(Perspektiven no. 2/2004, pag. 42) LE SCIENZE DELLA TERRA Le formazioni rocciose vivono e si modificano costantemente, anche se molto adagio. Chi desidera impararne i segreti, non può fare a meno di vaste conoscenze scientifiche, di una buona capacità di immaginarsi gli oggetti nello spazio e nel tempo e di una certa dose di spirito avventuroso. perspektiven no. 2/2004 Quando si compiono i lavori preparatori per una galleria, una casa sprofonda nel terreno oppure l’acqua di falda subisce un inquinamento, si fa appello ai geologi. Le loro osservazioni, estese su un lungo periodo, riescono a prevenire catastrofi naturali. Non basta che controllino a occhio l’evoluzione di una crepa nel terreno, ma è necessario l’aiuto di raffinati strumenti tecnici. Le geologhe e i geologi spesso raccolgono campioni di roccia, strati di terreno, fango e acqua. Le scienze della terra si occupano di un vasto spettro di processi che toccano la superficie terrestre, le sue profondità e le sue cinque sfere: rocce, acque, ghiaccio, atmosfera e spazio vitale. I fenomeni geologici possono avvenire in una frazione di secondo, come l’esplosione di un vulcano, oppure durare dieci milioni di anni, come l’erosione di una montagna di cinquemila metri. costituita da scalatori di vette appassionati, ora predominano le persone motivate soprattutto da interessi intellettuali. Molti, però, restano attratti da quelle attività della disciplina che si svolgono all’aria aperta. Già durante il primo biennio di studi si partecipa a escursioni in cui si osservano formazioni rocciose particolari. Lezioni introduttive e spiegazioni sul posto forniscono la cornice teorica per le osservazioni. Alcuni corsi sul terreno durano varie giornate. Si impara a disegnare cartine, a determinare il susseguirsi, la forma e il percorso di vene rocciose, a descrivere una situazione idrogeologica, a valutare una minaccia geologica o a stabilire se la realizzazione di un progetto di ingegneria civile si scontrerà con difficoltà. La maggior parte delle escursioni portano a località svizzere d’interesse geologico. Se si desidera vedere rocce che hanno più di 250 milioni di anni, però, ci si deve recare in Francia o in Scozia. Le scienze della terra sono una disciplina scienti- Negli ultimi trent’anni, le scienze della terra sono fica, naturalistica, applicata al globo terrestre in- cambiate: ora si dà molta più importanza all’aspetteso come sistema. to ecologico. Per esempio, si misurano gli spoIl curricolo, interdisciplinare, esige interessi per la stamenti dei ghiacciai per dedurne come l’effetbiologia, la fisica, la chimica e la matematica. to-serra stia modificando la temperatura. La riSe, un tempo, la maggior parte degli studenti era cerca sulle falde freatiche serve sia a trovare nuove 1 fonti di acqua potabile, sia a decidere dove creare discariche. Vecchie miniere o terreni dove sono state sotterrate munizioni o mine sono esaminati con metodi di geofisica o di geochimica. Gli stessi metodi servono a trovare siti sicuri per conservare rifiuti tossici o radioattivi. Compiti importanti sono la ricerca di energie rinnovabili e il recupero di detriti minerali, per esempio delle pietre e del cemento provenienti da un ponte in disuso o le pietre estratte durante lo scavo di un tunnel. Le nuove tecnologie permettono ricerche avanzate. Per esempio, sondaggi sul fondo marino portano alla luce un tipo sconosciuto di pietra: ne sorgono domande, si riconsiderano le epoche e i movimenti geologici di milioni d’anni fa. Oppure, le analisi geochimiche compiute su un meteorite sono all’origine della teoria incontestata sulla scomparsa dei dinosauri. Gli studi Si studiano le scienze della terra (o geoscienze) alle universit à di Berna (www.earthsci.unibe.ch), Friburgo (www.unifr.ch/geoscience), Ginevra (www.unige.ch/sciences/terre), Losanna (www.unil.ch/gse), Neuchâtel (www.unine.ch/uer/uer_geologie.htm), Zurigo (www.mnf.unizh.ch) e al politecnico di Zurigo (www.erdw.ethz.ch). Le sedi di Berna, Friburgo e Neuchâtel coordinano il curricolo secondo il programma BeNeFri (www.unifr.ch/benefri/sdlt/deutsch.html). Anche l’università e il politecnico di Zurigo hanno unito le forze. A Basilea (www.unibas.ch/geo/teaching) le geoscienze saranno integrate nelle scienze ambientali. Allapagina 43 dell’edizione in tedesco,è riportata la nuova struttura (bachelor / master) degli studi a Basilea. E’ da notare anche che al politecnico di Zurigo gli studenti, alla fine del primo anno, possono ancora scegliere di passare alle scienze ambientali, all’agronomia o alle scienze alimentari. Si trovano numerose informazioni su studi, professione, esposizioni naturalistiche e liste bibliografiche ai siti: www.geoforum.ethz.ch e www.geoforum.unibe.ch. Settori delle scienze della terra La geologia Si propone di rendere l’immagine del globo terrestre, inteso come sistema, e di definirne la storia. Questo intento richiede conoscenze sui processi che avvengono in superficie, sulle deformazioni e le trasformazioni delle rocce, sulla formazione dei monti e delle rocce sedimentarie, sui rapporti tra geosfera, biosfera, idrosfera. Si deve conoscere anche lo sviluppo della vita sulla terra e l’evoluzione dell’ambiente. Il sottosettore della geoingegneria / idrogeologia tratta problemi concreti quali gli esami del suolo, le previsioni geologiche precedenti lo scavo di una galleria, la ricerca delle materie prime e lo smaltimento delle scorie, la valutazione delle riserve idriche. La glaciologia tratta invece il riscaldamento climatico e la protezione dalle valanghe. La mineralogia, la petrografia e la geochimica Formano un indirizzo che unisce le analisi sul terreno alla ricerca sperimentale e teorica su sistemi e sostanze naturali. 2 perspektiven no. 2/2004 (con contributi da Perspektiven no. 2/2002) Per conoscere meglio l’equilibrio energetico della terra, si analizzano le condizioni chimico-fisiche della crosta terrestre e del regno che la ricopre. La mineralogia e la cristallografia si occupano di strutture e caratteristiche dei minerali in forma cristallina. La petrografia esamina le catene montuose, specialmente quella alpina e le rocce cristalline del fondo marino e dei continenti. La sperimentazione riguarda le reazioni minerali e le trasformazioni delle pietre sottoposte ad altissima temperatura e pressione. Un settore importante è rappresentato dagli isotopi, che permettono di datare le formazioni rocciose e di conoscerne meglio la storia. La geochimica tratta le trasformazioni dei minerali, la chimica degli oceani e delle acque dolci, ma anche la formazione dei depositi sedimentari e i cambiamenti delle scorie sepolte nel sottosuolo o nel fondo degli oceani. La geofisica Studia la struttura della terra, i processi fisici che si svolgono al suo interno, i campi magnetici e gravitazionali terrestri. Si acquisisce familiarità con i problemi e i metodi di rilevamento geofisici nei settori: geodinamica/geomagnetismo, studi sismici, geofisica ambientale e applicata. La climatologia e l’idrologia Sono unite in un unico approfondimento. La climatologia cerca di capire i processi che determinano il clima e le sue variazioni, misura e valuta i fattori climatici. Temi di studio sono il ricambio di energie, impulsi e masse nell’ambito atmosferico o in relazione con la superficie terrestre, ma anche le irradiazioni extraterrestri e la meccanica celeste, considerati fattori che influenzano l’evoluzione del clima a lunga scadenza. Tratta pure l’influenza che alcune sostanze nocive immesse nell’atmosfera hanno sul clima. L’idrologia è connotata da un approccio pratico all’economia delle acque, che si basa sulla conoscenza dei processi relativi al circolo idrico. Sono oggetti di studio l’economia idrica, la formazione delle acque di scarico, il ricambio delle acque di falda, l’idrologia dei ghiacciai e delle nevi, i modelli e le previsioni idrologiche. Come ulteriore approfondimento si può sceglierela geografia (obbligatoria per chi desidera conseguire un titolo per l’insegnamento). In questo caso si potranno frequentare corsi di geografia sociale, economica e umana e di cartografia. L’esperienza di… perspektiven no. 2/2004 Annina Margreth, studentessa di scienze della terra Quando Annina va in montagna nella sua regione d’origine, i Grigioni, considera il paesaggio con un occhio diverso da cinque anni fa. Nota dove dominano le rocce, dove crescono alberi, dove si estendono pascoli e ne trae deduzioni sulla struttura del sottosuolo. Il tema della tettonica, la struttura della crosta terrestre si lascia analizzare anche da un punto di vista temporale: in che modo le varie ere geologiche hanno lasciato un’impronta nelle alpi retiche? Per determinarlo, osserva sia le formazioni rocciose, sia i singoli sassi. Da figlia di contadini, è abituata ad osservare la natura e i fenomeni atmosferici. Questa abilità le è stata d’aiuto durante gli studi. Siccome nessuno, nella sua famiglia, aveva sin qui seguito un curricolo accademico, ha dovuto ar- rangiarsi a cercare le informazioni per decidere. La discussione con l’orientatore è servita a restringere il campo alla geomatica, alle scienze ambientali e alle scienze della terra, che venivano incontro ai suoi interessi scientifici e naturalistici. La decisione fu presa grazie ad una conferenza di un geologo, che presentò la sua professione al liceo. Annina gli domandò un colloquio personale, nel corso del quale venne a sapere della possibilità di fare pratica sul cantiere grigione di Alptransit. I lavori del cunicolo verticale erano a buon punto: ogni giorno gli specialisti trapanavano o facevano esplodere strati di roccia. In poco tempo Annina imparò ad analizzare i campioni rocciosi e a determinare la quantità di acque sotterranee che ci si poteva aspettare. Così Annina è 3 venuta a contatto con le più moderne tecniche di costruzione di gallerie. Le conversazioni tra geologi durante le pause per il caffè l’hanno aiutata spesso, a lezione, a capire le spiegazioni teoriche. In autunno, non si è presentata al politecnico a cuor leggero, perché, al suo liceo, giravano voci inquietanti sulle difficoltà della scuola. Il ritmo di studio del primo anno, in effetti, era rapido. All’inizio, però, i professori cercavano di rendere l’argomento comprensibile anche agli studenti che non provenivano dal liceo scientifico e di portare tutti a un livello equivalente. Annina studiava da sola, a casa, ma si trovava regolarmente con due compagni, per discutere i punti che non erano chiari. Superò i due esami propedeutici al primo tentativo, aiutata anche dalle sue solide doti logiche. Al suo dipartimento erano iscritti solo una quarantina d’allievi, così che non ci impiegò molto tempo a trovarsi a suo agio. Le escursioni favorivano le amicizie e permettevano di vedere i professori anche dal profilo umano. L’apprendimento dei concetti specialistici e del linguaggio geologico le hanno dato del filo da torcere. Le lezioni introduttive le hanno però permesso di imparare in fretta che cosa si intendesse per “litosfera”, che cosa fosse una biostratigrafia o una roccia metamorfica e che cosa si intendesse per “geologia del quaternario”. All’inizio Annina, che si credeva poco dotata per le lingue, ha dovuto migliorare le sue conoscenze d’inglese, sia per leggere i libri specialistici, sia per seguire alcuni corsi, tenuti in questa lingua. L’interesse per la materia l’ha aiutata a non scoraggiarsi. In seguito, ha fatto notevoli progressi durante il suo soggiorno di studi a Delft, dove tutti i corsi erano in inglese. In quest’occasione, ha persino imparato l’olandese e ha capito di avere fiuto per le lingue. Durante la seconda parte degli studi, Annina si è specializzata in geoingegneria, sedimentologia e mineralogia tecnica. Le interessano tutte le conoscenze pratiche nei campi della costruzione di gallerie, della stabilità dei pendii scoscesi e delle falde freatiche. Il lavoro di diploma ha fatto nascere in lei il piacere di sperimentare e di analizzare problemi complessi. Dapprima ha dovuto preparare una carta geologica delle formazioni rocciose in Val S-Charl (GR). Ha avuto la possibilità di lavorare con apparecchi che usano il sistema di posizionamento globale, invece di eseguire tutto a mano. Inseriva i dati nel portatile direttamente sul posto. Anche con l’avvento del digitale, questo lavoro comportava la fatica fisica di portare gli apparecchi, assieme a una batteria d’automobile per l’alimentazione, lungo pendii scoscesi. La seconda parte del suo lavoro riguardava affioramenti continui rilevati in un torrente vicino a Scuol. La ghiaia era di origine morenica o derivava da movimenti su larga scala avvenuti nella crosta terrestre, che hanno lasciato dietro di sé una scia di sassi frantumati? Annina ha il compito di raccogliere indizi per l’una e l’altra ipotesi, senza prendere posizione. Recentemente, un professore le ha offerto di collaborare a un progetto volto a perfezionare i metodi usuali di datazione geologica. Questa proposta, che comporterà missioni all’estero, forse in Tibet o in Patagonia, è così interessante che ha fatto vacillare il suo desiderio iniziale di entrare a far parte di uno studio d’ingegneria geologica. Le scienze della terra comprendono varie specializzazioni, che portano a molti settori: l’ambiente, la protezione delle acque, le analisi del suolo e del sottosuolo, la costruzione di gallerie, le sottostrutture, gli esami geotecnici per la protezione dalle catastrofi naturali, la ricerca di materie prime e il riciclaggio. Alle studentesse e agli studenti più dotati, si apre la via della ricerca. Esistono possibilità d’inserimento anche fuori dai settori classici, per esempio presso le banche e le assicurazioni, per cui si valutano i rischi geologici e ambientali di un progetto, in laboratorio, nel calcolo informatizzato di dati geologici, nello sviluppo di apparecchiature per geologi e ingegneri. Negli ultimi anni, la situazione occupazionale non è univoca. Mentre, per esempio, tutti i diplomati del politecnico nel 2002 hanno trovato un posto di lavoro, alcuni diplomati dello scorso anno sono ancora alla ricerca di un impiego adatto. 4 perspektiven no. 2/2004 Il mercato del lavoro