Bimestrale Numero 4
Dicembre - Gennaio
01.12.10
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La redazione è a disposizione dei lettori all’indirizzo:
[email protected]
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La Befana
(di Pierino Foschini)
Il Presepe
( DI Giorgio Molari )
I Natali Passati
( DI Eros Zoffoli )
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Consigli utili
A cura della redazione
Albero di Natale: l’ecosoluzione
Costruirlo da sè, oppure acquistare un albero fatto di materiale riciclato! Oggi vi segnaliamo alcune eco
idee utili e originali per costruire un albero di Natale totalmente ecologico! C’è chi ha costruito l’albero
riciclando lattine, plastica, o addirittura i RAEE (acronimo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche)
ma noi vi proponiamo di crearne uno con la carta di giornale! Poco prima di Natale conservate tutti i
giornali, così ne avrete una buona quantità per costruire il vostro albero. Arrotolate ciascun giornale,
questi andranno a formare i rami, uniteli fra loro con il nastro adesivo, continuate finchè non avrete finito. Per il tronco usate un manico di scopa (al quale attaccherete tutti i rami-rotoli con il nastro adesivo) e
come base un vaso pieno di terra. Quando avrete finito, addobbatelo a piacere e mettete tante lucine!
Vi diamo qualche eco dritta per gli addobbi,
dovete assolutamente evitare:
- la neve o i colori spray, perché nocivi per lo strato d’ozono;
- gli ornamenti natalizi realizzati con materiale sintetico, come i fili d’angelo, che, prodotti con fibra
di vetro, possono irritare la pelle, le mucose e le vie respiratorie;
- la carta da regalo metallizzata (meglio le carte riciclate);
- le candele magiche, perchè contengono nitrato di bario, velenoso.
Da preferire:
- addobbi creati con la paglia, legno, cera d’api e cartone;
- un albero di cotone o materiale riciclato;
- via libera anche agli addobbi natali realizzati con la pasta a base di sale.
Alberello di cartone
Noci decorative
Stella di pasta di sale
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Noi stiamo provando ad addobbare l’albero esterno
con i nostri lavori con materiale riciclato, che ne
dite? A noi sembra carino provateci anche voi
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Stille Nacht, heilige-Nacht (notte silenziosa, notte santa)... Così comincia il più tenero dei canti natalizi.
Superando ogni frontiera, Stille Nacht e, senza alcun dubbio, la più simbolica delle
musiche natalizie.
Era assolutamente necessario scoprire l’autore della canzone. Ludwig Controllò minuziosamente le biblioteche e percorse città, principati e regni di tutta la Germania.
Nessun risultato. In Sassonia, la canzone era nota, però nessuno sapeva nulla del
suo autore.
“Il cacciatore di canzoni” come era stato soprannominato Ludwig, notò che lo stile
della musica sembrava austriaco. Si diresse quindi a Vienna. Anche qui nuove estenuanti ricerche ma niente.
Ludwig si sentiva depresso, pensò quindi che era meglio far rientro a corte. Però durante il viaggio, mentre mangiava in un osteria, avvertì fortemente il contrasto tra
l’allegria del canto di un uccellino e la malinconia nella quale si sentiva sommerso.
All’improvviso fece un balzo, ha bisogno di qualcosa? Gli chiese sorpreso l’oste,
L’uccellino! Esclamò.
l’uccellino stava cantando la misteriosa canzone della natività. Chi gliela aveva insegnata? L’oste non lo sapeva. Pressato da tante domande, il buon uomo disse che si
trattava di un uccellino avuto in regalo. Un amico suo lo aveva comprato presso l’abbazia di Salisburgo.
Questa potrebbe essere opera dei bambini del coro! Pensò il maestro.
E siccome sapeva imitare in modo ineguagliabile il canto degli uccelli, decise di mettere in pratica una strategia molto suggestiva per scoprire chi andava insegnando
agli uccellini a cantare. Alcuni giorni dopo, appostato vicino alla finestra che dava sul
patio della scuola, fischiava, come se fosse un uccellino, Stille Nacht.
La tattica dette i suoi risultati non appena si udì una vocina che diceva: Oh uccellino,
sei tornato!
E poco distante correva fuori un bambino di nove anni che rimase molto sorpreso e
spaventato quando si rese conto che era caduto in una trappola.
Come ti chiami? Gli chiese il professore.
Fèlix Grubber, rispose il piccolo.
Però invece di un castigo, il piccolo Grubber ricevette il sorriso amabile del maestro.
Dove hai appreso questa canzone?
Me l’ha insegnata mio padre, l’ha composta lui.
Senza perdere tempo, Preisttarner si diresse a casa del bambino, che viveva in una
cittadina vicina, a Ovendorf. Qui incontrò Franz Saber Grubber, anch’egli maestro di
scuola. Egli aveva effettivamente composto la musica, però le parole erano di un suo
amico sacerdote Josef Moor parroco della cittadina di Barran, che era morto pochi
anni prima. Pieno di gioia, Preisttarner scrisse all’inviato del Re di Prussia.
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NEWS LABORATORI
(DI MAURIZIA GHINELLI)
Animazione in corso
Dal mese di ottobre, nel corso dell’attività di “Animazione”, con
due operatori e noi tutti ragazzi del centro residenziale, abbiamo
inventato una storia che rappresenteremo con disegni fatti da noi
per poi formare un libro che regaleremo a Natale alle nostre famiglie. Svolgiamo questa attività ogni venerdì nella palestra della
nostra sede. La palestra è molto grande, c’è il canestro, i tappeti e vari attrezzi. Nel corso della stessa attività, al lunedì, facciamo ginnastica e cioè il “risveglio muscolare” che oltre a risvegliare i muscoli, ci fa diventare più energici. Naturalmente serve
attenzione, dobbiamo pensare a ciò che facciamo e non avere la
testa fra le nuvole! Io faccio la ginnastica con amore e orgoglio,
ci fa dimagrire qualche chilo e ci fa diventare longilinei cosi a
Natale possiamo mettere dei vestiti più belli. Facciamo ginnastica
con la musica e siccome la facciamo con impegno, alla sera siamo
stanchi.
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LA BEFANA
(di Pierino Foschini )
Secondo la tradizione italiana la Befana fa visita ai bambini il 6 Gennaio,
durante la notte dell’epifania, per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese. Spesso la befana viene descritta come una vecchia che
vola su una scopa a differenza di una strega è spesso sorridente e ha
una borsa o un sacco pieno di ogni squisitezza, regali per i bambini meritevoli, ma anche di carbone per bambini che non sono stati buoni durante
l’anno. L’origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni
agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie
come interregno tra la fine dell’anno solare e inizio dell’anno lunare.
L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio:
una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti
paesi europei dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci con indosso
abiti logori all’inizio dell’anno In quest’ottica l’uso dei doni assumerebbe un
valore propiziatorio per l’anno nuovo.
Secondo una versione cristianizzata i re magi diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino non riuscendo a trovare la strada chiesero
informazioni ad una signora anziana malgrado le loro insistenze affinché li
seguisse per fare visita al piccolo, la donna non usci di casa per accompagnarli in seguito pentitasi di non essere andata con loro dopo aver
preparato un cesto di dolci usci di casa e si mise cercarli senza riuscirci
cosi si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi
ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo
Gesù da allora girerebbe per il mondo facendo regali a tutti bambini per
farsi perdonare.
“quando sono andato in piazza tre martiri su per le scale mi hanno dato un
palloncino e un mappamondo a sei anni o sette anni”
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AUTORE: Lucia Alesiani
AUTORE: Antonella Rinaldini
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TITOLO DELL’OPERA: Natale
Autore: Sergio Riccardi
Autore: Diego Summa
Titolo dell’opera: Dicembre
Titolo dell’opera: i colori del Natale
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IL PRANZO DI NATALE
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Ingredienti:
(6 persone)
200 g – mascarpone, 100 g – formaggio Edam grattuggiato, 12 – vol-au-vent, q.b. – pistacchi, pepe
bianco
Preparazione:
Tieni il mascarpone ad ammorbidire a temperatura ambiente. Quindi lavoralo in una ciotola di terracotta, utilizzando un cucchiaio di legno, in modo da ottenere una crema uniforme.
Unisci quindi il pepe bianco, quindi l’Edam grattuggiato. Continua a mescolare e bada che non si creino grumi. Quindi, lascia a riposare, e intanto fai bollire in acqua abbondante i pistacchi per meno di
un minuto.
Quando li avrai recuperati e scolati, pelali.
Puoi passare ora a farcire i vol-au-vent con il ripieno di formaggi, senza lesinare ma evitando che siano pieni al punto di scoppiare: trova una giusta via di mezzo.
Trita i pistacchi, e utilizza il trito per guarnire a pioggia i tuoi vol-au-vent.
Servili quindi in unico vassoio da portata a centro tavola.
LASAGNE NATALIZIE
Ingredienti:
(per 6 persone)
1) pasta: 1000 g - farina bianca, 10 - uova, q.b. - sale. 2) condimento: 1200 g - pomodori maturi,
100 g - burro, 25 - porri, 10 - acciughe sotto sale, q.b. - sale
Preparazione:
1) Pasta:
Setacciate la farina e disponetela a vulcano sul piano di lavoro.
Rompete al centro le uova.
Aggiungete un pizzico di sale, poi lavorate e impastate.
Quando è uniforme, mettete l'impasto in un involucro pellicola trasparente, e lasciatelo riposare per
quaranta minuti in luogo fresco.
2) Condimento:
Scottate i pomodori in acqua bollente, e scolateli immediatamente.
Spelateli, rimuovete i semi e sgocciolateli.
Passateli al mixer, in modo da ottenere una salsa uniforme.
Lavate i porri, rimuovetene la parte verde e le foglie esterne. Lavateli nuovamente.
Tagliateli a rondelle di mezzo centimetro di spessore al massimo.
Sciacquate bene le acciughe, finché non avranno perso tutto il sale.
Rimuovetene la testa e la lisca centrale, poi tagliatele a pezzetti sottili.
Mettete il burro in una padella e lasciatelo sciogliere a fuoco bassissimo. Quando è liquido, aggiungete
i porri.
Immediatamente quando sono appena appassiti (non debbono prendere colore!), aggiungete le acciughe e fate rosolare, sempre a fuoco basso. Versate la salsa di pomodoro nella padella.
Aggiustate di sale, e lasciate cuocere per 30 minuti.
3) Lasagne:
Mettete a bollire una pentola con molta acqua.
Recuperate l'impasto, e stendetelo in una sfoglia sottile.
Tagliatela in lasagne di 4 centimetri di larghezza.
Salate l'acqua, e buttate le lasagne a cuocere. Scolatele al dente. Accendete il forno a 180°.
In una placca da forno o in una teglia, disponetele a strati, farcendo con la salsa tra i vari strati.
Mettete in forno e lasciate cuocere per 20 minuti. Servite caldissime!
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SALMONE in Bellavista
Ingredienti:
(6 persone)
1 (1000 g) - salmone, 6 - uova, 1 - limone, 1 confezione - gelatina istantanea, q.b. - alloro, q.b. sale
e pepe, q.b. - granelli di pepe, q.b. - maionese, q.b. - riccioli di burro.
Preparazione:
Preparate una pentola con abbondante acqua salata, fette di limone, granelli di pepe (non tutti, ve ne
serviranno altri!), alloro.
Lessate il salmone per quaranta minuti. Intanto preparate la gelatina.
Fate rassodare le uova, cuocendole dieci minuti in acqua bollente.
Scolate bene e disponete su un vassoio il pesce, adagiato su di un fianco.
Spellatelo con delicatezza. (In alcune versioni, si lasciano delle strisce di pelle, alternandole a strisce
spellate e decorate, creando un effetto "a zebra").
Spennellate la carne (solo sul fianco esposto, ovviamente!) con un terzo della gelatina.
Raffreddate le uova (se sono ancora calde, mettetele sotto acqua corrente). Rimuovetene il guscio e
tagliatele a fettine. Ornate il pesce con le fettine di uova sode.
Aggiungete granelli di pepe, striscioline di maionese, riccioli di burro, e altro di vostro gradimento!
Rivestite con la restante gelatina.
Mettete in frigorifero, e lasciatelo per almeno 4 ore a solidificare. Servite!
PANDORO AL MASCARPONE
Ingredienti:
(per 8 persone)
1 - pandoro, 250 g - mascarpone, 200 ml - latte, 150 g - zucchero, 120 g - cioccolato fondente, 40 g
- farina, 5 - tuorli, q.b. - zucchero a velo
Preparazione:
Mettete a sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente.
In un pentolino sbattete 2 tuorli con 60 g di zucchero.
Una volta montati, unite latte e farina gradualmente, mescolando bene e avendo cura di schiacciare i
grumi. Mescolate finché il composto non è perfettamente uniforme.
Passate il pentolino sul fuoco e portate a ebollizione, sempre mescolando, lasciando che la crema si
addensi. Basterà far bollire per meno di un minuto.
In una ciotola, sbattete lo zucchero con i restanti tuorli.
Una volta montati, unite il mascarpone, e continuate a mescolare ancora qualche minuto anche dopo
che il composto sarà omogeneo.
Tagliate il pandoro orizzontalmente, in modo da ottenere sei sezioni a stella.
Farcite ogni strato alternando le due creme. Sovrapponete le varie stelle sfalsando le punte, in modo
che una punta non coincida con quella a essa sovrapposta.
Decorate ogni punta con ciuffetti delle due creme.
Spolverate con lo zucchero a velo.
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MA CHE MUSICA
(di Stefano Pellarin)
IN QUESTO NUMERO VOGLIO PARLARVI DI UN GRUPPO CHE SECONDO ME E’ UNO DEI
PIU’ PARTICOLARI DELLA SCENA ROCK
The Who sono uno storico gruppo musicale rock inglese originario di Londra, considerato tra le maggiori
band Rock 'n Roll di tutti i tempi, con oltre 100 milioni di dischi venduti. Gruppo: Pete Townshend
(chitarrista e autore della maggior parte delle canzoni), Roger Daltrey (voce), John Entwistle (basso elettrico) e Keith Moon (batteria). Dopo un breve periodo da portabandiera del movimento Mod inglese, gli Who
raggiungono il successo nel 1965, con l'uscita dell'album My Generation, il cui omonimo brano si dimostra
essere il primo inno generazionale, nonché uno dei pezzi ancor oggi più conosciuti e rappresentativi della
band oltre ad essere inserito nel 2004 dalla rivista Rolling Stone all'undicesimo posto nella classifica delle
500 più importanti canzoni di tutti i tempi.Dopo la scomparsa di Keith Moon, morto nel 1978, e di John
Entwistle, nel 2002, Townshend e Daltrey continuano a proporre dal vivo i loro brani più classici, accompagnati da Pino Palladino al basso e Zak Starkey (figlio di Richard, meglio conosciuto come Ringo Starr)
alla batteria.
Benché avessero già raggiunto una notevole fama grazie ai numerosi singoli di successo pubblicati, gli
Who avevano degli obiettivi più ambiziosi, e durante gli anni la loro musica sarebbe diventata sempre più
complessa, ed i testi sempre più provocatori. Townshend voleva inoltre trattare gli album degli Who come
un lavoro unico, non come una serie di canzoni apparentemente non connesse tra di loro. Il primo segno di
questa tendenza lo si avvertirà nell'album A Quick One del 1966.
Gli Who sono stati tra i gruppi più influenti della musica rock. Con il loro approccio progressivo nella
scrittura degli album ed i loro concerti emozionanti si sono confrontati molti artisti. Lo stile hard rock che
hanno preso dalla scena musicale inglese è stato in grado di aprire il palcoscenico per gruppi come i Led
Zeppelin e The Clash.
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Buon compleanno
(di Laura magi)
BUON COMPLEANNO A:
EROS
TONINA
RANIERI
ARABELLA
P.PAOLO
TERESA
SERGIO
DEBORAH
MARIA PIA
NATALE
Barzellette del mese
Lo sai che medicina usa Babbo Natale se una renna della slitta cade e rimane a gambe all'aria?
Il Voltaren.
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A Natale siamo tutti più buoni. Se uno ti ruba il posto auto, non rigargli la fiancata...
scrivigli Buone Feste!
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Quando stavo insieme ai miei genitori per Natale facevo delle belle feste. Loro invece di farmi i regali, mi davano sempre i soldi, così poi potevo comprarmi quello che
più mi piaceva.
Prima del natale si faceva l’albero, il presepio e tutte le luci natalizie da mettere in
casa, ma anche fuori. La vigilia di Natale per tradizione, si mangiava il pesce. La
notte di Natale andavamo alla messa di mezzanotte nella parrocchia di San Gaudenzio con i miei genitori, Nello e Rosa e mio fratello Atos. Mi piaceva molto andare alla messa perché c’erano i ragazzi della parrocchia, che conoscevo, e che facevano i
canti di Natale, suonando la chitarra. Il giorno di Natale, invece, ci incontravamo a
casa mia con mio fratello e la sua famiglia e facevamo una bella mangiata preparata
tutta dalla mia mamma…si che era brava!!!
La mia mamma aspettava le feste per prepararci le tagliatelle, i cappelletti, il cotechino. Era una vera festa!!! Aspettavamo con ansia questo giorno e per festeggiare
ancor di più, era tradizione vestirsi tutti in modo elegante. Per questa ricorrenza
era usanza farsi dei regali che prima venivano messi sotto l’albero di Natale, che di
solito erano regali molto costosi. Con la mia famiglia, dopo il pranzo, giocavamo a
tombola, per passare dei bei momenti tutti insieme. Durante le feste, sia con i miei
genitori che con i miei amici, andavamo in città a vedere gli addobbi e le luci dei
negozi, ma soprattutto andavamo a vedere i diversi presepi nelle chiese di Rimini.
Eros prima comunione
Eros con la sua famiglia
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Giorgio
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Molari)
IL PRESEPE
IL PRESEPE MI HA SEMPRE AFFASCINATO, PER QUESTO MOTIVO HO PENSATO
DI FARE QUESTA PICCOLA RICERCA STORICA LEGATA APPUNTO AL PRESEPE.
La tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che
nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività.
Il primo presepio di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo Cambio fra il 1290
e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel museo Liberiano della basilica di santa
Maria Maggiore a Roma.
Il presepio è una rappresentazione ricca di simboli.
Alcuni di questi provengano direttamente dal racconto evangelico.
Sono riconducibili al racconto di Luca la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo.
Altri elementi appartengono a una iconografia propria dell’arte sacra.
San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l’umanità.
Il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano da un'antica profezia
di Isaia che dice "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo
padrone". Sebbene Isaia non si riferisse assolutamente alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei (rappresentati
dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Il presepe in Italia
Anche in Italia il presepe si differenzia, nelle varie regioni, per ovvi motivi culturali.
Per lo più, quando si parla dei presepi italiani non si effettua una vera e propria distinzione dal punto di vista culturale, bensì in Italia i diversi presepi si differenziano per i
diversi prodotti e materiali utilizzati per ricreare la scena della nascita del bambino
Gesù. Possiamo ricordare a tal proposito il presepe genovese che si realizza con pastori
in legno, il presepe pugliese che utilizza la carta pesta per realizzare il prodotto finito,
il presepe siciliano realizzato con l'aggiunto di prodotti tipici siciliani come rami
d'arancio e di mandarino e sul quale si utilizzano diversi materiali come corallo, madreperla ed alabastro, tutti prodotti tipici della Sicilia; ed infine non poteva mancare il
famoso presepe napoletano, o partenopeo, che si caratterizza per la costruzione di pastori in terracotta. Il pastore in terracotta quasi scomparve a seguito del travolgente
successo del pastore in plastica che garantiva grosse quantità e quindi prezzi bassi. Intorno al 1969 quando il pastore in terracotta sembrava esser scomparso, fu riproposto
con enorme successo da un "pastoraro", Nicola De Francesco. Egli seppe recuperare le
tecniche di esecuzione e riconsegnare al popolo napoletano ciò che stava per morire
completamente.
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Reportage Gorgonzola 2010
Premio per la miglior fotografia al festival
internazionale del cinema nuovo
con il film La Bohème
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VIA DEL TIGLIO 24, 47822 SANTARCANGELO DI ROMAGNA (RN)
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