NELLA MIA CITTA’ NESSUNO E’ STRANIERO PROGETTO SCUOLE 2010-2011 PERCORSI DI LETTURA E RIFLESSIONE SULLA LETTERATURA DELLA MIGRAZIONE LICEO SCIENTIFICO STATALE GALILEO GALILEI - VERONA Classe 1° H Articolazione del percorso. Il percorso si sviluppa in 6 incontri di due ore ciascuno, ogni incontro è così articolato: - presentazione e lettura da parte dell’animatore di uno o più racconti - brain storming con impressioni a caldo degli studenti - attività di riflessione collettiva sui contenuti dei brani letti, con esposizione delle proprie idee da parte degli studenti, racconti di esperienze di vita, dialogo e confronto - proposta di attività operativa da svolgere o in classe o a casa (testi, elaborazioni grafiche, cartelloni ecc.) Tema conduttore È stato concordato con l’insegnante di Lettere della classe quale filo conduttore per le letture e il dialogo con gli studenti il tema “Le geografie dell’anima”. Il tema è stato suggerito da alcune pagine dello scrittore di origine algerina Tahar Lamri nel suo libro “I 60 nomi dell’amore” (pagg. 37, 40, 41): “Mi piacerebbe sapere tutto dei tuoi luoghi, delle tue geografie dell’anima. […] Sono i paesaggi che ci attraversano, non il contrario. […] Lo straniero conosce in vita l’esperienza della morte. Si muore a degli affetti, dei paesaggi, dei pensieri, per rinascere ad altri affetti, altri paesaggi e altri pensieri. Queste sono le geografie dell’anima, come l’uomo raccontato da Borges che volle disegnare il mondo e si accorse alla fine di aver disegnato il proprio volto.” Motivi e orizzonti della scelta tematica Le geografie dell’anima. Luoghi legati alle migrazioni, non solo da un paese all’altro, ma anche da un’età ad un’altra, da una situazione ad un’altra, da una casa ad un’altra. Luoghi dell’anima, ambienti e paesaggi dove siamo stati, dove abbiamo vissuto, per molto o per poco tempo, che hanno lasciato in noi una traccia, non solo perché ci ricordano qualche cosa che non abbiamo più, che non c’è più, ma anche perché ci hanno insegnato qualcosa arricchendoci di nuove conoscenze, nuove idee, sogni e fantasie… ci hanno lasciato colori, forme e profili, suoni e sapori, parole, storie e incontri… Luoghi che sono nella nostra mente e nel nostro cuore… Luoghi legati a viaggi e quindi partenze, abbandoni, perdite ma anche passaggi, fermate casuali, soste temporanee, arrivi, approdi… sofferti sradicamenti e nuovi radicamenti, morti e rinascite… Leggiamo narrazioni di altri e parliamo di noi. Riusciamo a incrociare i nostri immaginari? Nel pensare e raccontare i nostri sentimenti e le nostre emozioni riusciamo a immedesimarci anche nell’esperienza del migrante? Riusciamo a comprendere? Riusciamo a immedesimarci e condividere? Riusciamo a cogliere le somiglianze? Riusciamo a vedere ciò che ci accomuna? Riusciamo a passare dalla “retorica della diversità”, che deve essere comunque protetta e salvaguardata, all’ “etica della similitudine”? La tematica di fondo è l’identità, in varie accezioni, da quella geografica a quella culturale, con carattere plurale e dinamico. Il tema non viene però annunciato, né spiegato e definito teoricamente, bensì acquisito (almeno in parte) via via dai ragazzi in modo induttivo. Attraverso lo sguardo dei diversi scrittori su alcuni dei luoghi che hanno attraversato, in cui sono vissuti e hanno costruito e via via trasformato la loro identità, gli studenti sono invitati a parlare di sé in prima persona, cercando, all’interno della geografia della loro vita, di isolare e fissare alcuni luoghi affettivi concreti o ideali, significativi per ciascuno, in momenti diversi della loro esperienza. Attraverso i luoghi i ragazzi si raccontano, prendono consapevolezza di sé, si conoscono e si fanno conoscere dai compagni di classe, con cui hanno da poco iniziato il nuovo percorso scolastico liceale. Nel passare dalle geografie dei vari scrittori al territorio autobiografico, esperienziale, dal racconto dei ragazzi emergono i luoghi di transito delle migrazioni loro o delle loro famiglie, dei viaggi e delle gite, delle vacanze, dei passaggi dal tempo dell’infanzia all’adolescenza, al presente. Durante gli incontri gli studenti a turno raccolgono e registrano quello che avviene in classe in un diario di bordo e una sequenza di foto, fissando l’attenzione sui momenti e passaggi più significativi. Così, con la stessa cura, nelle perlustrazioni dei luoghi dell’anima di ciascuno viene usato uno speciale “zoom” per andare a vedere e ricordare cosa, in questa geografia, concretamente e spiritualmente, è successo e succede, facendo luce sui sentimenti e sugli oggetti, sui ricordi e sui suoni, sulle forme e sui profumi, sui sapori e sulle voci. Per vedere come questi luoghi hanno formato, hanno segnato e cambiato la loro vita, come hanno fatto prendere loro coscienza delle loro diverse appartenenze. Attraverso la riflessione collettiva i ragazzi si rendono conto anche che quando questi luoghi li perdiamo e non abbiamo più la possibilità, per vari motivi, di viverci o anche solo di vederli, abbiamo comunque la possibilità di ritrovarli nel ricordo e nella narrazione. Nell’immaginario e nel racconto di ciascun ragazzo, vengono perciò ricomposti gli elementi passati, nascosti dal tempo, dimenticati, sconosciuti ai compagni e vengono raccolti insieme a quelli presenti in una sintesi, nella quale costituiscono gli elementi dell’identità di ciascuno. Articolazione del tema nei sei incontri 1° incontro: a) Il viaggio attraverso luoghi, esperienze e incontri, come metafora di un percorso di conoscenza di sé e del mondo, come disegno di sé e del mondo. Il viaggio e la meta. b) Il luogo di origine, il luogo delle radici. Ricordi, nostalgia; desiderio di conoscerlo se si è di seconda generazione. Tipo di rapporto che si ha con esso. Letture: Costantino Kavafis, Itaca; J.L. Borges, Epilogo (da L'artefice); Tahar Lamri, I 60 nomi dell’amore: Solo allora sono certo, potrò capire. Mail di pag. 40 2° incontro: Il luogo di origine, come portare con sé un pezzo di quel paesaggio nel senso di affetti, relazioni, storie, miti, simboli; gli oggetti che ce lo ricordano, gli oggetti che servono a mantenere con esso un rapporto. Letture: Karim Metref, Tagliato per l’esilio: Il burnus 3° incontro: a) Il luogo di origine, come far rivivere alcuni suoi aspetti nel paese di immigrazione, con particolare riferimento a sapori e profumi. b) Il luogo di immigrazione, primo impatto; rapporti conflittuali tra tradizione del proprio paese di origine e cultura del nuovo paese di immigrazione. Letture: Tahar Lamri, I 60 nomi dell’amore: 20 kg di datteri; Kaha Mohamed Aden, Un tè serio bollente (in Lo sguardo dell’altro); Laila Wadia, Curry di pollo (in Pecore nere) 4° incontro: i luoghi del viaggio, della ricerca, della scoperta; il deserto come metafora della ricerca di sé. Letture: Tahar Lamri, I 60 nomi dell’amore: Ma dove andiamo? Da nessuna parte, solo più lontano. 5° incontro: a) i luoghi di confine, come luoghi di passaggio, di divisione e di incontro; le divisioni, le discriminazioni; i muri di divisione nel mondo di oggi e nella storia; i muri che innalziamo nella nostra vita quotidiana. b) i luoghi dello sradicamento e della rinascita altrove; l’albero come metafora della vita del migrante e del migrante stesso. Letture: Milton Fernàndez, Sapessi, Sebastiano…: Aceguà, L’uomo è come un albero; Alessandro Sanna: I due alberi; Christiana de Caldas Brito I due falo 6° incontro: i luoghi della nostra identità plurale e dinamica Letture: Igiaba Scego, La mia casa è dove sono: La mappa. Gezim Hajdari, Ogni giorno creo una nuova patria. Claudio Magris, L’identità è una matrioska (articolo dal Corriere della sera, 7-92010) “…il piccolo non è bello in quanto tale, come vuole un retorico slogan; lo è se rappresenta e fa sentire il grande, se è una finestra aperta sul mondo, un cortile di casa in cui i bambini giocando si aprono alla vita e all’avventura di tutti. L’identità autentica assomiglia alle Matrioske, ognuna delle quali contiene un’altra e s’inserisce a sua volta in un’altra più grande. Essere emiliani ha senso solo se implica essere e sentirsi italiani, il che vuol dire essere e sentirsi pure europei. La nostra identità è contemporaneamente regionale, nazionale — senza contare tutte le vitali mescolanze che sparigliano ogni rigido gioco — ed europea; del nostro Dna culturale fanno parte Manzoni come Cervantes, Shakespeare o Kafka o come Noventa, grande poeta classico che scrive in veneto. È una realtà europea, occidentale, che a sua volta si apre all’universale cultura umana, foglia o ramo di quel grande, unico e variegato albero che era per Herder l’umanità.” Ogni giorno creo una nuova patria “Ogni giorno creo una nuova patria in cui muoio e rinasco quando voglio una patria senza mappe né bandiere celebrata dai tuoi occhi profondi che mi accompagnano per tutto il tempo del viaggio verso cieli fragili in tutte le terre io dormo innamorato in tutte le dimore mi sveglio bambino la mia chiave può aprire ogni confine e le porte di ogni prigione nera ritorni e partenze eterne il mio essere da fuoco a fuoco e da acqua a acqua l'inno delle mie patrie è il canto del merlo ed io lo canto in ogni stagione di luna calante che sorge dalla tua fronte di buio e di stelle con la volontà eterna del sole” Gezim Hajdari Epilogo “Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di pesci, di case, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto.” Jorge Luis Borges (da: L'artefice) - “Ogni luogo è casa mia, perché da ogni luogo posso vedere il cielo.” (anonimo) “Si è a casa dovunque su questa terra, se si porta tutto in noi stessi.” Etty Hillesum