TOSCANA IL TIRRENO DOMENICA 10 APRILE 2011 13 IL CLIMA IMPAZZITO Estate a sorpresa nell’uovo di Pasqua afa e caldo record di Gianni Parrini n’estate arrivata all’improvviso. Il problema è che siamo decisamente fuori stagione: due settimane fa, in gran parte della Toscana sembrava di essere in inverno, con i cappotti che non si rassegnavano ad andare in letargo. U Oggi invece questo pazzo aprile ci regala ondate di calore come a luglio e agosto, tanto che viene voglia di mettersi bermuda e maglietta. Temperature record si riscontrano in tutta Italia: in Val d’Aosta il termometro ha toccato e superato i 30 gradi, limite doppiato anche in Piemonte (33,5 gradi a Cuneo) ed in Trentino, mentre a Modena erano 181 anni che non faceva così caldo nel quarto mese dell’anno. E ovviamente anche la nostra regione è vittima del solleone: secondo i rilevamenti del Lamma, il valore medio delle temperature massime registrate nelle varie stazioni meteo in questi primi giorni di aprile è di 23,2 gradi. Anche ieri ad Arezzo, Firenze, Grosseto, Lucca, Prato e Siena le massime hanno superato 25 gradi. E se la cosa non dispiace a chi ha voglia di godersi un weekend all’aperto - magari con un salto al mare - di sicuro il fenomeno attira la curiosità di climatologi ed esperti di me- teo. «Siamo da 7 a 10 gradi sopra le medie del periodo - spiega il professor Giampiero Maracchi, climatologo del Cnr -. Queste ondate di calore dipendono da una circolazione meridionale: in pratica una grande corrente di aria calda, chiamata “cella di Hadley”, si è spostata dall’equatore sull’Africa del nord e sul Sahara, mentre adesso è arrivata anche in Europa». Il fenomeno di per sé non è insolito: negli ultimi dieci anni, infatti, si è verificato spesso, anche per il riscaldamento degli oceani, facendo registrare temperature record nei posti più impensati, basti pensare ai 40 gradi di Mosca nel luglio scorso. L’anomalia di quest’anno, però, è rappresentata dalla tempistica: «Di solito questo fenomeno si verifica dalla fine di maggio in avanti - spiega il professore -. Stavolta, invece, la corrente meridionale è arrivata con largo anticipo, tanto che le serie climatiche non ricordano un aprile con si- Solleone come a luglio, due terzi della regione al di sopra dei 25 gradi Caldo e afa fuori stagione: molti ne hanno approfittato per trascorrere qualche ora sulla spiaggia Maracchi, climatologo del Cnr mili ondate di calore». Caldo anticipato, dunque, ma anche inaspettato, se è vero che fino alla fine di marzo la configurazione climatica era di tipo invernale: «Effettivamente quest’anno la primavera è arrivata in ritardo - prosegue Maracchi -. C’era un’alta pressione proveniente dalla Siberia che portava aria fredda sull’Italia e l’Europa centrale. Poi, improvvisamente la corrente a getto si è spostata verso la Scandinavia e nel giro di un paio di giorni è arrivata la corrente d’aria calda proveniente dal Sahara». In 48 ore, dunque, le colonnine di mercurio sono schizzate verso l’alto, costringendoci a rivoluzionare il guardaroba. Ma per il momento possia- Grande scoperta durante un esperimento a Chicago. Ora si attendono conferme mo stare tranquilli, dato che a breve non si prevedono ulteriori cambi di stagione: «Il quadro è sostanzialmente stabile - spiega il professore -. Alla fine della settimana arriverà una corrente atlantica che dovrebbe riportare le temperature nella media stagionale, ma non ci saranno grossi stravolgimenti». Più difficile, invece, fare previsioni sulla prossima estate: «Il fatto che la corrente meridionale sia arrivata con così grande anticipo in Italia, può far pensare che per luglio e agosto si sarà già spostata più a nord. Di conseguenza, in Italia il clima potrebbe essere più fresco del solito prosegue Maracchi -. Ma qui siamo nell’ambito delle riflessioni climatologiche e non delle previsioni, che invece si basano su dati di altro tipo». Non resta che aspettare e vedere. Magari tenendo il cappotto a portata di mano. Non sia mai che ad agosto se ne senta già il bisogno. Maracchi: colpa della “bolla” che arriva dall’Africa e dal Sahara LE CONSEGUENZE Fioritura anticipata, zanzare e uccelli che non migrano più emperature ovunque sopra la media di circa 10-12 gradi: una primavera da record che sta determinando un’esplosione anticipata della natura anticipando la fioritura della vegetazione, il risveglio degli animali e la maturazione di primizie nei campi. «La media mensile di aprile - dice Michele Brunetti dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr - oscilla intorno ai 18-20 gradi. Ebbene, rispetto alle temperature di questi giorni qualcosa di insolito c’è». Una primavera così calda - osserva Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia - può indurre «forti accelerazioni» nel «ciclo di vita della natura». Con queste temperature, «gli animali e le piante sono condizionate dal fotoperiodo, lungo il ciclo circadiano». Così, per esempio, già ci ritroviamo «nella fase riproduttiva di molte specie, con una fioritura anticipata della vegetazione». E, causa clima più mite in Italia, secondo l’etologo dell’Istituto superiore di sanità Enrico Alleva, alcuni uccelli ormai non se ne vanno più dal Belpaese. «Questo caldo ad aprile - osserva Alleva che definisce il fenomeno come “pulsazioni della natura” - innanzitutto fa schiudere tantissime uova di insetti, innescando dei processi a catena» e animando cambiamenti «alla base della piramide trofica», producendo, per esempio, «un’abbondanza di cibo» dovuta alla presenza dei molti insetti. Naturalmente il caldo produrrà - spiega l’etologo - «un anticipo dell’arrivo delle zanzare». L’antipasto di estate si fa sentire anche nei piatti: il caldo - fa notare la Coldiretti - ha velocizzato i processi e nei mercati si trovano già fave, piselli, carciofi, insalate e fragole. T A RIPRODUZIONE RISERVATA Parte la supermacchina antitumori Una particella che sconvolgerà la fisica Quattro toscani nel team dei geni L’inaugurazione con Veronesi alla clinica di San Rossore nia, Punzi ha un passato in territorio pisano: ha studiato alla scuola Normale di Pisa, laureandosi con il professor Giorgio Bellettini, poi ha proseguito con il dottorato di ricerca sempre all’istituto di piazza dei Cavalieri e oggi è docente associato all’Università di Pisa nonché membro dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Dallo scorso anno, però, l’attività didattica ha subito uno stop, dato che la nomina a co-leader dell’esperimento Cdf ha costretto Punzi ha trasferirsi negli Stati Uniti per seguire più da vicino i lavori al Fermilab. «Ma i contatti con Pisa continuano a essere frequenti - ci racconta al telefono -. Qui a Chicago c’è un nutrito gruppo di colleghi italiani, molti direttamente coinvolti in questa importante scoperta, che hanno svolto parte della loro attività all’Infn di Pisa e con i quali vado continuamente da una parte all’altra dell’Atlantico». Fra questi c’è Viviana Cavaliere, ora all’University of Illinois, oppure Pierluigi Catastini, di Ponte Buggianese e che oggi fa capo all’Harvard University, o Alberto Annovi, lucchese attualmente in organico all’Infn di Frascati. E l’elenco potrebbe continuare. «La particella è venuta fuori per caso - racconta Punzi -. Stavamo cercando eventi relativi al bosone Higgs e abbiamo visto un tipo di particella che non avrebbe dovuto esserci». L’oggetto misterioso è stato rilevato dalle “tracce” che ha lasciato dietro di sé: un bosone W e due getti di adroni, che in genere rappresentano la firma del decadimento di una particella pesante. G.P. Tutti i modelli teorici attuali rischiano di essere rimessi in discussione PISA. «E’ una giornata importante per la Toscana e per tutta l’Italia, perché oggi (ieri, ndr) inauguriamo una macchina unica in Europa che apre una frontiera formidabile della cura oncologica». Lo ha detto Umberto Veronesi alla cerimonia di inaugurazione dell’acceleratore lineare Truebeam, presso la casa di cura San Rossore a Pisa. L’apparecchio rappresenta l’avanguardia nella radioterapia e sarà inserita, attraverso una convenzione tra la clinica e l’Azienda ospedaliero universitaria pisana, a pieno titolo nella rete del sistema sanitario regionale e nazionale. Il TrueBeam STx è il primo in Italia dotato di collimatore ad alta definizione (120 lamelle), e permette la somministrazione del trattamento in un’unica sessione (radiochirurgia) o in poche sedute di terapia, assicurando significativi benefici sotto il profilo logistico per i pazienti. La nuova apparecchiatura consente una radioterapia di altissima precisione che preserva il tessuto circostante alla lesione tumorale e quindi rappresenta la frontiera tecnologica dell’oncologia per i tumo- La nuova attrezzatura consentirà radioterapie di altissima precisione FABIOMUZZI-2011 la particella che scompiglia le carte, mettendo in discussione i modelli teorici finora utilizzati, minacciando di far riscrivere i manuali di fisica studiati nelle università e tirando in ballo forze finora sconosciute. Stiamo parlando dell’inatteso frammento di materia scoperto al Fermilab di Chicago, mentre protoni e antiprotoni si scontravano nell’acceleratore Tevatron a un livello di energia di 144 miliardi di elettronvolt. Il fatto risale a circa un anno fa, ma la notizia è stata data soltanto da un paio di giorni. I ricercatori, infatti, hanno voluto raccogliere maggiori dati prima di annunciare al mondo, una scoperta di portata rivoluzionaria. E su di essa c’è il nome dell’italiano Giovanni Punzi, che insieme al collega americano Robert Roser, è leader dell’esperimento Collider Detector at Fermilab e guida degli oltre 500 fisici di tutto il mondo (il 15% sono italiani) che indagano la materia in un diverso spettro di energia, cercando di conoscere le proprietà della cromodinamica quantistica e di esplorare la fisica oltre i confini segnati dal modello standard. L’evento è giunto inaspettato: mentre andavano a caccia della ormai celebre “particella di Dio”, ossia il bosone di Higgs che dà origine alla massa, i fisici del Fermilab hanno incontrato questo oggetto misterioso, che ha già messo in subbuglio il mondo della ricerca. Classe ’63, originario della Campa- È Pisa: l’incontro tra Veronesi e il sindaco di Pisa Filippeschi (a destra) ri difficilmente raggiungibili e in sedi critiche come i tumori cerebrali e vertebrali. Sono pochissimi i centri europei attualmente dotati di questa tecnologia. «Dna e immagini ha aggiunto Veronesi - sono decisive per la cura oncologica ed entrambi le tecniche vanno dritte al bersaglio. Il primo permette di colpire le cellule malate con i farmaci intelligenti e le seconde consentono di scoprire anche i tumori più piccoli e intervenire, grazie a questa strumenta- zione, con la massima precisione». E il direttore genrale dell’Azienda ospedaliero universitaria pisana, Carlo Tomassini, ha sottolineato: «A Pisa parte un modello unico perché si sta costituendo un rapporto pubblico-privato innovativo per il sistema sanitario toscano: una collaborazione che prevede la sinergia delle competenze ospedaliere universitarie e la tecnologia di San Rossore, garantendo equità ai pazienti».