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Legenda
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Edifici sacri nel Meratese
I volti del Romanico
Vita di campagna
1. Hotel Parini
2. Fattoria Selva
3. B&B Cà Del Cecco
4. Ristoro Monte Barro
5. Agriturismo San Materno
6. Pizzeria Lo Sfizio
7. Hotel Red’s
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Passeggiate nel parco
Ecomuseo Adda
8. Self Service Fumagalli
9. Ristorante Il Portico
10. Agriturismo Laghetto
11. H. Adda e C. Tropicana
12. Stendhal Sportclub
13. Centro Ippico Pegaso
14. Monticello Spa & Fit
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DAL TEMPIO DI BACCO AL TEMPIO DI DIO: IL CONVENTO
DI SANTA MARIA NASCENTE A SABBIONCELLO
La frazione Sabbioncello del comune di
Merate ospita uno dei pochi complessi
religiosi ancora attivi, in cui semplicità
francescana ed essenzialità decorativa
si fondono in un silenzioso e mistico
sodalizio. La strada carrozzabile che
sale al convento, ben illuminata anche
nelle ore serali, è puntellata dalle cap pelle della Via Crucis, erette nel 1715,
originariamente dipinte, ma oggi decorate da pannelli in cotto del 1965.
X È possibile lasciare l'automobile nei
pochi posti davanti alla chiesa, oppure
qualche metro più avanti in un apposito parcheggio gratuito dal quale si può
godere una incantevole veduta della
collina di Montevecchia.
Dal piccolo piazzale, caratterizzato dal
tipico X fondo acciottolato dei santuari, si accede alla chiesa dedicata a
Santa Maria Nascente e ai due chiostri
del convento. Sul lato opposto del
sagrato una piccola e ombreggiata area
verde munita di tavoli e panchine di
pietra invita al riposo.
L'intero complesso sorge sulle rovine di
un castello medievale distrutto nel
1026, ma ha origini assai più remote,
come documenta un'ara di epoca
romana dedicata alle dee matrone,
conservata nel chiostro piccolo. Lo
stesso sapore di antico risuona anche
nel significato del toponimo del luogo:
Sabbioncello adombrerebbe infatti al
latino Sabatius sacellum, cioè tempio
di Bacco.
Dai tempi di Bacco il sito è stato protagonista di complesse vicissitudini, che
non ne hanno però snaturato l'originario spirito di luogo di culto. Fin dall'alto
Medioevo sorgeva infatti accanto al
castello una chiesetta dedicata alla
Vergine la cui proprietà, nel 1045, fu
ceduta al monastero benedettino di
San Dionigi di Milano fino al 1541,
quando subentrarono i francescani
Amadeiti, seguaci del beato Amedeo
da Silva. Nel XV secolo si rese manifesta l'esigenza di una ricostruzione della
chiesa ormai cadente e la realizzazione
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di un chiostro, opera che fu portata a
compimento dai francescani e che
sostanzialmente corrisponde a quella
che vediamo oggi.
X L'accesso alla chiesa avviene attraverso il portale principale (gradino 12cm),
ma è reso disagevole dalla presenza di
cinque gradini di 17-18cm ciascuno; la
collocazione di una rampa (larghezza
124cm, accessibile superando un gradino di 8cm) sul lato destro permette l'ingresso anche alle carrozzine. L'edificio
presenta una pianta ad unica navata con
una impostazione tardo gotica, tetto a
capanna e grandi arconi trasversali ogivali. Si può osservare una decisa contrapposizione tra la parete destra completamente ricoperta di affreschi e la
parete sinistra in cui si aprono quattro
cappelle laterali voltate a botte dedicate
rispettivamente, partendo dall'ingresso,
alla Madonna della Neve e in seguito al
Salvatore, alla Vergine incoronata, a
S.Antonio e a S.Francesco.
Tra le varie opere che in esse si distribuiscono segnaliamo in particolare, nella
LA BRIANZA RACCONTATA
Tanti passi hanno calpestato nei secoli la rustica, nobile e misteriosa terra di
Brianza, il cui tranquillo sapore resta sospeso tra le pagine di coloro i quali l'hanno
vissuta e raccontata. Fu luogo di villeggiatura per Carlo Porta, ultimo dolce asilo per
l'infelice Vincenzo Monti, romantica cornice degli amori del Foscolo. Patria non solo
del Parini, ma anche del grande storico locale Giuseppe Ripamonti che, nato a
Ravellino di Colle Brianza, fu storiografo regio e direttore dell'Ambrosiana di Milano.
Nel celebrare la "sua Brianza", documentando in maniera precisa e puntuale il periodo in cui visse, rappresentò per Manzoni una fonte imprescindibile per la descrizione della drammatica peste Nera che fa da sfondo al suo capolavoro. Del 1818 è il
"Journal du voyage dans la Brianza" del francese Stendhal, letteralmente incantato
da questi paesaggi, di cui fotografa la quotididianità nei suoi risvolti più noti, ma
anche curiosi, affascinato soprattutto dallo specchio romantico del lago di Pusiano.
Non solo versi nacquero tra gli scorci di questo operoso e sonnolento territorio, ma
fiorirono anche gli studi matematici: possiamo ammirare ancora oggi, nella piazzetta di Montevecchia, la villa di famiglia di Maria Gaetana Agnesi, che stupì il mondo
scientifico settecentesco influenzando un'intera generazione di giovani studiosi di
analisi matematica.
La terra ruvida della Brianza custodisce sommessamente a Barzanò il ricordo di
Luciano Manara, patriota del Risorgimento morto a Roma ucciso dai francesi, e in
territorio di Brivio l'eminente, quanto sfortunato Cesare Cantù.
Immortale quanto la poesia è l'arte di coloro che hanno dipinto l'incanto di angoli
segreti e nobili di questo territorio: Giovanni Segantini sul lago di Pusiano, Emilio
Gola e Aldo Carpi che tennero studio nella bucolica Mondonico, o ancora Ennio
Morlotti che, attraverso la sua pittura, ha portato il nome di Imbersago, dove per
anni ha lavorato e vissuto, e dell'Adda, in giro per l'Italia e per il mondo. Alla sua
memoria è intitolato un premio di pittura che ogni anno mette a confronto il lavoro di giovani artisti offrendo uno spaccato attuale dell'arte contemporanea italiana.
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Dall'esterno, attraverso un passaggio
carrozzabile, si accede al chiostro gran de, edificato nel 1638 nell'ambito di
una campagna di lavori per l'ampliamento del complesso conventuale. X
Sul lato sinistro di questo grande cortile una porta metallica in parte vetrata
(larghezza per battente cm73, apribile
completamente dall'interno) permette,
scendendo un gradino (22cm) di accedere al chiostro grande, al centro del
quale si trova una cisterna coperta per
la raccolta dell'acqua piovana e decorato da tre meridiane dipinte sulle
pareti da un padre francescano. Intorno
ai chiostri si dispongono altri locali
come la sala del capitolo, il refettorio e
una serie di ambienti variamente rifunzionalizzati: oggi infatti il convento di
Sabbioncello è in parte utilizzato per
ospitare lungodegenti, opportunamente adattato per la migliore accoglienza
dei frati infermi; in parte ospita invece
una rinomata scuola di musica.
Aperto: tutti i giorni dalle ore 7. nei
feriali e dalle ore 6 nei festivi, fino
all'orario dell'ultima messa che si celebra tutti i giorni alle 18.30.
IL TEATRO DELLA FEDE:
MARIO BOTTA E LA CHIESA
DI SAN PIETRO APOSTOLO
Poco distante dal complesso di
Sabbioncello, in località Sartirana di
Merate, sorge quella grandiosa creazione architettonica contemporanea che
è la chiesa di San Pietro Apostolo, realizzata nel 1996 su progetto del ticinese Mario Botta.
La mole dell'edificio è tale per cui è
improbabile non accorgersi della sua
BRIANZA
prima cappella, i resti di alcuni affreschi
cinquecenteschi rappresentanti quattro vescovi attribuiti alla famiglia di
pittori lombardi soprannominati
Fiamminghini, già operanti nel duomo
di Milano, al Sacro Monte di Varallo e
nel comasco.
Gli affreschi della grande parete destra
risalgono agli anni 1508-31: si tratta di
una cinquantina di ex voto, firmati dal
pittore Tommaso Malacrida, che testimoniano la forte devozione popolare
che accompagna da secoli questo
luogo. Nel 1568, in seguito alla soppressione dell'ordine degli Amadeiti,
subentrarono i Francescani dell'
Osservanza a cui vent'anni dopo si
sostituiranno i Francescani riformati. È
proprio a questi ultimi che si devono le
maggiori trasformazioni del complesso:
i dettami imposti dalla controriforma
cattolica portarono alla modifica dell'asse direzionale della chiesa e alla
costruzione di un nuovo presbiterio al
posto della vecchia facciata, nel quale
si collocano il coro ligneo ancor oggi
visibile, affrescato da Domenico
Chiesotto nel 1590 con le immagini dei
quattro evangelisti e dei Padri della
Chiesa e, sotto il coro, una cripta per i
religiosi defunti, riscoperta nel 1994.
Dall'interno della chiesa, X superando
due gradini di 10cm, si raggiunge verso
settentrione il chiostro piccolo, scandito da archi a tutto sesto sorretti da
colonne in pietra, nel quale si può
osservare la famosa ara romana sopra
citata. X In questo chiostro è presente
un pubblico servizio igienico non
attrezzato per persone con disabilità,
fruibile superando un piccolo gradino
di cm8 (porta a due battenti: apertura
totale cm105, dall'interno).
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presenza. Il sagrato antistante la chiesa
forma una vera e propria piazza che
funge da trait d'union con la vecchia
chiesina e con il centro storico di
Sartirana nelle immediate vicinanze.
X È possibile parcheggiare davanti
all'oratorio adiacente la chiesa, in uno
spiazzo a fondo ghiaioso che può contenere circa una ventina di macchine, sul
retro del quale si trovano due campetti
da calcio, un parco giochi con qualche
panchina e una fontanella funzionante.
Dall'esterno il fabbricato ha la struttura
di un grande cubo in mattoni a vista, in
parte svuotato sulla fronte per fare
posto a due rampe di scale in pietra che
creano un contrasto non solo formale,
ma anche cromatico con il resto del
complesso. L'aaula di culto si trova infatti
al primo piano, mentre al piano terra è
ubicato un auditorium.
A primo acchito non si ha proprio l'impressione di trovarsi di fronte ad un edificio sacro, la cui fisionomia è pallidamente ricordata dal minimale sistema
campanario sormontato da una croce
che corona la facciata, quanto piuttosto
ad un moderno ed imponente teatro.
L'evidente modernità del progetto traspare anche dalla reale considerazione di
problemi di fruibilità che accompagnano
oggi qualunque tipo di nuova costruzione per uso pubblico.
X L'agibilità dell'edificio è garantita da
un ascensore (accessibile attraverso la
porta d'acciaio sul lato destro dell'edificio) che collega i vari piani dello stabile,
all'interno del quale, nei passaggi di servizio, la luce si accende automaticamente alla presenza di persone. Accanto
all'ascensore (apertura porte automatica), si trova un servizio igienico attrezzato anche per i disabili. La forte contrap-
posizione tra la forma circolare dell'interno e la linea squadrata dell'esterno si
rinnova nel rapporto che lega la struttura architettonica cilindrica dell'interno e
le forme squadrate degli arredi sacri. Si
noterà inoltre la totale assenza di qualsiasi forma di decorazione, eccezion
fatta per una tela settecentesca rappresentante la Vergine col Bambino collocata sul lato destro della chiesa.
Rimane viva l'impressione già percepita
all'esterno di un ambiente che ha tutto
il sapore di un teatro con tanto di palchi:
due matronei praticabili, incorniciano
infatti il volume cilindrico della sala, illuminata da un sistema di luci nel quale si
ripropone il contrasto tra forma tonda e
squadrata, nuovamente ribadito nella
purezza formale che caratterizza il fonte
battesimale.
La sacralità dell'ambiente è rammentata
da un crocifisso sopra il tabernacolo,
segnalato sul lato destro da una candela
accesa, rigorosamente elettrica. L'unica
concessione decorativa sfrutta l'effetto
texturizzante dei materiali: si noti dunque l'utilizzo del legno di rovere secondo
un taglio lamellare, ma anche la posa dei
mattoni dell'interno secondo un andamento a diamante, con effetto fonoassorbente. La sacralità di questo ambiente è siglata dai valori simbolici delle
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Nelle immediate vicinanze dei siti
sopra citati, procedendo verso
Imbersago, si trova un luogo di intensa
devozione popolare, tra i più noti della
Lombardia per quanto riguarda il culto
mariano.
Il Santuario della Madonna del Bosco,
così chiamato per l'abbondanza dei
boschi di castagne della zona, affonda
le sue radici nella leggenda, costruita su
avvenimenti che la religiosità popolare
ha sempre ritenuto di natura miracolosa. Sullo sfondo della peste scoppiata
nei primi decenni del XVII secolo,
all'epoca del Cardinale Federico
Borromeo, si snodano due leggende dal
sapore tutto silvestre, che raccontano il
manifestarsi della Vergine attraverso
apparizioni e miracoli nel territorio circostante e strettamente legate all'origine del Santuario. La tradizione narra
infatti di tre pastorelli che, pascolando
le greggi in quella zona, allora chiamata "Fonte del Lupo", raccolsero in piena
primavera un riccio insolitamente
maturo contenente tre castagne, il ché
appariva assolutamente straordinario
in un momento così devastato da stenti e carestie. Un'altra memoria ricorda
EDIFICI SACRI NEL MERATESE
IL SANTUARIO DELLA
MADONNA DEL BOSCO A
IMBERSAGO
invece l'episodio, forse più famoso, del
bambino addentato da un lupo e
immediatamente liberato grazie all'intercessione della Madonna invocata
dalla madre disperata. La gente giudicò
questi fatti frutto dell'intervento miracoloso della Madonna, e in questo
luogo cominciò a venerarla. Nel 1632,
sotto l'altare dell'odierna chiesa, fu edificata di una cappella dedicata alla
Vergine, l'attuale scurolo X (2 rampe di
28 gradini in discesa), nota come
Cappella del Miracolo e, a partire dal
1641, si procedette alla realizzazione di
un vero e proprio santuario. La visione
privilegiata del complesso è oggi sicuramente quella dal basso: da questa
prospettiva l'occhio è condotto fino
alla porta della chiesa attraverso una
scenografica scalinata ottocentesca,
che in origine veniva percorsa in ginocchio. X I più temerari e devoti visitatori possono parcheggiare l'automobile
nel parcheggio in basso e percorrere i
343 scalini che risalgono la collina. Ad
accoglierli, col braccio proteso, è la statua bronzea di Papa Giovanni XXIII, che
in giovinezza frequentava regolarmente questo luogo e nel 1954 lo elevò alla
dignità di basilica.
X Il santuario è comunque raggiungibile in macchina: si può parcheggiare
vicino alla chiesa accanto ad una aiuola alberata con tavolini e panchine di
pietra che offre un po' di ristoro. Il
sagrato è circondato da catene per
impedire il passaggio dei motorini, che
possono però essere sganciate con
estrema facilità.
La chiesa, a cui si accede dal portone
principale X (2 battenti di 81cm ciascuno, apribile completamente dall'interno), presenta una pianta articolata,
BRIANZA
forme, che nella loro cristallina semplicità manifestano la Rivelazione spirituale delle Scritture: così la grande
vetrata che fa da sfondo all'altare
adombra silenziosa all'Albero della Vita,
da cui filtra la luce della grazia divina
che illumina l'uomo alla ricerca di Dio.
Aperto: tutti i giorni dalle 8 alle 12 e
dalle 15 alle 18.
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frutto di fasi edilizie successive, costituita da due ottagoni adiacenti sovrastati
da due cupole ed è circondata su tre lati
dal cosiddetto "portico dei pellegrini".
Nella ricchezza decorativa dell'interno
meritano particolare attenzione la statua della Madonna, collocata nel presbiterio insieme ad una tela con la rappresentazione della Strage degli Innocenti
ispirata alla tradizione del Morazzone e
ad un pannello scolpito con tre storie
della Vergine e, nella navatella di sinistra,
un paliotto di rame e peltro del 1912
che illustra un'interpretazione del miracolo. Nella cappella trova invece posto
una Deposizione attribuita a Giulio
Campi, inserita in una ricca cornice intagliata.
Aperto: tutti i giorni dalle 6 alle 12 e
dalle 14 alle 17.30 (ora legale 18.30)
ARLATE: LA CHIESA DEI
SANTI COLOMBANO E
GOTTARDO
Poco lontano dal Santuario di
Imbersago, si inserisce l'ultima e imprescindibile tessera di questo scorcio di
Brianza meratese, che ci restituisce un
riflesso della molteplicità dei volti del
sacro in un territorio generalmente defilato rispetto ai consueti pellegrinaggi
della cultura. Sulla cima di un poggio
che domina la valle dell'Adda, si trova la
chiesa dei Santi Colombano e Gottardo,
sita nella località di Arlate, frazione del
comune di Calco. È una delle fondazioni
di epoca romanica tra le più rilevanti
dell'intera provincia, sia dal punto di
vista artistico che da quello strategico.
La sua posizione, infatti, che la rende
facilmente avvistabile anche da lontano,
supplisce in parte alla carenza delle indi-
cazioni stradali, rilevabile soprattutto
provenendo da Imbersago, che può creare sulle prime qualche difficoltà. Se si
riesce a superare l'intricato reticolo di
vicoletti e sensi unici dell'abitato sottostante, l'occhio e lo spirito ne risulteranno sicuramente appagati. Questa caratteristica posizione panoramica, che la
allinea con la torre del castello di Cisano
Bergamasco sul lato opposto del fiume,
suggerisce la possibilità di pensare che il
nucleo originario della chiesa fosse parte
di un sistema difensivo della importantissima via di comunicazione rappresentata dall'Adda. Pare che dopo il X secolo,
col venir meno di questa funzione strategica, il complesso sia stato trasformato in un piccolo monastero. Le prime
notizie attendibili citano questo monumento nel 1162, fondato probabilmente
intorno alla metà dello stesso secolo
come monastero cluniacense femminile,
dipendente, secondo l'opinione corrente,
dal priorato di Pontida, in provincia di
Bergamo. Sebbene questa subordinazione non sia a stretto rigore dimostrabile,
trattandosi di un cenobio femminile non
è da escludersi la possibilità di un controllo da parte del più vicino priorato
maggiore maschile.
Nel 1475, a seguito di un lungo periodo
di crisi e decadenza, il monastero fu soppresso e i relativi beni incorporati a quello dell'Annunciata di Milano per volontà
di Papa Sisto IV. Nel 1810 fu istituita
una parrocchia autonoma, sotto la giurisdizione del vicariato di Brivio.
elegante
X L'edificio è introdotto da un'e
scalinata ai piedi della quale è possibile
parcheggiare accanto ad un'area verde
per bambini, oppure si può percorrere in
automobile un brevissimo tornante che
permette di parcheggiare proprio accan-
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altezze disuguali, è avvolto in quella
silenziosa penombra tipica delle chiese
monastiche, già percepita all'esterno.
Notiamo inoltre che le navate minori e
il presbiterio sono voltati a crociera,
mentre la zona occidentale è coperta a
capriate: una soluzione probabilmente
legata alla espressa volontà di connotare architettonicamente l'emergenza
liturgica della zona principale dell'edificio e di preservarla da eventuali incendi. Nel catino absidale centrale si leggono i resti di un affresco che mostra il
Cristo Pantocratore, cioè Cristo come
signore del mondo, assiso in trono in
atto benedicente, incorniciato dalla
consueta mandorla, datato recentemente alla seconda metà del XIII secolo. Il seppur scarno apparato decorativo
ricalca la medesima impronta che
caratterizza fondazioni assolutamente
rilevanti come la basilica di S. Pietro al
Monte sopra Civate o quella di S.
Ambrogio a Milano, offrendoci così una
restituzione più puntuale della religiosità medioevale nel territorio.
Aperto: generalmente sempre aperta
fino all'orario dell'ultima messa
(17.30 nei feriali e nei festivi; 19.30 nei
prefestivi).
BRIANZA
to alla chiesa, accessibile attraverso
una rampa discendente. Qualora questo ingresso risultasse chiuso, è
comunque possibile accedere all'edificio attraverso la sacrestia (5 gradini in
discesa di 18-20cm), per mezzo di un
ingresso collocato a sinistra della chiesa, in prossimità del quale si trova
anche una fontanella funzionante.
L'aspetto attuale corrisponde all'ultimo
intervento di restauro promosso nel
1969-70 da Don Gaetano Banfi,
improntato alla restituzione della originaria veste romanica a seguito dell'eliminazione delle aggiunte barocche.
All'esterno possiamo osservare una
semplice facciata a capanna scandita
da lesene e finestre monofore, realizzata in conci di pietra locale dal corso
regolare.
Il grande portale a tutto sesto X (due
battenti di 72cm ciascuno, completamente apribile), presenta nella lunetta
frammenti di un affresco che adombrano all'iconografia dell'Annunciazione.
Sul lato sinistro dell'edificio si innalza il
campanile, ricostruito nel secolo XIX, a
cui si addossano gli edifici appartenenti all'antico monastero.
L'iinterno, scandito in tre navate di
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CIVATE: LA BASILICA DI SAN CALOCERO
Il grande complesso dell'aabbazia benedettina di Civate, tra le più affascinanti e
rilevanti testimonianze del Medioevo
lombardo, è articolato in una pluralità di
centri cultuali tra i quali il nucleo originario sembra essere quello dedicato a
San Calocero, oggi riadattato per ospitare la "Casa del Cieco", facilmente raggiungibile perchè ubicato nel centro del
paese. Pertinenza del medesimo complesso è anche l'insediamento di San
Pietro al Monte con il relativo sacello di
San Benedetto, collocati sulle pendici
del monte Cornizzolo, X accessibile solo
dopo un'ora di aspra mulattiera in salita.
La scarsità di documenti relativi alla storia del monastero, spesso incerti e contraddittori, ha dato luogo ad una tradizione che collocava l'origine dell'abbazia
nell'VIII secolo, all'epoca del re longobardo Desiderio. La dedicazione a San
Calocero è nota solo dal 1018, ma pare
che l'edificio risalga all'episcopato di
Angilberto II (secolo IX), il quale fece
trasferire qui le spoglie del santo, dai territori liguri dipendenti dalla diocesi di
Milano. In un'epoca in cui i grandi monasteri imperiali assolvevano anche compiti politici, la possibilità di una sede
prossima alla strada pedemontana e a
controllo della Brianza era certamente
interessante. Alterne vicende e pesanti
rimaneggiamenti hanno caratterizzato
nei secoli il complesso di San Calocero,
passato nel 1556 all'ordine degli
Olivetani, ma non ne hanno totalmente
compromesso il timbro romanico della
fondazione originaria. X È possibile raggiungere l'ingresso dell'edificio con l'automobile, che può essere lasciata nei
posti auto (circa 8, più uno per persone
con disabilità) dello spiazzo antistante.
La chiesa, alla quale si accede dal portone principale superando un gradino di 16
cm, si presenta scandita in tre navate
absidate e coperta a capriate. Attraverso
una scala sul lato sud dell'edificio si
accede ad un'ampia cripta ad oratorio
(al momento chiusa per lavori di restauro), anch'essa tripartita, creata nell'XI
secolo per ospitare le reliquie del santo a
seguito di interventi di allungamento e
sopraelevazione del presbiterio. I superstiti frammenti di stucchi a elementi
vegetali adombrano pallidamente a
quella che doveva essere la plastica
decorativa di questo ambiente.
Il discorso decorativo assume tuttavia
un impatto più immediato nell'aapparato
pittorico che si sviluppa su tutte le pareti della chiesa, ad eccezione della zona
presbiteriale. La leggibilità degli affreschi, ispirati alle vicende descritte nel
libro dell'Esodo, di Giosuè e dei Giudici, è
stata fortemente snaturata dalla creazione di volte di epoca sei-settecentesca
che, tagliando l'altezza della navata centrale celano parte del registro superiore,
e di un cornicione che divideva la navata precludendo la visibilità del registro
inferiore. La scelta poco consueta del
tema penitenziale, che sembra non tro-
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OGGIONO: IL BATTISTERO
DI SAN GIOVANNI
Addentrandosi nella Brianza romanica,
un appuntamento da non perdere è
quello con il battistero di Oggiono,
costruito in posizione leggermente
sopraelevata rispetto all'abitato e adiacente al lato sud della chiesa preposi-
All'eesterno si articola secondo una
pianta ottagonale, scandita da semicolonne e archetti pensili, completata sul
lato meridionale da una piccola abside
semicircolare. Questi ultimi sono coronati da un fregio a dente di sega, sopra
cui si assesta un cornicione aggettante
dal quale si imposta la copertura.
All'iinterno si può osservare come l'impianto poligonale dell'esterno si risolva
in una impostazione circolare, il cui
perimetro è scandito da quattro semi-
I VOLTI DEL ROMANICO
turale di S. Eufemia. X Raggiungibile
direttamente in automobile, vi si accede dal portone principale (due ante
apribili di 68 cm ciascuna), attraverso
due gradini di 20cm in salita, superabili attraverso uno scivolo disponibile al
momento in loco (larghezza 1 metro,
senza corrimano), e quattro gradini in
discesa di h massima 20cm. All'interno
il punto di passaggio più stretto è di
44cm. L'edificio attuale, risalente all'XI
secolo, è uno degli episodi più rappresentativi del linguaggio romanico sul
territorio, ma anche un marchio che
per secoli ne ha contrassegnato l'identità. Si ricordi infatti che tutti gli abitanti dei paesi facenti capo alla pieve di
Oggiono, ricevevano presso il battistero non solo il sacramento del
Battesimo, ma anche una sorta di
accettazione anagrafica, il che conferiva all'edificio un ruolo civile.
Il battistero, utilizzato nel XVIII secolo
come sacrestia, fu restituito alla sua
originaria funzione grazie ai restauri
degli anni quaranta del Novecento, ai
quali si deve sostanzialmente la sua
veste attuale e l'identificazione di tracce di un precedente battistero a pianta
quadrata risalente al VI secolo.
BRIANZA
vare riscontri sul territorio, si accorda
invece a formulazioni iconografiche in
uso nell'Italia centrale. Risale all'epoca
della reggenza olivetana il chiostro
porticato, intorno al quale si snodano i
diversi ambienti del monastero oggi
riadattati ad altro uso. X Si segnala
inoltre la possibilità di accedere al
complesso attraverso un percorso più
agevole e privo di ostacoli passando
dall'interno della attigua casa di riposo
facendone richiesta telefonica.
Aperto: chiesa di proprietà dell'istituto
"Casa del Cieco", aperta al pubblico
negli orari delle funzioni: dal Lunedì al
Venerdì alle17.30, il Sabato e la
Domenica alle 9. tel.0341550331
Nella stessa sede è presente il Museo
virtuale del Romanico, della Comunità
Montana del Lario Orientale, un vero
“laboratorio storico in cui sperimentare
il Medioevo” con la ricostruzione di
uno “scriptorium” per sfogliare copie di
antichi manoscritti e codici miniati,
con l’uso di rom interattivi; una esposizione di opere degli allievi del liceo
artistico “Medardo Rosso” di Lecco; una
sezione dedicata all’arte per nonvedenti, con la riproduzione in legno
dei raffinati stucchi del ciborio di S.
Pietro al Monte, e del grandioso affresco dell’A pocalisse in rilievo.(Per visite
tel. 0341 240724).
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Aperto: ogni prima domenica del mese
dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle
17.30, il 16 settembre in occasione della
festa di S. Eufemia, Natale, Pasqua, aperture occasionali su richiesta (rivolgersi al
Gruppo Archeologico: www.arcao.it).
GARBAGNATE MONASTERO:
LA CHIESA DEI SS. NAZARO
E CELSO
colonne coronate da un motivo ad
archetti pensili, sovrastati dalla volta
emisferica dell'edificio.
Accanto all'ingresso due aperture conducono a due rampe di scale ricavate
nello spessore del muro, alle quali non è
stata ancora assegnata una funzione
specifica dal momento che gli ipotetici
matronei a cui potrebbero condurre, di
fatto non esistono. La porta sul lato nord
permetteva invece l'accesso alla chiesa
ai neo battezzati. Al centro rimangono
ancora i resti dell'antico fonte battesi male di forma ottagonale e la relativa
vasca per la raccolta dell'acqua risalenti
al secolo VIII-IX. Le testimonianze più
antiche degli affreschi che decoravano
l'interno si trovano nell'abside, dove i
pochi lacerti leggibili, datati al XIII secolo, adombrano all'iconografia del Cristo
Pantocratore, affiancato da una teoria di
santi e dal tetramorfo.
Lungo le pareti sono invece ancora leggibili alcuni affreschi votivi di epoca
tardo gotica e rinascimentale rappresentanti santi, attribuiti a diversi autori tra
cui Tommaso Malacrida, artefice del S.
Rocco. Sebbene di fattura modesta,
costituiscono un importante tassello per
la ricostruzione del clima artistico della
Brianza dell'epoca.
In posizione panoramica, nel centro abitato di Garbagnate Monastero, la chiesetta dei SS. Nazaro e Celso è costantemente identificata come uno degli edifici principe del romanico brianteo. X Si
può arrivare con l'automobile davanti
alla chiesa, il cui sagrato presenta un
fondo selciato e acciottolato, e lasciare il
veicolo in un piccolo parcheggio nelle
immediate vicinanze, ma privo di posti
riservati.
Fu ricostruita in vesti romaniche per
volontà dei Benedettini del cenobio
milanese di S. Celso, di cui l'intero borgo
era feudo, che già nell'XI secolo si erano
insediati in questa zona.
La carenza della documentazione non
consente di confermare l'ipotesi secondo cui l'edificio possa essere stato parte
di una struttura monastica, come lo
stesso nome del paese sembrerebbe
lasciar intendere.
In seguito a una campagna di restauri
eseguiti nel 1891 sotto la direzione di
Luca Beltrami furono rinvenute le fondamenta di un più piccolo edificio preesistente, a pianta rettangolare con abside
quadrata, sul cui lato meridionale sembra innestarsi la nuova fondazione. Si è
pensato ad un sacello longobardo
appartenente al VI-VII secolo, ipotesi
che potrebbe essere avvalorata dal ritro-
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I VOLTI DEL ROMANICO
BRIANZA
vamento di una tomba riferibile a quel- BARZANO': LA CANONICA
l'epoca, ma anche dall'utilizzo della DI SAN SALVATORE
tecnica costruttiva ad opus incertum, Il viaggio attraverso il romanico brianparticolarmente impiegata nel medesi- teo è ricco di misteri ancora insoluti,
tra i quali la piccola canonica di San
mo periodo.
Salvatore riveste un ruolo emblematiX L'edificio attuale, al quale si accede co. Collocata su un poggetto nei pressi
superando un gradino di 20cm (soglia: dei resti del castello dell'antico borgo
2 battenti di 62 cm), presenta uno brianzolo, di cui fu parte integrante, e
schema semplice e sobrio a navata X raggiungibile direttamente in autounica con abside semicircolare. La fac - mobile, sembra parlare il linguaggio di
ciata, ampiamente rimaneggiata nel una tradizione longobarda che il terricorso di restauri non sempre rispettosi, torio certamente non disconosce:
presenta la tipica impostazione roma- un'idea, questa, suggerita anche dalla
nica a capanna ed è più alta del corpo dedicazione al Salvatore, che richiamedell'edificio. L'accentuato verticalismo rebbe l'attività missionaria dell'epoca
degli alzati rispetto alla pianta è leggi- longobarda. Nonostante la molteplicità
bile anche nella zona absidale, in cui si di studi che si sono avvicendati sull'edipercepisce la forte contrapposizione ficio, questa non è che una delle ipotedei volumi. L'aabside in particolare è si di contestualizzazione del sito, che
scandita da tre monofore fortemente spaziano dal VI al XIII secolo, supportastrombate ed è coronata da una corni- te da motivazioni più o meno condivice di archetti pensili, la cui linearità ben se. L'unica certezza, che trova peraltro
si accorda con la regolarità dell'appa- riscontri nella conformazione strutturecchiatura muraria in conci di arena- rale, è che l'originario edificio sacro fu,
ria. All'iinterno, la parete muraria lascia- in un secondo momento, trasformato
ta a vista sembra non lasciar spazio ad prima in edificio battisteriale e succesalcun tipo di concessione al decorativi- sivamente in prepositura, il ché, se si
smo: in realtà la chiesa doveva essere considera il fatto che la prerogativa
originariamente rivestita di affreschi, battesimale e la canonica nel
dei quali si conserva solo una monu- Medioevo erano generalmente riservamentale Madonna del Latte datata al te alle sedi plebane, denota già la note1526. L'unica ornamentazione di carat- vole dignità di cui la chiesetta era insitere plastico compare nei caapitelli figu - gnita. L'esterno accoglie il visitatore in
rati che sorreggono l'arco trionfale, le tutta la sua rustica semplicità seguencui forme disegnano fiere fameliche do uno sviluppo molto semplice, con
che addentano un volto umano, un'ico- facciata a capanna coperta da due
nografia che trova interessanti riscontri spioventi asimmetrici che determinano
nella tradizione comasca di S. la mancanza di allineamento delle tre
monofore con il ricercato portale sotAbbondio e S. Carpoforo.
Aperto: chiesa privata, aperta al pubbli- tostante. Proprio il portale ci offre l'unico in occasione delle funzioni di dome- co dato cronologico certo: sopra la
chiave dell'arco che sovrasta il portale,
nica ore 8.30.
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la cui lunetta mostra tracce di affresco
raffigurante la Madonne e due angeli,
compare infatti una frammentaria iscrizione con la firma del maestro Serin
Petrus e la data 1231, che è stata interpretata come il momento di risistemazione della facciata, forse in seguito alla
distruzione del vicino castello avvenuta
nel 1222.
Adiacente al lato settentrionale della
chiesa è la torre campanaria, la cui
forma attuale risale probabilmente alla
fine del XVII secolo, come risposta ad
una esplicita richiesta di Federico
Borromeo. X L'edificio, ad unica navata,
accessibile attraverso tre gradini di h
massima 20cm, è ripartito in tre settori
realizzati in momenti diversi. La prima
alta campata, con copertura lignea
piana, è stata realizzata in epoca
medioevale avanzata; qui si possono
osservare, ai lati del portale, due are di
epoca romana utilizzate come acquasantiere, che si ritengono trovate in loco.
Tra la prima e la seconda campata trova
posto il fonte battesimale, datato a una
fase avanzata del secolo XII, e formato
da otto lastre di marmo rosa: tuttavia
questa non pare essere la sua collocazione originaria, da ricercarsi più probabilmente sotto la cupola della campata
centrale. Questa è infatti sovrastata da
una cupola i cui sostegni sono solamente addossati alle pareti, il ché denota la
non contemporaneità fra le parti. A
metà di questo ambiente due rampe di
scale di circa dieci gradini scendono alla
cripta sottostante. Quest'ultima è costituita da tre vani anch'essi realizzati in
fasi edilizie successive, in cui sono ancora evidenti lacerti di decorazione a fresco. La terza campata, che appare
sopraelevata rispetto al piano della chie-
sa proprio per la presenza della cripta,
accoglie l'altare ed è voltata a botte.
L'intero edificio doveva essere rivestito
di affreschi, anch'essi realizzati in tempi
diversi e da artisti diversi. La prima campata, le cui pareti sono per la maggior
parte intonacate, mostra comunque sul
lato sud tracce di affresco con figure
umane. Nella seconda campata, riccamente decorata anche nella cupola con
Cristo attorniato dagli Apostoli, si osservano stratificazioni di intonaco successive, tra le quali si leggono alcune scene
della vita di Cristo riferibili forse al XII
secolo. La terza campata è invece impreziosita, sulla parete di fondo, da una pala
affrescata raffigurante la Natività, ma di
epoca molto più tarda, forse XVIII secolo.
Un palinsesto di problemi irrisolti come
quello della canonica di Barzanò offre
certamente un vivace stimolo alla scoperta e al confronto con situazioni edilizie che possano contribuire a sviscerare
le radici storiche del territorio.
Aperto: ▲ attualmente il sito è in fase di
riqualificazione urbanistica. Visitabile
facendone esplicita richiesta al Comune.
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IL MESTIERE DELLA CULTURA DEI CAMPI E DELLA GUERRA
Tra le voci più autorevoli che celebrarono la bellezza e la moralità della vita
contadina sul territorio, si leva fra tutte
quella del poeta Giuseppe Parini
(1729-1799). Egli visse a Bosisio Parini,
sulla sponda meridionale del lago di
Pusiano, fino all'età di dieci anni, quando si trasferì definitivamente a Milano,
dove, dopo aver abbracciato la vita
sacerdotale, fu docente a Brera presso
le Scuole Palatine. Il forte sentimento
che lo legava al paese natale, al quale
ritornò sporadicamente fino al 1765,
ancora risuona in tanta parte dei suoi
versi più celebri, accanto al costante
impegno civile che ha inciso il suo
nome nella storia. Molti sono gli spunti
che il territorio di Bosisio Parini suggerisce al visitatore per mantenere viva la
memoria del grande poeta: dalla cattedra utilizzata quando insegnava a
Brera, conservata in Palazzo Cesati,
attuale sede del Comune (visibile su
richiesta); al monumento commemorativo edificato nel 1899 in occasione
del centenario della sua morte, collocato nella omonima piazza. Ma, tra tutti,
quello che assume il valore più emblematico è certamente la casa natale del
poeta. Questo anche perché, essendo
ignoto il luogo di sepoltura del Parini
(probabilmente il Famedio di Milano),
la sua casa resta il più forte veicolo
sentimentale che permette di mantenere viva una corrispondenza tra l'uo-
mo di oggi e il poeta di ieri: un sentimento particolarmente vivo negli abitanti del paese. La casa, trasformata
oggi in museo, è collocata in una vecchia corte rurale, stretta tra le viette di
un borgo in cui l'inevitabile progresso
edilizio non ha totalmente snaturato
l'equilibrio paesaggistico. La splendida
posizione panoramica di cui gode, in
vista del monte Barro in primo piano e
del Resegone sullo sfondo, trasmette
ancora il fascino di "quel vago Eupili
mio" (così il Parini chiamava il laago di
Pusiano, già noto con questo nome in
epoca romana), che certamente ha
avuto importanza in quella ricerca del
bello che permea la sua produzione
poetica. L'edificio, costituito da quattro
locali distribuiti su due piani, X è raggiungibile con l'automobile (fondo
asfaltato, con l'ultimo breve tratto
acciottolato), anche se è certamente
più suggestivo percorrere a piedi i vicoletti che si arrampicano sulla collina. X
Superando tre gradini di 12cm (soglia:
2 battenti di 82cm ciascuno) ci si ritrova in un luogo che, nella sua povertà e
semplicità, sembra aver conservato
intatto il sapore della vita rustica dell'epoca. In ogni stanza compaiono
oggetti, anche di epoca successiva, che
comunque appartengono a quel
mondo bucolico che il Parini visse e
ritrasse nei suoi versi. Il piano superiore
X è accessibile solo superando una
VITA DI CAMPAGNA
VITA DI CAMPAGNA
BRIANZA
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ripida scala di legno. In genere la casa è
sempre visitabile perché la custode abita
in un'area dello stesso stabile, ma è consigliabile avvisare (Comune: 0313580511). Passeggiando per la via che
scende verso il lago, allietata dalla rigogliosità di orti e giardini, si supera Villa
Appiani, appartenuta al pittore Andrea
Appiani, grande amico del poeta.
L'incantesimo di questo paesaggio,
tanto amato dal Parini, prosegue nella
passeggiata a lago, X accessibile direttamente anche attraverso due grandi
parcheggi, nel principale dei quali si
svolge il mercato settimanale.
Altrettanto suggestiva è la possibilità di
godere dal lago di quegli scorci che ritroviamo descritti anche nelle più celebri
tele del pittore divisionista Giovanni
Segantini (ad esempio Ave Maria a trasbordo), il quale operò a Pusiano negli
anni ottanta dell'Ottocento, prima di
trasferirsi definitivamente in Engadina.
Esiste infatti un servizio di navigazione
del lago di Pusiano (V .box), attivo la
domenica e in occasione di particolari
festività (come il "Maggio Pariniano"),
con partenza dal molo di Bosisio Parini.
L'escursione permette di osservare da
vicino la famosa "Isola dei Cipressi", di
proprietà privata, così chiamata per via
dei ben 132 cipressi che ne disegnano il
MUSEO ETNOGRAFICO DELL’ALTA BRIANZA
Località Camporeso - 23851 Galbiate
tel. 0341 240193 fax 0341 240216
e-mail: [email protected] sito: meab.parcobarro.it
Orari: martedì, mercoledì, venerdì: 9-12.30; sabato e domenica: 9-12.30 e 14-18
Dispone di un ampio parcheggio con fondo compatto in ghiaia e sassi. Il percorso
dal parcheggio all'ingresso del Museo è di circa 40m con fondo leggermente sconnesso in sassi e con pendenze superiori all'8%. L'ingresso presenta una porta a battente manuale di 90cm e un cartello informativo posto sul lato sinistro della porta
(h da terra 86cm) con indicati gli orari di apertura e i costi.
La struttura si sviluppa su 6 piani (-1, 0, 1, 2, 3, 4): a piano -1 c'è la ricostruzione di
una stalla e di una cantina di vini; a piano terra sono presenti ingresso/sala della
bachicoltura, biglietteria - bookshop, e una sala dedicata al lavoro nei campi; a
piano 1 è presente una sala con la simulazione di una cucina dei tempi passati; a
piano 2 sono presenti la sala dei Flauti e una sala conferenze e proiezioni. Ai piani
3 e 4 ci sono sale per mostre temporanee e per attività didattiche e laboratori per
bambini (che si possono prenotare telefonando al n.0341 542266 - fax 0341
240216). Tutti i piani sono collegati da ascensore (porta 90cm; spazio interno
135x150cm e pulsantiera interna in braille e a rilievo h massima di 128cm). La
biglietteria presenta un bancone a 84 cm da terra. Da qui per iniziare la visita al
museo si supera un varco di 90 cm e una rampa inclinata con leggera pendenza. Gli
spazi all'interno delle sale sono ampi e permettono la rotazione di una carrozzina.
Il bagno è composto da antibagno e servizio igienico (porta antibagno 90cm; porta
servizio igienico per disabili 83cm; wc con maniglioni, buoni spazi di manovra).
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ca di riorganizzazione difensiva dei territori a nord di Milano. Tra le ipotesi più
accreditate è stata suggerita la possibilità di una roccaforte utilizzata dagli
ostrogoti, giunti in Italia nel 488 sotto
la guida di Teodorico.
Sebbene dal 402 Milano non fosse più
capitale dell'Impero Romano, la cui
sede fu spostata a Ravenna per motivi
di sicurezza, essa mantenne una rilevanza economica importantissima nei
collegamenti tra la Pianura Padana e
l'Europa centrale.
Di conseguenza fu incentivata la
VITA DI CAMPAGNA
nali, riveste un'importanza storica non
solo come veicolo di cultura e come
spunto letterario, ma anche nel suo
farsi teatro delle vicissitudini politiche
e militari che informano la storia locale, fin da epoche assai remote.
Sempre sulle pendici del monte Barro,
si trovano infatti i resti di un insediamento militare alto medievale, considerato tra i siti archeologici più importanti dell'Italia settentrionale. Ad un'altezza di circa 600m, in località Piani di
Barra, sono state rinvenute le fonda menta di dodici edifici e di un sistema
di fortificazioni che racchiudeva tutto il
sito, edificato probabilmente tra la fine
del V e l'inizio del VI secolo, in un'epo-
BRIANZA
profilo. Collocata vicino alla sponda
settentrionale del lago, nasconde tra la
fitta e rigogliosa vegetazione, uno straordinario ambiente naturale in cui,
accanto a cigni e cicogne, convivono
particolari specie animali come il canguro e il pavone albino.
La Brianza quotidiana delle classi popolari conserva le proprie radici contadine
e le proprie tradizioni non solo nell'immortalità della poesia, ma anche attraverso strutture che si pongono il preciso obiettivo di preservare quelle testimonianze di cultura materiale che
hanno scritto la storia rurale dell'Alta
Brianza. Questo intento trova nell'istituzione del Museo Etnografico dell'Alta
Brianza, in località Camporeso di
Galbiate, una delle più riuscite combinazioni tra materiale esposto e contesto espositivo: il nucleo rurale di
Camporeso conserva infatti ancora le
tracce del suo impianto medievale, che
costituisce una preziosa e realistica
cornice alla documentazione di quelle
che erano le principali attività de "li
industriosi Brianzuoli" nei secoli XIX e
XX, tra cui ricordiamo soprattutto la
bachicoltura, la coltivazione del granoturco e della vite, la fienagione e l'allevamento.
Tra gli intenti del museo è anche quello di preservare, attraverso una costante attività di ricerca e raccolta di testi monianze orali e documenti scritti, la
memoria dei saperi e delle relazioni
sociali della popolazione locale. I risultati di queste ricerche vengono messi a
disposizione del pubblico attraverso
registrazioni audio, guide e filmati, a
corredo del materiale esposto.
L'operosa campagna briantea, soprattutto nelle sue propaggini settentrio-
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costruzione di una rete di castelli e fortificazioni lungo le vie di accesso attraverso le vallate alpine e sui laghi. È stata
anche ipotizzata un'origine ancora più
antica del sito, come parte di quel "limes
prealpino" di posti fortificati, realizzato
per arginare la pressione barbarica da
nord e proteggere la strada militare
pedemontana, all'epoca in cui il comando dell'Impero era ancora a Milano.
Quale che sia l'origine dell'insediamento, verso la metà del VI secolo esso fu
distrutto da un incendio, al quale sono
sopravvissuti alcuni manufatti molto
importanti per la datazione e per la ricostruzione dell'utilizzo del sito, oggi racAntiquarium allestito presso il
colti nell'A
Centro Parco all'Eremo del Monte Barro.
X L'area archeologica è raggiungibile
attraverso un sentiero di poco meno di
un'ora partendo da Camporeso, oppure
dal Piazzale degli Alpini (circa venti posti
auto gratuiti), dal quale si può godere di
un incantevole panorama sui laghi
briantei, attraverso un'ampia mulattiera
di circa 200m, caratterizzata da alcuni
tratti in forte pendenza e con fondo di
varia tipologia (in parte in cemento,
ANTIQUARIUM
Località Eremo di Monte Barro
tel. 0341542266 fax 0341240216
e-mail: [email protected] sito:www.parcobarro.it
Aperto: martedì, mercoledì: 13.30-17.30; giovedì: 9-12.; sabato, domenica: 9.-12. e
13.30-17.30 Visite guidate su prenotazione.
L'Antiquarium, situato in località Eremo di Monte Barro, compone, insieme agli scavi
archeologici il museo del Parco Monte Barro. Dispone di un ampio parcheggio per i
visitatori con fondo compatto in ghiaia. Il percorso dal parcheggio all'ingresso del
Museo è di circa 10m e, in prossimità dell'ingresso, è presente un gradino di 17cm.
L'ingresso principale presenta un gradino di 3cm e una porta a battente manuale di
110cm. La struttura si sviluppa su 2 piani: a piano terra si trovano la biglietteria bookshop (h bancone da terra 79cm), il centro visita del Parco, con vetrine espositive (h massima 110cm) e pannelli che illustrano la flora e fauna del parco, e servizi igienici non attrezzati per persone con disabilità. A piano -1 è presente il Museo
Archeologico con due sale molto ampie: la prima è allestita con vetrine e pannelli
informativi che mostrano e descrivono i reperti archeologici della zona, relativi al
cruciale periodo di passaggio tra la dominazione tardo romana e quella ostrogota.
La seconda sala è composta da 20 sedie (h da terra 48cm) e un televisore, dove vengono proiettati video sui siti archeologici, sulla flora e fauna del Monte Barro.
Accanto alla sala video un ampio bancone (h da terra 80cm) espone resti animali,
reperti e utensili trovati nel parco. I piani sono collegati tra loro da una rampa di
scale di 20 gradini consecutivi superabili con servoscala (piattaforma di 70cm di larghezza).
I servizi igienici attrezzati per disabili si trovano all'interno ristoro Monte Barro, raggiungibile attraverso un percorso esterno alla struttura.
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Tra le manifestazioni che il territorio della Brianza organizza ogni anno, segnaliamo in primo luogo la Camminata dell'Amicizia di Bosisio Parini, organizzata in
primavera dal Gruppo Amici di Don Luigi Monza - sezione di Bosisio Parini, particolarmente adatta a persone con bisogni speciali. Si tratta di una camminata non
competitiva di 12 km su strade asfaltate e sterrate, che aggrega ogni anno più di
ventimila persone da tutta Italia e contribuisce a finanziare le attività dell'associazione "La Nostra Famiglia" a favore dei disabili. (www.lanostrafamiglia.it)
In maggio alla fiera di Osnago 2 eventi organizzati dalla Provincia di Lecco: la rassegna di educazione alimentare e promozione dei prodotti e dell'agricoltura locale, e della cultura e tradizioni enogastronomiche Cultura che nutre, è promossa
dal servizio agricoltura (t.0341 295518); Manifesta è una grande kermesse dedicata a tutte le realtà impegnate nel campo della solidarietà sociale nella provincia lecchese: organizzazioni non profit, enti locali, aziende sanitarie si incontrano
e scambiano esperienze. (Cised t.0341 295452 www.provincia.lecco.it)
Sotto il profilo culturale possiamo citare almeno qualche appuntamento annuale: il cosiddetto Maggio Pariniano, un'iniziativa promossa dal comune di Bosisio
Parini per celebrare la memoria di Giuseppe Parini, attraverso conferenze, convegni, concerti, manifestazioni teatrali e visite guidate nei luoghi che colorano i
versi del grande poeta. (www.comune.bosisioparini.it)
In estate si svolge ormai da molti anni un importante festival teatrale: L'ultima
Luna d'Estate, che ha il suo cuore nel parco di Montevecchia, con spettacoli suggestivi in ambienti particolarmente affascinanti. (www.ultimaluna.net)
Un altro curioso appuntamento è la manifestazione La Passione per il Delitto che,
nella elegante cornice di Villa Greppi a Monticello Brianza ospita, all'inizio dell'autunno, celebri scrittori e giovani esordienti protagonisti della narrativa di genere
giallo e noir italiana e straniera, attirando sempre di più l'attenzione di lettori di
ogni età. (www.lapassioneperildelitto.it).
VITA DI CAMPAGNA
MANIFESTAZIONI ED EVENTI
BRIANZA
Lario e le colline della Brianza, è oggi un
Parco Regionale nato per salvaguardarne le peculiarità naturalistiche,
ambientali e storiche; al suo interno
comprende un osservatorio ornitologico, il parco archeologico dei Piani di
Barra con l'Antiquarium, il Museo
Etnografico, il Centro Regionale Flora
Autoctona, e ha sede nelle sale della
settecentesca Villa Bertarelli incorniparte battuto e parte sterrato), con ciata, nella sua splendida posizione
punti molto sconnessi.
panoramica, da un digradante giardino
Il monte Barro, un rilievo isolato tra il all'italiana.
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NAVIGAZIONE LAGO DI PUSIANO
TRASPORTO PUBBLICO NON DI LINEA IN ACQUE INTERNE
NOLEGGIO DA BANCHINA CON CONDUCENTE
PRO LOCO BOSISIO PARINI Piazza Parini, 1
tel. 031 650485 fax 031 618612 sito: www.prolocobosisio.it
La gestione della navigazione del Lago di Pusiano è affidato alla Pro Loco di Bosisio.
Il servizio, durante l'anno, è attivo solo su prenotazione, ad esclusione delle domeniche ed i festivi da fine maggio ad inizio ottobre, quando sono istituite tre corse
pomeridiane senza necessità di prenotazione. Il servizio non è attivo nei mesi di
dicembre, gennaio e febbraio. Per prenotare è necessario contattare gli uffici della
Pro Loco; per i gruppi e le comitive la prenotazione deve essere effettuata almeno
dieci giorni prima.
Accessibilità dei mezzi Il mezzo utilizzato per la navigazione è un catamarano
accessibile alle persone con disabilità motoria. La larghezza delle cinque porte d'accesso al natante è di 90 cm.
Non sono presenti allestimenti per disabili: la persona in carrozzina che accede al
veicolo viene sistemata all'interno dell'imbarcazione e frenata. Ci sono ampi spazi
di manovra per la rotazione di una carrozzina. Il bagno in dotazione risulta essere
molto piccolo e non accessibile alle persone con carrozzina.
Accessibilità del molo Attualmente gli attracchi utilizzabili sono 3: Bosisio P.
Moiana e Casletto. Descriviamo di seguito l'imbarcadero di Bosisio, che si trova sull'itinerario. Per l'attracco di Bosisio Parini l'accesso al catamarano avviene tramite
una passerella mobile (lunghezza 3m larghezza 1m). L'imbarcadero di Bosisio Parini
non presenta ostacoli per le persone in carrozzina. Nelle vicinanze è presente un
parcheggio pubblico (a pagamento solo di domenica) con alcuni posti riservati ai
disabili. Per raggiungere il molo d'imbarco è necessario percorrere un tratto di circa
60 m. con fondo sterrato e ghiaia. In alternativa, e solo con autorizzazione della Pro
Loco, è possibile percorrere con l'auto una stradina di circa 90m, sempre con fondo
in sterrato e ghiaia, che approda direttamente al molo.
A circa quattro metri dall'attracco è presente una pensilina d'attesa che funge
anche da biglietteria collegata al molo con rampa in lieve pendenza.
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MONTEVECCHIA E LA VALLE DEL CURONE
Il Parco, collocato nella parte sudorientale della Brianza, a soli 20km
dalla periferia di Milano, si estende su
un territorio prevalentemente collinare,
più aspro nella zona settentrionale.
All'interno del Parco, accanto ad aree
agricole, insediamenti umani ed edifici
religiosi, coesistono zone più selvagge e
ambienti naturali protetti di rilevante
interesse naturalistico, come i boschi
umidi, i prati magri e le sorgenti petrificanti. La dorsale di Montevecchia, che
separa il bacino del torrente Curone da
quello del torrente Molgoretta, si qualifica, con i suoi quasi 500m, come il
punto più alto della zona. La cima della
collina di Montevecchia è dominata dal
Santuario della Madonna del Carmelo,
edificato nel XVII secolo e ingentilito
da una scenografica X scalinata di 181
gradini. Ai piedi del Santuario sorge la
panoramica piazzetta di Montevecchia,
introdotta da un suggestivo arco a
tutto sesto, incorniciata da edifici di un
certo pregio come Villa Agnesi, appartenuta alla famiglia della celebre matematica milanese, Maria Gaetana Agnesi
e, sul lato opposto, il Palazzo Archinti
Vittadini. La piazza, X caratterizzata da
un fondo acciottolato, è accessibile
anche con l'automobile, ma si tratta di
una zona a traffico limitato. Il visitatore resterà certamente incantato dalla
dolcezza del paesaggio, puntellato da
vecchie cascine, tra i terrazzamenti col-
tivati a vite ed erbe aromatiche, e i
boschi di rovere e castagno: uno scorcio di Brianza ancora decisamente
"bella". Per farsi un'idea di ciò che il
Parco può offrire, è consigliabile prevedere una tappa presso la Cascina Butto,
che è sede degli uffici del Parco, dove è
possibile reperire cartine e materiale
informativo. In una parte dello stesso
stabile, originariamente adibita a fienile, è situato un Centro Visite X completamente accessibile, inaugurato nel
maggio del 2007, aperto il sabato e la
domenica. Pensato soprattutto per stimolare la curiosità dei più piccoli,
introduce il visitatore alla scoperta
degli ambienti del parco, attraverso
una serie di postazioni che coinvolgono
in modo divertente le nostre capacità
sensoriali. Adiacente ad esso si trova un
X servizio igienico adatto anche a persone con disabilità. Si raggiunge facilmente seguendo le indicazioni per il
Municipio di Montevecchia: la Cascina
Butto è collocata su un poggetto ai
piedi del quale X si lascia l'automobile
in un apposito parcheggio, in cui si
segnala la presenza di un posto auto
riservato a persone con disabilità, e poi
si prosegue a piedi per un breve tratto
sterrato in salita di circa 30m. È
comunque possibile arrivare in auto
fino all'ingresso della cascina, dalla
quale si può ammirare un suggestivo
panorama sulla valle del Curone.
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All'interno del Parco sono stati individuati 11 itinerari di durata e difficoltà
diverse che si snodano attraverso l'intero territorio protetto; su questa stessa
rete di sentieri sono stati recentemente
identificati X quattro itinerari per non
vedenti, pensati per imparare a conoscere alcuni particolari ambienti del parco
attraverso i rumori, gli odori, i sapori. X
Questi percorsi, appositamente segnalati da ben riconoscibili cartelli in rilievo,
sono corredati da audioguide, disponibili su CD o scaricabili dal sito del parco.
Presso il Centro Visite e gli uffici è inoltre possibile acquistare un plastico 3D
(gratuito per i non vedenti) che permette di rendersi conto, attraverso il tatto,
della conformazione del territorio e della
collocazione geografica dei principali
comuni che lambiscono i confini del
Parco.
Trattandosi di una zona prevalentemente collinare X è difficile identificare un
percorso che sia esclusivamente pianeggiante e perfettamente accessibile senza
alcun tipo di difficoltà. È anzi proprio la
conformazione orografica del territorio a
rendere il Parco di Montevecchia particolarmente suggestivo.
Per questo abbiamo selezionato degli
itinerari brevi che possono X essere percorsi a piedi e, in parte, in automobile, in
quanto trattasi di strade asfaltate o
mulattiere, per alcuni tratti percorribili
esclusivamente dai residenti o dalle
guardie ecologiche del parco.
Questi percorsi, per la fruizione dei quali
è però sempre consigliabile munirsi di
cartina, non sono necessariamente meta
di un turismo di massa, ma altrettanto
affascinanti e significativi.
PERCORSO PANORAMICO
(3 km circa)
Viene considerato un percorso panoramico perché partendo da Montevecchia
alta corre lungo la dorsale della collina
che separa il bacino del torrente Curone
da quello del torrente Molgoretta, ad
un'altezza media di 450m sul livello del
mare, ma in realtà il panorama è costituito da scorci ritagliati nella fitta vegetazione del bosco.
È un tratto del sentiero n.10, X percorribile a piedi, che si svolge su strada asfaltata e sterrata, con qualche breve tratto
molto sconnesso.
È consigliabile lasciare l'auto nell'apposito parcheggio sul lato destro della strada, in corrispondenza dell'area di sosta
della cascina Cappona. Il panoramico
parcheggio ha X pavimentazione agevole in mattonelle di cemento autobloccanti; superato un gradino di 9cm, si
accede ad una piccola area pic-nic, non
ombreggiata, con fondo in erba leggermente sconnesso. L'area è attrezzata
con due tavolini (h. 78cm), quattro panchine e una fontanella con altezza fuoriuscita acqua a 74cm da terra. Tornando
sui propri passi, sul lato sinistro della
strada, si trova la latteria Maggioni X (3
gradini di 17cm), presso la quale è possibile acquistare i tipici formaggini di
Montevecchia. Da notare, invece, sul
lato destro della strada, la piccola chiesetta di San Bernardo (aperta nei festivi
dalle 15.00 alle 18.00), che si affaccia su
un incantevole panorama sulla pianura.
Superato il parcheggio, sul cui sfondo si
stagliano i rilievi del San Genesio, del
Resegone e delle Grigne, si prosegue su
una X strada asfaltata per 1,3 km, puntellata da terrazzamenti coltivati a
vigneti, tipici della zona. A questo punto
la strada X diventa sterrata e si adden-
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(2 km circa, percorribile interamente X
in automobile)
Si snoda nella Valle di Santa Croce,
seguendo il corso del torrente
Molgoretta. Percorrendo in automobile
la sp 54 da Montevecchia in direzione
Missaglia, si svolta a destra all'altezza
del bar Café Mania, raggiungendo
attraverso una curva a gomito il percorso n. 6, incrociato il quale si svolta a
sinistra. Si prosegue su strada X asfaltata per circa 300m, fino ad un ponticello che supera il torrente. Da questo
punto la strada diventa X sterrata per
circa 1 km, e negli ultimi 300m presenta un X fondo più umido e sconnesso.
Il torrente, nascosto dalla vegetazione
rigogliosa, rimane sul lato sinistro, ma
non si vede. La zona è tuttavia sufficientemente silenziosa da permettere
di sentire il rassicurante scroscio dell'acqua, a conferma che siamo sulla
strada giusta. Ad un certo punto la strada curva molto evidentemente verso
sinistra superando un ponte sul torrente, e incrocia il percorso n. 9 X asfalta-
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PERCORSO VALLE DI SANTA
CROCE
to. Qui, facendo una brevissima deviazione verso sinistra (al limite anche nel
tragitto di ritorno), si può osservare sul
lato sinistro della strada una curiosa
Croce della
stele in pietra, chiamata "C
Peste", eretta a ricordo dei morti della
famosa peste del Seicento, descritta in
tutta la sua crudezza anche dal
Manzoni. Queste croci, particolarmente diffuse nel territorio di Missaglia e
probabilmente realizzate per invocare
la clemenza divina, indicavano le fosse
comuni in cui venivano seppelliti i
morti.
Se si sceglie di non fare questa piccola
deviazione di carattere "votivo", si prosegue verso destra, incontrando quasi
subito uno stagno con un X punto di
osservazione attrezzato, subito dopo il
quale è possibile lasciare l'automobile.
Vi si trovano una X passerella accessibile da due punti (il primo con 2 gradini di 20cm su terreno erboso e sconnesso, il secondo direttamente dalla
strada), costituita da assi di legno accostate e in alcuni punti leggermente
sconnesse, un'area pic-nic sull'erba, e
un pannello esplicativo relativo all'habitat dei boschi umidi, di cui si possono
ammirare direttamente alcuni elementi della flora: alberi di ontano nero e
olmo, arbusti di viburno, fusaggine e
biancospino, con ricco sottobosco di
equiseto, fragole, valeriana, cardi, carici.
È possibile X lasciare l'automobile in
un piccolo parcheggio subito dopo il
secondo accesso alla passerella.
Proseguendo ancora per poche centinaia di metri si prende necessariamente verso destra perché il percorso n. 9
diventa un sentiero, raggiungendo così
il piccolo borgo di Santa Croce, la cui
chiesetta romanica conserva nel muro
BRIANZA
tra nel bosco. Il percorso, X inizialmente pianeggiante, si sviluppa in leggera
discesa per circa 800m, con piccoli
tratti anche molto sconnessi, ma superabili grazie all'ampiezza della strada.
Dopo 1,5 km il percorso torna ad essere asfaltato e prosegue fino alla località Deserto, così chiamata in riferimento all'area boschiva priva di qualunque
costruzione, originariamente coltivata
a vite da una famiglia di contadini che
fin dal 1570 possedevano una cascina
proprio in questa zona.
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di recinzione un'incisione pre romana, a seguire anche quando, all'altezza di
che documenta l'abitazione di queste Cascina Valfredda, i due sentieri tornano
zone in epoche assai remote.
a separarsi. In questo punto, circondato
da prati adibiti soprattutto al pascolo, X
si trova il tratto più sconnesso del perPERCORSO
corso, ma è possibile evitarlo chiedendo
FONDO VALLE CURONE
ai proprietari di passare attraverso la
(1,5 km circa X percorribile solamente a cascina. Mentre il sentiero n. 11 si dirige
piedi)
più direttamente verso Ca' del Soldato,
Questo breve itinerario, nel cuore della superando passaggi particolarmente
valle del torrente Curone, collega il par- stretti, proseguiamo per il sentiero n. 8
cheggio di Cascina Butto al parcheggio che scende dolcemente verso il fiume e
del Centro Parco Ca' del Soldato, sede lo attraversa, congiungendosi, dopo circa
delle Guardie Ecologiche Volontarie e di 1km, al sentiero n. 1 X asfaltato, che
un piccolo museo sulla flora e la fauna corre lungo il fondo valle del Curone per
del parco. Il percorso si sviluppa in disce- circa 300m fino al parcheggio di Ca' del
sa per una lunghezza di circa 1500m, in Soldato. Volendo si può proseguire per
parte u asfaltato e in parte sterrato, con altri 600m circa, inoltrandosi nel vero e
proprio cuore del parco, dopo di che la
brevi tratti u discretamente sconnessi.
Scendendo da Cascina Butto tenendo la strada diventa un vero e proprio sentiedestra, si imbocca la prima strada sulla ro difficilmente accessibile. Per chi
sinistra, riconoscibile per un cartello che volesse raggiungere il centro visite è
vieta il transito alle automobili, inizial- utile sapere che è aperto solo il sabato e
mente asfaltata e poi sterrata dopo circa la domenica ed è X accessibile percor300m, indicata anche come sentiero n. rendo un tratto di 300 metri, con pen11. Il percorso si addentra nel bosco e denze elevate e fondo sconnesso in terra
all'altezza di Cascina Gaidana si sovrap- battuta e ghiaia, non fruibile in autonopone al sentiero n. 8, che continueremo mia da persone con disabilità motoria.
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IL MEDIO CORSO DELL’ADDA:
UNA LINEA DI CULTURA E PROGRESSO
Un itinerario alla volta di quei luoghi
dove l'Adda riprende "corso e figura di
fiume" - per dirla con la penna del
Manzoni - ci porta a scoprire alcuni
angoli della Brianza che hanno scritto
attraverso l'acqua la storia economica
e culturale di un intero territorio.
L'Adda non fu e non è solo una sinuosa
linea di separazione tra due differenti
territori: è sempre stato un sistema di
importanza strategica fondamentale
per il controllo delle comunicazioni tra
il bacino del Po e l'Adriatico, e tra il
Lario e l'Europa centrale. Per questo fu
presidiato da rocche e castelli di cui si
può ancora oggi ammirare qualche
vestigia nelle località di Brivio e Trezzo
d'Adda.
Fino all'avvento della ferrovia, le vie
d'acqua costituirono uno dei motori
primari della ricchezza economica del
territorio lombardo: fu infatti proprio
attraverso un ingegnoso sfruttamento
dei corsi d'acqua e la realizzazione di
un'articolata rete di canali per la navigazione e l'irrigazione che la città di
Milano riuscì ad ovviare all'inconveniente di non possedere uno sbocco sul
mare o su un grande fiume. In questo
progetto di conquista di un accesso al
mare attraverso il Po, il Ticino e l'Adda
ebbero un ruolo di primo piano. Il bisogno dei milanesi di assecondare la
navigazione delle merci provenienti
dalla Valtellina e dalla Valsassina attraverso il Lario e l'Adda diede un energico giro di vite al completamento della
rete dei navigli, consentendo l'allacciamento delle acque del Ticino a quelle
dell'Adda con la realizzazione del
Naviglio piccolo della Martesana, che
fu messo in opera in soli sei anni alla
metà del XV secolo. Tuttavia la conformazione orografica e strutturale del
fiume, che nella zona di Paderno assumeva un corso tortuoso, con presenza
di massi affioranti e rapide, rendeva
impossibile la navigazione. Di conseguenza nella zona tra Brivio e Trezzo i
commerci avvenivano necessariamente
via terra. Fu anche grazie all'interessato
sostegno economico di Francesco I re
di Francia che nel 1518 fu decretata la
costruzione del Naviglio di Paderno.
Ci vollero ben tre secoli di progetti,
confronti e perizia tecnica per portare a
compimento un'opera di audace ingegneria idraulica come questa, la cui difficoltà derivava soprattutto dal problema di come far superare alle barche, in
soli due chilometri e mezzo, un dislivello di quasi trenta metri.
La risposta a questi interrogativi è
ancor oggi tracciata nel paesaggio che
ci offre il medio corso dell'Adda, preservato e valorizzato dall'istituzione di un
Ecomuseo dedicato ad uno dei più illustri personaggi che proprio dall'Adda
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rimasero tanto affascinati, cioè
Leonardo da Vinci.
Nonostante le infinite suggestioni che, a
più riprese, hanno messo in relazione il
paesaggio dell'Adda e del Lario con alcune delle più celebri opere pittoriche dell'artista, in realtà la sua attenzione per i
fiumi e i navigli lombardi fu essenzialmente di natura idraulica, come diretta
conseguenza del suo più profondo interesse per l'elemento acqua. Un interesse
suggellato dal gran numero di disegni e
appunti realizzati durante i suoi soggiorni milanesi presso la corte di Lodovico il
Moro tra il XV e il XVI secolo. Durante il
suo secondo soggiorno milanese, fra
1506 e 1513, fu infatti ospite della
dimora del nobile Girolamo Melzi a
Vaprio d'Adda ed ebbe quindi modo di
frequentare assiduamente le zone
dell'Adda, del Lario e della Valsassina,
partecipando direttamente al dibattito
ECOMUSEO ADDA DI LEONARDO
Via Padre Calvi, 3 - 20056 Trezzo sull'Adda (Mi)
tel 02 9091229 fax 02 9090096 sito: www.addadileonardo.it
L'itinerario si sviluppa su circa 6 km, per una larghezza di 2,50 metri, è lineare e presenta un fondo, a tratti sconnesso, in asfalto per i primi 5 km, poi in terra battuta
per circa 1 km. Tra la 13° e la 16° stazione è presente un tratto di circa 30 metri con
pendenza maggiore dell'8%. Il parcheggio è situato s>>tto il ponte di ferro di
Paderno d'Adda e dispone di circa 20 posti auto gratuiti con fondo compatto in
asfalto e ghiaia.
Presso lo Stallazzo, si trova oggi un museo e un punto ristoro aperto solo nel fine
settimana, accessibile dall'ingresso principale superando un gradino di 3cm, oppure
dall'ingresso secondario attraverso una rampa inclinata; si sviluppa su 2 piani collegati da due rampe di scale con 18 gradini in totale e corrimano sul lato sinistro (h
da terra di 100cm).
Al piano terra sono presenti: una sala con bar (h bancone 88cm) e bookshop (h bancone 94cm); un'ampia sala espositiva che ospita alcuni strumenti e macchine leonardesche; e un servizio igienico attrezzato anche per disabili. Al primo piano due
ampie sale caratterizzate da pannelli informativi, posti ad una altezza massima di
140cm, illustrano gli studi idraulici, la nascita del naviglio, i luoghi e gli studi di
Leonardo. Nella parte centrale delle due sale si trovano 10 posti a sedere (h da terra
45cm). Nella sala di destra inoltre è presente uno schermo (h da terra 170cm) che
illustra il funzionamento del sistema delle chiuse.
Nei pressi della centrale Bertini, in zona ombreggiata e con fondo compatto in terra
ed erba, è presente un'area di sosta attrezzata con 5 tavoli (h 70cm) con 12 panche in pietra (h 46cm) distanziati di circa 20 metri l'uno dall'altro. Il sentiero rilevato termina alla centrale idroelettrica Esterle di Porto d'Adda, presso cui si trova un
parcheggio con fondo sconnesso in terra battuta e ghiaia, che dispone di 40 posti
auto.
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1920 la centrale Semenza per sfruttare
il salto dell'acqua. Poco dopo si passa
sotto il famoso ponte in ferro di
Paderno d'Adda, costruito nel 1899 su
progetto dell'ingegnere svizzero
Röthlisberger, che supera con un'unica
arcata alta 80 metri uno dei tratti paesaggisticamente più suggestivi ma
topograficamente più ardui del fiume,
infossato tra rive rocciose e scoscese.
Poco più a valle del ponte, una seconda
diga attraversa il fiume creando uno
sbarramento dalle cui conche si origina
il naviglio di Paderno, che prosegue
parallelo all'Adda per 2,6 km.
Da questo punto, procedendo con il
naviglio sulla destra e le rapide
dell'Adda sulla sinistra, si incontrano
incantevoli punti panoramici X con
fondo a tratti sconnesso in terra battuta ed erba.
Dopo circa 2 km di sentiero pianeggiante e lineare si raggiunge la località
dei Tre Corni, i cui suggestivi scorci
ritornano idealmente in tanta parte
dell'opera di Leonardo pittore. Proprio
in prossimità di questo punto,
Leonardo pensava di realizzare lo sbar-
BRIANZA
per la risoluzione e il miglioramento del
sistema idrico lombardo. I suoi disegni
testimoniano il progetto di collegare il
Lario alla città di Milano attraverso
l'Adda, con una serie di interventi per
costruire un canale parallelo al fiume,
che furono in gran parte modificati, in
alternativa al più difficoltoso progetto
di collegare i laghetti della Brianza
attraverso un condotto che dal Lago di
Lecco trasferisse i flussi al Lambro dirigendoli così verso Milano.
Possiamo osservare come fu realizzato
il canale di Paderno e quali furono gli
sviluppi successivi del suo utilizzo percorrendo un X tracciato ciclo pedonale di circa 6 km che si sviluppa da
Robbiate a Cornate d'Adda, suddiviso in
14 tappe ripartite a loro volta in 47
stazioni (punti panoramici, edifici, conche, ecc.), identificate con pannelli
informativi. L'inizio dell'itinerario è
segnato dalla imponente diga di
Robbiate, costruita per alimentare il
canale Edison che convoglia le acque
verso il Naviglio di Paderno e la centrale idroelettrica Esterle posta più a valle.
A monte della diga fu costruita nel
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ramento dell'Adda da cui far partire il
naviglio. Affacciandosi sul fiume si possono ammirare tre massi erratici che
affiorano dall'acqua.
Proseguendo per 1 km si raggiunge la
conchetta, il primo degli otto salti compiuti dal naviglio di Paderno dopodiché,
per un tratto di 500 metri, il naviglio,
invaso dalla vegetazione rigogliosa,
rimane senza acqua.
Il fiume Adda, invece, procede nel suo
corso generando ampi bacini d'acqua. La
Conca Vecchia è il primo dei due salti
del fiume. Qui l'architetto milanese
Giuseppe Meda, autore del progetto cinquecentesco del naviglio di Paderno
ripreso da quello di Leonardo, introduce
l'escavazione di un nuovo canale parallelo al fiume per aggirare le rapide. Il
secondo salto del fiume, detto Conca
delle Fontane, deriva il suo nome dalle
risorgive che sgorgano naturalmente dal
terreno.
Nei pressi della Conca delle Fontane
sorge il cosiddetto Stallazzo, originariamente un luogo di sosta per il ricovero e
il cambio dei cavalli che rimorchiavano i
barconi controcorrente, oggi riadattato
come stazione didattica e di ristoro.
Fra la Conca delle Fontane e la Conca
Grande, punto terminale del naviglio
secondo il progetto del Meda, una X
scalinata di circa 80 gradini consecutivi
accompagna il visitatore in cima allo
sperone su cui sorge il Santuario della
Madonna della Rocchetta, nella omonima valle. Dedicata alla Vergine in epoca
viscontea, la chiesetta era precedentemente intitolata a San Giovanni
Evangelista e probabilmente utilizzata
dai Longobardi come punto di controllo
dei diversi approdi per la navigazione in
provenienza da sud, ipotesi confermata
dai resti di una fortificazione probabilmente bizantina o tardo antica emersa
dagli ultimi scavi.
Proseguendo ancora per poche centinaia di metri si raggiunge la Centrale idroe lettrica Angelo Bertini, tuttora attiva,
costruita nel 1898 dalla società Edison
per rispondere al crescente bisogno di
energia elettrica di un ampio e dinamico
bacino di consumo. L'impianto fu installato nel territorio di Porto d'Adda, in
prossimità di quelle rapide del fiume
descritte con sublimi accenti anche da
Cesare Cantù, il quale proprio sulle sponde dell'Adda trovava la sua patria e
ancora riposa nel cimitero di Brivio.
Il fiume si apre in un paesaggio pianeggiante che, dopo pochi chilometri, conduce alla centrale Carlo Esterle, la più
imponente della zona, situata in località
Resega a Cornate d'Adda e realizzata nel
1914 come pertinenza dell'impianto di
Robbiate. A suscitare interesse non è
solo la più aggiornata tecnologia del
nuovo impianto, ma anche una ricercata
dignità formale che, richiamandosi alla
tradizione decorativa del rinascimento
lombardo, modellata sui mattoni a vista,
sulle decorazioni dipinte, sul ferro battuto e sugli archi ogivali e a tutto sesto,
sembra quasi voler smorzare l'impatto di
una modernità che stava modificando
l'ambiente e le tradizioni ad esso legate
in maniera irreversibile.
L'itinerario compreso dall'Ecomuseo termina qui, ma è possibile proseguire il
percorso ancora per qualche chilometro
fino a Trezzo d'Adda, dove la torre del
castello si staglia da lontano sopra l'ultima maestosa centrale idroelettrica del
medio corso dell'Adda, la Taccani,
costruita nel 1906.
In questa nuova corsa allo sfruttamento
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LA BRIANZA A TAVOLA
La cultura gastronomica della Brianza è comunemente nota soprattutto per la
produzione dei salumi, in particolare suini, che sono oggi diffusi in tutta Italia grazie a salumifici prestigiosi come Beretta, Vismara, Rovagnati, nati proprio in questa zona. Il culto del maiale, trova un'appetitiosa celebrazione in una delle pietanze più tipiche della Brianza, la cosiddetta "cassoeula", che accosta alla verza
le parti meno pregiate del maiale che vengono cotte a lungo. Nella tradizione
brianzola troviamo altri piatti poveri come la trippa, (""büseca",) che viene tradizionalmente mangiata la sera della vigilia di Natale. Associata a queste pietanze,
o per accompagnare formaggi e salumi, troviamo assai spesso la polenta, oggi
arricchita con burro e formaggi più o meno grassi nella versione "oncia", ma che
per secoli ha costituito l'unico alimento della comunità contadina.
In passato un ruolo certamente importante nella dieta locale era occupato dalle
castagne, che venivano cotte con il latte, oppure macinate per farne farina.
Nella zona di Montevecchia, famosa anche per la produzione vitivinicola, specie
per i Milanesi, e che di recente ha trovato un rinnovato impulso, si andava a mangiare i rinomati “formaggini”, di capra o di vacca, a pasta cruda, che ancora oggi
solleticano il palato accompagnati da un buon bicchiere di “pincianel” (vino rosso
nostrano), insieme ad alcune fette di saporitissima mortadella di fegato e cetriolini bianchi sott’aceto.
In quest’area si prepara anche il tradizionale risotto al rosmarino, che insieme alla
salvia ed altre erbe aromatiche viene coltivato in grande quantità, trovando sbocco al mercato ortofrutticolo di Milano. Oggi tutti questi prodotti tradizionali e
tipici, insieme con molti altri, tutti rigorosamente locali, (formaggi, ortaggi, carni
fresche, yogurt, latte caprino e vaccino,, mieli, conserve e salumi di tutti i tipi), si
possono acquistare presso il Mercato degli Agricoltori di Osnago tutti i sabati
dalle 8.30 alle 17 e i mercoledì dalle 17 alle 20.
ECOMUSEO ADDA DI LEONARDO
voce silenziosa della corrente del fiume
lasciandoci trasportare dal traghetto
che fa la spola tra la sponda brianzola
di Imbersago e quella bergamasca di
Villa d'Adda. Si dice fosse progettato da
Leonardo, benché di questi traghetti
mossi solo dalla corrente del fiume se
ne trovino anche sulle rive di molti
fiumi europei.
I vecchi barcaioli ricordano che, per
salire orante alla Madonna del Bosco,
se ne serviva un fanciullo che il mondo
avrebbe conosciuto e amato con il
nome di Papa Giovanni XXIII.
BRIANZA
delle acque per la produzione di energia, il sofferto problema della razionalizzazione dei canali navigabili perde
inesorabilmente importanza, sia per
l'invecchiamento delle strutture di servizio, sia per il rapido incremento dei
trasporti via terra determinato dallo
sviluppo della ferrovia. Entro il primo
decennio del Novecento l'Adda riqualifica dunque il proprio ruolo di inedito
modello di avanguardia tecnologica,
delineandosi come il "fiume elettrico"
italiano per eccellenza.
Possiamo tuttavia ancora assaporare la
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.MUOVERSI .MANGIARE .DORMIRE .SPORT .BENESSERE
1
HOTEL PARINI***
Piazza dell'Ospedale, 4 - Bosisio Parini
tel. 031 865008 fax 031 866400
e-mail: [email protected] sito: www.parinihotel.com.
L'Hotel Parini è situato in un'antica corte. Dispone di parcheggio con 5 posti auto.
La strada dal parcheggio all'ingresso è di circa 10m, con fondo compatto in pietre
autobloccanti. L'ingresso presenta 1 campanello (h da terra 117cm) e porta di
150cm. La struttura si sviluppa su 3 piani (0,1,2): a piano terra si trovano: reception,
sala tv, sala colazione e 2 camere attrezzate per disabili. Ai piani 1 e 2 sono presenti le altre camere per gli ospiti. I piani sono collegati da ascensore (porta 90cm, spazio interno 140x152cm, pulsantiera in braille e rilevo ad h massima di 120cm l'ascensore è bloccato dalle 23 alle 6). In alternativa, ciascun piano è raggiungibile
con una rampa di scale con corrimano laterale. La reception presenta un bancone
(h da terra 117cm). La sala colazione dispone di 28 posti, con tavoli rimovibili e spazio sufficiente per l'accosto di una carrozzina. La sala tv presenta 10 posti a sedere
e 1 tv (h da terra 78cm). L'hotel dispone di 21 camere, di cui 2 attrezzate con bagni
per disabili. La camera visionata è la n°403, a piano terra: camera matrimoniale con
spazi di manovra sufficienti (spazio frontale al letto 80cm; spazio laterale destro
76cm). Il bagno è interno alla stanza (porta 81cm; doccia a pavimento con box doccia e maniglioni interni); wc con maniglioni; buoni spazi di manovra).
2
FATTORIA SELVA
Via Bonfanti, 7 - 23842 Bosisio Parini
tel. e fax 031 866003
La fattoria Selva è situata in una zona tranquilla e silenziosa di Bosisio Parini, tipica
località di campagna. Dispone di 25 ettari di terreno. Le attività sono prevalentemente la coltivazione di cereali e l'allevamento di bovini e ovini. L'allevamento, in
particolare, permette di produrre formaggi e salumi stagionati, acquistabili direttamente presso lo spaccio aziendale.
Dispone di 2 aree parcheggio con rispettivamente 8 e 20 posti auto per i clienti.
Non sono presenti posti auto riservati a persone con disabilità. La strada dal parcheggio all'ingresso della struttura è di circa 15m con fondo compatto in asfalto e
sassi. La struttura si sviluppa su 2 piani (0,1): a piano terra si trova un ristorante, un
negozio per la vendita di prodotti tipici e un bagno. Piano 1 non è aperto al pubblico. Il ristorante è un'unica sala con 50 posti a sedere e buoni spazi di manovra. La
cucina è familiare, con piatti tipici del luogo. Le cene vengono servite solo su prenotazione.
Il negozio per la vendita dei prodotti alimentari locali e presenta un bancone (h da
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terra 100cm). Il bagno presenta una porta di 80cm, è dotato di maniglioni per
disabili su entrambi i lati del wc e gli spazi di manovra per una carrozzina sono
buoni.
3
B&B CÀ DEL CECCO
Via Roma, 16 - Frazione Brongio di Garbagnate Monastero
tel. 031 870148 cell. 3497343262 e-mail: [email protected]
Il Bed&Breakfast Cà del Cecco si trova nella zona centrale di Brongio.
Dispone di 1 proprio parcheggio. Il percorso dal parcheggio all'ingresso è di circa
12m con fondo compatto in asfalto e lastre di pietra. L'ingresso presenta 1 gradino di 8cm e 2 ampie porte consecutive.
L'appartamento si sviluppa su un unico piano e si compone di sala da pranzo,
cucina, 2 camere matrimoniali, 2 bagni, salotto, veranda e giardino. In tutte le
stanze gli spazi sono ampi. In sala da pranzo si trova un tavolo in legno (spazio
libero sottostante 72cm) con 6 sedie (h da terra 48cm). La cucina è attrezzata
con lavastoviglie, 4 fornelli (h da terra 86,5cm), forno e frigorifero. Le 2 camere
hanno letto matrimoniale e buoni spazi di manovra per una carrozzina. I 2 bagni
sono esterni alle camere (porta 68cm; wc senza maniglioni; spazio di manovra
sufficiente): il primo bagno presenta una vasca da bagno; il secondo dispone di
doccia con box (gradino 18cm; ingresso di 43cm). Il salotto per gli ospiti presenta un divano a 4 posti (h 36cm), camino, pianoforte e tv. Superando una porta
finestra di 110cm e un gradino di 4cm si accede alla veranda. E' ampia e attrezzata con un tavolo in legno (spazio libero sottostante 73cm), 4 sedie (h da terra
41cm) e 2 sdraio in legno (h 26cm). Il giardino presenta pavimentazione con
fondo compatto in erba.
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RISTORO MONTE BARRO
Dispone di un ampio parcheggio con fondo compatto in ghiaia. Il percorso dal
parcheggio all'ingresso del ristoro è di circa 10 metri.
L'ingresso presenta 1 gradino di 5 cm e porta a 2 battenti di 80cm. Il ristoro si
sviluppa su 3 piani (-1,0,1): a piano -1 sono presenti 2 ampie sale per riunioni, 10
camere per gli ospiti e i servizi igienici. A piano terra è presente il bar, il ristorante e i servizi igienici. A piano 1 si trova un terrazzo. Tutti i piani sono collegati da
1 rampa di scale con 20 gradini.
Il ristoro dispone di 10 camere. La stanza visionata è la n.1, a piano -1: camera
BRIANZA
Via Balassi -Località Eremo di Monte Barro
tel. 0341.240525 e-mail: [email protected]
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tripla con letti singoli e spazi di manovra sufficienti. Il bagno è interno alla stanza
(porta 70cm; doccia con gradino di 10cm e spazi di manovra sufficienti). Il bar presenta un bancone (h da terra 124cm) e 28 posti a sedere, con tavoli rimovibili.
Il ristorante dispone di 100 posti a sedere (h seduta 45cm) e buffet (h da terra
80cm). La cucina, previa richiesta, prepara menù particolari per coloro che hanno
esigenze specifiche. Il servizio igienico per disabili si trova accanto bar, subito dopo
una porta di 75cm (porta antibagno e bagno 80cm; wc con gradino 12cm; buoni
spazi di manovra). Il terrazzo è raggiungibile dall'esterno con 2 rampe di scale e corrimano su entrambi i lati (h da terra 101cm). È contornato da una recinzione (h
116cm) ed è attrezzato con 2 lunghe panche (h da terra 46cm). Dal terrazzo si gode
di un splendida vista del monte Barro e del lago.
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AGRITURISMO SAN MATERNO
Località San Materno - Galbiate
tel. 0341 542096 fax 0341 240870
e-mail: [email protected] sito: www.agriturismosmaterno.it
L'agriturismo è situato in località San Materno, sulla strada per l'eremo del Monte
Barro. La struttura offre la possibilità acquistare prodotti alimentari della casa.
Dispone di un parcheggio con 15 posti auto. Il percorso dal parcheggio alla struttura è di circa 10m con fondo a tratti sconnesso in ghiaia e erba.
Per accedere all'ingresso si superano 1 gradino di 15cm e una porta a 2 battenti di
115cm. In alternativa, è presente un ingresso secondario con soglia di 2cm e porta
di 100cm. L'agriturismo si sviluppa su 2 piani (0,1): a piano terra sono presenti 2 sale
ristorante e bagno. A piano 1 si trovano 2 appartamenti. I piano sono collegati tra
loro attraverso una rampa di scale.
La prima sala ristorante è ampia e dispone di circa 80 coperti, con tavoli con spazio libero sottostante di 70cm. La seconda sala ristorante presenta 40 coperti, con
tavoli con spazio libero sottostante di 77cm. Il bagno è composto da antibagno e
servizio igienico per persone con disabilità (porta a scomparsa antibagno 82,5cm;
porta bagno 80cm; wc senza maniglioni; ampio spazio di manovra).
Il personale è in grado di fornire informazioni sugli ingredienti dei piatti proposti. La
cucina, previa richiesta, prepara menù particolari per coloro che hanno esigenze
specifiche.
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PIZZERIA LO SFIZIO
Via Milano, 11 - Oggiono
tel. 0341 579557
Apertura: martedì-sabato h 12-14 e 18.30-22 domenica h 18-22. Lunedì chiuso
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HOTEL RED'S****
Via dei Mille, 28 - Barzanò
tel. 039 9272120 fax 039 9211594
e-mail: [email protected] sito: www.redshotel.com
Aperto tutto l'anno. Lounge bar dopo le ore 18 tutti i giorni.
Dispone di un parcheggio interno con 30 posti auto riservati ai clienti. Il percorso dal parcheggio all'entrata presenta fondo compatto in cemento. La struttura
si sviluppa su 5 piani (-1,0,1,2,3): piano -1 ospita un parcheggio. A piano terra si
trova la reception. Piano 1 presenta sala colazioni, lounge bar e servizio igienico.
Ai piani 2 e 3 si trovano le camere. Tutti i piani sono collegati da un ascensore
(porta 90cm; spazio interno 107x140cm; pulsantiera interna ad un'altezza massima di 138cm).
La reception presenta un bancone di 110cm. La sala colazioni dispone di un bancone buffet di 86cm, tavoli quadrati e tondi a gamba centrale e buoni spazi di
manovra. Il lounge bar è una sala molto ampia con un bancone di 116cm. I servizi igienici per persone disabili si compongono di antibagno e servizio igienico
(porta antibagno 98cm; porta servizio igienico 84cm; wc con maniglioni; buoni
spazi di manovra).
L'hotel dispone di 34 camere spaziose, di cui 2 sono attrezzate per persone disabili. La camera visionata è la 108, situata a piano 2. Si tratta di un'ampia camera
singola con porta d'ingresso di 82cm, spazio frontale al letto di 114cm e spazio
laterale sinistro di 177cm. Il bagno interno presenta porta a scomparsa di 82cm,
doccia a pavimento, wc dotato di maniglioni sul lato destro e buoni spazi per la
rotazione di una carrozzina.
BRIANZA
Il locale si trova all'inizio del centro di Oggiono, che conserva una sua vivacità,
con botteghe e pasticcerie, accoglienti bar e il grande mercato del giovedì.
La pizzeria non dispone di parcheggio riservato ai clienti ma sono presenti vari
parcheggi comunali lungo la strada. Per raggiungere l'ingresso si supera una
rampa inclinata che permette di evitare i 4 gradini. L'ingresso presenta una porta
manuale a spinta di 80cm.
La struttura si sviluppa su un unico piano ed è composta da un banco per la preparazione della pizza e il forno a legna, banco bar e sala ristorante arredata in
maniera semplice ed informale, dove sono presenti una decina di tavoli con spazio utile sottostante di 70cm. Il ristorante dispone di 30 coperti. Gli spazi di
manovra per la rotazione di una carrozzina sono limitati.
Il locale dispone di un servizio igienico per persone con disabilità (porta antibagno 90cm, porta bagno 90cm, wc dotato di maniglioni, buoni spazi di manovra).
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PASTICCERIA SELF-SERVICE FUMAGALLI
Via Ferrari, 2 - Barzanò
tel. 039 9210068
A pochi metri dall'ingresso della pasticceria si trovano diversi posti auto gratuiti.
L'ingresso presenta una porta automatica di 120cm. La struttura si sviluppa su un
unico piano e si compone di 2 sale (sala da the e sala self-service). La sala principale dispone di tavoli a gamba centrale (h 73cm), sedie (h 45cm), bancone bar e caffè
(h da terra 110cm), bancone gelateria (h da terra 93cm), bancone pasticceria (h da
terra 75cm) e bancone self-service (h da terra 75cm). Superando un gradino di 4cm
si giunge alla seconda sala, con tavoli tondi (spazio utile sottostante di 73cm) e 40
sedie (h da terra 45cm). Il bagno attrezzato per disabili è composto da antibagno e
servizio igienico (porta antibagno 74cm; porta servizio igienico 77cm; wc senza
maniglioni; spazi di manovra sufficienti).
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TRATTORIA IL PORTICO
Località Prebone di Monticello Brianza
tel. e fax 039 9205360
e-mail: [email protected] sito: www.trattoriailportico.it
Trattoria Il Portico dispone di un parcheggio situato a circa 30m dall'ingresso.
L'ingresso presenta 1 gradino di 4cm e porta a 2 battenti di 106cm. La struttura si
sviluppa su due piani (0 e 1): piano terra ospita sala ristorante, bar e servizio igienico; a piano 1 sono presenti 2 sale ristorante. I piani sono collegati fra loro con 2
rampe di scale con corrimano sul lato destro (h da terra 96cm).
La sala ristorante a piano terra è ampia e dispone di 20 coperti (tavoli con spazio
utile sottostante di 77cm). Il personale è in grado di dare informazioni sugli ingredienti dei piatti proposti. La cucina, previa richiesta, prepara menù particolari per
coloro che hanno esigenze speciali. Il bar è ampio, permette la rotazione di una carrozzina e presenta 2 banconi (h da terra 116cm e 94cm). Piano 1 dispone di 2 sale
ampie con 90 coperti complessivi. Il servizio igienico per disabili è situato a piano
terra (porta 76cm, wc con maniglione, spazi di manovra sufficienti).
La struttura presenta una veranda esterna raggiungibile dal parcheggio attraverso
una rampa inclinata (pendenza inferiore all'8%).
La veranda è aperta solo nei mesi estivi e dispone di 150 coperti, ampi spazi di
manovra e 1 servizio igienico attrezzato per disabili (porta bagno 80cm; wc senza
maniglioni; buoni spazi di manovra per carrozzine).
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AGRITURISMO FATTORIA LAGHETTO
Via Laghetto, 2 - Località Burgarolo - Merate
tel. e fax 039 9902283 - cell. 3351724065
e-mail: FATTOR66@ fattorialaghetto.191.it
L'agriturismo Laghetto si trova all'interno di una cascina in località Burgarolo.
Oltre all'allevamento e alla ristorazione, si svolgono attività didattiche, ippoterapia e corsi di addestramento per cani. Dispone di un parcheggio con 50 posti
auto, con fondo compatto in ghiaia. Per accedere all'ingresso si supera una rampa
inclinata (pendenza inferiore all'8%) e una porta a battenti di 117cm.
L'edificio si sviluppa su unico piano e dispone di spaccio aziendale, sala per attività didattiche, ristorante, servizio igienico e 3 bilocali.
La sala ristorante presenta 80 coperti (tavoli con spazio libero sottostante di
67cm). La cucina, previa richiesta, è in grado di preparare menù particolari per
coloro che hanno esigenze specifiche. Nella sala è presente il bagno per uomini,
donne e disabili (porta antibagno 80cm; porta bagno 81cm; wc con maniglioni
verticali su entrambi i lati; buoni spazi di manovra per carrozzine).
La struttura dispone di 3 bilocali. L'appartamento rilevato è il numero 3. L'ingresso
presenta 1 gradino di 3cm e una porta a battente di 86cm. Al suo interno si trovano: cucina, sala da pranzo, camera doppia con 2 letti singoli e bagno. In tutto
l'appartamento gli spazi sono ampi, senza ostacoli. Il bagno è composto da antibagno e bagno (porta antibagno 80cm; porta bagno 80cm; wc con maniglioni
verticali; 1doccia con box doccia gradino 11cm, ingresso 43cm, maniglione verticale).
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HOTEL ADDA E CENTRO TROPICANA
L'albergo dispone di 2 parcheggi: il primo è situato lungo la strada, con 15 posti
auto; il secondo si trova a piano -1, con 100 posti auto. Il percorso dai parcheggi
all'entrata è in piano con fondo compatto in asfalto.
L'albergo si sviluppa su 6 piani (-1,0,1,2,3,4): piano terra presenta: reception,
postazione internet, bar, sala ristorante e bagno. Ai piani 1,2,3,4 si trovano le
stanze per gli ospiti e, a piano -1, il parcheggio e 4 camere attrezzate per disabili. Tutti i piani sono collegati da ascensore (porta 63cm, spazio interno 83x109cm
e pulsantiera interna h massima di 146cm).
L'ingresso presenta 4 gradini superabili con 1 rampa inclinata (pendenza inferiore all'8%), e 2 ampie porte consecutive. La reception presenta un bancone (h da
BRIANZA
Via Edison, 27 - Paderno d'Adda
tel. 039 514015 fax 039 510796
e-mail: [email protected] sito web: www.hoteladda.it
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terra 115cm). Accanto alla reception si trova una postazione internet (h scrivania
75cm). Il bar è ampio e presenta un bancone (h da terra 115cm), 13 poltrone (h da
terra 46cm) e 3 divani (h da terra 46cm).
La sala ristorante e la sala colazione dispongono di 100 coperti in totale, con tavoli con spazio libero sottostante di 71cm, e buoni spazi di manovra. La cucina, previa richiesta, prepara menù particolari per coloro che hanno esigenze specifiche.
Il bagno è composto da antibagno e bagno (porta antibagno e bagno 90cm; wc con
maniglioni e doccetta esterna; buoni spazi di manovra). L'hotel dispone di 56 camere, di cui 4 attrezzate per disabili. La camera n°58, a piano -1 è matrimoniale e presenta porta d'ingresso di 88cm e buoni spazi di manovra. Il bagno è interno alla
camera (porta a scomparsa 90cm; doccia a pavimento, wc con maniglioni, buoni
spazi di manovra).
CENTRO SPORTIVO TROPICANA
Via della Rebusta - Robbiate
tel. 039 9281566 fax 039 512156
e-mail: [email protected] sito: www.tropicanaweb.it
Fa parte del complesso dell’hotel Adda, a cui è collegato. Dispone di un parcheggio
con circa 30 posti auto. Il percorso dal parcheggio all'entrata è di 5m con fondo
compatto in asfalto. l'ingresso principale presenta 1 gradino di 7cm e una porta a
battente di 89cm. In alternativa, è possibile accedere alla struttura attraverso un
cancello di circa 3m, situato sulla destra dell'ingresso principale. La struttura si sviluppa su 3 piani (-1,0,1): piano terra ospita: reception, centro estetico, sala ginnastica, sala bar e piscina. A piano 1 sono presenti: sala fitness con attrezzi e a piano -1
si trovano gli spogliatoi e i servizi igienici. Tutti i piani della struttura sono collegati
tra loro da un ascensore (porta 90cm; spazio interno 109x147cm; pulsantiera a
rilievo e in braille h massima di 128cm). I percorsi interni che collegano le varie aree
del centro sono in piano e senza ostacoli. La reception presenta un bancone (h da
terra 116cm). Per accedere al bar si supera un tornello di 50cm. In alternativa, per
persone con disabilità motoria è possibile utilizzare un ingresso posto ai lati dei tornelli (sbarra di 125cm attivata dal personale). Il centro estetico presenta buoni spazi
di manovra. La sala per i corsi di ginnastica è ampia, con buoni spazi di manovra.
Il bar si compone di 2 aree: unasala interna con circa 5 tavoli (spazio libero sottostante 72cm), 20 posti a sedere (h da terra 48cm) e un bancone (h da terra 115cm);
un bar all'aperto con 14 tavoli (h da terra 71cm) e 40 sedie (h da terra 48cm).
L'ingresso alla piscina presenta 4 gradini, superabili con 2 rampe inclinate consecutive (pendenza inferiore all'8%), un gradino di 13cm e un varco di 113cm con getti
d'acqua. A piano 1 è presente una palestra ampia. A piano - 1 si trovano gli spogliatoi: sono ampi e presentano porta a battente di 91cm, armadietti, panche rimovibili (h da terra 46cm) e servizio igienico attrezzato per disabili (porta antibagno
91cm; porta bagno 91cm; wc con maniglioni e ampi spazi di manovra).
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STENDHAL SPORTCLUB
Via Dante Alighieri - Oggiono
tel. 0341.579189
e-mail: [email protected] sito: www.stendhalsportclub.it
Dispone di 2 parcheggi con circa 100 posti auto. Lungo la strada ci sono 4 posti
auto per disabili. L'ingresso presenta 8 gradini, superabili attraverso una rampa
inclinata (pendenza inferiore all'8%), e 2 ampie porte automatiche consecutive.
La struttura si sviluppa su 4 piani (-1,0,1,2): a piano -1 sono presenti: aula didattica, palestra e spogliatoi. Piano terra ospita reception, bar, 2 piscine e spogliatoi.
A piano 1 sono presenti: sala riunioni, centro massaggi e i servizi igienici. A piano
2 è presente 1 terrazzo con solarium.
I piani -1, 0 e 1 sono collegati da ascensore (porta di 90cm; spazio interno
120x120cm; pulsantiera a rilievo e in braille h massima 110cm). Piano 2 è raggiungibile con una rampa di scale. L'aula didattica presenta porta a battente di
79cm e ampi spazi di manovra. Per accedere alla palestra si superano 2 rampe
inclinate (pendenza inferiore all'8%) e un tornello di 52cm. In alternativa è possibile utilizzare un ingresso con sbarra di 123cm. Gli spogliatoi di piano -1 presentano porta a battente di 88cm, armadietti, panche (h da terra 45cm) e servizio igienico (porta a battente 88cm, wc senza maniglioni, doccia a pavimento).
La reception presenta un bancone (h da terra 109cm) e una panca (h da terra
48cm). Il bar presenta un bancone (h da terra 116cm) e 2 sale.
Per accedere agli spogliatoi di piano terra si supera un tornello di 50cm. In alternativa è possibile utilizzare un ingresso con sbarra di 100cm. Gli spogliatoi presentano panche rimovibili (h da terra 47cm), servizio igienico (porta a battente
90cm, wc con maniglioni) e area docce (porta d' ingresso 100cm; spazio interno
160x190cm; doccia a pavimento con seggiolino e maniglioni).
Ci sono 2 piscine, una delle quali con fondo mobile per facilitare l'accesso.
La sala riunioni dispone di 30 sedie (h da terra 43cm). Il bagno per disabili a piano
1 è composto antibagno e servizio igienico (porta antibagno 80cm; porta 80cm;
wc con maniglioni). Il solarium è sul terrazzo e dispone di 20 sdraio (h da terra
31cm).
PARCO ESTIVO STENDHAL
E’ un parco acquatico situato all'interno di un'area verde e pianeggiante.
Dispone di 4 posti auto per disabili di fronte all'ingresso. Il percorso dal parcheggio all'ingresso della struttura è di circa 5m, con fondo compatto in asfalto.
Si compone di reception, spogliatoi, 5 piscine, campi da beach volley , servizio bar
e ristorante. I percorsi che collegano tra loro le aree del parco sono pianeggianti,
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con fondo compatto in erba e cemento.
La reception presenta un bancone (h da terra 117cm). Per accedere agli spogliatoi
e alle piscine si superano 3 tornelli di 50cm. In alternativa, le persone con disabilità
possono utilizzare un ingresso a lato dei tornelli, con sbarra di 96cm attivata dal
personale. Gli spogliatoi sono ampi e permettono la rotazione di una carrozzina. Le
docce (porta 95cm e 1 gradino di 9cm) sono poste di fronte agli spogliatoi. I bagni
per disabili si compongono di antibagno e servizio igienico (porta antibagno 99cm;
porta servizio igienico 95cm, wc con maniglioni, ampi spazi di manovra).
Dagli spogliatoi, per accedere alla piscine, si percorre un corridoio di circa 15m, si
supera un cancello di 135cm e una rampa inclinata (pendenza inferiore all'8%).
Nella zona centrale del parco è presente un chiosco in legno che funge da bar.
Presenta fondo compatto in erba e dispone di un bancone (h da terra 111cm), sedie
e tavoli in plastica. Il ristorante presenta una porta a battente di 109cm; dispone di
spazi ampi e 100 coperti ( tavoli con spazio utile sottostante di 75cm). Il personale è in grado di dare informazioni sugli ingredienti dei piatti proposti. la veranda
esterna ha 60 coperti e buoni spazi di manovra. All'interno del ristorante si trova il
servizio igienico (porta antibagno 80cm; porta servizio igienico 80cm; wc con maniglioni; ampi spazi di manovra).
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CENTRO IPPICO PEGASO
Barzago - Località Costa d'Oro
tel. e fax 031 853380 e-mail: [email protected]
Il Centro Ippico Pegaso dispone di parcheggio con 100 posti auto. Il percorso dal
parcheggio all'ingresso è di circa 10m con fondo compatto in ghiaia. Per accedere
all'ingresso si supera una soglia di 2cm euna porta di 201cm.
La struttura si sviluppa su 3 piani (0, 1 e rialzato): piano terra ospita ;: egreteria, spogliatoi, aula di rieducazione equestre, maneggio e bagno. Piano 1 ospita le tribune
del maneggio. A piano rialzato è presente un ristorante-pizzeria (gestione esterna al
maneggio).
Piano terra e piano 1 sono collegati da ascensore (porta 70cm; spazio interno
103x138cm; pulsantiera interna h massima 82cm). Per accedere al piano rialzato
dal piano 1 si percorre un corridoio di circa 20m e si superano 4 gradini consecutivi. Superando una porta a battente manuale di 73cm si accede alla segreteria (h
bancone 74cm). Gli spogliatoi presentano una porta di 72cm e buoni spazi di
manovra; sono dotati di panche (h da terra 44cm) e armadietti (h massima da terra
139cm). La porta d'ingresso dell'aula di rieducazione equestre è di 72cm. L'aula
dispone di buoni spazi di manovra per carrozzine; presenta 6 tavoli (h da terra
75cm) con 10 sedie (h da terra 46cm) e un'uscita di sicurezza (porta 93cm, 1 gradino di 3cm). L'area del maneggio è ampia, con fondo compatto in sabbia.
I servizi igienici si compongono di antibagno e servizio igienico (porta antibagno
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MONTICELLO SPA & FIT
Via S. Michele 16/d -Località Cortenuova di Monticello Brianza
tel. 039 92305.1 fax 039 9203538
e-mail: [email protected] sito web: www.monticellospa.it
Dispone di un ampio parcheggio con 4 posti auto per disabili. Il percorso dal parcheggio all'ingresso è di 10m con fondo compatto in asfalto.
La struttura si sviluppa su 3 piani (-1, 0,1): a piano -1 è presente un percorso
denominato "eSPAce" e un spogliatoio. Piano terra ospita: reception, bar/ristorante e spogliatoi. Tra piano 0 e 1 si trovano 2 percorsi benessere ("Acque vive" e
"Calore e tepore"). A piano 1 sono presenti: palestra, studio medico, uffici di consulenza, sale fitness, area relax ,solarium e servizi igienici. Tutti i piani sono collegati da 1 ascensore (porta 90cm; spazio interno 120x142cm; pulsantiera a rilievo e in braille).
L'area "eSPAce" presenta spazi di manovra sufficienti per una carrozzina. Lo spogliatoio è ampio e dispone di un bagno con buoni spazi di manovra. La reception
presenta un bancone ad un'altezza di 115cm. Il bar/ristorante dispone di 16 tavoli (spazio libero sottostante 70cm), 50 sedie (h da terra 46cm) e un bancone (h
da terra 115cm). Per accedere agli spogliatoi si supera un tornello di 57cm. Le
persone disabili possono utilizzare un ingresso posto ai lati dei tornelli (sbarra di
127cm attivata dal personale). Gli spogliatoi sono ampi e presentano servizio
igienico attrezzato per disabili (porta 85cm, wc con maniglioni, doccia a pavimento con seggiolino e maniglioni). Per accedere ai percorsi "Acque vive" e
"Calore e Tepore" si supera un tornello di 57cm, una porta di 80cm e 7 gradini
consecutivi. In alternativa, le persone disabili possono accedervi tramite un
ingresso secondario (con personale di servizio). I percorsi nell'area "Acque Vive"
sono in piano e senza ostacoli. Per raggiungere la zona "Calore e tepore" si supera un varco di 60cm e una porta di 71cm. Le sale presenti a piano 1 sono molto
ampie e non presentano ostacoli per la mobilità. I 2 bagni al piano 1 sono composti da antibagno e bagno (porta antibagno 80 cm; porta bagno 80cm; spazio
interno 150x140cm; wc senza maniglioni).
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72cm; porta bagno 73cm; wc senza maniglioni, spazio di manovra sufficiente per
carrozzine). Piano 1 ospita le tribune al coperto del maneggio, con più di 200
posti a sedere. Le tribune sono disposte su 4 file. Per raggiungere l'ultima fila si
percorrono 9 gradini (h da terra 20cm ciascuno). Lo spazio tra la prima fila e la
recinzione del maneggio (h da terra 100cm) è di 118cm.
I box dei cavalli (paddok) si trovano all'esterno dell'edificio. Il percorso dall'ingresso del centro ai paddok è di circa 40m con fondo compatto in ghiaia. L'ingresso
è di 192cm e gli spazi di manovra sono buoni.
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