Pedagogia della Musica: lineamenti storici e culturali

Pedagogia della Musica: lineamenti storici e culturali
Edgard Willems di Franco Giancola
Edgar Willems nato nel 1891 nel Belgio compì gli studi musicali presso il Conservatorio di Ginevra. Egli
formulò un metodo per l`educazione musicale largamente diffuso nei paesi europei ed extra già a partire
dagli anni 40. Una delle ragioni della sua popolarità sta forse nel fatto che il metodo non richiede l`utilizzo di
strumenti onerosi economicamente come quelli di Orff e nel fatto che ha trovato concreta attrazione sia nei
confronti di bambini della Scuola materna, degli allievi del Conservatorio, dei ragazzi con qualche handicap,
che delle persone adulte, rifugge quindi da astratte teorizzazioni. Infatti, in tutta la teoria di Willems torna
ricorrente il riferimento alla realtà attraverso la documentazione didattica di quanto egli è venuto a
sperimentare.
L`opera fondamentale in cui è esposto il suo metodo è "L`orecchio musicale" è in due volumi con prefazione
di Dalcroze. Le teorie di quest`ultimo sono da Willems approfondite ed indirizzate verso nuove teorizzazioni.
Dalcroze si è valso dell`istinto ritmico - motorio del bambino invitandolo ad esperienze d`ascolto per
afferrare i ritmi da tradurre in movimento. Willems oltrepassa l`attività ritmica e ricerca dei sussidi che
materialmente possono allenare l`orecchio del bambino non solo al ritmo ma anche ai suoni.
Il punto di partenza di una efficace didattica musicale è l`educazione dell`orecchio musicale.
Innanzi tutto non bisogna confondere l`educazione musicale con lo studio di una tecnica strumentale. Si può
suonare benissimo uno strumento ma non essere capaci d`improvvisare, di comporre o accompagnare una
semplice canzone popolare. In questi casi si esclude la sensibilità e l`orecchio e lo studio è orientato solo ed
esclusivamente al virtuosismo strumentale. Quest`ultimo è preferito alla musicalità da molti insegnanti
perché permette di raggiungere risultati più rapidi anche se sono solo fittizi che non corrispondono alle
esigenze della vita dell`allievo e che li fa riconoscere diversi da chi ha basi più profonde, più solide e che
continua a progredire. "L`arte dovrebbe essere lo scopo e la tecnica uno dei mezzi per raggiungerla".
Privilegiare esclusivamente la tecnica determina spesso l`atrofizzazione della sensibilità innata dell`allievo
invece di consentire uno sviluppo. Per questo è importante far precedere la tecnica strumentale lavorando
innanzi tutto sulla musicalità, in particolare sviluppando il senso uditivo e del ritmo nel fanciullo.
Lo sviluppo dell`orecchio rappresenta la base essenziale della musicalità. La sensibilità uditiva si accresce in
due modi. Il primo consiste nel differenziare i suoni presi successivamente, il secondo nel far percepire i
suoni simultaneamente. Nel primo caso l`allievo impara a distinguere l`altezza dei suoni, nel secondo a
dissociare i suoni riuniti in un accordo. In sostanza l`insegnante deve suscitare l`amore per il suono
nell`allievo e l`educazione all`ascolto deve proseguire per molti anni. La seconda tappa del percorso
didattico riguarda lo sviluppo della musicalità e poi la conoscenza del solfeggio ed infine lo studio della
tecnica strumentale.
La preparazione uditiva si svolge sotto un triplice aspetto: fisiologico, affettivo e mentale. Per quanto
riguarda il primo, cioè la recezione fisiologica o sensoriale, questa si riferisce al primo impatto con
"L`impronta" sonora e riguarda la memoria fisiologica. Il secondo aspetto e cioè la sensibilità affettiva uditiva fa riferimento al rapporto del suono con stati d`animo, all`emozione che esso suscita. Il terzo
aspetto, la percezione mentale - uditiva, riguarda l`elaborazione critica di ciò che si ascolta, quindi, la
coscienza sonora.
"Lo sviluppo uditivo, sensoriale è possibile quando si ha l`esatta concezione del suono ed il materiale
adeguato per affrontarne lo studio". Ogni fanciullo possiede i mezzi per seguire con profitto un corso di
educazione musicale, a meno che non siano presenti problemi a livello fisiologico.
Prescindendo dalle differenziazioni teoriche, l`esperienza musicale che si viene maturando nel tempo va
intesa come espressione globale perché i tre settori riguardanti lo sviluppo uditivo, la recettività sensoriale -
uditiva, la sensibilità affettivo - uditiva, e l`intelligenza sono indissolubilmente correlati. Potranno venire
dissociati solo per esigenze psico - pedagogiche, perché analizzati separatamente, e successivamente
comparati, consentono di capire meglio la natura complessa dell`audizione musicale.
Lo sviluppo sensoriale uditivo.
"L`acquisizione sensoriale è un punto di partenza per il risveglio delle altre facoltà umane". L`organo uditivo
nella sua struttura biologica, è poco probabile che possa cambiare, tuttavia, mediante l`educazione si può
risvegliare, orientare, sviluppare il suo funzionamento mentre se abbandonato a se stesso rischia di
atrofizzarsi. Si tratta di eliminare soprattutto gli ostacoli di ordine fisico, affettivo e mentale che impediscono
all`organo dell`udito di essere ricettivo. In sostanza bisogna sviluppare il senso dell`intensità, del timbro e
soprattutto dell`altezza.
La percezione sensoriale può essere però compromessa per l`intervento di molti fattori. Tra questi ci sono i
"cliché intellettuali": sono degli schemi mentali ad esempio sul valore o sul concatenamento degli accordi e
l`audizione così risulta sbagliata. Altro fattore di disturbo è il continuo riferimento al nostro sistema tonale
che non permette la comprensione di linguaggi sonori diversi dalla nostra tradizione occidentale. È
opportuno, quindi, educare l`orecchio alla percezione dello" spazio intratonale" ossia la distanza tra gradi
congiunti che comprende anche l`infinitamente piccolo nella gamma delle vibrazioni sonore.
"Mediante l`audiometro munito di cronografo al quinto di secondo, per misurare i battimenti, è stato
possibile ottenere fino a otto centesimi di tono".
Questa suddivisione nello spazio di un tono viene percepita più o meno distintamente a seconda del potere
discriminante dell`orecchio. Armonicamente l`intervallo più piccolo che è preso in considerazione è il
semitono, ma lo studio dello spazio infratonale è di estrema importanza e può essere utile per studiare le
scale non temperate, i suoni armonici e risultanti, gli intervalli, per comprendere inoltre la musica araba,
indù, greca, moderna, esotica e jazzistica.
Per fini meno specifici, esercitando gli allievi con materiale sonoro, come l`audiometro, una serie di
campanelle, il diapason, dei fischietti ecc… che utilizzano piccoli intervalli, si potrà conseguire l`acutezza
uditiva fino a distinguere i vari suoni dell`accordo, cantare con voce intonata e accordare uno strumento.
Lo sviluppo della sensibilità affettivo - uditiva.
"La sensibilità affettivo - uditiva comincia nel momento in cui passiamo dall`atto passivo e soggettivo
dell`udire a quello, più attivo e soggettivo dell`ascoltare".
L`ascolto genera un`emozione e tanto più questa suscita interesse tanto più si è portati ad ascoltare, in
altre parole l`interesse per l`ascolto è direttamente proporzionale ad una emozione.
Per mezzo della sensibilità affettivo - uditiva entriamo nel mondo della melodia che meglio riesce ad
esprimere le sensazioni e i sentimenti dell`uomo.
Lo sviluppo dell`intelligenza uditiva
"L`intelligenza uditiva può essere considerata come una sintesi astratta delle esperienze sensoriali ed
affettive poiché elabora i loro dati: tale intelligenza, di preferenza, è espressa dal termine intendere".Essa
utilizza la scrittura e la lettura musicale per trasmettere il pensiero sonoro e si concretizza nell`attività di
confronto, di giudizio, di analisi e di sintesi, di memoria e d`immaginazione uditiva.
L`intelligenza uditiva può essere sviluppata attraverso la guida del professore verso la presa di coscienza da
parte degli allievi delle proprie esperienze uditive, sia sensoriali sia affettive.
Innanzi tutto si deve rafforzare la memoria sensoriale degli allievi che spesso non riescono a ritenere una
melodia se non servendosi dei nomi delle note.È facile constatare che la memoria sensoriale può essere
rafforzata dalla memoria affettiva, si tratta, dunque, di sviluppare e di utilizzare tutte e tre le specie di
memorie.
Ancora lo sviluppo dell`intelligenza uditiva si deve attuare favorendo l`immaginazione creativa fin
dall`infanzia attraverso l`invenzione di giochi musicali e di piccole melodie. Inoltre, si dovrà sempre
associare i nomi delle note agli elementi concreti in modo da far capire che queste servono solo da etichette.
Lo stesso vale quando si propongono le leggi teoriche dell`armonia: esse devono essere correlate alle
esperienze sensoriali ed affettive.
Tutto il lavoro condotto da Willems sullo sviluppo delle capacità uditive si basa su ricerche obiettive e
sperimentali condotte parallelamente allo studio dell`essere umano. Questo gli ha permesso di mettere in
luce una identità di leggi che interessano contemporaneamente la vita musicale e la vita umana.
Questi rapporti tra musica e vita umana sono diventati la base del suo lavoro di pedagogia musicale e
dell`ascolto.
Egli pone in stretta correlazione gli elementi fondamentali della vita umana (vita fisiologica, affettiva e
mentale) con gli elementi fondamentali della musica (il ritmo, la melodia e l`armonia).
"Possiamo stabilire dei rapporti diretti tra il ritmo e la vita fisiologica, tra la melodia e l`affettività e infine tra
l`armonia e l`intelligenza umana".
Questa sintesi parallela è il confronto tra i due poli opposti presenti sia nell`uomo, sia nella musica, vale a
dire tra la componente materiale e quella spirituale, tradotta in termini metodologico - didattici permette di
risvegliare e di sviluppare, al momento opportuno, la musicalità potenzialmente presente in ogni uomo. A
questo scopo la formazione dell`orecchio musicale di Willems è essenziale, prioritario, condizione senza la
quale non è possibile parlare seriamente di educazione musicale.
La metodologia proposta procede nell`ordine "dal più materiale e corporale al più intellettuale e spirituale",
finalizzando l`azione allo sviluppo graduale della sensorietà, dell`affettività e dell`intelligenza uditiva, in
diretta correlazione al fine generale dell`educazione integrale della persona.
(Franco Giancola)