booklet def.CDR - Associazione Mogli Medici Italiani

Associazione
Mogli
Medici
Italiani
Sezione di Trapani
Provincia Regionale
di Trapani
Ordine dei Medici
Trapani
EPATITE
\
l epidemia silenziosa
PREFAZIONE
PREFAZIONE - EPATITE C IN PILLOLE
I
l presente opuscolo nasce come iniziativa dell'Associazione Mogli Medici
Italiani (AMMI) sezione di Trapani e vuole costituire una maneggevole guida
informativa sull'infezione da Epatite C (HCV) per i giovani studenti e per tutti
coloro non sufficientemente informati. L'infezione da HCV è una malattia definita
“silenziosa”, non solo per le sue caratteristiche cliniche, ma soprattutto perché
poco si parla di essa e delle sue modalità di trasmissione.
Il booklet è stato realizzato grazie alla collaborazione dell'Associazione EPAC e
del Prof. Antonio Craxì, dell'Università di Palermo, per la consulenza ed il
supporto informativo, forniti per la stesura di questa sintetica guida.
INTRODUZIONE
EPATITE C IN PILLOLE
I
l termine epatite significa “infiammazione del fegato” (dal greco “hepatos”,
fegato, e “itis” infiammazione). Nella maggior parte dei casi il responsabile di
questa infiammazione è un agente infettivo virale, la lettera “C” indica infatti il
tipo di virus responsabile, la cui sigla completa è HCV (“Hepatitis C Virus”, cioè
virus dell'epatite C). L'HCV attacca il fegato, provocando
danni molto gravi. Causa, infatti, la morte delle cellule
epatiche, che vengono sostituite da cicatrici. La
progressiva perdita di cellule porta ad una grave
compromissione delle normali attività evolvendo, come
ultimo stadio, nella cirrosi epatica, che a sua volta può
degenerare in un tumore (epatocarcinoma). La via di
trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di
qualcuno già infettato dal virus. Purtroppo l'infezione trova
terreno fertile in pratiche apparentemente innocue e, in questi casi, è importante
fare molta attenzione per cercare di comprendere l'igienicità di alcuni luoghi.
Qualche esempio? L'epatite C si può prendere se la manicure, il tatuaggio e il
piercing (attualmente molto di moda soprattutto tra i più giovani) sono eseguiti
con strumenti non sterilizzati: quando si decide di sottoporsi a tali “trattamenti” è
utile appurare di persona che le norme igieniche e sanitarie siano
scrupolosamente rispettate. Controversa è, invece, la teoria secondo la quale la
trasmissione possa avvenire anche con rapporti sessuali non protetti.
piccolo, rotondeggiante, invisibile a occhio nudo,
questo è l'identikit del virus dell'epatite C (HCV).
L'HCV è in grado di sopravvivere nell'ambiente anche
per diverse ore e per ucciderlo è necessario portare la
temperatura a 120 °C per almeno 20 minuti. Purtroppo è in
grado di sfuggire alle difese dell'organismo grazie alla
capacità di modificare rapidamente i propri componenti,
ossia le proteine dell'involucro. L'HCV è particolarmente subdolo, tanto che il
decorso clinico della malattia epatica può essere silente per molti anni. Ma
anche senza manifestare la propria presenza il virus persiste nella sua opera di
danneggiamento del fegato, che nel tempo, non solo perde gradualmente la
propria funzione di “laboratorio biochimico” del corpo umano, ma assume un
aspetto raggrinzito, fibroso e comincia a non lavorare normalmente, con gravi
ripercussioni sullo stato di salute della persona.
\
È
IL NEMICO INVISIBLE - L HCV IN ITALIA
IL NEMICO INVISIBILE
\
L HCV IN ITALIA
I
n Italia, la diffusione del virus HCV ha toccato la massima intensità tra gli anni '60
e la metà degli anni '80. Grazie alle migliori conoscenze delle vie di
trasmissione, alla diffusa adozione di materiale sanitario monouso e, più in
generale, all'elevarsi del livello igienico, l'infezione da HCV è attualmente in
diminuzione, anche se ha generato un numero cospicuo di portatori cronici del
virus. Quanti siano ancora i soggetti inconsapevoli di avere contratto una infezione
cronica nessuno lo sa con certezza, e nessuno è in
HCV: CAUSA PRINCIPALE DI
grado di fornire stime attendibili, fatto grave
EPATOPATIA CRONICA IN ITALIA
considerando che l'epatite C causa il maggior
HBV
ALTRO
9.9%
15%
numero di decessi tra le malattie infettive
ALCOL+HCV
trasmissibili. Si stima che il 3 % della popolazione
12.1%
italiana è venuta a contatto con il virus e che ci siano
circa 2.000.000 di portatori cronici del virus. Ci
ALCOL
6.2%
HCV +
possiamo quindi avvalere solamente dei dati ricavati
56.6%
dai pazienti che hanno già scoperto l'infezione da
HCV e ne esce un quadro poco confortante.
LE CAUSE DI INFEZIONI DI EPATITE C:
COME AVVIENE IL CONTAGIO
COME AVVIENE IL CONTAGIO
I
n passato le principali fonti di infezione erano le trasfusioni di sangue e
l'impiego di strumenti non correttamente sterilizzati, quali per esempio
le siringhe di vetro. Attualmente i controlli su donazioni di sangue ed
emoderivati, nonché l'impiego di materiale monouso hanno pressoché
azzerato queste modalità di contagio. L' attenzione, ora, si è spostata su
altri fattori o procedure che possono provocare il contagio: piercing e
tatuaggi eseguiti in luoghi non idonei, trattamenti estetici eseguiti con
materiali non monouso e non sterilizzati, cure odontoiatriche eseguite in
ambiti non idonei, interventi ambulatoriali di piccola chirurgia, esami
endoscopici eseguiti con materiale non sterilizzato adeguatamente, e lo
scambio di siringhe tra i tossicodipendenti.
Andiamo più specificatamente ad analizzare le singole cause:
?
Aghi e siringhe riutilizzati per iniezioni intramuscolari ed endovenose
di farmaci e droghe. In ambiente sanitario-ospedaliero il rischio di
contrarre l'infezione attraverso questa modalità è oggi diminuita, grazie
all'utilizzo di materiale monouso e di procedure di sterilizzazione.
In generale il rischio è molto alto tra i tossicodipendenti che fanno uso di
droghe per via endovenosa, nei quali l'incidenza di infezione da HCV
oscilla dal 50 al 95%: in Europa e negli Stati Uniti la tossicodipendenza è il
principale fattore di rischio per l'epatite C.
?
Trasfusioni di sangue e di plasma. Hanno rappresentato il fattore di
rischio prevalente per la diffusione dell'HCV negli anni antecedenti il
1990, prima cioè che fosse introdotto lo screening obbligatorio del
sangue basato sulla ricerca degli anticorpi anti-HCV.
?
Oggi, grazie all'impiego di test sempre più sensibili e a un più
scrupoloso reclutamento dei donatori, il tasso di incidenza di epatite C
associato alle trasfusioni si è quasi azzerato nei Paesi occidentali (<
0,9%), ma resta alto nelle nazioni in via di sviluppo, per le quali le
trasfusioni rappresentano attualmente il principale mezzo di
contagio.Strumenti con cui vengono praticati il piercing, i tatuaggi,
l'agopuntura, interventi odontoiatrici e endoscopie, e in generale
tutti gli oggetti - di uso sanitario o domestico - che possono procurare
ferite anche lievi, quali forbici, rasoi, spazzolini e tagliaunghie, e che, se
non opportunamente sterilizzati, possono fungere da vettori di infezione.
LA VIA SESSUALE
LA VIA SESSUALE
L
'HCV non si trasmette attraverso
baci, carezze, condividendo gli
stessi spazi, tossendo, o usando le
stesse stoviglie. In coppie stabili e
monogame il contagio è virtualmente
assente. Tuttavia è buona prassi
rivolgersi al proprio medico di fiducia per
ricevere sull'argomento un corretto
counselling educazionale. Il pericolo di
contagio invece sussiste in presenza di
attività sessuale con partner multipli e concomitante assenza di
precauzioni. Un'attività sessuale promiscua espone i soggetti al rischio
di contrarre malattie veneree le cui lesioni cutanee possono costituire
un porta di ingresso o di uscita per l'HCV. Anche la presenza del ciclo
mestruale è una situazione a rischio per la trasmissione dell'infezione.
In gravidanza la possibilità di trasmettere l'infezione al nascituro sono
rare (inferiori al 5%). Il padre non trasmette il virus al nascituro
attraverso la fecondazione.
SITUAZIONI E GRUPPI DI SOGGETTI
\
chi e quando e a rischio di infezione
A RISCHIO DI INFEZIONE
C
i sono situazioni che rendono possibile la trasmissione del virus
dell'epatite C. Alcune possono presentarsi nella vita di ogni giorno, altre
sono legate a specifiche attività professionali. Esistono anche specifici
gruppi di soggetti a rischio di contrarre o di avere contratto l'infezione e che sono
portatori consapevoli o inconsapevoli di HCV. Vanno quindi distinte le modalità di
rischio di contagio del passato rispetto a quelle attuali.
In ogni caso, se si incorre in una situazione a rischio, è necessario rivolgersi al
proprio medico di medicina generale (o ad uno specialista) per programmare le
indagini del caso. Affrontare precocemente l'infezione è il modo migliore per
controllarla efficacemente.
Soggetti e situazioni a rischio del passato
?
emofilici in cui sono stati impiegati concentrati di
fattori della coagulazione prima del 1987 (quando
sono stati introdotti processi di inattivazione virale);
?
soggetti che hanno ricevuto trasfusioni o
somministrazione di emoderivati prima del 1992;
?
persone che hanno ricevuto trapianto di organi o
tessuti eterologhi fino al 1992.
Soggetti e situazioni a rischio del passato ma
anche attuali
?
soggetti con qualsiasi evidenza di danno epatico;
?
soggetti che nell'arco della loro vita hanno fatto uso di droghe per via
endovenosa anche se in maniera occasionale, saltuaria e non continuativa;
?
soggetti con tatuaggi e body piercing eseguiti in ambienti non igienicamente
protetti (es. carceri o istituti non certificati);
?
operatori sanitari e personale di pubblica sicurezza poiché esposti a specifico
rischio professionale;
?
soggetti immigrati provenienti da regioni ad endemia (prevalenza) elevata;
?
bambini nati da madre positiva agli anticorpi contro il virus dell'epatite C;
?
persone con infezione da HIV;
?
soggetti sottoposti a lunga carcerazione;
?
persone che sono state sottoposte a emodialisi.
VA DOVE TI PORTA IL FEGATO
VENA CAVA INFERIORE
AREA NUDA
LOBO COUDATO
LOBO SINISTRO
LOBO
DESTRO
LEGAMENTO
VENOSO
ARTERIA
EPATICA
VENA PORTA
DEL FEGATO
DOTTO EPATICO
COMUNE
LOBO QUADRATO COLECISTI
va dove ti porta il fegato
I
l fegato è un organo per cui generalmente non proviamo molta stima. A cuore,
stomaco, polmoni guardiamo con attenzione e ammirazione. Il fegato invece lo
trascuriamo: eppure è una macchina che ci rende un gran numero di servizi
difficili ed onerosi. Lo sapevate che il nostro “laboratorio biochimico”, cioè il fegato
umano lavora notte e giorno, svolge quasi 500 reazioni chimiche diverse,
fondamentali, rimuove ciò che potrebbe essere nocivo per il corpo, elabora i grassi
dei cibi e ne ricava il colesterolo, produce la bile, sintetizza gli enzimi necessari per
il corretto funzionamento del metabolismo. Inoltre, il fegato fa da serbatoio naturale
per molte vitamine come la A e la D, per cui non abbiamo bisogno di ingerirne
continuamente con i cibi. Infine, dal fegato viene un fondamentale contributo al
mantenimento del corretto livello di glucosio nel sangue, cioè della glicemia.
il decorso della malattia
Come inizia l'epatite?
P
il decorso della malattia
er alcune persone la malattia inizia improvvisamente, con
gli stessi sintomi dell'influenza. Eccetto che questa
influenza sembra non guarire completamente. Per molte
altre la malattia compare gradualmente in un lungo periodo di
tempo. Presenta un periodo di incubazione da 6 a 9 settimane: alcune persone
trasportano il virus nel flusso sanguigno per anni.
Cosa accade poi?
A
differenza di quanto accade per l'epatite B, che in età adulta si risolve
spontaneamente nel 90-95% dei casi, solo una piccola parte dei pazienti
affetti da epatite C riesce a guarire senza farmaci e senza accusare danni
permanenti (percentuale stimata intorno al 15%). Di conseguenza, più di otto
cosi agisce il nemico
I
l virus, una volta penetrato nel corpo, si localizza principalmente nel fegato (ma
non solo) e si riproduce. Non appena ciò avviene, il sistema difensivo
dell'organismo (sistema immunitario) individua le cellule epatiche contenenti il
virus estraneo e si attiva per attaccarle. È l'inizio dell'infezione acuta che, dopo un
primo periodo,può divenire cronica.
Il virus, moltiplicandosi, può dar luogo all'aumento dei valori di specifiche sostanze
(enzimi epatici chiamati transaminasi) che vengono liberate nel sangue a seguito
della rottura degli epatociti. Lo sviluppo dell'infezione da HCV si snoda in più fasi
distinte:
1. Infezione acuta
Può durare fino a sei mesi e poi diventa, per definizione, epatite cronica. Solo in
una modesta percentuale di casi (5-10 per cento) si manifestano segni e sintomi
clinicamente evidenti quali ittero (cute giallognola), feci chiare, urine scure,
marcata debolezza. Nella maggior parte, l'infezione è asintomatica – cioè il virus
non dà segni evidenti della sua presenza – se si eccettua un senso di debolezza
scambiato spesso per affaticamento.
cosi agisce il nemico
Durante la fase acuta, circa 15-20 pazienti su 100 riescono a debellare il virus,
sviluppando gli anticorpi che rappresentano una “memoria” dell'evento, ma non
sono infettanti; ciò accade con maggiore frequenza nei soggetti sintomatici.
Purtroppo,nella maggior parte degli individui il “nemico” rimane nel fegato e
l'infezione si mantiene nel tempo. Dopo l'infezione, in alcuni casi si verifica la
guarigione con la scomparsa dell'HCV e la normalizzazione degli esami di
laboratorio. In altri casi dopo una apparente guarigione che dura alcuni giorni o
alcune settimane si osservano di nuovo esami di laboratorio alterati (aumento
delle transaminasi). Se il soggetto infettato non presenta il virus nel sangue per un
periodo di almeno sei mesi/un anno si può considerare definitivamente guarito.
2. Infezione cronica
Il virus resta nel fegato e provoca all'organo un danno che non scompare ma,
anzi,può tendere a peggiorare nel tempo. Alcune persone possono avere sintomi
generici di malessere, come stanchezza o dolori muscolari, altre, invece, non
hanno alcun disturbo. La progressiva distruzione delle cellule epatiche seguita a
tentativi di riparazione può lentamente provocare la trasformazione del tessuto
normale in cicatriziale (fibrosi). Gran parte di questo danno deriva dall'abnorme
risposta del sistema immunitario che, nel tentativo di eliminare il virus annidato nel
fegato,danneggia anche le stesse cellule che lo “ospitano”. A seguito di queste
alterazioni strutturali, il fegato non riesce più a funzionare normalmente e, nel
tempo, pur se con ampie variazioni da persona a persona, la situazione può
degenerare in una malattia clinicamente rilevante. Di conseguenza, più o meno
una persona su cinque può sviluppare un quadro di cirrosi epatica.
L'evoluzione dell'epatite cronica e la progressione della malattia sono senza
dubbio influenzate negativamente da fattori aggiuntivi quali “cattive abitudini”
(assunzione di alcolici, fumo, sovrappeso, dislipidemie), da infezione
contemporanea con altri virus (come quello dell'epatite B o l'HIV ), da malattie
come il diabete.
3. Le degenerazioni in cirrosi
Il 20-35% dei pazienti con epatite cronica nel giro di 10-30 anni progredisce verso la
cirrosi. L'evoluzione verso cirrosi passa attraverso la distruzione delle cellule
epatiche e con la comparsa di noduli e di cicatrici che determinano la perdita
progressiva della funzionalità del fegato.
i portatori sani di epatite c
La cirrosi epatica è causa di:
?
varici nell'esofago e nello stomaco, che rompendosi causano emorragie;
?
ingrossamento della milza, che condiziona anemia, calo dei globuli
bianchi e delle piastrine);
?
ittero, per l'accumulo nel sangue di bilirubina, con ingiallimento della pelle
e degli occhi;
?
ascite (accumulo di liquido nell'addome) con eventuale infezione dello
stesso
?
coma (encefalopatia epatica)
?
tumore maligno del fegato
i portatori sani di epatite c
E
' opportuno parlare dei portatore di HCV. Sono soggetti che hanno contratto
l'infezione da HCV e che, nonostante l'assenza di sintomi e i livelli di
transaminasi nella norma, sono potenzialmente infettanti in situazioni a
rischio. Vale la pena sottolineare che la definizione non si deve limitare alla sola
normalità della transaminasi, ma richiede la assoluta normalità di tutti i test di
funzione epatica, la negatività della ecografia epatica e la normalità dell'esame
obiettivo.
Infatti nel corso della infezione da HCV si possono verificare fluttuazioni delle
transaminasi, che possono rimanere normali per molti mesi o anche anni, per poi
incrementarsi improvvisamente in almeno il 20-30% dei pazienti (specie in quelli
infettati con genotipo 2) dando luogo ad una normalizzazione “fittizia” delle
transaminasi.
le prevenzione e lo stile di vita
N
on esistono al momento interventi di prevenzione specifica nei confronti
dell'infezione da HCV. Non è infatti attualmente disponibile un vaccino antiHCV a causa dell'elevata capacità del virus di mutare
rapidamente che gli consente di eludere facilmente le difese
dell'organismo, nonché per la difficoltà di far replicare il virus in
laboratorio e di trovare modelli animali sperimentali adatti
(sono comunque in fase di studio alcuni vaccini). Data la
mancanza di misure profilattiche specifiche, la prevenzione
dell'epatite C poggia essenzialmente sull'interruzione della catena del contagio.
Le misure preventive generiche . Le strategie preventive aspecifiche sono volte
a eliminare o ridurre la trasmissione dell'infezione e sono indirizzate in special
modo agli individui a rischio e ai loro familiari. Sostanzialmente consistono in:
?
usare siringhe monouso se si fa uso di droghe/farmaci iniettabili per endovena;
?
adottare precauzioni in ambiente domestico nel condividere oggetti taglienti o
e la prevenzione e lo stile di vita
Questi improvvisi picchi, talora anche importanti, determinano un evidente
peggioramento della istologia epatica. Nella maggior parte dei pazienti con
transaminasi normali esiste una qualche forma di danno epatico, anche se in
genere lieve: la fibrosi è usualmente modesta o assente, e la
istologia è significativamente meno severa rispetto ai pazienti
con transaminasi elevate o con fluttuanti. Pertanto, la storia
naturale della malattia nei soggetti con transaminasi
persistentemente normali non è sempre benigna, e sono stati
segnalati anche casi isolati di epatocarcinoma, addirittura con
fegato istologicamente normale. Non esiste al momento alcun
criterio che permetta di prevedere quali soggetti sono a rischio
di improvviso deterioramento della malattia epatica. Un portatore deve rivolgersi
almeno all'inizio ad un Centro di Epatologia per l'inquadramento del problema, per
la diagnosi differenziale fra portatore vero, soggetto guarito e paziente in
remissione biochimica temporanea. Successivamente il follow-up delle
transaminasi potrà essere effettuato dal Medico Curante.
appuntiti (rasoi, lamette, forbici, siringhe) e spazzolini per la pulizia dei denti;
?
usare il preservativo nei rapporti sessuali promiscui e se si è
la prevenzione e lo stile di vita
immunocompromessi o si è affetti da malattie sessualmente trasmissibili e da
lesioni genitali;
evitare di entrare in contatto con il sangue della persona contagiata.
L
'importanza dello stile di vita nei pazienti
HCV-positivi. Chi contrae l'epatite C può
continuare a svolgere le proprie abituali attività
quotidiane, incluse quelle sportive, e non deve seguire
una dieta specifica, sono, comunque, consigliati
alcuni accorgimenti riguardanti lo stile di vita, che sono
elencati qui di seguito:
?
abolire le bevande alcoliche;
?
optare per un'alimentazione bilanciata, ricca in
frutta e verdura e povera in cibi fritti, sale e grassi
animali (in caso di forme di epatite C più avanzate, per
esempio cirrosi epatica, il medico specialista valuterà
caso per caso la necessità di seguire un adeguato
regime alimentare);
?
evitare in caso di epatiti: alcool, droghe, caffè ed
eccitanti, fumo, sale, molluschi crudi, grassi saturi,
arachidi e frutta secca;
?
destinare a uso strettamente personale oggetti
taglienti;
?
l'utilizzo del profilattico non è ritenuto necessario
per le coppie stabili monogame; solo in caso di attività
sessuale promiscua, tale misura preventiva diventa
indispensabile.
diagnosi e terapia
diagnosi e terapia
L
' importanza della diagnosi PRECOCE.
Diagnosticare in fase precoce l'infezione da
epatite C consente di guadagnare tempo
prezioso e adottare con la massima tempestività le
strategie terapeutiche necessarie, ottimizzandone
l'efficacia.
Come si esegue la diagnosi?
L'epatite C è diagnosticata con un test del sangue. I
comuni esami sul sangue condotti di routine non
includono il test per HCV, pertanto la verifica sierologica
deve essere richiesta esplicitamente dal medico
curante. Per questo motivo la maggior parte delle
persone affette da epatite C asintomatica non sanno di
avere la malattia. Potrebbero scoprire tale infezione se
sono donatori di sangue in quanto nei donatori tale test è eseguito
obbligatoriamente.
Iter diagnostico classico
1) Scoperta del virus: esame HCV RNA, qualitativo e quantitativo che
rispettivamente indicano la presenza del virus e la sua quantità nel corpo.
2) Genotipizzazione: la classificazione del virus all'interno delle tipologie
note.
3) Valutazione della funzionalità del fegato: transaminasi e GGT.
4) Stadiazione della malattia: biopsia epatica o fibroscan (strumento che
indica l'ispessimento del fegato).
Una volta accertata la presenza dell'HCV, per avere un
quadro preciso sull'entità e sul tipo di danno al fegato,
è spesso utile effettuare una biopsia epatica, un
esame che viene eseguito in regime di ricovero
giornaliero (Day Hospital) e che consiste nel prelievo
di un piccolo campione di tessuto epatico e nella sua
analisi al microscopio. Le informazioni così ottenute
possono contribuire alla definizione del programma
terapeutico più adeguato per il paziente HCV-positivo.
diagnosi e terapia
Che cos'è la biopsia? E' una procedura chirurgica diagnostica che permette di
determinare se esiste un danno epatico attivo e/o permanente. Si inserisce un ago
nel fegato per una frazione di secondo per prelevare un piccolissimo campione.
La pelle viene anestetizzata permettendo di non sentire nessun dolore.
La terapia. Oggi è possibile bloccare l'infezione cronica da HCV con farmaci
specifici ed impedire in una parte dei pazienti che l'infezione proceda verso la
cirrosi e le sue più temibili complicanze. La cura dell'infezione cronica HCV si
fonda sulla combinazione tra l'Interferone associato ad un analogo nucleotidico
(Ribavirina).
Come gestire l'infezione cronica da HCV? L'epatite C è una infezione seria che,
a lungo termine, può portare a malattie epatiche fatali come la cirrosi e il tumore.
Tuttavia con adeguati controlli medici, i pazienti con epatite C possono condurre
una vita attiva e normale.
Il trapianto. Quando l'epatite cronica da HCV è arrivata allo stadio avanzato di
cirrosi e sono presenti le complicanze di cui si è parlato, appare opportuno
iniziare una valutazione per eventuale inserimento del paziente in lista d'attesa
per il trapianto di fegato.
CONSIGLI ALIMENTARI PER
CHI SEGUE LA MEDICINA ALTENATIVA
raccomanda una dieta povera di proteine per
minimizzare lo stress al fegato. Tutta la dieta
dovrebbe avere un regime ipoglicemico con
piccoli pasti durante il giorno, evitando cibi
zuccherati, alcool e caffeina. Bere moltissima
acqua depurata, e con succo di limone fresco
ogni mattina e sera, seguito da succhi
vegetali. Fare questo per due tre settimane.
L'ideale sarebbe un'insalata e un pasto a
vapore, oppure vegetali leggermente saltati in
padella ogni giorno.
?
Secondo l'Enciclopedia della Medicina
Naturale: si raccomanda una dieta naturale
ricca di fibre, e povera di grassi saturi animali
e sintetici, carboidrati semplici (zuccheri,
succhi di frutta, farina bianca, miele ecc) acidi
grassi ossidati (oli fritti) e grassi animali.
Mangiare cibi ricchi di lecitina, acidi grassi
essenziali (salmone, olio di lino) e vegetali
verdi. Le radici di "dente di leone" e di carciofo
sono condimenti dietetici utili per migliorare il
flusso della bile.
consigi alimentari
?
Secondo una guida di medicina alternativa, si
Provincia Regionale
di Trapani
Sezione di Trapani
Sen. Pietro Grammatico
realizzato da: marganaedizioni.it
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