Ricordo di Natale Tedesco
Si stenta a crederlo… eppure alcune notizie ci riempiono di stupore e di tristezza. Quella della scomparsa
di Natale Tedesco, il 13 ottobre 2016, è stata difficile da credere per chi ne conosceva la vitalità,
l’esuberanza e la gioia di vivere, pur sapendo che quest’ultimo anno la salute “non andava proprio bene”
come mi ripeteva quando ci si telefonava. Un mare di ricordi felici lenisce in parte la tristezza e ce lo fa
sentire ancora vicino. Tralascio quelli più personali che sono tantissimi e non opportuni in questa sede. La
nostra amicizia era nata immediatamente al primo incontro a un convegno su Vittorini a Catania nel 1984
e da allora non è più venuta meno. Per me era un maestro. I suoi studi sui crepuscolari, sugli scrittori
siciliani, su Verga, Capuana, De Roberto, Pirandello, Tomasi, Piccolo, Sciascia e tanti tanti altri che è
impossibile enumerare, erano stati per me un punto di riferimento costante, tanto che con la sua “dolce
ironia” mi diceva spesso: “mi citi troppo”, ma il suo sorriso tradiva anche il piacere che provava nel
sentirmi in sintonia. E mi sia concesso ringraziarlo anche a nome del nostro Presidente Peter Kuon, delle
segretarie Dina Trapassi e Carmen Van den Bergh, del comitato direttivo e dei soci della nostra
Associazione, per tutto quello che ha dato, per l’italianistica, per l’AIPI.
Personalmente lo ringrazio per la sincera amicizia, testimoniata anche dal fatto che quando gli chiesi di
entrare nell’AIPI, non solo accettò con entusiasmo giovanile, ma fece iscrivere la sua consorte, Mimì (la
professoressa Domenica Perrone), e tanti tra i suoi moltissimi allievi e colleghi. Era e rimane un’autorità
nell’ambito degli studi della letteratura italiana, o forse farei meglio a dire della cultura italiana, considerati i
suoi saggi su pittori, architetti e musicisti. Per la nostra associazione è stato di grande importanza averlo
con noi. Dopo qualche anno era entrato con Mimì a far parte del comitato direttivo dell’AIPI e il loro
contributo è stato costante e prezioso. A Budapest i soci avevano approvato sine glossa la nomina di Natale
Tedesco a socio onorario. Ci mancheranno i suoi interventi alla seduta finale di tanti convegni, interventi di
un alto livello scientifico, ci mancheranno le sue acute osservazioni durante le riunioni del comitato direttivo,
ci mancherà la sua allegra compagnia nelle cene a casa mia a Lovanio dopo una giornata di lavoro intenso,
momenti nei quali, nonostante l’età, aveva ancora l’energia per cantare canzoni napoletane con la sua bella
voce baritonale, o meravigliarci con la lettura di sue poesie, alcune delle quali scritte durante i convegni
AIPI. E ha dimostrato la sua nota sensibilità Carmen Van den Bergh nel pubblicare al primo annuncio
della sua scomparsa in ricordo una poesia di Natale, una tra quelle che aveva letto durante la cena a
Lovanio tre anni fa, una delle ultime volte che era intervenuto alla riunione di fine gennaio del comitato
direttivo dell’AIPI, una poesia che qui invito a rileggere con negli orecchi la sua inimitabile voce, certo che
ciò lo avrebbe fatto sorridere:
"Scivola nel declivio
il corpo, ma gli occhi
paesaggi sorprendono, chiara
bianca una luce risveglia
Nella discreta insistenza degli anni
tra lento e alacre mi porto
la curiosità del mondo"
(Natale Tedesco, "In viaggio", Nino Aragno editore)
Rimarrà presente nel “libro della memoria” dell'AIPI, nonostante amasse ripetermi la frase del suo amico
Leonardo Sciascia: “A futura memoria, se la memoria ha un futuro”.
Siamo vicini alla sua consorte, professoressa Domenica Perrone, certi che proseguirà a dare
all’Associazione il suo importantissimo e prezioso contributo.
Scritto da Franco Musarra, Università di Lovanio