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Le radici profonde
non gelano
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Martedì 25 luglio
Mercoledì 26 luglio
Giovedì 27 luglio
ore 21.30 - Spazio Culturale Orto
Maccagli - Lungomare
ore 21.30 - Spazio Culturale Orto
Maccagli - Lungomare
ore 21.30 - Arena estiva Giardino del
Principe
CALICANTO
TENDACHËNT
(Veneto)
(Piemonte)
“L’asino, il corvo, il lupo luoghi comuni”
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TONI TORREGROSSA
Consegna del
"Premio miglior album 2005”
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ore 21.00 - Piazza Palestro
Stage di avvicinamento
alle danze tradizionali
ore 21.30 - Piazza Palestro
Ballo Tradizionale
(Calabria)
Tendachënt
OTELLO PROFAZIO
per “La Valle dei Saraceni”
Consegna del
"Premio alla Carriera"
a Otello Profazio
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ASSOCIAZIONE
INDANZA
IL PARTO DELLE
NUVOLE PESANTI
(Spagna)
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Venerdì 28 luglio
DAVIDE VAN DE
SFROOS (Lombardia)
con la partecipazione di
Consegna del
"Premio Realtà Culturale”
a Valter Colle
Etichetta discografica Nota
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“Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana”
Il “Premio nazionale Città di Loano per la musica tradizionale
italiana” nasce con l’intento di promuovere e valorizzare la
produzione contemporanea di musica tradizionale di radice italiana.
Il premio pone l’attenzione sulle proposte musicali che intrecciano la
ricerca, il recupero e la valorizzazione della cultura musicale più
antica e tradizionale - quella cioè che era motivo di aggregazione
nelle feste religiose o di altra natura - con la nuova interpretazione
della musica popolare - quella cioè che ha subito contaminazioni
etniche e l’influenza di nuove sonorità strumentali. La musica
popolare si identifica con i canti popolari e la musica tradizionale di
una determinata area geografica. Si tratta di una espressione
culturale influenzata da usanze legate ai cicli delle stagioni, a
eventi-chiave nella vita personale e ad attività come la pratica
religiosa, il lavoro, la cura dei figli. La musica popolare è una
indelebile memoria storica che si tramanda nel tempo. Le
contaminazioni fra i popoli hanno modificato le usanze così come la
musica e il patrimonio artistico-culturale di generazione in
generazione si è tramandato e si è trasformato. Il premio si propone
quale occasione per approfondire tali tematiche, per proporre un
confronto tra le tante esperienze e produzioni musicali del momento
e soprattutto per offrire un contributo alla valorizzazione e diffusione
delle musiche tradizionali di radice italiana.
Il “Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale
italiana” assegnerà tre diversi riconoscimenti:
- un premio alla carriera ad un musicista che si sia contraddistinto,
lungo il suo percorso, da una parte per la valorizzazione
del patrimonio culturale e musicale della propria terra, dall’altro
per la qualità della proposta artistica. A cura dell’organizzazione e
della direzione artistica del Premio Loano.
- un premio a una realtà culturale (etichetta, ricercatore, operatore
culturale, ecc…) che abbia o abbia avuto un ruolo rilevante nel
campo della musica tradizionale di radice italiana. A cura
dell’organizzazione e della direzione artistica del Premio Loano.
- un premio alla migliore produzione discografica dell’anno
precedente, assegnato in base a votazione di una ampia e prestigiosa
giuria formata da giornalisti musicali, specializzati e non. Il giudizio
della giuria è insindacabile.
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“Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana” 2a edizione - Anno 2006
Organizzazione: Ufficio Turismo – Comune
Direzione artistica e coordinamento giuria:
di Loano
Enrico Deregibus - John Vignola
Promozione, Segreteria organizzativa e Ufficio Stampa:
I.C.S. - Lucia Campana e Monica Maggi
Giuria: Giovanni Alcaini, Ricky Barone, Daniele Bergesio, Massimo Boero,
Loris Bohm, Silvia Boschero, Michele Bovi, Flavio Brighenti, Raffaello
Carabini, Pietro Carfì, Giordano Casiraghi, Pietro Cheli, Aldo Coppola Neri,
Enrico de Angelis, Paolo De Bernardin, Ciro De Rosa, Giuseppe De Trizio,
Paolo Del Ry, Enrico Deregibus, Salvatore Esposito, Luca Ferrari, Massimo
Ferro, Guido Festinese, Piero Galletti, Enzo Gentile, Guido Giazzi, Jonathan
Giustini, Ezio Guaitamacchi, Federico Guglielmi, Marco La Viola, Felice
Liperi, Franco Lucà, Giorgio Maimone, Lucia Marchiò, Maurizio Marino, Gigi
Masciullo, Tiziano Menduto, Giorgio Meneghetti, Gaetano Menna, Marco
Miconi, Ferdinando Molteni, Beppe Montresor, Anna Nacci, Giancarlo
Nostrini, Rosario Pantaleo, Claudio Ravasi, Ezio Riberi, Cesare G. Romana,
Alessandro Rosa, Roberto Sacchi, Annalisa Scarsellini, Gianpiero Scazzola,
Stefano Starace, Luca Trambusti, Federico Vacalebre, Gianluca Veltri, John
Vignola, Antonio Vivaldi, Enrico Zagnagnoli, Paolo Zara.
Voto giuria
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
posto: La valle dei Saraceni – Tendachënt
posto: Quel lungo treno - Massimo Bubola
posto: Akuaduulza – Davide Van De Sfroos
posto: La musica nelle strade - Les Anarchistes
posto: Isole senza mar - Calicanto
posto: Matina - Peppe Barra
posto: Ardecore - Ardecore
posto pari merito:
Canti delle donne sarde - Actores Alidos
Viaggio in Sicilia – Alfio Antico
10° posto pari merito:
Per fortuna c'è il Cavaliere - Fausto Amodei
Descalso - Archedora
Poeti arabi di Sicilia - Milagro Acustico
Candelora - Nuova Compagnia di Canto Popolare
Stari Most - Saletti Stefano & Piccola Banda Ikona
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“Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana” 2a edizione - Anno 2006
a Tendachënt per “La valle dei Saraceni” - miglior album 2005
Tendachënt La valle dei Saraceni
“Ten da chënt l’archët che la sunada l’è longa” (“Abbi cura
dell’archetto che la suonata è lunga”): è un detto piemontese che
dava il titolo al primo album della storica Ciapa Rusa e che ha
originato Tendachënt, filiazione della Ciapa Rusa. In questo terzo
lavoro discografico il gruppo di Maurizio Martinotti ha cura del
patrimonio popolare, non solo piemontese, mescolandolo con quello
mediterraneo, in un approccio rock dove una ghironda scintillante
diventa come chitarra elettrica. Numerosi gli ospiti, le suggestioni, i
colori di questo disco.
Nel cuore del Monferrato si trova un luogo chiamato la Valle dei
Saraceni: la leggenda vuole che nelle grotte che qui si aprivano
facesse base una banda di predoni arabi. Si racconta che gli abitanti
dei paesi circostanti, stanchi delle incursioni e delle razzie che questi
briganti compivano, abbiano fatto crollare nottetempo gli accessi
alle caverne, imprigionando per sempre gli occupanti, assieme ad
inestimabili tesori. Ancora oggi, di notte, si vedono correre fra i prati
e la boscaglia le fiammelle balenanti di piccoli fuochi fatui: la gente
dice che sono i Saraceni che ritornano, per danzare al chiaro della
luna.
Il Premio sarà consegnato nella serata di mercoledì 26 luglio
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“Premio realtà culturale 2006” a Valter Colle - “Etichetta discografica Nota”
Caparbio divulgatore dell’”altra” musica, quella lontana dai riflettori,
Valter Colle è etnomusicologo, insegnante di antropologia culturale,
discografico, editore, sognatore. Friulano, alla fine degli anni Ottanta
fonda Nota, etichetta discografica che diviene in breve un punto di riferimento per il lavoro incessante, sbalorditivo, sulla musica di tradizione
orale, lavoro che preserva una ricchezza che è culturale, artistica, sociale. Nota ha un catalogo infinito, sembra un’etichetta discografica ma è
in realtà un centro di documentazione: nessun disco va fuori catalogo. Il
“Premio Città di Loano alla realtà culturale 2006” va ad un raro, forse
unico, esempio di intelligenza, passione, volontà. E lungimiranza.
Il Premio sarà consegnato nella serata di martedì 25 luglio
“Etichetta discografica Nota”
Sono più di dieci anni che l'etichetta udinese Nota raccoglie nella sua
collana Geos un patrimonio inestimabile di musiche di tradizione orale.
A fianco del responsabile Valter Colle, negli anni, troviamo studiosi che
hanno fatto la storia dell'etnomusicologia italiana, come Roberto Leydi o
Pietro Sassu, e molte altre personalità della musica di tradizione.
Principalmente dedicata alle tradizioni musicali italiane, presenta un
grande numero di ricerche sul campo effettuate dai più importanti
etnomusicologi (tra cui Renato Morelli, Ignazio Macchiarella, Nicola
Scaldaferri, Leonardo D'Amico, Mauro Balma, Placida Staro, Salvatore
Villani, ecc. ).
Fra i moltissimi esecutori ed autori degli oltre 500 titoli pubblicati fino
ad oggi, possiamo citare per la musica italiana e la canzone d'autore Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli, Caterina Bueno, FLK, Fausto
Amodei, Lino Straulino, Alessio Lega... senza dimenticare alcuni
importanti musicisti tradizionali, come Luigi Lai e Melchiade Benni,
alcuni inediti di early music e ristampe di gruppi storici del revival
italiano.
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“Premio alla carriera 2006” a Otello Profazio
Con lui il fascino, la magia dei cantastorie torna a rivivere. Artista dalla
intensa comunicativa - che gli ha dato anche grande notorietà - lavora da
sempre sul patrimonio popolare della sua Calabria, della Sicilia, di tutto il
meridione. Ha preso dagli antichi cantastorie e dal poeta popolare Ignazio
Buttitta, ed ha restituito un canto suo, vitale, forte, colorato. Il “Premio Città
di Loano alla carriera 2006” - una carriera iniziata negli anni Sessanta e
tuttora viva - va alla terra, alle storie, alle leggende, ai personaggi del Sud
aspro e dolce, ricco e povero, e alla capacità di cercarli e cantarli, di renderli
emblematici. Spettacolo, cronaca e testimonianza insieme.
Otello Profazio
Otello Profazio, memoria storica ed enciclopedia vivente
dell'etnoantropologia musicale del Sud, è considerato, anche dai suoi
colleghi, il “Principe dei cantastorie”. Fin da giovane ha sentito prorompente
il bisogno, diventato poi necessità, di impegno civile, e di raccogliere e
divulgare il patrimonio etnomusicale del Sud; di tutto il Sud e non solamente
della Calabria (dove è nato) o della Sicilia (di cui è considerato, a ragione,
degno rappresentante). In oltre 40 anni di attività e di ricerca ha scritto,
scovato e riscritto innumerevoli canti e documenti canori che ha catalogato
per temi e che costituiscono il suo archivio personale. Moltissime le canzoni
pubblicate in numerosissimi dischi dove reinterpreta la storia del Sud, o
meglio, ne canta la controstoria. Tutte le sue canzoni, anche quelle che al
primo ascolto potrebbero sembrare “allegre”, “leggere”, o "scandalose",
sono canti di protesta, di lotta “poetica”, di analisi critica della realtà
sociale, espressi con l'uso della satira, arma molto pericolosa nelle sue mani,
contro i potenti, quelli “che avrebbero dovuto fare” per il Sud e “non hanno
fatto”. Vale la pena ricordare almeno “Qua si campa d'aria”, il cui omonimo
lp ha ottenuto il disco d'oro per aver venduto più di un milione di copie,
primato mai raggiunto per un'opera cantastoriale; in questa canzone, i versi,
macigni scagliati contro i potenti, costituiscono un alto contributo civile alle
“Questioni meridionali”. Vincitore del premio Pitrè, il più alto riconoscimento
culturale siciliano, Profazio dedica gran parte dell'anno all'attività
concertistica in Italia e all'estero, Brasile, Stati Uniti, Canada, Australia,
Svizzera, Germania, etc., dove è molto conosciuto, apprezzato e richiesto. È
inoltre autore di commenti musicali di famosi film (tra cui L'amante di
Gramigna, Delitto d'amore,…) e di sceneggiati televisivi, nonché di
numerosi programmi radiofonici e televisivi che, negli anni '70, hanno dato
lustro e rianimato una tradizione culturale che stava scomparendo. Per oltre
15 anni ha tenuto una rubrica settimanale, “Profaziate”, sul quotidiano “la
Gazzetta del Sud”. Fino ad oggi ha pubblicato 4 libri di Profaziate . A Profazio
è stato assegnato il premio alla carriera del “Premio città di Loano 2006”.
Il Premio sarà consegnato nella serata di giovedì 27 luglio
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Martedì 25 luglio - ore 21.30 - Spazio Culturale Orto Maccagli - Lungomare
CALICANTO (Veneto)
Calicanto
Storico gruppo della scena folk italiana, nasce nell'autunno del 1981
con l'attenzione rivolta agli studi etnomusicali sul territorio veneto, a
quel tempo estremamente rari. La ricerca sul campo da parte di
Roberto Tombesi cui si unisce, nella metà degli anni ottanta, il
contributo dei ricercatori Marina Dalla Valle e Guglielmo Pinna e le
prime ricostruzioni di strumenti, tra i quali la piva (antica cornamusa
veneto-emiliana) da parte di Massimo Fumagalli, portano all'uscita
del primo LP nel 1983 “De là dell'acqua”. Calicanto ha intrapreso
molteplici itinerari finalizzati al recupero ed alla rivitalizzazione del
ricco patrimonio musicale veneto, abbinando al lavoro di ricerca
etnomusicologica un'intensa attività concertistica in tutto il mondo.
Vanta innumerevoli partecipazioni ad importanti festival
internazionali (Vancouver, Washington, Seattle, Lisbona, Santiago de
Compostela, Lubiana, Lorient, Dranouter, Berna, Segovia, …) e
prestigiose collaborazioni teatrali e cinematografiche (Luis Bacalov,
Juliette Binoche, Patrice Leconte, Vanessa Paradis, …).
Compongono il gruppo: Gabriele Coltri cornamuse, armonium Claudia Ferronato canto - Francesco Ganassin clarinetti,
ocarine, canto - Giancarlo Tombesi contrabbasso - Roberto
Tombesi organetti, mandole, canto - Paolo Vidaich percussioni,
canto. “Isole senza mar” è il dodicesimo CD di Calicanto. È uscito in
concomitanza con i 25 anni di attività del gruppo ed è dedicato alla
riscoperta dei sentieri musicali dei Colli Euganei. Il lavoro, che
abbinato al CD ha un libro di 84 pagine, è frutto di vari anni di
ricerche documentali e di interviste ad anziani. Nel disco compaiono
temi originali realizzati con la collaborazione di prestigiosi ospiti
internazionali come il gruppo galiziano Milladoiro, J. M. Carlotti e D.
Paris, i Monaci dell'Abbazia di Praglia, gli stessi anziani, e con una
sorta di gemellaggio culturale con “Le Parc Des Volcans D'Auvergne”
in Francia. I riferimenti ai trovatori della Corte Estense, a Beatrice
d'Este, a Petrarca, Shelley, al gregoriano, ai rituali come il
“batermarso”, gli echi di bande musicali, di corali, danze, ninne
nanne, contribuiscono a tratteggiare la sottile bellezza di questi Colli.
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Mercoledì 26 luglio - ore 21.30 - Spazio Culturale Orto Maccagli - Lungomare
TENDACHËNT (Piemonte) con la partecipazione di TONI TORREGROSSA (Spagna)
Tendachënt
È il nuovo progetto di Maurizio Martinotti, fondatore e leader della storica
formazione piemontese La Ciapa Rusa. Tendachënt nasce nella primavera '97
come evoluzione de La Ciapa Rusa, di cui riprende in parte il repertorio,
rivestendolo però di nuovi e più progressivi arrangiamenti. Danze antiche
come gighe e perigurdini, inconsuete melodie modali, scale arabeggianti e
forme le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che pure conservano una
forza ed una modernità straordinarie, canti rituali, di derivazione pagana,
ritmati e coinvolgenti... Ed ancora il fascino sottile di un bordone, il gioco
ritmico delle percussioni, il rincorrersi ed incrociarsi di timbri e colori, il
vibrare delle corde e l'incalzare dei violini... Ed una lingua come il piemontese,
tronca ed incisiva, che ben si sposa ai ritmi serrati e vorticosi. Nella sua ancor
breve carriera Tendachënt si è esibito in Svizzera, Francia, Austria, Spagna e
Portogallo. Il disco d'esordio, "Ori Pari", è stato pubblicato in Italia e Spagna.
Il gruppo ha inoltre accompagnato la cantante Betti Zambruno nello
spettacolo "Omaggio a Leone Sinigaglia", prodotto nel 2001 per il festival
"Cantè Bergera": da tale concerto è stato ricavato il cd "Al lung de la riviera",
pubblicato a febbraio 2003. Accanto al leader della formazione Maurizio
Martinotti (canto, ghironda, mandola) fanno parte dei Tendachënt Bruno
Raiteri (violino, viola, canto), Sergio Caputo (violino, percussioni, canto),
Enrico Negro (chitarra acustica, elettrica e midi, mandola, canto),
Gerardo Savone (basso elettrico), Gigi Biolcati (batteria, percussioni).
L'ultimo album del gruppo, vincitore del “Premio città di Loano 2006” è “La
Valle dei Saraceni”. La valle dei Saraceni si trova nel cuore del Monferrato: la
leggenda vuole che nelle grotte che qui si aprivano facesse base una banda
di predoni arabi. Conservando il sound moderno tinto di sonorità elettriche,
che rappresenta il suo marchio di fabbrica, Tendachënt con questo disco
accentua la spinta verso suoni e ritmi sempre più mediterranei. Numerosi gli
ospiti di prestigio: Enzo Avitabile (autore di un brano assieme a Maurizio
Martinotti), De Calaix, Renat Sette, Paul James, Toni Torregrossa e molti altri.
Toni Torregrossa
Lo spagnolo Toni Torregrossa è musicista e cantante di grande
personalità. È il leader di Urbalia Rurana, gruppo nato nel 1988
dall'incontro di alcuni dei solisti più attivi del Pais Valencian, zona di
grande tradizione musicale. A metà fra Europa e Nord Africa, con alle
spalle una tradizione di dominazione araba che ha lasciato segni non
marginali e facilmente identificabili nella musica tradizionale autoctona,
il Pais Valencian é in qualche misura una metafora ante litteram del
"villaggio globale", un punto dove Oriente ed Occidente si incontrano e
fondono. Di questa musica con solide radici nella storia millenaria del
bacino del Mediterraneo, Urbalia Rurana é il primo, più vitale e
qualificato portavoce.
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Giovedì 27 luglio - ore 21.30 - Arena estiva Giardino del Principe
DAVIDE VAN DE SFROOS (Lombardia) IL PARTO DELLE NUVOLE PESANTI (Calabria) OTELLO PROFAZIO
"L'asino, il corvo, il lupo - luoghi comuni"
Otello Profazio: il più grande cantastorie del sud, un milione di copie
vendute con il suo "Qua si campa d’aria".
Davide Van De Sfroos: cantore della provincia lombarda e in
particolare del lago di Como, grande autore in dialetto laghèe.
Il Parto delle nuvole pesanti: sfavillante formazione etnoautoriale
con le radici in Calabria e la residenza a Bologna.
Tre artisti che si ritrovano sullo stesso palco per una produzione del
“Premio nazionale Città di Loano”, in cui porteranno in scena le
figure di tre animali spesso considerati in modo negativo, ma che in
realtà sono simboli di caparbietà, dolcezza, marginalità. Così come
Omero paragona le imprese del valoroso Aiace a quelle di un asino,
Profazio, Van De Sfroos e il Parto fanno diventare l'asino, il corvo e il lupo
metafore della nostra società.
Calabria e Lombardia come luoghi comuni per sfatare i luoghi comuni.
Un grande spettacolo.
Davide Van De Sfroos
Davide Bernasconi nato a Monza è cresciuto a Mezzegra, nel “cuore” del lago
di Como. Quasi tutte le sue canzoni fanno capo al lago, al suo spirito
profondo, alle sue luci ad alle ombre, ruotando attraverso tutti i paesi
rivieraschi… senza mai però perdere d'occhio la Città, che fa sempre parte
di tutte le spedizioni, le mitologie, le esagerazioni in generale. La maggior
parte dei testi è pensata, scritta e cantata in dialetto tremezzino (o laghée):
una lingua più che un dialetto, resa ancor più realistica e forte da storie (e
personaggi - spessissimo dei veri outsider) che, anche se scomode, sono
assolutamente poetiche. Van de sfroos inizia l'attività nei Potage, gruppo di
ispirazione punk. Dopo le prime esperienze da solista forma una band, i De
Sfroos, e comincia ad elaborare i primi testi in lombardo, che daranno vita a
“Ciulandari” e “Viif”. I De Sfroos si confermeranno definitivamente con la
pubblicazione di “Manicomi”, contenente alcune famosissime canzoni come
La curiera. Nel 1996 i De Sfroos si sciolgono. Nel 1997 si ripresenta sulla
scena musicale capitanando la Van de Sfroos Band. L'anno successivo esce
“Bréva e Tivàn”, un'opera che porterà la critica ad interessarsi di lui; nel
1999 gli viene assegnato il Premio Tenco/SIAE come migliore artista
emergente. Due anni dopo la critica riconferma il suo giudizio positivo
assegnando la Targa Tenco 2002 per il miglior album in dialetto a “E semm
partii”. Nel 2002 viene pubblicato Laiv, album registrato, come dice il titolo,
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dal vivo e contenente 4 inediti. È del 2005 l'ultimo Album, Akuaduulza. I
compagni di viaggio dell'estate 2006 sono musicisti internazionali come
Sugar Blue, straordinario armonicista di New York che vanta trascorsi con
Rolling Stones (è suo il “riff” della hit “I Miss You”), Ray Charles, Willie Dixon,
Stan Getz, Frank Zappa, Johnny Shines, Bob Dylan oltre ad essere il vincitore
di un “Grammy Award” per il suo “Blues Explosion” (1985); Jaime Scott
Dolce, il “guitar hero” di New York, capace di evocare un sound tra le radici
del blues del Missisipi e il funk elettrico della Band of Gypsy di Jimi Hendrix;
Silvio Centamore (batterista) e Latonya Cobin (bassista di Charleston)
che insieme fanno una potente sezione ritmica in grado di portare dinamismo
e colori tipici della musica del Sud degli States; Anga Persico è il virtuoso
violinista che rappresenta l'anello di congiunzione fra il passato e il
presente.
Il Parto delle Nuvole Pesanti È dal 1990 che Il Parto delle Nuvole
Pesanti suona in tutta Italia e per il mondo. Energia, poesia, denuncia e
tradizione sono alcuni degli elementi che caratterizzano il percorso musicale
proposto dal gruppo nel corso degli anni. Il gruppo ha dimostrato
concretamente, con la sua pratica artistica quotidiana, che è possibile
mettere insieme canzone d'autore, folk, musica etnica e un'energia creativa
senza remore, al lavoro tanto sulle parole quanto sui suoni, tanto nelle
canzoni quanto nell'ambito più propriamente narrativo. Il gruppo ha
partecipato più volte alle principali manifestazioni musicali italiane, dal
Premio Tenco al concerto del Primo maggio. Il Parto propone oggi un viaggio
tra le sue diverse anime artistiche, un flusso inarrestabile di energia e
poesia, dove si fondono l'esperienza teatrale di “Roccu u stortu” e
cinematografica di “Doichlanda” con quella cantautorale maturata a fianco
di Claudio Lolli nel rifacimento degli “Zingari felici”. Un percorso tutto da
scoprire, tra bellissimi brani dell'ultimo disco “Il parto”, come L'imperatore e
Onda calabra, e brani del vecchio repertorio quali Ciani, Riturnella e Raggia,
che hanno fatto la storia della formazione calabra/bolognese. A originali
giochi sonori di strumenti acustici ed elettrici si aggiungono nell'esibizione
dal vivo esaltanti momenti d'improvvisazione musicale, teatrale e
cabarettistica. “Il parto”, l'ultimo album della band, attraversa idealmente
la penisola, coinvolgendo artisti diversi quasi per ogni regione italiana.
Come se Il Parto delle Nuvole Pesanti avesse deciso di raccogliere non solo
eredità sparse, ma stringere e riannodare fili di amicizie e di nuove
collaborazioni poetiche incontrate e conosciute in intensi anni di attività.
L'album, giunto al secondo posto nel “Premio città di Loano 2005”, segna
il passaggio della band dallo stile etno-rock a quello “etno-autorale”,
dalle timbriche acustiche, e in cui molta attenzione viene riservata alla
parte letteraria, miscelando forti radici musicali con grandi contenuti
poetici. Compongono il gruppo: Salvatore De Siena, percussioni, voce
- Mimmo Crudo, basso, Amerigo Sirianni, mandolino, chitarre Mirco Menna, voce, chitarra - Pasqualino Nigro, pianoforte,
fisarmonica - Gennaro de Rosa, batteria.
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ASSOCIAZIONE INDANZA
ore 21.00 - Piazza Palestro Stage
di avvicinamento alle danze tradizionali - ore 21.30 - Piazza Palestro Ballo Tradizionale
Da uno sparuto gruppo di amanti delle danze popolari, che, verso la metà
degli anni '80 si ritrovava negli scantinati di una chiesa sconsacrata,
sita in via Perosa, a Torino, nacque un embrione di Associazione, un moto
spontaneo che si diede come nome "Tuttindanza". Il gruppo in breve
divenne una piccola folla ed iniziarono a nascere alcune Associazioni, tra
le quali una di esse si prefisse di diffondere le danze e le musiche
Occitane e Francesi, così nacque l'Associazione Indanza.
L'Associazione “Indanza” si occupa ormai da diversi anni di danze
tradizionali, popolari e folkloristiche e promuove principalmente la
diffusione della conoscenza delle danze Occitane, Francesi e dei Paesi
Baschi, ma non solo, visto che l’Associazione cura anche corsi di danze
internazionali di ogni genere e nazione.
Il repertorio di danze Occitano-francese è tuttora danzatissimo nelle
feste, sia in Italia (specialmente nella zona Ovest del Piemonte) che su
tutto il territorio francese. Nelle feste popolari si possono ammirare
strumenti dai suoni antichi e particolari, fra i quali i più diffusi e
caratteristici sono la ghironda (vielle), l'organetto diatonico (accordéon)
ed altri ancora, che accompagnano danze di tempi passati ma tuttora
conosciute e ballate...
Fra le danze Francesi ed Occitane più note possiamo, ad esempio,
ricordare Bourrèe, Rondeau, Courenta, Gigo, Countrodanso, Avant Deux,
Congo, Rigodon, Mazurka Francese, Scottish, e mille altre ancora... Fra di
esse vi sono danze di coppia e di gruppo di antichissima tradizione.
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L’edizio
2005
Regione Liguria
Comune di Loano
Assessorato al Turismo e alla Cultura
RIVIERA LIGURE DELLE PALME
www.comuneloano.it
Provincia di Savona
In collaborazione con Associazione
“Le Muse Novae” Genova
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INFORMAZIONI:
Comune di Loano - Ufficio Turismo - tel. 019 675694
www.comuneloano.it · e-mail: [email protected]
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Foto: Silvio Massolo© - Archivio Comune di Loano - Stampa: www.litografiabacchetta.it
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