Rwanda - Missione dal 1 Agosto 2009 al 13 Agosto 2009 Partecipanti: Moschetta Laura ortottista, Deluigi Marco medico oculista, Deluigi Giulia medico, al terzo anno di formazione in oculistica, Rosalba Spaziani Testa infermiera. Struttura di accoglienza: Centre de Santé gestito dalle Suore Oblate dello Spirito Santo. Località: Muhura, a 3 ore di macchina da Kigali direzione Nord Est. Densità: 278 abitanti per Km 2 (il Rwanda è lo stato con la massima densità dell’Africa). Clima: annata particolarmente calda, 34°C di giorno e 25°C di sera, altitudine 2200 m Moneta: Franco Rwandese: 1 euro=800 franchi Rwandesi. Lingua: lo Stato ha introdotto l'obbligo della lingua inglese, ma la maggior parte della popolazione parla il dialetto locale e la lingua francese. Vita media: uomini 41,9 anni e donne 45,3 anni. Medici oculisti presenti sul territorio: sembrerebbe ulteriormente calato il numero di medici oculisti presenti nell’intero paese: 5 oculisti a Kigali, dipendenti statali come medici militari, e 2 a Kabgayi. Ospedali presenti sul territorio: Ospedale di Gahini a 1 ora di macchina da Muhura, Ospedale di Kigali distante 3 ore, Ospedale di Kabgayi distante 3-4 ore, Ospedale di Butare distante 4 ore. Indice di sviluppo umano: il Ruanda si colloca al 161 posto su 177 paesi. Obiettivi: dare continuità e autonomia alla gestione dell'ambulatorio oculistico del Centro de Santè di Muhura; continuare la formazione di Marie Claire, professionista sanitaria locale responsabile della gestione dell'ambulatorio e del trattamento delle patologie oftalmiche in assenza dei volontari Amoa; rifornire di materiale farmacologico e di strumenti chirurgici l'ambulatorio; trovare un sistema di rifornimento farmaci veloce e sicuro in modo da garantirne sempre la presenza; individuare un medico chirurgo oculista locale disposto a utilizzare periodicamente la struttura sanitaria di Muhura. Sabato 01/08/2009 Alle ore 4.45 del mattino Laura, Rosalba, Marco e Giulia si incontrano all’aeroporto Marconi di Bologna e iniziano la Missione Amoa in Ruanda. Assonnati, ma non per questo meno entusiasti, iniziano il viaggio verso Muhura con 46 Kg a testa di bagaglio, il minimo indispensabile per rifornire di materiale farmacologico e chirurgico il Centro de Santè. Dopo uno scalo a Bruxelles alle 10.40, arrivano a Kigali alle ore 19.00 locali. Sbarcati in terra africana respirano già un'aria diversa: sole tramontato da mezz'ora, temperatura di 28 °C e profumo d'Africa. Recuperati i bagagli nel piccolo aeroporto ruandese i partecipanti della missione vengono accolti calorosamente da Suor Cristina, da Nonna Amelia, da due volontari di Futuro Insieme (Associazione di volontariato Veronese) e da Faustino, un orfano di Muhura di 6 anni. Caricati i bagagli sui due mezzi messi a disposizione dal Centro de Santé, partono per le 3 ore di viaggio verso il villaggio. Tuttavia, anche se stanchi e affamati, i partecipanti della missione sono costretti a fermarsi poco dopo la partenza: una delle due jeep ha una ruota bucata, (già la seconda ruota della giornata per i ragazzi di Futuro Insieme). Il gruppo ferma la jeep in un spiazzo davanti a una capanna, si arma di torcia (la strada è completamente buia), cric e ruota di scorta. Dalla capanna di fango si intravede, in uno spazio completamene vuoto illuminato da una candela, una donna che guarda seria il gruppo, mentre due uomini si avvicinano incuriositi, osservano tutte le manovre senza disturbare per poi al termine di queste chiedere timidamente e senza insistenza “Avete qualcosa da mangiare?”. Da lì a poche ore Suor Cristina spiegherà che quest'anno ci sono state molte piogge violente in Ruanda, il clima non ha favorito l'agricoltura e molti raccolti sono andati perduti. Gli agricoltori hanno fame e non è facile per il popolo trovare da mangiare. Si nutrono, adulti e bambini, una volta al giorno, alla sera, dentro le capanne di fango. Nonostante la sosta, alle 23.00 del 1 agosto Rosalba, Laura, Marco e Giulia sono finalmente nell'alloggio, pronti per una cena veloce e tanto riposo. Domenica 02/08/2009 Al mattino il gruppo partecipa a 3 messe “stile Africano” con applausi, canti e lunghe omelie. In tarda mattina e nel primo pomeriggio viene sistemato tutto il nuovo materiale farmacologico e quello di sala operatoria. Viene donato al Centro il Frontifocometro elettronico che permetterà di velocizzare notevolmente la catagolazione degli occhiali del magazzino di Mhuhra. Viene annotato il materiale presente in minor quantità tra cui la Novesina, un anestetico topico, il Betadine, un disinfettante cutaneo e il Viscoelastico, necessario per gli interventi chirurgici. In sala operatoria li aspetta una felice sorpresa: sono presenti attrezzature chirurgiche che il gruppo temeva non fossero arrivate. Alle 16.00 partecipano all'Orfanotrofio a un piccolo spettacolo di danza e canto dedicato all'associazione “Futuro insieme” sempre pronta ad aiutare i bambini orfani. Lunedì 03/08/2009 Vengono visitati 14 pazienti e un intervento di chirurgia palpebrale a Charlotte (58 anni). Rosalba, Laura, Marco e Giulia rimangono molto Impressionati per la fiducia e pazienza di queste persone mantenute durante tutto il tempo di attesa e di intervento. Si affidano letteralmente alle mani dei “Dottori” senza chiedere nulla ed dicono semplicemente “muracose” , che nel dialetto locale significa “grazie”. Per l'ora di cena arriva Suor Eugenie, direttrice del centro, che spiega ai sanitari la grande difficoltà nel trovare un oculista di riferimento per il Centro De Santè. Durante la primavera, Suor Eugenie si è dedicata alla ricerca di un oculista della capitale disposto ad andare al distretto di Muhura per sfruttare la sala chirurgica. A Kjgali sono tutti oculisti militari, la classe maggiormente privilegiata in Ruanda. Invitati da Suor Eugenie sono andati a visitare il centro, ma l'impressione di Suor Eugenie è stata molto negativa: hanno visitato 50 pazienti in 30 minuti e hanno manifestato complessivamente una scarsa motivazione, per cui Suor Eugenie non ha proposto nessuna collaborazione. A Gaini l'oculista che era stato individuato nelle precedenti missioni non è più presente, per cui per il momento il reparto oculistico di Gaini è gestito solo da infermieri che fanno riferimento all'Ospedale di Kabgayi, distante 3-4 ore di macchina da Muhura. A Kabgayi sono presenti due oculisti stranieri, forse sud africani, che parlano inglese, ma che in ogni caso non sono disponibili ad andare a Muhura, dato la grossa mole di lavoro che devono affrontare. Martedì 04/08/2009 Vengono visitati 15 pazienti, eseguiti 2 interventi di asportazione di pterigio (che è una malattia della superficie dell'occhio, determinata da una crescita anomala della congiuntiva sulla cornea) e 2 controlli post operatori dei piccoli interventi del giorno precedente. La sala operatoria è veramente calda. Le prime operazioni si eseguono nel mattino, asportazioni di pterigio a Musabymana (57 anni) per Kambanula (50 anni), che è talmente rilassato da addormentarsi sul lettino durante l'intervento. Nel frattempo Claire e Laura si confrontano su un modo pratico e veloce per rifornire l'ambulatorio di farmaci. Purtroppo la connessione ad internet è instabile e solo nei giorni successivi si riuscirà ad ottenere l'indirizzo mail del Centro de Santè, in modo che Claire possa inviare in Italia mensilmente la lista del materiale mancante. Nella stessa giornata viene contattata Marie, la ragazza di 15 anni alla quale è stata assegnata una protesi oculare: l'intenzione è di inserirla all'inizio della settimana successiva dopo una profilassi antibiotica. Inoltre vengono raccolte informazioni dettagliate sul lavoro della referente Ruandese Claire Mukandutine di Kigali. Claire ha lavorato uno o due giorni a settimana autonomamente di giovedì o lunedì per un totale di 20 giorni, nel periodo da marzo a luglio visitando 93 pazienti. Gli altri giorni della settimana ha continuato a prestare servizio nel Centro svolgendo altri compiti sanitari. Ha acquisito autonomia nel riconoscimento dei candidati all’intervento di cataratta, ma ha ancora difficoltà nel prescrivere occhiali e nel trattare le congiuntiviti allergiche e il tracoma. Necessita quindi formazione in questi settori. Claire ha uno spiccato senso pratico, capacità e voglia di imparare e, durante la missione, è sempre con i volontari assistendoli anche in sala. Claire ha una situazione economica molto pesante da sostenere in quanto deve mantenere le sue piccole figlie gemelle e i figli della sorella deceduta per HIV. Mercoledì 05/08/2009 Primo intervento di cataratta a Mukandamtsa Marguerite, occhio destro. L'equipe è soddisfatta e superate le prime difficoltà tecniche sembra essere andato tutto per il meglio. Nel pomeriggio vengono riprese le visite e tra queste colpisce il caso di una ragazza di 15 anni con corpo estraneo corneale che la infastidiva da oltre 1 mese. Le viene estratto e dopo la medicazione è apparsa già più serena. Giovedì 06/08/2009 Secondo intervento per cataratta totale occhio destro per Matama Marziana. L'anziana signora era già stata operata nella missione dell'anno precedente da Amoa nell'occhio sinistro. E’ tanto tranquilla da addormentarsi durante la chirurgia con molta soddisfazione di Marco che non si deve così preoccupare della collaborazione della paziente. Primo controllo post operatorio per Marguerite che passa che da percezione luce temporale nel momento preoperatorio a 1/10 nel postoperatorio. Viene medicata e rinviata a casa sorridente. Laura e Rosalba passano il pomeriggio a sistemare farmaci oftalmici trovati nel dispensario del centro mentre Giulia e Marco continuano l'attività ambulatoriale. Individuano diversi casi di tracoma ma purtroppo la tetraciclina collirio scarseggia e non è sufficiente per tutti. Giulia prontamente decide di passare alla terapia per via orale chiedendo il farmaco al dispensario del Centro. Vengono anche raccolte informazioni su Peace, la ragazza che affianca Claire nel centro di ottica e che nel periodo della spedizione è assente per partecipare a un corso di formazione. Venerdì 07/08/2009 Si tratta di una giornata intensa in quanto nella mattinata Rosalba Giulia e Marco eseguono due interventi di cataratta mentre Laura parla con Suor Eugenie sulle possibilità per formare il personale in oftalmologia. La suora spiega che prima della guerra le infermiere venivano formate anche dal punto di vista oculistico, ora non ci sono più esperti in oftalmologia in tutto il Ruanda e quindi non c'è nessuno che possa insegnare questa materia: la suora consiglia una formazione in Italia. In Ruanda la formazione infermieristica consta di 4 anni e studiando altri 2 anni si diventa “Medico di base” mentre la specializzazione dura 2-3 anni a seconda del tipo. Suor Eugenie suggerisce di trovare una figura sanitaria non troppo giovane perchè i giovani sono tenuti a frequentare tirocini in diverse località come quello che sta seguendo ora Peace. In questo modo aumentano la loro qualifica ma si spostano di frequente. Sarebbe bene investire su una persona affidabile e disposta a lavorare al centro di Muhura. Purtroppo esperienze precedenti hanno dimostrato che non sempre chi ha ricevuto un'istruzione è rimasto presso il villaggio. Claire purtroppo non può essere considerata: è sieropositiva e non si sta curando. I volontari rimangono tutti tristemente colpiti e delusi dalla notizia sulla condizione di salute di Claire. Suor Eugenie decide di parlare con la madre superiore per trovare una suora infermiera disposta ad occuparsi dell'ambulatorio oculistico a fianco della cara Claire. Sabato 08/08/2009 Al centro il sabato è un giorno festivo. Nella prima mattinata Laura, Giulia Marco e Rosalba si recano a visitare il mercato di Muhura e passeggiano tra banchetti molto suggestivi dove si commerciano banane, olio, legumi e anche stoffe con cui le donne ruandesi sono abituate a vestirsi. Rientrati dal mercato Giulia e Marco effettuano al centro i 4 controlli post operatori: le prime due signore vanno già molto bene, mentre le ultime due signore operate di cataratta avranno un decorso post operatorio un pò più lungo. Tutte ringraziano affettuosamente. Domenica 09/08/2009 Giornata turistica con una gita al parco nazionale di Akagera e riposo. Lunedì 10/08/2009 Viene rimandato un intervento di cataratta per Geatia in quanto la paziente è affetta da congiuntivite. Verrà posta all'attenzione della missione Amoa del Dottor Di Maita, oculista che arriverà al centro poco dopo la partenza del gruppo. Nel primo pomeriggio viene effettuato un intervento su una paziente donna. La giornata si conclude come sempre con le visite ambulatoriali. Giulia Laura e Rosalba fanno “shopping” acquistando oggetti artigianali in agave, fatti dalle ragazze sieropositive di Muhura. Notte africana sotto le stelle di San Lorenzo. Martedì 11/08/2009 I pazienti si sono sparsi la voce e al mattino c'è sempre un gran affollamento davanti all'ambulatorio. Prosegue l'attività ambulatoriale con il tentativo di inserzione di protesi per la piccola Marie, ma purtroppo la protesi sembra troppo grande per entrare nell'orbita. Dopo numerosi tentativi si decide di riportarla in Italia e ridurne le dimensioni. Mercoledì 12/08/2009 Ultimi preparativi in vista del viaggio e ultime accurate visite ai postoperati e a Paola, piccola orfana di 2 anni e mezzo. Presenta una importante riduzione della vista in entrambi gli occhi per miopia elevata associata a uno strabismo dell'occhio più miope (l’occhio è deviato verso il naso). Alla piccola le era stata prescritta una terapia occlusiva con benda che purtroppo ha eseguito solo a parzialmente. Vengono lasciate una serie di consegne al Dottor Di Maita che proseguirà l'ambulatorio da lì a pochi giorni. Ultima cena ad opera della grande cuoca Veneranda accompagnata da un caloroso “arrivederci” delle Suore del Centro che hanno preparato un regalo per ciascuno dei volontari. Giovedì 13/08/2009 In capitale pranzo all'italiana con Dimitri, un bianco che vive in Ruanda da anni. Alle 18.30 partenza dall'aereoporto di Kjgali dopo l'ultimo “aperitivo” alla Ruandese, acqua fresca e succo concentrato di Maracuja. Scalo a Bruxelles alle 5.30 del mattino e arrivo in Italia aeroporto di Bologna alle 22.30. Pieni di emozioni e bei ricordi il gruppo di sanitari si saluta con la promessa di rimanere strettamente in contatto.