punta e cupola, mostra l’assenza di un adeguato incremento della pressione differenziale che non aumenta come ci si attende o effettivamente diminuisce (fenomeno di Brockenbrough-Braunwald) (Fig. 5910). Questo dato costituisce uno dei segni più attendibili di ostruzione dinamica del tratto di efflusso del ventricolo sinistro. In alcuni pazienti, il soffio postextrasistolico è ridotto nonostante l’aumento del gradiente di efflusso, verosimilmente perché in tale condizione il soffio (originato dal flusso eiettivo turbolento e dal rigurgito mitralico) è maggiormente in rapporto con l’entità del rigurgito mitralico piuttosto che con le variazioni del gradiente del tratto di efflusso. AGENTI INOTROPI POSITIVI. I glicosidi digitalici e l’agonista betaadrenergico isoproterenolo incrementano il gradiente poiché aumentano la contrattilità miocardica, mentre la nitroglicerina e il nitrato d’amile incrementano il gradiente attraverso la diminuzione della pressione arteriosa e del volume ventricolare.140 L’ingestione di bevande alcoliche può esacerbare il gradiente di efflusso a causa della vasodilatazione periferica. Similmente, l’ipovolemia (derivante dall’emorragia o dall’impiego eccessivo dei diuretici) può indurre una marcata ostruzione all’efflusso ventricolare sinistro. L’intensità del soffio e il gradiente di efflusso ventricolare sinistro possono essere ridotti dai farmaci beta-bloccanti, sebbene l’effetto di questi ultimi spesso non risulti notevole e il loro beneficio emodinamico derivi piuttosto dalla protezione nei confronti dell’aumento del gradiente, che può essere provocato dallo sforzo. Nella maggior parte dei pazienti la gravità dell’insufficienza mitralica e l’intensità del soffio dolce apicale del rigurgito variano con l’entità dell’ostacolo all’efflusso ventricolare sinistro.155 ANGIOGRAFIA. La ventricolografia sinistra evidenzia la presenza di un ventricolo ipertrofico; in presenza di un gradiente di efflusso, il lembo mitrale anteriore si muove anteriormente durante la sistole e invade il tratto di efflusso. L’insufficienza mitralica si associa a questo movimento del lembo, costituendo un reperto costante nei pazienti con gradiente. La cavità ventricolare sinistra appare spesso ridotta e l’eiezione sistolica Alterazioni funzionali* Ischemia miocardica Morte cellulare Fibrosi sostitutiva Dilatazione della cavità Assottigliamento della parete Rimodellamento del VS Disfunzione sistolica CHF progressiva/refrattaria FIGURA 59–12 Ipotesi di modello patogenetico della miocardiopatia ipertrofica in fase avanzata. L’asterisco contrassegna le seguenti possibilità: (1) aumentata richiesta miocardica di ossigeno e riduzione della densità miocardica di capillari correlata a marcata ipertrofia (IVS) del ventricolo sinistro (VS) e (2) aumento della tensione diastolica parietale e delle resistenze vascolari coronariche da alterato rilasciamento del VS e da alterato riempimento. CHF = (Congestive Heart Failure) insufficienza cardiaca congestizia. (Modificata da Maron BJ, Spirito P: Implications of left ventricular remodeling in hypertrophic cardiomyopathy. Am J Cardiol 81:1339-1344, 1998.) 60 Rimodellamento del VS nella MCI come fenomeno correlato all’età 40 Popolazione generale Pazienti con MCI 20 225 0 0 129 69 41 18 5 10 15 20 Anni FIGURA 59–11 Curva di sopravvivenza di Kaplan-Meier di 225 pazienti con miocardiopatia ipertrofica (MCI) e soggetti di controllo di età confrontabile. I numeri sopra l’asse orizzontale fanno riferimento al numero dei pazienti ad ogni periodo di follow-up. Il tasso di mortalità annuale totale dei pazienti con MCI era dell’1,3%. (Da Kofflard MJ, Ten Cate FJ, van der Lee C, et al: Hypertrophic cardiomyopathy in a large community-based population: Clinical outcome and identification of risk factors for sudden cardiac death and clinical deterioration. J Am Coll Cardiol 41:987, 2003.) Braun Cap 59ok.indd 1677 Progressione della IVS nel bambino Evoluzione nello stadio finale nell’adulto Rimodellamento graduale nel corso della vita? Marcato assottigliamento della parete Piccolo incremento delle dimensioni cavitarie Stabilità clinica Marcato assottigliamento della parete Notevole incremento delle dimensioni cavitarie Disfunzione sistolica Grave deterioramento clinico Assottigliamento della parete moderato/graduale Cambiamento modesto delle dimensioni cavitarie Decorso clinico variabile FIGURA 59–13 Quadri di rimodellamento del ventricolo sinistro (VS) nel decorso clinico della miocardiopatia ipertrofica (MCI). IVS = ipertrofia ventricolare sinistra. (Da Maron BJ, Spirito P: Implications of left ventricular remodeling in hypertrophic cardiomyopathy. Am J Cardiol 81:1339-1344, 1998.) 19-02-2007 19:06:57 1678 La coronaropatia ostruttiva può essere presente nei pazienti di età superiore ai 45 anni, sebbene i sintomi dolorosi ischemici siano indistinguibili da quelli di soggetti con coronarografia negativa e MCI. La coronaria discendente anteriore e i rami perforanti settali possono mostrare un restringimento fasico e alterazioni concomitanti del flusso coronarico.148,176 Storia naturale Capitolo 59 Il decorso clinico nella MCI è variabile; in molti pazienti i sintomi sono assenti o lievi, rimangono stabili e, in alcuni casi, migliorano in un periodo di 5-10 anni. La mortalità annuale è intorno al 3% degli adulti seguiti presso i maggiori centri di riferimento, ma risulta probabilmente più vicina all’1% se vengono considerati tutti i pazienti con MCI (Fig. 59-11).104,177 Il rischio di morte improvvisa è più elevato nei bambini, probabilmente fino al 6% annuo.104,152,159,160 Il peggioramento del quadro clinico (a parte i casi di morte improvvisa) è generalmente lento. Sebbene i sintomi non siano correlati in modo prevedibile alla gravità o perfino alla presenza di un gradiente, i pazienti con gradiente più verosimilmente svilupperanno un successivo deterioramento clinico rispetto a quelli senza gradiente pressorio.177,178 La percentuale di pazienti gravemente sintomatici aumenta con l’età. La comparsa di fibrillazione atriale può aggravare i sintomi, per quanto ben tollerata in circa un terzo dei pazienti.105,162 È necessario tentare la conversione, elettrica o farmacologica, al ritmo sinusale, nonostante la possibile difficoltà di mantenere il ritmo sinusale.105 I pazienti che vanno incontro a fibrillazione atriale generalmente dovrebbero essere posti in terapia cronica con anticoagulanti orali.104,162 L’evoluzione della MCI verso la dilatazione e la disfunzione ventricolare sinistra in assenza di gradiente (cioè, MCD) si verifica dal 5% al 10% dei pazienti.104,160 Essa sembra derivare, almeno in parte, dall’assottigliamento della parete ventricolare e dalla formazione di aree fibrotiche che rappresentano l’esito dell’ischemia miocardica conseguente alla coronaropatia dei piccoli vasi e alla ridotta riserva coronarica (Fig. 59-12), sebbene in alcuni pazienti appaia essere determinata geneticamente.115,129 È più probabile che tale fenomeno si verifichi nei pazienti con ipertrofia settale marcata e di solito è associata a una cattiva prognosi. Il grado di ipertrofia ventricolare sinistra negli adulti si mantiene generalmente stabile nel tempo, per quanto la maggior parte dei bambini possa sviluppare un’ipertrofia progressiva (spesso notevole) e pazienti adulti (soprattutto donne) mostrino una regressione molto graduale dell’entità dell’ipertrofia nel tempo (Fig. 59-13).179 Se questo sia il risultato del rimodellamento ventricolare o un artefatto correlato alla prematura morte dei pazienti con ipertrofia più grave non è noto allo stato attuale. In alcuni bambini, i segni della MCI possono svilupparsi nonostante un ecocardiogramma precedente appaia normale; questo non si verifica frequentemente negli adulti, ma può osservarsi in presenza di mutazione della proteina C legante la miosina.113 Tabella 59–7 Fattori associati a un esito sfavorevole nella miocardiopatia ipertrofica Anamnesi di morte cardiaca improvvisa Anamnesi familiare di morte prematura “Mutazioni causali” maligne Geni modificatori “maligni” Anamnesi di sincope Entità dell’ipertrofia del VS Estensione del disarray miocitario Estensione della fibrosi interstiziale Precoce esordio della patologia Ischemia miocardica alla tomografia di perfusione Anomala risposta pressoria allo sforzo TV non sostenuta al monitoraggio Holter Ostruzione del tratto di efflusso de VS VS = ventricolo sinistro; TV = tachicardia ventricolare. Adattata da Marian AJ: On predictors of sudden cardiac death in hypertrophic cardiomyopathy. J Am Coll Cardiol 41:994, 2003. Braun Cap 59ok.indd 1678 Tale evenienza sottolinea il fatto che un singolo ecocardiogramma normale non esclude la MCI in un bambino o in un adolescente; il disarray cellulare e il rischio concomitante di morte improvvisa possono essere presenti anche in assenza di ipertrofia ventricolare sinistra. Questo inoltre suggerisce che familiari apparentemente sani, ma a rischio, di pazienti con MCI, dopo l’adolescenza continuino a essere controllati con ecocardiogrammi periodici, eventualmente a intervalli di 5 anni.104,160 Molti pazienti con MCI sopravvivono fino all’età avanzata e circa un quarto di tutti i pazienti con diagnosi di MCI supera i 75 anni.152 In tali pazienti anziani con MCI, sono frequenti gradienti di efflusso (presenti in circa il 40%), ma i reperti di insufficienza cardiaca grave sono relativamente rari.104 MORTE IMPROVVISA. Nella MCI la morte è molto spesso improvvisa e può colpire pazienti in precedenza asintomatici, individui in cui la patologia non era stata affatto rilevata o pazienti con decorso pressoché stabile.153,159 È difficile identificare i pazienti a rischio particolarmente elevato di morte improvvisa.180 Nonostante ciò, i segni più affidabili nell’identificare il 10-20% dei pazienti con MCI ad alto rischio comprendono pregresso arresto cardiaco o tachicardia ventricolare sostenuta, episodi multipli e ripetuti di tachicardia ventricolare non sostenuta,181 giovane età (<30 anni) alla diagnosi (in particolare in quelli con estrema ipertrofia ventricolare sinistra e spessori di parete superiori o uguali a 30 mm all’ecocardiografia), anamnesi familiare di MCI con morte improvvisa (la cosiddetta anamnesi familiare maligna), anormale risposta pressoria allo sforzo specialmente in pazienti più giovani di 50 anni (presumibilmente correlata a ischemia subendocardica con conseguente transitoria disfunzione ventricolare sinistra sistolica)182 e anomalie genetiche associate a un’aumentata prevalenza di morte improvvisa (Tab. 59-7).105,166,183 La prognosi è correlata al grado di ipertrofia e i pazienti con ipertrofia estrema (>30 mm) hanno un rischio di morte improvvisa vicino al 40% su un periodo di 20 anni.165 La presenza (e la gravità) di un gradiente nel tratto di efflusso è di modesto valore predittivo per il rischio di morte (sebbene non necessariamente improvvisa) e un gradiente a riposo all’ecocardiografia Doppler maggiore di 30 mmHg è associato con un incremento del rischio di circa 1,6 volte.178 Il grado di limitazione funzionale e la sintomatologia in generale non sono correlati con il rischio di morte, sebbene la sincope (specialmente nel giovane) appaia associata a un aumentato rischio di morte improvvisa.177 Si ipotizza che la morte improvvisa, nella maggior parte dei pazienti, sia dovuta a un’aritmia ventricolare, anche se le aritmie atriali potrebbero avere un ruolo nel rendere il cuore suscettibile allo sviluppo successivo di aritmie ventricolari. Anche le bradiaritmie e la patologia del sistema di conduzione atrioventricolare possono svolgere un qualche ruolo nella morte improvvisa. Nonostante la difficoltà nell’identificare i pazienti a rischio elevato di morte improvvisa, l’assenza di numerosi elementi (quali sintomi gravi, un’anamnesi familiare “maligna”, tachicardia ventricolare non sostenuta, ipertrofia marcata, ingrandimento atriale sinistro marcato e anomala risposta pressoria all’esercizio) identifica un gruppo di pazienti a basso rischio che comprende più della metà dei pazienti con MCI e non richiede grandi attenzioni in termini di terapia convenzionale.105,166 In un ampio studio protratto per 20 anni, pazienti con ipertrofia lieve, ad esempio con spessori di parete inferiori a 19 mm, non sono andati incontro a morte improvvisa.165 Per quanto in questo gruppo sia probabilmente indicato evitare l’esercizio fisico intenso, la partecipazione ad attività sportive ludiche non è ritenuta controindicata.105 Bambini. Il meccanismo dell’exitus può essere differente nei bambini con MCI, in quanto appaiono assai meno frequenti rispetto all’adulto le aritmie ventricolari spontanee e inducibili al test elettrofisiologico.154 Possono essere coinvolti importanti meccanismi emodinamici, in considerazione del fatto che i 19-02-2007 19:06:58 MCI Sintomi lievi Nessun sintomo Nessun trattamento Trattamento farmacologico Sintomi moderati o gravi Ostruttiva Trattamento farmacologico: b-bloccanti Calcioantagonisti (Diuretici) Trattamento farmacologico: b-bloccanti Disopiramide (Verapamil) Ablazione alcolica Miectomia Miocardiopatie Non ostruttiva Pacemaker FIGURA 59–14 Algoritmo di trattamento clinico nei pazienti con miocardiopatia ipertrofica (MCI). (Da McKenna WJ, Behr ER: Hypertrophic cardiomyopathy: Management, risk stratification, and prevention of sudden death. Heart 87:169, 2002.) pazienti più giovani mostrano più frequentemente modificazioni patologiche delle resistenze vascolari periferiche in risposta all’esercizio.160,184 Sport agonistici. Sono state sviluppate linee guida per la partecipazione agli sport agonistici; l’esercizio strenuo andrebbe probabilmente vietato a tutti i pazienti con MCI, a prescindere dall’entità dei sintomi, in particolare in presenza di elementi di alto rischio. Una MCI occulta rappresenta l’anomalia di più frequente riscontro autoptico in giovani praticanti sport a livello agonistico deceduti improvvisamente.154 Lo screening cardiovascolare prima della partecipazione allo sport agonistico può identificare pazienti asintomatici con MCI silente e sembra ridurre la frequenza della morte improvvisa e inattesa, sebbene la reale fattibilità di tale screening, dal punto di vista economico e amministrativo, e la sua efficacia, non siano chiare.185 Non si conosce la ragione per cui alcuni atleti affetti da MCI muoiano improvvisamente e altri riescano invece a proseguire l’attività agonistica senza limiti o eventi fatali. Si è ipotizzato che il grado e la gravità del disarray miocardico potrebbero avere un ruolo importante nel determinare la prognosi, sebbene questo non sia un reperto facilmente o routinariamente ottenibile in vita. I pazienti che presentano ipertrofia marcata corrono un rischio più elevato.159 La gravidanza è di solito ben tollerata, sebbene vi sia un certo aumento del rischio relativo di mortalità materna, soprattutto nelle donne note per essere a rischio aumentato.186 Trattamento Il trattamento dei pazienti affetti da MCI è diretto ad alleviare i sintomi, prevenire le complicanze e ridurre il rischio di morte (Fig. 59-14). La maggior parte dei pazienti deve essere sottoposta a una stratificazione del rischio, che comprende anamnesi completa ed esame obiettivo, ecocardiografia bidimensionale, monitoraggio ambulatoriale delle 24-48 ore (Holter) e test da sforzo al tapis roulant o alla cyclette.104 Non vi è accordo sull’eventuale terapia farmacologica dei pazienti asintomatici, poiché non sono disponibili adeguati studi clinici controllati.105,109,187 I glicosidi digitalici devono, in linea di massima, essere evitati in assenza di fibrillazione Braun Cap 59ok.indd 1679 atriale o disfunzione sistolica.140 In precedenza, si riteneva che 1679 i diuretici fossero controindicati perché potevano causare la comparsa o il peggioramento di un gradiente di efflusso. Studi più recenti indicano che l’uso prudente dei diuretici può contribuire a ridurre i sintomi di congestione polmonare, soprattutto in combinazione con beta-bloccanti o calcioantagonisti.160 Gli agonisti beta-adrenergici possono migliorare il riempimento diastolico ma non devono essere utilizzati, perché possono contribuire all’ischemia e in genere accentuano il gradiente di efflusso.140 La maggioranza dei pazienti con MCI richiede solo terapia medica e almeno la metà di tutti i pazienti gravemente sintomatici migliora con terapia farmacologica.107 Gli interventi invasivi sono necessari solo nel 5-10% dei pazienti e quindi solo nei pazienti con gradiente di efflusso che permangono gravemente sintomatici, nonostante una terapia medica ottimale.105 BETA-BLOCCANTI. Questi farmaci sono il caposaldo della terapia medica della MCI.107,160 Il loro utilizzo consente il controllo dell’angina, della dispnea e della presincope. Nei pazienti con gradiente a riposo o inducibile i beta-bloccanti possono prevenire l’aumento dell’ostruzione all’efflusso che accompagna lo sforzo, sebbene il gradiente rimanga solitamente invariato in condizioni di riposo.105 Tali farmaci riducono i fattori determinanti il consumo miocardico di ossigeno e quindi l’angina pectoris, e forse esercitano al contempo un’azione antiaritmica. Generalmente, l’angina pectoris risponde più favorevolmente alla terapia con beta-bloccanti rispetto alla dispnea. È stato proposto che il blocco beta-adrenergico sia in grado di prevenire la morte improvvisa e ridurre la mortalità nella MCI; pertanto, alcuni medici prescrivono i beta-bloccanti a scopo profilattico anche nei pazienti asintomatici.186 Tuttavia, la loro efficacia al riguardo non è stata confermata.159 Inoltre, il blocco beta-adrenergico attutisce la risposta cronotropa cardiaca, limitando in tal modo la richiesta di un maggiore apporto di ossigeno al miocardio.107 In passato si riteneva che il blocco beta-adrenergico avesse un effetto benefico sul riempimento diastolico ventricolare, ma ora sembra che ogni beneficio in tal senso sia semplicemente la conseguenza della diminuzione della frequenza cardiaca.107 La risposta clinica globale al blocco beta-adrenergico è variabile e solo un numero di pazienti compreso tra un terzo e due terzi mostra un miglioramento della sintomatologia. In caso di sospensione della terapia con betabloccanti, è necessario scalare lentamente la posologia per evitare l’ipersensibilità adrenergica da rimbalzo. CALCIOANTAGONISTI. Rappresentano un’alternativa ai beta-bloccanti nella terapia della MCI; la maggior parte degli studi è stata effettuata col verapamil, con un uso più limitato di nifedipina, diltiazem e amlodipina.104 Non esiste alcun accordo sul fatto che la terapia vada iniziata con un beta-bloccante o un calcioantagonista, sebbene il verapamil risulti spesso efficace nel migliorare i sintomi nei pazienti che non hanno risposto ai beta-bloccanti. In particolare, la capacità fisica può migliorare quando il beta-bloccante è sostituito dal verapamil. Sia la funzione sistolica ipercinetica sia le anomalie del riempimento diastolico possono essere in rapporto con anomalie della cinetica del calcio145 e i farmaci che si oppongono al passaggio del calcio attraverso la membrana della cellula miocardica possono essere in grado di influire positivamente su entrambe le alterazioni. In effetti, in un modello animale di MCI familiare, il diltiazem preveniva lo sviluppo delle caratteristiche morfologiche di MCI.188 Il verapamil è stato il calcioantagonista più usato in questa patologia. Il suo utilizzo è stato suggerito, almeno in parte, dall’osservazione che esso determina effetti protettivi e benefici nella miocardiopatia ereditaria del criceto siriano, una patologia caratterizzata da sovraccarico di calcio intracellulare, in cui il propranololo risulta inefficace.189 Per quanto l’azione vasodilatatrice del verapamil non risulti utile nella MCI, sembra che, attraverso la depressione della contrattilità miocardica, il verapamil sia in grado di ridurre il gradiente di efflusso, 19-02-2007 19:06:58 1680 sia nella somministrazione orale che per via endovenosa. Cosa probabilmente più importante ai fini della sintomatologia, il verapamil migliora almeno in parte il riempimento diastolico nella MCI, riducendo l’attività asincrona regionale diastolica.190 Inoltre, il verapamil migliora il flusso ematico regionale miocardico in alcuni pazienti, il che può contribuire a migliorare il comportamento diastolico.191 Capitolo 59 Nonostante la descrizione di risposte cliniche variabili al verapamil, almeno i due terzi dei pazienti, o più, mostrano un’aumentata capacità di esercizio e un miglioramento della sintomatologia. Un prolungato miglioramento dei sintomi è stato riscontrato con la somministrazione cronica di verapamil nei pazienti ambulatoriali, quantunque si siano osservati importanti effetti collaterali, compresa la morte improvvisa, in una piccola percentuale di pazienti sottoposti a terapia.105 Le complicanze della terapia con verapamil comprendono la soppressione dell’automatismo sinusale e l’inibizione della conduzione atrioventricolare, la vasodilatazione e l’azione inotropa negativa.160 Questi effetti collaterali possono culminare nell’ipotensione, nell’edema polmonare e nell’exitus; i farmaci antiaritmici, specialmente la chinidina, possono accentuare gli effetti emodinamici negativi del verapamil. Gli effetti collaterali descritti hanno suggerito di evitare il verapamil o almeno di prescriverlo con estrema cautela, nei pazienti con elevate pressioni di riempimento ventricolare sinistro o anamnesi di dispnea parossistica notturna od ortopnea.105 Questi sono, purtroppo, proprio i pazienti che necessitano maggiormente della terapia. L’esperienza con altri calcioantagonisti è limitata. La nifedipina è stata utilizzata nella MCI e può presentare dei vantaggi teorici sul verapamil poiché possiede un minore effetto sulla conduzione atrioventricolare.Tale dato può essere controbilanciato dalla più potente azione vasodilatatrice. La nifedipina può ridurre il dolore toracico nei pazienti con MCI.Tuttavia, si deve riconoscere che la forte vasodilatazione prodotta della nifedipina può determinare ipotensione periferica e aumento del gradiente di efflusso105 e le dosi elevate deprimono la funzione ventricolare.Anche il diltiazem si è dimostrato efficace nella MCI, migliorando la funzione diastolica e riducendo l’ischemia, sebbene possa causare, al pari del verapamil e della nifedipina, un aumento del gradiente di efflusso e un preoccupante aumento della pressione capillare polmonare.192 La combinazione del beta-bloccante col calcioantagonista può essere efficace nei pazienti che non rispondono in maniera adeguata alla mono- terapia, anche se sono disponibili solo dati aneddotici circa la superiorità della terapia combinata.105,107 ALTRI FARMACI. La disopiramide, un farmaco antiaritmico che agisce sulla cinetica del calcio, ha indotto un miglioramento della sintomatologia e una riduzione o l’abolizione del gradiente pressorio nei pazienti con MCI, in conseguenza della depressione della funzione sistolica del ventricolo sinistro e della riduzione dell’accelerazione alla fase eiettiva.193 Soprattutto quando associata con un beta-bloccante, sembra essere particolarmente efficace nel ridurre i gradienti di efflusso.140 Tuttavia, le esperienze a lungo termine con la disopiramide sono limitate, soprattutto nei pazienti asintomatici e in quelli senza gradiente di efflusso, e i benefici iniziali appaiono ridursi nel tempo.105 I beta-bloccanti, i calcioantagonisti e i farmaci antiaritmici tradizionali non sembrano eliminare le aritmie ventricolari complesse o ridurre la frequenza di quelle sopraventricolari. Tuttavia, l’amiodarone è efficace nel trattamento delle aritmie sopraventricolari105 e ventricolari della MCI. Nonostante l’idea che l’amiodarone migliori la prognosi della MCI, i dati disponibili sono limitati e non dirimenti.105,106,159,194 L’esperienza con il sotalolo è limitata. Noi non sosteniamo l’uso su base empirica dell’amiodarone (o di altri agenti antiaritmici analoghi) in pazienti non selezionati con MCI e siamo preoccupati dei possibili effetti proaritmici e degli effetti tossici, ivi compresa la morte improvvisa. Gli episodi di fibrillazione atriale devono solitamente essere sottoposti a cardioversione farmacologica o elettrica, a causa delle conseguenze emodinamiche della perdita del contributo atriale al riempimento ventricolare nella MCI. Si ritiene che l’amiodarone riduca l’incidenza di recidiva dopo cardioversione efficace (sulla base di dati limitati).104 In assenza di controindicazioni, i pazienti con fibrillazione atriale devono ricevere una terapia anticoagulante opportuna.161 L’endocardite infettiva può comparire nel 5% circa dei pazienti, ma sembra riguardare solo i casi con gradiente di efflusso; un’appropriata profilassi antibiotica appare pertanto indicata in questo gruppo.195 L’infezione colpisce di regola la valvola aortica o l’apparato valvolare mitralico, l’endocardio o il setto nel punto in cui si verificano le lesioni causate dall’accollamento del lembo mitralico; il traumatismo cronico dell’endotelio può, in tal modo, fornire un nidus per un’infezione successiva. ESERCIZIO. Il rischio di morte improvvisa rende consigliabile proscrivere l’esercizio fisico strenuo; quasi la metà dei decessi da MCI si verifica durante o subito dopo uno sforzo fisico.166 Sebbene molti pazienti con MCI subclinica compiano sforzi fisici notevoli, il rischio di morte improvvisa è abbastanza reale da proscrivere l’attività sportiva agonistica nei pazienti con ipertrofia marcata o altri fattori ritenuti associati a rischio elevato (Tab. 59–7). Arteria coronaria del setto Etanolo Catetere Setto ipertrofico Infarto etanolo-indotto FIGURA 59–15 Schema che dimostra la tecnica di infusione di etanolo in un’arteria settale nella miocardiopatia ipertrofica. L’inserto mostra un pallone che occlude il ramo settale e l’infarto settale indotto dall’alcolizzazione. (Da Braunwald E: Hypertrophic cardiomyopathy—The benefits of a multidisciplinary approach. N Engl J Med 347:1306, 2002.) Braun Cap 59ok.indd 1680 PACING DDD. L’impianto di un pacemaker bicamerale DDD può risultare utile in alcuni pazienti con gradiente di efflusso e sintomi evidenti, specialmente nei pazienti anziani, 196,197 ma è probabile che non più del 10% dei pazienti con MCI sia candidato. La sintomatologia è generalmente attenuata e il gradiente appare ridotto mediamente del 25% circa, sebbene le tecniche chirurgiche sembrino avere un impatto migliore sui sintomi e sull’emodinamica. Sono stati descritti dei benefici anche dopo l’interruzione del pacing, indicando una possibile modifica delle proprietà miocardiche. L’utilità del pacing a lungo termine non è comunque attualmente nota ed è stato dimostrato un notevole effetto placebo.196,198- 200 Appare ancora più controverso il beneficio del pacing in pazienti senza gradiente di efflusso a riposo e il suo uso in tale contesto non è al momento generalmente consigliato. IMPIANTO DI ICD (Cap. 31). Un cardiovertitore-defibrillatore impiantabile (Implantable Cardioverter-Defibrillator, ICD) deve essere impiantato nei pazienti a rischio elevato (soprattutto nella piccola percentuale con 19-02-2007 19:06:59 Miocardiopatie tachicardia ventricolare monomorfa sostenuta), nonché in ancora inferiore.104,141,174,216 La chirurgia spesso attenua l’ostru- 1681 quelli rianimati con successo dopo morte improvvisa,201 benzione (Fig. 59-17) e l’insufficienza mitralica.155,211,216 L’interché possa essere meno efficace nella MCI rispetto ad altre patovento è stato eseguito con risultati positivi in pazienti di età logie (come la patologia coronarica) con morte improvvisa superiore ai 65 anni e inferiore ai 10 anni; il rischio operatorio sottoposta a rianimazione.202 Nonostante ciò, scariche approè maggiore nei pazienti più anziani.141 priate di ICD sono avvenute in quasi un quarto dei pazienti ad L’intervento determina un miglioramento a lungo termine alto rischio con MCI in un ampio studio e in più del 40% del del quadro sintomatologico e della capacità di esercizio nella sottogruppo di pazienti che presentavano un dispositivo maggioranza dei pazienti (dal 70% al 90%).104,107,211,216 La comimpiantato come prevenzione secondaria (i.e., dopo un preceparsa di un rigurgito aortico significativo rappresenta una rara dente arresto cardiaco o tachicardia ventricolare sostenuta complicanza dell’approccio transaortico, nonostante sia spontanea), suggerendo la sua efficacia nel prevenire la morte comune un rigurgito aortico lieve.156 La miotomia-miectomia improvvisa.159 Tuttavia, continua a esservi incertezza circa la può essere associata ad altre tecniche chirurgiche necessarie (soprattutto il bypass coronarico), sebbene il rischio operatorio caratterizzazione di cosa costituisca precisamente la condiaumenti.141 Ha destato interesse la combinazione della miotozione di alto rischio che deve portare a prendere in considerazione l’impianto di un ICD; certamente, esso è indicato in mia-miectomia settale con la plicatura del lembo anteriore pazienti con pregresso arresto cardiaco o tachicardia ventricodella mitrale e la plastica chirurgica dell’apparato sottovalvolare spontanea sostenuta emodinamicamente instabile.201,202 lare mitrale.114,141 ABLAZIONE SETTALE CON ALCOL. Numerosi pazienti con gradiente di efflusso a riposo o inducibile hanno tratto beneficio (almeno a breve termine) dall’infarto provocato a scopo terapeutico in un segmento del setto interventricolare, ottenuto con infusione di alcol in un’arteria settale previo cateterismo selettivo, con conseguente riduzione del gradiente di efflusso e dell’insufficienza mitralica, miglioramento del rilasciamento ventricolare, diminuzione dell’ipertrofia e attenuazione dei sintomi (Figg. 59-15 e 59-16).107,203- 207 I risultati riferiti della terapia percutanea di riduzione del setto variano da un grado un po’ inferiore di riduzione del gradiente, quando confrontata con la miotomia-miectomia chirurgica, a risultati equivalenti, sebbene i parametri sotto sforzo possano essere migliori dopo chirurgia.156,208,209 Entrambe le tecniche migliorano il riempimento diastolico ventricolare.210 Possono trascorrere settimane o mesi prima che i massimi benefici della procedura possano diventare evidenti.211 Le complicanze della tecnica percutanea includono il frequente sviluppo di blocco di branca destra, la comparsa di blocco cardiaco completo, correlato alla procedura nella metà dei pazienti, e la necessità di pacing permanente in circa un quarto dei pazienti (benché siano stati segnalati tassi del solo 5% da un centro con un’ampia casistica).211,212 L’uso dell’ecocardiografia con contrasto miocardico FIGURA 59–16 Immagine di risonanza magnetica dopo contrasto con gadosembra migliorare la percentuale di successo della procedura linio-dietilenetriaminopentaacetato che dimostra un’ipercaptazione (frecce) e ridurre la necessità di pacemaker permanente dopo la procedell’area del setto interventricolare sottoposta a precedente ablazione con 213 dura. Il tasso di mortalità da procedura in centri specializzati infusione di alcol transcatetere. (Da Sievers B, Moon JC, Pennell DJ: Images in è basso (dallo 0 al 4%).211,214,215 cardiovascular medicine. Magnetic resonance contrast enhancement of iatroTERAPIA CHIRURGICA. Sono stati sviluppati numerosi genic septal myocardial infarction in hypertrophic cardiomyopathy. Circulation interventi chirurgici mirati a ridurre il gradiente di efflusso. La 105:1018, 2002. Copyright 2002, American Heart Association.) chirurgia trova maggiori applicazioni nei pazienti con marcata sintomatologia e con gradienti a riposo superiori a 50 mmHg che non abbiano risposto adeguatamente alla terapia medica; questi pazienti costituiscono meno del 5% di tutti pazienti con MCI.104-106 Miotomia-miectomia. L’intervento più usato nella MCI consiste nell’incidere e resecare una TEVS TEVS porzione del setto ipertrofico di circa 5 gm per via transaortica (tecnica di Morrow, dal nome del cardiochirurgo che l’ha sviluppata).106,216 È stato utilizzato con successo anche l’approccio transventricolare sinistro, nonché FIGURA 59–17 Immagini ottenute con l’ecocardiografia tridimensionale transesofagea prima (sinistra) e dopo quello combinato transaortico e (destra) miectomia chirurgica del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (TEVS) in un paziente con miocardiopatia ventricolare sinistro. La gestione ipertrofica. La massima ampiezza e profondità della miectomia sono evidenziate dalle frecce grandi. Le frecce chirurgica è resa più agevole dalpiccole indicano i margini della miectomia. AS = atrio sinistro. (Da Franke A, Schondube FA, Kuhl HP, et al: Quantil’ecocardiografia intraoperatoria e tative assessment of the operative results after extended myectomy and surgical reconstruction of the subvalvular la mortalità operatoria nei grandi mitral apparatus in hypertrophic obstructive cardiomyopathy using dynamic three-dimensional transesophageal echocardiography. J Am Coll Cardiol 31:1641, 1998.) centri è nell’ambito del 2-3% o Braun Cap 59ok.indd 1681 19-02-2007 19:07:00 1682 Capitolo 59 Sostituzione della valvola mitrale. Sebbene effettuata meno comunemente della miotomia-miectomia, la sostituzione o riparazione della valvola mitrale (talora eseguita in concomitanza con la resezione settale) è stata utilizzata da alcuni chirurghi per trattare la MCI.104 Il razionale di questo intervento consiste nel fatto che esso elimina l’ostruzione evitando il movimento anteriore sistolico della valvola mitrale o corregge le anomalie anatomiche intrinseche della valvola mitrale. Appare particolarmente valido nei pazienti con ipertrofia non molto grave (<18 mm) della regione superiore del setto o altre morfologie anomale del setto, in quelli con precedente miotomia-miectomia con sintomatologia e ostruzione gravi e persistenti e nei soggetti con valvulopatia mitrale primitiva (soprattutto i rari pazienti con MCI in cui i muscoli papillari si inseriscono direttamente nei lembi della valvola mitrale).114,141,155 In soggetti selezionati, refrattari alla terapia medica standard a dosi piene e alla terapia chirurgica, può essere preso in considerazione il trapianto cardiaco; tale opzione è solitamente necessaria solo nei pazienti che siano andati incontro alla fase dilatativa della MCI e presentino sintomi refrattari di insufficienza cardiaca congestizia.217 SCELTA DELLA TERAPIA La terapia farmacologica è la prima linea di trattamento per pazienti sintomatici con MCI.160,186 Beta-bloccanti, verapamil e diltiazem sono spesso usati per pazienti senza gradiente di efflusso (la cosiddetta forma non ostruttiva) e beta-bloccanti e disopiramide sono spesso da preferire per i pazienti con gradiente.140 Una sfida considerevole è la scelta della terapia successiva nei pazienti che restano gravemente sintomatici nonostante trattamento medico massivo e ottimale, almeno in parte a causa della scarsità di studi comparati sulle diverse strategie di trattamento.191,195 Per i pazienti senza un gradiente di efflusso, il solo trattamento codificato è medico poiché nessun approccio interventistico (pacing DDD, ablazione del setto o miotomia-miectomia) ha attualmente un ruolo ben definito.195 Per pazienti gravemente sintomatici con un gradiente di efflusso, non Tabella 59–8 Classificazione eziologica delle miocardiopatie Miocardica Non infiltrativa Miocardiopatia idiopatica* Miocardiopatia familiare Miocardiopatia ipertrofica Sclerodermia Pseudoxantoma elastico Miocardiopatia diabetica Infiltrativa Amiloidosi* Sarcoidosi* Malattia di Gaucher Malattia di Hurler Steatosi epatica Sindrome da accumulo Emocromatosi Malattia di Fabry Malattie da accumulo di glicogeno Endomiocardiche Fibrosi endomiocardica* Sindrome ipereosinofila Sindrome da carcinoide Tumori metastatici Radioterapia* Effetti tossici da antracicline* Farmaci che causano endocardite fibrosa (serotonina, metisergide, ergotamina, agenti mercuriali, busulfano) Da Kushwaha S, Fallon JT, Fuster V: Restrictive cardiomyopathy. N Engl J Med 336:267, 1997. Copyright 1997, Massachusetts Medical Society. *Condizioni più probabilmente incontrate nella pratica clinica. Braun Cap 59ok.indd 1682 esiste un chiaro consenso circa quali approcci interventistici scegliere se la terapia medica ha fallito. Nonostante ciò, alcune considerazioni generali possono essere utili nell’effettuare questa scelta. PACING DDD. Nonostante l’efficacia del pacing per il miglioramento dei sintomi nella MCI196,197 sia incerta (vedi discussione precedente), il pacing può essere un opportuno supporto alla terapia medica in pazienti selezionati persistentemente sintomatici, inclusi quelli con (1) necessità indipendente di una stimolazione permanente, come i pazienti con anomalie sintomatiche del nodo del seno o malattia della conduzione del nodo AV; (2) bradicardia sintomatica o preoccupante, che verrebbe altrimenti a precludere trattamenti più aggressivi con farmaci come i beta-bloccanti; (3) controindicazioni alla chirurgia o all’ablazione settale, inclusi l’età avanzata, le comorbilità o il rifiuto all’intervento; oppure (4) la mancanza di facile accesso a un centro ospedaliero con esperienza nell’ablazione settale o nella chirurgia. ABLAZIONE DEL SETTO.206 I timori relativi a due complicanze – una osservata e l’altra teorica – ha mitigato per certi versi l’entusiasmo per l’ablazione settale percutanea. Una minoranza dei pazienti sviluppa blocco cardiaco dopo la procedura e richiede stimolazione permanente. La preoccupazione teorica è che l’“infarto miocardico terapeutico”, che deriva dall’infusione di alcol ed è il meccanismo dell’ablazione settale, crei una cicatrice miocardica che può portare ad aritmie ventricolari maligne e morte improvvisa. Tenuto conto di questi problemi, l’ablazione settale può essere un’opzione da preferire per pazienti gravemente sintomatici con “MCI ostruttiva” se (1) hanno già un pacemaker (o meglio ancora un ICD) in sede o (2) hanno concomitanti condizioni cliniche, età avanzata, pregressa sternotomia o altre controindicazioni relative alla chirurgia. Man mano che con questa procedura si è ottenuta una migliore esperienza, si è iniziato a utilizzarla sempre di più al posto della chirurgia nei centri con operatori esperti. CHIRURGIA. Sebbene solo una minoranza di soggetti richieda intervento chirurgico per MCI refrattaria ai farmaci,191 l’intervento chirurgico è un approccio validato dal tempo, con 40 anni di esperienza che hanno dimostrato la sua efficacia e relativa sicurezza. Rimane pertanto il “gold standard” per trattare i pazienti persistentemente sintomatici.104 Per questi motivi, deve probabilmente essere l’opzione preferita per i pazienti più giovani, mentre il periodo relativamente breve di follow-up dell’ablazione settale (3-5 anni 331) solleva alcune preoccupazioni riguardo i risultati a lungo termine. Dovrebbe inoltre essere impiegato nel fallimento dell’ablazione settale. Miocardiopatie restrittive e infiltrative Fra le tre principali categorie funzionali di miocardiopatie (dilatativa, ipertrofica e restrittiva), la MCR è la forma meno comune nei paesi occidentali, per quanto alcune forme non idiopatiche di MCR, quale la fibrosi endomiocardica (Tab. 598) siano frequenti in determinate aree geografiche.3,218 La caratteristica delle MCR è l’alterazione della funzione diastolica; le pareti ventricolari sono eccessivamente rigide e si oppongono al riempimento ventricolare. La funzione sistolica, d’altra parte, è spesso conservata, anche nei numerosi casi con infiltrazione diffusa del miocardio.218,219 Sotto tale aspetto, la MCR è simile alla pericardite costrittiva, anch’essa caratterizzata da funzione sistolica normale o lievemente alterata in presenza di anomalie del riempimento ventricolare (Cap. 64).218 La diagnosi differenziale tra le due patologie è imperativa, in ragione della possibilità di intervenire con successo con la chirurgia sulla costrizione cardiaca.3 Numerose patologie specifiche possono causare una MCR, per quanto la causa rimanga spesso sconosciuta. La fibrosi miocardica (Fig. 59-18), l’infiltrazione o la fibrosi endomiocardica sono di solito causa dell’alterata funzione diastolica; le forme idiopatiche mostrano spesso evidenza istologica di ipertrofia miocitaria.218,220 L’interessamento miocardico in corso di amiloidosi (spesso nell’ambito di un mieloma multiplo) è una causa comune di MCR, sebbene essa possa essere causata da un gran numero di altre condizioni patologiche (Tab. 59-8). Un occasionale paziente con discrasia plasmacellulare può presentarsi con MCR correlata alla deposizione non di fibrille di amiloide nel miocardio ma piuttosto di catene leggere.221 Alcuni pazienti possono manifestare il quadro clinico della 19-02-2007 19:07:01 1683 MCR, pur presentando il riscontro patologico di ipertrofia e fibrosi ventricolare sinistra;3 certamente, l’ipertrofia ventricolare, specialmente nella MCI, può causare una riduzione della compliance ventricolare, ma non una MCR vera e propria. La MCR occasionalmente è ereditaria ed è stata riscontrata in associazione a mutazioni del gene codificante per la troponina I (Tab. 59-4); in alcuni casi, si possono osservare anomalie concomitanti del muscolo scheletrico.218,222 EMODINAMICA. I quadri clinici ed emodinamici della cardiopatia restrittiva simulano quelli della pericardite cronica costrittiva; la biopsia endomiocardica, la TC e l’angiografia con radionuclidi possono risultare molto utili nella diagnosi differenziale di queste due patologie, mostrando fibrosi miocardica o infiltrazione (alla biopsia) o ispessimento del pericardio (alla TC e alla RM).3 Con l’effettuazione degli esami citati, la necessità della toracotomia esplorativa si riduce al minimo; ciononostante, se la diagnosi differenziale tra costrizione e MCR non può essere effettuata con certezza, vi è indicazione all’esplorazione chirurgica.218,223 L’aspetto emodinamico caratteristico di entrambe le patologie è una rapida e forte diminuzione della pressione ventricolare all’inizio della diastole, con un successivo rapido incremento e un plateau in protodiastole (tale reperto non si riscontra in alcuni pazienti con MCR).218 Questo andamento a discesa e appiattimento (dip and plateau) è stato definito segno della radice quadrata e si evidenzia nella curva pressoria atriale sotto forma di una marcata onda y discendente seguita da una rapida risalita e da un plateau. Anche l’onda discendente x dell’onda può essere rapida e il complesso della curva pressoria atriale assume il caratteristico aspetto a M o W.218 L’onda a è aumentata e spesso risulta della stessa ampiezza dell’onda v. Sia la pressione sistemica che la pressione venosa polmonare sono elevate, sebbene i pazienti con cardiopatia restrittiva presentino classicamente pressioni di riempimento ventricolare sinistro superiori di almeno 5 mmHg rispetto alle pressioni di riempimento destro; tale differenza è accentuata dallo sforzo, dal sovraccarico di volume e dalla manovra di Valsalva (anche se non tutti i pazienti mostrano questo reperto).218 Questo aspetto distingue la MCR dalla pericardite costrittiva, nella quale le pressioni sono simili in entrambi i ventricoli, variando solitamente per non più di 5 mmHg. La pressione arteriosa sistolica nell’arteria polmonare è generalmente superiore a 50 mmHg nei pazienti con MCR, mentre risulta inferiore a tale valore nella pericardite costrittiva.218 Inoltre, il plateau della pressione diastolica ventricolare destra è in genere almeno un terzo del picco della pressione sistolica massima Braun Cap 59ok.indd 1683 Miocardiopatie FIGURA 59–18 Frammenti bioptici endomiocardici da pazienti con miocardiopatia restrittiva idiopatica. A, Questo reperto istologico (ematossilina ed eosina, ¥250) mostra miociti con lieve ipertrofia ma per il resto è normale. B, Un altro campione (ematossilina ed eosina, ¥40), da un altro paziente, mostra una notevole fibrosi interstiziale, che si può anche osservare nella miocardiopatia restrittiva idiopatica. (Da Kushwaha SS, Fallon JT, Fuster V: Restrictive cardiomyopathy. N Engl J Med 336:267, 1997. Copyright 1997, Massachusetts Medical Society.) del ventricolo destro nei pazienti con pericardite costrittiva, mentre è frequentemente inferiore nella MCR.218 MANIFESTAZIONI CLINICHE. È frequente la scarsa tolleranza allo sforzo, derivante dall’incapacità dei pazienti con MCR di aumentare la portata cardiaca mediante l’aumento della frequenza senza che ciò determini l’ulteriore compromissione del riempimento ventricolare. Spesso dominano il quadro l’astenia e la dispnea. Le precordialgie da sforzo possono essere rilevanti in alcuni pazienti, ma solitamente sono assenti. Soprattutto nei casi avanzati, la pressione venosa centrale è elevata, con conseguenti edemi periferici, epatomegalia, ascite, anasarca. L’esame obiettivo può mostrare distensione venosa giugulare e un tono S3, S4, o entrambi. Si può apprezzare un aumento della pressione venosa nel corso dell’inspirazione (segno di Kussmaul). Tuttavia, a differenza della pericardite costrittiva, nella MCR l’itto puntale è generalmente palpabile.218 ESAMI DI LABORATORIO. L’elettrocardiogramma spesso mostra fibrillazione atriale.219 Diversi rilievi di laboratorio aggiuntivi, oltre alla biopsia endomiocardica, la TC e la RM (Capp. 14 e 15) possono aiutare nella diagnosi differenziale tra forma costrittiva e restrittiva. Per quanto le calcificazioni pericardiche visibili alla radiografia del torace non siano assolutamente sensibili o specifiche di pericardite costrittiva (Cap. 64), la loro presenza in un paziente in cui esiste il dubbio diagnostico tra MCR e pericardite costrittiva costituisce un importante indizio a favore della seconda. L’ecocardiogramma può rivelare ispessimento della parete ventricolare sinistra e aumento della massa ventricolare sinistra nei pazienti con MCR causata da processi infiltrativi. Gli atri sono quasi sempre dilatati.219 L’andamento del riempimento ventricolare sinistro è diverso nelle due patologie, come si può dimostrare con l’ultrasonografia Doppler transtoracica e transesofagea, supportata da misurazioni Doppler tissutali.218,223,224 I pazienti con MCR presentano un aumento della velocità iniziale di riempimento diastolico del ventricolo sinistro, una diminuita velocità di riempimento atriale e una riduzione del tempo di rilasciamento isometrico.218 La prognosi della MCR è variabile; il decorso presenta solitamente un’inesorabile progressione dei sintomi, con mortalità elevata.219,225 Non esistono terapie specifiche (al di fuori di quella sintomatica) disponibili per la forma idiopatica di MCR, ma numerose forme secondarie possono beneficiare di regimi terapeutici mirati (p.es., la terapia ferro-chelante migliora la miocardiopatia da sovraccarico marziale e nella malattia di Fabry la terapia enzimatica sostitutiva ha dimostrato di essere efficace).226,227 19-02-2007 19:07:02 1684 Amiloidosi Capitolo 59 EZIOLOGIA E TIPI. L’amiloidosi è una patologia complessa dovuta alla deposizione di fibrille caratteristiche con conformazione a foglietto beta pieghettato, derivanti da varie proteine, con differenti meccanismi patogenetici. L’amiloide può essere reperita in quasi ogni organo, ma la manifestazione clinica della malattia non compare finché non si ha un’infiltrazione massiva. Sono state introdotte diverse classificazioni, allo scopo di caratterizzare i differenti quadri clinici dell’amiloidosi. Attualmente, sappiamo che la condizione tradizionalmente denominata amiloidosi primitiva è causata dalla produzione di una proteina amiloide composta da porzioni di immunoglobuline a catena leggera (note come AL) da parte di una popolazione monoclonale di plasmacellule, spesso come conseguenza del mieloma multiplo.228 L’amiloidosi secondaria (nota anche come sistemica reattiva) è dovuta alla produzione di una proteina non immunoglobulinica denominata AA. Amiloidosi familiare. Questa condizione, che mostra un’ereditarietà di tipo autosomico dominante, è dovuta alla produzione di una variante di una proteina serica di trasporto appartenente alle prealbumine chiamata transtiretina; ne sono state descritte finora più di 80 diverse mutazioni puntiformi.228 Si presenta generalmente con uno di questi tre quadri clinici: neuropatia, miocardiopatia o nefropatia progressive.229 La variante miocardiopatica tipicamente ha un interessamento limitato al cuore ed è quattro volte più comune nei soggetti di colore che nei bianchi, a causa di una variante genetica che si trova nel 4% della popolazione di colore.230 Amiloidosi sistemica senile. Questa forma di amiloide è dovuta alla produzione di una proteina simile al peptide natriuretico atriale o alla transtiretina e sta diventando sempre più comune con l’aumento dell’età media della popolazione. Depositi disseminati di amiloide, localizzati nell’aorta o negli atri, sono in pratica sempre presenti in individui di età superiore a 80 anni e possono predisporre a sviluppo di fibrillazione atriale.231 Spesso, piccoli depositi di amiloide possono essere trovati nei vasi polmonari, come pure nei vasi di altri organi. Amiloidosi cardiaca La compromissione cardiaca è un rilievo comune e rappresenta la causa di morte più frequente nell’amiloidosi associata a discrasia immunocitaria.232 Una cardiopatia clinicamente evidente è presente in un terzo dei pazienti,233 sebbene l’interessamento cardiaco sia pressoché sempre presente all’esame anatomopatologico.234 Nei casi di amiloidosi secondaria, d’altra parte, appare raro un coinvolgimento cardiaco significativo; i depositi a livello miocardico sono classicamente piccoli e perivascolari e, di solito, non provocano significative alterazioni funzionali.235 L’amiloidosi familiare è associata a un coinvolgimento cardiaco, evidente in circa un quarto dei pazienti affetti, generalmente solo nelle fasi tardive della malattia, e spesso dominato da disturbi del sistema di conduzione.236 Il decorso clinico è generalmente caratterizzato da anomalie neurologiche o renali, per quanto la morte sia dovuta alle aritmie o all’insufficienza cardiaca in circa la metà dei casi. La compromissione cardiaca nell’amiloidosi senile varia dalla presenza di piccoli depositi atriali che non determinano alcuna turba funzionale, all’interessamento ventricolare massivo con conseguente insufficienza cardiaca.231 L’amiloidosi cardiaca colpisce più frequentemente gli uomini che le donne ed è rara sotto i 40 anni. Anche nella forma familiare, l’insorgenza delle manifestazioni cliniche cardiache si verifica di regola non prima dei 35 anni di età e generalmente più frequentemente in età più avanzata. ANATOMIA PATOLOGICA. I reperti anatomopatologici comprendono spesso un lieve ingrandimento atriale, generalmente in assenza di un’importante dilatazione ventricolare. Le pareti di entrambi i ventricoli hanno il caratteristico aspetto rigido, gommoso, poco elastico e ispessito. L’amiloide è presente tra le fibre miocardiche, spesso con ampio coinvolgimento dei muscoli papillari. L’interessamento dell’endocardio atriale e ventricolare è frequente e si può osservare una patologia limitata agli atri.231 L’amiloidosi spesso determina presenza di depositi o ispessimento focale delle valvole cardiache, ma questo non sembra interferire con la funzione valvolare, se non per l’insorgenza di soffi. Arterie e vene coronariche intramurali contengono spesso depositi di amiloide nella media e Braun Cap 59ok.indd 1684 nell’avventizia, talvolta con riduzione del lume vasale e delle riserve di flusso coronarico.231,237 MANIFESTAZIONI CLINICHE. Si distinguono, in caso di amiloidosi, quattro tipi generali di interessamento del sistema cardiovascolare, che possono sovrapporsi: 1. La più frequente manifestazione della amiloidosi cardiaca è la MCR.217 La fisiologia restrittiva deriva non solo dalla presenza fisica di infiltrati di amiloide nel miocardio ma anche dalla depressione diretta della funzione diastolica dovuta a catene leggere di immunoglobulina circolanti.238 Il quadro clinico è dominato dai segni di compromissione destra; l’edema periferico è rilevante, mentre mancano la dispnea parossistica notturna e l’ortopnea. Il coinvolgimento miopatico produce la caratteristica “discesa e plateau” diastolica (segno della radice quadrata) nel tracciato pressorio ventricolare, che può simulare una pericardite costrittiva. Contrariamente all’accelerato riempimento ventricolare sinistro protodiastolico presente nella pericardite costrittiva, l’amiloidosi cardiaca è caratterizzata da una diminuzione della velocità di riempimento protodiastolico. 2. Una seconda frequente presentazione è un’insufficienza cardiaca congestizia correlata alla disfunzione sistolica, che generalmente è un reperto tardivo nell’amiloidosi cardiaca.239 È possibile che in questi pazienti non siano evidenti i segni emodinamici dell’alterato riempimento ventricolare. In alcuni pazienti, la deposizione di amiloide negli atri può causare la perdita del contributo dinamico atriale, nonostante la conservazione del ritmo “sinusale”, determinando insufficienza cardiaca congestizia. Il decorso di questa variante della malattia presenta spesso una progressione inesorabile, di solito scarsamente responsiva al trattamento. L’angina pectoris compare, a volte, nonostante la presenza di arterie angiograficamente indenni. 3. L’ipotensione ortostatica è presente nel 10% circa dei casi. La deposizione a livello cardiaco o surrenalico può contribuire alla patogenesi di questa variante, per quanto, con ogni probabilità, essa sia dovuta all’accumulo di amiloide nel sistema nervoso autonomo o nei vasi sanguigni o entrambi.240 L’ipovolemia, dovuta alla sindrome nefrosica da coinvolgimento renale, può aggravare l’ipotensione posturale. La sincope franca è frequente nell’amiloidosi, ha spesso un’eziologia multifattoriale ed è associata a stress emotivo o fisico.241 Se da sforzo, è un terribile segno prognostico e la maggior parte dei pazienti muore entro 3 mesi.239 4. Un’alterazione della formazione e della conduzione dell’impulso costituisce la quarta, e meno frequente, tipologia di presentazione e può comportare aritmie e turbe della conduzione.242 La morte improvvisa, di probabile genesi aritmica, è piuttosto frequente e può essere preceduta da episodi sincopali.241,243 ESAME OBIETTIVO. L’esame obiettivo spesso rivela un’insufficienza cardiaca congestizia, soprattutto destra; può essere presente un soffio sistolico causato da rigurgito delle valvole atrioventricolari. Nei pazienti con quadro restrittivo si osservano distensione delle giugulari, ritmo di galoppo protodiastolico, epatomegalia, edema periferico e ridotta pressione arteriosa differenziale. Un tono S4 è raro, verosimilmente per l’infiltrazione amiloide atriale con relativa funzione sistolica del miocardio atriale ridotta.244 I pazienti sono classicamente normotesi o ipotesi; anche individui precedentemente ipertesi mostrano generalmente una riduzione dei valori pressori con l’avanzare della malattia. INDAGINI NON INVASIVE. La radiografia del torace generalmente mostra cardiomegalia nei pazienti con disfunzione sistolica, sebbene l’ombra cardiaca possa essere normale nei casi con forma restrittiva.239 La congestione polmonare può essere notevole nei pazienti con insufficienza cardiaca conge- 19-02-2007 19:07:03 Miocardiopatie stizia. L’elettrocardiogramma appare spesso alte1685 rato; il reperto più comune è una diminuzione diffusa dei voltaggi. Blocco di branca destro e anomala deviazione assiale sono comuni, sebbene alcuni pazienti abbiano una significativa patologia del sistema di conduzione nonostante un QRS normale all’ECG.237,242 L’ECG ricorda spesso quello dell’infarto miocardico, con onde R di basso voltaggio o assenti nelle precordiali sinistre o, meno frequentemente, con la presenza di onde Q nelle derivazioni inferiori.239 Le aritmie sono frequenti, in particolare la fibrillazione atriale, e possono essere correlate all’infiltrazione amiloide a livello atriale.231 Aritmie ventricolari complesse si riscontrano frequentemente nei pazienti con amiloidosi cardiaca e possono essere un segnale premonitore di morte improvvisa. L’elettrocardiogramma signal-averaged può aiutare a identificare pazienti a rischio aumentato di morte improvvisa.243 Si osservano spesso diversi disturbi di conduzione atrioventricolare che possono associarsi a un incremento della mortalità, anche se un blocco sotto-hissiano significativo può palesarsi solo al test elettrofisiologico.242 Disturbi della conduzione atrioventricolare sembrano particolarmente frequenti nell’amiloidosi familiare con polineuropatia. L’interessamento del nodo del seno è frequente e può essere presente il quadro clinico e sintomatologico della malattia del nodo del seno (Cap. 29). Ecocardiografia (Cap. 11). Nei casi avanzati, questo esame molto spesso mostra l’aumento dello spessore delle pareti ventricolari con cavità piccole, dilatazione atriale, ispessimento del setto inteFIGURA 59–19 Reperti ecocardiografici seriati in un paziente affetto da amiloidosi carratriale (Fig. 59-19). Può essere riscontrata una didiaca. In alto, Reperti seriati all’ecocardiografia bidimensionale. Osservare l’ispessimento sfunzione del ventricolo sinistro, specialmente nei di tutte le pareti miocardiche e delle valvole. In basso, L’ecocardiografia monodimensionale casi avanzati, ma spesso la funzione sistolica risulseriata mostra il graduale ispessimento del setto interventricolare, della parete posteriore 237,244 ta inaspettatamente normale. Un precoce intedel ventricolo sinistro e della parete ventricolare destra. La data dello studio compare in ressamento cardiaco non sospettato può essere ribasso (anno, mese, giorno). (Da Youn H, Chae JS, Lee KY, et al: Images in cardiovascular levato solo tramite ecocardiografia o ecografia Dopmedicine: Amyloidosis with cardiac involvement. Circulation 97:2093, 1998. Copyright 1998, pler, sebbene in alcuni casi l’ecocardiografia possa American Heart Association.) essere ingannevolmente normale. Nonostante risultino talvolta ispessite, le valvole cardiache hanno generalmente una mobilità normale.234 Un versamento pericardico è comune, ma raramente determina un tamponamento cardiaco.244 L’ispessimento delle pareti cardiache è spesso dirimente all’ecocardiografia bidimensionale, mostrando una trama granulare iperecogena, verosimilmente correlata al deposito di amiloide.234,244 In alcuni casi, l’ispessimento parietale non è uniforme e può ricordare la MCI. La dimostrazione ecocardiografica di pareti ventricolari sinistre ispesFIGURA 59–20 Scintigrafia con 99Tc-metilene difosfonato che si lega al sito legante il calcio dell’amiloide. A sinisite, con concomitante basso stra, Paziente di controllo, con normale captazione nelle ossa. A destra, Paziente con amiloidosi familiare, che mostra voltaggio all’elettrocardionotevole captazione per interessamento cardiaco. (Da Singer R, Schnabel A, Strasser RH: Restrictive cardiomyopathy gramma, permette di distinin familial amyloidosis TTR-Arg-50. Circulation 107:643, 2003. Copyright 2003, American Heart Association.) guere l’amiloidosi cardiaca dalle malattie del pericardio o ma del grado di infiltrazione amiloide cardiaca, forniscono dall’ipertrofia ventricolare sinistra e questo rapporto voltagutili dati prognostici.234,244 gio/massa caratteristico è proprio dell’infiltrazione miocardiDiagnostica per immagini. La scintigrafia con tecnezioca da amiloide (soprattutto AL amiloide).236 L’ultrasonografia 99m pirofosfato e altri agenti che legano il calcio risulta spesso Doppler e la ventricolografia con radionuclidi mostrano solidecisamente positiva in presenza di importante amiloidosi tamente anomalie della funzione diastolica e, mediante la sti- Braun Cap 59ok.indd 1685 19-02-2007 19:07:03 1686 Capitolo 59 FIGURA 59–21 Campioni di biopsia endomiocardica da pazienti con amiloidosi cardiaca. A, Questa sezione istologica (ematossilina ed eosina, ¥250) evidenzia deposito interstiziale di fibrille di amiloide in un campione dal ventricolo destro. B, La colorazione a immunofluorescenza (¥400) evidenzia catene leggere lambda. (Da Kushwaha SS, Fallon JT, Fuster V: Restrictive cardiomyopathy. N Engl J Med 336:267, 1997. Copyright 1997, Massachusetts Medical Society.) (Fig. 59-20), sebbene in alcuni pazienti sia falsamente negativa.245 La positività della scintigrafia tende a essere correlata con la gravità dell’interessamento cardiaco. Anche una scintigrafia con anticorpi antimiosina indio-marcati può evidenziare il coinvolgimento cardiaco nell’amiloidosi, così come la RMN.171,246 Una scintigrafia con agenti specifici ha mostrato la presenza di denervazione simpatica nei pazienti con amiloidosi cardiaca.245 DIAGNOSI. Mentre due o tre decenni or sono la diagnosi clinica di amiloidosi sistemica veniva effettuata correttamente prima del decesso in solo un quarto dei casi circa, con una maggior conoscenza della malattia e con l’utilizzo di tecniche bioptiche la diagnosi attualmente viene posta prima del decesso nella maggioranza dei pazienti. L’agoaspirato di grasso addominale si è rivelato la tecnica diagnostica più utile, combinando facile esecuzione, sensibilità e sicurezza.232,247 Sono state utilizzate biopsie di retto, gengive, midollo osseo, fegato, reni e di vari altri tessuti. La biopsia endomiocardica del ventricolo destro o sinistro può risultare utile nel porre la diagnosi di amiloidosi cardiaca (Fig. 59-21) nei casi in cui l’aspirato del grasso addominale risultasse negativo.232 Nei casi in cui la presentazione risulti dubbia, la colorazione immunoistochimica di campioni di tessuto è importante per distinguere tra le diverse forme di amiloidosi, sistemica, senile, familiare e primitiva, poiché prognosi e trattamento differiscono nelle diverse forme;232 l’amiloidosi ereditaria si riscontra nel 10% circa dei pazienti che si ritiene abbiano la forma primitiva (AL).228 TRATTAMENTO. Il trattamento dell’amiloidosi cardiaca è generalmente insoddisfacente, sebbene vi siano stati miglioramenti della sopravvivenza e dello stato funzionale con l’uso di agenti alchilanti nell’amiloidosi primaria (AL).248 Tuttavia, la sopravvivenza mediana è inferiore a un anno ed è raro il paziente (<5%) che sopravvive per più di 5 anni.249,250 I glicosidi della digitale devono essere usati con cautela, perché i pazienti con amiloidosi cardiaca sembrano sensibili ai preparati digitalici.251 Nonostante ciò, i glicosidi sono stati usati con successo per ottenere il controllo della frequenza ventricolare nella fibrillazione atriale.239 I calcioantagonisti sono ritenuti poco maneggevoli nell’amiloidosi cardiaca e possano portare a una esacerbazione dei sintomi dell’insufficienza cardiaca congestizia, a causa di uno spiccato effetto inotropo negativo. Il posizionamento di un pacemaker permanente può essere utile a breve termine in pazienti con malattia sintomatica del sistema di conduzione.252 Un uso attento di basse dosi di diuretici e vasodilatatori può portare qualche beneficio, ma con l’uso di questi agenti vi è il rischio di ipotensione e ipoperfusione.218,233,239 Nei pazienti con assenza di attività atriale correlata a infiltrazione di amiloide, la terapia anticoagulante può risultare indicata anche in assenza di aritmie atriali, poiché vi Braun Cap 59ok.indd 1686 è qualche rischio di formazione di trombi, probabilmente in conseguenza della stasi a livello atriale. I rari pazienti con una discrasia plasmacellulare e MCR causata da deposizione di catene leggere possono migliorare con chemioterapia.221 Il trapianto autologo di cellule staminali di midollo osseo viene utilizzato con sempre maggior frequenza nell’amiloidosi primaria (AL), ma i pazienti con avanzata amiloidosi cardiaca o coinvolgimento multiorgano non sembrano trarre molto beneficio.253 Tuttavia, pazienti selezionati (in particolare quelli con coinvolgimento cardiaco iniziale e lieve) possono trarre beneficio da trapianto di cellule staminali. Il trapianto cardiaco è stato eseguito in un ristretto numero di pazienti, con scarsi risultati a lungo termine (39% di sopravvivenza a 4 anni in uno studio e 30% a 5 anni in un altro), dovuti alla progressione dell’amiloidosi a livello degli altri organi o alla recidiva nel cuore trapiantato, anche se pochi pazienti attentamente selezionati hanno mostrato un miglioramento della sopravvivenza a lungo termine e dello stato funzionale.218,254 Non esiste alcuna terapia efficace per la forma senile, ma la sopravvivenza è circa 10 volte più lunga rispetto alla forma primitiva primaria (60 mesi rispetto a 6 nei pazienti con insufficienza cardiaca).244,249 Patologie infiltrative ereditarie che causano miocardiopatia restrittiva L’accumulo intramiocardico o l’infiltrazione da parte di un metabolita anomalo comporta caratteristicamente un quadro restrittivo con un impedimento al riempimento ventricolare. Può anche osservarsi disfunzione sistolica, anche se non costantemente. Numerose malattie infiltrative, spesso congenite, possono portare a questo quadro emodinamico, comprese le glicogenosi, le mucopolisaccaridosi, la malattia di Fabry e la malattia di Gaucher. MALATTIA DI FABRY Questa condizione, conosciuta anche come angiocheratoma corporis diffusum universale, è un disordine recessivo del metabolismo dei glicosfingolipidi legato al cromosoma X che deriva dai deficit dell’enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, causato da una tra oltre 160 mutazioni.227,255,256 Alcune mutazioni portano all’assenza di attività dell’alfa-galattosidasi A con diffuse manifestazioni sistemiche, mentre altre possiedono un certo grado di attività enzimatica con conseguenti varianti atipiche della malattia di Fabry con interessamento limitato ed esclusivo del miocardio.227,255,257 Questa patologia è caratterizzata da un accumulo intracellulare di glicosfingolipidi (soprattutto globotriaosilceramide), con prevalente interessamento cutaneo e renale nonché miocardico nella forma classica. L’esame istologico spesso rivela un diffuso interessamento del miocardio, dell’endotelio vascolare, del tessuto di conduzione e delle valvole, soprattutto della 19-02-2007 19:07:04 1687 Miocardiopatie formulare una diagnosi definitiva, come il riscontro di una scarsa attività mitrale (Fig. 59-22). Le più importanti manifestazioni cliniche sono da plasmatica di alfa-galattosidasi A.260 La differenziazione dalla MCI è imporporre in relazione con l’accumulo di glicolipidi nelle cellule endoteliali, fino all’occlusione delle arteriole di piccolo calibro.227 L’accumulo di glitante poiché la terapia enzimatica sostitutiva per la malattia di Fabry è sicura ed efficace.261 Essa riduce le riserve accumulate di globotriaosilcecolipidi si verifica nei lisosomi dei tessuti cardiaci ed è responsabile delle manifestazioni cardiovascolari polimorfe della malattia di Fabry. ramide dal cuore e altri tessuti e porta a miglioramento sintomatologico, clinico ed ecocardiografico (Fig. 59-24).227 REPERTI CARDIACI. Questi comprendono tipicamente angina pectoris e infarto miocardico causati dall’accumulo di componenti lipidici nelle cellule endoteliali delle coronarie, anche se gli stessi vasi risultano generalmente angiograficamente normali. Vi sono aumentato spessore della parete ventricolare sinistra, che produce disfunzione diastolica generalmente lieve, funzione sistolica ventricolare sinistra, di solito conservata, e insufficienza mitralica clinicamente non rilevante.258 Il coinvolgimento cardiaco preclinico (i.e., prima dello sviluppo di aumento dello spessore parietale) può essere suggerito da anormali misurazioni Doppler tissutali di contrazione e rilassamento del miocardio.259 Il coinvolgimento cardiovascolare sintomatico si verifica nella maggior parte dei pazienti maschi, mentre le donne portatrici risultano di solito asintomatiche o solo minimamente sintomatiche.255 L’ipertensione sistemica, il prolasso valvolare mitrale e l’insufficienza cardiaca congestizia sono manifestazioni cliniche frequenti. Le alterazioni ECG possono includere intervallo PR corto, blocco atrioventricolare, sottoslivellamento del tratto ST e anomalie dell’onda T, ipertrofia ventricolare sinistra e allargamento del QRS.255,260 L’ecocardiogramma generalmente rivela ispessimento della parete ventricolare sinistra in conseguenza della deposizione B A di glicolipidi, simulando una MCI.256 La FIGURA 59–22 Micrografi a elettronica a trasmissione di campione bioptico ventricolare in un paziente con distinzione dagli altri processi ipertrofici malattia di Fabry, che mostra a basso (A) e ad alto (B) ingrandimento i vacuoli perinucleari (frecce) che consistono o restrittivi (quale l’amiloidosi cardiaca) in singole vescicole legate alla membrana contenenti figure concentriche, lamellari, elettrondense, tipiche delle può non essere possibile sulla base della tesaurismosi glicolipidiche. A, ¥1250 (la scala graduata rappresenta 10 mm); B, ¥11.000 (la scala graduata rappresola ecocardiografia, ma può esserlo con senta 1 mm). (Da Pieroni M, Chimenti C, Ricci R, et al: Early detection of Fabry cardiomyopathy by tissue Doppler la RMN (Fig. 59-23). La biopsia endomioimaging. Circulation 107:1978, 2003. Copyright 2003, American Heart Association.) cardica può rivelarsi di grande aiuto nel Campioni di biopsie cardiache 40.000 GL-3 (ng/mg) 35.000 34.944 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 FIGURA 59–23 Risonanza magnetica cardiaca (sequenze pesate in T1) nella malattia di Fabry, che mostra un marcato ispessimento ventricolare (freccia). Proiezione coronale. (Da Cantor WJ, Butany J, Iwanochko M, Liu P: Restrictive cardiomyopathy secondary to Fabry’s disease. Circulation 98:1457, 1998. Copyright 1998, American Heart Association.) Braun Cap 59ok.indd 1687 3.279 06/19/99 11/24/99 FIGURA 59–24 Marcato declino nel tessuto miocardico dei livelli di globotriaosilceramide (GL-3) in un paziente con malattia di Fabry che era stato trattato con terapia sostitutiva enzimatica. (Da Waldek S: PR interval and the response to enzyme-replacement therapy for Fabry’s disease. N Engl J Med 348:1186, 2003. Copyright 2003, Massachusetts Medical Society.) 19-02-2007 19:07:05 1688 Capitolo 59 MALATTIA DI GAUCHER La malattia di Gaucher è un raro disordine ereditario del metabolismo della glicosilceramide. È secondaria al deficit dell’enzima beta-glucosidasii e comporta l’accumulo di cerebrosidi all’interno di milza, fegato, midollo osseo, linfonodi, cervello e miocardio. La diffusa infiltrazione interstiziale del ventricolo sinistro da parte di cellule infarcite di cerebrosidi provoca una riduzione della compliance ventricolare sinistra e della gittata cardiaca. È rara la manifestazione clinica dell’interessamento cardiaco, che quando presente appare caratterizzata da un quadro di disfunzione ventricolare sinistra, versamento pericardico ematico, incremento della massa ventricolare sinistra e ispessimento e calcificazione delle valvole della sezione sinistra del cuore.262,263 La terapia enzimatica sostitutiva e il trapianto di fegato possono comportare una riduzione dell’infiltrazione tissutale da parte di cerebrosidi con conseguente miglioramento clinico.262,264 EMOCROMATOSI L’emocromatosi è caratterizzata dall’abnorme deposizione di ferro in diversi organi parenchimatosi (cuore, fegato, gonadi e pancreas). Può presentarsi (1) come un disordine familiare (autosomico recessivo) o idiopatico, (2) in associazione a un difetto nella sintesi dell’emoglobina che porta a eritropoiesi inefficace, (3) nelle epatopatie croniche e (4) dopo un’eccessiva assunzione orale o parenterale di ferro (o trasfusioni di sangue) protratta per molti anni.226 Mentre i pazienti che hanno depositi miocardici di ferro presentano quasi sempre depositi in altri organi (p.es., fegato, milza, pancreas, midollo osseo), la gravità della compromissione miocardica varia notevolmente e riflette solo scarsamente quella di altri organi. Il coinvolgimento cardiaco porta a un quadro di MCD-MCR con disfunzione sia sistolica che diastolica, spesso associata ad aritmie.265,266 Si ritiene che il danno miocardico sia dovuto alla tossicità tissutale diretta della forma libera del ferro, piuttosto che a una semplice infiltrazione tissutale.267 Sebbene la cirrosi e il carcinoma epatocellulare rappresentino le cause di morte più frequenti, la mortalità cardiaca è un’ulteriore fonte di preoccupazione (soprattutto nei gruppi di pazienti – di solito uomini – con presentazione clinica in giovane età) ed è responsabile di un terzo della mortalità.267,268 RISCONTRI ANATOMO-PATOLOGICI. Consistono in una dilatazione cardiaca con ispessimento delle pareti ventricolari. I depositi miocardici di ferro sono presenti all’interno del reticolo sarcoplasmatico e sono più frequenti nelle zone subepicardiche, seguite dalle subendocardiche, e meno frequenti nel miocardio profondo. Sono più marcati nel miocardio ventricolare che in quello atriale. È frequente un interessamento del sistema di conduzione cardiaco. Possono anche comparire degenerazione e fibrosi miocardica. La gravità della disfunzione miocardica è proporzionale alla quantità di ferro presente a livello miocardico.269 Estesi depositi cardiaci marziali (soprattutto quelli visibili a un’osservazione macroscopica postmortem) sono invariabilmente associati a disfunzione miocardica. MANIFESTAZIONI CLINICHE. Queste variano notevolmente, in base al grado di coinvolgimento miocardico. Alcuni pazienti restano asintomatici malgrado l’evidenza ecocardiografica del processo infiltrativo, che si esplica inizialmente come ispessimento della parete ventricolare sinistra e in seguito come dilatazione delle camere e disfunzione contrattile.269 In questi casi, svariate tecniche non invasive (TC e specialmente RM) possono mostrare un coinvolgimento miocardico subclinico iniziale nel quale il trattamento è più efficace.226 Una compromissione cardiaca diagnosticabile FIGURA 59–25 Tipici reperti istologici nella sarcoidosi, con dimostrazione di numerosi granulomi caseosi con cellule giganti in campioni bioptici di cute. (Da Shindo T, Kurihara H, Ohishi N, et al: Images in cardiovascular medicine. Cardiac sarcoidosis. Circulation 97:1306, 1998. Copyright 1998, American Heart Association.) Braun Cap 59ok.indd 1688 è di solito associata ad alterazioni elettrocardiografiche, comprendenti anomalie del tratto ST e dell’onda T, come pure aritmie sopraventricolari 265 ; queste modificazioni elettrocardiografiche sono correlate al grado di deposizione marziale cardiaca. L’interessamento cardiaco è generalmente evidente sulla base del quadro clinico ed ecocardiografico; la biopsia endomiocardica può essere utile per confermare (ma non per escludere) la diagnosi. La diagnosi è aiutata dal riscontro di elevati livelli plasmatici di ferro, una normale o bassa capacità legante il ferro e valori considerevolmente elevati di ferritina sierica, ferro urinario, ferro epatico e, in particolare, di saturazione della transferrina.269 Ripetuti salassi o l’uso dell’agente chelante desferroxamina possono portare benefici.226,267,270 MALATTIE DA ACCUMULO DI GLICOGENO I pazienti possono mostrare coinvolgimento cardiaco nel tipo II, III, IV e V delle malattie da accumulo di glicogeno, ma la sopravvivenza fino all’età adulta è poco frequente tranne che nel tipo III (deficit dell’enzima deramificante il glicogeno).271 La compromissione cardiaca è contrassegnata più frequentemente da segni all’elettrocardiogramma di ipertrofia ventricolare sinistra spesso clinicamente silente ma alcuni pazienti sviluppano un’evidente disfunzione cardiaca, aritmie e un quadro di MCD.226,267,270,272,273 SARCOIDOSI La sarcoidosi è una patologia granulomatosa a eziologia sconosciuta, caratterizzata da un interessamento pluridistrettuale. L’infiltrazione dei polmoni, del sistema reticoloendoteliale e della pelle spesso domina il quadro clinico, ma può essere colpito ogni tessuto. Le manifestazioni cliniche più importanti sono conseguenza dell’interessamento polmonare che, conducendo a fibrosi diffusa, può sfociare in un’insufficienza cardiaca destra fatale. Spesso, un interessamento diretto del miocardio non viene riconosciuto clinicamente, sebbene sia riscontrato all’autopsia nel 20-30% circa dei casi, la maggior parte dei quali con sarcoidosi generalizzata.274,275 Le manifestazioni cliniche della cardiopatia sarcoidotica sono presenti in meno del 5% dei pazienti, sebbene la localizzazione miocardica possa condurre a blocco cardiaco, insufficienza cardiaca congestizia, aritmie e morte improvvisa.276,277 La sarcoidosi miocardica può essere sia di tipo restrittivo che congestizio, poiché l’infiltrazione miocardica da parte dei granulomi I V1 II V2 III V3 aVR V4 aVL V5 aVF V6 FIGURA 59–26 Elettrocardiogramma di un paziente con cardiopatia da sarcoidosi, che mostra onde Q anomale nelle derivazioni II e III e aVF e sopraslivellamento del tratto ST in V5 e V6. (Da Shindo T, Kurihara H, Ohishi N, et al: Images in cardiovascular medicine: Cardiac sarcoidosis. Circulation 97:1306, 1998. Copyright 1998, American Heart Association.) 19-02-2007 19:07:06 MANIFESTAZIONI CLINICHE. La morte improvvisa è la manifestazione più temuta e sfortunatamente una delle più frequenti della sarcoidosi cardiaca. Disturbi della conduzione e insufficienza cardiaca congestizia sono manifestazioni comuni d’interessamento cardiaco in casi non fatali, ma molti pazienti sono in apparenza asintomatici, malgrado la presenza di ampie lesioni miocardiche.276 La sincope è frequente e può riflettere aritmie parossistiche o disturbi della conduzione.278 Si osservano frequentemente aritmie atriali e ventricolari, soprattutto tachicardia ventricolare.280 Per quanto il cuore polmonare, conseguenza di sarcoidosi polmonare, sia responsabile di alcuni dei sintomi dell’insufficienza cardiaca, molti sintomi sono dovuti al diretto interessamento miocardico da parte di granulomi o di tessuto cicatriziali e i pazienti mostrano le caratteristiche cliniche della MCR o della MCD o entrambe.280 La disfunzione cardiaca è spesso grave e progressiva. Talvolta, in pazienti con interessamento molto esteso compaiono evidenti aneurismi del ventricolo sinistro. Sintomi di sarcoidosi cardiaca possono essere presenti per periodi di tempo variabili; tuttavia, la malattia può avere un esito rapidamente infausto e, in alcuni pazienti, l’intervallo tra l’insorgenza dei sintomi cardiaci e la morte si misura in mesi.276 In altri, la sopravvivenza può essere considerevolmente più lunga.278,281 L’esame obiettivo può mostrare segni non cardiaci di sarcoidosi o essere completamente negativo. È comune un soffio sistolico che riflette l’insufficienza mitralica. Questo fenomeno sembra essere più il risultato della dilatazione ventricolare sinistra che di un diretto danneggiamento sarcoidotico dei muscoli papillari. Frequentemente, l’elettrocardiogramma è anormale e, il più delle volte, mostra anomalie dell’onda T.275 La sarcoidosi sembra mostrare un certo tropismo nei confronti della giunzione atrioventricolare e del fascio di His e quindi vari gradi di blocco intraventricolare o atrioventricolare sono comuni.274 Se l’interessamento miocardico è massivo, possono comparire onde Q patologiche che simulano un infarto miocardico (Fig. 59-26). Il quadro ecocardiografico caratteristico comprende dilatazione e disfunzione del ventricolo sinistro, spesso con alterazioni della cinesi parietale suggestiva di cardiopatia ischemica; a volte si osservano assottigliamento parietale e aumento dell’ecogenicità.275,276 Può essere riscontrato un versamento pericardico da lieve a moderato.280 DIAGNOSI. Nella maggior parte dei casi, la diagnosi può essere sospettata in pazienti con linfoadenopatia ilare bilaterale alla radiografia del torace, in presenza di segni clinici o elettrocardiografici di miocardiopatia. La biopsia endomiocardica può essere utile per comprovare la diagnosi, sebbene la non uniformità dell’interessamento cardiaco da parte della sarcoidosi implichi il fatto che una biopsia negativa non esclude la diagnosi.65,274 L’ecocardiogramma mostra alterazioni della cinetica diffuse e spesso regionali a carico del ventricolo sinistro nei pazienti con segni clinici di interessamento cardiaco.276 La scintigrafia miocardica con tallio-201 o tecnezio- Braun Cap 59ok.indd 1689 99m sestamibi può essere utile nel rilevare difetti di perfusione 1689 segmentaria che derivano dall’infiltrazione sarcoidotica del miocardio.274,276 L’indagine può anche rivelare la presenza di ipertrofia ventricolare destra nei pazienti con sovraccarico ventricolare destro da fibrosi polmonare e ipertensione polmonare. La captazione di tecnezio pirofosfato, gallio e anticorpi antimiosina marcati può essere d’aiuto diagnostico, così come la RM.275,276,282,283 TRATTAMENTO. La terapia della sarcoidosi cardiaca è difficile. Le aritmie sono spesso insensibili ai farmaci antiaritmici. L’impianto di pacemaker permanenti trova talvolta indicazione in pazienti con interessamento del sistema di conduzione atrioventricolare. Sebbene la questione sia ancora controversa, i corticosteroidi sembrano apportare qualche beneficio nella terapia delle turbe della conduzione, delle aritmie e della disfunzione miocardica, con un apparente miglioramento nella sopravvivenza.275,280,281 È stato suggerito che un ulteriore beneficio si potrebbe raggiungere con l’aggiunta di idrossiclorochina, metotrexate o ciclofosfamide. Poiché il rischio di morte improvvisa è maggiore nei pazienti con interessamento miocardico massivo, sembra ragionevole il tentativo di arrestare la progressione della malattia con l’uso di corticosteroidi, prima che si verifichi una fibrosi irreversibile.281 Il posizionamento di un ICD può essere considerato in pazienti idonei, ad alto rischio di morte improvvisa.280 Il trapianto di cuore o cuore-polmone è stato eseguito solo in pazienti selezionati con insufficienza cardiaca refrattaria, sebbene sia possibile una recidiva di sarcoidosi nel cuore trapiantato.218,280 Miocardiopatie della sarcoidosi comporta non solo un aumento della rigidità della parete ventricolare, ma anche una diminuita contrattilità.278 ANATOMIA PATOLOGICA. Il tipico rilievo anatomapatologico è dato dalla presenza di granulomi non caseosi che possono localizzarsi in molti organi (Fig. 59-25).Essi infiltrano il miocardio e possono alla fine formare cicatrici fibrotiche. I granulomi possono localizzarsi in qualsiasi zona del cuore, sebbene la parete libera del ventricolo sinistro e il setto interventricolare siano le sedi più comuni, e granulomi estesi o zone cicatriziali nella parte cefalica del setto interventricolare siano segni costanti nei pazienti con alterazioni importanti del sistema di conduzione.279 Le lesioni miocardiche possono variare da poche zone sparse al coinvolgimento diffuso. A causa della variabilità del coinvolgimento cardiaco, una biopsia miocardica può risultare positiva soltanto nel 20% dei pazienti e quindi una biopsia negativa non permette assolutamente di escludere questa diagnosi.65 Può essere presente un interessamento transmurale e ampie porzioni della parete interventricolare toracica possono essere sostituite da tessuto cicatriziale, portando alla formazione di aneurismi.275 Nonostante il possibile riscontro di un coinvolgimento dei piccoli rami coronarici nella sarcoidosi, i vasi di conduttanza più grandi non vengono interessati. Malattia endomiocardica DEFINIZIONE E PATOGENESI. La malattia endomiocardica (EndoMyocardial Disease, EMD) è una forma frequente di MCR, tipica delle regioni peri-equatoriali. È più frequente nell’Africa equatoriale e meno nel Sud America,Asia e nei paesi non tropicali, compresi gli Stati Uniti.284 È caratterizzata da un intenso ispessimento fibrotico endocardico dell’apice e delle zone sottovalvolari di uno o di entrambi i ventricoli, che determina ostruzione all’afflusso di sangue, portando a un quadro restrittivo.285 Per molti anni si pensava esistessero due varianti della malattia, una principalmente nei paesi tropicali, chiamata fibrosi endomiocardica (EndoMyocardial Fibrosis, [EMF]) o malattia di Davies e l’altra in zone temperate (detta endocardite fibroplastica parietale di Löffler o sindrome ipereosinofila). Tuttavia, nonostante simili reperti patologici, esistono delle importanti differenze nella presentazione clinica, che mettono in discussione l’ipotesi di una singola patologia.286 Oltre alle differenze geografiche, la forma delle zone temperate della malattia è più aggressiva e rapidamente progressiva, colpisce soprattutto i maschi e si associa a ipereosinofilia, fenomeni tromboembolitici e arterite generalizzata. L’EMF, invece, si verifica in pazienti giovani e si accompagna incostantemente a eosinofilia intensa.285,287 DIFFERENZE TRA L’ENDOCARDITE DI LOFFLER E LA FIBROSI ENDOMIOCARDICA. Parte della tesi secondo la quale l’endocardite di Löffler e la EMF sono fasi diverse di un’unica malattia si basa su una teoria patogenetica fondata sugli effetti tossici degli eosinofili a livello miocardico.284 In quest’ottica, una eosinofilia iniziale di qualsivoglia origine causerebbe il danno miocardico alla base della prima fase della EMD: una fase necrotica, caratterizzata da intensa miocardite, ricca in eosinofili e con associata arterite (l’endocardite di Loffler). Questa fase iniziale compare nei primissimi mesi della malattia. Circa un anno dopo la presentazione iniziale si può avere una fase trombotica, durante la quale la miocardite regredisce, inizia l’ispessimento aspecifico del miocardio ed è presente un’apposizione trombotica di grado variabile.286 Il presunto ultimo stadio è quello della fibrosi, che presenta tutte le caratteristiche della EMF. Le tre fasi – necrotica, trombotica e fibrotica – sono state definite sulla base di reperti autoptici e i proponenti questa ipotesi patogenetica unificata non sostengono che ciascun paziente in stadio avanzato della malattia (manifestato da EMF) sia necessariamente passato attraverso le fasi precedenti. RUOLO DEGLI EOSINOFILI. L’eventuale ruolo degli eosinofili nella patogenesi delle alterazioni cardiache ha interessato per anni i ricercatori.284 Gli eosinofili possono danneggiare i tessuti per invasione diretta o tramite rilascio di sostanze tossiche. La presenza di eosinofili degranulati nel sangue periferico dei pazienti con endocardite di Löffler suggerisce che la proteina costituente i granuli degli eosinofili può risultare cardiotossica, responsabile della prima fase necrotica della EMD, seguita dalle fasi trombotiche e fibrotiche dopo la scomparsa dell’eosinofilia iniziale.284,288 19-02-2007 19:07:07 1690 Oggi, comunque, vi è un crescente sostegno all’ipotesi che questo si verifichi solo nelle regioni temperate e che la EMF endemica riscontrata nelle regioni tropicali sia una malattia distinta e separata, perché un collegamento costante con l’eosinofilia è stato difficile da documentare, nonostante la frequenza delle malattie parassitarie.284,285,289 Sono state implicate altre eziologie; la fibrosi della EMF tropicale è stata messa in relazione con i livelli più elevati di cerio e le concentrazioni più basse di magnesio riscontrate nelle zone endemiche.284,286,290,291 Poiché le manifestazioni cliniche della EMD presentano differenze geografiche e cliniche, l’endocardite di Löffler e la EMF verranno discusse separatamente, anche se probabilmente sono parte del medesimo processo morboso. Capitolo 59 Endocardite di Löffler: sindrome ipereosinofila Una eosinofilia marcata di qualsiasi causa può associarsi alla EMD. Il tipico paziente con endocardite di Löffler è un maschio quarantenne che vive in zone temperate e ha la sindrome ipereosinofila (cioè, eosinofilia persistente con 1500 eosinofili/ mm3 per almeno 6 mesi o fino al decesso, con segni di compromissione d’organo).287,292 Il coinvolgimento cardiaco nella sindrome ipereosinofila è la regola e si verifica nella maggior parte dei pazienti.292,293 Ipereosinofilia e lesioni cardiache si hanno anche nella malattia di Churg-Strauss, caratterizzata anche da asma o rinite allergica e vasculite necrotizzante.294 La causa dell’eosinofilia nella maggior parte dei pazienti con endocardite di Löffler è sconosciuta, sebbene in alcuni possa essere dovuta a una leucemia, oppure può essere reattiva (i.e., secondaria a patologia parassitaria, allergica, granulomatosa, da ipersensibilità o neoplastica).292 ANATOMIA PATOLOGICA. Nella sindrome ipereosinofila, generalmente sono interessati, oltre al cuore, altri organi quali polmoni, midollo osseo e cervello.287 L’interessamento cardiaco è spesso biventricolare, con ispessimento endocardico murale della porzione d’afflusso e dell’apice dei ventricoli.288,293 I rilievi istologici comprendono gradi variabili di (1) miocardite acuta con infiltrati infiammatori eosinofili che colpisce il miocardio e l’endocardio; (2) trombosi, alterazione fibrinoide e reazione infiammatoria coinvolgente i piccoli vasi coronarici intramurali; (3) trombosi murale, contenente spesso eosinofili; e (4) ispessimento fibrotico anche di diversi millimetri.293 MANIFESTAZIONI CLINICHE. Le principali caratteristiche cliniche includono calo ponderale, febbre, tosse, eruzione cutanea e insufficienza cardiaca congestizia. Sebbene l’interessamento cardiaco in fase precoce possa essere asintomatico, un’evidente disfunzione cardiaca si verifica in più della metà dei pazienti e può essere destra, sinistra o entrambe.287 Cardiomegalia, spesso senza sintomi evidenti di insufficienza cardiaca congestizia, può essere presente ed è comune un soffio da rigurgito mitralico. L’embolia periferica è frequente e può provocare danni neurologici e renali. Solitamente, la morte è dovuta a insufficienza cardiaca congestizia, spesso con associata disfunzione renale, epatica e respiratoria.292 ESAMI DI LABORATORIO. La radiografia toracica può evidenziare cardiomegalia e congestione polmonare o, meno comunemente, infiltrati polmonari. L’elettrocardiogramma per lo più mostra anomalie aspecifiche del tratto ST e dell’onda T.292 Possono essere presenti aritmie, specialmente una fibrillazione atriale e difetti di conduzione, in particolare blocco di branca destra. L’ecocardiogramma per lo più mostra un ispessimento localizzato della parete posterobasale del ventricolo sinistro, con movimento del lembo posteriore della valvola mitrale assente o marcatamente ridotto.287 Vi può essere obliterazione dell’apice cardiaco da parte di materiale trombotico.293 Si può osservare dilatazione atriale,292 insieme a segni Doppler di insufficienza delle valvole atrioventricolari. La funzione sistolica spesso è ben conservata, in armonia con il quadro restrittivo che si osserva in questa condizione. Le conseguenze emodinamiche dell’addensamento cicatri- Braun Cap 59ok.indd 1690 ziale endocardico osservato nella sindrome di Löffler sono quelle di una MCR, con alterato riempimento diastolico derivante da un aumento della rigidità ventricolare e riduzione delle dimensioni della cavità ventricolare da parte di trombi organizzati.287,293 Può comparire rigurgito valvolare atrioventricolare a causa dell’interessamento dell’apparato di sostegno delle valvole tricuspide e mitrale. Il cateterismo cardiaco rivela pressioni di riempimento ventricolari marcatamente elevate e può essere evidenziata un’insufficienza tricuspidale e mitralica. Un quadro angiografico caratteristico è rappresentato dall’ottima conservazione della funzione sistolica con obliterazione dell’apice ventricolare. La diagnosi è spesso confermata dalla biopsia endomiocardica percutanea, anche se non risulta sempre positiva.287 TRATTAMENTO. La terapia medica nelle fasi precoci dell’endocardite di Löffler e la terapia chirurgica nello stadio avanzato della fibrosi possono avere un effetto positivo sulla sintomatologia e sulla sopravvivenza.292 I corticosteroidi sembrano avere effetti positivi in caso di miocardite acuta e insieme ai farmaci citotossici (soprattutto l’idrossiurea) possono migliorare notevolmente la sopravvivenza.218 Un numero limitato di pazienti refrattari alla terapia convenzionale ha risposto al trattamento con interferone.288,292 L’abituale terapia cardiaca con digitale, diuretici, riduzione del postcarico e anticoagulanti ove indicato, completano il trattamento di questi pazienti.287,292 La terapia chirurgica sembra esercitare un buon effetto palliativo sulla sintomatologia quando si è instaurata la fibrosi.295 Fibrosi endomiocardica La EMF è più diffusa tra gli abitanti dell’Africa tropicale e subtropicale, particolarmente in Uganda e in Nigeria.296 È caratterizzata da lesioni fibrose endocardiche del tratto d’afflusso del ventricolo sinistro, destro o di entrambi, e spesso interessa le valvole atrioventricolari, con conseguente insufficienza.297 È una causa relativamente frequente di insufficienza cardiaca e di morte nell’Africa equatoriale, responsabile di circa un quarto di tutti i casi di insufficienza cardiaca.298 Pur essendo più comune in Africa, si riscontra anche nelle regioni tropicali e subtropicali di altre zone del mondo, in genere entro 15 gradi dall’equatore, comprendenti l’India, il Brasile, la Colombia e lo Sri Lanka.284,290 La EMF è più frequente all’interno di specifici gruppi etnici, soprattutto nella tribù Rwanda in Uganda e in persone di basso livello socioeconomico.296,299 La malattia colpisce in ugual misura i due sessi e, sebbene sia più frequente nei bambini e negli adolescenti, è descritta in persone tra i 4 e i 70 anni. È più comune nei soggetti di colore, anche se sono stati riportati casi di soggetti di razza bianca in zone temperate, raramente in assenza di un soggiorno nelle regioni tropicali. ANATOMIA PATOLOGICA. Vi può essere un versamento pericardico, anche molto esteso. Le dimensioni del cuore sono normali o lievemente aumentate, ma non compare cardiomegalia particolarmente spiccata delle quattro camere. L’atrio destro è spesso dilatato e, nei pazienti con grave interessamento del ventricolo destro, si può avere una notevole dilatazione di tale cavità.285 È possibile un’indentatura del margine destro del cuore al di sopra dell’apice, come risultato di retrazione cicatriziale dell’apice. L’interessamento di entrambi i ventricoli si verifica in circa la metà dei casi, mentre anomalie del solo ventricolo sinistro si hanno nel 40% e del solo ventricolo destro nel rimanente 10%. Se colpito, il ventricolo destro mostra un diffuso e marcato ispessimento fibroso del tratto d’afflusso e dell’apice, con interessamento dei muscoli papillari e delle corde tendinee. Le lesioni del ventricolo destro possono portare a obliterazione dell’apice, con presenza di una massa di trombi e di tessuto fibrotico che riempie la cavità.297 La valvola tricuspide è spesso deformata dal processo fibroso che interessa le strutture di sostegno. Nell’atrio destro si formano frequentemente trombi. L’interessamento ventricolare sinistro è simile, con fibrosi che si estende dall’apice fino al tratto di afflusso del ventricolo sinistro e fino al lembo posteriore della valvola mitrale. Il lembo anteriore della valvola mitrale e il tratto di efflusso del ventricolo sinistro sono in genere risparmiati. Spesso le lesioni endocardiche sono ricoperte da trombi e si possono verificare depositi calcifici endocardici ampiamente distribuiti.300 Le coronarie epicardiche sono esenti da lesioni ostruttive. Reperti istologici. Al microscopio, l’endocardio interessato mostra uno spesso strato di tessuto collagene sovrapposto a uno strato di tessuto connettivo lasso.301 Setti formati da tessuto fibroso e di granulazione, si estendono per tratti variabili all’interno del miocardio. È spesso presente edema interstiziale, ma non vi è alcuna infiltrazione cellulare importante. Piccole placche di fibroelastosi possono localizzarsi in entrambi i tratti 19-02-2007 19:07:08 1691 FIBROSI ENDOMIOCARDICA VENTRICOLARE DESTRA Un interessamento specifico e selettivo del ventricolo destro è caratterizzato da un’obliterazione fibrosa dell’apice ventricolare destro che riduce la capacità della camera.297 La fibrosi si estende spesso all’apparato di sostegno tricuspidale, provocando insufficienza. Le manifestazioni cliniche nei pazienti con interessamento destro includono elevate pressioni nelle vene giugulari, una prominenza dell’onda v e una rapida y discendente. Si può apprezzare un ritmo di galoppo protodiastolico lungo il margine sternale inferiore, in relazione alla disfunzione del ventricolo destro.284 Il fegato è generalmente ingrandito e pulsatile, con frequente riscontro di ascite, splenomegalia ed edemi declivi. La congestione polmonare non è presente in assenza di interessamento sinistro e la pressione in arteria polmonare e di incuneamento polmonare risultano normali.284 Può essere presente un versamento pericardico, a volte piuttosto evidente. L’atrio destro è spesso ingrandito, talvolta in modo marcato. ESAMI DI LABORATORIO. L’elettrocardiogramma è generalmente alterato, con bassi voltaggi del QRS (probabilmente in relazione al versamento pericardico), sopraslivellamento del tratto ST e anomalie dell’onda T e segni suggestivi di dilatazione destra, soprattutto un aspetto qR nella derivazione V1. Le aritmie sopraventricolari sono frequenti.284 La radiografia del torace mostra ingrandimento dell’ombra cardiaca, spesso con notevole sporgenza dell’atrio destro e segni di versamento pericardico. Si possono osservare calcificazioni in corrispondenza del ventricolo destro o, meno comunemente, del ventricolo sinistro.284 L’ecocardiografia può mostrare ispessimento del ventricolo destro, obliterazione dell’apice, dilatazione atriale, la presenza di forti echi a partenza dalla superficie endocardica e un movimento anomalo del setto nei pazienti con rigurgito tricuspidale.284,297 All’angiografia l’apice ventricolare destro è caratteristicamente non visualizzabile a causa dell’obliterazione da parte dell’endocardio fibroso, ma si possono riscontrare insufficienza tricuspidale, ingrandimento atriale destro con difetti di riempimento causati dalla presenza di trombi atriali. Modificazioni angiografiche precoci, che possono essere presenti prima dello sviluppo degli stadi avanzati di malattia, includono un cambiamento dell’aspetto endocardico, piccoli difetti apicali di riempimento e una lieve insufficienza tricuspidale. FIBROSI ENDOMIOCARDICA VENTRICOLARE SINISTRA Nell’interessamento prevalentemente sinistro, la EMF invade l’apice del ventricolo e, in genere, anche le corde tendinee e il lembo posteriore della valvola mitrale, con conseguente insufficienza della stessa.297 Il soffio associato può essere limitato alla telesistole, come si verifica tipicamente nei soffi da disfunzione dei muscoli papillari, oppure può essere olosistolico. Possono essere prevalenti i segni dell’ipertensione polmonare. Si apprezza spesso un ritmo di galoppo protodiastolico. ESAMI DI LABORATORIO. L’elettrocardiogramma solitamente mostra anomalie del tratto ST e dell’onda T.297 In presenza di versamento pericardico, il voltaggio del QRS può essere ridotto, nonostante la presenza dell’ipertrofia ventricolare sinistra.Vi possono essere segni di compromissione atriale sinistra. Come per l’interessamento destro, la fibrillazione atriale è frequente ed è un indicatore di aumentata mortalità.303 I reperti ecocardiografici comprendono aumento dell’ecoreflettività dell’endocardio, conservazione del movimento sistolico di parete in presenza di obliterazione dell’apice, dilatazione atriale, gradi variabili di versamento pericardico e rigurgito mitralico al Doppler.297 Il cateterismo cardiaco in genere rileva ipertensione polmonare, con elevate pressioni di riempimento ventricolare sinistro e un indice cardiaco ridotto. Il ventricologramma sinistro di solito mostra insufficienza mitralica e un possibile difetto di riempimento, correlato a un trombo intracavitario all’interno del ventricolo (Fig. 59-27). La coronarografia non mostra un quadro ostruttivo. Braun Cap 59ok.indd 1691 Miocardiopatie di efflusso ventricolari al di sotto delle valvole semilunari, ma si ritiene che questo sia più un fenomeno secondario correlato a traumi localizzati che una conseguenza del processo morboso primitivo. Le coronarie intramurali possono mostrare degenerazione della tunica media, fibrosi e depositi di fibrina. MANIFESTAZIONI CLINICHE. Poiché la EMF può colpire entrambi i ventricoli o uno dei due ventricoli selettivamente, i sintomi variano. Un interessamento sinistro comporta una congestione polmonare, mentre un interessamento destro si può presentare con il quadro di una MCR e quindi simulare una pericardite costrittiva. Vi è spesso insufficienza di una o di entrambe le valvole atrioventricolari. L’insorgenza della malattia è spesso subdola, ma è talvolta segnata da uno stato febbrile acuto. Raramente, il decorso si stabilizza; sebbene si sia osservata la sopravvivenza fino a 12 anni, di solito l’EMF progredisce inesorabilmente. La morte è dovuta a insufficienza miocardica progressiva, spesso associata a stasi polmonare, infezioni, infarto oppure a collasso cardiovascolare improvviso e inaspettato, con probabile genesi aritmica. La sopravvivenza non sembra correlata alla sede maggiormente interessata (ventricolo destro o sinistro), sebbene la prognosi dei pazienti con insufficienza cardiaca destra in fase avanzata di solito sia peggiore rispetto agli altri pazienti.302 FIGURA 59–27 Angiografia del ventricolo sinistro di un paziente con coinvolgimento del ventricolo sinistro da fibrosi endomiocardica. È presente obliterazione lobulare dell’apice del ventricolo. (Da Krishnamoorthy KM: Images in cardiology: Angiographic features of endomyocardial fibrosis. Heart 85:12, 2001.) FIBROSI ENDOMIOCARDICA BIVENTRICOLARE Questa forma della EMF si verifica più frequentemente rispetto alla forma isolata destra o sinistra.295,297 Se vi è una localizzazione poco più che minima ventricolare destra, non si ha grave ipertensione polmonare e i segni di scompenso destro dominano il quadro clinico. Il tipico paziente con localizzazione biventricolare può presentare le caratteristiche di EMF del ventricolo destro, con solo un soffio da insufficienza mitralica a suggerire l’interessamento del ventricolo sinistro. L’embolizzazione periferica può verificarsi in una percentuale di pazienti che arriva al 15%; l’endocardite infettiva è ancora meno frequente e si riscontra in meno del 2%. DIAGNOSI. La diagnosi è basata sulla presenza del peculiare quadro clinico e strumentale, soprattutto angiografico, e sulla regione geografica di provenienza. L’eosinofilia può essere presente e può o meno riflettere una contemporanea infestazione parassitaria.286,296,299 La biopsia endomiocardica può essere talvolta utile ai fini diagnostici.Tuttavia, comporta il rischio di far distaccare un trombo murale, con conseguente embolia, e la biopsia sinistra non è consigliata. Inoltre, essendo il coinvolgimento spesso focale, la biopsia può cadere in un territorio non colpito, soprattutto se si effettua una biopsia ventricolare destra in un paziente con forma isolata sinistra. TRATTAMENTO. Il trattamento medico della EMF è spesso difficile e non particolarmente efficace. Nei pazienti con quadri avanzati della malattia, la prognosi è grave, con una mortalità a 2 anni del 35-50%. Una sopravvivenza sostanzialmente superiore può essere osservata in pazienti meno sintomatici, con quadri più lievi di malattia. I glicosidi digitalici possono essere utili nel controllare la frequenza ventricolare in pazienti con fibrillazione atriale,284 ma la risposta al trattamento dei sintomi di scompenso non è incoraggiante e lo sviluppo di fibrillazione atriale è un segno di prognosi negativa.303 Sebbene i diuretici possano essere utili nelle prime fasi della malattia, essi non sono particolarmente utili nella terapia dell’ascite massiva nel contesto di importante insufficienza cardiaca destra e insufficienza tricuspidale.284 Quando la EMF ha raggiunto lo stadio della fibrosi, l’intervento chirurgico permette di attenuare i sintomi ed è la terapia di scelta.295,304 L’escissione chirurgica dell’endocardio fibrotico e la sostituzione protesica della mitrale o della tricuspide, o entrambe, hanno portato a un sostanziale miglioramento, specialmente nei casi a prevalente interessamento sinistro.218,297,304 Il cateterismo postoperatorio ha fornito prove del miglioramento emodinamico con riduzione delle pressioni di riempimento, aumento della portata cardiaca e normalizzazione del quadro angiografico.304 La mortalità operatoria è risultata elevata, compresa tra il 15 e il 25% nelle casistiche più ampie,218,295 sebbene appaia più bassa quando la sostituzione valvolare può essere evitata. I risultati a lungo termine suggeriscono che la chirurgia è nel migliore dei casi palliativa e il successo dell’approccio chirurgico è limitato dalla recidiva della fibrosi, dalla limitazione funzionale e dalla mortalità complessiva.295 19-02-2007 19:07:08 1692 Cardiopatia da carcinoide (vedi anche Cap. 57) Capitolo 59 EZIOLOGIA. La sindrome da carcinoide è causata da un tumore carcinoide metastatico ed è caratterizzata da arrossamento cutaneo, diarrea, broncocostrizione e comparsa di placche endocardiche, composte da un caratteristico tessuto fibroso. Le manifestazioni vasomotorie, broncocostrittive e cardiache sono legate al rilascio di serotonina e di altre sostanze umorali circolanti secrete dal tumore.305 Pressoché tutti i pazienti presentano diarrea e arrossamento, mentre le anomalie cardiache compaiono in oltre la metà dei casi; un coinvolgimento grave e sintomatico, solitamente della sezione cardiaca destra, si osserva in un quarto dei pazienti.306,307 Il tumore origina nel tenue e nell’appendice nel 60-90% dei casi, mentre nella rimanente percentuale colpisce altre regioni del tubo gastroenterico e i bronchi.307 I tumori carcinoidi dell’ileo sono quelli che tendono più frequentemente a metastatizzare, con interessamento dei linfonodi regionali ed epatici. Di solito, solo i tumori carcinoidi che invadono il fegato determinano una cardiopatia da carcinoide.305 Le lesioni cardiache sembrano correlate a grosse quantità di serotonina circolante e del suo prodotto di degradazione (acido 5-idrossindolacetico) e pazienti con progressiva malattia cardiaca tendono ad avere livelli più elevati rispetto ai pazienti senza patologia.305 Le metastasi epatiche apparentemente permettono alle grandi quantità di sostanze tumorali di raggiungere il cuore. Il preferenziale interessamento destro è presumibilmente in relazione all’inattivazione, ad opera dei polmoni, del mediatore o dei mediatori umorali responsabili.308 Nel 5-10% dei casi, si sviluppa una notevole patologia valvolare della sezione cardiaca sinistra,306 in relazione, in parte, al passaggio diretto di sangue dal lato destro al sinistro del cuore attraverso il forame ovale pervio o, meno frequentemente, per il coinvolgimento metastatico dei polmoni.309 ANATOMIA PATOLOGICA. Le lesioni patologiche caratteristiche sono placche fibrose che interessano il versante “a valle” delle valvole tricuspide e polmonare, l’endocardio delle camere cardiache e l’intima delle vene cave, dell’arteria polmonare e il seno coronario. Il tessuto fibroso nelle placche causa alterazioni strutturali e funzionali delle valvole, che conducono alla stenosi e all’insufficienza.306,310 Istologicamente, le placche sono costituite da depositi di tessuto fibroso localizzato nelle zone superficiali dell’endocardio, spesso estesi agli strati sottostanti. Segni morfologici identici sono stati rilevati in alcuni pazienti trattati con i farmaci anoressizzanti fenfluramina e dexfenfluramina.306 Studi ultrastrutturali e immunoistochimici hanno dimostrato che le placche sono formate da cellule muscolari lisce immerse in uno stroma ricco in mucopolisaccaridi acidi e in collagene. L’interessamento metastatico del miocardio in sé è raro, ma quando presente, può interessare entrambi i ventricoli.311 MANIFESTAZIONI CLINICHE. L’esame obiettivo mostra un soffio sistolico da rigurgito tricuspidale lungo il margine sternale superiore sinistro, che è un rilievo praticamente onnipresente; in alcuni casi, vi può essere un soffio concomitante da stenosi o insufficienza polmonare o entrambe.306 La radiografia toracica risulta normale nella metà dei pazienti, ma può rivelare la presenza di dilatazione cardiaca e di versamenti o noduli pleurici; il tronco dell’arteria polmonare è caratteristicamente di dimensioni normali, senza segni di dilatazione post-stenotica come si verifica invece nella stenosi polmonare congenita. Non esiste quadro ECG specifico diagnostico di cardiopatia da carcinoide. Talvolta, si possono rilevare segni di dilatazione atriale destra, ma generalmente l’ECG non evidenzia un’ipertrofia ventricolare destra. Le anomalie aspecifiche del tratto ST e dell’onda T e la tachicardia sinusale sono i reperti più frequenti, anche se i pazienti con sintomi gravi mostrano bassi voltaggi del QRS. L’ecocardiografia può rivelare ispessimento valvolare tricuspidale o polmonare, oltre a dilatazione atriale o ventricolare destra; piccoli versamenti pericardici sono presenti in una minoranza di casi.312 Braun Cap 59ok.indd 1692 TRATTAMENTO. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia la terapia comprende digitale e diuretici. È stato notato un miglioramento dei sintomi e forse della sopravvivenza con l’uso di analoghi della somatostatina e chemioterapia, ma nessuna delle due strategie appare ridurre o prevenire lo sviluppo di malattia cardiaca progressiva in pazienti con carcinoide.305 La valvuloplastica con palloncino delle valvole destre ha determinato un miglioramento in alcuni pazienti con stenosi tricuspidale o polmonare, sebbene altri siano andati incontro a recidiva dei sintomi nonostante il “buon esito” iniziale della valvuloplastica.307 La sostituzione chirurgica della valvola tricuspide o polmonare, o entrambe, e la valvulotomia o valvectomia polmonare inducono un miglioramento e una riduzione della dilatazione ventricolare destra nei pazienti con sintomi gravi e disfunzione valvolare grave, sebbene la mortalità operatoria sia elevata.306,308,309 La mortalità a lungo termine rimane elevata, indipendentemente dall’approccio terapeutico, e la metà dei pazienti va incontro a morte entro 1-2 anni.308 FIBROELASTOSI ENDOCARDICA Questa condizione è osservabile soprattutto in feti e bambini ed è caratterizzata da deposizione di collagene ed elastina, ipertrofia ventricolare e diffuso ispessimento endocardico.313 La causa non è chiara ma la fibroelastosi endocardica (FEE) è osservata in associazione a infezioni virali (specialmente parotite), patologie metaboliche, malattie autoimmuni e lesioni congenite ostruttive delle sezioni di sinistra.313-315 Essa condivide molte delle caratteristiche cliniche della MCD e in genere progredisce a grave insufficienza cardiaca congestizia e successiva morte.316,317 Una FEE può essere ipotizzata all’ecocardiografia in base a echi iperriflessi dalla superficie endocardica del miocardio ventricolare, ma un tale aspetto può anche essere osservato in associazione con lesioni sinistre compatibili con la sopravvivenza che non implicano la prognosi infausta di norma associata a una diagnosi di FEE.314 Obesità e cardiopatia (vedi Cap. 79) Miocardiopatia diabetica (vedi Cap. 51) BIBLIOGRAFIA 1. 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