6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 1 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 6.1. ECONOMIA E DIFFERENZIAZIONE SOCIALE ECONOMIA: INSIEME DELLE ATTIVITA’ STABILMENTE INTRAPRESE DAI MEMBRI DI UNA SOCIETA’ PER PRODURRE, DISTRIBUIRE E SCAMBIARE PRODOTTI DEL LAVORO UMANO SISTEMA ECONOMICO: INSIEME DELLE ISTITUZIONI CHE ORIENTANO E REGOLANO LE ATTIVITA’ ECONOMICHE (PARSONS PARLA DI ADATTAMENTO: V. SCHEMA AGIL) ISTITUZIONE ECONOMICA CENTRALE NELL’ECONOMIA MODERNA E’ IL MERCATO FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 2 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO KARL POLANYI (1944) INDIVIDUA 3 FORME DI REGOLAZIONE DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE 1. RECIPROCITA’: REGOLAZIONE BASATA SU OBBLIGHI MORALI (ES. LAVORO IN FAMIGLIA, VOLONTARIATO, ETC.) 2. REDISTRIBUZIONE: AUTORITA’ CENTRALE RACCOGLIE LE RISORSE DI UN TERRITORIO E DELLE POPOLAZIONI CHE LO ABITANO E SUDDIVIDE QUESTE RISORSE SULLA BASE DI UN CRITERIO DI PRESTIGIO SOCIALE (ES. ANTICHI IMPERI, COME QUELLO EGIZIANO, OPPURE IL FEUDALESIMO) 3. MERCATO: CONCORRENZA TRA PRODUTTORI E SCAMBIO DI BENI MERCATO SI SVILUPPA PROGRESSIVAMENTE CON PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE = CALCOLABILITA’, RAZIONALITA’ STRUMENTALE, FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 3 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IMPERSONALITA’ E UNIVERSALISMO EGUAGLIANZA FORMALE INTESO SOPRATTUTTO COME ISTITUZIONI DI MERCATO: MONETA E CONTRATTO PIU’ IN GENERALE LE ISTITUZIONI ECONOMICHE SONO COLLEGATE ALL’ATTIVITA’ LAVORATIVA + DIFFERENZIAZIONE SOCIALE = + DIVISIONE DEL LAVORO ABBIAMO VISTO CHE PER DURKHEIM 3 CAUSE DELLA DIFFERENZIAZIONE SOCIALE: CRESCITA DEMOGRAFICA; CONCENTRAZIONE IN CITTA’; SVILUPPO DEI MEZZI COMUNICAZIONE = + INTERAZIONI E + COMPETIZIONE; FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 4 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO PER CONTRASTARE LA COMPETIZIONE, LE PERSONE SI SPECIALIZZANO E DIFFERENZIANO LE LORO ATTIVITA’ = DIVISIONE DEL LAVORO SOCIALE E DIFFERENZIAZIONE DELLE ISTITUZIONI PRIMA DI DURKHEIM MARX AVEVA PARLATO DI DIVISIONE SOCIALE DEL LAVORO = PRAXIS (AZIONE DI TRASFORMAZIONE DELLA NATURA) ALLA BASE DELLA COSTRUZIONE DELLA SOCIETA’: MEZZI DI PRODUZIONE E FORZE DI PRODUZIONE RAPPORTI SOCIALI DI PRODUZIONE ECONOMIA FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 5 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 6.2. STRATIFICAZIONE SOCIALE Per stratificazione sociale si intende sia il processo sia il prodotto della differenziazione sociale (formazione di società sempre più complesse) Strato: insieme di individui accomunati dallo stesso ammontare di risorse rilevanti in una data società (denaro, potere, istruzione, etc.) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 6 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Gerard Lensky (1954): la stratificazione delle società dipende dal livello di surplus economico e di concentrazione politica FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 7 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Per Lensky Fattori che concorrono alla stratificazione sociale sono: nomadismo (stratificazione), innovazione tecnica (+ accumulazione = + concentrazione), rivoluzioni politiche (in genere = – stratificazione = + eguaglianza) Esistono varie gerarchie (di reddito, cultura, potere, etc.) = differenze tra individui/gruppi con posizione sociale “cristallizzata” (equilibrio/congruenza di status) e individui/gruppi con posizione sociale “non cristallizzata (squilibrio di status) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 8 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Teoria funzionalista della stratificazione sociale Kingsley Davis e Wilbert Moore (1945): la società è un sistema che necessita di una serie di funzioni, ma alcune sono più importante di altre per la riproduzione del sistema stesso e richiedono capacità e competenze che solo pochi (“i talenti”) hanno La società, dunque, ha la necessità di ricompensare (distribuzione) gli individui in maniera differente, in modo da mettere “le persone giuste al posto giusto” FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 9 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Dunque, la stratificazione sociale è considerata inevitabile e anche desiderabile È sottovalutata la dimensione relazionale delle diseguaglianze: meccanismi di chiusura sociale, rapporti di potere (ad es. v. SLIDES 7) Si sposta l’attenzione sul quanto (quanto si guadagna, quanto si è apprezzati, etc.) non sul come (da dove deriva reddito, prestigio, etc.) Non si considera il conflitto, anche rispetto al giudizio su ciò che è da considerare +/- utile e per chi FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 10 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO La maggior parte dei sociologi, sebbene adottando diversi schemi e approcci, sostengono invece che nel capitalismo industriale si sono formate vere e proprie classi sociali = TEORICI DEL CONFLITTO (approccio marxiano e approccio weberiano) Studi empirici hanno confermato l’esistenza di sistematiche diseguaglianze tra individui/famiglie distinti analiticamente in classi sociali diseguaglianze di reddito, salute, educazione, mobilità sociale, etc. FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 11 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO CLASSE SOCIALE Partiamo dalle definizioni sintetiche di alcuni sociologi italiani negli ultimi 30 anni Insieme relativamente ampio di individui o di famiglie accomunati dalla stessa posizione nei principali rapporti di potere nella società e nella connessa distribuzione dei privilegi (Schizzerotto, 1988) Ampie categorie sociali di persone accomunate dalla stessa posizione nella divisione del lavoro dalla quale dipendono i livelli di reddito, ma che in virtù di tale posizione tendono ad assomigliarsi anche per i legami sociali, i modi di vita, la cultura, l’orientamento politico (Bagnasco, 2010) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 12 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO TORNIAMO A MARX E WEBER (GIA’ INCONTRATI IN PRECEDENZA).. KARL MARX (1818-1883) La storia dell’uomo si basa sulla lotta tra classi sociali: tutte le classi dominanti vengono alla fine rovesciate da quelle subordinate, che diventano a loro volta dominanti (dialettica) Il criterio distintivo delle classi sociali è il possesso o meno dei mezzi di produzione La forma di produzione e la forma di proprietà variano a seconda del tipo di società. Tuttavia, è solo col capitalismo che prendono forma vere e proprie classi sociali, caratterizzate da uomini giuridicamente eguali e – sebbene in forma assai variabile in base proprio alla classe sociale di appartenenza – liberi. FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 13 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Le diseguaglianze relazionali (sfruttamento e alienazione derivante da proprietà/non proprietà dei mezzi di produzione) sono alla base delle diseguaglianze distributive NOTE Marx è interessato molto di più alle diseguaglianze relazionali che a quelle distributive. Inoltre, egli distingue tra: Classe in sé = posizione nei rapporti di produzione Classe per sé = coscienza della propria posizione Non propone un preciso schema di classe, ma prevalentemente si sofferma su conflitto borghesia-proletariato. La concezione marxiana, però, non è solo dicotomica (es. Marx parla della piccola borghesia agricola: v. Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, scritto nel 1852) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 14 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO MAX WEBER (1864-1920) Rinviene le classi non in relazione al processo produttivo ma in relazione al MERCATO: del lavoro : operai/imprenditori del credito: creditori/debitori delle merci: consumatori/venditori FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 15 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Weber fa distinzione tra: classe (gruppi distinti per livelli di reddito e potere per mezzo del mercato) ceto (comunità di persone accomunate da stili di vita, status, cultura, religione) partito (organizzazione i cui membri condividono interessi e valori politici e puntano alla conquista del potere) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 16 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO CONCLUSIONI Ereditarietà + ACQUISIZIONE Classi sociali Confini mobili: eguaglianza formale. NON SI TRATTA DI CASTE (GRUPPI CHIUSI E SEPARATI GLI UNI DAGLI ALTRI, ANCHE SE LEGATI DA RAPPORTI DI POTERE)!!! FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 17 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 6.3. IL CAPITALISMO Definizione Marx (1867): Modo di produzione basato sull’accumulazione di capitale secondo formule come D-M-D’ Nota. Ma esiste anche il meccanismo D-D’ (v.dopo capitalismo finanziario) Proprietà privata dei mezzi di produzione e lavoro salariato: la logica del plusvalore e il lavoro ridotto a merce Enclosures a fine Settecento in Inghilterra FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 18 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Urbanizzazione, aumento della divisione del lavoro, accentramento in unità produttive sempre più grandi Immanuel Wallerstein (1980) ci sono cinque meccanismi centrali per mezzo dei quali la rete delle strutture produttive permette l'accumulazione incessante di capitale: 1. La mercificazione; 2. la molteplicità di modi di controllo sul lavoro; 3. le catene di merci; 4. lo scambio ineguale fra centro e periferia (es. Nord e Sud del Mondo); 5. e il gruppo di capitalisti monopolistici non specializzati che funziona come l'anti-mercato (fine della concorrenza) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 19 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Dinamica del capitalismo (Braudel, 1977) ORIGINI: lento sviluppo nel tempo, ma centrale è stato il proto capitalismo italiano all’epoca dei Comuni, rottura col feudalesimo: centralità della città e della borghesia imprenditoriale AFFERMAZIONE tra ‘600 e ‘700 in seguito a rivoluzione industriale e scientifica: crescente dipendenza dei sovrani dai banchieri e grandi mercanti Colonizzazione del mondo della vita da parte della produzione di massa e della logica di mercato (es. attività del tempo libero diventano merci..) Globalizzazione economica e doppio movimento del capitalismo (centrifugo e centripeto): lacerazione dei rapporti di solidarietà precedenti (es. enclosures) e rottura col potere centrale, ma poi nuovi monopoli e accentramento di potere economico e politico FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 20 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL RUOLO DELLA BORGHESIA Sombart (1863-1941): imprenditori come innovatori perché provenienti da minoranze emarginate Razionalità strumentale e ascetismo (Weber, 1922) Proprietà privata dei mezzi di produzione e affermazione del mercato Le dinamiche economiche sono sempre costruite socialmente: es. scelte politiche FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 21 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Nell’Ottocento borghesia rompe con le istituzioni del feudalesimo e ne crea di nuove: Stato di diritto e mercati nazionali e laissez faire (liberismo economico con Stato ridotto ad amministrare e mantenere l’ordine) IL CAPITALISMO SI CONNOTA PER IL SUO DINAMISMO: ELEVATO CAMBIAMENTO, ROTTURA DELLE COMUNITA’ E RAZIONALIZZAZIONE DELLA VITA= NUOVE FORME DI DISEGUAGLIANZE, MA ANCHE NUOVI MARGINI DI LIBERTA’ FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 22 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL CAPITALISMO HA ASSUNTO DIVERSE FORME NELLO SPAZIO A SECONDA DEL: 1. TIPO DI ISTITUZIONI PRECEDENTI AL CAPITALISMO E CULTURE NAZIONALI 2. STRUTTURA PRODUTTIVA E LIVELLO DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA 3. COALIZIONI DI ATTORI COLLETTIVI DIFFERENTI: CENTRALITA’ STRUTTURA DELLE CLASSI SOCIALI Es. Capitalismo anglosassone (libero mercato, concorrenza e dinamicità nella creazione di posti di lavoro, più possibilità di scalata sociale, ma anche + povertà, + diseguaglianze e insicurezza) vs Capitalismo renano (co-gestione delle imprese, investimenti pubblici in ricerca, formazione e protezione sociale, - dinamismo, ma + eguaglianza, sicurezza e migliori retribuzioni medie) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 23 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL CAPITALISMO HA ASSUNTO DIVERSE FORME NEL TEMPO: 1. PROTOINDUSTRIALE E CONCORRENZIALE (FINO AI PRIMI TRENT’ANNI DEL ‘900) 2. INDUSTRIALE MONOPOLISTICO E REGOLATO (IN PARTICOLARE DAL SECONDO DOPOGUERRA FINO AL 1975) 3. TERZIARIZZATO E DE-REGOLAMENTATO FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 24 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL CAPITALISMO INDUSTRIALE REGOLATO (1945-1975) NELLE SOCIETA’ DEMOCRATICHE MODERNE PIU’ FORZE SOCIALI CONCORRONO ALL’ORGANIZZAZIONE SOCIALE = la regolazione è frutto di relazioni in parte cooperative, in parte conflittuali COMPROMESSI SOCIALI: FORME DI GESTIONE DELLE DISEGUAGLIANZE SOCIALI CHE SONO COSI’ REGOLATE DALLE ISTITUZIONI. SONO SPESSO FRUTTO DI LUNGHI CONFLITTI (BAGNASCO, 2010) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 25 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 4 TRATTI SALIENTI 1. MOVIMENTO OPERAIO E ISTITUZIONI SINDACALI CENTRALI NELLA COSTRUZIONE DEL CAPITALISMO MODERNO 2. SCOLARIZZAZIONE DI MASSA = MOBILITA’ SOCIALE, SEBBENE LIMITATA 3. INNOVAZIONE TECNOLOGICA GUIDATA ANCHE DALLO STATO PROGRESSIVAMENTE DIVENUTO DEMOCRATICO (STATO DI DIRITTO COSTITUZIONALE VS STATO DI DIRITTO LIBERALE DELL’OTTOCENTO) 4. WELFARE STATE = INSIEME DI ISTITUZIONI DI PROTEZIONE E PROMOZIONE SOCIALE (V. PROSSIME LEZIONI SU STATO MODERNO) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 26 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO SETTORE ECONOMICO PREVALENTE CLASSI SOCIALI PREVALENTI SOCIETA’ PREINDUSTRIALE AGRICOLTURA SOCIETA’ INDUSTRIALE CONCORRENZIALE INDUSTRIA SOCIETA’ INDUSTRIALE RIFORMISTA INDUSTRIA E SERVIZI SOCIETA’ POSTINDUSTRIALE SERVIZI PROPRIETARI TERRIERI E CONTADINI BORGHESIA INDUSTRIALE E CLASSE OPERAIA BORGHESIA, CLASSE OPERAIA MA ANCHE CETI MEDI (PBA E CLASSE MEDIA IMPIEGATIZIA) REGOLAZIONE SOCIALE RECIPROCITA’ MERCATO MERCATO+REDISTRIBUZIONE PUBBLICA RUOLO STATO DEBOLE (SOPRATTUTTO ORDINE) DEBOLE: REGOLATORE DELLA CONCORRENZA RELATIVAMENTE FORTE, SOPRATTUTTO IN EUROPA, PRODUTTORE DEL WELFARE MOBILITA’ SOCIALE MOLTO SCARSA, PREV. STATUS ASCRITTI ESPANSIONE STATUS ACQUISITI FAVORITA DAL WELFARE STATE 4 CLASSI CAPITALISMO RIFORMISTA+ OPERAI DI SERVIZIO E LAVORATORI COGNITIVI NUOVA EGEMONIA DEL MERCATO (CONTRAZIONE RED.) CALANTE, SUBORDINATO A SVILUPPO COMPETIZIONE PROBLEMATICA: NUOVE POLARIZZAZIONI SOCIALI FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 27 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 6.4. MODELLI DI PRODUZIONE Capitalismo industriale concorrenziale: unità produttive medio-piccole + poche corporations, operai artigianali si organizzano nei primi sindacati di mestiere; elevato conflitto: società operaie di mutuo soccorso vs imprese legate a logica del profitto e Stato “neutrale” (ma anche prime forme di welfare dall’alto..v. prossime lezioni) Capitalismo industriale organizzato (primi trent’anni del Novecento e poi regolazione soprattutto 1945-1975): Organizzazione standardizzata e verticale + salari rel. alti = fordismo; Organizzazione taylor-fordista (v. slides 05) = il ruolo del “cronometrista” e l’alienazione del lavoro; L’operaio massa e i sindacati di categoria (universalismo) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 28 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Capitalismo post-industriale 3 forme di uscita dall’organizzazione industriale 1. Specializzazione flessibile e organizzazione per distretto industriale: l’industria diffusa, il capitale sociale a livello territoriale, il ruolo dei partiti e delle istituzioni locali (è stato tipico del NEC, ossia Nord-Est-Centro Italia) 2. La diversificazione di qualità: il neofordismo tedesco basato sull’innovazione tecnologica (robotica e microelettronica), polivalenza e legame scuola-lavoro, alti salari e formazione continua (Germania) 3. Toyotismo: produzione snella basata su razionalizzazione dei costi di produzione, just in time, circoli di qualità (Giappone) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 29 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO Tratti in comune dell’organizzazione post-industriale A partire dagli ultimi 2-3 decenni del XX secolo il capitalismo industriale e regolato si è trasformato. Tra i principali fenomeni che hanno segnato questo passaggio troviamo: Diversificazione dei prodotti come risposta alla sovra-riproduzione Specializzazione flessibile e Organizzazione post-fordista (impresa a rete) Terziarizzazione occupazionale e individualizzazione dei rapporti di lavoro Innovazione tecnologica: dalla microelettronica alle nuove tecnologie della comunicazione (la rivoluzione digitale: Castells, 2014) Globalizzazione e crescita della finanza nelle strategie di impresa Maggiore potere dei detentori di grande capitale su lavoratori e loro rappresentanti FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 30 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL CONFLITTO TRA FINANZA E PRODUZIONE: Si è passati dal capitalismo dei manager a quello degli investitori: la logica del profitto nel breve periodo prevale sulle strategie aziendali di lungo periodo Si guadagna dal Downsizing più per motivi finanziari (tagli al personale possono comportare crescita delle azioni), meno per motivi legati alla produzione (minori costi grazie a maggiore produttività) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 31 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 2 Note 1. Definizione di capitalismo finanziario già coniata dallo studioso marxista di inizio Novecento R. Hilferding, il quale considerava la crescita delle grandi banche,avvenuta verso la fine del XIX, come l’inizio di una nuova fase del capitalismo, in cui il potere economico è concentrato nelle mani di grandi istituzioni finanziarie. 2. Arrighi (1994) evidenzia come il capitalismo abbia da sempre due “anime”: capitalismo territoriale (organizzato e gestito a livello centrale: es. Stato) e capitalismo di flusso (scambio di merci su scala globale) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 32 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 6.5. IL LAVORO NELLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE La società attuale può essere definita “società dei servizi”, “società post-industriale” o, ancora “società dei lavori” Infatti una delle caratteristiche principali è la terziarizzazione economica ed occupazionale, processi che hanno trasformato il lavoro: quest’ultimo si è ulteriormente diversificato (tanti lavori di tipo diverso) e “frammentato” (diverse forme occupazionali, molte delle quali caratterizzate da scarsa stabilità/regolarità della prestazione lavorativa) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 33 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO DUE TESI SU TRASFORMAZIONE DEL LAVORO IN SEGUITO A TERZIARIZZAZIONE: 1. PROLETARIZZAZIONE E DEQUALIFICAZIONE CRESCENTI (SULLA SCIA DI BRAVERMAN, 1974, V. GALLINO 2009) = “I MACJOBS” (FACILE SOSTITUIBILITA’, CATTIVE CONDIZIONI DI LAVORO: I WOORKING POOR) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 34 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO 2. ESPANSIONE LAVORI QUALIFICATI: I KNOWLEDGE WORKERS (Drucker, 1993; Butera, 2008) = + PROFESSIONI INTELLETTUALI E TECNICHE, CIOE’ LAVORO COGNITIVO E QUALIFICATO: richiesta maggiore conoscenza e relazionalità anche nel lavoro operaio industriale e terziario COL TEMPO PARE CHE ENTRAMBE LE TESI SIANO VERE, PERCHE’: ALLA DISEGUAGLIANZA TRA LAVORO MANUALE E LAVORO NON MANUALE SI AGGIUNGE QUELLA TRA LAVORO QUALIFICATO E LAVORO ESECUTIVO; E LA POLARIZZAZIONE PROFESSIONALE RIGUARDA SIA IL LAVORO MANUALE CHE QUELLO NON MANUALE FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 35 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO IL LAVORO OGGI FORTE RELAZIONALITA’ E COINVOLGIMENTO EMOTIVO (“VENDERE ANCHE LA PROPRIA PERSONALITA”: ESSERE SORRIDENTE E DISPONIBILE) ELEVATA SOSTITUIBILITA’ COME LAVORATORI DE-QUALIFICATI DELL’IMPRESA MINORE SFORZO FISICO, MA RESISTENZA A LUNGHE GIORNATE DI LAVORO IN ALCUNI CASI LAVORO SIMIL-SERVILE O COMUNQUE DOMESTICO COME NELLA SOCIETA’ PRE-CAPITALISTICA (SOPRATTUTTO LAVORATORI STRANIERI: ES. BADANTI); IN ALTRI CASI LAVORO RELAZIONALE DALLE CONDIZIONI PIU’ COMODE (ES. ALCUNI COMMESSI, SEGRETARIE, ETC.) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 36 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017 6. DIVISIONE DEL LAVORO, PRODUZIONE E CAPITALISMO SPECIALMENTE CON PROFESSIONI QUALIFICATE: FORTE IDENTIFICAZIONE COL LAVORO, E NON COL POSTO DI LAVORO; FEDELTA’ ALLA COMUNITA’ PROFESSIONALE E MENO ALL’AZIENDA.. ..E SVILUPPO CREATIVITA’ – MA ANCHE STRESS DA PRESTAZIONE: ALIENAZIONE CREATIVA? Il lavoro può assorbire la persona fino a ridurne le competenze extra-lavorative..??? = es. tante ore a lavoro = minore tempo da dedicare alla sfera pubblica e sociale IN GENERALE = + RESPONSABILITA’ PERCHE’ IMPRESA SCARICA IL RISCHIO SUL LAVORATORE (STRUMENTO DI PRODUZIONE ISOLATO, COSTRETTO A CONTRATTARE DA SOLO CON L’ORGANIZZAZIONE) FIORENZO PARZIALE SOCIOLOGIA GENERALE 37 UNIVERSITA’ LUMSA-ROMA A.A. 2016-2017