30 indicatori Mercato immobiliare IL PEGGIO E’ PASSATO Terzo trimestre consecutivo di crescita per i mutui E. F. Montanelli amava dire che due indizi sono due indizi, tre diventano una prova. Ebbene, il terzo trimestre consecutivo di crescita dei mutui erogati ai privati dal sistema bancario per l’acquisto di abitazioni potrebbe essere lì a dimostrare che il mercato immobiliare ha ripreso a respirare. E il mercato immobiliare è un parametro importante per valutare non solo lo stato dell’economia, ma anche le sue prospettive. Da inizio 2014 a Modena questi mutui hanno ripreso a crescere, dopo la vera e propria batosta del 2012, e lo hanno fatto ad un ritmo superiore a quello medio regionale (nell’ultimo trimestre, il terzo del 2014, +23,8% rispetto all’anno prima contro il +19,4% emiliano). C’è anche chi ha provato a stabilire i prezzi medi degli immobili – il sito immobiliare.it – che nella nostra provincia ha calcolato una media di 1.986 euro al metro quadro, meno della media nazionale (2.166 euro), ma tra le poche province a far registrare un trend crescente rispetto ad un anno fa (+1,5%). Insomma, il peggio pare essere passato. Almeno così la pensa Davide Parmeggiani, referente di Tecnocasa, la catena di immobiliari che da anni studia l’andamento del mercato rappresentato da abitazioni e edifici industriali. “In effetti – osserva Parmeggiani – la situazione è in costante miglioramento. Questo ci fa dire che davvero la fase più critica della crisi è alle nostre spalle”. A dimostrare che il vento è cambiato non è solo l’andamento dei mutui, ma anche quello del tempo necessario a piazzare un’abitazione. “Innanzitutto occorre premettere che bisogna distinguere da chi vuole ottenere, dalla vendita, un prezzo più alto di quelli relativi alla tipologia e alla zona dell’immobile, e chi invece posiziona le proprie aspettative attorno ad un valore congruo con questi parametri. In quest’ultimo caso, in linea generale i tempi di vendita ruotano attorno ai cinque, sei mesi, quando un paio di anni fa servivano più o meno nove mesi. Se, invece, si hanno pretese più azzardate, i tempi di vendita possono anche raddoppiare”. La differenza la fa anche la tipologia dell’appartamento. “Quelle più richiesti – rivela Parmeggiani - sono i classici trilocali, magari con doppi servizi e in buono stato interno. Posizionati, se parliamo della città nelle zone limitrofe al centro e quelle a sudest, in quartieri come Buon Pastore, Sant’Agnese San Faustino. In provincia, invece, le soluzioni che vanno per la maggiore sono rappresentate da abitazioni indipendenti in genere, siano queste maisonette, bifamiliari o villette, in ogni caso appartamenti con almeno 2 camere 2 bagni”. La differenza la fa anche l’età dell’edificio: “sull’usato anni ‘60/’70 si preferiscono le tre camere. Sui bilocali nella seconda metà 2014 è invece ricominciata la richiesta a 31 indicatori uso investimento, e questo rappresenta un altro elemento positivo di valutazione del mercato”. Una zona che sta vivendo una dinamica particolare è quella del sisma. “L’onda emotiva di paura – racconta sempre il professionista di Tecnocasa - è andata scemare dopo un anno. Oggi risultano in sofferenza gli appartamenti ai piani superiori al quarto, vuoi per l’età, generalmente avanzata, del fabbricato, vuoi per la grandezza del condominio spesso con riscaldamento centralizzato. Ritengo comunque che a oggi la paura del terremoto incida poco, sono piuttosto le caratteristiche intrinseche degli immobili a farla da padrone”. Un capitolo a parte lo meritano gli immobili industriali: anche per questi ultimi c’è stata una ripresa della domanda? “Si, negli ultimi mesi c’è stato un aumento delle vendite, ma è presto per dire se è una ripresa vera e propria o solo un fuoco di paglia. Per quanto riguarda gli affitti di questi edifici ormai il trend è stabile, e solo di poco inferiore a quello di anni fa. Come prezzi invece siamo sempre a livelli molto bassi”. Affitti che rimangono in gran voga nell’abitativo: “ La richiesta di locazione è molto buona e in aumento, soprattutto per immobili arredati. Di certo possiamo dire che i prezzi delle locazioni hanno subito in percentuale, un calo inferiore rispetto al calo dei valori di vendita”. Ma quanto e come incide la tassazione degli immobili sul mercato? “E’ innegabile che le imposte sulle abitazioni stiano condizionando il mercato, soprattutto per quanto riguarda le seconde case e gli immobili sfitti. D’altra parte l’elevata tassazione fa si che molti immobili “fermi” (cioè sfitti) da anni, vengano immessi sul mercato. Di sicuro sono numerosi coloro che hanno deciso di non investire nel mattone a fronte di tasse molto alte e del rischio locativo”. Contribuendo così, aggiungiamo a noi, a deprimere ulteriormente la domanda edilizia. Ma qual è l’acquirente tipo che si rivolge al mercato, sia per vendere che per comperare? “Grazie alla diminuzione dei valori immobiliari, le famiglie che sono in affitto e che possono contare su un reddito sicuro stanno tornando sul mercato dell’acquisito. Un'altra tipologia di famiglie che oggi si affacciano al mercato immobiliare sono quelle che hanno la necessità di cambiare per esigenze di lavoro o per migliorare la situazione attuale. Del resto, in caso di vendita e acquisto di immobile, sia che il mercato sia alto o che sia basso, la differenza di prezzo necessaria per concludere operazione del genere - vendita a fronte di riacquisto - sarà sempre la stessa. Di certo chi acquista il nuovo la fa spesso per abbandonare condominio e per passare alla semindipendenza. In ogni caso non esiste una famiglia tipo che si rivolge al mercato immobiliare: ci sono famiglie che decidono di mettersi alla ricerca di occasioni per migliorare la propria sistemazione scambiando alloggi datati con sistemazioni più recenti o più grandi. Ma ci sono anche famiglie costrette a vendere perché in difficoltà economiche”. Perché la crisi avrà anche allentato la presa, non per tutti però.