Associazione Mogli Medici Italiani Sezione di Trapani Provincia Regionale di Trapani Ordine dei Medici Trapani EPATITE \ l epidemia silenziosa PREFAZIONE PREFAZIONE - EPATITE C IN PILLOLE I l presente opuscolo nasce come iniziativa dell'Associazione Mogli Medici Italiani (AMMI) sezione di Trapani e vuole costituire una maneggevole guida informativa sull'infezione da Epatite C (HCV) per i giovani studenti e per tutti coloro non sufficientemente informati. L'infezione da HCV è una malattia definita “silenziosa”, non solo per le sue caratteristiche cliniche, ma soprattutto perché poco si parla di essa e delle sue modalità di trasmissione. Il booklet è stato realizzato grazie alla collaborazione dell'Associazione EPAC e del Prof. Antonio Craxì, dell'Università di Palermo, per la consulenza ed il supporto informativo, forniti per la stesura di questa sintetica guida. INTRODUZIONE EPATITE C IN PILLOLE I l termine epatite significa “infiammazione del fegato” (dal greco “hepatos”, fegato, e “itis” infiammazione). Nella maggior parte dei casi il responsabile di questa infiammazione è un agente infettivo virale, la lettera “C” indica infatti il tipo di virus responsabile, la cui sigla completa è HCV (“Hepatitis C Virus”, cioè virus dell'epatite C). L'HCV attacca il fegato, provocando danni molto gravi. Causa, infatti, la morte delle cellule epatiche, che vengono sostituite da cicatrici. La progressiva perdita di cellule porta ad una grave compromissione delle normali attività evolvendo, come ultimo stadio, nella cirrosi epatica, che a sua volta può degenerare in un tumore (epatocarcinoma). La via di trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di qualcuno già infettato dal virus. Purtroppo l'infezione trova terreno fertile in pratiche apparentemente innocue e, in questi casi, è importante fare molta attenzione per cercare di comprendere l'igienicità di alcuni luoghi. Qualche esempio? L'epatite C si può prendere se la manicure, il tatuaggio e il piercing (attualmente molto di moda soprattutto tra i più giovani) sono eseguiti con strumenti non sterilizzati: quando si decide di sottoporsi a tali “trattamenti” è utile appurare di persona che le norme igieniche e sanitarie siano scrupolosamente rispettate. Controversa è, invece, la teoria secondo la quale la trasmissione possa avvenire anche con rapporti sessuali non protetti. piccolo, rotondeggiante, invisibile a occhio nudo, questo è l'identikit del virus dell'epatite C (HCV). L'HCV è in grado di sopravvivere nell'ambiente anche per diverse ore e per ucciderlo è necessario portare la temperatura a 120 °C per almeno 20 minuti. Purtroppo è in grado di sfuggire alle difese dell'organismo grazie alla capacità di modificare rapidamente i propri componenti, ossia le proteine dell'involucro. L'HCV è particolarmente subdolo, tanto che il decorso clinico della malattia epatica può essere silente per molti anni. Ma anche senza manifestare la propria presenza il virus persiste nella sua opera di danneggiamento del fegato, che nel tempo, non solo perde gradualmente la propria funzione di “laboratorio biochimico” del corpo umano, ma assume un aspetto raggrinzito, fibroso e comincia a non lavorare normalmente, con gravi ripercussioni sullo stato di salute della persona. \ È IL NEMICO INVISIBLE - L HCV IN ITALIA IL NEMICO INVISIBILE \ L HCV IN ITALIA I n Italia, la diffusione del virus HCV ha toccato la massima intensità tra gli anni '60 e la metà degli anni '80. Grazie alle migliori conoscenze delle vie di trasmissione, alla diffusa adozione di materiale sanitario monouso e, più in generale, all'elevarsi del livello igienico, l'infezione da HCV è attualmente in diminuzione, anche se ha generato un numero cospicuo di portatori cronici del virus. Quanti siano ancora i soggetti inconsapevoli di avere contratto una infezione cronica nessuno lo sa con certezza, e nessuno è in HCV: CAUSA PRINCIPALE DI grado di fornire stime attendibili, fatto grave EPATOPATIA CRONICA IN ITALIA considerando che l'epatite C causa il maggior HBV ALTRO 9.9% 15% numero di decessi tra le malattie infettive ALCOL+HCV trasmissibili. Si stima che il 3 % della popolazione 12.1% italiana è venuta a contatto con il virus e che ci siano circa 2.000.000 di portatori cronici del virus. Ci ALCOL 6.2% HCV + possiamo quindi avvalere solamente dei dati ricavati 56.6% dai pazienti che hanno già scoperto l'infezione da HCV e ne esce un quadro poco confortante. LE CAUSE DI INFEZIONI DI EPATITE C: COME AVVIENE IL CONTAGIO COME AVVIENE IL CONTAGIO I n passato le principali fonti di infezione erano le trasfusioni di sangue e l'impiego di strumenti non correttamente sterilizzati, quali per esempio le siringhe di vetro. Attualmente i controlli su donazioni di sangue ed emoderivati, nonché l'impiego di materiale monouso hanno pressoché azzerato queste modalità di contagio. L' attenzione, ora, si è spostata su altri fattori o procedure che possono provocare il contagio: piercing e tatuaggi eseguiti in luoghi non idonei, trattamenti estetici eseguiti con materiali non monouso e non sterilizzati, cure odontoiatriche eseguite in ambiti non idonei, interventi ambulatoriali di piccola chirurgia, esami endoscopici eseguiti con materiale non sterilizzato adeguatamente, e lo scambio di siringhe tra i tossicodipendenti. Andiamo più specificatamente ad analizzare le singole cause: ? Aghi e siringhe riutilizzati per iniezioni intramuscolari ed endovenose di farmaci e droghe. In ambiente sanitario-ospedaliero il rischio di contrarre l'infezione attraverso questa modalità è oggi diminuita, grazie all'utilizzo di materiale monouso e di procedure di sterilizzazione. In generale il rischio è molto alto tra i tossicodipendenti che fanno uso di droghe per via endovenosa, nei quali l'incidenza di infezione da HCV oscilla dal 50 al 95%: in Europa e negli Stati Uniti la tossicodipendenza è il principale fattore di rischio per l'epatite C. ? Trasfusioni di sangue e di plasma. Hanno rappresentato il fattore di rischio prevalente per la diffusione dell'HCV negli anni antecedenti il 1990, prima cioè che fosse introdotto lo screening obbligatorio del sangue basato sulla ricerca degli anticorpi anti-HCV. ? Oggi, grazie all'impiego di test sempre più sensibili e a un più scrupoloso reclutamento dei donatori, il tasso di incidenza di epatite C associato alle trasfusioni si è quasi azzerato nei Paesi occidentali (< 0,9%), ma resta alto nelle nazioni in via di sviluppo, per le quali le trasfusioni rappresentano attualmente il principale mezzo di contagio.Strumenti con cui vengono praticati il piercing, i tatuaggi, l'agopuntura, interventi odontoiatrici e endoscopie, e in generale tutti gli oggetti - di uso sanitario o domestico - che possono procurare ferite anche lievi, quali forbici, rasoi, spazzolini e tagliaunghie, e che, se non opportunamente sterilizzati, possono fungere da vettori di infezione. LA VIA SESSUALE LA VIA SESSUALE L 'HCV non si trasmette attraverso baci, carezze, condividendo gli stessi spazi, tossendo, o usando le stesse stoviglie. In coppie stabili e monogame il contagio è virtualmente assente. Tuttavia è buona prassi rivolgersi al proprio medico di fiducia per ricevere sull'argomento un corretto counselling educazionale. Il pericolo di contagio invece sussiste in presenza di attività sessuale con partner multipli e concomitante assenza di precauzioni. Un'attività sessuale promiscua espone i soggetti al rischio di contrarre malattie veneree le cui lesioni cutanee possono costituire un porta di ingresso o di uscita per l'HCV. Anche la presenza del ciclo mestruale è una situazione a rischio per la trasmissione dell'infezione. In gravidanza la possibilità di trasmettere l'infezione al nascituro sono rare (inferiori al 5%). Il padre non trasmette il virus al nascituro attraverso la fecondazione. SITUAZIONI E GRUPPI DI SOGGETTI \ chi e quando e a rischio di infezione A RISCHIO DI INFEZIONE C i sono situazioni che rendono possibile la trasmissione del virus dell'epatite C. Alcune possono presentarsi nella vita di ogni giorno, altre sono legate a specifiche attività professionali. Esistono anche specifici gruppi di soggetti a rischio di contrarre o di avere contratto l'infezione e che sono portatori consapevoli o inconsapevoli di HCV. Vanno quindi distinte le modalità di rischio di contagio del passato rispetto a quelle attuali. In ogni caso, se si incorre in una situazione a rischio, è necessario rivolgersi al proprio medico di medicina generale (o ad uno specialista) per programmare le indagini del caso. Affrontare precocemente l'infezione è il modo migliore per controllarla efficacemente. Soggetti e situazioni a rischio del passato ? emofilici in cui sono stati impiegati concentrati di fattori della coagulazione prima del 1987 (quando sono stati introdotti processi di inattivazione virale); ? soggetti che hanno ricevuto trasfusioni o somministrazione di emoderivati prima del 1992; ? persone che hanno ricevuto trapianto di organi o tessuti eterologhi fino al 1992. Soggetti e situazioni a rischio del passato ma anche attuali ? soggetti con qualsiasi evidenza di danno epatico; ? soggetti che nell'arco della loro vita hanno fatto uso di droghe per via endovenosa anche se in maniera occasionale, saltuaria e non continuativa; ? soggetti con tatuaggi e body piercing eseguiti in ambienti non igienicamente protetti (es. carceri o istituti non certificati); ? operatori sanitari e personale di pubblica sicurezza poiché esposti a specifico rischio professionale; ? soggetti immigrati provenienti da regioni ad endemia (prevalenza) elevata; ? bambini nati da madre positiva agli anticorpi contro il virus dell'epatite C; ? persone con infezione da HIV; ? soggetti sottoposti a lunga carcerazione; ? persone che sono state sottoposte a emodialisi. VA DOVE TI PORTA IL FEGATO VENA CAVA INFERIORE AREA NUDA LOBO COUDATO LOBO SINISTRO LOBO DESTRO LEGAMENTO VENOSO ARTERIA EPATICA VENA PORTA DEL FEGATO DOTTO EPATICO COMUNE LOBO QUADRATO COLECISTI va dove ti porta il fegato I l fegato è un organo per cui generalmente non proviamo molta stima. A cuore, stomaco, polmoni guardiamo con attenzione e ammirazione. Il fegato invece lo trascuriamo: eppure è una macchina che ci rende un gran numero di servizi difficili ed onerosi. Lo sapevate che il nostro “laboratorio biochimico”, cioè il fegato umano lavora notte e giorno, svolge quasi 500 reazioni chimiche diverse, fondamentali, rimuove ciò che potrebbe essere nocivo per il corpo, elabora i grassi dei cibi e ne ricava il colesterolo, produce la bile, sintetizza gli enzimi necessari per il corretto funzionamento del metabolismo. Inoltre, il fegato fa da serbatoio naturale per molte vitamine come la A e la D, per cui non abbiamo bisogno di ingerirne continuamente con i cibi. Infine, dal fegato viene un fondamentale contributo al mantenimento del corretto livello di glucosio nel sangue, cioè della glicemia. il decorso della malattia Come inizia l'epatite? P il decorso della malattia er alcune persone la malattia inizia improvvisamente, con gli stessi sintomi dell'influenza. Eccetto che questa influenza sembra non guarire completamente. Per molte altre la malattia compare gradualmente in un lungo periodo di tempo. Presenta un periodo di incubazione da 6 a 9 settimane: alcune persone trasportano il virus nel flusso sanguigno per anni. Cosa accade poi? A differenza di quanto accade per l'epatite B, che in età adulta si risolve spontaneamente nel 90-95% dei casi, solo una piccola parte dei pazienti affetti da epatite C riesce a guarire senza farmaci e senza accusare danni permanenti (percentuale stimata intorno al 15%). Di conseguenza, più di otto cosi agisce il nemico I l virus, una volta penetrato nel corpo, si localizza principalmente nel fegato (ma non solo) e si riproduce. Non appena ciò avviene, il sistema difensivo dell'organismo (sistema immunitario) individua le cellule epatiche contenenti il virus estraneo e si attiva per attaccarle. È l'inizio dell'infezione acuta che, dopo un primo periodo,può divenire cronica. Il virus, moltiplicandosi, può dar luogo all'aumento dei valori di specifiche sostanze (enzimi epatici chiamati transaminasi) che vengono liberate nel sangue a seguito della rottura degli epatociti. Lo sviluppo dell'infezione da HCV si snoda in più fasi distinte: 1. Infezione acuta Può durare fino a sei mesi e poi diventa, per definizione, epatite cronica. Solo in una modesta percentuale di casi (5-10 per cento) si manifestano segni e sintomi clinicamente evidenti quali ittero (cute giallognola), feci chiare, urine scure, marcata debolezza. Nella maggior parte, l'infezione è asintomatica – cioè il virus non dà segni evidenti della sua presenza – se si eccettua un senso di debolezza scambiato spesso per affaticamento. cosi agisce il nemico Durante la fase acuta, circa 15-20 pazienti su 100 riescono a debellare il virus, sviluppando gli anticorpi che rappresentano una “memoria” dell'evento, ma non sono infettanti; ciò accade con maggiore frequenza nei soggetti sintomatici. Purtroppo,nella maggior parte degli individui il “nemico” rimane nel fegato e l'infezione si mantiene nel tempo. Dopo l'infezione, in alcuni casi si verifica la guarigione con la scomparsa dell'HCV e la normalizzazione degli esami di laboratorio. In altri casi dopo una apparente guarigione che dura alcuni giorni o alcune settimane si osservano di nuovo esami di laboratorio alterati (aumento delle transaminasi). Se il soggetto infettato non presenta il virus nel sangue per un periodo di almeno sei mesi/un anno si può considerare definitivamente guarito. 2. Infezione cronica Il virus resta nel fegato e provoca all'organo un danno che non scompare ma, anzi,può tendere a peggiorare nel tempo. Alcune persone possono avere sintomi generici di malessere, come stanchezza o dolori muscolari, altre, invece, non hanno alcun disturbo. La progressiva distruzione delle cellule epatiche seguita a tentativi di riparazione può lentamente provocare la trasformazione del tessuto normale in cicatriziale (fibrosi). Gran parte di questo danno deriva dall'abnorme risposta del sistema immunitario che, nel tentativo di eliminare il virus annidato nel fegato,danneggia anche le stesse cellule che lo “ospitano”. A seguito di queste alterazioni strutturali, il fegato non riesce più a funzionare normalmente e, nel tempo, pur se con ampie variazioni da persona a persona, la situazione può degenerare in una malattia clinicamente rilevante. Di conseguenza, più o meno una persona su cinque può sviluppare un quadro di cirrosi epatica. L'evoluzione dell'epatite cronica e la progressione della malattia sono senza dubbio influenzate negativamente da fattori aggiuntivi quali “cattive abitudini” (assunzione di alcolici, fumo, sovrappeso, dislipidemie), da infezione contemporanea con altri virus (come quello dell'epatite B o l'HIV ), da malattie come il diabete. 3. Le degenerazioni in cirrosi Il 20-35% dei pazienti con epatite cronica nel giro di 10-30 anni progredisce verso la cirrosi. L'evoluzione verso cirrosi passa attraverso la distruzione delle cellule epatiche e con la comparsa di noduli e di cicatrici che determinano la perdita progressiva della funzionalità del fegato. i portatori sani di epatite c La cirrosi epatica è causa di: ? varici nell'esofago e nello stomaco, che rompendosi causano emorragie; ? ingrossamento della milza, che condiziona anemia, calo dei globuli bianchi e delle piastrine); ? ittero, per l'accumulo nel sangue di bilirubina, con ingiallimento della pelle e degli occhi; ? ascite (accumulo di liquido nell'addome) con eventuale infezione dello stesso ? coma (encefalopatia epatica) ? tumore maligno del fegato i portatori sani di epatite c E ' opportuno parlare dei portatore di HCV. Sono soggetti che hanno contratto l'infezione da HCV e che, nonostante l'assenza di sintomi e i livelli di transaminasi nella norma, sono potenzialmente infettanti in situazioni a rischio. Vale la pena sottolineare che la definizione non si deve limitare alla sola normalità della transaminasi, ma richiede la assoluta normalità di tutti i test di funzione epatica, la negatività della ecografia epatica e la normalità dell'esame obiettivo. Infatti nel corso della infezione da HCV si possono verificare fluttuazioni delle transaminasi, che possono rimanere normali per molti mesi o anche anni, per poi incrementarsi improvvisamente in almeno il 20-30% dei pazienti (specie in quelli infettati con genotipo 2) dando luogo ad una normalizzazione “fittizia” delle transaminasi. le prevenzione e lo stile di vita N on esistono al momento interventi di prevenzione specifica nei confronti dell'infezione da HCV. Non è infatti attualmente disponibile un vaccino antiHCV a causa dell'elevata capacità del virus di mutare rapidamente che gli consente di eludere facilmente le difese dell'organismo, nonché per la difficoltà di far replicare il virus in laboratorio e di trovare modelli animali sperimentali adatti (sono comunque in fase di studio alcuni vaccini). Data la mancanza di misure profilattiche specifiche, la prevenzione dell'epatite C poggia essenzialmente sull'interruzione della catena del contagio. Le misure preventive generiche . Le strategie preventive aspecifiche sono volte a eliminare o ridurre la trasmissione dell'infezione e sono indirizzate in special modo agli individui a rischio e ai loro familiari. Sostanzialmente consistono in: ? usare siringhe monouso se si fa uso di droghe/farmaci iniettabili per endovena; ? adottare precauzioni in ambiente domestico nel condividere oggetti taglienti o e la prevenzione e lo stile di vita Questi improvvisi picchi, talora anche importanti, determinano un evidente peggioramento della istologia epatica. Nella maggior parte dei pazienti con transaminasi normali esiste una qualche forma di danno epatico, anche se in genere lieve: la fibrosi è usualmente modesta o assente, e la istologia è significativamente meno severa rispetto ai pazienti con transaminasi elevate o con fluttuanti. Pertanto, la storia naturale della malattia nei soggetti con transaminasi persistentemente normali non è sempre benigna, e sono stati segnalati anche casi isolati di epatocarcinoma, addirittura con fegato istologicamente normale. Non esiste al momento alcun criterio che permetta di prevedere quali soggetti sono a rischio di improvviso deterioramento della malattia epatica. Un portatore deve rivolgersi almeno all'inizio ad un Centro di Epatologia per l'inquadramento del problema, per la diagnosi differenziale fra portatore vero, soggetto guarito e paziente in remissione biochimica temporanea. Successivamente il follow-up delle transaminasi potrà essere effettuato dal Medico Curante. appuntiti (rasoi, lamette, forbici, siringhe) e spazzolini per la pulizia dei denti; ? usare il preservativo nei rapporti sessuali promiscui e se si è la prevenzione e lo stile di vita immunocompromessi o si è affetti da malattie sessualmente trasmissibili e da lesioni genitali; evitare di entrare in contatto con il sangue della persona contagiata. L 'importanza dello stile di vita nei pazienti HCV-positivi. Chi contrae l'epatite C può continuare a svolgere le proprie abituali attività quotidiane, incluse quelle sportive, e non deve seguire una dieta specifica, sono, comunque, consigliati alcuni accorgimenti riguardanti lo stile di vita, che sono elencati qui di seguito: ? abolire le bevande alcoliche; ? optare per un'alimentazione bilanciata, ricca in frutta e verdura e povera in cibi fritti, sale e grassi animali (in caso di forme di epatite C più avanzate, per esempio cirrosi epatica, il medico specialista valuterà caso per caso la necessità di seguire un adeguato regime alimentare); ? evitare in caso di epatiti: alcool, droghe, caffè ed eccitanti, fumo, sale, molluschi crudi, grassi saturi, arachidi e frutta secca; ? destinare a uso strettamente personale oggetti taglienti; ? l'utilizzo del profilattico non è ritenuto necessario per le coppie stabili monogame; solo in caso di attività sessuale promiscua, tale misura preventiva diventa indispensabile. diagnosi e terapia diagnosi e terapia L ' importanza della diagnosi PRECOCE. Diagnosticare in fase precoce l'infezione da epatite C consente di guadagnare tempo prezioso e adottare con la massima tempestività le strategie terapeutiche necessarie, ottimizzandone l'efficacia. Come si esegue la diagnosi? L'epatite C è diagnosticata con un test del sangue. I comuni esami sul sangue condotti di routine non includono il test per HCV, pertanto la verifica sierologica deve essere richiesta esplicitamente dal medico curante. Per questo motivo la maggior parte delle persone affette da epatite C asintomatica non sanno di avere la malattia. Potrebbero scoprire tale infezione se sono donatori di sangue in quanto nei donatori tale test è eseguito obbligatoriamente. Iter diagnostico classico 1) Scoperta del virus: esame HCV RNA, qualitativo e quantitativo che rispettivamente indicano la presenza del virus e la sua quantità nel corpo. 2) Genotipizzazione: la classificazione del virus all'interno delle tipologie note. 3) Valutazione della funzionalità del fegato: transaminasi e GGT. 4) Stadiazione della malattia: biopsia epatica o fibroscan (strumento che indica l'ispessimento del fegato). Una volta accertata la presenza dell'HCV, per avere un quadro preciso sull'entità e sul tipo di danno al fegato, è spesso utile effettuare una biopsia epatica, un esame che viene eseguito in regime di ricovero giornaliero (Day Hospital) e che consiste nel prelievo di un piccolo campione di tessuto epatico e nella sua analisi al microscopio. Le informazioni così ottenute possono contribuire alla definizione del programma terapeutico più adeguato per il paziente HCV-positivo. diagnosi e terapia Che cos'è la biopsia? E' una procedura chirurgica diagnostica che permette di determinare se esiste un danno epatico attivo e/o permanente. Si inserisce un ago nel fegato per una frazione di secondo per prelevare un piccolissimo campione. La pelle viene anestetizzata permettendo di non sentire nessun dolore. La terapia. Oggi è possibile bloccare l'infezione cronica da HCV con farmaci specifici ed impedire in una parte dei pazienti che l'infezione proceda verso la cirrosi e le sue più temibili complicanze. La cura dell'infezione cronica HCV si fonda sulla combinazione tra l'Interferone associato ad un analogo nucleotidico (Ribavirina). Come gestire l'infezione cronica da HCV? L'epatite C è una infezione seria che, a lungo termine, può portare a malattie epatiche fatali come la cirrosi e il tumore. Tuttavia con adeguati controlli medici, i pazienti con epatite C possono condurre una vita attiva e normale. Il trapianto. Quando l'epatite cronica da HCV è arrivata allo stadio avanzato di cirrosi e sono presenti le complicanze di cui si è parlato, appare opportuno iniziare una valutazione per eventuale inserimento del paziente in lista d'attesa per il trapianto di fegato. CONSIGLI ALIMENTARI PER CHI SEGUE LA MEDICINA ALTENATIVA raccomanda una dieta povera di proteine per minimizzare lo stress al fegato. Tutta la dieta dovrebbe avere un regime ipoglicemico con piccoli pasti durante il giorno, evitando cibi zuccherati, alcool e caffeina. Bere moltissima acqua depurata, e con succo di limone fresco ogni mattina e sera, seguito da succhi vegetali. Fare questo per due tre settimane. L'ideale sarebbe un'insalata e un pasto a vapore, oppure vegetali leggermente saltati in padella ogni giorno. ? Secondo l'Enciclopedia della Medicina Naturale: si raccomanda una dieta naturale ricca di fibre, e povera di grassi saturi animali e sintetici, carboidrati semplici (zuccheri, succhi di frutta, farina bianca, miele ecc) acidi grassi ossidati (oli fritti) e grassi animali. Mangiare cibi ricchi di lecitina, acidi grassi essenziali (salmone, olio di lino) e vegetali verdi. Le radici di "dente di leone" e di carciofo sono condimenti dietetici utili per migliorare il flusso della bile. consigi alimentari ? Secondo una guida di medicina alternativa, si Provincia Regionale di Trapani Sezione di Trapani Sen. Pietro Grammatico realizzato da: marganaedizioni.it Patrocinio