La Piccionaia – I Carrara Teatro Stabile di Innovazione IN BOCCA AL LUPO Teatro e Danza drammaturgia e regia Ketti Grunchi con Ketti Grunchi e Laura Scudella voce narrante César Brie collaborazione musicale Rachele Colombo drammaturgia del movimento Laura Scudella scenografia e luci Yurij Pevere C’era, e c’era… perché prima ancora non c’era. Così, c’era una volta una bambina. Ma un giorno, che era un giorno, diventò una bambina più grande. Dopo tanti giorni! Notti. Notti e giorni, giorni e pioggia. Sole, latte e giorni… e giorni, giorni e giorni. E poi… una stradina! Ma… dove porta questa stradina? E ancora… c’era, perché prima ancora non c’era, così c’era una volta uno Bzou del bosco. Bzou… no! No, non era cattivo! Era solo fatto così. Voleva mangiare. Sempre! Mmmmm gnam ahmmm gnam gnam… Ma nel bosco, ora… viene la bambina! Eccola, arriva! Mmmmm Gnam ahmmm gnam gnam… Sarà buona da mangiare? Pensa Bzou, ma… che meravigliosa creatura. La cosa più bella che ho visto! E… io… Io sono così brutto. Così brutto. Così Bzou! La spaventerò? Mi nascondo! Mi travesto… mi travesto… mi nascondo da bosco. Posso parlarle! - Che cosa sei? Un angelo forse? (dal testo teatrale di ”In bocca al lupo”) Un racconto antico, quello di Cappuccetto Rosso, ripensato, reinventato e interpretato in modo originale rispettando ciò che da secoli le fiabe raccontano: la storia del bambino che cresce dentro il suo intricato bosco di emozioni, lungo la stradina per diventare grande. CON TUTTO IL CUORE Note di regia Il teatro per l’Infanzia per me non è un punto di partenza, ma di arrivo. Spesso ai “grandi” non so cosa dire, quale storia raccontare, quale gioco proporre o quale formica seguire nel suo cammino. Ho scelto i bambini molto piccoli della Scuola dell’Infanzia dopo aver conosciuto la mia bambina. Ora lei è cresciuta, ma io continuo a creare spettacoli per questa età. Mi sento molto libera, di far volare la mente e di camminare ad alta quota sul filo di una logica che non lo è mai. Non è mai banale. E’ una logica analogica, sensoriale, il pensiero salta e corre dall’immagine al gesto, alla memoria, al simbolo, all’eco sonoro. All’emozione. Origini, simboli, sensorialità, emozioni, memorie. Chi più di un bambino di pochi anni può vivere e custodire dentro di sé la sacralità di memorie prenatali? Chi più di lui fa vibrare nel suo animo ogni parola, stupendosi del suo suono e interrogandosi, tutte le volte, sul suo significato, sillaba dopo sillaba? E i colori, quale dolce emozione ogni volta che compaiono! Un gesto può raccontare la storia dell’Universo. Gli occhi parlano di terre lontane e di gioie infinite. Il tempo rallenta e si moltiplica. Un passo può durare un secolo, e il pensiero un secondo piccolissimo. Il teatro per i bambini piccoli non può essere concettuale, didattico o intellettuale. Vietato. Non permesso. I bambini non te lo permettono. Un passaggio troppo didascalico te li fa perdere per sempre. Finito il gioco. Non sei più scelta. Sei imposta. Sei un grande che parla ai grandi. Io voglio essere “una” grande che parla ai piccoli! Sottovoce. Con gentilezza. Con la voce e con le mani. Con i piedi. Con gli occhi. Con le luci e il buio. I colori. Con la musica. Con tutto il cuore . Ketti Grunchi PICCOLI GESTI PARLANO La danza I bambini sognano spesso di diventare grandi e i grandi vorrebbero tante volte tornare ad essere piccoli, per recuperare la capacità di stupirsi, e di essere in ogni momento "qui ed ora". E' sempre stupefacente osservare i bambini mentre si muovono e vedere quanto i loro gesti riescano ad essere totali e significativi. 1 La loro è una danza costante. Da loro si può imparare a rendere accessibile un linguaggio che talvolta risulta astratto. La comunicazione risulta così non solo possibile ma incredibilmente diretta. La forma diventa significante e il corpo mezzo fantastico di espressione/comunicazione. Piccoli o grandi gesti aprono finestre sul mondo, parlano alla nostra pancia e ai nostri cuori. Laura Scudella ACCADE ALL’IMPROVVISO La musica La musica non si può spiegare. Ogni pensiero la confonde, la semplifica, la porta via da sé. È un’esperienza tanto universale quanto personale nel suo eco profondo. I bambini lo sanno, ne afferrano la necessità, ne scrutano la natura misteriosa, il ritmo ancestrale. Accade all’improvviso che il suono attraversi il corpo… brivido, materia che si fa luce, colore, movimento. Parole e silenzi vibrano, scalpitano, quietano il cuore. Un miracolo! Ecco il senso del mio piacere nel realizzare musiche per i bambini. Poter leggere quel miracolo nei loro occhi diretti al palcoscenico, poter condividere il diritto di emozionarsi, di sognare, di crescere. Così di ninna nanna canta l’aria, di foglie, di terra e di cielo suonano i piedi di una bambina, di buffo le zampe di Bzou. Un intreccio di sguardi, desideri e attese che si raccontano, si colorano, danzano, suonano, insieme indissolubilmente. Rachele Colombo COLORI! Il progetto Le parole della musica sono le note. Le parole della danza i suoi passi. Quelle del teatro sono le storie, la parola, i sentimenti. Le parole della pittura sono i colori. Rosso. Blu. Giallo. (Verde). Nero. Bianco. Ogni colore è un mondo di risonanze, simboli, sensazioni, memorie. Abbiamo voluto studiare l’arte dei colori. Abbiamo voluto farlo con i bambini per vedere i colori con i loro occhi, con le loro mani, i loro pensieri. Abbiamo giocato con loro, in uno scambio di linguaggi, analogie, memorie ed emozioni. Ognuno con il suo bagaglio. I bambini con i loro mille linguaggi, con cui esprimono e guardano il mondo. Noi con i nostri: il teatro, il racconto, la musica, la danza, la luce e la materia. Abbiamo studiato tante versioni della fiaba di Cappuccetto Rosso, moderne e antiche. Di tutte abbiamo rubato frammenti, parole piccole e grandi simboli. E tra le tante ci è piaciuta in particolar modo quella proposta dal libro “In bocca al lupo” di Fabian Negrin, edizioni Orecchio Acerbo. Abbiamo presentato ai bambini uno studio teatrale, allestito da un’ equipe di lavoro, composta da esperti di teatro, scrittura teatrale, danza, musica, immagine, luce. Lo studio aveva al suo centro il forte legame esistente tra la fiaba di Cappuccetto Rosso, i colori con le loro risonanze emotive, simboliche e la grande avventura del diventare grandi. Poi il lavoro… in sede di laboratorio con le insegnanti, a scuola e in teatro. Così, alla fine, le insegnanti e i bambini ci hanno regalato tanto materiale, parole, colori, gesti, sonorità, dubbi, convinzioni. Ne è nato lo spettacolo: “In bocca al lupo”. Che racchiude il lavoro di tutti: artisti, insegnanti, dirigenti, coordinatori, pedagogisti, atelieristi, bambini, tecnici, organizzatori, scuole e teatri. RINGRAZIAMENTI Ringraziamo: Cèsar Brie, Valentina Brusaferro, Nicoletta Marchioro, Laura Imar, Valeria Salviato, Manuela Cunico, Associazione Culturale 5T, Teatro Fondamenta Nuove, Casa Editrice Orecchio Acerbo, il gruppo di lavoro delle Scuole e Nidi D’Infanzia, Istituzione del Comune di Reggio Emilia: Antonia Monticelli, Paola Ferretti, Mirella Ruozzi, Laboratorio teatrale “G.Rodari”, Paola Cavazzoni, Francesca Bianchi pedagogiste, Lanfranco Bassi, Barbara Pini atelieristi. Tutti bambini e tutte le insegnanti delle Scuole partecipanti alla sperimentazione: “Choreia”, “Freire”, “Balducci” (Reggio Emilia), “Battisti”, “Bissuola sud”, (Mestre), “La Sorgente” (Malcontenta), “Elementare Colombo”. (Chirignago di Venezia). “Malfermoni” (Vicenza). “Matteazzi” (Grumolo delle Abbadesse) “Tommaseo I”, “Tommaseo II”, “Diaz”, “Ex Ciliota” (Venezia). 2 PRIME INDICAZIONI DI LAVORO DOPO AVER VISTO LO SPETTACOLO “IN BOCCA AL LUPO” A. LE PAROLE In piccoli gruppi, annotando tutte le risposte, si rivolgono ai bambini le domande/riflessioni relative a quello che hanno visto in teatro. I bambini possono ripetersi liberamente. Quale colore c’era? (e poi…) Che parola dicevano? (e poi…) Come si vestivano? Chi erano? Cosa facevano? Ecc… B. IL COLORE Dopo aver riletto ai bambini le domande precedenti e le loro risposte: Su cartoncini neri, uno per bambino, si disegnano con gessetti o cere, i colori nominati precedentemente, in forme astratte o geometriche (Linee, punti, figure geometriche o scarabocchi) I bambini disegnano la bambina rossa e lo Bzou nero, in due fogli separati. Chi si abbraccia? in una striscia lunga di carta disegnamo tantissimi abbracci Rosso e nero si mescolano nell’abbraccio - Con le tempere o altri colori disegno la bambina rossa e il lupo nero che si abbracciano. Con il pennello o una spugna o altro mescolo i loro colori nell’abbraccio. C. IL RACCONTO In piccoli gruppi e in luogo tranquillo la maestra legge il racconto IN BOCCA IL LUPO ai bambini invitandoli a scegliere tra le parole sentite le parole: colorate buone cattive di terra di cielo di mangiare di giocare da grandi da piccoli di paure di amore D. I MATERIALI Quali erano le cose che ha la bambina nella sua casa? Cerco di raccogliere a scuola cose rosse: borse, cappelli, scarpe, fili di lana, collane, specchi… per poi giocare alla “bambina grande” che si veste di rosso. Quali erano le cose che ha Bzou ha nella sua tana? Raccogliamo le cose nere: vestiti, cappelli, pupazzi, ecc… per poi giocare “a Bzou” che si veste di nero. E. IL MOVIMENTO Cosa facevano Bzou e la bambina? La maestra aiuta i bambini a ricordare, e a proporre un gesto o un passo significativo della bambina e di Bzou agli altri. Il gesto/passo può essere fatto da soli, in coppia, in gruppo, e a vari ritmi: veloce, lento, piccolo, grande, ecc… F. IL GIOCO Tutti i giochi con lo Bzou: AVETE PAURA DELLO BZOU NERO? LO BZOU E LA BAMBINA (ELABORAZIONE DEL GATTO E TOPO) BZOU COMANDA COLORE…. LO BZOU MANGIAFRUTTA ECC… A SECONDA DELLA FANTASIA! E’ in preparazione un CD ROM contenente un lungo percorso di lavoro incentrato sui COLORI e la fiaba di Cappuccetto Rosso nella versione da noi elaborata. Il CD ROM costituirà un aiuto e una traccia da poter seguire per il proseguimento del lavoro a scuola. 3